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Chelsea, Eto'o replica a Mou: "Faccio gol anche a 36 anni"

L'attaccante camerunense risponde con una battuta al fuori onda di Mourinho sulla sua età: "Ci vuole altro per farmi arrabbiare, ho fatto una tripletta allo United, nessuno ci è riuscito a 36-37 anni". Sugli obiettivi stagionali: "Voglio vincere la Champions"

Samuel Eto’o usa l’arma dell’ironia per rispondere a Jose Mourinho, ma una frecciatina all’allenatore portoghese non viene risparmiata. Dopo il fuori onda in cui Mou ironizzava sull’età del suo attaccante (“Ha 32 anni, o forse 35…”), ecco la risposta del camerunense: ”Ho fatto tre gol al Manchester United e penso che da molto tempo non capitava a un giocatore del Chelsea, io ci sono riuscito e per fortuna continuo a segnare a 36-37 anni, giusto?”.

”CI VUOLE ALTRO PER FARMI ARRABBIARE” - L’ex attaccante dell’Inter esclude però qualsiasi litigio con il suo allenatore: ”Ci vuole molto di piu’ per farmi arrabbiare” – dice ai colleghi di beIN Sports, dopo che il ct del Camerun, Claude Le Roy, aveva definito Eto’o molto arrabbiato per le parole di Mourinho – Restero’ al mio posto e non risponderò. Sono qui soprattutto grazie a Mourinho, poi nella vita succedono delle cose che bisogna affrontare, ma non posso creare un problema dentro lo spogliatoio dicendo tutto quello che penso, voglio andare il piu’ lontano possibile in Champions League e serve serenita’. Non sono piu’ giovane…”, ha concluso Eto’o.

Chelsea, ex fidanzata confessa: «Eto'o? Ha 39 anni»

Le dichiarazioni dell'ex fiamma dell'attaccante camerunense gettano ulteriori dubbi sull'età anagrafica del calciatore: «Si vede a occhio nudo che è più vecchio di quello che è. La sua data di nasciata è il 1974»

ROMA - Trentacinque anni? Macchè, molti di più. Il tecnico del Chelsea Josè Mourinho aveva confessato in una conversazione privata ripresa da una telecamera nascosta seri dubbi sui 32 anni dichiarati dall'attaccante camerunense Samuel Eto'o: «Ne ha 32, forse 35. Chi lo sa...». A mettere ulteriori dubbi sulla reale età anagrafica del giocatore è stata una sua ex fidanzata che al Sun ha dichiarato: «Ha più di 39 

anni, perché è nato nel 1974 ed è evidentissimo che sia più vecchio dell’età che aveva detto di avere la prima volta che arrivò in Europa».

EX CT CAMERUN: «ETO'O INFURIATO» - La battuta off-record di Jose' Mourinho a "Canal +" non è piaicuta a Samuel Eto'o. A rivelare lo stato d'animo dell'attaccante del Chelsea è stato Claude Le Roy, ex tecnico della nazionale camerunense: «Ho parlato con lui al telefono ed è molto arrabbiato - ha spiegato l'attuale ct del Congo ancora a Canal + -. Mourinho gli aveva detto di non credere a tutto quello che sarebbe venuto fuori, Samuel non ha risposto ma posso dirvi che è molto arrabbiato».

In una conversazione filmata e registrata dalla tv francese Canal Plus, lo Special One si lascia andare a commenti senza peli sulla lingua, ironizzando anche sulla vera età dei calciatori africani. E su Falcao: "Lui non ha una squadra. Chi vorrebbe giocare davanti a 3mila spettatori"

L'altro giorno aveva fatto notizia dicendo troppo poco, con una conferenza stampa scandita da "no" e "no comment" dopo le critiche alle sue battute sferzanti su allenatori rivali come Wenger e Pellegrini. Stamane Josè Mourinho fa notizia perché dice troppo, sebbene apparentemente senza essersene reso conto: una sua conversazione con il proprietario di un'azienda di orologi svizzera, che è tra gli sponsor del Chelsea, è stata filmata a registrata dalla rete televisiva francese Canal Plus, che l'ha poi messa in onda sul proprio sito, da dove sta rimbalzando sui media di tutta Europa, a cominciare da quelli inglesi.

