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Storia dell'ultimo Califfato

 

 

Prima parte

 

Gli ultimi eredi del Califfato Abbaside:gli Ottomani

 

Dall'agonia dell'ottocento al disastroso tentativo di rientrare nella storia con la Prima Guerra Mondiale

 

BREVE STORIA DELL'ULTIMO CALIFFATO


L'ISIS riporta in vita una struttura giuridica dichiarata decaduta da Kemal AtaTurk nel 1924. L'ultimo califfato infatti risiedeva nella persona dell'Imperatore Ottomano Abdul Meijd successore di Mehmet VI che prese le sorti dell'Impero all'indomani della rovinosa sconfitta della Prima Guerra Mondiale. Dalle profonde crepe socio-economiche che attraversarono l'intera Europa venne coinvolta la stessa Turchia, agonizzante da più di un secolo e fortemente arretrata. Il gruppo dei Giovani Turchi guidato da Kemal Ataturk fu l'unico baluardo di contrasto all'invasione della Grecia del 15 maggio 1919 all'interno della Conferenza di Parigi delle Potenze vincitrici del primo conflitto mondiale che vedevano l'Impero sconfitto e macchiato del GENOCIDIO di ARMENI E GRECI DEL PONTO. La cronica debolezza del califfato spinse le giovanissime leve dell'esercito, all'inizio del novecento, a prendere sostanzialmente il potere all'interno delle GUERRE BALCANICHE ed all'interno della GUERRA ITALO-TURCA del 1911-1912 che videro l'Impero ottomano perdere ulteriore territorio nella penisola balcanica ed in Africa.

(L'attacco Alleato ai Dardanelli)

 Per questo il 2 agosto 1914 il governo ottomano spalleggiato dal revanscismo della giovane casta militare si accordava con gli Imperi Centrali per riprendersi ciò che aveva perduto: ben quattro direttrici d'attacco, IL CAUCASO per riprendersi i territori persi a favore dei russi, IL GOLFO PERSICO, SUEZ per tagliare i rifornimenti britannici,la penisola balcanica in aiuto alla Bulgaria. L'offensiva sul Caucaso si risolse in una disastrosa disfatta con la Terza Armata quasi completamente annientata dai russi (15 gennaio 1915). Sul fronte del Golfo persico i vascelli corazzati britannici fecero carne di porco delle raccogliticce truppe ottomane mentre nel marzo del 1915 una potente flotta navale alleata tentava il forzamento degli STRETTI. Disastroso anche l'attacco a SUEZ del febbraio 1915. In soli sei mesi di combattimento l'Impero ottomano vacillava paurosamente con gli Alleati sul valico palestinese di Rafah, con gli inglesi a 100 km da Bagdad e con i russi sul Lago di Van minacciando Erzurun appoggiando altresì la rivolta armena.

 

(trincea turca di Kut, sud di Bagdad,Mesopotamia)

 

 

(trincea armena sul Caucaso)

 

 

CHE COS'E' IL CALIFFATO???


La massima magistratura islamica (che ha una rilevanza eminentemente politica, anche se non esente da risvolti spirituali) non è prevista nel Corano e neanche nella Sunna di Maometto e fu quindi realizzata in modo del tutto originale da alcuni fra i primissimi compagni del Profeta nella stessa giornata della sua morte, l'8 giugno 632 (corrispondente al 13 rabīʿ I dell'11 dell'egira).

In realtà la parola khalīfa compare nella Sura II ("al-baqara", versetto 28), che dice:
« Quando il tuo Signore disse agli angeli "in verità io sto per costituire in terra un vicario (khalīfa)", gli angeli risposero "costituirai tu in essa uno che porterà corruzione su di essa e spargerà il sangue, mentre noi celebriamo le tue lodi e esaltiamo la tua santità?"; Dio rispose "io in verità so ciò che voi non sapete" »

. Anche in altra occasione la parola è usata, riferita al profeta Dāwūd (XXXVIII:26):
« O David! Noi t'abbiam costruito Vicario sulla terra »
(trad. Alessandro Bausani)

In entrambi i casi è del tutto evidente che il significato del termine khalīfa è quello di "Vicario, luogotenente", non quello di "successore del profeta Maometto". Sarebbe infatti assolutamente blasfemo che Allāh possa mai avere un Suo Successore.[2]

Per evitare probabilmente che i musulmani di Medina (Anṣār) scegliessero come successore politico di Maometto uno tra di loro, un gruppo di musulmani meccani (i cosiddetti "Emigranti" che erano giunti in città con l'egira), fra cui Abū Bakr, ʿUmar b. al-Khaṭṭāb e Abū ʿUbayda b. al-Jarrāḥ, riuscirono a far sì che il prescelto fosse per l'appunto Abū Bakr che - per essere stato il miglior amico di Maometto (di cui era quasi coetaneo) e verosimilmente il primo uomo convertitosi all'Islam - era assai apprezzato da tutti e garantiva perciò una linea di comportamento non dissimile da quella messa in atto dal Profeta. L'espressione usata per indicarlo fu quindi "khalīfat rasūl Allāh" (vicario, o successore, dell'Inviato di Dio).
Califfi

I Califfati furono diversi. I primi quattro "successori dell'Inviato di Dio" sono chiamati "ortodossi" dall'Islam (il termine arabo è quello di rāshidūn). Essi regnarono da Medina e furono:

