L'avanzata dello Stato islamico anche nel nord del Paese
costringe Baghdad e i peshmerga a unire le forze: finora di fatto
avevano combattuto guerre separate.
Decine di migliaia di yazidi in fuga dalle proprie case. L'ISIS
occupa la gigantesca diga a nord di Mosul che da energia a tutto
l'Iraq meridionale, nonchè alcuni pozzi petroliferi del nor che
erano in mano ai Curdi in ritirata. Altresì sul fronte siriano l'ISIS
attacca il nord del Libano. (6-08-14)
BAGDAD
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Tentativi di unione in Iraq tra il governo di Bagdad a
maggioranza sciita e i curdi del nord: di fronte all'avanzata
anche nel territorio controllato dai peshmerga (i guerriglieri
curdi, ndr) delle milizie jihadiste dello Stato islamico, il
governo di Nuri al-Maliki ha ordinato all'aviazione di mettere
a segno dei raid a sostegno delle forze curde. Si tratta di un
passo politicamente molto significativo, visto che dall'inizio
della crisi, i curdi hanno di fatto combattuto da soli contro
l'Is, riuscendo a fronteggiarne l'avanzata. E di questa
'tenuta' il Kurdistan iracheno si era fatto forte per avanzare
richieste di indipendenza.
Ma il fronte settentrionale negli ultimi giorni sta cedendo, e
in poche ore gli jihadisti hanno occupato
le città di Wana, Zummar e Sinjar. La situazione in Iraq è
drammatica: il paese è completamente spaccato, praticamente in
tre tronconi: la regione curda a nord, l'area controllata dai
sunniti dello Stato islamico a est - al confine con la Siria,
dove l'Is controlla ampie zone - e il resto del paese sotto il
controllo del governo di Bagdad, a guida sciita. Una guerra
civile che è anche guerra di religione, con la minoranza
cristiana nelle zone controllate dalla jihad
costretti a fuggire e privati delle proprie case.
Circa 40mila di membri della minoranza irachena degli yazidi
stanno abbandonando le loro case nel nord dell'Iraq, dopo che
i militanti sunniti dello Stato islamico hanno conquistato le
loro città nell'offensiva per espandere il loro califfato.
L'avanzata dello Stato islamico finora è stata inarrestabile,
da Aleppo in Siria fino a Falluja, alle porte di Baghdad, e a
Tikrit, al confine con il Kurdistan iracheno. Solo ieri i
miliziani hanno conquistato Wana, Sinjar al confine con la
Siria, Zumar e alla diga di Mosul dopo il ritiro dei Peshmerga
curdi.
SCHEDA Cos'è lo Stato islamico o Isis
Lo scorso 29 giugno l'avanzata militare
si è ammantata anche di un progetto politico: Abu Bakr
al-Baghdadi ha annunciato la creazione di un Califfato
islamico tra Siria e Iraq, ovvero dalla provincia
settentrionale di Aleppo fino a quella orientale di Diyala,
vicino all'Iran, nominandosi Califfo. I confini interessati
sono quindi quelli della Siria con la Turchia, attraverso i
governatorati di Raqqa e Deir Ezzor, a est di Homs, sino alla
provincia irachena occidentale di al-Anbar, in cui gli uomini
dall'Isis hanno cominciato a infiltrarsi dall'inizio del 2014,
al confine con il Kurdistan iracheno e a sud con la Giordania.
Con la presa di Mosul, il territorio occupato ha raggiunto il
nord dell'Iraq, nel governatorato di Ninive. Nel dettaglio,
tra le città che rientrano nel proclamato Stato islamico ci
sono Raqqa, Tal Afar, Sinjar, Mosul, Abu Kamal, Qaim, Baiji,
Tikrit, Anah, Zumar e Walid. Contesa Traybil, al confine con
la Giordania, e diverse cittadine nel Kurdistan iracheno.
Nella formulazione geografica dei confini del Califfato, i
miliziani considerano i territori del Levante della Grande
Siria prima della caduta dell'Impero ottomano e della
spartizione territoriale moderna, frutto dell'accordo di
Sykes-Picot del 1916. In pratica, l'Is promette agli arabi di
vendicare la "grande offesa" coloniale, restaurando il primo
Califfato islamico degli Omayyadi (661-750 d.C.) che riuniva
questa regione prima della dominazione ottomana e mongola.