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IL PODEROSO SVILUPPO URBANISTICO TARDO-IMPERIALE

Massimiano abbellì la città con vari monumenti. Una parte considerevole della città era riservata ai palazzi imperiali, che erano residenza dell'imperatore e della corte, comprendevano palazzi di rappresentanza e amministrativi. Quest'area occupava la parte della città compresa tra un circo ed un foro. Come di consuetudine i palazzi avevano un accesso diretto al circo, in modo che l'imperatore poteva recarvisi senza uscire per strada. Egli, infatti, a partire dal 286 fece costruire la sua residenza imperiale, un nuovo complesso termale (da cui proverrebbero le 16 colonne di San Lorenzo), oltre ad un grande circo[54] (450 x 85 m[55]) con una parte monumentale a Nord. Una delle due torri che facevano parte di questa parte è stata trasformata in campanile ed esiste ancora (campanile di San Maurizio Maggiore).

Solido raffigurante Arcadio, proveniente dalla zecca di Milano.

Costruì poi una seconda cerchia di mura[56] (di circa quattro chilometri e mezzo,[57] arricchita da numerose torri), che correva nei pressi dell'attuale Foro Bonaparte (la denominazione della attuale chiesa "S.Giovanni sul Muro" indica che l'edificio poggiava sulle mura), dove si apriva Porta Vercellina. Poi contornavano il circo scendendo a Sud, ripiegavano verso est passando per l'attuale Carrobbio, proseguivano fino nei pressi di piazza Missori (qui vi era la Porta Romana) risalivano fino alla porta Argentia (per Bergamo, vicino all'attuale San Babila) poi piegavano ancora a Nord per raggiungere Porta Nuova (in fondo all'attuale corso Venezia, chiamata anche porta Erculea in onore di Massimiano). Le mura tornavano ad Ovest verso Foro Bonaparte toccando la Porta Comacina (per Como e per il Lario) Porta Giovia (in onore di Diocleziano). Le mura avevano all'esterno un fossato, posto a una certa distanza, e quindi le porte (oltre che essere fornite di torri) avevano davanti un ponte che attraversava il corso d'acqua.

Fece costruire il proprio mausoleo, identico a quello di Diocleziano a Spalato, i cui resti sono stati inglobati nella Cappella di S.Gregorio a S.Vittore al corpo. Il suo sepolcro in porfido egiziano (dopo vari passaggi) ora è diventato il battistero del Duomo. Il nuovo centro cittadino, con il foro e la zecca, si spostò di qualche centinaio di metri rispetto a quello gallico, dove ora sorge S. Sepolcro. Di questi monumenti restano poche tracce, come per esempio le colonne di S. Lorenzo, ivi trasportate in un periodo successivo. Restano invece numerose iscrizioni marmoree che testimoniano le intense attività operaie, artigianali e mercantili. Da segnalare anche i ruderi del circo (i circhi erano relativamente rari in Italia, e nel Nord Italia ve ne erano solo due, entrambi dovuti a Massimiano, uno a Milano e uno ad Aquileia). Vi sono anche i resti delle Terme Erculee (vicino a piazza S.Babila, tra corso Vittorio e corso Europa), una torre e un pezzo di cinta muraria, alta 11 metri, (oggi nel giardino del Museo Archeologico) i citati resti dell'anfiteatro e vari altri reperti, visibili o chiusi in scantinati (es. sotto il palazzo della Borsa, in una botola sotto S.Vito, ecc.

Questa risistemazione dell'intera area cittadina, portò anche alla successiva costruzione (databile all'Imperatore Graziano, 381 ca.), fuori dalla porta Romana a prolungamento del decumano massimo, di una via porticata, lunga 600 metri, e di un arco onorario (a tre fornici, databile al periodo 350-375; sopravvissuto fino a dopo l'assedio del 1162 del Barbarossa[58]) che costituivano l'accesso monumentale alla città per chi proveniva da Roma. Si trattava di costruzioni databili alla metà del IV secolo.[59] La strada lastricata aveva una larghezza di 9 metri, dotata di portici laterali con locali-botteghe per i commercianti, spesso affrescati. sotto i portici sarebbe poi documentato un impianto di fognatura, parallelo alla strada, dove confluivano gli scarichi dalle vicine botteghe.[58] Al 382 risalirebbe poi la Basilica di San Nazaro in Brolo, voluta fortemente da Ambrogio e Graziano, e collocata a metà della via porticata. La via porticata fu infine demolita nel V secolo, probabilmente in occasione dell'assedio del 452 di Attila.[58]

Si era poi proceduto alla costruzione di un grande Horrea (magazzino per l'approvvigionamento militare, annona militaris) forse risalente ai tempi di Gallieno o più probabilmente dell'Augusto Massimiano. Era un complesso rettangolare delle dimensioni di 18 x 68 metri a quattro navate da tre file di 16 pilastri, verso la Porta Comasina (oggi presso le cantine di uno stabile di via Bossi 4).[60]

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