In effetti, anche se Mou non ha mai troppi peli sulla lingua, stavolta parla con una franchezza totale, dicendo forse a chiare lettere quello che pensa. Sul Chelsea, attualmente in testa alla Premier League (inseguito da tre squadre nello spazio di quattro punti, Arsenal, Manchester City e Liverpool): "Ho una squadra ma non ho attaccanti. Il nostro problema è che ci manca un cannoniere. Ne ho uno, Eto'o, ma ha 32 anni, o forse 35, chi può saperlo. In queste condizioni non possiamo vincere la Premier". Una tripla gaffe, in un certo senso. Perché suona come un insulto ai propri giocatori, da Torres ad Eto'o, da Ba a Lukaku, descritti come attaccanti che non segnano: il che è vero, ma Mourinho sta generalmente attento a non criticare i suoi uomini in pubblico. Inoltre allude alla diffusa tesi secondo cui la vera età dei calciatori africani è un mistero, che in questo caso diventa un'accusa a Eto'o di non dire la verità. Infine, sostenere che il Chelsea non può vincere la Premier non sarà un commento gradito alla squadra, ai tifosi, alla proprietà.

Chelsea, la gaffe di Mourinho: "Mi manca un cannoniere. Eto'o? Chissà quanti anni ha..."

Samuel Eto'o

E' pure vero che Mourinho ha ribadito pubblicamente altre volte l'inferiorità dei suoi Blues rispetto al City, "noi saremo pronti per il titolo la prossima stagione", ma molti la prendevano per una tattica per abbassare le aspettative e avvantaggiarsi, mentre ora, proprio perché il suo è un commento fatto in privato, appare più veritiero. E non finisce qui. Continuando a parlare del bisogno di attaccanti per rafforzare il Chelsea, Josè dice che Ibrahimovic è una "missione impossibile, lo conosco bene, è mio amico, ci sentiamo spesso, sta bene a Parigi e il Psg non lo lascerebbe mai andare". Con Wayne Rooney, un altro dei giocatori che il tecnico portoghese voleva portare a Londra, diventato inaccessibile, avendo appena firmato un lungo e ricco contratto con il Manchester United, Mou cita allora un altro obiettivo: Radamel Falcao, il centravanti del Monaco. "Io non ho Falcao ma Falcao al momento non ha una squadra, chi vuole giocare davanti ad appena 3 mila tifosi? Se un giorno io allenassi il Monaco sarebbe la fine, mi preparerei ad andare in pensione". E questa diventa una stilettata all'allenatore che lo precedette , con molta meno fortuna della sua, sulla panchina del Chelsea, Claudio Ranieri.

 

 

Lazio-Hellas Verona 3-3, pari inutile per entrambe. E scaligeri furiosi:solito rigore allucinante in favore della squadra di quel pezzo di merda di Lotito, qualcuno vuole dirci quale e' il potere di questo "signore" che non paga mai un cazzo??!

La squadra di Mandorlini va sotto due volte ma gioca meglio e con Romulo riesce a trovare la rete del 2-3, dopo le firme di Keita, Marquinho, Lulic (poi espulso) e Iturbe. In pieno recupero, penalty alquanto generoso per contatto Albertazzi-Klose: Mauri impatta, lite Mandorlini-Reja al fischio finale. Arbitraggio alla Moreno favorisce in maniera spudorata la merdosa Lazio: qualcuno ci vuole gentilmente dire chi c'è dietro la potenza di questo "Escobar de noantri"?? Klose andava espulso per una merdosissima simulazione!!!

ROMA – L'Olimpico si trasforma in un cinema. Lo stesso spettacolo va in scena anche a due settimane di distanza: cambia l'avversario, non la sostanza. Lazio-Verona è la replica di Lazio-Torino, il pari non serve a nessuno e fa infuriare gli ospiti, stavolta non con se stessi ma con l'arbitro. L'Hellas lascia il terreno capitolino imprecando nei confronti di Mazzoleni, per il penalty che ha fissato il punteggio sul 3-3: contatto leggerissimo Albertazzi-Klose, il fischietto indica il dischetto e i biancocelesti bissano il pareggio di due turni fa. Il successo lo avrebbero ampiamente meritato gli ospiti, che per una volta devono prendersela anche col loro bomber. Luca Toni grazia la Lazio a più riprese, errori non da lui: gentili omaggi per Torino, Parma, Milan e a questo punto anche Inter, che dovrà difendere il quinto posto dall'assalto delle inseguitrici.

