INTERNOTIZIE |
Tanto vale non votare più. E' il debito che
comanda. Questi greci
traditori... "si son fatti prestare i soldi e ora non
vogliono restituire nulla".
Ma chi l'ha contratto questo debito mostruoso? Come si è
accumulato? Per cosa è stato investito? A marzo di
quest'anno la presidentessa del parlamento greco,
Zoé Konstantopoulou,
ha annunciato
la costituzione di un audit del debito greco attraverso
una commissione coordinata da
Eric Toussaint,
autore del libro "Debitocrazia",
e presidente del Comité pour l’Annulation de la Dette du
Tiers Monde (“Comitato per l’annullamento del debito
nel Terzo Mondo”). La storia della commissione è
raccontata in questo video di
Giorgio Simonetti,
di cui consiglio la visione, e che le redazioni di tutti i
giornali e telegiornali italiani hanno ricevuto, ma
evitato di diffondere:
VIDEO L'audit sul debito pubblico della Grecia
La commissione, formata da
35 componenti esperti di diritti umani e finanza, ha
lavorato per mesi e nel report preliminare pubblicato
mercoledì 17 giugno
ha concluso
che: “Sulla base del diritto internazionale il governo
ha la possibilità di sospendere in maniera sovrana
il pagamento del debito greco” in
particolare perché: “(…) l’insostenibilità del debito
pubblico greco era evidente sin dall’inizio ai creditori
internazionali e ai giornali economici. Tuttavia le
autorità greche, insieme ad alcuni altri governanti
dell’Unione Europea, hanno congiurato contro la
ristrutturazione del debito pubblico nel 2010 per
proteggere le istituzioni finanziarie. I media
economici hanno nascosto la verità all’opinione pubblica
dipingendo una situazione in cui il salvataggio era
presentato come qualcosa che andava a beneficio della
Grecia, assumendo la popolazione come responsabile dei
propri misfatti”.
Maria Lucia Fattorelli, revisore dei conti di professione,
ha analizzato il bilancio nazionale greco per il 2013 e ha
scoperto che dei 113,73 miliardi di euro di uscite,
il 50% è andato all’ammortamento del debito, di
prestiti e altre obbligazioni, il 5% agli
interessi sul debito, 1% per coprire altre spese,
per il 6% si trattava di quote di azioni private, e il 5%
investimenti e progetti. La spesa pubblica effettiva per
far funzionare lo stato è il 33%: “Se si continua a
ridurre ancora la spesa, lo stato greco scompare”.
La crescita del debito secondo il rapporto non è dovuta
all’eccessiva spesa pubblica, ma piuttosto "al
pagamento di interessi ai creditori estremamente alti e da
ingiustificate spese militari, perdite di entrate in tasse
dovuti a illecite fughe di capitali, forme di
ricapitalizzazione di banche private e squilibri creati da
difetti nella costituzione della stessa Unione Monetaria".
In sintesi secondo la Commissione per l'Audit la Grecia
può non pagare il suo debito perchè l'hanno contratto le
banche e i politici e non i cittadini e perchè per
ripagare questo debito si stanno violando i diritti umani
dei greci. L'audit arriverà alle conclusioni definitive
alla fine di quest'anno, se il governo Tsipras continuerà
il suo mandato e non sarà sostituito da qualche nuovo
burattino della Troika. Il riconoscimento
ufficiale dell'immoralità del debito greco da
parte di una commissione parlamentare creerebbe un
precedente storico pericoloso per la tenuta stessa
dell'euro e della gabbia del debito.
Un audit, sul modello di quello greco, va istituito al più
presto anche per il debito pubblico italiano
che ha sfondato la
soglia dei 2.200 miliardi
di euro. Per
ripagarlo stanno distruggendo lo Stato sociale, i diritti
dei lavoratori, la scuola e svendendo tutti gli asset
strategici italiani. Dopo la Grecia, i prossimi siamo noi.
Calciomercato, Milan punta Romagnoli e la Roma vuole Dzeko – Tutte le trattative AL 12 LUGLIO 2015
I soldi del Monaco per strappare Alessio Romagnoli alla Roma e continuare a sognare Zlatan Ibrahimovic. Il volo di Sabatini per portare Edin Dzeko nella Capitale, mentre sull’altra sponda del Tevere si punta a chiudere per Fabio Borini. É un puzzle di tessere concatenate quello che sta andando in onda tra Monaco, Milano e Roma. Nel frattempo all’estero il Liverpool non trova acquirenti per Mario Balotelli e il Boca Junior si prepara a presentare Carlos Tevez.
