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I tuoi dati, le tue regole: ecco ArkOS e Cozy, le nuvole personali

 

Sono due startup, un'americana e una francese, con un obiettivo comune: creare uno spazio digitale sotto il tuo diretto controllo, dove conservare al sicuro le informazioni. Unica la filosofia: open source è meglio. I due fondatori parlano dei loro progetti

 

UN SERVER sotto il tuo controllo, per mettere in piedi uno spazio digitale sicuro, dove conservare le informazioni. "Facile come usare uno smartphone", è la sfida che riguarda lo sviluppo delle cosiddette personal cloud, nuvole personali. Sono l'ultima frontiera del cloud computing, cioè quella tendenza a salvare sempre più file direttamente in Rete, anziché sull'hard-disk. Un giro d'affari che solo in Italia, secondo le ultime stime dell'Osservatorio Cloud & Ict as a Service, vale 1,18 miliardi di euro. Tutto concentrato nelle mani di cinque giganti: Google, Amazon, Apple, Microsoft e Ibm.
 
Ma se oggi basta un click per accedere a gran parte dei nostri documenti, ovunque ci troviamo, è anche vero che sicurezza e privacy sono da sempre la grande lacuna delle piattaforme offerte dai big. Strumenti comodi da usare, però poco trasparenti nella gestione dei dati, immagazzinati su server esterni, per di più sparsi nei data center del pianeta. "Se usi i network service, devi chiederti come loro usano te", aveva ammonito già nel 2011, all'Hackmeeting fiorentino, il guru del software libero: Richard Stallman.
 
Così sono tanti i servizi nati per contrastare l'oligopolio e incontrare la richiesta di una maggiore riservatezza da parte degli utenti. Un'esigenza crescente, dopo lo scandalo Nsa. Uguale per tutti sia il mantra, "I tuoi dati, le tue regole", sia la  principale difficoltà da affrontare: rendere ogni nuova soluzione competitiva, soprattutto in termini di usabilità. Diverse le tecnologie usate, ma unica la filosofia: open source è meglio. Una delle proposte più interessanti e recenti è Cozy Cloud, startup francese, che ha appena raccolto ottocentomila euro e attirato l'interesse di compagnie come Mozilla, La Poste, Orange e Alcatel-Lucent. Simile per certi aspetti a Owncloud, nata nel lontano 2011, ma meno macchinosa, Cozy ha costruito una piattaforma open source che permette agli utenti di salvare applicazioni web e dati su un hardware personale. Spiega a Repubblica.it il cofondatore Benjam André: "L'attuale modello di business delle grandi compagnie è tracciare il profilo dei consumatori per vendere la pubblicità, però non bisogna dimenticare che le informazioni a loro disposizione possono essere usate anche per altri scopi come valutare la tua assicurazione sulla vita, o persino per individuare i dissidenti". André e il suo socio, Frank Rousseau, promettono di cambiare il paradigma in due modi. Da una parte, il loro software a codice aperto consente di installare sul tuo server, cioè su una macchina che sarà sempre connessa alla Rete e dotata di IP, un ecosistema di applicazioni. Sono tutte collegate tra loro e a un unico centro di raccolta dati, e comprendono: un indirizzo online, un calendario, un sistema di backup per le mail e una foto galleria. Dall'altro lato, chi non ha le abilità per configurare l'hardware può sempre prendere in affitto quello di un'azienda che ha deciso di adottare Cozy Cloud. "Nel primo caso il cliente sarà tecnicamente il solo a poter accedere alle sue informazioni, mentre nel secondo caso il contratto sarà legato esclusivamente all'hosting, non alla pubblicità, o al data mining. C'è una bella differenza. Se il patto non verrà rispettato, grazie alle abilità di sincronizzazione di Cozy, sarà molto facile spostare tutto in un'altra location. Non vogliamo un Internet dominato da pochi che decidono cos'è sbagliato (Google) e cos'è cool (Apple), ma incremenare il potere degli utenti".
 
