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Il Mondo chiude, i risparmiatori festeggiano,il CorSer sempre piu' nella merda

"Il Mondo non uscirà più: una buona notizia! Si sente ripetere alla nausea che una testata che chiude è sempre un danno per l'informazione. Frottole! La fine del settimanale il Mondo è un vantaggio per i risparmiatori italiani. Non parliamo certo dell'omonimo giornale diretto dal 1949 al 1966 da Mario Pannunzio, che finalmente non dovrà più rivoltarsi nella tomba.
Parliamo degli ultimi trent'anni. Cioè da quando, a metà degli anni '80, cominciarono a diffondersi in Italia il risparmio gestito e la previdenza integrativa. Il Mondo sembrò subito essere il loro ufficio stampa. Sorvoliamo sugli strafalcioni, ricorrenti a iosa nelle sue pagine. Il grave sono titoli, sommari, commenti e interi articoli adatti a inserzioni o spot pubblicitari, non a un foglio d'informazione. Il Mondo non lo leggeva quasi nessuno, ma i suoi articoli, opportunamente fotocopiati, erano l'ideale quale supporto per le vendite porta porta e agli sportelli di banche e assicurazioni.
Se chiudessero anche il Sole 24 Ore (nessuna speranza) e l'inserto CorrierEconomia del Corriere della Sera (qualche possibilità), il livello medio dalla stampa economica italiana farebbe un balzo insù. A esso sono da attribuire molte delle colpe delle perdite dei risparmiatori italiani. Vedasi Stupidario n.1 eStupidario n.2- 
Sul cattivo giornalismo del Mondo si potrebbe scrivere un libro. Per cominciare c'è la tesi di Giacomo Barzaghi, laureatosi nel 2006 a Padova con relatore Raffaele Fiengo, sindacalista del Corriere della Sera. Titolo: "La mancata tutela del risparmiatore nell’informazione finanziaria. I casi de Il Mondo e di Milano Finanza".
Per esempio:
Il 5-8-1985 il Mondo parte col 1° rapporto/guida sui fondi di investimento, a cura dell’ufficio studi (?) del Mondo e della Fideuram. Ma come? La Fideuram era la principale rete di vendita porta a porta di fondi comuni! Che imparzialità ci si poteva aspettare da chi faceva i soldi proprio vendendo fondi? E infatti l’imparzialità non c’era.
In piena crisi finanziaria il Mondo pubblica imperterrito un grafico della società "Anima" a esaltazione dei fondi comuni (21-11-2008, pag. 48). Grafico svettante che si ferma al 2006 e nasconde così al lettore i crolli per i mutui subprime (2007) e il fallimento della Lehman Brothers (2008).
Il 20-8-2010 strilla in copertina un servizio sui risparmi degli italiani: “Il tesoretto” di Leo Campagna e Daniela Stigliano, dove spicca un grafico intitolato come uno spot pubblicitario: “Meglio i fondi comuni” (pag.16). Peccato che il consiglio, oltre che deleterio, faccia violenza agli stessi dati pubblicati: i fondi comini appaiono andati peggio! La conclusione dell’articolo: “l’indice dei fondi comuni si è comportato meglio rispetto al giardinetto finanziario degli italiani dal 2005 a oggi”.Affermazione priva di qualunque riscontro, smentita da ogni ricerca seria, per es. da quelle di Mediobanca, e al posto giusto solo in una réclame (i venditori di fondi ringraziano).
Un direttore radiato. Non tutte le testate possono vantare un direttore radiato dall'Ordine dei Giornalisti per una storia di soldi corrisposti da una banca. Il Mondo sì. Gianni Gambarotta si lasciò il giornale nel 2006, appunto per la radiazione dall'Ordine, cosa che il Mondo tenne ben nascosta ai suoi lettori.
Fiuto giornalistico. Alcuni collaboratori del Mondo però eccellono. Vedi Enrico Cisnetto che difende a spada tratta Massimo Faenza e la sua banca Italease (17-11-2006 pag. 22). Accortosi che “tutti si chiedono che cosa ci sia dietro gli ottimi risultati dell’istituto di credito specializzato nel leasing”, spazza via ogni perplessità. Titola “Il caso Italease non nasconde segreti”. Ne seguì il crollo delle azioni Italease, un costoso salvataggio, l'arresto e condanna di Faenza. Fiuto giornalistico confermato nell'esaltazione senza riserve di Antonio Mastrapasqua all'Inps: "i risultati ottenuti di Mastrapasqua in questi anni li raccontano i numeri" e "ha trasformato il più grande ente previdenziale europeo [...] in un gioiellino" (7-2-2014 pag. 7). Infatti poco dopo Mastrapasqua fu costretto a dimettersi.
Contenitori di pubblicità. Il peggio del Mondo sono stati, se è possibile, i suoi dossier. Vedi per esempio uno dei ripetuti e terribili "dossier risparmio gestito" (10-3-2006, pagg. 64-76). Di 13 pagine ben 6 sono di pubblicità. A stento si notano sostanziali differenze con le altre 7. 
L'ultimo direttore. L'ultimo a dirigere il Mondo è stato Enrico Romagna-Manoja, che non ha voluto sfigurare. Nei suoi editoriali insiste che il "risparmio gestito [...] deve restare una componente fondamentale nel portafoglio delle famiglie italiane" (20-3-2009 pag. 9), incurante del suo fallimento, dimostrato da varie analisi (ufficio studi Mediobanca ecc.). 
Sotto il titolo "Ritorno in Borsa con bond-appeal” sostiene, a parte le varie espressioni entusiastiche, che l’offerta delle azioni Enel Green Power è tale “da far assomigliare l’investimento più alla sottoscrizione di un bond che non a una scommessa azionaria” (22-10-2010, pag. 9). L'Enel ringrazia, ma l'affermazione è del tutto falsa. Quelle azioni non avevano nulla di un’obbligazione: né interessi fissati dal regolamento, né garanzia di rimborso. Scrive che il salvataggio della Grecia è avvenuto "senza toccare i singoli risparmiatori" (29-3-2013 pag. 7). Invece avevano perso più del 70%. Riporta la sparata che "la gestione del denaro contante comporta in Italia una spesa annua di 10 miliardi di euro" (15-11-2013 pag. 7): ringraziano le banche italiane, cui il contante dà fastidio perché non ci raschiano nessuna commissione. 
Banca Intesa-Sanpaolo. Ma se è il Mondo è stato un giornale non inutile, bensì dannoso, non è solo colpa di redattori e autori. A comandare nei giornali è (logicamente) la proprietà. Capiservizio, capiredattori, direttori, responsabili della pubblicità ecc. non contano assolutamente nulla. E fra chi controlla la RCS-Rizzoli Corriere della Sera spicca Banca Intesa-Sanpaolo, cui fa ovviamente gioco che le testate controllate spingano qualunque immondizia finanziario-previdenziale. Così le sarà più facile rifilarla ai malcapitati clienti.

