2018. Sulla faccia oscura della Luna, sin dai tempi della Seconda
Guerra Mondiale, si è installata una colonia di nazisti che ora sono
quasi pronti per invadere la Terra. Manca però un elemento che
garantisca l'energia necessaria. Questo viene trovato grazie alla
missione inviata sul satellite lunare dalla Presidente degli Stati
Uniti in cerca di rielezione. A bordo del LEM c'è un astronauta di
colore, James Washington, che ha con sé un cellulare. La sua cattura
fornisce al rampante ufficiale Klaus Adler l'occasione giusta. Andrà
sulla Terra a cercare la tecnologia necessaria per l'attacco e poi
diventerà il Fuhrer con potere assoluto.
Lo sconosciuto regista finlandese Timo Vuorensola (che si era già
fatto le ossa con un lungo video parodia della saga di
Star Trek) raggiunge le sale con questo suo primo
lungometraggio e fa centro al primo colpo. Realizzato grazie a una
coraggiosa formula produttiva che ha visto i fan del progetto
partecipare ai finanziamenti, il film non ha nessuno dei difetti dei
prodotti a basso costo anche sul piano degli effetti speciali.
L'energia che i nazisti cercano per conquistare la Terra il film la
trova nell'ironia dissacrante che non risparmia niente e nessuno.
Non rinuncia a un irridente omaggio all'amato
Star Trek ma ci immerge in un'atmosfera che sembra creata
dal Tim Burton
di
Mars Attacks! e che, al contempo, rimanda al
John Landis
dei tempi d'oro quando nulla e nessuno sfuggiva agli strali del
creatore di
Animal House. Perché se qui i nazisti sono 'cattivi' come
da cliché e si dotano di un'arma letale che viene chiamata
wagnerianamente "Götterdämmerung" gli americani non scherzano. Hanno
una presidente alla Sarah Palin pronta a tutto e la sua responsabile
dell'immagine non le è certo da meno. Non è un film che possa
piacere al Tea Party questo di Vuorensola anche perché mostra come i
più velenosi concetti nazisti possano camuffarsi in formule
populistiche che di democratico non conservano più nulla.
Dal nero albinizzato al Fuhrer ormai in disarmo di Udo Kier passando
per una suffragetta del Quarto Reich passibile di redenzione, il
film non concede un attimo di pausa. Che si tratti di azione oppure
di argute citazioni cinefile (impagabile la sequenza del mappamondo
da
Il grande dittatore di
Chaplin
spacciata per i rampolli nazi come un cortometraggio glorificante
Hitler) Vuorensola mostra come si possa citare (vedi anche alcune
scenografie alla
Brazil) senza per questo mancare di originalità.