Champions League 2014 al via: la coppa ‘democratica’ di Platini vale
1,3 miliardi
Giro d'affari astronomico per
la massima competizione europea: il grosso degli introiti andrà alle
big, a chi arriverà fino in fondo e alla Uefa. Ma anche le piccole
potranno godere di guadagni in grado di cambiare la stagione. E Juve
e Roma provano a diventar ricche
Tra cenerentole e miliardi,
riparte la Champions League 2014/2015. Che promette
spettacolo, gol, soldi. Ancora una volta il giro d’affari che ruota
intorno alla “coppa dalle grandi orecchie” è astronomico: circa
1,34 miliardi di euro, complessivamente. Che
verranno divisi in maniera molto democratica, secondo i dettami di
Michel Platini, paladino dei piccoli (che portano
entusiasmo, e anche tanti voti in sede elettorale). Così, se il
grosso degli introiti andrà ovviamente alle grandi squadre e a chi
arriverà fino in fondo, ci sarà un ricco obolo di
partecipazione per tutti, e premi di consolazione anche per
gli eliminati al primo turno, o persino ai preliminari. La
Uefa non dimentica nessuno. Tantomeno se stessa: almeno 260
milioni del totale resteranno infatti nelle casse della massima
associazione calcistica europea.
In palio, però, non ci sono solo i
milioni ma anche la gloria. E questa, quasi sicuramente, spetterà
solo alle “big”. L’anno scorso il Real Madrid è
finalmente riuscito a sfatare la maledizione della “decima”,
battendo in finale i cugini dell’Atletico. I
campioni in carica, però, hanno avuto un inizio di stagione
difficile nella Liga, e le rivali in Europa non mancano. Dal
Barcellona all’Atletico Madrid, per restare in Spagna; dal
Bayern Monaco di Pep Guardiola al Borussia
Dortmund, trasferendosi in Germania. E ancora: il Chelsea di
Mourinho, il Manchester City e il Paris Saint-Germain degli
sceicchi, il Liverpool e l’Arsenal come possibili
outsider.
Quasi sicuramente la vincitrice
uscirà da questo lotto di favorite. Le speranze italiane, invece,
sono affidate a Juventus e Roma: i
bianconeri, dopo l’era Conte trionfale in Italia e
fallimentare in Europa, si sono affidati a Massimiliano
Allegri per spiccare il volo in ambito internazionale. I
giallorossi tornano in Champions a quattro anni di distanza
dall’ultima volta, e possono stupire con il bel gioco di
Rudi Garcia. Non solo fenomeni e corazzate dal fatturato
milionario, però. Mai come quest’anno i preliminari di agosto hanno
spalancato le porte dell’Europa che conta a squadre della periferia
del calcio. Ci sarà Cipro, ad esempio: l’Apoel
Nicosia nel 2011 era riuscito ad arrivare addirittura fino
ai quarti di finale, stavolta ripetersi sarà quasi impossibile (nel
girone è stato accoppiato con Barcellona e Psg). Tornano, dopo una
lunga assenza, Bulgaria e Slovenia:
prima volta per il Ludogorets, che l’anno scorso
aveva eliminato la Lazio nei sedicesimi di Europa League e negli
spareggi è riuscita a superare ai rigori lo Steaua Bucarest
senza portiere, con il difensore Moti fra i pali.
Il Maribor,
invece, ha battuto il più quotato Celtic Glasgow, anche grazie alla
guida tecnica di Simundza, oggi allenatore in panchina, in campo nel
1999 al tempo della prima e unica partecipazione slovena in
Champions. Piccoli miracoli di calcio. Come quello del Bate
Borisov, campione di Bielorussia, che ha persino qualche
chance di qualificazione nel girone H, il più facile uscito
dall’urna di Nyon. Anche per gli svedesi del Malmoe,
avversari al debutto della Juventus, si tratta della prima volta dai
tempi della Coppa dei campioni. Il processo di “allargamento” voluto
da Michel Platini, evidentemente, procede a gonfie vele. Per tutti,
la ripartizione stabilita dalla Uefa prevede un premio di
partecipazione di 8,6 milioni di euro. A questi, si aggiungono i
proventi da diritti tv: il cosiddetto market
pool, suddiviso per nazioni in base al piazzamento nei
rispettivi campionati nazionali e il numero di partite giocate (e
qui sorridono Juve e Roma, che grazie all’eliminazione del
Napoli nei preliminari hanno visto lievitare la propria
fetta di circa 20 milioni di euro a testa).
Senza dimenticare i premi partita:
ogni vittoria nella fase a gironi vale un milione di euro,
un pareggio 500mila. Il passaggio del turno verrà ricompensato con
3,5 milioni di euro. E ancora: 3,9 milioni per chi si qualifica ai
quarti, 4,9 per chi arriva in semifinale. A giugno 2015 la vincente,
oltre alla coppa, porterà a casa anche 10,5 milioni di euro. Poi
dall’anno prossima si cambia: ci sarà una riforma dei criteri di
attribuzione delle teste di serie. E il montepremi
crescerà ulteriormente: per il triennio 2015/2018 è previsto
raggiunga quota 1,75 miliardi di euro. Una surplus
di 400 milioni di euro (pari a circa il 30%) che finirà ovviamente
nelle casse dei club (e in parte della Uefa). Per una Champions
sempre più bella. E ancora più ricca.