Il deficit è un
gioco di prestigio: miracoli per evitare la manovra
Sull’autunno si addensa
una nube di crisi industriali e di
tensioni bancarie, con gli aumenti di capitale
che seguiranno gli stress test della Bce, ma
il governo è convinto che non servirà una manovra correttiva,
nessuna stangata di tagli e tasse.
Nonostante la crescita del Pil
che si annuncia solo 0,2 per cento (o zero, come teme Confindustria)
contro lo 0,8 previsto dal governo.
Miracoli o giochi di prestigio?
Nei giorni scorsi il
responsabile economico del Partito democratico, Filippo
Taddei, ha deciso di capire che scenario si delinea per
i prossimi mesi: dal Tesoro gli hanno mostrato stime di un deficit
2014 che al massimo arriva al 2,8 per cento, dal 2,6 previsto tre
mesi fa. Niente male, visto che con una crescita così bassa c’era il
rischio di ritrovarsi sopra il 3 per cento e dover fare già alla
fine dell’estate un intervento di emergenza
oppure la procedura d’infrazione europea per
deficit eccessivo sarebbe scattata in automatico (se è lo stesso
governo nazionale ad ammettere lo sforamento nei suoi conti
ufficiali non serve alcuna istruttoria). Invece, miracolo. Merito –
forse – della quiete sui mercati finanziari che perdura e di qualche
cuscinetto prudenziale lasciato dalla coppia Enrico Letta – Fabrizio
Saccomanni. Ma in questi anni di crisi le previsioni, anche sul
deficit, non sono mai state affidabili.