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  INTERNOTIZIE

 

Governo, Scalfari: “L’Italia in crisi anche con Renzi, dovrebbe sottoporsi alla Troika”

Il fondatore di Repubblica: "Sotto il profilo politico sarebbe uno scacco, ma a volte bisogna trascurare la vanagloria". Le riforme? "Un gioco tutto italiano, ci si accapiglia sul nulla". E per lui il premier assomiglia a Craxi

Fallita l’operazione “80″euro, compresa una situazione ormai difficile per conti ed economica, non ci resta che la Troika. Il messaggio è di Eugenio Scalfari che fa intendere che in un paio di mesi le cose sono cambiate e parecchio, visto che alla vigilia delle elezioni europee scrisse uno dei suoi fondi domenicali con il titolo “Il 25 maggio bisogna votare per Renzi e per Schulz“. Nell’editoriale di oggi, 3 agosto, il fondatore di Repubblica arriva al punto quasi nel finale: “Dirò un’amara verità che però corrisponde a mio parere ad una realtà che è sotto gli occhi di tutti: forse l’Italia dovrebbe sottoporsi al controllo della Troika internazionale formata dalla Commissione di Bruxelles, dalla Bce e dal Fondo monetario internazionale“. Secondo Scalfari non c’è più la Troika per come l’abbiamo conosciuta fin qui. “Un tempo (e lo dimostrò soprattutto in Grecia) quella Troika era orientata ad un insopportabile restrizionismo – ammette – Ora è esattamente il contrario: la Troika deve combattere la deflazione che ci minaccia e quindi punta su una politica al tempo stesso di aumento del Pil, di riforme sulla produttività e la competitività, di sostengo della liquidità e del credito delle banche alle imprese”. Certo, l’Italia non farebbe questa gran figura, ma in certi casi serve mettere da parti l’orgoglio, spiega Scalfari: “Capisco che dal punto di vista del prestigio politico sottoporsi al controllo diretto della troika sarebbe uno scacco di rilevanti proporzioni, ma a volte la necessità impone di trascurare la vanagloria e questo è per l’appunto uno di quei casi”.

La premessa a questo ragionamento è che tutti gli indicatori che “l’economia non va affatto bene” e d’altra parte “l’hanno dichiarato esplicitamente il ministro Pier Carlo Padoan e anche Renzi”. L’esclusione dei poveri dal bonus degli 80 euro “conferma le difficoltà finanziarie che – secondo il fondatore di Repubblica - sono il vero problema del governo, ma i giornali non hanno colto a sufficienza un altro dato estremamente significativo: il bonus di ottanta euro doveva servire a rilanciare i consumi e quindi ravvivare la domanda. Invece non è accaduto nulla, i consumi sono fermi e in certi settori sono addirittura in diminuzione. L’operazione ottanta euro è dunque fallita (come avevamo previsto quando fu annunciata) e rivela ora la vera ragione per la quale fu fatta: suscitare simpatia elettorale a favore del Partito democratico renziano”.

Quanto alle riforme istituzionali Scalfari da una parte fa notare come “la gente è indifferente, della riforma del Senato e della legge elettorale non gliene importa niente come del resto non importa niente neppure all’Europa. È un gioco tutto italiano, e il circuito mediatico lo moltiplica. Ci si accapiglia sul nulla, ma dietro a quel nulla ci sono progetti di potere coltivati con grande abilità”.

