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ARCHIVIO ITALIA

 

Juve e Roma +4
sempre più sole

Bene Inter
Samp e
Verona a 8 punti

Napoli, solo un pari

Lazio-Udinese 0-1, Thereau lancia Stramaccioni al secondo posto. Sembrerebbe una cosa straordinaria ma non lo è,perchè? Perchè l'udinese nel 2010-2011 e 2011-2012 assurgeva ai preliminari di Coppa dei campioni, salvo poi farsi massacrare , come il Napoli per altro,DEVASTANDO IL RANKING ITALIOTA OGGI RIDOTTO AL LUMICINO.

L'Udimenrda di Stramaccioni e Stankovic al secondo posto a 3 punti dalle super corazzate. Nel giugno 2013 Stramaccioni veniva cacciato dall'Inter a seguito di un disastroso nono posto condito da una moria clamorosa di giocatori che costrinse il giovane allenatore, vincitore in una stagione di campionato e coppa dei campioni con la Primavera e per questo voluto in panchina dall'allora presidente Moratti, a schierare in prima squadra proprio metà della sua Primavera ( Longo, Caldirola, Benassi,M'Baie....), determinando così non solo la sua caduta, ma anche quella di Moratti che, a seguito di una dispendiosa campagna acquisti: Cassano per Pazzini, Pereyra dal Porto costato una petroliera, Gargano dal Napoli, Mudingay dal Bologna, Livaja dalla Dinamo Zagabria, Palacio dal Genoa, Handanovic dall'Udinese, Juan Jesus dal Brasile, Kutzmanovic, Kovacic e Schelotto più Icardi per la stagione successiva nel mercato di riparazione di gennaio 2013, si ritrovò, con i mancati introiti derivanti dal mancato piazzamento in Coppa dei Campioni, sull'orlo del fallimento iniziando così, nel luglio 2013,le trattative col manager indonesiano Thohir per la cessione del club. Stramaccioni è rimasto fermo per un anno incassando i soldi che l'Inter gli doveva, c'era un contratto da onorare, poi, con l'uscita di Guidolin da Udine, i Pozzo hanno fiutato una nuova idea. L'Udimerda su 4 giornate ha incontrato Rubentus, Napoli e Lazio. Queste ultime ci hanno rimesso le penne e c'è da aggiungere che nonostante gli avversari più forti, ha subito solo 2 gol. Forse siamo di fronte all'ennesimo colpo dei Pozzo, ma attenzione. L'Udinese nel 2010-2011 e 2011-2012 raggiungeva i preliminari di Coppa dei Campioni facendosi tuttavia sistematicamente eliminare determinando per questo il crollo spaventoso del ranking Uefa italiota. Di fronte a vittime illustri come il Napoli, ci chiedamo se sia il caso di portare continuamente in Europa club che poi scientificamente si fanno fare a pezzi determinando il continuo crollo di un paese che a livello sportivo sta dimostrando dei limiti tecnici insormontabili. I risultati sul campo non si discutono ma noi riteniamo sia più logico affidare il palcoscenico europeo a club con retroterra di seguito più vasto ed indennizzare i club di terza fascia che indovinano la stagione: una sorta di risarcimento pecuniario per far passare il primo club in classifica con un retroterra di seguito ed economia. Se poi il club di terza fascia mantiene un certo livello anche nelle stagioni successive, allora gli si permette la partecipazione in Europa. Nel 2005-2006 il Chievo partecipava ai preliminari di Coppa dei Campioni venendo fatto a pezzi da una squadra semisconosciuta bulgara, non è assurdo?

Lazio-Udinese 0-1, Thereau lancia Stramaccioni al terzo posto

Sono i bianconeri a "inseguire" Juventus e Roma in classifica: l'ex Chievo punisce una disattenzione difensiva della retroguardia laziale e firma il successo. Capitolini padroni del possesso palla e poco altro, solo Keita nel finale prova ad infiammare la manovra

C’era un tabù da infrangere, ci è riuscito Andrea Stramaccioni. Il tecnico bianconero non aveva mai sconfitto la Lazio, stesso discorso per Stefano Pioli contro l’Udinese: alla fine sono i friulani a sbancare l’Olimpico, volando al terzo posto in solitaria e certificando un’impressionante solidità difensiva. Non prendere gol aiuta e Danilo e soci sono già alla terza gara senza subirne, pur con un pizzico di fortuna contro Empoli, Napoli e anche, in parte, nella gara odierna. Che i padroni di casa controllano saldamente soltanto sotto il punto di vista del possesso palla, tenendo gli avversari per larghi tratti negli ultimi 30 metri ma senza creare occasioni clamorose come era accaduto a Genova.
 
DIFESA DA INVENTARE – Il quartetto arretrato dei capitolini, sulla carta, è quello di riserva: con Basta, de Vrij, Gentiletti e Radu fuori, in campo vanno Konko, Novaretti, Cana e Braafheid. Il mancato affiatamento e i valori emergono in maniera eclatante in occasione del gol che decide il match, tra Muriel che fa quello che vuole sulla trequarti e Widmer che si ritrova con metri di spazio per pescare Thereau, match-winner di serata, a centro area. Tatticamente, l’idea di Stramaccioni in avvio è tanto chiara quanto corretta: negare ai padroni di casa i due contro uno sulle corsie. Per questa ragione, addio al 4-3-2-1 e grande sacrificio richiesto a Badu e Kone sulle corsie, per un più diligente ed efficace 4-4-2. La Lazio sbatte sul muro dall’inizio e ricorre ai lanci per le sponde di Klose. Il tedesco serve Candreva al 5′, destro a lato dal limite. LA FIRMA DI THEREAU – Felipe Anderson viene premiato con un’altra maglia da titolare e prova a ripagare la fiducia di Pioli, scappando a Widmer sulla sinistra per poi sparare malamente all’ingresso in area. Pur senza Di Natale in campo l’Udinese va vicinissima al gol al 22′. Lancio lungo per Muriel, il colombiano travolge l’uscita di Marchetti. Il fallo è netto per tutti, non per Rocchi, che lascia correre col portiere al suolo. Muriel si rialza e calcia a colpo sicuro, Novaretti salva di testa sulla linea. Due minuti e gli ospiti passano. Muriel, ancora dolorante, danza fra quattro laziali ai 30 metri: dribbling e piroette prima del tocco dentro per Badu, Cana non esce ed è Braafheid a provare l’intervento, liberando la corsia per l’inserimento di Widmer. Che riceve e crossa rasoterra: Konko e Novaretti si fanno prendere d’infilata, Thereau da due passi mette sotto la traversa. Muriel chiede il cambio ma al 36′ l’Udinese punge in fotocopia, con Widmer che pesca nuovamente Thereau. Novaretti stavolta riesce a mettere il piede, la porta di Marchetti è salva.
 
