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  • La sete del Po: così il grande fiume sta diventando un deserto di sabbia (21-07-2015)

    La sete del Po: così il grande fiume sta diventando un deserto di sabbia
    Il fiume Po quasi in secca 

    Tra Piacenza e Mantova il caldo record lo ha quasi prosciugato. L'acqua scarseggia, si teme che le temperature al di sopra della media stagionale provochino una nuova secca da record. Con effetti devastanti per le coltivazioni di mais, i vigneti e i pascoli dei bovini

    MOTTEGGIANA (Mantova) - La spiaggia bianca sembra pettinata. Gli aironi si alzano lenti poi vanno a pranzare nell'acqua bassa. "Con questo caldo  -  racconta Gianni, pescatore solitario  -  è difficile tirare su qualcosa. I pesci stanno sul fondo delle buche, alla ricerca del fresco". Una distesa di sabbia lunga più di un chilometro e larga 700 metri. Al mare non le trovi più, spiagge così. Un solo pescatore, una ragazza e un ragazzo che prendono un sole che spacca poi si rifugiano sotto l'ombrellone blu. Unica colonna sonora: le cicale. Manca solo l'acqua, in questo paradiso. Il Po, il grande fiume, è soltanto una striscia azzurra stretta fra la sabbia e l'argine sinistro. Scendendo verso il mare, a poche decine di chilometri, potresti attraversarlo a piedi. A Valle Gaiba di Rovigo e all'Isola Bianca nel ferrarese ci sono soltanto 60 centimetri d'acqua. E la misura è stata presa nel "canale", nella parte più profonda, dove dovrebbero passare le barche grosse e le navi.

    Il Po fa paura con le piene, quando supera o rompe gli argini e allaga i paesi. Ma semina angoscia anche quando è "magro" come in questa estate troppo calda. Senza la sua acqua, le campagne bruciano. Non crescono il mais e l'erba per i bovini, si seccano i vigneti... "In giorni come questi  -  dice Giuliano Landini di Boretto, capitano della Stradivari, nave che porta turisti sul fiume  -  comprendi il valore profondo dell'acqua e del fiume. La mia nave è bloccata nel porto di Viadana, ma questo non è il problema più importante. Sabato dovevo andare alla festa del Redentore a Venezia ma ho dovuto lasciare la mia nave in porto. Io ci rimetto soldi ma i contadini rischiano il raccolto di un anno. Se i consorzi di bonifica mettessero in azione tutti gli impianti con le idrovore, il Po sarebbe asciugato in pochi giorni.

    Tutti assieme avrebbero infatti una capacità di prelievo di 1.500 metri cubi al secondo, ed il fiume in questi giorni ha una portata di circa 400 metri cubi". Oggi ci sarà una riunione della Cabina di regia dell'autorità di bacino, per chiedere aiuto ai consorzi che comandano nei bacini montani e nei laghi, soprattutto il lago Maggiore e quello di Como. "Chiederemo  -  racconta Domenico Turazza, direttore della bonifica Emilia centrale  -  che facciano scendere più acqua nel nostro fiume. Certo, anche loro hanno problemi, perché l'acqua serve per l'energia elettrica e per mantenere un minimo vitale gli affluenti. Nel 2003, quando ci fu la grande secca, dovette intervenire il governo, attraverso la Protezione civile, per obbligare bacini e laghi a rilasciare flussi maggiori. Adesso i rapporti sono migliori, forse basterà la richiesta ben motivata. Siamo al limite. Le nostre idrovore, a Boretto  -  portano l'acqua nelle terre del Parmigiano reggiano  -  rischiano di bruciare, tanto è lo sforzo per risucchiare l'acqua dal Po sempre più basso".

