Riforme, risposte
scritte M5S a Pd: ‘Non avete più alibi. Disposti a trattare su
tutto,abbiamo calato le braghe al massimo !!’
La nota è stata pubblicata sul
blog di Beppe Grillo: i 5 stelle aprono sulle proposte di Renzi, ma
al tempo stesso rilanciano con alcune osservazioni. Resta la
richiesta del Senato elettivo, ma sono disposti al dialogo sulla
funzione di Palazzo Madama. In serata scompaiono dal sito del leader
alcuni passaggi della sfogo contro il premier
Disposti a
trattare su tutto. Sono dieci i sì del Movimento 5
stelle alle dieci proposte di Matteo Renzi. E
questa volta sono messi per iscritto, in una lunga nota pubblicata
sul blog di Beppe Grillo. “Vi rispondiamo
per la terza volta”, si legge, “ora non avete più alibi”. Apertura
su ballottaggio, premio di maggioranza, abolizione del Cnel e
ridefinizione delle funzioni del Senato. Ribattono punto per punto e
presentano sul tavolo le loro osservazioni con altrettante contro
proposte: “irrinunciabile” resta l’elettività di Palazzo
Madama.
La lunga giornata di trattative per le riforme era cominciata con
l’incontro tra M5S e Pd annullato all’ultimo momento dai
democratici: il capogruppo Roberto Speranza ha scritto alla
presidente Boldrini che “senza risposte scritte non si sarebbe fatto
nulla”. E così è stato. Ma non è bastato per convincere i
5 stelle a “far saltare il tavolo”: “Noi non ce ne andiamo”, ha
commentato Luigi Di Maio in conferenza
stampa, “d’ora in poi parleremo solo con Renzi”. Poi è stata una
lunga serie di botta e risposta: i democratici che hanno invocato
“serietà e chiarezza”, Grillo sul blog che ha lanciato un appello
“alle forze democratiche che vogliono salvare l’Italia dalla deriva
dittatoriale”. Intanto in serata è stata la volta dell’assemblea
dei parlamentari Pd: quella che avrebbe dovuto essere
una resa dei conti tra il premier e i suoi dissidenti, è diventata
una riunione senza il leader per un confronto.
Il primo che
ha rischiato di perdere la pazienza è stato Beppe Grillo.
Nel primo pomeriggio ha pubblicato un post sul blog dove parlava di
“dittatura” e di “un confronto democratico impossibile”. Sembrava la
fine del dibattito e il ritorno “all’opposizione dura”, il ritorno
al passato. Ma dura poco e il leader è costretto ad una
precisazione: “Per chi non avesse capito il dialogo resta aperto”. I
5 stelle restano così compatti dietro Luigi Di Maio,
il deputato che ha convinto anche il purismo dei vertici e ha dato
vita alla trattativa con il Pd. Così sul blog di Beppe Grillo
verranno poi cancellati i passaggi più duri dello sfogo
contro il Pd e Matteo Renzi. Sia nella trascrizione sul
blog che nei file audio sono spariti, in particolare, due passaggi
della chiamata alla web tv La Cosa che oggi
avevano aperto testate online e tg, ovvero: “Il M5S rappresenta
milioni di italiani che non possono essere trattati come dei paria,
come dei cani in chiesa da personaggi mai eletti in libere elezioni,
da sbruffoni della democrazia. Nessuno potrà
più imputarci di non aver cercato il dialogo”. Scomparso anche il
seguente passaggio: “Si prende atto che Renzi, le cui palle sono sul
tavolo di Verdini e Berlusconi, rifiuta con il M5S ogni confronto
democratico e che l’Italia dovrà pagarne tutte le conseguenze”.
I 5 stelle
hanno lavorato tutto il pomeriggio alla stesura del documento
ufficiale, in contatto diretto con Grillo e Casaleggio. E in serata
è arrivata la nota ufficiale, ma con una premessa. “Come mai per
trattare di legge elettorale con un condannato come
Berlusconi non richiedete nulla, né risposte scritte, né
lo streaming in modo che tutti i cittadini possano capire cosa vi
siete detti? A noi non crea alcuna difficoltà né lo streaming né la
lettera. Ma allora perché non fate altrettanto con i vostri incontri
con Berlusconi?”. Seguono le risposte punto per punto alle dieci
aperture della lettera ufficiale di Matteo Renzi. E se
nell’intervista al Corriere della
Sera Di Maio lasciava intendere che le aperture valevano per
otto casi su dieci, nell’ultima nota i 5 stelle vanno oltre: sono
disposti a trattare su tutto, anche se per ogni caso rilanciano con
altre richieste.