"Più persone decideranno di trasferirsi su soluzioni cosiddette 'self-hosted' e decentralizzate, più sarà difficile per le agenzie di sicurezza nazionali, o per i malintenzionati, avere accesso alle informazioni", aggiunge Jacob Cook, 23 anni, ideatore di un progetto ancora più ambizioso. Si chiama ArkOS ed è un sistema operativo, anche questo rigorosamente open source, che chiunque potrebbe usare per sostituire tutti i servizi offerti dai colossi del web. O, almeno, questo è il suo obiettivo ultimo. Email, chat, condivisione dei file e hosting sistemati non in data center collocati chissà dove, ma in camera tua, nel tuo server, grande quanto una carta di credito. ArkOS, che deriva da Arch, una componente di Linux, è infatti disegnato per funzionare su un Raspberry Pi hardware così come su altri computer piccoli e poco costosi: Cubieboard 2, Cubietrack e BeagleBone Black. "Ho iniziato a lavorare alla startup a causa della mia esperienza da sviluppatore", ci racconta Cook. "Avevo difficoltà a ospitare i servizi sul mio server personale, così ho pensato: perché non creare un sistema operativo dedicato appositamente a questo tipo di esigenza? In seguito abbiamo anche sviluppato un'interfaccia grafica, Genesis, dove c'è un app store che consente di installare e controllare una grande varietà di piattaforme e siti web. Grazie ad ArkOS l'utente potrà scegliere di esporre certi servizi a internet, in modo da renderli accessibili anche quando sarà fuori di casa, attraverso il suo dominio personale, o qualunque servizio di cloud decida di usare".

Tutto è ancora in fase beta, sia chiaro, il che rende difficile valutare l'effettiva potenzialità del sistema, soprattutto per quel che riguarda il tasto spesso dolente: la facilità d'uso. Una versione adatta a un pubblico più vasto dovrebbe essere pronta entro l'anno, spera Cook. Ma intanto a crederci sono stai in tanti. Basti pensare che per finanziarsi il 23enne canadese ha scelto il crowdfunding, raccogliendo ben 53 mila dollari, a fronte dei 45 mila richiesti. Una scelta non casuale: "Abbiamo deciso di non accettare soldi dai venture capitalist, in modo da non permettere alcuna ingerenza nelle nostre politiche", spiega. Il suo modello di business prevede, invece, di vendere alcuni servizi aggiuntivi: "Ad esempio stiamo pensando di introdurre un sistema di backup con la cifratura end-to-end, grazie a cui gli utenti potranno archiviare i backup dei loro servizi e ripristinarli in caso di eventuali problemi. Ci sarà un costo nominale per queste prestazioni che ci aiuteranno a supportare lo sviluppo del sistema operativo nel suo insieme". La priorità? Cook assicura: "È dare agli utenti pieno potere sui loro dati. Se vogliono mantenerli privati al cento per cento e non condividerli con nessuno, devono avere il diritto di poterlo fare".

Gioco d'azzardo, l'italiana Gtech acquisisce Igt per 4,7 miliardi di euro

L'ex Lottomatica trasferisce la sede fiscale nel Regno Unito, dove sorgerà una nuova società che incorporerà le attività italiane e Usa. Salta la quotazione a Milano, i titoli della newco saranno scambiati solo a Wall Street

ROMA - La ex Lottomatica fa shopping negli Stati Uniti ma si prepara a salutare l'Italia, almeno per quanto riguarda la residenza e il mercato azionario di riferimento. Gtech (ex Lottomatica) ha infatti siglato un accordo da 4,7 miliardi di euro per l'acquisizione di International Game Technology (Igt), leader globale nel settore dei casinò e del social gaming con sede a Las Vegas, in Nevada.

Si completa così l'evoluzione di Lottomatica verso la dimensione internazionale. Poco più di un anno fa, la società controllata al 59,5% dalle famiglie Drago-Boroli attraverso DeA Partecipazioni e De Agostini, aveva cambiato il nome assumendo quello della controllata americana, proprio per rimarcare il tentativo di internazionalizzare il business. Ora il passaggio definitivo, che significa appunto un parziale addio all'Italia.

Ricalcando per certi versi quanto sta avvenendo per Fiat e Chrysler, Gtech e la "preda" Igt confluiranno in una holding di nuova costituzione di diritto inglese; nel Regno Unito sarà fissata anche la residenza fiscale del gruppo. La holding inglese avrà sedi operative a Roma, Las Vegas e Providence, ma sarà quotata solamente a Wall Street: le azioni di Igt verranno ritirate dal Nyse e lo stesso accadrà per quelle di Gtech, che non scambieranno più a Piazza Affari: sul mercato borsistico italiano verranno meno 3,3 miliardi circa di capitalizzazione.

Passare dall'altra parte dell'Atlantico

consentirà a Gtech di rifinanziare il suo intero indebitamento a tassi più convenienti, investire in dollari sfruttando la debolezza della valuta Usa rispetto all’euro, diversificare nel segmento delle slot machine che è più redditizio e acquisire la leadership nel mercato Usa dei giochi, un Paese che a differenza dell’Italia ha ancora grandi potenzialità di crescita.