    Il fiume con acqua troppo scarsa è anche un pericolo. "La richiesta di acqua ai laghi  -  spiega l'ingegner Ivano Galvani, dirigente dell'Aipo, agenzia interregionale per il fiume Po  -  va fatta anche per evitare la risalita del cuneo salino. Se il fiume è debole, il mare entra e risale per decine di chilometri. L'acqua salata entra nelle falde e nelle campagne. Il livello sotto il quale il Po non può scendere è stato fissato a 350 metri cubi al secondo a Pontelagoscuro, dove inizia il tratto finale".

    Dove il Po riceve l'Oglio un cartello avverte che il "il ponte di barche è chiuso". È stato costruito nel 1922 ed è l'ultimo ponte fatto con queste barche di cemento che fino all'ultimo dopoguerra, legate a decine le une alle altre, formavano tanti ponti sul Po. L'Oglio però ha perso quasi tutta l'acqua e le barche ora appoggiano direttamente sul fondo. Troppo alto il dislivello con la strada. Per questo il ponte è stato staccato. Arrivano ancora turisti, a vedere questa reliquia. Si consolano con una visita al piccolo santuario della Madonna dei Correggioli, "da secoli miracolosa " e un tempo con tanti fedeli che "le offerte venivano raccolte con i badili e riposte nei sacchi". Almeno un miracolo l'ha fatto: il ponte c'è ancora.
    Spiaggia grandissima e bella anche a Guastalla, in riva sinistra.

    A destra, il Peace in Po, bar ristorante discoteca con appese decine di immagini ormai antiche di storioni di due quintali e recenti con pesci siluro quasi dello stesso peso. "A dire il vero  -  racconta Guido Chiericati, da una vita guida del locale  -  a me la secca spaventa meno della piena. Vede i segni messi sul muro? Il Po ogni tanto arriva e ci allaga fino al secondo piano. Anche a novembre è arrivato al primo soffitto. La secca fa vedere la faccia bella del fiume, con le spiagge, i boschi... C'è gente che abita a pochi chilometri e non conosce nulla del fiume. Si pesca anche bene, se l'acqua non è molta. Sembra incredibile ma con questo caldo i cefali saltano direttamente nella barca. Ci sono risorse che gli italiani non conoscono più. Invece arrivano i tedeschi che vendono carissima una settimana in camping nel bosco con pesca al siluro. Arrivano anche i ladri, ed i più specializzati sono quelli dell'Est con elettrostorditori o palamiti  -  sfilza di ami lunga centinaia di metri  -  per catturare carpe e siluri da rivendere nel loro Paese". Un tempo, chi non aveva da mangiare andava in Po e si portava a casa la cena. Ora ci sono le pizzerie e trattorie con storione di allevamento.

    Con la secca, stanno già arrivando i cercatori di fortuna. "Hanno trovato di tutto  -  dice Guido Chiericati  -  durante le secche del 2003 e del 2006. Pirodraghe, vecchie barche, anche un carro armato arrugginito. Io ho trovato un'ancora di due metri e mezzo. Sotto un arginello, c'era un tronco di acero rosso che secondo gli esperti risale al Medioevo ". Quando arriva la secca, si va dai più anziani a cercare informazioni. Per anni, in un luogo segreto della riva mantovana, si è cercata una cassaforte. Un ragazzo di allora  -  la guerra stava finendo  -  vide camion di tedeschi in fuga. Da uno dei camion che era riuscito a arrivare all'altro argine cadde una grande cassa di ferro. Furono trovati camion e carri armati, ma non la cassaforte.

    Al tramonto cala la luce ma non il termometro. Tre o quattro persone in bici arrivano al "Porto turistico fluviale regionale" di Boretto. "Vedi che disastro?". Una scala scende dal piazzale verso il "Pontile Giudecca" dipinto di verde. Il pontile è però appoggiato sulla sabbia. Per arrivare all'acqua ci sono altri cento metri. "L'attracco è stato costruito in riva destra  -  dice Giuliano Landini, famiglia sul Po da tre generazioni  -  perché l'acqua anche con la secca arrivava fino a qui. Ma solo perché fino agli '90 c'erano i ladri di sabbia, per fortuna scomparsi. E la sabbia ha ripreso il proprio spazio". C'è un barcone in secca, accanto al pontile. Altre barche sono appoggiate sul fianco. Sembrano immagini del lago d'Aral.