Abū Bakr, detto al-Ṣiddīq, "Il grandemente veritiero" (632 - 634)
ʿUmar ibn al-Khattāb, detto al-Fārūq "Colui che sa distinguere" (634 - 644)
ʿUthmān ibn ʿAffān, detto Dhū l-Nurayn "Quello delle due luci" (644 - 656)
ʿAlī ibn Abī Ṭālib, detto al-Murtaḍā "Colui che è approvato" (656 - 661)

Vi fu poi un Imamato ad-interim, durato appena un anno, concluso per accordo raggiunto con Muʿāwiya b. Abī Sufyān, da parte di:

Al-Hasan ibn Ali (661)

I califfi successivi, della dinastia omayyade-sufyanide di Damasco, debbono il loro nome al loro clan meccano di provenienza, quello dei Banū Umayya, e alla kunya del padre del loro primo esponente. Essi furono:

Muʿāwiya ibn Abī Sufyān (661 - 680)
Yazīd b. Muʿāwiya (680 - 683)
Muʿāwiya b. Yazīd (683 - 684)

I califfi della dinastia omayyade-marwanide di Damasco debbono il nome a quello del loro primo califfo. Furono:

Marwān b. al-Hakam (684 - 685)
ʿAbd al-Malik b. Marwān (685 - 705)
al-Walīd b. ʿAbd al-Malik (705 - 715)
Sulaymān b. ʿAbd al-Malik (715 - 717)
ʿUmar II b. ʿAbd al-ʿAzīz (717 - 720)
Yazīd II b. ʿAbd al-Malik (720 - 724)
Hishām b. ʿAbd al-Malik (724 - 743)
al-Walīd II b. Yazīd II (743 - 744)
Yazīd III b. al-Walīd II b. ʿAbd al-Malik (744)
Ibrāhīm b. al-Walīd II b. ʿAbd al-Malik (744)
Marwān II b. Muhammad b. Marwān (744 - 750)

Da un nipote di Hishām ibn ʿAbd al-Malik, ʿAbd al-Rahmān ibn Muʿāwiya, si diparte la dinastia omayyade di al-Andalus.
La legenda araba dice: «Dominio Abbaside. Divisioni amministrative prima del suo smembramento iniziato a metà del IX secolo d.C.»
Nel 750 dopo Cristo, il Califfato venne assunto dalla dinastia abbasite di Bagdad per poi essere cooptato all'interno dell'Impero Ottomano nel 1517 che ne assunse il titolo fino al 1924.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da una breccia inter-dimensionale creatasi nel profondo dell'Oceano Pacifico emergono i kaiju, mostri alieni giganteschi, con il solo scopo di cancellare l'umanità dalla faccia della Terra. Al fine di sopravvivere, le varie nazioni uniscono le proprie forze, cercando di contrastare l'invasione con il progetto Jaeger, che consiste nella creazione di enormi robot in grado di combattere ad armi quasi pari i terribili invasori; a comandarli due piloti, le cui menti vengono connesse da un ponte neuronale. Dopo aver perso il proprio fratello e co-pilota in un conflitto e aver lavorato alla costruzione di una muraglia di difesa, Raleigh Becket sembra essere l'ultima risorsa per sventare una vera apocalisse. 



 



A cinque anni da Hellboy: The Golden Army, Guillermo Del Toro torna alla regia con un film smisurato almeno come le battaglie che mette in scena. Eccessivo, rutilante, perfetto per i nostalgici di un certo tipo di fantascienza - il genere "mostri giganti contro robot giganti" - che arriva fino a Neon Genesis Evangelion e oltre, Pacific Rim offre due ore di intrattenimento a colpi di scontri e immagini titaniche, di paesaggi devastati e prevedibilissimi percorsi di riscatto. Eppure sotto al rumore, l'autore di Il labirinto del fauno si sente, ben al di là dell'enfasi emotiva di cui sono imbevute molte situazioni e di un meccanismo narrativo che non riserva alcun tipo di sorpresa.

Anche in un blockbuster in piena regola come questo si avverte, infatti, il desiderio di sprofondare nella fascinazione per il meraviglioso, nella sfida all'ordinario, nella stilizzazione propria del fumetto. Riscrittura del genere kaijū eiga portata avanti con spirito appassionato, il soggetto di Travis Beacham fila liscio su binari prestabiliti, senza deviazioni o imprevisti, innalzandosi dalla propria intrinseca medietà grazie ad un occhio più attento a ciò che accade intorno ai pur pregevolissimi combattimenti tra mostri e robot: non tanto nelle dinamiche e nello sviluppo dei personaggi, quasi tutti monodimensionali in realtà, ma nell'inusuale attenzione all'aspetto dato a un pianeta in ginocchio, in cui le città sono cumuli di macerie tra rifugi e postriboli nei quali i resti dei kaiju sono oggetto di un organizzatissimo mercato nero; tra i personaggi più memorabili spicca proprio Hannibal Chau, trafficante di organi alieni cui presta il volto Ron Perlman, attore caro al regista sin dai tempi di Cronos. Quelli che potrebbero sembrare i maggiori difetti del titolo, l'alternarsi tra ignizioni di testosterone e massicce dosi di retorica (mai patriottica, piuttosto sentimentale, di genere potremmo dire), sono in parte ribaltati da una maturità di fondo assente in simili prodotti: la spiegazione della venuta dell'apocalisse, di fatto, inchioda l'uomo ai suoi stessi comportamenti, a una diffusa mancanza di saggezza. E non è poco. Nella mente del cineasta messicano, che firma la sceneggiatura insieme a Beacham, il progetto a lungo inseguito di una riduzione del lovecraftiano "Le montagne della follia" ha comunque sedimentato.

Marco Chiani per MyMovies