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FALLIMENTI A CATENA, RICORDIAMO CHE IL SIENA CALCIO FU COINVOLTO PESANTEMENTE IN SCOMMESSOPOLI E CHE NE E' USCITO,GRAZIE ALLO SCONTIFICIO TNAS, CON UNA PACCA SULLE SPALLE.Lo sport non abita più a Siena: dopo la Mens Sana fallisce anche la Robur

LA SITUAZIONE - Il calcio – esposto per 51 milioni di euro con Mps e 12 con i fornitori – si eclissa in realtà per molto meno. Il numero chiave è sette, quanti i milioni di arretrati, tra stipendi e contributi relativi al 2014, da versare in questi giorni, dopo il primo pronunciamento negativo della Covisoc lo scorso 11 luglio. Ma i documenti riguardanti il saldo delle inadempienze amministrative e le fideiussioni non sono giunti nella sede dell’organo di controllo. E anche la Robur è andata ko. Il Siena avrebbe dovuto partecipare al prossimo campionato di Serie B, invece il Consiglio Federale del 18 luglio prenderà atto del mancato ricorso e ratificherà la scomparsa del club, costretto ora a ripartire dalla D o dall’Eccellenza. Ma anche questa è una corsa contro il tempo perché resta mezzo milione di euro da trovare in quindici giorni per mettere in piedi una società che possa giocare in un campionato dilettantistico.

IL TENTATIVO IN EXTREMIS - L’annuncio dell’addio al calcio professionistico è stato dato sul sito del Siena Calcio, di proprietà della famiglia Mezzaroma, secondo cui “nonostante i molteplici tentativi svolti al fine di procurare l’iscrizione della squadra alla nuova stagione non è stato possibile conseguire detto obiettivo”. Una mano avrebbe dovuto darla un fondo internazionale con sede in Svizzera, tramite la società Limpida Sagl. “Tempi tecnici”, afferma il mediatore Daniele Casella, avrebbero impedito il salvataggio in extremis della Robur, che dall’alba del 2000 si era stabilmente inserita nell’élite del calcio italiano rialzandosi all’istante dal primo scivolone in Serie B.

DODICI ANNI DI GLORIA - Lo storico sbarco in Serie A avviene nella stagione 2002/03 sotto la proprietà dell’imprenditore Paolo De Luca, la guida tecnica di Giuseppe Papadopulo e le sgroppate di Rodrigo Taddei, allora sconosciuta ala brasiliana. Siena conquista sette salvezze conseguite, prendendosi anche la soddisfazione di sgambettare una big come l’Inter, rimandandone la vittoria scudetto nel 2008/09. Ma a metà del successivo campionato, il pacchetto azionario passa nelle mani della famiglia d’imprenditori edili Mezzaroma e sei mesi dopo i bianconeri retrocedono. La caduta è un attimo, così come il ritorno in A grazie all’ingaggio di Antonio Conte, che dopo l’esperienza senese spiccherà il volo verso la panchina della Juventus, abbandonata nelle stesse ore in cui è scomparso il Siena. Due salvezze, le semifinali di Coppa Italia nel 2012 e un nuovo crollo. Nulla di traumatico, se paragonato a oggi.

DUE ADDII IN 7 GIORNI - Ora esplode sul web la rabbia dei tifosi, vibrante e forte come la preoccupazione in una città che negli ultimi quindici anni era diventata un’isola felice nel panorama sportivo italiano. Insieme alla Robur, infatti, anche la pallacanestro aveva raggiunto vette sconosciute per poi ritrovarsi nei guai. La Mens Sana, inondata di milioni dalla banca senese, ha vinto il primo scudetto nel 2004 e sette di fila tra il 2007 e il 2013, ha coltivato il coach della nazionale Simone Pianigiani e si è imposta anche in Europa. E poche settimane fa ha sfiorato il nono trionfo, nonostante una situazione già compromessa. A febbraio, infatti, la società era stata messa in liquidazione dopo la mancata approvazione del bilancio, in perdita per quasi 5 milioni e mezzo di euro. E sui perché del crac pende anche l’indagine Time out della procura senese, che a maggio ha portato agli arresti domiciliari l’ex dirigente Ferdinando Minucci. Tra il 2006 e il 2012, secondo i magistrati, la società avrebbe alterato conti e bilanci con una serie di acrobazie finanziarie, che ilfattoquotidiano.it aveva in parte anticipato nel gennaio 2013. L’addio della Mens Sana era stato uno schiaffo al ‘groviglio armonioso’, ricetta apparentemente vincente del microcosmo senese, oggi definitivamente steso dalla scomparsa del calcio. Il tramonto in piazza del Campo non era mai stato così nero.