 

 

Lazio-Hellas Verona 3-3, pari inutile per entrambe. E scaligeri furiosi:solito rigore allucinante in favore della squadra di quel pezzo di merda di Lotito, qualcuno vuole dirci quale e' il potere di questo "signore" che non paga mai un cazzo??!

La squadra di Mandorlini va sotto due volte ma gioca meglio e con Romulo riesce a trovare la rete del 2-3, dopo le firme di Keita, Marquinho, Lulic (poi espulso) e Iturbe. In pieno recupero, penalty alquanto generoso per contatto Albertazzi-Klose: Mauri impatta, lite Mandorlini-Reja al fischio finale. Arbitraggio alla Moreno favorisce in maniera spudorata la merdosa Lazio: qualcuno ci vuole gentilmente dire chi c'è dietro la potenza di questo "Escobar de noantri"?? Klose andava espulso per una merdosissima simulazione!!!

ROMA – L'Olimpico si trasforma in un cinema. Lo stesso spettacolo va in scena anche a due settimane di distanza: cambia l'avversario, non la sostanza. Lazio-Verona è la replica di Lazio-Torino, il pari non serve a nessuno e fa infuriare gli ospiti, stavolta non con se stessi ma con l'arbitro. L'Hellas lascia il terreno capitolino imprecando nei confronti di Mazzoleni, per il penalty che ha fissato il punteggio sul 3-3: contatto leggerissimo Albertazzi-Klose, il fischietto indica il dischetto e i biancocelesti bissano il pareggio di due turni fa. Il successo lo avrebbero ampiamente meritato gli ospiti, che per una volta devono prendersela anche col loro bomber. Luca Toni grazia la Lazio a più riprese, errori non da lui: gentili omaggi per Torino, Parma, Milan e a questo punto anche Inter, che dovrà difendere il quinto posto dall'assalto delle inseguitrici.

