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ARCHIVIO COPPE EUROPEE

MERDOPA LEAGUE

CALCIO, UEFA: VINCENTE EUROPA LEAGUE '14/'15 ANDRA' IN CHAMPIONS

Ora l'Europa League avrà un fascino nuovo. La vincente della stagione 2014-2015, infatti, parteciperà di diritto all'edizione successiva della Champions League. La decisione, nell'aria da tempo, e' stata ufficializzata oggi nel corso del Congresso della Uefa a Londra. "La Champions e' la migliore competizione per club del mondo e non ha bisogno di ritocchi, ma per l'Europa League bisognava fare qualcosa", ha spiegato il segretario generale Gianni Infantino, che pero' non e' entrato nei dettagli. Con la nuova regola, infatti, l'Italia potrebbe avere quattro posti nella Champions 2015-16 se una delle nostre squadre vincesse l'Europa League 2014-15 e in campionato finisse fuori dalle prime tre posizioni.

 

Dnipro-Inter 0-1, D'Ambrosio regala tre punti d'oro ai nerazzurri

Inizia con una vittoria il cammino della squadra di Mazzarri  in Europa League, merito del guizzo vincente dell'ex Torino a metà del secondo tempo. Dopo i primi minuti di sofferenza, pochi pericoli per la porta di Handanovic. Nella ripresa espulso Rotan per i padroni di casa

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KIEV - L’Inter conferma il suo ottimo stato di salute e inizia con una bella vittoria il cammino nel girone F di Europa League. Sul neutro di Kiev, i nerazzurri superano 1-0 il Dnipro grazie al gol di D’Ambrosio al 69′ minuto. Una vittoria importantissima per la squadra di Mazzarri anche alla luce del pareggio 0-0 tra Karabakh e Saint-Etienne, che proietta così Icardi e compagni in testa al girone.

POCO TURNOVER, TORNA VIDIC - Già nella conferenza stampa della vigilia, Mazzarri aveva annunciato un turnover moderato e così è stato. In difesa si rivedono Vidic (squalificato in campionato contro il Sassuolo) e Campagnaro, che concede un turno di riposo a capitan Ranocchia. La fascia così la prende in consegna Guarin, schierato a supporto di Icardi. Ancora panchina, dunque, per Palacio, mentre va in tribuna Kovacic, che aveva accusato dei problemi muscolari in settimana e il tecnico ha così deciso di non rischiarlo. La partenza è favorevole per il Dnipro, che conferma di stare meglio fisicamente, anche perchè il campionato locale è iniziato già da un mese.CHE TALENTO KONOPLYANKA - Le insidie maggiori per l’Inter arrivano dalla fascia sinistra, dove nessuno riesce a marcare lo scatenato Konoplyanka, che impegna con un tiro insidioso Handanovic dopo appena 40 secondi. Nell’Inter l’uomo più pericoloso è Kuzmanovic, schierato interno destro di centrocampo (l’anno scorso era il sostituto naturale di Cambiasso davanti alla difesa) con il compito di inserirsi in area di rigore. E proprio da in’incursione del centrocampista serbo nasce l’azione più pericolosa dei nerazzurri: su cross dalla destra di D’Ambrosio, però, lo stacco di testa del “Kuz” finisce fuori di poco. Al 36′ proprio Konoplyanka resta fermo a bordo campo per più di 2 minuti per un problema al ginocchio. Sembra necessario addirittura il cambio, ma l’ucraino stringe i denti e rientra sul terreno di gioco, anche se il suo apporto viene man mano calando. Il primo tempo scorre senza particolari occasioni, ma c’è un giallo prima del rientro negli spogliatoi: Guarin entra in area e cerca Icardi, il cross del colombiano viene fermato con la mano da Mazuch, ma l’arbitro non fischia il rigore e decreta la fine dei primi 45′.

D’AMBROSIO PRIMA SBAGLIA… - 
Nella ripresa l’Inter diventa sempre più padrona del gioco, aumentando il possesso palla e rendendosì più pericolosa dopo l’ingresso in campo di Osvaldo al posto di Kuzmanovic. Al 20′ preciso lancio di Juan Jesus per Icardi, l’attaccante argentino viene anticipato da Mazuch, interviene rapidamente D’Ambrosio che si fa neutralizzare la conclusione da Boyko, autore di un altro miracolo sul tiro subito dopo di Icardi.

