INTERNOTIZIE |
Nucleare Iran, raggiunto accordo. Obama: “Teheran non avrà la bomba atomica”. Israele: “Resa Occidente a asse del male”
“Accordo raggiunto sul nucleare iraniano“. L’annuncio è arrivato dal direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Yukiya Amano, che ha precisato che il documento è stato firmato dal vice presidente iraniano Ali Akbar Salehi. Gli ostacoli sono quindi stati superati: a Vienna l’Iran e il ‘5+1′ (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) hanno trovato il punto di incontro sul programma nucleare di Teheran. Su Twitter l’ufficio del presidente iraniano Hassan Rohani ha pubblicato foto della firma della “roadmap” con funzionari iraniani e Amano. “Iran e Aiea – si legge nel tweet – concordano di accelerare la cooperazione con l’obiettivo di risolvere completamente tutte le questioni”.
Obama: “Intesa
basata su verifiche, non sulla fiducia”
“Grazie a questo accordo l’Iran non sarà in grado di
sviluppare la bomba atomica – ha detto
Barack Obama, presentando gli elementi
cruciali dell’intesa – se Teheran lo violerà tutte le
sanzioni saranno ripristinate e ci saranno serie
conseguenze“. L’intesa “non si basa sulla
fiducia, ma sulle verifiche – ha assicurato il presidente
americano – gli ispettori saranno in grado di accedere a
tutti i siti sospetti e saranno in grado di verificare”
tutto quanto è previsto dall’accordo. Ora il Congresso Usa
avrà 60 giorni di tempo per approvare il testo e Obama sa
che non sarà facile: “Porrò il veto a
qualsiasi legge che impedirà l’attuazione dell’accordo”,
ha annunciato il capo della Casa Bianca.
Pubblicità
Rohani: “Raggiunti
tutti i nostri obiettivi”
“Tutti i nostri 4 obiettivi sono stati
raggiunti – ha commentato il presidente iraniano
Hassan Rohani, in un discorso alla Nazione – il
primo era proteggere la capacità nucleare,
la tecnologia nucleare e l’attività nucleare. Il secondo
era porre fine alle sanzioni disumane e
tiranniche, il terzo era occuparci di tutte le
risoluzioni che dal nostro punto di vista erano
inique. Il quarto era quello di far uscire il dossier
nucleare dal capitolo VII e sulla base dell’accordo
concluso oggi e sulla base del piano d’azione
congiunto”. “Il regime delle sanzioni non ha mai raggiunto
i suoi obiettivi – ha proseguito Rohani – ma ha inciso
negativamente sulla vita della gente”. “Tutto il mondo
diceva che l’Iran produceva armi di distruzione di massa”,
ha aggiunto il presidente iraniano, rallegrandosi poi
perché con l’accordo “siamo a un nuovo capitolo”.
Mogherini: “Segnale
di speranza per il mondo intero”
“Penso che questo sia un momento storico,
stiamo raggiungendo un accordo che non è perfetto, ma è
quello che potevamo raggiungere”, ha affermato il capo
della diplomazia iraniana, Mohammad Javad Zarif,
parlando da Vienna all’apertura dei lavori della riunione
plenaria Iran e Paesi del ‘5+1′, dopo l’Alto
Rappresentante Ue per la Politica Estera Federica
Mogherini, secondo cui “questa è una decisione
che può aprire la strada a un nuovo capitolo
delle relazioni internazionali. Penso che questo sia un
segnale di speranza per il mondo
intero”. L’accordo produrrà “effetti positivi a livello
globale e nella regione”, ha commentato il ministro degli
Esteri Paolo Gentiloni.
Cosa prevede
l’accordo
Lo storico accordo, che nelle intenzioni del 5+1 è mirato
a impedire a Teheran di produrre materiale sufficiente per
la costruzione di un’arma atomica per almeno 10
anni, garantirà a Teheran la revoca delle
sanzioni in cambio di significative riduzioni
dell’entità del suo programma nucleare. Secondo l’agenzia
iraniana Irna, gli impianti nucleari resteranno
operativi: “L’Iran continuerà l’arricchimento, così come
proseguiranno la ricerca e lo sviluppo alle principali
centrifughe”.
