DAL
SIGNORAGGIO BANCARIO, RESPONSABILE DEL
DEBITO PUBBLICO,AGLI INTERESSI SUL DEBITO,
ANCHE LORO RESPONSABILI DEL DEBITO PUBBLICO:
ANCHE L'M5S MODIFICA IL TIRO...MA GLI
STATI NON AVREBBERO DOVUTO SALTARE PER ARIA
PER PRIMI IN RELAZIONE AL SIGNORAGGIO
BANCARIO??? Invece nel 2008 salta per aria
una delle più grandi banche del mondo:
Lemhan Brother. Da quel momento una spirale
auto-distruttiva ha imposto agli stati di
stampare ulteriore debito pubblico per
mantenere in piedi il sistema "liquido", un
assurdo dato che il debito è già in pancia
alle banche nel momento stesso in cui si
stampa una banconota.
Il debito
pubblico italiano sfiora
i 2.000 miliardi.Marcia al ritmo di 100
miliardi in più all'anno. Il 94% del debito
è dello Stato, il 6% degli Enti locali. La
leggenda che il debito sia dovuto all'aver
vissuto sopra le nostre possibilità è falsa.
Il debito pubblico non è cresciuto in questi
anni per le troppe spese. Nel solo 2011 lo
Stato ha avuto un avanzo primario di 16
miliardi, ma gli interessi, pari a 78
miliardi (nel 2012 saranno almeno 90
miliardi), hanno causato un deficit di 62
miliardi. E' una macchina infernale. Dal
1980 al 2011 le spese sono state inferiori
al gettito fiscale per 484 miliardi (siamo
stati quindi più che virtuosi), ma gli
interessi sul debito di 2.141 miliardi, che
abbiamo dovuto pagare nello stesso periodo,
ci hanno impoverito. Negli ultimi vent'anni
il PIL è cresciuto lentamente, mentre il
debito è esploso. Il rapporto debito
pubblico/PIL è aumentato dal 98,5% del 1991
al 120% del 2011.
Chi sono i
possessori del nostro debito? A chi
paghiamo gli interessi che distruggono il
bilancio dello Stato?
Soltanto il 15% sono
famiglie, il 40% sono soggetti esteri (di
cui più del 50% in Francia e in Germania),
il 19% fondi e assicurazioni, il 20% banche
italiane e il 6% la Banca d'Italia (*). Il
debito pubblico è trasformato regolarmente
in oggetto di speculazione dai mercati.
Quando gli Stati vendono nuovi titoli per
restituire quelli in scadenza, i mercati
usano la speculazione al ribasso per imporre
tassi di interesse più alti.
La tecnica
dell'usuraio. Il debito diventa quindi una
opportunità per massimizzare i guadagni dei
mercati a spese delle comunità nazionali.
Come conseguenza si aggravano le disparità
sociali. L'11% delle famiglie
italiane vive in povertà e il 7,6% è a
rischio (**), dal 2008 al giugno del 2012 le
famiglie italiane hanno subito un salasso di
330 miliardi di euro (***).
Se i poteri finanziari usano la speculazione
per aumentare i loro guadagni e obbligano i
governi al pagamento degli interessi al più
alto tasso possibile, il risultato è la
recessione degli Stati indebitati e la loro
cessione di sovranità. La Grecia dopo tre
anni di austerità è scesa da 180 miliardi a
150 di spesa per i consumi e la
disoccupazione è salita da 200.000 a quasi
un milione di persone (****). Nel lungo
termine la recessione distrugge il Paese, ma
il debito non diminuisce. Il
mito della crescita che
dovrebbe nel tempo ridurre il peso del
debito si è dimostrata falsa. Nel 2012 In
Italia ci sarà una diminuzione del PIL
intorno al 3% e per il 2013 non è atteso
nessun miglioramento. La globalizzazione
sposta inesorabilmente la produzione nei
Paesi dove il costo del lavoro è più basso.
L'ambiente e un modello di crescita infinito
non sono compatibili. Ogni europeo consuma
in media 16
tonnellate di materiali all'anno che
corrispondono a 51 se si aggiungono detriti
e rifiuti dovuti alle catene produttive.
La spirale di debito crescente e gli
interessi speculativi stanno disintegrando
l'Italia insieme ad altri Stati europei. Ci
sono alternative. Le stanno applicando
alcuni Paesi del Sud America e l'Islanda. Il
peso della crisi va distribuito tra
creditori (in massima parte banche e
istituti finanziari) e cittadini, va avviata
una durissima lotta alla speculazione,
valutato il congelamento degli interessi per
alcuni anni, e analizzate le voci del debito
per valutarne la legittimità di ognuna.
Stiamo correndo
contro un muro e
ci dicono che non c'è alternativa. Il
rischio è che si arrivi comunque al default
con la svalutazione del debito e la Nazione
impoverita e in ginocchio.
(*) dato marzo 2012
(**) Istat luglio 2012
(***) Il sole 24 ore luglio 2012
(****) elaborazione dati Ameco 2012
> L'articolo è tratto dal documento: "Debito
pubblico - kit per la partecipazione di base"
del Centro
Nuovo Modello di Sviluppo