Addio al Faraone
per fare sognare il Milan
L’arrivo di El Shaarawy nel principato
di Monaco è un’operazione da 16 milioni di euro:
tre arriveranno subito nelle casse rossonere come
indennizzo per il prestito secco, 13 sono quelli che
Leonardo Jardim dovrà sborsare alla
fine della prossima stagione per riscattare il Faraone.
Un’opzione che il Monaco dovrà esercitare
obbligatoriamente se l’esterno italo – egiziano giocherà
almeno 15 partite: una clausola inserita a causa dei
continui infortuni del calciatore azzurro. Che se
tornerà in condizione ottimale, sarà una pedina fissa
dell’undici del Principato. Col Monaco El
Shaarawy ha firmato un quinquennale da 3
milioni a stagione, cioè 600mila euro in più rispetto
allo stipendio rossonero: il trasferimento, in pratica è
convenuto e tutti. Soprattutto al Diavolo che adesso
torna prepotentemente a bussare alla Roma: dopo averlo
lanciato nella Sampdoria, Sinisa Mihajlovic
vuole Alessio Romagnoli al centro della difesa del nuovo
Milan. Il giocatore è valutato sui venti milioni di
euro, ma Walter Sabatini è stato
chiaro: il talentino ventenne non è in vendita. Adriano
Galliani dovrà lavorare duro, dato che nel frattempo i
tifosi non hanno smesso d’invocare il ritorno di
Zlatan Ibrahimovic: le trattative si sono
bloccate alcuni giorni fa, ma il contante fresco
arrivato dal sacrificio del Faraone potrebbe far
riaprire il dialogo con il Paris Saint Germain.
Dzeko e Borini per la
Capitale
Quei venti milioni di euro di Romagnoli, però,
alla Roma potrebbero fare molto comodo. Lo sa bene il
d.s. Sabatini che ha bisogno proprio di quella cifra per
trasformare Edin Dzeko in un calciatore
giallorosso. In realtà il Manchester City
chiede 28 milioni per la punta bosniaca, ma i capitolini
possono trattare avendo già un accordo da 4 milioni e
mezzo con il calciatore. Problema: c’è prima da sfoltire
la rosa, che da Doumbia a Gervinho, passando per
Matteo Destro ed Ashley Cole,
annovera ancora troppe pedine dagli stipendi pesanti
ormai fuori dal progetto tecnico. Prima di comprare,
insomma, Sabatini dovrà vendere, e per ottenere denaro
fresco da reinvestire su Dzeko ( e magari Baba)
dovrà capitalizzare al massimo le cessioni. Compito
molto difficile: in alternativa bisognerà sbloccare il
baby talento dell’Under 21. Non erano previsti, invece,
i sei milioni di euro arrivati nelle casse della Lazio:
Oltretevere infatti hanno brindato dopo la decisione
della Camera di risoluzione della Fifa. Nel 2013
Mauro Zarate ha risolto il suo contratto con i
biancocelesti senza giusta causa: con l’indennizzo, gli
Aquilotti adesso accelerano per portare l’ex enfant
prodige Borini in Italia, dove ha già vestito le maglie
di Roma, Parma e Bologna.
Nessuno vuole Balotelli,
l’Inter tra Salah e Jovetic
Dopo averlo escluso dalla tournée estiva il Liverpool
cerca acquirenti per Mario Balotelli: solo che nessuno
sembra disposto a farsi avanti per l’ex talento
dell’Inter. Ai mondiali di un anno fa era la punta di
diamante della nazionale azzurra, poi era stato
acquistato dai Reds per più di venti milioni di euro,
adesso dopo 17 presenze ed una sola rete nell’ultima
Premier League non ha acquirenti: una parabola da fine
carriera anche se Balotelli ha ancora
“solo” 25 anni. Stessa età di Steven Jovetic, che invece
è pronto a tornare in Italia dopo l’esperienza da
dimenticare al City. Il futuro dell’ex viola è legato a
quello di un altro Faraone: domani infatti Mohamed Salah
dovrà presentarsi alle visite mediche della Fiorentina.
L’Inter però rimane alla finestra: in alternativa
Mancini si butterebbe proprio su Jovetic. Ma anche la
Juventus potrebbe tornare a farsi sotto, mentre
nelle prossime ore Tevez sarà presentato dal Boca
Juniors. Tragitto inverso, da Buenos Aires a Torino, per
Guido Vadalà, talento classe ’97,
attaccante considerato una delle migliori promesse
argentine che sarà aggregato alla Primavera bianconera.