     

    Caldo, arriva Caronte. Il meteorologo “Anomalo, temperature aumenteranno”

    Caldo, arriva Caronte. Il meteorologo “Anomalo, temperature aumenteranno”

     
    "Le temperature restano alte quasi per una ventina di giorni, allora siamo di fronte a un fenomeno importante e anomalo. Dovremo abituarci sempre di più a fare i conti con queste estati calde", dice al fattoquotidiano.it Federico Grazzini dell'Arpa Emilia Romagna (17-07-2015)

    In questi giorni di metà luglio 2015 si sente parlare spesso di “Caronte”. E non solo per lo storico passaggio radente della sonda Nasa New Horizons vicino Plutone,  di cui Caronte è il satellite più grande. Il nome del nocchiere dantesco che traghettava le anime dei morti verso gli inferi, è diventato famoso in queste ore anche perché scelto per indicare l’ondata di caldo che sta investendo il nostro Paese, con temperature che toccano i 40 gradi.

    Ma quali sono le ragioni di questo caldo insopportabile che, secondo lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del centro medico Santagostino di Milano, “può generare violenza, con effetti negativi su fisico e psiche”? Lo abbiamo chiesto a Federico Grazzini, meteorologo dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) dell’Emilia Romagna.

    L’Italia è nella morsa di Caronte

    Come meteorologo non condivido questa moda di scegliere nomi evocativi, sulla falsariga di ciò che accade negli Usa per i cicloni. Rischia, infatti, solo di creare confusione e allarme. Detto questo, la situazione che stiamo vivendo è anomala

    I nostri mari hanno raggiunto temperature caraibiche, sfiorando anche i 30 gradi: cosa sta accadendo?
    Si sta verificando uno spostamento verso il Nord Europa di alte pressioni subtropicali, che in passato erano limitate al Mediterraneo, e arrivavano solo a lambire l’Italia. Le temperature sono di 5-6 gradi sopra la media stagionale.

    Qualcuno potrebbe obiettare: è estate, normale che faccia caldo..
    Il dato che deve fare riflettere non è tanto il cosiddetto record delle temperature, per utilizzare un’espressione spesso abusata in questi giorni. Non è il record in sé che conta. Un record che, tra l’altro, al momento non c’è, visto che negli anni scorsi si sono toccate anche temperature più elevate. Il dato interessante è un altro: la durata prolungata di queste temperature così elevate. Se, infatti, per un giorno si raggiunge un picco di caldo, questo rientra nella normale variabilità meteo. Quando, invece, come sta avvenendo in questo mese di luglio, le temperature restano alte quasi per una ventina di giorni, allora siamo di fronte a un fenomeno importante e anomalo.

    Un fenomeno nuovo alle nostre latitudini?
    Purtroppo no: è un trend che si va ripetendo dal 2000. Dovremo abituarci sempre di più a fare i conti con queste estati calde.

    Tutta colpa dei mutamenti del clima?
    È ancora presto per dirlo, ma le simulazioni di cambiamenti climatici ci dicono che esiste un trend inconfutabile di aumento delle temperature, soprattutto d’estate. E che questo fenomeno si ripeterà sempre più frequentemente in futuro.

    Quali sono le conseguenze nell’immediato?
    Uno degli primi effetti è rappresentato dallo stato di magra del Po, come dimostra l’ultimo bollettino di previsione per il bacino del fiume, realizzato dall’Arpa Emilia Romagna e dall’Autorità di bacino del Po. La portata del fiume dovrebbe, infatti, essere di 1000 metri cubi al secondo, ma è intorno ai 400. E continua a diminuire. La navigazione è stata vietata, e il fenomeno riguarda un po’ tutto il corso del fiume. Ma la zona più critica è la foce.