I sì sono
dieci in tutto. Uno: “Sì al ballottaggio”,
scrivono nell’articolo. “Al fine di evitare un pessima legge
elettorale quale è la legge Berlusconi-Renzi siamo
disponibili a prevedere un ballottaggio. Ma a condizione di evitare
che la conquista del primo posto si trasformi in una corsa
all’ammucchiata di tutto e il suo contrario”. E ribattono: “Per
evitarlo, noi proponiamo: un primo turno proporzionale
privo di soglie di sbarramento, in modo da consentire a chiunque di
correre per il Parlamento e colmare il deficit di rappresentatività
che la legge comporta; in caso di superamento della soglia del 50% +
1 dei seggi al primo turno, prevediamo un premio di governabilità
minimo, che consegnerebbe al vincitore il 52% dei seggi; nel caso in
cui nessuno raggiunga la maggioranza al primo turno, è previsto un
secondo turno tra i due partiti più votati, al cui vincitore viene
assegnato il 52% dei seggi”.
Seconda
domanda: “Siete disponibili a assicurare un premio di
maggioranza per chi vince, al primo o al secondo turno,
non superiore al 15% per assicurare a chi ha vinto di avere un
minimo margine di governabilità?”, risposta: “Sì, ferme restando le
condizioni precedenti”. Terza domanda:
“Siete disponibili a ridurre l’estensione dei collegi?”, un altro
“sì”. “E’ possibile, ma questo e altri elementi tecnici dipendono
naturalmente dall’impianto complessivo della legge”. Ed è sempre
positiva la risposta a “Siete disponibile a far verificare
preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale, così
da evitare lo stucchevole dibattito “è incostituzionale, è
costituzionale?”. Quinta domanda: “Siete disponibili” a una modifica
del Titolo V?, risposta: “Sì”. Sesta domanda: “Siete disponibili ad
abbassare l’indennità del consigliere regionale a quella del sindaco
del comune capoluogo e eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi
consiliari delle Regioni?”, ed è un altro “sì”. Quindi c’è l’ok
all’abolizione del Cnel.
Sul capitolo
Palazzo Madama i sì sono due, ma a patto che il Senato resti
elettivo. Sì dei grillini al superamento del
bicameralismo perfetto e al fatto che ” il ruolo del
Senatore non sia più un incarico a tempo pieno e retribuito ma il
Senato sia semplicemente espressione delle autonomie territoriali?”.
Si al superamento del bicameralismo perfetto ma, con il Senato
delineato così come si evince dal ddl Boschi, l’elezione diretta è
imprescindibile. Sono queste le risposte che il M5S dà ai quesiti
numero 8 e 9 posti dal Pd sulla riforma del Senato. Sul superamento
del bicameralismo perfetto “non siamo pregiudizialmente contrari, a
condizione che l’esistenza di tale assemblea abbia ancora una
precisa funzione nel disegno istituzionale”, si legge sul post
pubblicato nel blog di Beppe Grillo. Mentre su un Senato che sia
espressione delle autonomie e su un incarico, per i ‘nuovi’
senatori, non più a tempo pieno, il placet del M5S è più
critico. “Il testo che si va formando attribuisce una
serie di poteri al Senato (elezione del Presidente, dei giudici
costituzionali, dei membri laici del Csm, competenza decisionale
nelle leggi di riforma costituzionale ecc.) che vanno molto al di là
dei poteri locali e che sono inconciliabili con una formazione di
secondo grado, per cui, sul punto, riteniamo che in presenza di tali
attribuzioni sia irrinunciabile l’elettività di primo grado dei
senatori”, sottolineano i 5 Stelle. “Il problema della retribuzione
– si legge ancora nel post – è presto superato: siete
disponibili al dimezzamento immediato delle indennità e degli
emolumenti di tutti i parlamentari e degli stanziamenti
previsti per i gruppi parlamentari? Noi lo abbiamo già fatto. E per
farlo non occorrono complessi procedimenti di revisione
costituzionale, ma solo volontà politica seria in tal senso”.
Infine, i 5
stelle sono disponibili anche a rivedere la questione immunità.
Decima domanda: “Siete disponibili a trovare insieme una soluzione
sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e
Senato, individuando una soluzione al tema immunità che non diventi
occasione di impunità?” e arriva ancora un altro sì. ”La nostra
proposta in merito è semplice: affinché l’immunità non diventi
occasione di impunità e tuttavia preservi il parlamentare nella sua
essenziale funzione di rappresentante dei cittadini, riteniamo
necessario e sufficiente cancellare le immunità
attualmente previste, all’infuori della garanzia
dell’insindacabilità per le opinioni e i voti espressi”.