…POI SEGNA IL GOL DECISIVO - 
Ma per i nerazzurri il gol è nell’aria e arriva al 24′, quando D’Ambrosio entra in area dalla destra, supera con un grande tunnel Mazuch, e con Boyko in uscita non sbaglia, portando l’Inter sull’1-0. La partita è tutta in discesa per i ragazzi di Mazzarri, anche perchè due minuti prima dal vantaggio era arrivata l’espulsione per doppia ammonizione del centrocampista Rotan. Il Dnipro ci prova con gli inserimenti di Luchkevych e Kalinic, ma piano piano crolla fisicamente e l’Inter controlla senza pericoli il vantaggio. Entra anche Jonathan per Hernanes, ma non succede più nulla. Fischio finale dell’arbitro e Inter che dà continuità al successo in campionato contro il Sassuolo, confermando di avere grande solidità difensiva e tanto talento in attacco. Anche senza Kovacic e Palacio.

LA SITUAZIONE NEL GRUPPO F - 
Inter dunque già da sola in testa al girone F per via del pareggio 0-0 tra Karabakh e Saint-Etienne. Appuntamento ora al 2 ottobre quando a San Siro arriverà proprio il Karabakh del tecnico Qurbanov. Con un’altra vittoria, la qualificazione sarebbe già ipotecata.

DNIPRO-INTER 0-1 (0-0)

DNIPRO (4-2-3-1) - Boyko 6.5; Fedetskiy 6, Mazuch 5,5, Douglas 5.5, Strinic 6; Kankava 5,5, Rotan 5; Bruno Gama 6, Kravchenko 5 (22′ st Shakhov sv, poi sostituito al 29′ st da Luchkevych 6), Konoplyanka 6.5; Zozulya 5 (33′ st Kalinic sv). (16 Lastuvka, 14 Cheberyachko, 89 Politylo, 90 Mihunov). All.: Markevych.
INTER (3-5-1-1) - Handanovic 6; Campagnaro 6, Vidic 6, Juan Jesus 6; D’Ambrosio 6.5, Hernanes 5,5 (31′ st Jonathan sv), Kuzmanovic 6.5 (17′ st Osvaldo 6), M’Vila 6, Dodo’ 6; Guarin 6.5; Icardi 5.5. (30 Carrizo, 23 Ranocchia, 6 Andreolli, 20 Obi, 8 Palacio). All.: Mazzarri.
Arbitro Zwayer.
Rete D’Ambrosio al 69′
Ammoniti Zozulya, Kuzmanovic, Strinic
Espulso Rotan per doppia ammonizione
Angoli 5-1 per il Dnipro
Recupero 2′ e 3′
 

Bruges-Torino 0-0, Gillet torna e salva i granata

Il portiere riassapora il campo dopo tredici mesi di squalifica e nel "suo" Belgio difende il punto granata, salvando il risultato su un colpo di testa a botta sicura di Storm. Da rivedere l'intesa Amauri-Quagliarella, bene Sánchez Miño

Bruges-Torino 0-0, Gillet torna e salva i granata

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BRUGES – Un punto per riprendere confidenza con l’Europa, un punto firmato Jean François Gillet. Il Torino riabbraccia in un colpo solo una competizione continentale, dopo l’assaggio dei turni preliminari, e il suo portiere, che dimentica i tredici mesi di squalifica tornando fra i pali, ironia della sorte, proprio nel “suo” Belgio. L’estremo difensore è il protagonista principale dello 0-0 che i ragazzi di Ventura strappano a Bruges, soffrendo per diversi brani di gara ma mostrando comunque segnali di ripresa dopo la pessima esibizione in casa della Sampdoria. Ancora tutta da affinare l’intesa Quagliarella-Amauri, con il primo più avvezzo ai movimenti del 3-5-2 rispetto al secondo. Positiva, invece, la prestazione di Sánchez Miño, che nel ruolo di intermedio sinistro ha mostrato personalità e voglia di fare.

DIFESA TUTTA NUOVA – Ventura lancia il pressoché inedito terzetto difensivo composto da Maksimovic, Jansson e Silva. Proprio quest’ultimo ha convinto poco, regalando spesso la sfera sul pressing orchestrato abilmente da Michel Preud’Homme, tecnico dei padroni di casa. Gedoz, Vazquez e Izquierdo vanno da subito a infastidire il primo possesso palla e i granata ne soffrono. Nella prima parte di gara il Toro riesce però a distendersi bene in contropiede. Benassi al 9′ pesca l’inserimento di Darmian, sul cross del terzino c’è la diagonale efficace di Meunier. A metà frazione Gillet deve mettersi in moto. Prima Silva regala palla a Gedoz che serve subito Vazquez ma il numero 7 perde l’attimo per il tiro, poi il portiere belga deve superarsi su un’incornata di Duarte. Alla mezz’ora ancora Vazquez pericoloso, anche se il fantasista calcia centralmente e all’estremo granata basta mettere il piede per respingere. Prosegue il primo tempo difficile di Silva, Izquierdo riceve ai 25 metri e col destro a giro spaventa Gillet.
DECISIVO GILLET – Anche nella ripresa è il Toro a partire bene, con Sánchez Miño che al 6′ trova il varco giusto e incrocia col mancino: diagonale a lato di un soffio. A ridosso del quarto d’ora serve un intervento monumentale di Gazzi, schierato nel cuore del centrocampo al posto di Vives, per tenere il risultato sullo 0-0. Scivolata disperata sulla conclusione a botta sicura di Gedoz, l’attaccante chiede un mani che il turco Ozkahya giustamente non rileva. Minuto 30, il fortino granata subisce lo scossone più violento della serata. Storm, da poco entrato, sfila alle spalle di Maksimovic per raccogliere un invito dalla trequarti. Darmian non chiude la diagonale, l’attaccante impatta di testa e la schiacciata sembra vincente. Il riflesso di Gillet, in tuffo sulla sua destra, è straordinario: pallone sporcato a fil di palo e porta che rimane miracolosamente inviolata. I ragazzi di Ventura chiudono sulle gambe ma in pieno recupero sfiorano per due volte il colpo grosso: El Kaddouri di destro sfiora il palo dal limite dell’area, poi Martinez – entrato molto bene in partita – vede la sua conclusione murata da Duarte in area piccola. Il Torino è ancora un cantiere aperto ma il punto di Bruges fa bene al morale, alla classifica europea e al ritrovato Gillet.