ITURBE C'E', KLOSE VA IN PANCA - Nella settimana del rinnovo contrattuale, Miro Klose recupera soltanto per la panchina, a differenza di Iturbe, che riesce ad essere della contesa e risulterà il migliore in campo. Reja con Mauri centravanti tattico, Mandorlini con Marquinho confermato nel tridente d'attacco. La Lazio parte facendo la partita ma rischia di trovarsi sotto già prima del quarto d'ora: incomprensione Biava-Biglia, i due si scontrano e confezionano la palla gol più grande dei primi 45 minuti scaligeri. Hallfredsson raccoglie e scappa centralmente, servendo Toni a tu per tu con Berisha: scavetto del centravanti, sfera fuori di un'inezia. Il match non si infiamma fino alla mezz'ora. Contropiede Lazio, lo guida Mauri: il numero 6 pesca Candreva sulla sinistra, l'esterno biancoceleste alza la testa e vede Keita solo sul fronte opposto. Assist obbligato e preciso, lo spagnolo stoppa, ringrazia e batte in diagonale l'incolpevole Rafael. Il Verona sembra accusare il colpo, Mandorlini si sbraccia ma i suoi trovano il gol nel momento più difficile. Hallfredsson brucia Biglia in pressing, tocco per Marquinho, destro mortifero dell'ex romanista, che dal limite dell'area va a spolverare l'angolo basso. MANDORLINI MEGLIO DI REJA - I padroni di casa non ci stanno e si gettano in avanti a testa bassa nel finale di frazione: Biglia inventa un gran gol a gioco ampiamente fermo, Keita semina il panico sulle corsie ma i suoi cross non vengono finalizzati dai compagni di squadra. Copione simile in avvio di ripresa, Keita per la testa di Mauri, la spizzata è sporca e Moras salva sulla linea. Il greco, fra i migliori in campo, si fa pericoloso sul fronte opposto: angolo da sinistra, incornata quasi perfetta. Il quasi tiene in vita la Lazio - pallone a lato - dandogli la forza per il raddoppio. Serie di rimpalli al limite dell'area, Lulic di testa scavalca la difesa e si presenta da solo davanti a Rafael: gran destro di controbalzo, 2-1. Mandorlini indovina i cambi - Romulo e Cirigliano per Marquinho e Donadel - e rimette i suoi in carreggiata: Toni manca il pari su corner, Hallfredsson scalda i guanti di Berisha da fuori, Iturbe fa 2-2. Proprio Cirigliano riceve ai 35 metri, Biava sale per provare l'anticipo e lo sbaglia, Konko non stringe e l'argentino innesca l'esterno fra il terzino e Cana: l'ex Porto si inserisce a velocità doppia e incrocia col mancino. Reja, a differenza del collega, sbaglia le scelte: Klose per Biglia, Lazio lunghissima e spaccata in due tronconi, Iturbe fa quel che vuole fra le linee e regala a Toni un pallone da non sbagliare. Per il centravanti non è serata, destro respinto benissimo da Berisha. Il Verona insiste, la Lazio non sa difendere su palla inattiva e Albertazzi, di testa, colpisce il palo. Candreva non ne ha più, Cana deve uscire per un colpo alla fronte: Reja non capisce il pericolo e inserisce Felipe Anderson e Gonzalez, portando Lulic terzino con Radu centrale. Il gol del 2-3 è il manifesto della confusione.

VELENO IN CODA - Hallfredsson al cross da sinistra, Radu segue il taglio di Toni, alle sue spalle non ha compagni: a Romulo non pare vero, il brasiliano insacca da due metri quello che sembra il gol vittoria. Impressione amplificata dall'espulsione rimediata da Lulic, che ferma Iturbe nell'unico modo possibile: stendendolo. Il bosniaco va dritto sulle gambe, rosso diretto, già si intravedono i titoli di coda. Toni potrebbe accelerare la pratica, pescato da Romulo, ma il centravanti calcia nuovamente su Berisha, a conti fatti il migliore dei suoi. Quattro di recupero, il secondo è quello decisivo. Cross da sinistra, il pallone è lungo per Klose, toccato sulla schiena da Albertazzi: il tedesco non fa nulla per rimanere in piedi, il penalty oscilla tra il generoso e l'inesistente. Non c'è il rigorista Candreva, sul dischetto si presenta Mauri. Sinistro incrociato, Rafael respinge, il numero 6 insacca in tap-in e firma il 3-3 che fa infuriare il Verona, con tanto di scambio accesissimo tra Reja e Mandorlini al triplice fischio finale. L'Europa, a questo punto, dipende dagli altri.