DENTRO DJORDJEVIC – La manovra laziale è lenta, complice anche la presenza di un elemento come Ledesma, che a differenza di Biglia predilige una posizione in campo più arretrata: manca la riconquista immediata del pallone e Pioli prova a sparigliare in avvio di ripresa. Djordjevic per il pur positivo Anderson, doppio centravanti. E’ però ancora l’Udinese a farsi viva con Kone, che fa quello che vuole tra Konko, Novaretti e Ledesma all’ingresso in area, sparando però a lato col mancino. Il tecnico laziale potrebbe giocarsi subito le carte Keita e Mauri ma preferisce inserire Lulic per passare al 4-4-2. Il bosniaco non ha metri di campo davanti e non riesce a incidere, Candreva cerca Klose con un bel tocco in verticale ma al tedesco non riesce l’acrobazia vincente.
 
KARNEZIS PROTEGGE IL SUCCESSO – Lazio in totale proiezione offensiva, ospiti tutti negli ultimi 30 metri per difendere il bottino pieno. Sui cross c’è vita facile per Heurtaux e Danilo, l’ingresso di Keita dopo la mezz’ora scuote tutti. Lo spagnolo calcia bene col destro al 34′, perfetto Karnezis, che mostra una sola sbavatura. Ma all’Udinese va tutto bene e sul tiro-cross di Djordjevic la smanacciata dell’estremo greco si rivela decisiva, visto che manda fuori tempo un Candreva pronto al tocco a porta vuota. Nel recupero la Lazio non crea nulla e l’Udinese riesce anche a tenere palla nei pressi della bandierina: nove punti dopo aver già affrontato Juventus, Napoli e Lazio, Andrea Stramaccioni si gode il suo terzo posto.
 
LAZIO-UDINESE 0-1 (0-1)
Lazio (4-3-3): Marchetti 6; Konko 5.5, Novaretti 5.5, Cana 5.5, Braafheid 6 (31′ st Keita 6.5); Onazi 5.5, Ledesma 5, Parolo 5; Candreva 6, Klose 5, Anderson 6 (1′ st Djordjevic 6). (Berisha, Strakosha, Cavanda, Ciani, Pereirinha, Mauri, Murgia, Tounkara). All.: Pioli
Udinese (4-4-2): Karnezis 6.5; Widmer 6.5, Heurtaux 7, Danilo 7, Piris 6.5; Badu 6, Allan 7, Guilherme 6, Kone 6; Muriel 6.5 (28′ pt Fernandes 5.5, 36′ st Belmonte sv), Thereau 6.5 (20′ st Di Natale 5.5). (Brkic, Meret, Bubnjic, Coda, Pasquale, Evangelista, Hallberg, Jadson, Zapata). All.: Stramaccioni
Arbitro: Rocchi
Rete: 26′ pt Thereau
Ammoniti: Candreva, Kone, Lulic e Novaretti
Recupero: 4′ e 3′

Inter-Atalanta 2-0, due prodezze di Osvaldo ed Hernanes fanno sorridere Thohir in tribuna

Sotto gli occhi del presidente nerazzurro, presente sugli spalti insieme a Moratti, la squadra di Mazzarri ottiene la seconda vittoria interna consecutiva grazie alla rovesciata del centravanti italo-argentino, entrato al posto dell'infortunato Icardi, e a una punizione 'Profeta'. Nel primo tempo rigore parato da Sportiello su Palacio

MILANO - L’Inter vince la sfida tutta nerazzurra contro l’Atalanta e si candida come principale inseguitrice di Roma e Juventus. La squadra di Mazzarri batte quella di Colantuono per 2-0, grazie alla rete spettacolare in rovesciata di Osvaldo (entrato nel corso del primo tempo al posto dell’infortunato Icardi) e di Hernanes, autore di un perfetto calcio di punizione. Soddisfazione, dunque, per il presidente Erick Thohir, presente sugli spalti al fianco di Massimo Moratti.

TORNA PALACIO, RIPOSA DENIS - Mazzarri cambia gli esterni rispetto alla trasferta di Palermo: Jonathan e Dodò al posto di D’Ambrosio e Nagatomo. Davanti torna dall’inizio Palacio, gli fa spazio Osvaldo. Colantuono lascia a riposo Denis e Biava, schierando Bianchi e Cherubin. I nerazzurri di Mazzarri, intorno al quarto d’ora, vanno vicini per tre volte al vantaggio: dal primo spunto di Dodo’ sulla sinistra nasce una buona occasione, con Jonathan che manca di poco l’impatto con il pallone a due passi da Sportiello. Sul corner successivo Vidic di testa scheggia il palo alla destra del portiere atalantino. Un minuto dopo la terza occasione per l’Inter: Kovacic serve Palacio in verticale, ma Sportiello nega il gol all’argentino con un ottimo intervento.  Poi Mazzarri deve rinunciare a Icardi, dolorante per una botta al ginocchio destra, e sostituisce il numero 9 con Osvaldo.

RIGORE PARATO - Alla mezz’ora Benalouane atterra Ranocchia in area sugli sviluppi di un calcio di punizione, Gervasoni non ha dubbi e assegna il rigore. Batte Palacio, ma Sportiello si supera e respinge la conclusione dell’argentino. Il vantaggio però è solo rimandato, l’Inter passa: punizione di Guarin dalla trequarti di destra e splendida rovesciata di Osvaldo che non lascia scampo a Sportiello. Grande prodezza da parte dell’attaccante di Mazzarri prima dell’intervallo.

PERLA DI HERNANES - In avvio di ripresa Colantuono cambia volto alla squadra con un doppio cambio: Gomez e Boakye per D’Alessandro e Moralez. Cambi che funzionano, l’Atalanta è più viva in zona gol. Ma al 9′ e’ l’Inter a sfiorare il raddoppio, con Palacio che sfonda sulla destra e con un diagonale colpisce il palo, il secondo per i padroni di casa. Al 16′ destro da fuori area di Gomez, Handanovic e’ attento e respinge. Al 25′ Estigarribia di testa va vicino al pareggio, due minuti dopo ci riprova Gomez dalla distanza. Colantuono gioca anche la carta Denis (sostituendo uno spento Bianchi), ma l’argentino non riesce ad aumentare il bottino di gol segnati all’Inter in carriera (ben sette). Al 41′ Hernanes chiude la gara con una punizione all’incrocio dei pali: 2-0 e vittoria in cassaforte per i nerazzurri di Mazzarri.

