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  INTERNOTIZIE

Nel Kurdistan siriano liberato dall'Is (14-08-15)

Nel Kurdistan siriano liberato dall'Is

Reportage esclusivo di Repubblica dalla città di Hassaké all'indomani della cacciata dei miliziani islamici da parte delle forze armate curde: devastazione, mine nascoste tra le case e testimonianze raccapriccianti. "Una bambina superstite ci ha raccontato di essere stata costretta ad assistere alla decapitazione di tutti i membri della sua famiglia", rivela Mike Enright, volontario inglese che combatte da 5 mesi contro i jihadisti. "Non sono l'unico straniero, insieme a me - dice - c'è anche un italiano"

HASSAKE' (SIRIA) - "Il racconto di una bambina di cinque anni, testimone delle barbarie dell'Isis, è un colpo al cuore. Non si può restare indifferenti a una cosa così." Mike Enright, "foreign fighter" inglese, racconta ciò che ha visto e sentito dopo essere stato nella zona attorno alla città di Hassaké che dal 3 agosto è stata liberata dai curdi dello Ypg/Ypj. Dal 2012 è stata in mano agli uomini del Califfato. L'hanno strappata al regime di Assad, poi la coalizione con i suoi raid aerei e l'azione continua sul terreno delle milizie curde hanno permesso che la città, centomila abitanti, fosse liberata.
 

Reportage da Hassaké, la città del Kurdistan siriano strappata all’Is


"Il 2 agosto ci siamo spinti fino oltre il quartiere di Nashwa per completare la bonifica dell'area dalla presenza dell'Is. Lì ho trovato oltre a qualche anziano questa bambina. Istintivamente le ho chiesto cosa stesse facendo in quell'inferno e lei ha risposto che era l'unica a essere sopravvissuta al massacro. E' stata costretta ad assistere a quanto stava accadendo. Ha dovuto guardare mentre i miliziani dell'Is sgozzavano sua madre. Prima hanno tagliato la testa agli zii e gliel'hanno appoggiata sulla pancia". E' una delle strategie dell'Is, questa di diffondere il terrore. Non solo usando il web e il meglio della tecnologia di cui hanno disposizione, ma anche usando il "passaparola". E' l'unico motivo che gli spinge a lasciare qualche superstite.

Entriamo a Hassak che sono passati due giorni dalla sua liberazione. Nel quartiere di Nashwa abitava circa metà della popolazione di questa città. Nulla è rimasto in piedi, tutto è andato distrutto. Ospedali, scuole, abitazioni, non è rimasto in piedi niente. Prima di andarsene dalla città quelli dell'Is hanno minato case e strade e portato via tutto quello che può essergli utile. Soprattutto dagli ospedali. Uno scenario apocalittico quello che ci si presenta di fronte. Attraversare la città, soprattutto questa parte devastata, non è semplice ma è un'occasione per raccogliere testimonianze dirette sulle conseguenze di questo conflitto. L'acre odore di bruciato non smette mai di farsi sentire. Ci sono circa cinquanta gradi, un caldo insopportabile. I guerriglieri curdi si riposano sotto un mosaico enorme di Hafiz al-Asad, il padre di Bassar, che nonostante tutto controlla ancora una parte del paese con il suo esercito. E' il confine ultimo della città. Poche centinaia di metri più in la il fronte di guerra. Si sentono i suoni del conflitto, esplosioni incessanti. Il rombo dei caccia che squarciano il cielo. Lo scenario contrasta con quanto s'incontra quando si comincia a uscire dal quartiere di Nashwa e si passano le trincee. Si giunge così alle porta della città, controllata dai curdi che verificano i documenti di tutti quelli che transitano. Sono tantissimi quelli che tornano indietro. In migliaia stipati su auto, camion e pure in moto che trasportano tutto ciò che hanno e finalmente possono riprendere possesso delle loro abitazioni. Chi ne ha ancora una.