Secondo quanto riportato il testo dell’intesa pubblicato sul sito del ministero degli Esteri russo, “per 10 anni, in base al piano sull’arricchimento, le attività iraniane riguarderanno solo le centrifughe IR-4, IR-5, IR-6 e IR-8″. Il programma di Teheran verrà sottoposto a ispezioni per accertare il rispetto degli impegni: l’Aiea potrà avere accesso ai siti sospetti nel giro di 24 giorni. In caso di violazioni dell’intesa raggiunta a Vienna, le sanzioni verrebbero reintrodotte entro 65 giorni. L’accordo include un compromesso tra Washington e Teheran che permetterà agli ispettori Onu di chiedere di visitare anche i siti militari iraniani. L’embargo Onu sulle armi resterà in vigore per 5 anni, mentre le sanzioni Onu che impediscono l’acquisto di missili per 8 anni. Ma “forniture di armamenti all’Iran sono possibili con il consenso del Consiglio di sicurezza dell’Onu”, ha spiegato il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov. Giusto ad aprile Mosca ha tolto l’embargo alla vendita di missili S-300 a Teheran.
L’ira di Israele:
“Resa dell’Occidente all’asse del male”
Israele
“impiegherà ogni mezzo diplomatico per impedire la
conferma dell’accordo sul nucleare iraniano”, fa sapere in
un comunicato il vice ministro degli
Esteri israeliano Tzipi Hotovely.
L’intesa “è uno storico accordo di resa
dell’Occidente all’asse del male guidato dall’Iran” perché
“le implicazioni dell’accordo nell’immediato futuro sono
molto gravi. – aggiunge Hotovely – l’Iran continuerà a
diffondere la metastasi delle sue cellule
terroristiche in tutte le direzioni, continuerà a
infiammare il Medio Oriente e, quel che è
ancora peggio, farà un gran passo per diventare uno Stato
sulla soglia del nucleare“. Duro anche il
premier israeliano Benyamin Netanyahu,
che ha convocato per il pomeriggio a Gerusalemme il
consiglio di difesa del proprio governo: “Un errore grave
di portata storica”. Naftali
Bennett, leader del partito nazionalista
Focolare ebraico, è andato oltre su Twitter: “Il
14 luglio 2015 è nata una superpotenza
terroristica nucleare. Israele si difenderà”.
Putin: “Ora Usa
rinuncino allo scudo anti-missili in Ue”
Grazie all’accordo “il mondo ha tirato un grosso sospiro
di sollievo”, ha detto Vladimir Putin
citato dall’agenzia Tass. Il presidente russo
ritiene che ritiene che l’intesa darà alle relazioni
bilaterali tra Mosca e Teheran “un nuovo potente
impulso”. Lavrov ha spiegato che ora la Russia si aspetta
che gli Usa rinuncino a creare uno scudo di difesa
missilistica in Europa, concepito contro ‘Stati canaglia’
come Iran e Corea del nord.
Ex Birmania, Cuba,
Iran: la svolta di Obama
Questo con l’Iran, dopo il disgelo con la ex
Birmania e con Cuba – come
evidenziano i media in Usa – è il terzo accordo
per Obama che cambia profondamente le relazioni
diplomatiche tra Stati Uniti e i Paesi con cui il dialogo
era sospeso da decenni. L’Iran – sottolinea sempre il
New York Times – di questi tre Paesi è il più
importante dal punto di vista strategico.
E’ il solo, infatti, con un programma nucleare ed è nella
‘lista nera’ degli Stati ritenuti sponsor del terrorismo.
Calciomercato, Milan punta Romagnoli e la Roma vuole Dzeko – Tutte le trattative AL 12 LUGLIO 2015
I soldi del Monaco per strappare Alessio Romagnoli alla Roma e continuare a sognare Zlatan Ibrahimovic. Il volo di Sabatini per portare Edin Dzeko nella Capitale, mentre sull’altra sponda del Tevere si punta a chiudere per Fabio Borini. É un puzzle di tessere concatenate quello che sta andando in onda tra Monaco, Milano e Roma. Nel frattempo all’estero il Liverpool non trova acquirenti per Mario Balotelli e il Boca Junior si prepara a presentare Carlos Tevez.
Addio al Faraone
per fare sognare il Milan
L’arrivo di El Shaarawy nel principato
di Monaco è un’operazione da 16 milioni di euro:
tre arriveranno subito nelle casse rossonere come
indennizzo per il prestito secco, 13 sono quelli che
Leonardo Jardim dovrà sborsare alla
fine della prossima stagione per riscattare il Faraone.