INTER DIETRO LE PRIME - Con Roma e Juventus a punteggio pieno, l’Inter scavalca l’Hellas Verona e, insieme alla Sampdoria, agguanta il terzo posto a 8 punti, candidandosi così come principale inseguitrice delle due corazzate. All’Atalanta, invece, imbattuta a San Siro contro l’Inter dal 2010, non riesce questa volta il colpaccio e anzi arriva la seconda sconfitta consecutiva. In classifica, gli orobici restano a 4 punti e si preparano a ricevere, sabato sera, i campioni d’Italia.

INTER-ATALANTA 2-0 (1-0)

INTER (3-5-2) - Handanovic 6, Ranocchia 6, Vidic 6,5, Juan Jesus 6, Jonathan 6, Guarin 6.5 (21′ st Hernanes 6.5), Medel 6,5, Kovacic 6.5, Dodo’ 6, Palacio 5.5 (29′ st M’Vila 6), Icardi 6 (25′ pt Osvaldo 7). (Carrizo, Berni, Andreolli, Campagnaro, Mbaye, D’Ambrosio, Nagatomo, Kuzmanovic, Obi, Krhin). All.: Mazzarri.
ATALANTA (4-4-1-1) - Sportiello 6.5, Zappacosta 5.5, Benalouane 5.5, Cherubin 6, Drame’ 6, D’Alessandro 5.5 (6′ st Gomez 6.5), Cigarini 6, Carmona 5.5, Estigarribia 5.5, Moralez 5 (6′ st Boakye 6), Bianchi 5 (28′ st Denis 5,5) (Avramov, Baselli, Bellini, Biava, Del Grosso, Migliaccio, Molina, Raimondi, Scaloni). All. Colantuono.
Arbitro Gervasoni di Mantova
Reti Osvaldo al 40′ ed Hernanes all’85′
Ammoniti Carmona, Benalouane, Kovacic e  Boayke
Angoli 10-6 per l’Atalanta
Recupero 3′ e 3′

 

 

Sampdoria-Chievo 2-1, i blucerchiati volano al terzo posto

La squadra di Mihajlovic resta imbattuta e supera i veneti grazie alle reti di Gastaldello e Romagnoli. Un successo importante a quattro giorni dal derby della Lanterna. A Corini non basta la gemma di Paloschi allo scadere

GENOVA – Domenica scorsa, dopo il pareggio contro il Sassuolo, Sinisa Mihajlovic aveva ammesso che, contro squadre troppo rinunciatarie, bisognava affidarsi agli episodi. Ancora una volta, il tecnico serbo ha avuto ragione e si è visto contro il Chievo: i blucerchiati capitalizzano due calci d’angolo, andando a segno coi propri difensori centrali, e hanno la meglio sui gialloblù, affacciandosi al terzo posto in classifica (pur in condominio con Inter e Verona e con il rischio di essere superati giovedì dall’Udinese). Fanno gol capitan Gastaldello, capocannoniere blucerchiato in questo avvio di stagione, e Romagnoli, alla sua prima da titolare con la Samp. Firma il tabellino anche Alberto Paloschi, con un gol di pregevole fattura, che ha il solo neo di arrivare al 90’, troppo tardi per riaprire il match.

TANTI ESPERIMENTI – Con il derby in vista, Mihajlovic adotta un abbondante turnover: nel suo inedito 4-3-1-2, il serbo prova la coppia “pesi massimi” Okaka-Bergessio, con Soriano nelle veci di trequartista, e i debutti dal 1’ di Romagnoli, Mesbah e Marchionni. Corini risponde con un 5-3-2 che la dice lunga delle intenzioni dei gialloblù, che si chiudono a riccio per tutto il primo tempo, rendendosi pericolosi solo con un contropiede concluso fuori da Hetemaj. Menzione d’onore per il debuttante Zukanovic, sempre in palla nonostante il gran lavoro cui è stato chiamato al Ferraris.

 

 

Festa Juve   gol   0-1 in casa Milan Roma-Cagliari 2-0, Destro e Florenzi liquidano i sardi

Roma, tutto facile. Riagganciata la Juve  . Verona clamorosamente al secondo posto-non accadeva dalla stagione 1985-1986 -  espugna Torino,ultimo in classifica. Una bruttissima Inter salvata dall'arbitro a Palermo

Gol -66' Ionita A. (Sørensen F.), Verona
 

  • Quote pre-partita
  • La seconda giornata aveva posto delle domande, la terza ha dato le risposte: sì, in testa alla classifica è già una corsa a due tra Juventus e Roma. No, le milanesi non sono ancora pronte per inserirsi nella lotta al vertice. L’Inter si complica la vita da sola e non riesce a venire a capo della trasferta di Palermo, il Milan rinuncia anche solo a sfidare i campioni d’Italia in carica, pur giocando in casa. E così al secondo posto si inserisce il piccolo Hellas Verona, sempre più grande con la forza delle idee di una società che continua a costruire con lungimiranza. Bene l’Udinese, a quota sei nonostante lo scetticismo su Stramaccioni. Avanti anche il Parma, trascinato da Cassano, e la Fiorentina che si sblocca (ma continua l’astinenza di Mario Gomez). Passo falso per la Lazio, sprecona a Marassi. E malissimo il Napoli, al secondo stop consecutivo: senza il gol di De Guzman al 90’ contro il Genoa, ora i partenopei sarebbero ultimi in classifica. Dove si trova, invece, il Torino, che rimpiange amaramente le cessioni di Immobile e Cerci: dal ritorno in Europa all’ultimo posto in campionato, evidentemente, il passo può essere brevissimo.

