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Germania, contabile di Auschwitz chiede perdono: "Sapevo di camere a gas"

A 70 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, Oskar Groening, 93 anni, al processo a suo carico, ha riconosciuto di sentirsi "moralmente colpevole" per lo sterminio nei lager nazisti. Accusato di complicità in 300mila omicidi aggravati, rischia dai 3 ai 15 anni

LUENEBURG (Germania) - Dieci anni fa, in un lungo colloquio con lo Spiegel, Oskar Groening, più conosciuto come il "contabile" di Auschwitz, aveva definito il suo ruolo nel campo di concentramento nazista come quello di una "ruota in un ingranaggio". Oggi, al processo che si è aperto a suo carico a Luneburg, 70 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Groening, 93enne, ha chiesto "perdono" alla corte e ai sopravvissuti presenti in aula e ha riconosciuto di sentirsi "moralmente colpevole" per lo sterminio nei lager nazisti.

"Per quanto mi riguarda non vi è alcun dubbio che io condivida questa responsabilità", ha detto Groening ai giudici, riconoscendo che era consapevole che gli ebrei venissero uccisi nelle camere a gas. "Vi chiedo perdono. Ora sta a voi decidere della mia colpevolezza legale". Accusato di "complicità in 300mila omicidi aggravati", l'ex Ss rischia da tre a 15 anni di carcere.

Oskar Groening sarà certamente uno degli ultimi nazisti - se non l'ultimo in assoluto - ad essere giudicato in Germania per il suo servizio, prestato dal 16 maggio 1944 all'11 luglio 1944. Durante questo periodo vennero deportate circa 425.000 persone nel campo di sterminio nazista, di cui almeno 300.000 sono morte nelle camere a gas.

Allora membro delle Ss, Groening era incaricato di contabilizzare i soldi ritrovati nelle valigie dei prigionieri e di trasferirli alle autorità naziste a Berlino. L'accusa gli contesta di aver aiutato "il regime nazista a trarre profitti economici da omicidi di massa", inviando il denaro ritrovato a Berlino, e di avere assistito alla "selezione" all'ingresso del campo dei deportati giudicati in grado di lavorare e di quelli destinati a morte immediata. In particolare, secondo la procura, nascondendo i bagagli accumulati dai precedenti convogli per sottrarli alla vista dei nuovi arrivati, avrebbe evitato che si seminasse il panico tra le "matricole" di Auschwitz, assicurando il funzionamento senza problemi del meccanismo di sterminio.

Subito dopo il suo arrivo nel campo, nel novembre 1942, Groening -  ha raccontato lui stesso - vide un guardiano uccidere un bimbo lasciato solo nei pressi dell'ingresso, afferrandolo per i piedi e sbattendolo contro un vagone del treno appena giunto. "Avrei dovuto prendere una pistola e salvare quel bimbo?", ha chiesto il 93enne, ricordando che tre settimane dopo udì grida spaventose dalla camere a gas.