S
<

Milan, dalla Thailandia: "Campagna mediatica contro di noi. Interesse ma per ora nessun accordo"

Il finanziere e immobiliarista Bee Taechaubol con un comunicato chiarisce la sua posizione in merito all'interesse per l'acquisizione del club rossonero: "Interlocuzioni cordiali e private tra le parti". Vertice ad Arcore: avanti con Inzaghi


MILANO
- In un duro comunicato contro quella che ritiene una "campagna stampa artificiosamente orchestrata" in Italia ai suoi danni, il finanziere e immobiliarista thailandese Bee Taechaubol nega di avere rilasciato interviste ai giornali in patria, ma ribadisce invece i concetti espressi a Repubblica sul progetto di entrare nel Milan: è interessato ad acquisire quote azionarie del club e non accetta alcuna insinuazione su presunti problemi giudiziari o sull'assenza di adeguate coperture patrimoniali. Mister B. conferma inoltre i colloqui privati con "rappresentanti dell'Ac Milan", anche se, precisa, al momento nessuna delle due parti ha assunto alcuna decisione o firmato accordi. Una presa di posizione importante, che fa seguito alle anticipazioni di Repubblica sulla valutazione di quasi un miliardo di euro (980 milioni) data da Taechaubol all'intero pacchetto azionario della società rossonera e alla sua proposta di rilevare una quota di maggioranza o in subordine di minoranza, in virtù delle notevoli prospettive di sviluppo del marchio Milan sul mercato asiatico.

Nessuna vera trattativa ma solo ''interlocuzioni cordiali e private con rappresentanti del gruppo AC Milan''. Bee Taechaubol affida ad una nota ufficiale la sua posizione sulle voci relative ad un possibile ingresso nel Milan. ''Vorrei chiarire personalmente informazioni errate o fuorvianti apparse negli ultimi due giorni sui media italiani, ribadendo al contempo di non aver mai rilasciato interviste a giornali del mio Paese - spiega il tycoon thailandese -. Non nego l'interesse per una eventuale acquisizione di quote di una squadra così prestigiosa come AC Milan, ma al momento si tratta solo di interlocuzioni cordiali e private con rappresentanti del gruppo AC Milan. Nessuna decisione da parte di entrambe le parti è stata presa né tanto meno è stato siglato alcun accordo".

Per questo motivo ''non intendo commentare le notizie prive di fondamento che alcuni giornali hanno riportato in merito alla mia situazione patrimoniale, ma se dovesse proseguire la campagna mediatica artificiosamente orchestrata per denigrarmi, non esiterei ad adire le vie legali per tutelare, oltre alla verità, la mia immagine e la mia onorabilità".

Secondo la ricostruzione del quotidiano thailandese Bangkok Post l'uomo d'affari asiatico avrebbe formulato un'offerta da un miliardo di euro per una quota di maggioranza del club rossonero. Il proprietario del gruppo finanziario Thai Prime vorrebbe controllare
più del 50% della società milanese, ma non la totalità delle azioni.

INCONTRO AD ARCORE - Oggi intanto è andato in scena un incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. In agenda ci sarebbe stato soprattutto il momento della squadra più che le evoluzioni societarie. Berlusconi ha chiesto un cambio di rotta dopo l'ennesima prestazione deludente contro l'Empoli che avrebbe dovuto essere la prima partita da vincere di un filotto agevole. Inzaghi al momento è stato confermato. Ora l'orizzonte si sposta sulla sfida col Cesena in programma domenica a San Siro. Impossibile immaginare un altro passo. Per ora Berlusconi e Galliani intendono proseguire con Inzaghi fino al termine della stagione perché ci sono già stati troppi avvicendamenti in panchina nelle ultime due stagioni. Ma, in caso di un ulteriore fallimento con i romagnoli, la posizione del tecnico rossonero potrebbe vacillare perché la situazione non accenna a migliorare. In questa eventualità, l'unica soluzione sembra quella interna con Tassotti promosso dal ruolo di vice.

 

 

Milan, offerta shock: un miliardo dalla Thailandia in tre anni

Berlusconi tentato, firmato un preaccordo. Dopo 29 anni potrebbe finire un'epoca. L'acquirente partirebbe dal 30% del club per arrivare al controllo totale in tre anni. Investendo anche sullo stadio. E il presidente resterebbe in carica. L'unico ostacolo è il geometra elettrotecnico delle vongole veraci di Monza che ha un contratto in tasca con Infront per non schiodare dal Portello. In ballo anche il nuovo stadio...