    Il buonoAlessandro Florenzi è un ragazzo dal cuore d’oro. Ormai è uno dei centrocampisti migliori della Serie A, nel giro della nazionale, affermato da anni. Ma continua a giocare con l’entusiasmo del ragazzino al debutto nella squadra del cuore. Nel 2012, alla prima stagione in Serie A con la Roma, prendeva 30mila euro. Il contratto gli è stato rinnovato fino al 2016, ma lo stipendio resta uno dei più bassi della rosa: 600mila euro l’anno, meno di Emanuelson o del terzo portiere Lobont. Lui non dice una parola, corre, dà tutto. E quando segna, scavalca le transenne della curva per andare ad abbracciare la nonna di 82 anni, che per la prima volta è venuta a vederlo allo stadio. Anche nel calcio moderno dei vizi e dei miliardi è ancora possibile emozionarsi. E regalare emozioni. Le stesse che avrà provato anche Massimo Coda. Gli appassionati delle divisioni minori se lo ricordano: punta di stazza e prospettiva quando giocava nelle giovanili del Bologna, ha girovagato per la Lega Pro senza mai riuscire a sfondare. Qualche buona stagione a Cremona e San Marino, poi la partenza alla volta della Slovenia: col Nuova Gorica ha segnato 18 gol in 33 partite, una buona media, ma alla periferia del calcio che conta. È tornato al Parma per ripartire, è rimasto un po’ per caso e un po’ perché nessuno lo ha cercato. Il calciomercato al risparmio di Ghirardi e i tanti infortuni (da ultimo il problema cardiaco di Biabiany) lo hanno catapultato dai margini della rosa al campo. E lui, alle porte dei 27 anni, è diventato protagonista in Serie A: l’esordio a Cesena, l’ingresso contro il Milan, oggi il primo gol in carriera, decisivo nella vittoria scaccia-crisi contro il Chievo Verona. Miracoli del calcio, che dà una chance a tutti. Anche a chi non è un predestinato. 

    Il brutto – All’estero, in Spagna o in Inghilterra, quando due grandi squadre si incontrano regalano quasi sempre emozioni. Si gioca per vincere, e la formazione sulla carta più debole non parte mai battuta, specie se padrona di casa. Non è successo sabato sera in Milan-Juventus, partita che i rossoneri aspettavano con entusiasmo, e che invece ha deluso profondamente. Non tanto per il risultato, quanto per quello che si è visto in campo. Un conto è riconoscere la superiorità (ancora netta, nel caso della Juventus) degli avversari. Un’altra cosa è rinunciare a qualsiasi tipo di schema offensivo, avere il solo scopo di difendersi e poi, eventualmente, ripartire. Delle due, Inzaghi (tanto celebrato nelle scorse settimane) ha fatto la seconda. E ha trasformato il big match di quest’inizio campionato nel più classico dei testa-coda. In cui alla fine, dopo novanta minuti scialbi, ha prevalso la più forte. Non un gran bello spot per il calcio italiano. Come non è stato molto divertente il pomeriggio domenicale della Serie A: alle 15 il calendario prevedeva solo tre partite, per tre gol in totale (di cui 2 nei primi 10 minuti, e uno al novantesimo). In mezzo tanta noia e la tentazione di cambiare canale. Non sempre il “campionato spezzatino” è sinonimo di spettacolo, anche per le pay-tv.Il cattivoNemanja Vidic è arrivato in Italia con la fama di essere uno dei migliori difensori al mondo. Doveva puntellare la difesa dell’Inter, far crescere i più giovani Ranocchia e Juan Jesus, diventare leader della squadra. Alla prima in campionato col Torino ha causato un rigore e rimediato un espulsione. Al rientro stasera dopo la squalifica, al terzo minuto ha regalato il gol agli avversari, compromettendo l’esito della partita. Tutti errori, piccoli o macroscopici, che un giocatore esperto come lui non dovrebbe concedersi: sbagliare è lecito, entrare in campo deconcentrati (a 32 anni e con uno stipendio di oltre tre milioni a stagione) molto meno. L’altro protagonista in negativo della giornata è Rafa Benitez, sempre più nella bufera a Napoli. L’ambiente è esplosivo, la tifoseria non ha digerito la campagna acquisti modesta e l’eliminazione dalla Champions, la squadra sembra in piena crisi di identità. In tutto questo l’allenatore ha una responsabilità parziale, fino a quando non comincia a sbagliare completamente la formazione: presentarsi a Udine senza Mertens e Hamsik, con l’oggetto misterioso Michu titolare e Zuniga tra gli attaccanti è stata quasi una provocazione. Il risultato gli ha dato torto. Le colpe sono anche altrove. Ma nel calcio il primo a pagare è sempre l’allenatore. E se De Laurentiis sta cercando un capro espiatorio, un “cattivo” da allontanare per giustificare il passo falso del suo progetto, potrebbe trovarlo presto nel tecnico spagnolo.

 

Al Barbera finisce 1-1, reti di Vazquez e Kovacic. Due reti annullate ai nerazzurri, traversa del Mudo nel finale. Un gol di Ionita trascina la squadra di Mandorlini, granata ancora a secco di gol in campionato

PALERMO - Dopo la scorpacciata di gol tra Sassuolo e Dnipro, l'Inter non riesce a continuare il filotto di vittorie e viene fermata sul pareggio dal Palermo. Finisce 1-1 al Barbera: padroni di casa in vantaggio in avvio di gara grazie all'errore di Vidic che libera alla conclusione vincente Vazquez, pareggio nerazzurro prima dell'intervallo di Kovacic a chiudere il momento più difficile degli ospiti. Il pari ridona forza agli uomini di Mazzarri che vanno ancora in gol allo scadere del primo tempo: Vidic insacca il raddoppio di testa ma la rete viene annullata per fuorigioco di Osvaldo sull'azione. La ripresa si apre con una clamorosa deviazione di Juan Jesus che solo grazie a un miracolo di Handanovic non si trasforma in autorete, subito dopo l'Inter si vede annullare il 2-1 per la seconda volta: Icardi non perdona da pochi passi ma il gioco era già fermo per l'offside di Vidic autore dell'assist di testa per il compagno. Entrano Dodò e Hernanes per D'Ambrosio e Juan Jesus, si alza la pressione interista; Iachini rilancia sul tavolo verde della Favorita calando la carta Belotti per un centrocampista, Bolzoni. È il Palermo ad andare più vicino al colpo del ko due volte ancora con Vazquez che prima colpisce in pieno la traversa e poi al volo di sinistro non trova la porta. L'Inter reagisce con Guarin che scarica addosso a Sorrentino il diagonale a ridosso dell'area piccola, ci prova anche Belotti dalla distanza ma Handanovic è attento. Finale incandescente con la grande occasione sulla testa di Osvaldo ma Sorrentino si supera, volando con la mano di ritorno a toccare il pallone spostandolo sulla traversa.