L'IRAQ NON
ESISTE PIU' !!! (04-07-2014)
Nuove misure
di sicurezza sui voli per gli Stati Uniti per timore di attentati da
parte dei gruppi qaedisti in Siria, Iraq e Yemen. Il presidente Usa
chiede un governo di unità nazionale, ma al-Barzani va avanti sulle
richieste di separazione. L'Is conquista impianto petrolifero
siriano
WASHINGTON - Possono difendere la capitale,
tenere il controllo su Bagdad, ma l'esercito iracheno non è in grado
di riprendere i territorio occupati dagli insorti sunniti. A dirlo è
il capo di Stato maggiore, generale Martin Dempsey, gli fa eco il
segretario alla Difesa Chuck Hagel, che ha parlato alla stessa
conferenza stampa al Pentagono confermando l'invio dei 200
consiglieri militari Usa che stanno valutando la situazione. Il capo
militare ha ribadito che gli Stati Uniti non si faranno coinvolgere
nelle operazioni di combattimento, così come preannunciato dal
presidente Barack Obama.
Ma l'Iraq resta diviso.
Lacerato dalla violenza
settaria. Per un governo di unità sarebbe
necessaria la partecipazione dei curdi, che invece vanno avanti per
la loro strada, pronti a chiedere l'indipendenza.
La regione curda
semi-autonoma nel
nord dell'Iraq
per anni ha minacciato di
separarsi dal resto del
Paese. Ora, con la
rivolta sunnita e le battaglie a Bagdad, i politici
curdi dicono sia arrivato il momento:
l'Iraq è già
diviso lungo linee
settarie ed etniche.
"Il Paese è diviso.
Abbiamo una nuova
realtà" ha detto da Washington Fuad
Hussein, capo di
gabinetto del presidente
regionale curdo
Massoud Barzani.
La situazione è
incandescente.
L'esercito iracheno ha smentito di aver ordinato il ritiro di
migliaia di soldati dalla zona di confine con l'Arabia Saudita.
"Questa è una notizia falsa che ha lo scopo di colpire il morale
della nostra gente e dei nostri eroici combattenti", ha affermato il
portavoce delle forze armate irachene, il generale Qassim Atta. La
frontiera con l'Arabia Saudita - ha assicurato - è "totalmente sotto
il controllo" delle guardie irachene.
Stamani la tv saudita ha annunciato che Riad ha dispiegato 30mila
soldati al confine con l'Iraq dopo che le truppe irachene hanno
abbandonato le loro postazioni, lasciando le frontiere con l'Arabia
Saudita prive di protezione. La stessa emittente aveva diffuso un
video nel quale alcuni soldati con l'uniforme dell'esercito iracheno
testimoniano di aver ricevuto l'ordine dai vertici militari di
ritirarsi dalle zone di confine con i due paesi, senza che fosse
fornita loro alcuna motivazione.
Obama e il re saudita. La "attuale
situazione in Iraq e la minaccia che lo Stato Islamico in Iraq e in
Levante pone all'Iraq e all'intera regione" è stata al centro di un
colloquio telefonico tra il presidente Obama e re Abdullah di Arabia
Saudita. Nel corso della telefonata, Obama e Abdullah "hanno
ribadito la necessità che i leader iracheni procedano in maniera
spedita per formare un nuovo governo in grado di unire tutte le
diverse comunità irachene", si legge in una nota. Obama ha anche
rivolto un invito alla responsabilità dei leader arabi sunniti e
curdi, chiedendo loro di contribuire alla rapida formazione di un
governo di unità nazionale a Bagdad per fronteggiare all'offensiva
jihadista dell'Is.
Scontri vicino a Bagdad. Mentre è di 130
uccisi il bilancio degli scontri armati verificatisi nelle ultime
ore a Karbala, città santa irachena 100 km a sud di Bagdad, tra
forze di sicurezza e miliziani seguaci di un leader religioso ostile
al governo filo-iraniano del premier Nuri al Maliki. I combattimenti
erano scoppiati ieri tra le forze lealiste e miliziani dello shaykh
Mahmud Sarkhi. Quest'ultimo è stato arrestato assieme a 350 suoi
seguaci. Mentre 125 miliziani a lui fedeli son stati uccisi, secondo
fonti governative irachene. Una cinquantina di infermiere indiane
provenienti dallo Stato meridionale di Kerala sono state prelevate
contro la loro volontà dall'ospedale di Tikrit in Iraq, città
attualmente sotto il controllo dello Stato islamico dell'Iraq e del
Levante (Isil). Ne ha dato notizia il portavoce del ministero degli
Esteri indiano Syed Akbaruddin, evitando però di indicare il
responsabile di questa azione. A una domanda circa un possibile
rapimento delle donne, Akbaruddin ha risposto: "in zone di conflitto
non c'è libertà.