Dall’altra ammette la necessità di alcuni contrappesi che servono nel caso di un sistema monocamerale. Altrimenti la somiglianza più aderente a Renzi non è Mussolini né Napoleone. Ma Craxi: “Qualcuno lo chiama dispotismo democratico. Altri autoritarismo o centralismo democratico. Altri ancora egemonia individuale – scrive Scalfari – Ma la sostanza è la stessa, i pessimisti ad oltranza rievocano addirittura i rapporti tra il Direttorio e Napoleone Bonaparte. Personalmente sono meno pessimista e quando penso al nostro presidente del Consiglio il cursus di Napoleone non mi viene neanche in mente e neppure quello di Benito Mussolini. Però mi viene in mente Bettino Craxi, quello sì, e debbo ammettere che non mi piace per niente. Craxi era un socialista, ma di destra non di sinistra. Era alleato della Dc che aveva molti più voti di lui ma i suoi erano determinanti, quelli democristiani erano divisi in correnti molto in contrasto tra loro. Lui avrebbe voluto che Berlinguer lo appoggiasse restando però all’opposizione. Un piano alquanto bizzarro. Anche Renzi vorrebbe che la sinistra lo appoggiasse e perfino i 5Stelle. Ma il vero cardine è con Berlusconi, la sua forza sta lì, nel patto del Nazareno”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL PASTROLICUM, DA NOI RIBATTEZZATO, E' IL NUOVISSIMO ACCORDO ELETTORALE REALIZZATO NELLE SEGRETE STANZE DELLE SEDI ROMANI DEL PD TRA UN PREGIUDICATO ED UN CONDANNATO IN PRIMO GRADO, OVVERO TRA UN DELINQUENTE ACCLARATO ED UNO IN FORSE, IL TUTTO IN SPREGIO DELLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE CHE HA DECRETATO COME ILLEGITTIMO UN PREMIO ELETTORALE SPROPORZIONATO ALLA QUOTA DI VOTI RAGGIUNTA DALLE COALIZIONI. BENE, I DUE LOSCHI FIGURI, FOTTENDOSENE DEI DETTAMI DELLA LEGGE, HANNO VARATO, PER CAZZACCI LORO, UN ACCORDO ELETTORALE CHE PREVEDE NATURALMENTE UN ULTERIORE PREMIO DI MAGGIORANZA A FRONTE DEL RAGGIUNGIMENTO DI UNA DETERMINATA QUOTA PERCENTUALE, PENA, IL PASSAGGIO AD UN SECONDO TURNO ELETTORALE TRA I PRIMI DUE CON TOTALE ESCLUSIONE DI TUTTI GLI ALTRI. IN UN PAESE CHE VEDE ORMAI LA PERCENTUALE DI ASTENUTI ATTESTARSI AL 50%, CON UNA MORIA ELETTORALE SENZA PRECEDENTI NELLA STORIA REPUBBLICANA, IL RISCHIO CONCRETO E FATTUALE E DI VENIRE GOVERNATI DA UNA ESPRESSIONE ELETTORALE NON SOLO MINORITARIA MA NEANCHE LONTANAMENTE RAPPRESENTATIVA DELLA POPOLAZIONE. VISTO L'ACCORDO ECCO CHE I TOPI DI FOGNA TORNANO ALLA RIBALTA, IL PRIMO è PIERCASINANDO:

Casini, ecco l'ultimo voltafaccia per fare 
vincere Berlusconi con la legge di Renzi

Diceva che il Cavaliere vuole "alleati servili" e che pensa "solo ai suoi affari". Dopo il flop delle urne
l'ex Dc ci ripensa. Un passo in più verso il 37% che porterebbe Forza Italia alla vittoria al primo turno
Renzi: "Non ne ho bisogno, il centrodestra si batte con le idee". Sondaggio Ipsos: Fi più Udc al 37,9%Pier si alza sulle punte, compie qualche passetto verso destra e si prepara all’esercizio preferito: la piroetta. Il Pd ha voluto l’innalzamento della soglia per il premio di maggioranza al 37% e il Cavaliere sta facendo la collezione di alleati per battere sul filo Matteo Renzi. L'ultimo sondaggio Ipsos lo conferma: Forza Italia e Udc insieme porterebbero il centrodestra al 37,9 % dei consensi (leggi) con il risultato di vincere al primo turno.

 

LA CORSA AL 37% ED ALLE NUOVE ULTERIORI ELEZIONI

Dalla drammatica uscita di scena dell'alleato mamelucco e dall'uscita di scena a calci dalla Presidenza del Consiglio passano 2 anni e mezzo, una condanna al carcere definitiva,una elezione politica impaludata sfruttando una legge elettorale incostituzionale e la propensione alla delinquenza di una intera nazione che gli permettono nuovamente di galleggiare così come la merda galleggia sul pelo dell'acqua. Con un figlioccio alla segreteria dei suoi alleati ventennali, il PD, si ritrova a firmare una nuova legge elettorale sotto banco. Fatta quest'ennesima merdata, lo scopo dell'ultimo dittatorello di Libialia è quello di rastrellare quanta più fogna possibile per arrivare alla soglia del 37%, percentuale utile per riprendersi tutto il mazzo ed evitare il secondo turno. Ora ha fretta anche perchè sono sorte altre due pendenze: un processo per corruzione di testimoni ed uno per corruzione di senatore.