TORINO-VERONA 0-1 (66’ Ionita)
Il Verona è una favola, il Torino sprofonda nell’incubo. La rete di Ionita e l’errore dal dischetto di El Kaddouri lanciano la squadra di Mandorlini al terzo posto in classifica dietro la coppia Juve-Roma, mentre i granata si trovano addirittura ultimi con appena un punto in tre partite. E con un dato molto preoccupante: ancora nessun gol segnato in questo campionato. La gara è stata a due facce: primo tempo di marca veneta, con Tachtsidis e Juanito Gomez vicino al gol e un Torino in chiara difficoltà. Nella ripresa, invece, Ventura scuote i suoi e la partita cambia. I granata spingono con convinzione e sfiorano il vantaggio con i tentativi di Amauri e soprattutto Quagliarella, molto attivo ma un po’ impreciso al momento della conclusione. Paradossalmente, però, nel momento migliore del Toro segnano i veneti. Il moldavo Ionita, appena entrato, si libera sulla destra e con un sinistro beffardo supera Padelli. Poi il colpo di scena: Marquez atterra in area Peres, è rigore ma Rafael ipnotizza El Kaddouri dal dischetto. Granata in ginocchio, il Verona sogna.
 

 

 Florenzi segna e corre ad abbracciare la nonna

Crisi Napoli, con l'Udinese secondo ko di fila.

La Fiorentina si sblocca

I giallorossi impiegano 13' - gol di Destro e Florenzi - per archiviare la pratica Cagliari. Partono forte poi si limitano a gestire il risultato. Impalpabile reazione della squadra di Zeman, capace di tirare una sola volta nello specchio della porta in 90'

Festa Juve gol
0-1 in casa Milan

Cassano doppietta
Parma passa a Chievo
dopo una rocambolesca partita:2-3

Cesena-Empoli 2-2 Guarda i gol   foto

Garcia: ''Scudetto, non è lotta a due''

 

Juve e Roma   sono già sole    goleada Inter Napoli harakiri

Juve e Roma
sono già sole
  goleada Inter
Napoli harakiri
Ok Atalanta e Lazio
La Samp convince

Guarda tutti i gol
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Pomeriggio perfetto per l’Inter a San Siro. Esattamente come accaduto lo scorso anno alla quarta giornata, i nerazzurri  umiliano il Sassuolo con un sonoro 7-0. Grande giornata per Icardi, autore di tre gol, e Osvaldo, doppietta per lui. In gol anche Kovacic (prima gioia in serie A) e Guarin, entrato nella ripresa proprio al posto del croato. Ospiti mai in partita: troppe lacune difensive, Zaza un fantasma e follia (non è la prima volta) di Berardi, che è stato espulso per una gomitata a centrocampo rifilata a Juan Jesus. In arrivo una lunga squalifica.

LA CRONACA, OSVALDO PREFERITO A PALACIO - Mazzarri sceglie Andreolli al posto dello squalificato Vidic e l’ex difensore del Chievo viene schierato a destra, al centro c’è capitan Ranocchia. Il partner d’attacco di Icardi è Osvaldo, che vince il ballottaggio con Palacio. Di Francesco rilancia Terranova titolare, preferito ad Antei, e sceglie come terzino destro Vrsaljko, unico straniero nelle fila degli emiliani. Pronti via e i nerazzurri trovano subito il gol, azione personale di Kovacic, che trova un varco centrale, il tiro del croato è deviato da Ariaudo, Icardi è lesto ad arrivare per primo, Consigli prima para, ma poi nulla può sul tap-in decisivo dell’attaccante nerazzurro. Il Sassuolo risponde poco prima del quarto d’ora con un bell’uno-due tra Vrsaljko (poco dopo sostituito per infortunio da Gazzola) e Magnanelli, sul cross dell’ex terzino del Genoa arriva Sansone che sfiora la palla senza centrare la porta. Al 21′ il raddoppio nerazzurro con un’azione pregevole. Tacco di Icardi al limite dell’area per Osvaldo, sponda dell’ex juventino per l’inserimento di Kovacic, che batte Consigli. Prima della mezz’ora la squadra di Mazzarri chiude il match con un’altra rete di Icardi. Assist di Hernanes per l’attaccante di Rosario, lasciato colpevolmente solo al limite dell’area, tiro preciso verso l’angolino destro di Consigli che è battuto per la terza volta. L’Inter serve il poker prima dell’intervallo. Azione personale di Dodò, Consigli respinge due volte su conclusioni del terzino brasiliano, ma di deve arrendere a Osvaldo che firma il poker.RIPRESA, BERARDI CI RICASCA - Nella ripresa dopo sette minuti Icardi firma la sua tripletta, siglando il 5-0 Ancora Icardi. Perfetto assist in profondità di Kovacic per il numero 9 nerazzurro, che si gira e di prima intenzione batte Consigli. Pokerissimo dell’Inter. Al quarto d’ora finisce la partita di Berardi espulso dall’arbitro Calvarese per aver tirato una gomitata a centrocampo a Juan Jesus durante un’azione di gioco. Non è la prima volta che l’attaccante neroverde cade in questi gesti. Era successo infatti lo scorso campionato in Sassuolo-Parma.

SUPER INGRESSO DI GUARIN - C’è ancora il tempo per altri due gol. Prima va a bersaglio Osvaldo al 27′, dopo una bella azione corale, Hernanes serve in area Guarin, entrato al posto di Kovacic, il colombiano serve Osvaldo, gol facile e doppietta personale per l’attaccante italo-argentino. Alla mezz’ora anche Guarin si iscrive al festival del gol, con un grande bolide dalla distanza che prende il palo e finisce in rete dopo un preciso assist di Osvaldo. Come l’anno scorso, l’Inter cala il settebello contro il Sassuolo.

REPLAY DELL’ANNO SCORSO - Per una squadra come il Sassuolo non è certamente semplice affrontare un club come l’Inter. Ma per Di Francesco, i nerazzurri stanno diventando un vero e proprio incubo. Il parziale tra le due squadre, infatti, è impietoso: 15-0 per l’Inter. Esattamente come avvenuto nella 4/a giornata dello scorso campionato (partita però giocata al Mapei Stadium), i ragazzi di Mazzarri hanno ottenuto la stessa vittoria sugli emiliani. La consolazione è che per il Sassuolo, quella sconfitta non ha avuto strascichi, anzi arrivò a sorpresa un pareggio al San Paolo contro il Napoli. Ma, in vista della partita del ritorno in terra emiliana, Di Francesco probabilmente dovrà cambiare qualcosa.