BRUGES-TORINO (0-0)
Bruges (4-3-1-2): Ryan; Meunier, Duarte, Mechele, Bolingoli-Mbombo (35′ st De Bock); Fernando (21′ st Vormer), Simons, Silva; Vazquez (21′ st Storm); Gedoz, Izquierdo. (Dioudis, De Fauw, Engels, Oularè). All.: Preud’Homme
Torino (3-5-2): Gillet; Maksimovic, Jansson, Silva; Darmian, Benassi (20′ st El Kaddouri), Gazzi, Sánchez Miño (39′ st Nocerino), Molinaro; Amauri, Quagliarella (24′ st Martinez). (Padelli, Bovo, Moretti, Larrondo). All.: Ventura
Arbitro: Ozkahya (TUR)
Ammoniti: El Kaddouri, Molinaro e Meunier per gioco falloso
Recupero: 1′ e 3′

 

Fiorentina-Guingamp 3-0: Vargas apre, poi i sigilli di Cuadrado e Bernardeschi

Fiorentina-Guingamp 3-0: Vargas apre, poi i sigilli di Cuadrado e Bernardeschi

FIRENZE – Una vittoria per partire lanciati in Europa League, ma anche per prendere la spinta giusta per il campionato, spazzando via qualche malumore dopo le prime due giornate senza reti (1 punto all’attivo). E’ quanto cercava la Fiorentina da questo esordio nella competizione continentale. E i gigliati riescono nel loro intento, superando 3-0 il Guingamp, compagine campione di Francia, che ha retto il confronto per mezz’ora, finendo per calare alla distanza, anche per l’inferiorità numerica già prima dell’iintervallo. Paga insomma la scelta di Vincenzo Montella di affidarsi ai ‘senatori’, limitando al minimo il turn over in un undici che inizialmente ha in campo un solo italiano (il capitano Pasqual).

VARGAS SBLOCCA IL MATCH, POI IL GUINGAMP RESTA IN DIECI – La squadra bretone comincia c0n acume tattico e buona copertura degli spazi, limitando a dovere i padroni di casa, che nella prima mezz’ora si fa vedere in avanti solo con un pallonetto abbozzato da Cuadrado, sul quale pero’ il portiere ospite Samassa non si fa trovare impreparato. Al 34′ la prima svolta del match, con il vantaggio della Fiorentina: bella iniziativa persomale di Kurtic sulla destra, cross puntuale e teso su cui dalla parte opposta Vargas anticipa Sankoh e di testa insacca. Meno di cinque minuti e la gara prende un binario ancora più in discesa per i viola: il senegalese Diallo viene espulso per un doppio cartellino giallo (severo il secondo provvedimento dell’arbitro, che più tardi non adotta lo stesso metro per situazioni analoghe) e il Guingamp resta in dieci, accusando il contraccolpo.

FIRENZE – Una vittoria per partire lanciati in Europa League, ma anche per prendere la spinta giusta per il campionato, spazzando via qualche malumore dopo le prime due giornate senza reti (1 punto all’attivo). E’ quanto cercava la Fiorentina da questo esordio nella competizione continentale. E i gigliati riescono nel loro intento, superando 3-0 il Guingamp, compagine campione di Francia, che ha retto il confronto per mezz’ora, finendo per calare alla distanza, anche per l’inferiorità numerica già prima dell’iintervallo. Paga insomma la scelta di Vincenzo Montella di affidarsi ai ‘senatori’, limitando al minimo il turn over in un undici che inizialmente ha in campo un solo italiano (il capitano Pasqual).