Alcuni negozi hanno riaperto le serrande dopo mesi, c'è perfino chi esce in strada con quel poco di merce che ha da vendere. Si vede qualche commerciante di frutta, piano piano si cerca di tornare alla normalità. C'è però il problema delle mine. I miliziani islamici ne hanno lasciate ovunque, com'era stato a Kobane, provocando la morte di diverse persone anche dopo la fine dell'assedio. Un rischio che si corre anche qui a Hassaké dove, ad sesempio, hanno lasciato ordigni tra i divani o nei frigoriferi delle case di coloro che sono fuggiti. Rappresaglie e vendette che compiono ogni volta che i bombardamenti della coalizione e le incursioni dei combattenti curdi li costringono a lasciare le loro posizioni. Anche le falde acquifere sono volontariamente inquinate dagli uomini in nero.

A combattere contro l'Is ci sono molti occidentali come Mike. La sua storia è molto particolare. Nato a Manchester, da giovane è nell'entourage degli Smiths, la celebre rock band degli anni Ottanta. Poi si dà al cinema dove fa qualche apparizione in piccoli film, ma nulla di significativo. Si trasferisce negli Usa e da lì la folgorazione per la causa curda. Sono cinque mesi che è qui. "Ci sono diversi occidentali - racconta ancora Mike - che combattono qui come me. Non si può restare con le mani in mano ad assistere ai massacri che compie l'Is. Così ho scelto di venire a combattere. Sono cinque mesi che sono qui. Ho incontrato anche degli italiani sai? C'è in particolare un ragazzo, molto in gamba. Non conosco il suo nome ma so che in Italia ha lasciato un figlio. E' pronto per combattere".

Dopo Karim Franceschi,
il giovane di Senigallia che ha combattuto a Kobane e Alessandro De Ponti, il ragazzo di Bergamo che è rimasto ferito e che è rientrato da qualche settimana, c'è quindi un terzo combattente italiano nel Rojava, il cantone siriano quasi completamente in mano ai curdi. "E' una guerra - rincara Mike - di cui nessuno parla, dove i curdi che da anni subiscono soprattutto dai turchi vessazioni, ora si trovano tra due fuochi. A Nord si devono guardare dalla Turchia, che sta attaccano le postazioni curde, a sud e nel resto del territorio c'è l'Is. Sono migliaia le persone rimaste uccise. Molte donne e bambine invece sono state rese schiave e vendute ai califfi. Sono le donne a subire le violenze peggiori, stupri e torture". Questo accanimento contro le donne in una terra come quella del Rojava, dove sono proprio loro le protagoniste della svolta curda, colpisce ancora di più. La proposta politica dell'Is, se così la possiamo definire, cozza completamente con quel modello di società libertario e paritario che giorno per giorno stanno cercando di costruire i curdi in questa parte di Siria. Le donne sono sempre più al centro di questo progetto, combattono e partecipano alla vita politica. Ma allo stesso tempo sono le vittime principali del conflitto. Una generazione intera di bambini inoltre è cresciuta sotto i colpi di mortaio o in fuga con mezzi di fortuna. La principale preoccupazione di chi vive queste terre è quella di aiutare questi piccoli a superare i traumi. Il sostegno psicologico ai minori è una delle attività in cui investono maggiormente i curdi nei campi profughi sparsi per la Siria. Proprio per ovviare a situazioni come quelle che ha raccontato Mike Enright.

Calciomercato, Milan punta Romagnoli e la Roma vuole Dzeko – Tutte le trattative AL 12 LUGLIO 2015

Calciomercato, Milan punta  Romagnoli e la Roma vuole Dzeko – Tutte le trattative

 
La Lazio incassa 6 milioni come indennizzo per l'affare Zapata: Borini sempre più vicino. Galliani non smette di sognare Ibra, Sabatini deve vendere prima di comprare. Inter tra Salah e Jovetic mentre il Liverpool ha un problema: nessuno vuole Balotelli

I soldi del Monaco per strappare Alessio Romagnoli alla Roma e continuare a sognare Zlatan Ibrahimovic. Il volo di Sabatini per portare Edin Dzeko nella Capitale, mentre sull’altra sponda del Tevere si punta a chiudere per Fabio Borini. É un puzzle di tessere concatenate quello che sta andando in onda tra Monaco, Milano e Roma. Nel frattempo all’estero il Liverpool non trova acquirenti per Mario Balotelli e il Boca Junior si prepara a presentare Carlos Tevez.