Per ogni azione ordinaria di Igt, i loro azionisti riceveranno 13,69 dollari in contanti e 0,1819 azioni di questa nuova società (con cambio soggetto ad aggiustamento), per un importo complessivo di 18,25 dollari per azione. Agli azionisti di Gtech verrà assegnata una nuova azione ordinaria della newco per ogni azione Gtech posseduta. L'operazione prevede inoltre un meccanismo opzionale per gli azionisti Igt che potranno scegliere di ricevere un corrispettivo tutto in azioni, tutto in contanti o misto, secondo i criteri di ripartizione previsti nell'accordo di fusione (75-25%).

Il valore complessivo dell'operazione è di circa 6,4 miliardi di dollari (4,7 miliardi di euro, al cambio di 1,36), comprensivi della stima di circa 1,75 miliardi di dollari (1,29 miliardi di euro) di debito netto esistente in Igt. Per gli azionisti ci sarà la possibilità di recedere e la condizione perché l'operazione vada a buon fine è che il numero di azionisti che chiedono il recesso non superi il 20%.

Se nessun azionista eserciterà il recesso, gli attuali soci di Igt e Gtech deterranno, rispettivamente, circa il 20% e l' 80% delle azioni ordinarie di NewCo, mentre la quota di De Agostini sarà pari al 47%. La famiglia e Igt hanno siglato un patto parasociale con il quale si impegnano a sostenere il progetto e non cedere azioni per un periodo di tempo. E' previsto anche un piano d'incentivazione alla stabilità dell'azionariato: gli azionisti della newco che terranno i titoli per tre anni potranno ricevere un'azione speciale che avrà 0,9995 diritti di voto.

L'operazione prevede che Igt si fonda in una nuova società Usa, controllata dalla Newco inglese, mentre in Italia si creerà una società di diritto italiano (sempre controllata dal Regno Unito) nella quale confluiranno le attività e le concessioni tricolori, per non toccare l'operatività della società. Si prevede - spiega il comunicato di Gtech - "che entro il terzo anno dal perfezionamento della fusione si possano generare oltre 280 milioni di dollari (oltre 200 milioni di euro) di sinergie annue". 

"L'operazione", annuncia ancora Gtech, "crea un'azienda leader a livello mondiale nell'intera catena del valore nel settore dei giochi, con un posizionamento unico per capitalizzare le opportunità nei diversi settori del mercato globale". Il gruppo risultante dalla fusione avrebbe più di 6 miliardi di dollari di ricavi e più di 2 miliardi di dollari di ebitda (margine operativo lordo) sulla base dei dati aggregati degli ultimi 12 mesi al 31 marzo 2014, a tassi di cambio correnti.

Gtech prevede di concludere l'operazione nel primo semestre del prossimo anno; la società italiana finanzierà la parte in contanti del corrispettivo attraverso una combinazione di disponibilità liquide e di nuovi finanziamenti. Gtech ha ottenuto impegni vincolanti a tal fine per un totale di 10,7 miliardi di dollari da Credit Suisse, Barclays e Citigroup, incluso il rifinanziamento di parte del debito esistente.

 

 

 

 

 

NO AI LADRI DI DEMOCRAZIA - FIRMA
Rodotà: 'Governo padrone senza controlli'
 

 

Il giurista: 'Rischiamo accentramento dei poteri e limitazione della partecipazione dei cittadini'
45mila sì all'appello. Aderiscono anche Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare e Salvatore Settis

Le controriforme dell'Italicum e del Senato, concordate dal governo con Berlusconi consentono a un pugno di capi-partito di continuare a nominarsi i deputati, aboliscono l'elezione dei senatori ed espropriano i cittadini dei referendum (non più 500mila, ma 800mila firme) e delle leggi di iniziativa popolare (non più 50mila, ma 250mila firme). Chiediamo ai presidenti Napolitano, Grasso, Boldrini e Renzi di sostenere solo riforme che rispettino lo spirito dei Costituenti, per una vera democrazia partecipata

 

 

Riforme, oltre 7mila emendamenti al ddl
Voto in Aula verso rinvio (diretta video)

Riforme, oltre 7mila emendamenti al ddl Voto in Aula verso rinvio (diretta video)
 
Opposizioni scatenate sul ddl del governo: 6mila proposte di modifica di Sel, centinaia dai "minzoliniani" (leggi). Il voto potrebbe quindi slittare almeno alla prossima settimana . Il timore di Renzi 'B. può non bastare. Si rischia su Italicum'
 
Il timore di Renzi  'B. può non bastare Si rischia su Italicum'
 
Il premier ha paura che Forza Italia non superi le continue sollecitazioni soprattutto in tema di legge elettorale

 

 

 

 

 

 

 

 

SE LA JUVENILIA CALA IL TRIS IL CAMPIONATO ITALIOTA E' GIA' CONCLUSO AD AGOSTO !!!