ITURBE C'E', KLOSE VA IN PANCA - Nella settimana del rinnovo contrattuale, Miro Klose recupera soltanto per la panchina, a differenza di Iturbe, che riesce ad essere della contesa e risulterà il migliore in campo. Reja con Mauri centravanti tattico, Mandorlini con Marquinho confermato nel tridente d'attacco. La Lazio parte facendo la partita ma rischia di trovarsi sotto già prima del quarto d'ora: incomprensione Biava-Biglia, i due si scontrano e confezionano la palla gol più grande dei primi 45 minuti scaligeri. Hallfredsson raccoglie e scappa centralmente, servendo Toni a tu per tu con Berisha: scavetto del centravanti, sfera fuori di un'inezia. Il match non si infiamma fino alla mezz'ora. Contropiede Lazio, lo guida Mauri: il numero 6 pesca Candreva sulla sinistra, l'esterno biancoceleste alza la testa e vede Keita solo sul fronte opposto. Assist obbligato e preciso, lo spagnolo stoppa, ringrazia e batte in diagonale l'incolpevole Rafael. Il Verona sembra accusare il colpo, Mandorlini si sbraccia ma i suoi trovano il gol nel momento più difficile. Hallfredsson brucia Biglia in pressing, tocco per Marquinho, destro mortifero dell'ex romanista, che dal limite dell'area va a spolverare l'angolo basso. MANDORLINI MEGLIO DI REJA - I padroni di casa non ci stanno e si gettano in avanti a testa bassa nel finale di frazione: Biglia inventa un gran gol a gioco ampiamente fermo, Keita semina il panico sulle corsie ma i suoi cross non vengono finalizzati dai compagni di squadra. Copione simile in avvio di ripresa, Keita per la testa di Mauri, la spizzata è sporca e Moras salva sulla linea. Il greco, fra i migliori in campo, si fa pericoloso sul fronte opposto: angolo da sinistra, incornata quasi perfetta. Il quasi tiene in vita la Lazio - pallone a lato - dandogli la forza per il raddoppio. Serie di rimpalli al limite dell'area, Lulic di testa scavalca la difesa e si presenta da solo davanti a Rafael: gran destro di controbalzo, 2-1. Mandorlini indovina i cambi - Romulo e Cirigliano per Marquinho e Donadel - e rimette i suoi in carreggiata: Toni manca il pari su corner, Hallfredsson scalda i guanti di Berisha da fuori, Iturbe fa 2-2. Proprio Cirigliano riceve ai 35 metri, Biava sale per provare l'anticipo e lo sbaglia, Konko non stringe e l'argentino innesca l'esterno fra il terzino e Cana: l'ex Porto si inserisce a velocità doppia e incrocia col mancino. Reja, a differenza del collega, sbaglia le scelte: Klose per Biglia, Lazio lunghissima e spaccata in due tronconi, Iturbe fa quel che vuole fra le linee e regala a Toni un pallone da non sbagliare. Per il centravanti non è serata, destro respinto benissimo da Berisha. Il Verona insiste, la Lazio non sa difendere su palla inattiva e Albertazzi, di testa, colpisce il palo. Candreva non ne ha più, Cana deve uscire per un colpo alla fronte: Reja non capisce il pericolo e inserisce Felipe Anderson e Gonzalez, portando Lulic terzino con Radu centrale. Il gol del 2-3 è il manifesto della confusione.

VELENO IN CODA - Hallfredsson al cross da sinistra, Radu segue il taglio di Toni, alle sue spalle non ha compagni: a Romulo non pare vero, il brasiliano insacca da due metri quello che sembra il gol vittoria. Impressione amplificata dall'espulsione rimediata da Lulic, che ferma Iturbe nell'unico modo possibile: stendendolo. Il bosniaco va dritto sulle gambe, rosso diretto, già si intravedono i titoli di coda. Toni potrebbe accelerare la pratica, pescato da Romulo, ma il centravanti calcia nuovamente su Berisha, a conti fatti il migliore dei suoi. Quattro di recupero, il secondo è quello decisivo. Cross da sinistra, il pallone è lungo per Klose, toccato sulla schiena da Albertazzi: il tedesco non fa nulla per rimanere in piedi, il penalty oscilla tra il generoso e l'inesistente. Non c'è il rigorista Candreva, sul dischetto si presenta Mauri. Sinistro incrociato, Rafael respinge, il numero 6 insacca in tap-in e firma il 3-3 che fa infuriare il Verona, con tanto di scambio accesissimo tra Reja e Mandorlini al triplice fischio finale. L'Europa, a questo punto, dipende dagli altri.