TORNA “PAZZA INTER” - E pensare che la festa per l’Inter era iniziata prima del fischio d’inizio. Durante il riscaldamento, infatti, è partito l’inno “Pazza Inter”, tanto amato dai tifosi e colonna sonora di tanti successi nel passato interista. Negli ultimi due anni, però, a causa di problemi con i diritti d’autore (il pezzo appartiene a Rosita Celentano), la canzone era stata messa da parte. Sugli spalti anche un sorridente, Massimo Moratti. Dunque Mazzarri può sorridere, la sua Inter c’è e convince. Semmai l’unica preoccupazione per il tecnico ex Napoli proviene dalla frattura alla mano rimediata sabato al termine dell’allenamento e che lo ha costretto a una vistosa fasciatura. Ma per tutto il resto,è stata un Inter da incorniciare.

INTER-SASSUOLO 7-0 (4-0)
INTER (3-5-2): Handanovic 6; Andreolli 6,5, Ranocchia 6,5, Juan Jesus 6.5; Nagatomo 6.5 (17′st Mbaye 6), Hernanes 6,5, Medel 7, Kovacic 7.5 (19′st Guarin 7), Dodo’ 7 (31′st Palacio 6); Osvaldo 7,5 , Icardi 8. In panchina: Carrizo, Berni, Campagnaro, D’Ambrosio, M’Vila, Obi, Kuzmanovic, Krhin. Allenatore: Mazzarri.
SASSUOLO (4-3-3): Consigli 6; Vrsalijko 6 (17′pt Gazzola 5), Terranova 4,5, Ariaudo 4,5, Peluso 5,5; Biondini 5, Magnanelli 5,5, Missiroli 4,5 (1′st Taider 5,5); Berardi 3,5, Zaza 4 (19′st Pavoletti sv), N.Sansone 5. In panchina: Pomini, Polito, Acerbi, Antei, Longhi, Brighi, Floro Flores, Floccari. Allenatore: Di Francesco.
Arbitro: Calvarese di Teramo
Reti: Icardi al 3′, Kovacic al 21′, Icardi al 29′, Osvaldo al 43′, Icardi 52′, Osvaldo al 72′ e Guarin al 74′
Ammonito: Ariaudo
Espulso: Berardi per gioco violento
Angoli: 6-2 per l’Inter
Recupero: 1′ e 2′

 

Serie B, il Vicenza ferma il Perugia. Crolla il Bologna, salgono Bari e Avellino

La capolista manca l'occasione di andare in fuga facendosi imporre il 2-2 al Curi dai veneti. Felsinei battuti in casa dal Crotone, i pugliesi piegano con un gol per tempo (2-0) il Livorno, colpo esterno (1-2) degli irpini a Latina. Il Catania non va oltre lo 0-0 con il Modena. Il Frosinone dilaga a Lanciano

Serie B, il Vicenza ferma il Perugia. Crolla il Bologna, salgono Bari e Avellino

Il Perugia non va oltre il 2-2 con il Vicenza e manca l’occasione per andare in fuga in vetta alla classifica. Alle spalle dei biancorossi resiste la Ternana che riprende il Trapani, fermato sul 2-2 a Carpi nell’anticipo, strappando un punto prezioso (0-0), in 10 contro 11, a Brescia. In quarta posizione affiancano lo Spezia, reduce dal successo per 1-0 nel derby ligure con l’Entella, l’Avellino, che passa (1-2) a Latina, il Bari, che piega con un gol per tempo (2-0) il Livorno, il Frosinone, che travolge in Abruzzo (1-5) il Lanciano, e il Cittadella, che supera in rimonta (3-2) il Pescara. Sannino all’esordio con il Catania non va oltre lo 0-0 contro il Modena, fa peggio il Bologna, sconfitto clamorosamente in casa (0-2) dal Crotone. Infine perentorio successo della Pro Vercelli (4-0) su un dimesso Varese.

PERUGIA-VICENZA 2-2
Al Perugia non basta una prova tutta all'attacco per venire a capo di un combattivo Vicenza. Gli umbri partono a testa bassa e dopo appena 8' sbloccano il risultato con Taddei che trasforma un rigore concesso dall'arbitro Nasca per un fallo di Camisa su Verre. Gli umbri falliscono il raddoppio con Rabusic, Goldaniga, che colpisce una clamorosa traversa a porta vuota, e Fazzi e al 19' vengono puniti da Ragusa che infila Provedel con un pallonetto su lancio smarcante di Laverone. Il Perugia accusa il colpo e, ancora in contropiede, subisce l'1-2 al 26': a segno va ancora Ragusa che, su lancio di Sciacca, evita il portiere e insacca nella porta sguarnita. I padroni di casa si rimboccano le maniche e al 76' pareggiano con Del Prete che riprende una corta respinta della difesa ospite e batte Bremec con un sinistro dal limite deviato, in maniera decisiva, da Gentili. La squadra di Camplone insiste ma nel finale non trova la rete da tre punti con Rabusic, Falcinelli e Vinicius.CATANIA-MODENA 0-0
Non basta l'avvento di Sannino al Catania per ottenere la prima vittoria stagionale. Gli etnei si fanno imbrigliare da un Modena ottimamente organizzato e restano in fondo alla classifica. Il Catania fa la partita ma non riesce a sbloccare il risultato con Calaiò (2) e Castro. Il Modena controlla con ordine e nel finale sfiora anche il colpaccio con Acosty che centra in pieno una traversa. Da segnalare che sia Sannino che Novellino si sono fatti espellere al 76' per eccessive proteste.

BOLOGNA-CROTONE 0-2
Il Bologna sforna un'altra brutta prova al Dall'Ara e finisce per essere sconfitto dal Crotone. Dopo un'occasione per parte (Ferrari e un palo esterno di Giannone), a dare la svolta alla gara è Beleck che al 46' si fa trovare al posto giusto su una sponda aerea di De Giorgio, deviata maldestramente sulla traversa da Stojanovic. La squadra di Lopez è incapace di reagire e, al 78', incassa il colpo del ko dal subentrato Oduamadi che, smarcato in area da Beleck, salta due uomini e batte ancora Stojanovic con un gran destro sotto la traversa. Solo a questo punto i felsinei hanno un sussulto d'orgoglio ma mancano per due volte con Bentancourt l'occasione per riaprire nel finale la partita.