VARGAS SBLOCCA IL MATCH, POI IL GUINGAMP RESTA IN DIECI – La squadra bretone comincia c0n acume tattico e buona copertura degli spazi, limitando a dovere i padroni di casa, che nella prima mezz’ora si fa vedere in avanti solo con un pallonetto abbozzato da Cuadrado, sul quale pero’ il portiere ospite Samassa non si fa trovare impreparato. Al 34′ la prima svolta del match, con il vantaggio della Fiorentina: bella iniziativa persomale di Kurtic sulla destra, cross puntuale e teso su cui dalla parte opposta Vargas anticipa Sankoh e di testa insacca. Meno di cinque minuti e la gara prende un binario ancora più in discesa per i viola: il senegalese Diallo viene espulso per un doppio cartellino giallo (severo il secondo provvedimento dell’arbitro, che più tardi non adotta lo stesso metro per situazioni analoghe) e il Guingamp resta in dieci, accusando il contraccolpo.

Napoli-Sparta Praga 3-1: Higuain e Mertens riconquistano Fuorigrotta

Napoli-Sparta Praga 3-1: Higuain e Mertens riconquistano Fuorigrotta

Comincia coi tre punti la corsa azzurra in Europa League, nonostante lo svantaggio iniziale firmato da Husbauer: il Pipita guida la carica partenopea, siglando il pari dal dischetto, nella ripresa la doppietta del folletto belga

NAPOLI – Non è il miglior Napoli, ma arriva la vittoria ed è questo quello che più conta, nel momento attuale degli azzurri: a quattro giorni dalla sciagurata gara contro il Chievo, con i partenopei sconfitti nonostante l’incessante tiro al bersaglio verso la porta di Bardi, Benitez e i suoi ragazzi avevano bisogno di applausi, di fiducia e di gol, soprattutto nella prima tappa del percorso in quell’Europa League che sembra più un peso che un onore. Eppure, anche questa serata era cominciata male, con il gol di Husbauer a far temere un’altra débâcle; poi la reazione, Higuain che cancella il rigore sbagliato domenica battendo Bicik dal dischetto e Mertens che, nella ripresa, trova i due gol che chiudono la pratica.

HUSBAUER METTE PAURA AGLI AZZURRI – Benitez sorprende, sconfessando di fatto il robusto turnover preannunciato, rischiando anche un Higuain non al meglio. Britos ed Henrique sulle corsie esterne sembrano una scelta sparagnina ma, alla fine, anche questa pagherà. Dopo due conclusioni da fuori degli azzurri, prima del quarto d’ora arriva la doccia fredda: sugli sviluppi di un corner, Husbauer mostra di meritare l’interesse di Cagliari e Lazio con un destro teso che passa tra una selva di gambe e si insacca alle spalle di Rafael, dopo aver sbattuto sul palo.

HIGUAIN FA PACE COL DISCHETTO – Gli azzurri reagiscono, dopo un iniziale attimo di sbandamento, con Mertens che lascia presagire la sua grande serata ispirando l’azione che vale il penalty: Hamsik riceve palla, evita l’uscita di Bicik e spedisce sulla traversa, sul pallone incombe Callejon che calcia a botta sicura, Costa Nhamoinesu si lancia a corpo morto e tocca col braccio. È rigore e Higuain, da vero trascinatore, esorcizza l’errore di domenica scorsa e riporta il Napoli a galla.

MERTENS DECIDE IL MATCH – Con il primo tempo che si chiude con un altro legno (sfortunato Callejon, il cui gran tiro si infrange sull’incrocio dei pali), il Napoli ha il merito di riprendere dove aveva lasciato, spingendo con ancor maggiore convinzione nella ripresa. Il Pipita accelera in area ceca, mette al limite dell’area piccola per Dries Mertens che, scattato sul filo del fuorigioco, deve solo spingere. Il belga non è sazio, si becca un’ammonizione per un gol di braccio e poi si rifà, con un’azione delle sue: quando mancano poco meno di 10’ al termine, il belga manda a vuoto Kaderabek e Matejkovski con il cambio di passo prima di battere Bicik chiudendo col destro.

CONTESTATA LA PROPRIETÀ – Il resto è accademia, con gli azzurri che riescono a riconquistare il San Paolo grazie al carattere: diversi gli umori dei 15.000 (pochini) del San Paolo nei confronti di De Laurentiis (padre e figlio), beccati a mezzo striscione dai sostenitori azzurri. Al tifo va riconosciuta la maturità di sostenere la squadra, particolarmente bisognosa di appoggio in questo momento, nonostante i malumori verso la società.