"Il diritto all'oblio va contro la storia". Vallanzasca tra Google e Wikipedia

La richiesta: il mio nome non sia legato alle pagine sul bandito E Mountain View la accontenta. L'enciclopedia: immorale

IL DIRITTO all'oblio contro il diritto all'informazione. A sollevare l'ultima polemica nella diatriba tra chi desidera vedere cancellato il proprio nome dai motori di ricerca e chi, invece, ricostruisce sul web la biografia di personaggi della storia e della cronaca, sono stati quelli di Wikipedia. Sul sito della Wikimedia Foundation, che gestisce l'enciclopedia online, sono state pubblicate le notifiche con cui Google ha fatto sapere di avere oscurato alcuni link a Wikipedia su determinate ricerche.

Senza svelare il nome dei richiedenti, il colosso di Mountain View ha spiegato come per rispetto alla sentenza della Corte di giustizia europea che garantisce il diritto all'oblio (a seguito della quale Google ha ricevuto oltre 90mila domande di rimozione), almeno cinquanta pagine dell'enciclopedia hanno già subito questo trattamento. Quarantasei appartengono alla Wikipedia olandese: tra queste compare più volte il nome del giocatore di scacchi Guido den Broeder, una riguarda la voce in inglese su Gerry Hutch, irlandese incarcerato negli anni 80, mentre una pagina rimanda a una fotografia del musicista Tom Carstairs che suona la chitarra. Due segnalazioni riguardano anche pagine italiane: quella del gangster milanese Renato Vallanzasca e quella della sua banda, la banda della Comasina.

Come spiegato nelle notifiche, la decisione di Google non ha comportato la scomparsa di queste pagine dal motore di ricerca: i cinquanta link sono "oscurati" solo quando l'utente inserisce il nome della persona che ha chiesto la rimozione. Le voci wikipediane, infatti, rimangono vive e vegete oltre ad essere ancora raggiungibili tramite il motore di ricerca, ad esempio utilizzando altre parole chiave che non contengano il nome di chi non vuole più essere associato alla storia, nella fattispecie, del bandito. Nel caso italiano, a inviare la richiesta non è stato Vallanzasca (così hanno spiegato i suoi avvocati, e in effetti digitando il nome del gangster il primo risultato è proprio quello di Wikipedia), ma più probabilmente qualcuno che non vuole essere associato alle vicende di quegli anni. Sul nome, però, da Google mantengono il più stretto riserbo, anche perché altrimenti sarebbe violato il diritti alla privacy dell'individuo secondo la decisione della Corte.

Dalla Wikimedia Foundation lanciano un allarme per la difesa della libertà della rete. "I risultati di ricerca accurati stanno scomparendo dall'Europa  -  ha dichiarato Lila Tretikov, informatica di origini russe e direttore esecutivo della fondazione  -  senza nessuna spiegazione pubblica, nessuna prova reale, nessun controllo giurisdizionale e nessun processo d'appello. Il risultato è un luogo in cui le informazioni scomode semplicemente scompaiono". Parole a cui ha fatto eco Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, durante la conferenza annuale Wikimania che si è svolta a Londra: "La storia è un diritto umano. Io sto sotto i riflettori da un bel po' di tempo, alcune persone dicono di me cose belle e altre cose brutte. Ma questa è storia e non userei
mai un procedimento legale come questo per cercare di nascondere la verità. Credo che ciò sia profondamente immorale".
Anche Google aveva mostrato tutta la sua contrarietà alla decisione della Corte europea per bocca di David Drummond, chief legal officer dell'azienda californiana: "Non siamo d'accordo con la sentenza, è un po' come dire che un libro può stare in una biblioteca, ma non può essere incluso nel suo catalogo. Ovviamente, però, rispettiamo l'autorità della Corte e facciamo del nostro meglio per attenerci alle sue decisioni".

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