Liberati camionisti turchi rapiti in Iraq. In serata è stata confermata la notizia che 32camionisti turchi,
tenuti in ostaggio da giugno in Iraq dagli jihadisti dell'Is, sono
stati liberati e consegnati alle autorità turche nel paese.
Usa rafforzano gli aeroporti.
Gli Stati Uniti hanno comunque annunciato il rafforzamento delle
procedure di sicurezza negli aeroporti internazionali con voli
diretti verso gli Usa per il timore che militanti di al-Qaeda in
Siria e Yemen stiano sviluppando bombe che possano essere nascoste
sugli aerei. Le misure riguarderebbero aeroporti in Europa, Africa e
Medio Oriente, ma non ne è stato diffuso un elenco.
Misure che vengono prese anche in vista della ricorrenza del 4
luglio. Secondo fonti della sicurezza nazionale, membri di al-Nusra
in Siria e di al-Qaeda nella Penisola Arabica stanno collaborando
per la realizzazione di esplosivi che possano superare i normali
controlli. Preoccupano anche i recenti successi militari dello Stato
islamico in Iraq e Siria che può contare su un crescente numero di
militanti dall'America e dall'Europa che possono avere facile
accesso a voli diretti negli Usa.
Ieri il leader dell'Is al-Baghdadi aveva rivolto un appello ai
musulmani di tutto il mondo per venire a combattere sotto la sua
bandiera e aveva minacciato gli Stati Uniti parlando di
un attacco peggiore dell'11 settembre.
Uganda, allarme all'aeroporto.
Uno specifico allarme è stato lanciato oggi per l'aeroporto Entebbe
in Uganda, secondo quanto ha comunicato il Dipartimento di Stato
americano. L'ambasciata degli Stati Uniti a Kampala, in Uganda, ha
ricevuto dalle autorità locali "informazioni" riguardo ad un
possibile attacco all'aeroporto internazionale di Entebbe da parte
di un gruppo terroristico sconosciuto, oggi, 3 luglio, tra le ore 21
e le ore 23 (ora locale)".
MAPPA La cartina
del califfato "immaginato"
L'Is conquista impianto petrolifero siriano.
Proprio oggi i ribelli dell'Is - come rende noto l'Osservatorio
siriano dei diritti dell'uomo - hanno conquistato al-Omar, il più
grande impianto di estrazione di petrolio della Siria, fino ad oggi
nelle mani di altri gruppi ribelli anti-Assad. E nuovi gruppi di
ribelli annunciano il proprio giuramento di fedeltà ad al-Baghdadi,
al Califfato e allo Stato Islamico.
CHE COS'E' L'ISIS ? PERCHE' MINACCIA ANCORA PIU' GRAVEMENTE
IL COSI' DETTO MONDO OCCIDENTALE?? PERCHE' GLI USA COL CAPPELLO
IN MANO VERSO GLI AYATOLLAH IRANIANI??
RISPONDE MASSIMO FINI DI MOVIMENTO ZERO, L'ALA
COMUNITARISTA MEDIEVALISTA ITALIANA. Massimo Fini viene
accostato alla così detta destra terzoposizionista, in realtà è
un pensatore anti-occidentale ed anti-imperialista che ripropone
la società degli open field, dell'ereditarietà dei mestieri e
della compartimentalizzazione societaria.
Quello che sta
accadendo in Iraq, con questa avanzata irresistibile dell’Isis,
alias Stato islamico dell’Iraq e del Levante, è un fenomeno che
può cambiare la storia non solo di quella regione, ma anche
dell’Occidente, nel senso che qui non siamo più a una guerra
interna irachena tra
Sunniti e
Sciiti di cui non fregava niente a nessuno perché se
la vedevano tra di loro. Questi dell’Isis, in realtà, sono una
specie di internazionale del radicalismo islamico.
Ci sono i Sunniti (la parte occidentale
dell’Iraq), ma a questi si sono uniti gli islamici di altri
Paesi, dalla Siria alla Somalia. E tra l’altro ci sono anche
volontari europei. Ci sono 500 britannici, 300 francesi… Quindi
l’obiettivo dell’Isis non è semplicemente quello di conquistare
parte dell’Iraq, ma di muovere una guerra totale al mondo
occidentale. Non è più una questione interna all’Iraq.
