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Rivoluzione catastale, abitazioni rivalutate in futuro anche del 180
per cento
Via al primo decreto delegato. Calcolo in base a prezzi
di mercato e metri quadri Legge di Stabilità, emendamenti bipartisan: meno
tasse su Tfr e fondi
ROMA - Scatta l'operazione catasto, una vera e propria
rivoluzione, attesa da anni, che porterà alla revisione
delle rendite catastali di oltre 60 milioni di immobili. Al
taglio del traguardo, tra circa cinque anni, i valori
catastali potrebbero subire rivalutazioni dal 30 al 180 per
cento, ma l'obiettivo è quello di colpire soprattutto chi
fino ad oggi ha pagato di meno per case di maggior
prestigio.
Il decreto legislativo varato ieri definitivamente dal
consiglio dei ministri, dopo l'esame del Parlamento, avvia
il primo passo. Ripartono le nuove "commissioni censuarie"
provinciali: 106 organismi composti da membri dell'Agenzia
delle entrate, dell'Anci e dei professionisti (geometri,
fiscalisti, ingegneri ecc.) che avranno il compito nei
prossimi cinque anni di stimare casa per casa, capannone per
capannone, le nuove rendite catastali, misura cruciale per
calcolare l'imponibile sul quale si pagano Imu, Tasi e Irpef.
Da segnalare che il decreto prevede che non saranno
corrisposti gettoni di presenza. Il decreto varato ieri è
tuttavia solo il primo passo, importante perché le
Commissioni erano di fatto congelate dal 1989, che crea
l'infrastruttura decisionale dell'intera operazione. Il
secondo, che si attende prima di marzo del prossimo anno
quando scadranno i termini per l'esercizio della delega,
fornirà i nuovi meccanismi di calcolo che terranno conto del
valore di mercato mandando in pensione i vecchi estimi
calcolati in base ad "ingessate" zone censuarie e categorie
catastali (le famose A1, A2 ecc). Al posto del sistema
archiviato ne arriverà uno nuovo che si articolerà in tre
classi principali: abitazioni, attività produttive e
immobili ad uso sociale. Il calcolo si baserà sui metri
quadrati e non più sui vani, ma terrà conto di una serie di
variabili in grado di definire il reale valore dell'immobile
avvicinandolo al prezzo di mercato: si valuterà per definire
il nuovo "algoritmo" della presenza di scale, dell'anno di
costruzione, del piano, dell'esposizione e della
localizzazione.
Naturalmente le rendite catastali e gli imponibili fiscali
non potranno che lievitare, ma la legge delega assicura l'invarianza
di gettito: dunque ci sarà da aspettarsi un intervento
selettivo. Al traguardo gli immobili situati nelle zone di
prestigio o residenziali, con vecchie rendite catastali che
consentono un peso fiscale ancora relativamente basso,
pagheranno di più rispetto ad immobili periferici della
stessa categoria. "La riforma dovrà sanare gli squilibri che
oggi esistono, squilibri per cui due case molto simili, se
non uguali, pagano tasse differenti in virtù delle diverse
collocazioni catastali. Pur con l'invarianza di gettito
appare quindi ovvio che, domani, ci sarà chi pagherà più
rispetto ad oggi e chi meno. Ieri pagava molto chi aveva
poco e pagava poco chi aveva molto", spiega Mirco Mion,
presidente dell'Agefis, l'associazione dei geometri
fiscalisti. Secondo un recente studio della voce. info
l'applicazione dei nuovi criteri per la determinazione della
rendita determina un aumento significativo e generalizzato
della base imponibile delle imposte immobiliari, a
testimonianza della distanza tra le tariffe d'estimo e i
valori di mercato.
Nelle grandi città il rapporto tra le due rendite potrebbe
variare in un intervallo compreso tra 4 e 7. I calcoli che
vengono fatti dall'Agefis, l'associazione dei geometri e
fiscalisti, che raffrontano la media degli attuali valori
catastali (cioè l'imponibile sul quale si calcolano le tasse
da pagare) di categorie A2 e A3 (l'80 per cento del mercato)
con le stime dei nuovi valori "agganciati" al mercato,
lasciano presagire un rincaro generalizzato: si andrebbe da
una media del 30 per cento ad Aosta, fino al 180 per cento a
Bolzano e Salerno, passando per un aumento del 150 per cento
a Napoli. Prosegue intanto il cammino della legge di
Stabilità alla Camera: nel mirino l'anticipo del Tfr in
busta paga che è stato oggetto di una serie di emendamenti
di tutti i gruppi parlamentari, dal Pd, a Forza Italia a
M5S. Il Pd chiede in particolare la neutralità fiscale che
chi opta per l'anticipo rispetto a chi arriva a fine
percorso, tutti chiedono di eliminare l'aumento della
tassazione per fondi pensione e liquidazione, mentre un
emendamento del Pd chiede l'estensione della misura anche
agli statali.

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