LAZIO-HELLAS VERONA 3-3 (1-1)
Lazio (4-3-3):
 Berisha 7; Konko 5, Biava 5, Cana 6 (37′ st Gonzalez sv), Radu 5; Biglia 5.5 (28′ st Klose 5.5), Ledesma 5.5, Lulic 5.5; Candreva 6.5 (36′ st Anderson sv), Mauri 6, Keita 6.5. (Guerrieri, Strakosha, Ciani, Dias, Kakuta, Onazi, Pereirinha, Perea). All.: Reja
Verona (4-3-3): Rafael 6; Pillud 5.5, Moras 7, Marques 6, Albertazzi 5.5; Sala 6.5 (36′ st Gomez sv), Donadel 5.5 (21′ st Cirigliano 6), Hallfredsson 7; Iturbe 7.5, Toni 5, Marquinho 6.5 (21′ st Romulo 6.5). (Borra, Nicolas, Agostini, Cacciatore, Donsah, Gonzalez, Cacia, Rabusic). All.: Mandorlini
Arbitro: Mazzoleni
Reti: 30′ pt Keita, 37′ pt Marquinho, 15′ st Lulic, 24′ st Iturbe, 38′ st Romulo, 48′ st Mauri
Ammoniti: Radu, Donadel, Hallfredsson, Iturbe e Marquinho per gioco falloso, Rafael per perdita di tempo
Espulsi: Lulic e Albertazzi
Note: Mauri ha sbagliato un rigore al 48′ st

 

Premier League 36' giornata
CAMPIONATO RIAPERTO 
by David Z.©

Weekend emozionante in premier, si poteva chiudere oggi ad Anfield Road, ma gli uomini di Mourinho hanno riaperto il campionato più bello ed imprevedibile del mondo andando a fermare la corsa al titolo della capolista Liverpool dopo 11 vittorie consecutive, imponendosi per 2-0. I Reds sono stati traditi proprio dal loro capitano Gerard, scivolato all'ultimo minuto del primo tempo regalando la palla al cinico Demba Ba che ammutolisce lo stadio. Che fosse una giornata particolare lo si doveva capire dalle parole dello Special One che prima della partita dichiarava che per loro la partita più importante non era oggi ma mercoledì (semifinale di Champions), girando tutta la tensione sugli uomini di Rodgers, ma anche da un particolare insolito per Mourinho. Non lo si era mai visto seguire il riscaldamento dei suoi uomini in campo, questa volta era li a dare consigli e suggerimenti a tutti gli 11 che sarebbero scesi in campo da li a pochi minuti. Nella ripresa Mou rinforzava la linea difensiva e il Liverpool andava a sbattere contro il muro Blues andando completamente in tilt. Non riuscendo più a verticalizzare, i nervi salivano di minuto in minuto, Gerrard e compagni non riuscivano a superare l'attenta difesa del Chelsea, la partita si chiudeva al terzo minuto di recupero con un contropiede di Torres che non se la sentiva di segnare appoggiando la palla a Willian che realizzava il 2-0. Il Chelsea è una squadra cinica, che ti punisce al primo errore che commetti.
Chi ne approfitta subito è il Citizens, imponendosi con un secco 2-0 sul campo di un ormai salvo Crystal Palace, trascinati da un gigantesco Yaya Touré e da un Bomber di razza come Dzeko. Il City è, di nuovo, artefice del proprio destino, si riporta a -3 dal Liverpool con una partita da recuperare e, con una differenza reti migliore , anche a parità di punti sarebbe campione d'Inghilterra.
Per la corsa al quarto posto l'Arsenal risolve la pratica dei 3 punti asfaltando in casa il Newcastle per 3 a 0 con le reti di Koscielny, Ozil e Giroud, portandosi, così, a 4 punti di distanza dall'Everton che si suicida sul campo del Southampton, perdendo 2-0 rendendo ormai improbabile l'acceso alla prossima Champions League. Ai Gunners basterà, infatti, fare 3 punti sui 6 disponibili nelle prossime due gare.
Per la corsa all'Europa League fa bene il Tottenham che passa a Stoke-on-Trent per 1-0 ai danni dello Stoke City mettendo una seria ipoteca sul sesto posto con 6 punti di vantaggio sul Manchester United, tornato alla vittoria con il nuovo tecnico Ryan Giggs sulla panchina dei Reds Devils. Il suo esordio è stato trionfale, i suoi uomini si sono imposti per 4-0 all'Old Trafford contro il Norwich.
In zona Relegation da registrare le pesanti vittorie del West Brom sul West Ham per 1-0 e dello Swansea che travolge per 4-1 l'Aston Villa. Il Fulham, invece, si suicidia e spreca il doppio vantaggio in casa contro l'Hull City. Nelle retrovie zittto zitto sta risalendo il Sunderland che, vincendo ieri contro il Cardiff, con ancora una partita da recuperare, si ritrova da fanalino di coda ad essere quartultima, insomma si sa, i "The Black Cats" hanno nove vite e dopo aver fermato le prime della classe si stanno attaccando con tutte le loro unghie alla salvezza. Lo spettacolo della premier continua nel prossimo weekend.

 
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