NAPOLI-SPARTA PRAGA 3-1 (1-1)
NAPOLI (4-2-3-1): Rafael, Henrique, Albiol, Koulibaly, Britos, Inler, Gargano, Callejon (38′ st David Lopez), Hamsik (36′ st Zuniga), Mertens; Higuain (19′ st Michu). (45 Andujar, 11 Maggio, 24 Insigne, 91 Zapata). All.: Benitez
SPARTA PRAGA (4-4-2): Bicik, Costa, Kovac, Brabec, Kaderabek, Dockal (29′ st Konaté), Matejovsky, Marecek, Krejci, Husbauer (33′ st Bednar), Lafata (38′ st Schick). (1 Stech, 4 Svejdik, 17 Vacek, 29 Bednar, 33 Breznanik). All. Lavicka
ARBITRO: Bernie Raymond Blom (Ola)
RETI: nel pt 14′ Husbauer, al 23′ Higuain (rigore); nel st al 7′ e al 35′ Mertens
ANGOLI: 7-5 per il Napoli
RECUPERO: 0′ e 4′
AMMONITI: Costa, Mertens e Bednar per gioco scorretto
SPETTATORI: 15 mila circa.

 

Roma-Cska 5-1, Gervinho e Iturbe stendono i russi

Entusiasmante esordio in Champions dei giallorossi che annichiliscono gli avversari in mezz'ora: doppietta dell'ivoriano e reti di Iturbe e Maicon. Un autogol di Ignashevich completa la festa. Nel finale gol della bandiera di Musa. Incidenti prima e durante la gara

Roma-Cska 5-1, Gervinho e Iturbe stendono i russi

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Champions, Bayern batte City all'ultimo respiro. Barcellona ok, Mourinho stecca

All'Allienz Arena decide a tempo scaduto un gol di Boateng. Una rete di Piquè regala la vittoria ai blaugrana sull'Apoel. Solo 1-1 a Stamford Bridge per il Chelsea contro lo Schalke, stesso risultato per il Psg in Olanda con l'Ajax. Goleada del Porto: 6-0 al Bate Borisov

ROMA - Per un pelo la Roma poteva trovarsi prima solitaria nel girone E della Champions League. Poi all’Allianz Arena di Monaco, il Bayern al 90′ ha trovato il gol vittoria contro il Manchester City grazie a Jerome Boateng, che rompe lo 0-0 iniziale e lancia così i bavaresi in testa al gruppo insieme ai giallorossi. Stecca invece il Chelsea di Mourinho, solo 1-1 in casa contro lo Schalke 04. Festival del gol del Porto che ne rifila 6 al Bate Borisov. Ci si aspettava un punteggio simile in Barcellona-Apoel Nicosia, ma i blaugrana di Luis Enrique si sono accontentati dell’1-0. Pareggi tra Ajax-Psg, Maribor-Sporting Lisbona e Athletic Bilbao-Shakhtar Donetsk.

GIRONE E
Un lampo a tempo scaduto di Jerome Boateng regala così una vittoria soffertissima al Bayern Monaco di Guardiola contro il Manchester City. Pellegrini (squalificato, ma presente in tribuna) si presenta con Dzeko unica punta, rinunciando sia a Jovetic che ad Aguero. I padroni di casa, invece, lasciano in panchina a sorpresa Robben, mentre c’è titolare dall’inizio Benatia in difesa. Muller si mangia un gol dopo appena 40 secondi, poi Hart compie un paio di miracoli, prima ancora su Muller e poi su Gotze. Meno occasioni nella ripresa, i citizens si accontentano di quello che sarebbe stato un ottimo pareggio in un campo ostico come quello del Bayern. E invece nei minuti di recupero, dopo un intervento dubbio di Benatia su Nasri in area di rigore bavarese, arriva il gol vittoria di Boateng, con un bolide di destra dagli sviluppi di un angolo che regala così il primato alla sua squadra con la Roma.
GIRONE F

Prima di scendere in campo, il portiere belga dell’APOEL Nicosia, Urko Pardo, avrà rivolto più di una preghiera, dal momento che si sarebbe trovato di fronte il Barcellona di Messi e Neymar. E invece né la Pulce argentina né il fuoriclasse brasiliano sono riusciti ad andare in gol. C’ha pensato allora Pique a regalare il successo ai blaugrana per 1-0, anche se il pubblico del Camp Nou si aspettava più spettacolo da parte dei ragazzi di Luis Enrique. Nello stesso gruppo, l’Ajax strappa un buon punto in casa contro il Psg del grande ex Zlatan Ibrahimovic, cresciuto proprio nelle fila dei Lancieri. Vantaggio dei campioni di Francia al 14′ con Cavani, abile a battere Cillessen. I parigini però non hanno chiuso il match nonostante diverse occasioni e, a un quarto d’ora dalla fine, è arrivato l’1-1 firmato Schoene, che premia così la caparbietà dei ragazzi di Frank de Boer.