PRO VERCELLI-VARESE 4-0
La Pro Vercelli riscatta la beffarda sconfitta di Modena travolgendo il Varese. Gara a senso unico al Piola decisa dall'espulsione, al 19' di Bastianoni, reo di un fallo da rigore ai danni di Marchi lanciato a rete. Sul dischetto va lo stesso attaccante umbro che batte con un preciso destro a fil di palo il subentrato La Gorga. La Pro insiste e, dopo aver sfiorato il gol con Ronaldo su punizione, raddoppia (45') di nuovo dal dischetto con l'ex Di Roberto che trasforma il rigore concesso dall'arbitro Abbatista dopo un fallo di Corti su Liviero. Il Varese alza bandiera bianca e, nella ripresa, incassa altri due gol. Il 3-0 porta ancora la firma di Marchi che riprende una corta respinta di La Gorga su un tiro di Ronaldo. Fissa il punteggio sul 4-0, invece, Germano che chiude un contropiede con un preciso destro in diagonale. 

Lazio-Hellas Verona 3-3, pari inutile per entrambe. E scaligeri furiosi:solito rigore allucinante in favore della squadra di quel pezzo di merda di Lotito, qualcuno vuole dirci quale e' il potere di questo "signore" che non paga mai un cazzo??!

La squadra di Mandorlini va sotto due volte ma gioca meglio e con Romulo riesce a trovare la rete del 2-3, dopo le firme di Keita, Marquinho, Lulic (poi espulso) e Iturbe. In pieno recupero, penalty alquanto generoso per contatto Albertazzi-Klose: Mauri impatta, lite Mandorlini-Reja al fischio finale. Arbitraggio alla Moreno favorisce in maniera spudorata la merdosa Lazio: qualcuno ci vuole gentilmente dire chi c'è dietro la potenza di questo "Escobar de noantri"?? Klose andava espulso per una merdosissima simulazione!!!

ROMA – L'Olimpico si trasforma in un cinema. Lo stesso spettacolo va in scena anche a due settimane di distanza: cambia l'avversario, non la sostanza. Lazio-Verona è la replica di Lazio-Torino, il pari non serve a nessuno e fa infuriare gli ospiti, stavolta non con se stessi ma con l'arbitro. L'Hellas lascia il terreno capitolino imprecando nei confronti di Mazzoleni, per il penalty che ha fissato il punteggio sul 3-3: contatto leggerissimo Albertazzi-Klose, il fischietto indica il dischetto e i biancocelesti bissano il pareggio di due turni fa. Il successo lo avrebbero ampiamente meritato gli ospiti, che per una volta devono prendersela anche col loro bomber. Luca Toni grazia la Lazio a più riprese, errori non da lui: gentili omaggi per Torino, Parma, Milan e a questo punto anche Inter, che dovrà difendere il quinto posto dall'assalto delle inseguitrici.

ITURBE C'E', KLOSE VA IN PANCA - Nella settimana del rinnovo contrattuale, Miro Klose recupera soltanto per la panchina, a differenza di Iturbe, che riesce ad essere della contesa e risulterà il migliore in campo. Reja con Mauri centravanti tattico, Mandorlini con Marquinho confermato nel tridente d'attacco. La Lazio parte facendo la partita ma rischia di trovarsi sotto già prima del quarto d'ora: incomprensione Biava-Biglia, i due si scontrano e confezionano la palla gol più grande dei primi 45 minuti scaligeri. Hallfredsson raccoglie e scappa centralmente, servendo Toni a tu per tu con Berisha: scavetto del centravanti, sfera fuori di un'inezia. Il match non si infiamma fino alla mezz'ora. Contropiede Lazio, lo guida Mauri: il numero 6 pesca Candreva sulla sinistra, l'esterno biancoceleste alza la testa e vede Keita solo sul fronte opposto. Assist obbligato e preciso, lo spagnolo stoppa, ringrazia e batte in diagonale l'incolpevole Rafael. Il Verona sembra accusare il colpo, Mandorlini si sbraccia ma i suoi trovano il gol nel momento più difficile. Hallfredsson brucia Biglia in pressing, tocco per Marquinho, destro mortifero dell'ex romanista, che dal limite dell'area va a spolverare l'angolo basso. MANDORLINI MEGLIO DI REJA - I padroni di casa non ci stanno e si gettano in avanti a testa bassa nel finale di frazione: Biglia inventa un gran gol a gioco ampiamente fermo, Keita semina il panico sulle corsie ma i suoi cross non vengono finalizzati dai compagni di squadra. Copione simile in avvio di ripresa, Keita per la testa di Mauri, la spizzata è sporca e Moras salva sulla linea. Il greco, fra i migliori in campo, si fa pericoloso sul fronte opposto: angolo da sinistra, incornata quasi perfetta. Il quasi tiene in vita la Lazio - pallone a lato - dandogli la forza per il raddoppio. Serie di rimpalli al limite dell'area, Lulic di testa scavalca la difesa e si presenta da solo davanti a Rafael: gran destro di controbalzo, 2-1. Mandorlini indovina i cambi - Romulo e Cirigliano per Marquinho e Donadel - e rimette i suoi in carreggiata: Toni manca il pari su corner, Hallfredsson scalda i guanti di Berisha da fuori, Iturbe fa 2-2. Proprio Cirigliano riceve ai 35 metri, Biava sale per provare l'anticipo e lo sbaglia, Konko non stringe e l'argentino innesca l'esterno fra il terzino e Cana: l'ex Porto si inserisce a velocità doppia e incrocia col mancino. Reja, a differenza del collega, sbaglia le scelte: Klose per Biglia, Lazio lunghissima e spaccata in due tronconi, Iturbe fa quel che vuole fra le linee e regala a Toni un pallone da non sbagliare. Per il centravanti non è serata, destro respinto benissimo da Berisha. Il Verona insiste, la Lazio non sa difendere su palla inattiva e Albertazzi, di testa, colpisce il palo. Candreva non ne ha più, Cana deve uscire per un colpo alla fronte: Reja non capisce il pericolo e inserisce Felipe Anderson e Gonzalez, portando Lulic terzino con Radu centrale. Il gol del 2-3 è il manifesto della confusione.