 

La società bianconera, fondata nel 1904, non è riuscita a rispettare le scadenze per l'iscrizione al campionato di serie B. Per la città del Palio si chiude un decennio di sport ad alti livelli: dopo il basket perde anche la squadra di calcio

SIENA – Decenni di storia cancellati, con un colpo di spugna, in pochi giorni. Lo sport professionistico non abita più a Siena. La situazione era disperata, ma adesso la mancata iscrizione della Robur al campionato di serie B ha sancito definitivamente la fine di un decennio vissuto ad altissimi livelli da una piccola città arrivata a competere con colossi italiani ed europei. Il risveglio dal sogno, però, è stato brusco. Prima il fallimento della Mens Sana Basket, vincitrice di otto scudetti (sette consecutivi) negli ultimi undici anni, poi la corsa contro il tempo per salvare il Siena calcio che si è conclusa senza il lieto fine.

IL COMUNICATO DEL CLUB  – “Nonostante i molteplici, assidui tentativi svolti al fine di procurare l’iscrizione della squadra alla nuova stagione calcistica, non è stato possibile conseguire detto obiettivo, sebbene molteplici siano stati gli sforzi profusi e le aspettative riposte nelle plurime trattative intercorse con i soggetti dichiaratisi potenzialmente interessati al subentro nell’assetto proprietario della Società”, si legge in uno stralcio del comunicato stampa emesso dall’ultracentenario club bianconero. Se per la Mens Sana, dopo l’indagine che ha portato all’arresto dell’ex presidente Ferdinando Minucci per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, il fallimento era ormai scontato, per il Siena Calcio i tifosi hanno sperato fino in fondo nel salvataggio. Venerdì scorso sembrava tutto fatto per il passaggio di proprietà a favore di un fondo svizzero: i versamenti per il pagamento degli stipendi dei tesserati e la fideiussione richiesta per l’iscrizione però non sono mai arrivati.

LO SPORT SPECCHIO DI UNA CRISI PIU’ AMPIA -  Siena vede così riflettersi nello sport una crisi di più ampio respiro che ha investito tutta la città minando le fondamenta di istituzioni che in passato erano state esempio di eccellenza e modello da seguire. In pochi anni però, tra falsi in bilancio, operazioni finanziare scriteriate e pessime gestioni amministrative, è crollato tutto, tanto da indurre i nuovi vertici del main sponsor Monte dei Paschi a tagliare ogni finanziamento alle principali realtà sportive cittadine. A questo vanno aggiunte le responsabilità di chi ha gestito le due società, accumulando debiti insostenibili e vivendo all’ombra della Banca, senza mai cercare di rendersi autosufficienti. Adesso è il momento di guardare al futuro per gettare le basi di una lenta rinascita.

SI RIPARTE DAL BASSO
– La Mens Sana ripartirà dalla quarta serie, la Robur invece deve cercare di formare in tempi brevi una nuova compagine societaria, nella speranza che le istituzioni cittadine abbiano pronta una soluzione alternativa per non far scomparire del tutto il calcio a Siena. Sta di fatto che il danno, anche a livello sociale ed aggregativo, è enorme. A pagare le conseguenze, infatti, saranno perfino le piccole società dilettantesche che grazie alla sinergia con Siena e Mens Sana e all’aiuto di Banca Mps avevano finora garantito una capillare attività sportiva in tutta la provincia.

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