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  INTERNOTIZIE

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FITTO PROVA LA SPALLATA AL PEDERASTA: NON MI PUO' ESPELLERE PERCHE' E' TUTTO FARLOCCO

Fitto resiste. Fitto rilancia. Fitto, il capo dei ribelli ormai vuole farlo impazzire: “Berlusconi fa finta di non capire, lui e quelli attorno che soffiano sul fuoco. Mi vuole cacciare? Non riuscirà a cacciare nessuno”. È già pronto, il ribelle, non solo alla battaglia politica, a un tour nell’Italia – a partire dall’iniziativa del 21 a Roma – all’insegna dell’“azzeriamo tutto”. È pronto pure alla battaglia in tribunale, cartoffie e carte bollate. Se Berlusconi proverà ad espellerlo: “Qua – ripete ai suoi – è tutto farlocco, pure lo statuto”. Analizzato, sottolineato, studiato già dai suoi avvocati. Carta canta. Berlusconi pare allergico pure alle regole interne.

I legali di Fitto ci guidano tra le norme. L’articolo 55 è quello che regolamenta “il provvedimento disciplinari”. Così recita: “Ogni iscritto che ritenga sia stata violata una norma dello statuto o che sia stata commessa un’infrazione disciplinare o un atto lesivo dell’integrità morale del Movimento, può promuovere con ricorso scritto il provvedimento davanti al collegio dei Probiviri competente”. Come accadde ai tempi di Fini, nell’allora Pdl. Peccato che nel passaggio dal Pdl a Forza Italia, i probiviri non siano mai stati nominati. Non ci sono. Attenzione, non è roba da poco. Perché, sempre secondo lo statuto all’articolo 52, devono essere “eletti” dal Consiglio Nazionale, procedura non breve. E senza i probiviri, è impossibile espellere qualcuno. O sospenderlo.

“Ma chi vuole cacciare”, ripete Fitto, “qua è tutto farlocco”. Tutto farlocco perché, secondo i ribelli, non è valido non solo questa o questa norma, ma lo statuto. Riesumata Forza Italia, non è stato votato da un congresso. Anzi, da quando è stata riesumata Forza Italia, non è stato fatto nessun congresso. Non è un caso che – basta andare sul sito di Forza Italia e scaricare il documento – sulla copertina c’è scritto: “Statuto di Forza Italia 1998, approvato dall’Assemblea nazionale del 18 gennaio 1997. Con modifiche apportate dal Consiglio nazionale del 4 luglio 1997, del 20/21 febbraio 1998, dal congresso nazionale del 16 aprile 1998, dal consiglio nazionale del 20 luglio 1998 e dal congresso nazionale del 27/28/29 maggio 2004”. Ecco, dopo la riesumazione, è stato mai votato? Per i fittiani no, per il cerchio magico fu approvato per acclamazione a un consiglio nazionale. Certo è che non si è fatto mai alcun congresso. “Tutto illegittimo” sostiene Fitto coi suoi. E se proprio il gioco si fa duro, ecco lo sfregio. Farlocco pure il presidente Silvio Berlusconi. Carta canta, all’articolo 19: “Il presidente del Movimento Politico Forza Italia è eletto dal Congresso Nazionale secondo le modalità previste dal regolamento”. Ma il congresso non si è fatto: “L’Epurator è abusivo” mormorano i ribelli. Abusivo e non solo. Prosegue l’articolo: “In caso di dimissioni o impedimento permanente del Presidente, il comitato di presidenza convoca il consiglio nazionale per provvede alla sostituzione temporanea”. Che si intende per impedimento? Stato di salute o pure i servizi sociali a Cesano Boscone sono impedimento.

Ecco, si affilano le armi. Casomai la rissa arrivasse in tribunale. Tragedia, farsa, chissà. Dall’epurazione alle comiche finali il passo è breve. Un azzurro ammesso a corte dice: “Berlusconi ha un solo modo per liberarsi di Fitto, perché non riuscirà a cacciarlo. Ed è quello di fondare un altro movimento, tanto il marchio Forza Italia rimane a lui”. Dal Che fai, mi cacci? al Sai che c’è, mi caccio. Qualche settimana fa, nel corso di una assemblea con i parlamentari la buttò così, quasi per gioco: “Con questa legge elettorale il centrodestra deve andare per forza unito. Sarebbe una follia andare frazionati al voto. Dobbiamo presentarci con una lista unica”. Il nome, fatto come esempio in quella sede è “Lega delle Libertà”. Pare che il nome non sia ancora stato registrato, almeno così raccontano fonti autorevoli, ma la suggestione aleggia. Prematuro, forse. Prima ci sono le regionali. Raffaele Fitto aspetta il cappotto di Forza Italia per marciare sul quartier generale. Berlusconi aspetta che Fitto perda in Puglia per dirgli che non vince neanche a casa sua. Si va avanti così, ormai è irrecuperabile. Che fai, mi cacci o Mi caccio?

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