.
Isis, forze Usa per l’Africa
“Jihadisti hanno campi
di addestramento in Libia”
•Coalizione: “L’avanzata dei miliziani è
stata fermata”
• ANCHE L'IRAN NELLE AZIONI DI
BOMBARDAMENTO AEREO, Arabia Saudita, soldi alle start up degli
ex terroristi
La coalizione contro lo Stato islamico:
"Fermata avanzata in Siria e Iraq"
La
notizia al termine di una riunione a Bruxelles. Raid iraniani
sull'Iraq. Kerry: "Va distrutta l'ideologia"
BRUXELLES - La
campagna della coalizione contro lo
Stato islamico "comincia a ottenere risultati, la sua
avanzata in Iraq e in Siria è stata fermata". E' quanto si legge
in un comunicato diffuso al termine dalla riunione ministeriale
dei 60 paesi che compongono la coalizione anti-Is in corso a
Bruxelles.
"Migliorare lo sforzo militare". "Le forze
irachene e le forze del governo regionale del Kurdistan -
prosegue la nota - con il sostegno di raid aerei della
coalizione, stanno riguadagnando terreno in Iraq". I componenti
della coalizione, che comprende Paesi occidentali e arabi,
"hanno ribadito il loro impegno a lavorare insieme su una
strategia comune, su diversi fronti e a lungo termine per
indebolire e sconfiggere l'Is". La coalizione insiste su cinque
assi nella lotta contro il gruppo jihadista: "migliorare lo
sforzo militare, fermare il flusso di combattenti stranieri,
tagliare l'accesso al finanziamento, affrontare la questione
degli aiuti umanitari e delegittimare l'Is".
Kerry, impegno coalizione si misurerà in anni.
"Riconosciamo il duro lavoro che resta da fare", ha detto il
segretario di stato americano, John Kerry al summit che si tiene
nella sede della Nato. "Il nostro impegno - ha aggiunto - si
misurerà probabilmente nel giro di anni, ma i nostri sforzi
stanno già avendo un impatto significativo". A Bruxelles, il
numero uno della diplomazia Usa ha anche incontrato privatamente
il primo ministro iracheno Haider al-Abadi, il quale ha chiesto
una grande "sostegno per riuscire a battere Daesh", l'acronimo
arabo per indicare lo Stato islamico. "Penso - ha detto il
premier iracheno - che siamo l'unico Paese del Medioriente che
sta realmente combattendo Daesh sul terreno". Di "riunione molto
importante" ha parlato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni,
che la giudica come un segnale che questa operazione "sta
facendo passi avanti". Quanto all'impegno italiano nella
coalizione, "è apprezzato e considerato utile da tutti", ha
assicurato.
Kerry: va distrutta ideologia. In appena due
mesi e mezzo la coalizione ha fatto "progressi significativi"
contro l'Is. Ne "ha fermato lo slancio" e "indebolito le
finanze" ma le azioni militari non bastano per "distruggere"
l'Is "va colpita l' ideologia", ha aggiunto Kerry.
Per il presidente siriano, Bashar al-Assad, però, i raid aerei
contro l'Isis non hanno prodotto alcun passo in avanti. "Non si
può mettere fine al terrorismo con gli attacchi aerei. Sono
essenziali le truppe sul terreno che conoscono il territorio e
possono reagire. Ecco perchè non ci sono stati risultati
tangibili nei due mesi di attacchi della coalizione", ha
aggiunto. Il regime siriano spera in un intervento militare
anche di terra contro l'Is per sconfiggere la componente più
pericolose della galassia di gruppi che lo combattono.
Raid iraniani sull'Iraq. La coalizione
internazionale anti-Is ha tenuto la sua prima riunione a
Bruxelles, proprio nel giorno in cui è trapelata la notizia che
anche i caccia iraniani sono impegnati nei bombardamenti sulle
postazioni del gruppo jihadista
in Iraq. La conferma dei raid iraniani è arrivata dal
portavoce del Pentagono, l'ammiraglio John Kirby, dopo che la tv
Al Jazeera aveva mostrato immagini di F-4 Phantom del tipo di
scui dispone Teheran sui cieli dell'Iraq. "Abbiamo indicazioni
che l'Iran ha condotto attacchi aerei contro l'Isis in Iraq
usando jet da combattimento", ha riferito Kirby a Abc News. Gli
attacchi aerei sarebbero stati condotti nei giorni scorsi contro
postazioni jihadiste nella provincia di Diyala, nell'est
dell'Iraq, al confine con l'Iran. Il portavoce del Penatgono ha
peraltro chiarito che i raid non sono coordinati con gli Usa. Da
Teheran non sono arrivate conferme, nè smentite ufficiali, anche
se il sostegno al governo a maggioranza sciita di Baghdad non è
mai stato taciuto. "Non c'è stato alcun cambiamento nella
politica iraniana di fornire supporto e consulenza alle autorità
irachene nella lotta all'Isis", ha spiegato il portavoce del
ministro degli Esteri iraniano, Marzieh Afkham. Fonti ufficiose
della repubblica islamica hanno definito la notizia dei raid
sull'Iraq "falsa e imprecisa".

|