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Sandro Ruotolo messo sotto scorta
dopo le minacce dal carcere del boss
Michele Zagaria: “O vogl’ squartat’ viv'”

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Le rivelazioni di Cutolo, Roberti: "Il boss dica quel che sa, noi pronti a indagare"

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Il capo della procura antimafia: "Regime del 41 bis è corretto. Fu lui a decidere di non parlare più"

Camorra: blitz contro clan dei Casalesi
40 arresti. Sgominata fazione Schiavone

Fermati i figli di 'Sandokan', Carmine e Nicola

 

Morto d'infarto Schiavone il boss pentito dei Casalesi

Morto d'infarto(??) Schiavone
il boss pentito dei Casalesi

Su Terra dei fuochi: tra 20 anni rischiano di morire tutti video
 

Documento Testimonianza in Parlamento,l'inquinamento atomico secretato fino al 2013,testimone chiave per il Processo Spartaco che portò in galera il cugino Sandokan,la belva sanguinaria (21-02-2015)

All'inizio degli anni '90 il potere e il comando del clan finirà nelle mani di Francesco Schiavone, detto Sandokan e di Francesco Bidognetti detto Cicciotto' e mezzanotte; una specie di diarchia, anche se era Sandokan il principale boss dei casalesi. Al di sotto spiccavano le figure di Michele Zagaria e Antonio Iovine. In questi anni, precisamente nel 1994, i casalesi fecero una vittima molto illustre, don Giuseppe Diana, parroco di Casal di Principe, colpevole di aver criticato fortemente la camorra.

Il dominio di Schiavone e Bidognetti venne interrotto con una maxi-operazione denominata "Spartacus" nata dalla collaborazione di alcuni pentiti. L'operazione portò all'arresto di Bidognetti nel 1993 e di Schiavone nel 1998. Nacque un maxi-processo (il Processo Spartacus), considerato, per importanza, alla pari se non superiore al Maxiprocesso di Palermo contro Cosa nostra ma passato sotto il silenzio dei media. Iniziato nel 1998, le sentenze di primo grado arrivarono nel 2005, quelle di appello nel 2008 e il terzo ed ultimo grado (la Cassazione) il 15 gennaio 2010. Il colpo per il clan fu molto duro, vennero condannati all'ergastolo Schiavone, Bidognetti e molti altri importanti esponenti latitanti come Zagaria e Mario Caterino.

Durante gli anni del processo il pentito Carmine Schiavone sembrò rivelare che ci sarebbe stato un piano del clan per uccidere lo scrittore Roberto Saviano entro il 25 dicembre del 2008.[19] L'affermazione venne poi smentita dallo stesso Schiavone, che incontrò Saviano nella sede della Mondadori in via Sicilia a Roma. Secondo Schiavone quella informazione venne messa in giro dai Servizi Segreti con l'obiettivo di screditare il suo ruolo di collaboratore, visto che una volta scontata definitivamente la pena, avrebbe cominciato a rivelare le informazioni sulle coperture istituzionali dell'organizzazione, da lui verbalizzate ma coperte con degli omissis.[20]

Gli arresti, le dure condanne e il regime penitenziario del 41 bis hanno indebolito molto le figure di Schiavone e Bidognetti permettendo l'ascesa di due boss già condannati all'ergastolo ma latitanti: Michele Zagaria e Antonio Iovine. Il gruppo di Bidognetti è stato quasi distrutto, soprattutto dopo l'arresto di Giuseppe Setola, allora reggente del gruppo e colpevole della Strage di Castelvolturno dove vennero uccise sette persone a colpi di AK-47. Nello stesso periodo, l'annullamento del clan La Torre, dovuto anche al pentimento del boss Augusto La Torre, di Mondragone ha permesso la conquista di quest'area da parte di Zagaria.