GRUPPO G

Inizia male l’avventura del Chelsea in Champions League. I blues di Mourinho pareggiano 1-1 a Stamford Bridge contro i tedeschi dello Schalke 04. Eppure i londinesi passano in vantaggio dopo appena 10′ grazie a Cesc Fabregas, perfettamente servito da Hazard. Ma nella ripresa gli ospiti non mollano e trovano al 62′ l’1-1 grazie al bomber Huntelaar, ex Milan. Nel finale a nulla servono gli ingressi in campo di Oscar, Diego Costa e Remy, per il Chelsea c’è solo un punto. Stesso punteggio nell’altra partita del girone tra Maribor e Sporting Lisbona. Succede tutto nel finale, lusitani in vantaggio con Nani, tornato in biancoverde dopo l’esperienza al Manchester United, e pareggio sloveno nei minuti di recupero grazie al 18enne Luka Zahovic. Dunque assoluta parità di gol e punti nel girone G.
Champions, Bayern batte City all'ultimo respiro. Barcellona ok, Mourinho stecca

GRUPPO H
Goleada del Porto all’Estadio do Dragao contro il povero Bate Borisov. Dopo l’ottimo preliminare vinto contro il Lille, la squadra di Lopetegui dimostra di poter essere una mina vagante di questa Champions League. Ad aprire le marcatura c’ha pensato dopo 4 minuti Yasine Brahimi, stella dell’Algeria, che ha anche raddoppiato al 32′. Tris cinque minuti dopo di Jackson Martinez e risultato già in cassaforte all’intervallo. Poi nella ripresa continua il festival del gol grazie ancora a Brahimi (57′), Adrian (61′) e Aboubakar (76′). Porto adesso primo nel girone dopo il pareggio 0-0 al San Mames di Bilbao tra l’Atheltic e lo Shakhtar Donetsk di Mircea Lucescu.

Champions, la festa di Immobile e Balotelli

Subito in gol i due attaccanti italiani nelle partite vinta da Borussia Dortmund e Liverpool. Goleada del Real Madrid, stecca l'Atletico con l'Olimpiakos. Si salva al 90' il Galatasaray di Prandelli

l’Olympiacos, presunta terza forza, batte l’Atletico Madrid e mette in dubbio i rapporti di forza. Sorride l’altra metà di Madrid, che si scrolla di dosso le recenti critiche con una bella cinquina al Basilea, in un girone dove il Liverpool soffre ma, grazie a Balotelli e Gerrard (e a un rigore dubbio), riesce ad avere la meglio sul coriaceo Ludogorets. Il Monaco soffre ma riesce a superare il Bayer Leverkusen al Louis II nel gruppo C, lo stesso dello Zenit che vince con autorità al Da Luz contro il Benfica. Immobile è protagonista, con un gran gol, nel 2-0 del Borussia ai danni dell’Arsenal, mentre il Galatasaray dell’altro italiano del Gruppo D, Cesare Prandelli, acciuffa il pari allo scadere contro un sorprendente Anderlecht.

 

Lazio-Hellas Verona 3-3, pari inutile per entrambe. E scaligeri furiosi:solito rigore allucinante in favore della squadra di quel pezzo di merda di Lotito, qualcuno vuole dirci quale e' il potere di questo "signore" che non paga mai un cazzo??!

La squadra di Mandorlini va sotto due volte ma gioca meglio e con Romulo riesce a trovare la rete del 2-3, dopo le firme di Keita, Marquinho, Lulic (poi espulso) e Iturbe. In pieno recupero, penalty alquanto generoso per contatto Albertazzi-Klose: Mauri impatta, lite Mandorlini-Reja al fischio finale. Arbitraggio alla Moreno favorisce in maniera spudorata la merdosa Lazio: qualcuno ci vuole gentilmente dire chi c'è dietro la potenza di questo "Escobar de noantri"?? Klose andava espulso per una merdosissima simulazione!!!

ROMA – L'Olimpico si trasforma in un cinema. Lo stesso spettacolo va in scena anche a due settimane di distanza: cambia l'avversario, non la sostanza. Lazio-Verona è la replica di Lazio-Torino, il pari non serve a nessuno e fa infuriare gli ospiti, stavolta non con se stessi ma con l'arbitro. L'Hellas lascia il terreno capitolino imprecando nei confronti di Mazzoleni, per il penalty che ha fissato il punteggio sul 3-3: contatto leggerissimo Albertazzi-Klose, il fischietto indica il dischetto e i biancocelesti bissano il pareggio di due turni fa. Il successo lo avrebbero ampiamente meritato gli ospiti, che per una volta devono prendersela anche col loro bomber. Luca Toni grazia la Lazio a più riprese, errori non da lui: gentili omaggi per Torino, Parma, Milan e a questo punto anche Inter, che dovrà difendere il quinto posto dall'assalto delle inseguitrici.