Da Bangkok con furore. E con tantissimi soldi. Ormai il dado è tratto. Dopo 29 anni di regno incontrastato (la ricorrenza cade venerdì prossimo, 20 febbraio), Berlusconi potrebbe non essere più il proprietario unico del Milan. L'ingresso di un nuovo socio, in arrivo dall'Asia secondo l'attuale legge dei mercati finanziari già sperimentata dall'Inter, è imminente e pare destinato a segnare la graduale fine di un'epoca. Dire di no a certe cifre mozzafiato, senza precedenti per il calcio italiano, sembra d'altronde impossibile: 1 miliardo di euro (più altri capitali per il nuovo stadio, se verrà realizzato) è infatti la valutazione che un gruppo thailandese di primaria importanza - l'identità è per ora coperta dal segreto - ha dato del club nel corso di una lunga trattativa a fari spenti, approdata al passo fondamentale. Il preaccordo è stato stipulato due settimane fa proprio ad Arcore, alla presenza dei rispettivi consulenti. Quello dei thailandesi, una banca d'affari mondiale, ha appunto offerto la garanzia del potenziale investimento miliardario, anche se inizialmente l'ingresso dovrebbe essere morbido, col 30% delle quote azionarie: una cifra pari, in base alla suddetta valutazione, a 300 milioni, ai quali verrebbe aggiunto il resto nei tre anni successivi grazie all'esercizio di un'opzione call, che dà diritto alla cordata asiatica di rilevare alla data stabilita la quota di maggioranza, senza che Berlusconi possa opporsi.

Il preaccordo prevede il diritto di esclusiva e mette quindi questa ricchissima offerta in pole position rispetto a quelle di eventuali concorrenti, a cominciare da Wanda, il gruppo cinese che si è assicurato il colosso internazionale dei diritti tv Infront, dopo avere già acquisito il controllo dell'Atletico Madrid. La prossima settimana è in programma l'appuntamento decisivo: i thailandesi si presenteranno in Italia, per discutere le modalità di acquisto delle quote azionarie e soprattutto la loro entità. In teoria tutto può succedere, perfino che il gruppo di Bangkok rilevi il pacchetto di maggioranza o che Berlusconi cambi idea. Tuttavia l'ipotesi più verosimile, data l'autorevolezza di garanti e mediatori da mesi impegnati a limare l'accordo, è che il nuovo scenario si concretizzi presto. Incalzato dall'implacabilità dei numeri, il nostalgico demiurgo del Milan moderno sa bene che Fininvest non può più reggere le pesanti spese calcistiche: esborsi senza i quali è ormai impossibile competere con i principali club spagnoli, tedeschi e inglesi. Quando ha firmato il preaccordo, è stato convinto ad accantonare i sentimentalismi da uomini di sua strettissima fiducia: gli hanno assicurato che gli interlocutori sono davvero in grado di cancellare i debiti con le banche (256 milioni) e il deficit (una sessantina di milioni), investendo il necessario per riportare la squadra in cima all'Europa. Un altro punto a favore è che sarà rispettato il suo ruolo di presidente. Anche le competenze della figlia Barbara sul settore marketing verrebbero salvaguardate e in particolare il progetto dell'ad della parte commerciale per la realizzazione entro il 2019 del nuovo stadio di proprietà nell'area del Portello, idea che non dispiace al Comune.

Diverso è invece il discorso legato alla parte sportiva. I candidati investitori sono abituati a staff internazionali e a distribuire le competenze. L'eventuale arrivo dei thailandesi, con un management nuovo di zecca, lascia dunque da definire la posizione di Galliani. Di sicuro il momento è cruciale, come rivelano le voci sull'interessamento dei cinesi di Wanda a un ingresso nel pacchetto azionario. Non è inverosimile il derby asiatico: Cina contro

Thailandia, con Galliani pronto a giocare di fronte a Berlusconi la carta dei sentimenti e dell'amicizia con Bogarelli, appena confermato dai cinesi presidente di Infront Italia. Per il momento si parte con Bangkok e col suo concretissimo miliardo in primissima fila. Restano sullo sfondo le vicende non esaltanti della squadra: domani all'ora di pranzo è obbligatorio digerire l'Empoli, per coltivare le flebili speranze di Europa League. In attesa che si alzi un po' di sole ad Oriente.

 

 

>