Il clan di Schiavone è stato indebolito ma risulta ancora attivo, lo dimostrano l'arresto di Nicola Schiavone (figlio maggiore di Francesco) avvenuto il 15 giugno 2010 visto come reggente del gruppo e mandante del triplice omicidio di Francesco Buonanno, Giovanni Battista Papa e Modestino Minutolo[23] seguito dall'arresto di Francesco Barbato o' sbirro considerato a sua volta reggente del clan dopo l'arresto di Nicola.[24]

L'arresto di Antonio Iovine avvenuto il 17 novembre 2010, fino ad allora uno dei più importanti boss del clan, aveva reso Michele Zagaria l'unica figura di spicco del clan. Tuttavia il 7 dicembre 2011, durante una massiccia operazione della Polizia di Stato (attività investigativa della III Sezione della Squadra Mobile della Questura di Napoli, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli) scattata all'alba, è stato anch'egli catturato: il boss, latitante da ben 16 anni, si nascondeva in un bunker sotterraneo di un appartamento del suo paese, Casapesenna, in via Mascagni.[25]

Viadotto crollato, A3 sequestrata      e chiusa a tempo indeterminato -   foto

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Emergenza trasporto merci da Calabria e Sicilia
Tratto interrotto sul Pollino, Tir deviati

 

Mancini ha un'Inter tutta nuova. E può farla giocare in tanti modi

Dal mercato sono arrivati i rinforzi che il tecnico aveva chiesto per una stagione da protagonisti. Esperienza e qualità in difesa, ma è soprattutto a centrocampo e in attacco che è cambiata la squadra. Perisic, Jovetic e Ljajic daranno la possibilità all'allenatore di variare più moduli

MILANO - "Diamo il nostro benvenuto a tre nuovi arrivi: Felipe Melo, Alex Telles e Adem Ljaji?", così il presidente dell'Inter Erick Thohir, in attesa di vederli dal vivo, invia attraverso il sito ufficiale un saluto ai tre nuovi rinforzi arrivati l'ultimo giorno di mercato. "La grande tenacia e forza fisica che caratterizzano Melo sono convinto possano rendere il nostro centrocampo ancor più competitivo", aggiunge il numero uno dei nerazzurri continuando: "Roberto Mancini lo conosce molto bene e saprà valorizzarne le qualità tecniche, la comprovata esperienza e lo spiccato spirito combattivo". Il magnate indonesiano si sofferma anche sulle caratteristiche di Telles: "Può aggiungere qualità e freschezza alla squadra. Un terzino giovane e veloce come lui ben si innesta nella nostra rosa e grazie alle abilità in fase sia offensiva che difensiva potrà dare un contributo importante ai compagni", e su quelle di Ljaji?: "Conosce molto bene il nostro campionato, questo gli consentirà di sicuro di inserirsi al meglio in squadra. Le sue doti offensive e la determinazione gli possono consentire di rendersi protagonista. In nerazzurro sono sicuro che potrà mostrare tutto il suo valore. Ben arrivati e forza Inter".

Ora tocca al Mancio, che ha
ceduto anche l'ultimo trequartista Hernanes, cambiare questa Inter e farla rendere al meglio. Con gli arrivi di Miranda, Murillo e Montoya e Telles l'Inter ha rinforzato la difesa, punto debole della scorsa stagione. Ma la vera trasformazione c'è stata a centrocampo e in attacco dove sono stati acquistati Kondogbia, Perisic, Biabiany, Jovetic, Melo e Ljajic. Questi ultimi permetteranno al tecnico di poter utilizzare sia il 4-2-3-1 che il 4-3-3 dopo un pre campionato impostato sul 4-3-1-2.
Nel 4-3-3 Perisic e uno tra Jovetic, Ljajic e Palacio agiranno sulle corsie esterne con Icardi davanti. Melo sarà piazzato a centrocampo escludendo il mastino Medel. Anche se all'abbisogna i due potrebbero giocare insieme formando un muro davanti alla difesa (4-2-3-1). Kondogbia potrà agire da mezzala sinistra nel 4-3-3, mentre nel 4-2-3-1 potrebbe giocare davanti alla difesa o leggermente avanzato. In attacco nel 4-2-3-1 Icardi unica punta, alle sue spalle Perisic, Jovetic, Ljajic.

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