ITURBE C'E', KLOSE VA IN PANCA - Nella settimana del rinnovo contrattuale, Miro Klose recupera soltanto per la panchina, a differenza di Iturbe, che riesce ad essere della contesa e risulterà il migliore in campo. Reja con Mauri centravanti tattico, Mandorlini con Marquinho confermato nel tridente d'attacco. La Lazio parte facendo la partita ma rischia di trovarsi sotto già prima del quarto d'ora: incomprensione Biava-Biglia, i due si scontrano e confezionano la palla gol più grande dei primi 45 minuti scaligeri. Hallfredsson raccoglie e scappa centralmente, servendo Toni a tu per tu con Berisha: scavetto del centravanti, sfera fuori di un'inezia. Il match non si infiamma fino alla mezz'ora. Contropiede Lazio, lo guida Mauri: il numero 6 pesca Candreva sulla sinistra, l'esterno biancoceleste alza la testa e vede Keita solo sul fronte opposto. Assist obbligato e preciso, lo spagnolo stoppa, ringrazia e batte in diagonale l'incolpevole Rafael. Il Verona sembra accusare il colpo, Mandorlini si sbraccia ma i suoi trovano il gol nel momento più difficile. Hallfredsson brucia Biglia in pressing, tocco per Marquinho, destro mortifero dell'ex romanista, che dal limite dell'area va a spolverare l'angolo basso. MANDORLINI MEGLIO DI REJA - I padroni di casa non ci stanno e si gettano in avanti a testa bassa nel finale di frazione: Biglia inventa un gran gol a gioco ampiamente fermo, Keita semina il panico sulle corsie ma i suoi cross non vengono finalizzati dai compagni di squadra. Copione simile in avvio di ripresa, Keita per la testa di Mauri, la spizzata è sporca e Moras salva sulla linea. Il greco, fra i migliori in campo, si fa pericoloso sul fronte opposto: angolo da sinistra, incornata quasi perfetta. Il quasi tiene in vita la Lazio - pallone a lato - dandogli la forza per il raddoppio. Serie di rimpalli al limite dell'area, Lulic di testa scavalca la difesa e si presenta da solo davanti a Rafael: gran destro di controbalzo, 2-1. Mandorlini indovina i cambi - Romulo e Cirigliano per Marquinho e Donadel - e rimette i suoi in carreggiata: Toni manca il pari su corner, Hallfredsson scalda i guanti di Berisha da fuori, Iturbe fa 2-2. Proprio Cirigliano riceve ai 35 metri, Biava sale per provare l'anticipo e lo sbaglia, Konko non stringe e l'argentino innesca l'esterno fra il terzino e Cana: l'ex Porto si inserisce a velocità doppia e incrocia col mancino. Reja, a differenza del collega, sbaglia le scelte: Klose per Biglia, Lazio lunghissima e spaccata in due tronconi, Iturbe fa quel che vuole fra le linee e regala a Toni un pallone da non sbagliare. Per il centravanti non è serata, destro respinto benissimo da Berisha. Il Verona insiste, la Lazio non sa difendere su palla inattiva e Albertazzi, di testa, colpisce il palo. Candreva non ne ha più, Cana deve uscire per un colpo alla fronte: Reja non capisce il pericolo e inserisce Felipe Anderson e Gonzalez, portando Lulic terzino con Radu centrale. Il gol del 2-3 è il manifesto della confusione.

VELENO IN CODA - Hallfredsson al cross da sinistra, Radu segue il taglio di Toni, alle sue spalle non ha compagni: a Romulo non pare vero, il brasiliano insacca da due metri quello che sembra il gol vittoria. Impressione amplificata dall'espulsione rimediata da Lulic, che ferma Iturbe nell'unico modo possibile: stendendolo. Il bosniaco va dritto sulle gambe, rosso diretto, già si intravedono i titoli di coda. Toni potrebbe accelerare la pratica, pescato da Romulo, ma il centravanti calcia nuovamente su Berisha, a conti fatti il migliore dei suoi. Quattro di recupero, il secondo è quello decisivo. Cross da sinistra, il pallone è lungo per Klose, toccato sulla schiena da Albertazzi: il tedesco non fa nulla per rimanere in piedi, il penalty oscilla tra il generoso e l'inesistente. Non c'è il rigorista Candreva, sul dischetto si presenta Mauri. Sinistro incrociato, Rafael respinge, il numero 6 insacca in tap-in e firma il 3-3 che fa infuriare il Verona, con tanto di scambio accesissimo tra Reja e Mandorlini al triplice fischio finale. L'Europa, a questo punto, dipende dagli altri.

