Si allarga la diffusione del virus in Africa Occidentale. Il direttore delle operazioni di Msf, Bart Janssens: "Diffusione senza precedenti, assolutamente fuori controllo". Ma la Ue minimizza: "Improbabili contagi in Europa"



Ue: "Basso rischio per l'Europa". L'Unione Europea è attrezzata per diagnosticare e curare i pazienti contagiati dal virus dell'ebola, ma la probabilità che l'epidemia che ha colpito l'africa occidentale arrivi negli stati membri è "minima". Lo ha assicurato una fonte di Bruxelles. "Non si può escludere la possibilità che arrivi in Europa, ma l'Ue ha i mezzi per diagnosticare e contenere l'epidemia rapidamente", ha affermato questa fonte a Bruxelles. "Un caso sospetto è stato segnalato a Valencia, in Spagna. In realtà si è rivelato negativo, ma il sistema ha funzionato. Il paziente è stato isolato e il laboratorio ha fornito rapidamente i risultati", ha spiegato. L'Ue si è dotata di una rete di allerta e tutti gli stati hanno infrastutture specializzate per curare queste patologie.

L'Italia. Per quanto riguarda il rischio che alcuni malati possano arrivare in Italia, il direttore del Dipartimento malattie infettive, Gianni Rezza, dell'Istituto superiore di sanità rassicura: "Il virus ha delle modalità di diffusione molto particolari. Per infettarsi occorre entrare a contatto diretto coi fluidi di una persona malata. Le persone che hanno contratto il virus e che però non sono ancora malate, i portatori sani, non possono trasmettere l'infezione. Questi fattori fanno di Ebola un virus pericoloso per l'elevata mortalità, ma non così facilmente trasmissibile come per esempio il virus dell'influenza. Il nostro paese non ha voli diretti con quelle zone e dunque è davvero difficile che qualche pazienti arrivi fino a noi". Anche da mare attraverso i flussi migratori "appare molto difficile che arrivino dei casi di persone infette. "Si tratta di viaggi molto lunghi durante i quali un eventuale malato avrebbe tutto il tempo di sviluppare la malattia prima di arrivare in Italia".