Un’opzione che il Monaco dovrà esercitare
obbligatoriamente se l’esterno italo – egiziano giocherà
almeno 15 partite: una clausola inserita a causa dei
continui infortuni del calciatore azzurro. Che se
tornerà in condizione ottimale, sarà una pedina fissa
dell’undici del Principato. Col Monaco El
Shaarawy ha firmato un quinquennale da 3
milioni a stagione, cioè 600mila euro in più rispetto
allo stipendio rossonero: il trasferimento, in pratica è
convenuto e tutti. Soprattutto al Diavolo che adesso
torna prepotentemente a bussare alla Roma: dopo averlo
lanciato nella Sampdoria, Sinisa Mihajlovic
vuole Alessio Romagnoli al centro della difesa del nuovo
Milan. Il giocatore è valutato sui venti milioni di
euro, ma Walter Sabatini è stato
chiaro: il talentino ventenne non è in vendita. Adriano
Galliani dovrà lavorare duro, dato che nel frattempo i
tifosi non hanno smesso d’invocare il ritorno di
Zlatan Ibrahimovic: le trattative si sono
bloccate alcuni giorni fa, ma il contante fresco
arrivato dal sacrificio del Faraone potrebbe far
riaprire il dialogo con il Paris Saint Germain.
Dzeko e Borini per la
Capitale
Quei venti milioni di euro di Romagnoli, però,
alla Roma potrebbero fare molto comodo. Lo sa bene il
d.s. Sabatini che ha bisogno proprio di quella cifra per
trasformare Edin Dzeko in un calciatore
giallorosso. In realtà il Manchester City
chiede 28 milioni per la punta bosniaca, ma i capitolini
possono trattare avendo già un accordo da 4 milioni e
mezzo con il calciatore. Problema: c’è prima da sfoltire
la rosa, che da Doumbia a Gervinho, passando per
Matteo Destro ed Ashley Cole,
annovera ancora troppe pedine dagli stipendi pesanti
ormai fuori dal progetto tecnico. Prima di comprare,
insomma, Sabatini dovrà vendere, e per ottenere denaro
fresco da reinvestire su Dzeko ( e magari Baba)
dovrà capitalizzare al massimo le cessioni. Compito
molto difficile: in alternativa bisognerà sbloccare il
baby talento dell’Under 21. Non erano previsti, invece,
i sei milioni di euro arrivati nelle casse della Lazio:
Oltretevere infatti hanno brindato dopo la decisione
della Camera di risoluzione della Fifa. Nel 2013
Mauro Zarate ha risolto il suo contratto con i
biancocelesti senza giusta causa: con l’indennizzo, gli
Aquilotti adesso accelerano per portare l’ex enfant
prodige Borini in Italia, dove ha già vestito le maglie
di Roma, Parma e Bologna.
Nessuno vuole Balotelli,
l’Inter tra Salah e Jovetic
Dopo averlo escluso dalla tournée estiva il Liverpool
cerca acquirenti per Mario Balotelli: solo che nessuno
sembra disposto a farsi avanti per l’ex talento
dell’Inter. Ai mondiali di un anno fa era la punta di
diamante della nazionale azzurra, poi era stato
acquistato dai Reds per più di venti milioni di euro,
adesso dopo 17 presenze ed una sola rete nell’ultima
Premier League non ha acquirenti: una parabola da fine
carriera anche se Balotelli ha ancora
“solo” 25 anni. Stessa età di Steven Jovetic, che invece
è pronto a tornare in Italia dopo l’esperienza da
dimenticare al City. Il futuro dell’ex viola è legato a
quello di un altro Faraone: domani infatti Mohamed Salah
dovrà presentarsi alle visite mediche della Fiorentina.
L’Inter però rimane alla finestra: in alternativa
Mancini si butterebbe proprio su Jovetic. Ma anche la
Juventus potrebbe tornare a farsi sotto, mentre
nelle prossime ore Tevez sarà presentato dal Boca
Juniors. Tragitto inverso, da Buenos Aires a Torino, per
Guido Vadalà, talento classe ’97,
attaccante considerato una delle migliori promesse
argentine che sarà aggregato alla Primavera bianconera.