Addio al Faraone per fare sognare il Milan
L’arrivo di El Shaarawy nel principato di Monaco è un’operazione da 16 milioni di euro: tre arriveranno subito nelle casse rossonere come indennizzo per il prestito secco, 13 sono quelli che Leonardo Jardim dovrà sborsare alla fine della prossima stagione per riscattare il Faraone. Un’opzione che il Monaco dovrà esercitare obbligatoriamente se l’esterno italo – egiziano giocherà almeno 15 partite: una clausola inserita a causa dei continui infortuni del calciatore azzurro. Che se tornerà in condizione ottimale, sarà una pedina fissa dell’undici del Principato. Col Monaco El Shaarawy ha firmato un quinquennale da 3 milioni a stagione, cioè 600mila euro in più rispetto allo stipendio rossonero: il trasferimento, in pratica è convenuto e tutti. Soprattutto al Diavolo che adesso torna prepotentemente a bussare alla Roma: dopo averlo lanciato nella Sampdoria, Sinisa Mihajlovic vuole Alessio Romagnoli al centro della difesa del nuovo Milan. Il giocatore è valutato sui venti milioni di euro, ma Walter Sabatini è stato chiaro: il talentino ventenne non è in vendita. Adriano Galliani dovrà lavorare duro, dato che nel frattempo i tifosi non hanno smesso d’invocare il ritorno di Zlatan Ibrahimovic: le trattative si sono bloccate alcuni giorni fa, ma il contante fresco arrivato dal sacrificio del Faraone potrebbe far riaprire il dialogo con il Paris Saint Germain.

Dzeko e Borini per la Capitale
Quei venti milioni di euro di Romagnoli, però, alla Roma potrebbero fare molto comodo. Lo sa bene il d.s. Sabatini che ha bisogno proprio di quella cifra per trasformare Edin Dzeko in un calciatore giallorosso. In realtà il Manchester City chiede 28 milioni per la punta bosniaca, ma i capitolini possono trattare avendo già un accordo da 4 milioni e mezzo con il calciatore. Problema: c’è prima da sfoltire la rosa, che da Doumbia a Gervinho, passando per Matteo Destro ed Ashley Cole, annovera ancora troppe pedine dagli stipendi pesanti ormai fuori dal progetto tecnico. Prima di comprare, insomma, Sabatini dovrà vendere, e per ottenere denaro fresco da reinvestire su Dzeko ( e magari Baba) dovrà capitalizzare al massimo le cessioni. Compito molto difficile: in alternativa bisognerà sbloccare il baby talento dell’Under 21. Non erano previsti, invece, i sei milioni di euro arrivati nelle casse della Lazio: Oltretevere infatti hanno brindato dopo la decisione della Camera di risoluzione della Fifa. Nel 2013 Mauro Zarate ha risolto il suo contratto con i biancocelesti senza giusta causa: con l’indennizzo, gli Aquilotti adesso accelerano per portare l’ex enfant prodige Borini in Italia, dove ha già vestito le maglie di Roma, Parma e Bologna.

Nessuno vuole Balotelli, l’Inter tra Salah e Jovetic
Dopo averlo escluso dalla tournée estiva il Liverpool cerca acquirenti per Mario Balotelli: solo che nessuno sembra disposto a farsi avanti per l’ex talento dell’Inter. Ai mondiali di un anno fa era la punta di diamante della nazionale azzurra, poi era stato acquistato dai Reds per più di venti milioni di euro, adesso dopo 17 presenze ed una sola rete nell’ultima Premier League non ha acquirenti: una parabola da fine carriera anche se Balotelli ha ancora “solo” 25 anni. Stessa età di Steven Jovetic, che invece è pronto a tornare in Italia dopo l’esperienza da dimenticare al City. Il futuro dell’ex viola è legato a quello di un altro Faraone: domani infatti Mohamed Salah dovrà presentarsi alle visite mediche della Fiorentina. L’Inter però rimane alla finestra: in alternativa Mancini si butterebbe proprio su Jovetic. Ma anche la Juventus potrebbe tornare a farsi sotto, mentre nelle prossime ore Tevez sarà presentato dal Boca Juniors. Tragitto inverso, da Buenos Aires a Torino, per Guido Vadalà, talento classe ’97, attaccante considerato una delle migliori promesse argentine che sarà aggregato alla Primavera bianconera.

 

 

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