Fiat, crolla in
Borsa. A rischio la fusione
Tornano le
vendite sul titolo Fiat. Pesano i pareri negativi di alcuni
analisti sulla fusione con Chrysler, giudicata dal punto di vista
della governance, sfavorevole agli azionisti di minoranza. Se il
recesso supera i 500 milioni, salta l'operazione
MILANO -
Non si arrestano le vendite sul titolo Fiat, nel secondo giorno in
cui gli azionisti possono chiedere di esercitare il diritto di
recesso nell'ambito della fusione con Chrysler. Dopo lo scivolone
di ieri, il titolo partito debole è stato di nuovo sospeso al
ribasso (segui
in diretta). Il gruppo italiano è il peggiore del settore Auto
in Europa, ma tutti le quotazioni delle concorrenti soffrono anche
a causa dell'avvio di un'inchiesta da parte delle autorità cinesi
sull'ipotesi di pratiche commerciali scorrette da parte di marchi
stranieri.
Ieri aveva chiuso con una perdita di oltre tre punti percentuali e
con volumi al di sopra della media dell'ultimo Mese. Il prezzo
(intorno ai 6,5 euro) è di nuovo lontano dai 7,727 euro garantiti
dal recesso. A quanto pare il numero dei soci contrari
all'operazione che porterebbe alla nascita di uno società olandese
con sede fiscale a Londra e quotazione a New York, starebbe
aumentando. Venerdì scorso in assemblea, avevano votato no alla
fusione 100 milioni di titoli per un controvalore di oltre 700
milioni di euro: pare dunque possibile che il recesso,
esercitabile fino al 20 agosto, superi i 500 milioni stanziati dal
Lingotto per pagare chi non vuole seguire l'operazione.
E gli Agnelli hanno sempre detto di non voler aggiungere nemmeno
un centesimo a quanto fissato: se l'esborso dovesse risultare
superiore, salterebbe la fusione con Chrysler. Per di più nei 500
milioni
devono restare incluse anche le somme da pagare
agli eventuali creditori che si oppongono alla fusione, i quali
hanno 60 giorni di tempo per dissentire. Se saltasse l'operazione,
non verrebbe però distribuito nemmeno il recesso.
I due report:
Iss contrario -
Glass, Lewis & co. favorevole
Ieri è arrivata la nota del gruppo torinese. "Sono destituite di
ogni fondamento" le indiscrezioni sul mercato secondo cui Fiat
avrebbe ricevuto un significativo numero di dichiarazioni di
esercizio del diritto di recesso derivante dall'operazione di
fusione approvata dall'assemblea straordinaria del primo agosto
scorso", precisando che "il termine per l'esercizio del diritto di
recesso decorre da oggi e Fiat non ha ricevuto alcuna
dichiarazione di esercizio del diritto di recesso".