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CODICE ETICO O SOLITA MERDA ITAGLIOTA?
Il Codice Etico. Un concetto altisonante. Grave. Ma cos’è? Innanzitutto è un codice. Lo dice la parola stessa. Ovvero un sistema coordinato e ordinato di norme che dovrebbe essere coerente. Ma non solo. È anche etico. Una figata insomma perché dovrebbe essere un sistema di regole finalizzate a permeare il calcio in generale e l’ambiente della nazionale di valori che la nostra società e il nostro calcio stanno perdendo come la lealtà, la correttezza, la probità e via discorrendo.
Cosa dice in soldoni questo Codice Etico? Che un giocatore che si rende responsabile di condotta violenta o comunque gravemente riprovevole è escluso dalla Nazionale per il periodo della squalifica.
Ora. Non occorre certo essere fini esegeti del diritto per capire l’assurdità di una norma del genere. In primis sembra la storia del marito che per fare un dispetto alla moglie si taglia il pene. Ma soprattutto l’assurdo sta nei criteri temporali. Facciamo un paio di esempi: un giocatore si becca 10 giornate di squalifica a fine novembre per un motivo “da Codice Etico”. Non perde neanche una partita perché quella successiva è stata giocata a marzo quando la sua squalifica è finita. Esempio 2: uno si prende 3 giornate all’ultima di campionato e salta tutti i Mondiali perché è squalificato fino a settembre (forse salta anche la gara di qualificazione agli Europei di settembre). Non ci vuol molto a capire che il primo giocatore ha violato l’etica molto più del secondo ma è quest’ultimo a venire professionalmente massacrato.
Ma tant’è! La regola che Mastro Prandelli ha elaborato è questa e ci si aspetta che venga rispettata. Almeno così è stato sempre promesso.
Ed invece no! Proprio quando l’ex giocatore della Juventus avrebbe dovuto dimostrare la propria coerenza nell’applicare alla lettera la regola da lui stesso creata, anche alle estreme conseguenze, lasciando a casa Chiellini, colpevole di un brutale e violento intervento su Pjanic, sanzionato dal giudice sportivo con 3 giornate di squalifica egli si piega alla doppia ragione di Stato (Juventus e nazionale) convocando il karateka difensore bianconero affermando, a dispetto dell’evidenza, che a lui non è parso un gesto violento. I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E-! Ci deve volere un coraggio leonino e un pelo sullo stomaco pari a quello di un orso per prendere in giro milioni di italiani.
Non può certo sfuggire come appare quanto meno ridicolo che il C.T. della nazionale sbugiardi il giudice sportivo che nel comunicato ufficiale è stato quanto mai preciso: “Questo Giudice ritiene che il colpo inferto dal calciatore Chiellini con il gomito sinistro al volto del calciatore Pjanic integri gli estremi della “condotta violenta” che, se “non vista” dall’Arbitro, legittima la “prova televisiva” ax art. 35 CGS. Il braccio sinistro portato all’altezza della spalla e quindi rivolto con repentino movimento rotatorio, non correlato ad una esigenza agonistica, al volto dell’antagonista, evidenzia infatti una “intenzionalità lesiva”, i cui effetti sono riscontrabili nelle immagini televisive. Ne consegue la sanzionabilità di tale “condotta violenta non vista dall’Arbitro”. Com’è possibile tutto questo? Come può il commissario tecnico non rispettare una così chiara decisione del giudice sportivo? Come può una federazione seria accettare che un proprio dipendente dichiari questo? Per la FIGC Chiellini è un violento oppure no? Non si capisce!
Già nel caso Destro (primo esempio in cui Tosel ha applicato il discutibile concetto di “frazionamento dell’episodio”) Prandelli ha dichiarato che il codice etico è slegato dalle decisioni del giudice sportivo. Ma a prescindere dalla circostanza di evidenza palmare che se il giudice sportivo non squalifica non si sa quali sono i limiti temporali dell’applicazione del codice, va fatto un distinguo. Il giudice può non squalificare una condotta violenta per i motivi più disparati (potrebbe non essere sfuggita all’operato dell’arbitro oppure il procuratore federale potrebbe aver effettuato la segnalazione in ritardo) senza decidere sulla violenza o meno. In questo caso avrebbe un senso una applicazione “a prescindere” sussistendone le ragioni morali. Ma non è ammissibile che ciò avvenga quando l’organo preposto della federazione entri nel merito e individui, sanzionandola, la condotta violenta.
Probabilmente sarebbe stato meglio ammettere che una applicazione del Codice Etico sarebbe stata troppo rigida anche se lo stesso Prandelli, non poco tempo fa, aveva promesso che ciò sarebbe stato fatto anche a maggio perché chi si lascia andare a certi gesti non ha la concentrazione e la serenità giusta per affrontare un Mondiale.
Poi abbiamo visto tutti quello che è successo. Che schifo!
Speriamo sia la morte di questa ipocrisia del Codice Etico.

 

 

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