 

Juventus, pronto il tris di colpi. E' fatta per Morata, Iturbe ed Evra

Affari definiti, nelle prossime ore sono attesi gli annunci. Lo spagnolo: ''Non vedo l'ora di essere a Torino''. Per l'argentino Agnelli staccherà un assegno da 27 milioni. Si chiude anche per l'esterno francese

TORINO - Morata, Iturbe ed Evra. La Juve cala il tris. E il suo attacco parla sempre più spagnolo. Il bomber in arrivo dal Real Madrid si dice pazzo della sua nuova Signora, l'unica che non potrà mai fare ingelosire la bella fidanzata Maria Pombo. "Sono entusiasta della scelta, non vedo l'ora di andare a Torino, mi hanno detto che è una bella città", ha dichiarato a Marca.es Morata, che a breve diventerà il terzo spagnolo della storia bianconera dopo Del Sol e Llorente. "Non ho ancora potuto parlare con Fernando - prosegue l'attaccante 21enne -, ma è sempre bene conoscere qualcuno quando si cambia squadra".

MORATA, VISITE E FIRMA IN VISTA - La trattativa tra la Juve e il Real Madrid è ai dettagli finali. Il cartellino costerà 18 milioni più 5 di bonus ai bianconeri, che verseranno a Morata 2,2 milioni netti a salire, più soliti bonus per le prossime quattro stagioni con opzione per la quinta. Non resta che definire l'entità dell'ormai famosa clausola di "recompra" in favore degli spagnoli: le merengues propongono di fissarla intorno ai 25 milioni, la Juve ne vorrebbe 35, l'intesa si troverà con tutta probabilità a 30.
Ormai è questione di giorni, se non ore. Entro il fine settimana Morata sarà a Torino per le visite e la firma. E tra lunedì e martedì prenderà possesso del suo armadietto a Vinovo: con tutta probabilità sceglierà quello al fianco del connazionale Llorente, pure lui fidanzato con una bella Maria (Lorente, con una sola "L"), pure lui sedotto da una certa Signora.

ITURBE, AFFARE DA 27 MILIONI -
E' vicina ai titoli di coda anche la telenovela-Iturbe, nonostante l'ultimo rilancio dell'Atletico Madrid a quota 27 milioni di euro, 2 in più della prima offerta avanzata dai Colchoneros, che prevedeva anche il prestito dell'attaccante brasiliano Baptistão. Ma, come abbiamo anticipato mercoledì, il paraguaiano naturalizzato argentino è ormai a un solo passo dalla Juve: la trattativa verrà perfezionata all'inizio della prossima settimana. Decisiva per convincere il Verona la ferma volontà del giocatore di trasferirsi a Torino, nonché l'ultima offerta bianconera da 25 milioni più 2 di bonus. Si tratterebbe del più grande investimento nella gestione Andrea Agnelli: è dai tempi di Diego e Felipe Melo che in corso Galileo Ferraris non vengono staccati certi assegni.

EVRA, ACCORDO RAGGIUNTO -
Più simile a un cortometraggio che a una soap opera, invece, l'operazione-Evra. L'accordo con il Manchester United è stato raggiunto: al club inglese vanno circa 1,5 milioni di euro, mentre il difensore firmerà un biennale intorno ai 3,5 milioni. L'annuncio è atteso per lunedì. Torino e Conte aspettano anche lui.

 

 

 

 

 

 

L'ex capitano della Juventus apre a un trasferimento in Scozia: "Già due anni fa proposta interessante, andrei volentieri''. L'ex Chelsea pronta a firmare un biennale con i giallorossi. E su Iturbe c'è l'inserimento dell'Atletico Madrid. Inter scatenata, ecco Medel

Mercato, suggestione Celtic per Del Piero. Roma a un passo da Eto'o

ROMA - Svincolati di lusso. Alessandro Del Piero e Samuel Eto'o sono attualmente senza contratto dopo le esperienze rispettivamente in Australia e al Chelsea ma, nonostante l'età, hanno ancora molte offerte da valutare. L'Inter è attivissima e, dopo M'Vila e Dodò, è vicinissima al cileno Medel. Sempre in piedi l'asta per Iturbe tra Juventus e Milan, ma c'è l'inserimento dell'Atletico di Madrid di Simeone.