LAZIO-HELLAS VERONA 3-3 (1-1)
Lazio (4-3-3):
 Berisha 7; Konko 5, Biava 5, Cana 6 (37′ st Gonzalez sv), Radu 5; Biglia 5.5 (28′ st Klose 5.5), Ledesma 5.5, Lulic 5.5; Candreva 6.5 (36′ st Anderson sv), Mauri 6, Keita 6.5. (Guerrieri, Strakosha, Ciani, Dias, Kakuta, Onazi, Pereirinha, Perea). All.: Reja
Verona (4-3-3): Rafael 6; Pillud 5.5, Moras 7, Marques 6, Albertazzi 5.5; Sala 6.5 (36′ st Gomez sv), Donadel 5.5 (21′ st Cirigliano 6), Hallfredsson 7; Iturbe 7.5, Toni 5, Marquinho 6.5 (21′ st Romulo 6.5). (Borra, Nicolas, Agostini, Cacciatore, Donsah, Gonzalez, Cacia, Rabusic). All.: Mandorlini
Arbitro: Mazzoleni
Reti: 30′ pt Keita, 37′ pt Marquinho, 15′ st Lulic, 24′ st Iturbe, 38′ st Romulo, 48′ st Mauri
Ammoniti: Radu, Donadel, Hallfredsson, Iturbe e Marquinho per gioco falloso, Rafael per perdita di tempo
Espulsi: Lulic e Albertazzi
Note: Mauri ha sbagliato un rigore al 48′ st

 

Premier League 36' giornata
CAMPIONATO RIAPERTO 
by David Z.©

Weekend emozionante in premier, si poteva chiudere oggi ad Anfield Road, ma gli uomini di Mourinho hanno riaperto il campionato più bello ed imprevedibile del mondo andando a fermare la corsa al titolo della capolista Liverpool dopo 11 vittorie consecutive, imponendosi per 2-0. I Reds sono stati traditi proprio dal loro capitano Gerard, scivolato all'ultimo minuto del primo tempo regalando la palla al cinico Demba Ba che ammutolisce lo stadio. Che fosse una giornata particolare lo si doveva capire dalle parole dello Special One che prima della partita dichiarava che per loro la partita più importante non era oggi ma mercoledì (semifinale di Champions), girando tutta la tensione sugli uomini di Rodgers, ma anche da un particolare insolito per Mourinho. Non lo si era mai visto seguire il riscaldamento dei suoi uomini in campo, questa volta era li a dare consigli e suggerimenti a tutti gli 11 che sarebbero scesi in campo da li a pochi minuti. Nella ripresa Mou rinforzava la linea difensiva e il Liverpool andava a sbattere contro il muro Blues andando completamente in tilt. Non riuscendo più a verticalizzare, i nervi salivano di minuto in minuto, Gerrard e compagni non riuscivano a superare l'attenta difesa del Chelsea, la partita si chiudeva al terzo minuto di recupero con un contropiede di Torres che non se la sentiva di segnare appoggiando la palla a Willian che realizzava il 2-0. Il Chelsea è una squadra cinica, che ti punisce al primo errore che commetti.
Chi ne approfitta subito è il Citizens, imponendosi con un secco 2-0 sul campo di un ormai salvo Crystal Palace, trascinati da un gigantesco Yaya Touré e da un Bomber di razza come Dzeko. Il City è, di nuovo, artefice del proprio destino, si riporta a -3 dal Liverpool con una partita da recuperare e, con una differenza reti migliore , anche a parità di punti sarebbe campione d'Inghilterra.
Per la corsa al quarto posto l'Arsenal risolve la pratica dei 3 punti asfaltando in casa il Newcastle per 3 a 0 con le reti di Koscielny, Ozil e Giroud, portandosi, così, a 4 punti di distanza dall'Everton che si suicida sul campo del Southampton, perdendo 2-0 rendendo ormai improbabile l'acceso alla prossima Champions League. Ai Gunners basterà, infatti, fare 3 punti sui 6 disponibili nelle prossime due gare.
Per la corsa all'Europa League fa bene il Tottenham che passa a Stoke-on-Trent per 1-0 ai danni dello Stoke City mettendo una seria ipoteca sul sesto posto con 6 punti di vantaggio sul Manchester United, tornato alla vittoria con il nuovo tecnico Ryan Giggs sulla panchina dei Reds Devils. Il suo esordio è stato trionfale, i suoi uomini si sono imposti per 4-0 all'Old Trafford contro il Norwich.
In zona Relegation da registrare le pesanti vittorie del West Brom sul West Ham per 1-0 e dello Swansea che travolge per 4-1 l'Aston Villa. Il Fulham, invece, si suicidia e spreca il doppio vantaggio in casa contro l'Hull City. Nelle retrovie zittto zitto sta risalendo il Sunderland che, vincendo ieri contro il Cardiff, con ancora una partita da recuperare, si ritrova da fanalino di coda ad essere quartultima, insomma si sa, i "The Black Cats" hanno nove vite e dopo aver fermato le prime della classe si stanno attaccando con tutte le loro unghie alla salvezza. Lo spettacolo della premier continua nel prossimo weekend.

 
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