Questa situazione è paradossale: che cosa avevano fatto gli
americani? Avevano creato questo governo fantoccio, come hanno
fatto in Afghanistan, e avevano finanziato un esercito (a sua
volta fantoccio). Infatti, di fronte all’avanzata dell’Isis
si è immediatamente liquefatto, non opponendo alcuna resistenza.
L’unica resistenza, adesso, la può fare
l’Iran, mandando le sue truppe. Si creerebbe, così, questa
alleanza curiosa tra Stati Uniti e l’odiato nemico di sempre, il
pericolo numero uno, uno dei Paesi dell’asse del male: l’Iran.
Gli Stati Uniti, dunque, hanno ottenuto un bel risultato…
Ora si devono alleare con l’Iran, ma non è detto che ce la
facciano a respingere l’Isis, perché questi sono infinitamente
più motivati e poi, ripeto, stiamo parlando di una
internazionale del radicalismo. Ci sono più o meno tutti. Manca
la Turchia. La Turchia sta quieta e cauta, perché in questa
avanzata l’Isis ha lasciato perdere i curdi dell'estremo
nord-est iracheno, con cui non hanno contrasto, e infatti
avanzano verso Baghdad, verso il centro-sud dell’Iraq.
E la Turchia ha una enorme paura
(da sempre) che i Curdi iracheni possano unirsi in una
guerriglia con i curdi turchi, che sono 12 milioni di persone. E
se si scatenano i curdi turchi la Turchia è fottuta. Per
questo motivo gli americani per tanto tempo hanno massacrato i
curdi, per interposta persona (Saddam Hussein). Proprio per
impedire che l’indipendentismo curdo si espandesse anche in
Turchia. C’è da tenere presente che i Curdi sono gli unici,
veri, che avrebbero diritto a avere uno Stato, perché tutta
quella zona lì si chiama
Kurdistan (c’è dentro Iraq, Turchia, Azerbaijan,Armenia,Siria,
Iran).
Il fatto, ripeto, è che l’Isis non
incontra una resistenza da parte del esercito regolare, quello
di al-Maliki. Perché i soldati non vogliono combattere e quando
succede questo è l’inizio della fine. Un po’ come la Rivoluzione
d’ottobre, dove lo Zar continuava a mandare eserciti contro i
rivoluzionari, che erano 4 gatti, e gli eserciti si
liquefacevano durante il percorso. E’ quello che sta accadendo.
Non c’è un vero esercito che difende, in questo momento, l’Iraq
creato dagli americani, l’Iraq di al-Maliki.
Gli americani spostano navi, spostano droni, ma questa gente tu
la puoi fermare solo con battaglie di terra e gli americani non
sono in grado di fare battaglie di terra, perché non hanno le
palle per fare le battaglie di terra. Possono essere
equipaggiati come vogliono. Ecco perché è
necessario un intervento iraniano, perché loro a fare la guerra
come si deve sono abituati, l’hanno fatta per 10 anni contro
Saddam Hussein. Pensare di poter fare la guerra solo con i droni
e con l’intelligence o con gli aerei, non è pensabile in una
situazione di questo genere. E poi gli americani non
possono permettersi altri morti dopo l’impressionante numero di
vittime in Afganistan (anche se i numeri occultati).
Tutto, insomma, dipenderà dallo scontro, da chi vincerà lo
scontro tra Isis e Iran. L’Iran è un Paese molto strutturato,
però non è una brigata internazionale, quindi difficilmente
controllabile e non facilmente battibile. E poi continua ad
appropriarsi delle armi che altri lasciano, quindi continua a
rafforzarsi.
Bisognerebbe chiedersi perché si è arrivati a questa situazione.
L’Iraq è un paese creato cervelloticamente dagli inglesi nel
1930, che hanno messo insieme queste tre comunità che non
c’entravano niente l’una con l’altra, e solo un dittatore feroce
poteva tenerle insieme, cioè Saddam Hussein. Lungi da me
difendere Saddamh, ma avere eliminato lui ha creato prima la
guerra civile tra Sunniti e Sciiti, e oggi questa (che è
assolutamente nuova) di queste brigate internazionali che
qualcuno definirebbe del terrore. Sono radicalisti islamici che
hanno le palle piene dell’occidente, oltre che degli Sciiti,
perché sono Sunniti.
La mia idea è sempre stata che la guerra ha una sua ecologia, se
vai a metterci il dito crei sempre sconquassi peggiori di quelli
che volevi evitare. Certe situazioni hanno un loro senso, penso
alla Libia, tu hai ucciso Gheddafi, con cui avevi fornicato fino
al giorno prima e la Libia oggi è una terra totalmente
ingovernata e ingovernabile, che diventa un pericolo per i
francesi e per gli occidentali in generale, che l’hanno
aggredita.