    Perché proprio il delta del fiume?
    Se la portata dovesse scendere al di sotto dei 300m3/s potrebbe verificarsi l’ingresso di acqua marina nel Po, che potrebbe spingersi lungo il corso del fiume fino a una profondità di 20-30 km, con la conseguente salinizzazione delle aree coltivate. Per questo stiamo monitorando attentamente la situazione.

    Nel weekend è, intanto, attesa una nuova impennata delle temperature…
    A soffrire di più saranno i grandi centri urbani, quelli con maggiore densità abitativa. Negli ultimi anni, infatti, si è costruito troppo e tutto questo cemento non aiuta. Anzi, peggiora la situazione. Il cemento, infatti, trattiene il calore. Che si accumula negli edifici, lasciando le città calde anche la notte.

 

 

Mancini ha un'Inter tutta nuova. E può farla giocare in tanti modi

Dal mercato sono arrivati i rinforzi che il tecnico aveva chiesto per una stagione da protagonisti. Esperienza e qualità in difesa, ma è soprattutto a centrocampo e in attacco che è cambiata la squadra. Perisic, Jovetic e Ljajic daranno la possibilità all'allenatore di variare più moduli

MILANO - "Diamo il nostro benvenuto a tre nuovi arrivi: Felipe Melo, Alex Telles e Adem Ljaji?", così il presidente dell'Inter Erick Thohir, in attesa di vederli dal vivo, invia attraverso il sito ufficiale un saluto ai tre nuovi rinforzi arrivati l'ultimo giorno di mercato. "La grande tenacia e forza fisica che caratterizzano Melo sono convinto possano rendere il nostro centrocampo ancor più competitivo", aggiunge il numero uno dei nerazzurri continuando: "Roberto Mancini lo conosce molto bene e saprà valorizzarne le qualità tecniche, la comprovata esperienza e lo spiccato spirito combattivo". Il magnate indonesiano si sofferma anche sulle caratteristiche di Telles: "Può aggiungere qualità e freschezza alla squadra. Un terzino giovane e veloce come lui ben si innesta nella nostra rosa e grazie alle abilità in fase sia offensiva che difensiva potrà dare un contributo importante ai compagni", e su quelle di Ljaji?: "Conosce molto bene il nostro campionato, questo gli consentirà di sicuro di inserirsi al meglio in squadra. Le sue doti offensive e la determinazione gli possono consentire di rendersi protagonista. In nerazzurro sono sicuro che potrà mostrare tutto il suo valore. Ben arrivati e forza Inter".

Ora tocca al Mancio, che ha
ceduto anche l'ultimo trequartista Hernanes, cambiare questa Inter e farla rendere al meglio. Con gli arrivi di Miranda, Murillo e Montoya e Telles l'Inter ha rinforzato la difesa, punto debole della scorsa stagione. Ma la vera trasformazione c'è stata a centrocampo e in attacco dove sono stati acquistati Kondogbia, Perisic, Biabiany, Jovetic, Melo e Ljajic. Questi ultimi permetteranno al tecnico di poter utilizzare sia il 4-2-3-1 che il 4-3-3 dopo un pre campionato impostato sul 4-3-1-2.
Nel 4-3-3 Perisic e uno tra Jovetic, Ljajic e Palacio agiranno sulle corsie esterne con Icardi davanti. Melo sarà piazzato a centrocampo escludendo il mastino Medel. Anche se all'abbisogna i due potrebbero giocare insieme formando un muro davanti alla difesa (4-2-3-1). Kondogbia potrà agire da mezzala sinistra nel 4-3-3, mentre nel 4-2-3-1 potrebbe giocare davanti alla difesa o leggermente avanzato. In attacco nel 4-2-3-1 Icardi unica punta, alle sue spalle Perisic, Jovetic, Ljajic.

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