VELENO IN CODA - Hallfredsson al cross da sinistra, Radu segue il taglio di Toni, alle sue spalle non ha compagni: a Romulo non pare vero, il brasiliano insacca da due metri quello che sembra il gol vittoria. Impressione amplificata dall'espulsione rimediata da Lulic, che ferma Iturbe nell'unico modo possibile: stendendolo. Il bosniaco va dritto sulle gambe, rosso diretto, già si intravedono i titoli di coda. Toni potrebbe accelerare la pratica, pescato da Romulo, ma il centravanti calcia nuovamente su Berisha, a conti fatti il migliore dei suoi. Quattro di recupero, il secondo è quello decisivo. Cross da sinistra, il pallone è lungo per Klose, toccato sulla schiena da Albertazzi: il tedesco non fa nulla per rimanere in piedi, il penalty oscilla tra il generoso e l'inesistente. Non c'è il rigorista Candreva, sul dischetto si presenta Mauri. Sinistro incrociato, Rafael respinge, il numero 6 insacca in tap-in e firma il 3-3 che fa infuriare il Verona, con tanto di scambio accesissimo tra Reja e Mandorlini al triplice fischio finale. L'Europa, a questo punto, dipende dagli altri.

LAZIO-HELLAS VERONA 3-3 (1-1)
Lazio (4-3-3):
 Berisha 7; Konko 5, Biava 5, Cana 6 (37′ st Gonzalez sv), Radu 5; Biglia 5.5 (28′ st Klose 5.5), Ledesma 5.5, Lulic 5.5; Candreva 6.5 (36′ st Anderson sv), Mauri 6, Keita 6.5. (Guerrieri, Strakosha, Ciani, Dias, Kakuta, Onazi, Pereirinha, Perea). All.: Reja
Verona (4-3-3): Rafael 6; Pillud 5.5, Moras 7, Marques 6, Albertazzi 5.5; Sala 6.5 (36′ st Gomez sv), Donadel 5.5 (21′ st Cirigliano 6), Hallfredsson 7; Iturbe 7.5, Toni 5, Marquinho 6.5 (21′ st Romulo 6.5). (Borra, Nicolas, Agostini, Cacciatore, Donsah, Gonzalez, Cacia, Rabusic). All.: Mandorlini
Arbitro: Mazzoleni
Reti: 30′ pt Keita, 37′ pt Marquinho, 15′ st Lulic, 24′ st Iturbe, 38′ st Romulo, 48′ st Mauri
Ammoniti: Radu, Donadel, Hallfredsson, Iturbe e Marquinho per gioco falloso, Rafael per perdita di tempo
Espulsi: Lulic e Albertazzi
Note: Mauri ha sbagliato un rigore al 48′ st

 

Premier League 36' giornata
CAMPIONATO RIAPERTO 
by David Z.©

Weekend emozionante in premier, si poteva chiudere oggi ad Anfield Road, ma gli uomini di Mourinho hanno riaperto il campionato più bello ed imprevedibile del mondo andando a fermare la corsa al titolo della capolista Liverpool dopo 11 vittorie consecutive, imponendosi per 2-0. I Reds sono stati traditi proprio dal loro capitano Gerard, scivolato all'ultimo minuto del primo tempo regalando la palla al cinico Demba Ba che ammutolisce lo stadio. Che fosse una giornata particolare lo si doveva capire dalle parole dello Special One che prima della partita dichiarava che per loro la partita più importante non era oggi ma mercoledì (semifinale di Champions), girando tutta la tensione sugli uomini di Rodgers, ma anche da un particolare insolito per Mourinho. Non lo si era mai visto seguire il riscaldamento dei suoi uomini in campo, questa volta era li a dare consigli e suggerimenti a tutti gli 11 che sarebbero scesi in campo da li a pochi minuti. Nella ripresa Mou rinforzava la linea difensiva e il Liverpool andava a sbattere contro il muro Blues andando completamente in tilt. Non riuscendo più a verticalizzare, i nervi salivano di minuto in minuto, Gerrard e compagni non riuscivano a superare l'attenta difesa del Chelsea, la partita si chiudeva al terzo minuto di recupero con un contropiede di Torres che non se la sentiva di segnare appoggiando la palla a Willian che realizzava il 2-0. Il Chelsea è una squadra cinica, che ti punisce al primo errore che commetti.
Chi ne approfitta subito è il Citizens, imponendosi con un secco 2-0 sul campo di un ormai salvo Crystal Palace, trascinati da un gigantesco Yaya Touré e da un Bomber di razza come Dzeko. Il City è, di nuovo, artefice del proprio destino, si riporta a -3 dal Liverpool con una partita da recuperare e, con una differenza reti migliore , anche a parità di punti sarebbe campione d'Inghilterra.
Per la corsa al quarto posto l'Arsenal risolve la pratica dei 3 punti asfaltando in casa il Newcastle per 3 a 0 con le reti di Koscielny, Ozil e Giroud, portandosi, così, a 4 punti di distanza dall'Everton che si suicida sul campo del Southampton, perdendo 2-0 rendendo ormai improbabile l'acceso alla prossima Champions League. Ai Gunners basterà, infatti, fare 3 punti sui 6 disponibili nelle prossime due gare.
Per la corsa all'Europa League fa bene il Tottenham che passa a Stoke-on-Trent per 1-0 ai danni dello Stoke City mettendo una seria ipoteca sul sesto posto con 6 punti di vantaggio sul Manchester United, tornato alla vittoria con il nuovo tecnico Ryan Giggs sulla panchina dei Reds Devils. Il suo esordio è stato trionfale, i suoi uomini si sono imposti per 4-0 all'Old Trafford contro il Norwich.
In zona Relegation da registrare le pesanti vittorie del West Brom sul West Ham per 1-0 e dello Swansea che travolge per 4-1 l'Aston Villa. Il Fulham, invece, si suicidia e spreca il doppio vantaggio in casa contro l'Hull City. Nelle retrovie zittto zitto sta risalendo il Sunderland che, vincendo ieri contro il Cardiff, con ancora una partita da recuperare, si ritrova da fanalino di coda ad essere quartultima, insomma si sa, i "The Black Cats" hanno nove vite e dopo aver fermato le prime della classe si stanno attaccando con tutte le loro unghie alla salvezza. Lo spettacolo della premier continua nel prossimo weekend.

 
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