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Crescita, Moody’s
taglia le stime per l’Italia: “Quest’anno Pil in calo dello 0,1%”
L'agenzia di rating
rivede al ribasso le previsioni dopo la diffusione dei dati Istat
sull'andamento del secondo trimestre. Il rapporto deficit/Pil è
visto al 2,7%. Sulle riforme il Paese è già in ritardo rispetto a
Spagna, Grecia e Portogallo e la recessione "complicherà
ulteriormente" la loro realizzazione. Risultato: "Probabile che
aumentino le tensioni con i partner europei, soprattutto con la
Germania". Ma Piazza Affari chiude positiva e lo spread non sale
Dopo la
diffusione dei dati Istat sull’andamento dell’economia,
Moody’s ha tagliato ancora le stime di crescita per
l’Italia. Quest’anno, scrive l’agenzia di rating in un report
pubblicato lunedì, il Prodotto interno lordo si contrarrà dello 0,1%
invece che salire dello 0,5% come previsto in precedenza.
Recessione conclamata, dunque, e nessun recupero atteso nel
secondo semestre. Con conseguenze pesanti sulle tanto invocate
riforme: “Condizioni macroeconomiche più deboli complicano il
passaggio e l’implementazione dell’agenda di riforme strutturali del
governo Renzi”, scrivono gli analisti. E sembra di risentire
le parole di Mario Draghi sulla necessità che i
Paesi europei “cedano sovranità” alla Ue anche su questo fronte.
L’Italia infatti, sottolinea Moody’s, “è andata a rilento sulle
riforme strutturali rispetto ad altri paesi della periferia”, in
particolare Grecia, Spagna e Portogallo, “e la popolarità del
governo non si è ancora tradotta nell’impulso politico a legiferare
e implementarne un pacchetto più ampio”. Una nuova sferzata che
arriva solo 24 ore dopo
il contro-affondo di Matteo Renzi al governatore
della Bce, quel “sulle riforme decido io, non la Troika, non la Bce,
non la Commissione Europea” consegnato alle pagine del
Financial Times. A quell’intervista,
peraltro, da Bruxelles è già arrivata una risposta: un portavoce
della Commissione ha ribadito che “è con le riforme strutturali,
efficacemente attuate, che si creano le condizioni per crescita e
occupazione in Italia”, come detto nelle “raccomandazioni” verso cui
“l’Italia si è già impegnata”, ma “l’attuazione delle riforme è
questione che riguarda lo Stato”.
Sul fronte dei conti pubblici, secondo Moody’s il
rapporto deficit/Pil si attesterà sia quest’anno
sia il prossimo al 2,7%. Quindi oltre l’obiettivo del 2,6% inserito
dal governo nel Documento di economia e finanza, anche se
Renzi ha fatto sapere che quella stima è stata già rivista al rialzo
al 2,9%. In più l’agenzia intravede “rischi significativi di
ulteriori revisioni al rialzo”. Per quanto riguarda il rapporto
debito/Pil, gli analisti dell’agenzia prevedono che
raggiunga un picco del 136,4% quest’anno e del 135,8% nel 2015.
L’effetto del bonus di 80 euro, definito “misura importante”, per
ora “si riflette solo su un mese del secondo trimestre”. Troppo
presto, dunque, per valutarne l’impatto. Quel che è sicuro,
comunque, è che “l’uso della politica fiscale per stimolare
l’economia finora non ha tenuto l’Italia fuori dalla recessione”.
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