DEL PIERO APRE AL CELTIC - Secondo il tabloid inglese 'The Sun'l'ex capitano della Juventus, finita l'esperienza biennale in Australia, sarebbe molto vicino ai campioni di Scozia del Celtic, in cerca di un rinforzo di fantasia in attacco dopo l'addio di Samaras. "Due anni fa la proposta era interessante e potrebbe esserlo ancora - ha confessato Del Piero -, sarebbe bello discuterne di nuovo, a Ronny Deila (manager del club scozzese) dico chiamami e parliamone, qui c'è il mio numero di telefono. Il Celtic è una grande squadra e mi piacerebbe giocare in Scozia". E così, per un gioco del destino, Del Piero potrebbe ritrovare la Juventus da avversaria in Champions League.

ROMA E INTER SCATENATE - In Italia attivissime la Roma e l'Inter. I giallorossi, dopo l'ufficializzazione di Ashley Cole, è pronta a piazzare un altro colpo a parametro zero, sempre dal Chelsea. Si tratta di Samuel Eto'o, svincolato dopo l'esperienza ai Blues di Mourinho. Sull'attaccante camerunense ci sono offerte milionarie dalla Cina e dalla Turchia, ma la proposta di Sabatini lo alletta non poco. Si parla, infatti, di un contratto di due anni da 3,7 milioni (più bonus) a stagione. E intanto, sempre in tema di svincolati, è imminente la firma di Urby Emanuelson. Anche l'Inter ha dato una drastica accelerata al proprio mercato. Dopo gli arrivi di M'Vila e Dodò proprio dalla Roma (già svolte le visite mediche), i nerazzurri sono vicini a piazzare un nuovo colpo. Si tratta di Gary Medel, jolly cileno del Cardiff, che può giocare sia in difesa che a centrocampo e che è stato uno dei punti di forza della nazionale di Sampaoli al Mondiale in Brasile. Ceduti al Cagliari Benedetti e Longo, i nerazzurri andranno poi alla ricerca di una punta. In cima alla lista del dt Ausilio ora c'è Osvaldo, rientrato al Southampton dopo il prestito alla Juventus, ma con le valigie in mano destinazione Milano. Ed anche Biabiany resta un nome caldissimo.

ITURBE, SPUNTA L'ATLETICO MADRID - Sembrava un testa a testa, invece l'asta per assicurarsi Juan Iturbe sembra allargarsi. Juventus e Milan, infatti, devono vedersi dall'inserimento deciso dell'Atletico Madrid di Simeone. Il club spagnolo è pronto a offrire al Verona 25 milioni di euro per il talento ex Porto, denaro fresco dopo la cessione di Diego Costa al Chelsea. La Juventus, che sembrava in vantaggio, si è momentaneamente concentrata sulla trattativa con il Real Madrid per Alvaro Morata, che vuole solo Torino. Mentre il Milan deve prima pensare alle cessioni (Robinho, Matri e Niang su tutti) prima di poter spendere cifre alte. Intanto Galliani ha pronta l'alternativa, che è Alessio Cerci del Torino, meno caro rispetto a Iturbe. Intanto, dopo il vertice tra Berlusconi, Galliani e Inzaghi, è vicinissimo l'acquisto del croato Vrsaljko dal Genoa.

GLI ALTRI AFFARI - La Sampdoria guarda in casa dell'Inter. Il club blucerchiato infatti ha fatto una proposta ai due ex nerazzurri Samuel e Cambiasso. Più alte le speranze per il difensore centrale. Per l'attacco si pensa a Bergessio, soprattutto ora che il Catania ha preso ufficialmente Calaiò. Gilardino ha accettato l'offerta milionaria del Guangzhou e volerà in Cina, il Genoa per sostituirlo ha scelto Matri. Amauri ha diverse offerte dal Brasile, ma sembra orientato a restare a Parma, dove potrebbe arrivare lo svincolato Dossena e tornare Schelotto nella trattativa Biabiany-Inter. L'Atalanta ha riscatto Benalouane e ora potrà prestare Nica (e Lucchini) al Cesena. La Lazio ha in prova il terzino sinistro e Braafheid ed è sempre in vantaggio sull'Inter per Astori. Infine Miccoli ha rinnovato per un altro anno il suo contratto con il Lecce.

 

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