LAZIO-HELLAS VERONA 3-3 (1-1)
Lazio (4-3-3):
 Berisha 7; Konko 5, Biava 5, Cana 6 (37′ st Gonzalez sv), Radu 5; Biglia 5.5 (28′ st Klose 5.5), Ledesma 5.5, Lulic 5.5; Candreva 6.5 (36′ st Anderson sv), Mauri 6, Keita 6.5. (Guerrieri, Strakosha, Ciani, Dias, Kakuta, Onazi, Pereirinha, Perea). All.: Reja
Verona (4-3-3): Rafael 6; Pillud 5.5, Moras 7, Marques 6, Albertazzi 5.5; Sala 6.5 (36′ st Gomez sv), Donadel 5.5 (21′ st Cirigliano 6), Hallfredsson 7; Iturbe 7.5, Toni 5, Marquinho 6.5 (21′ st Romulo 6.5). (Borra, Nicolas, Agostini, Cacciatore, Donsah, Gonzalez, Cacia, Rabusic). All.: Mandorlini
Arbitro: Mazzoleni
Reti: 30′ pt Keita, 37′ pt Marquinho, 15′ st Lulic, 24′ st Iturbe, 38′ st Romulo, 48′ st Mauri
Ammoniti: Radu, Donadel, Hallfredsson, Iturbe e Marquinho per gioco falloso, Rafael per perdita di tempo
Espulsi: Lulic e Albertazzi
Note: Mauri ha sbagliato un rigore al 48′ st

 

Premier League 36' giornata
CAMPIONATO RIAPERTO 
by David Z.©

Weekend emozionante in premier, si poteva chiudere oggi ad Anfield Road, ma gli uomini di Mourinho hanno riaperto il campionato più bello ed imprevedibile del mondo andando a fermare la corsa al titolo della capolista Liverpool dopo 11 vittorie consecutive, imponendosi per 2-0. I Reds sono stati traditi proprio dal loro capitano Gerard, scivolato all'ultimo minuto del primo tempo regalando la palla al cinico Demba Ba che ammutolisce lo stadio. Che fosse una giornata particolare lo si doveva capire dalle parole dello Special One che prima della partita dichiarava che per loro la partita più importante non era oggi ma mercoledì (semifinale di Champions), girando tutta la tensione sugli uomini di Rodgers, ma anche da un particolare insolito per Mourinho. Non lo si era mai visto seguire il riscaldamento dei suoi uomini in campo, questa volta era li a dare consigli e suggerimenti a tutti gli 11 che sarebbero scesi in campo da li a pochi minuti. Nella ripresa Mou rinforzava la linea difensiva e il Liverpool andava a sbattere contro il muro Blues andando completamente in tilt. Non riuscendo più a verticalizzare, i nervi salivano di minuto in minuto, Gerrard e compagni non riuscivano a superare l'attenta difesa del Chelsea, la partita si chiudeva al terzo minuto di recupero con un contropiede di Torres che non se la sentiva di segnare appoggiando la palla a Willian che realizzava il 2-0. Il Chelsea è una squadra cinica, che ti punisce al primo errore che commetti.
Chi ne approfitta subito è il Citizens, imponendosi con un secco 2-0 sul campo di un ormai salvo Crystal Palace, trascinati da un gigantesco Yaya Touré e da un Bomber di razza come Dzeko. Il City è, di nuovo, artefice del proprio destino, si riporta a -3 dal Liverpool con una partita da recuperare e, con una differenza reti migliore , anche a parità di punti sarebbe campione d'Inghilterra.
Per la corsa al quarto posto l'Arsenal risolve la pratica dei 3 punti asfaltando in casa il Newcastle per 3 a 0 con le reti di Koscielny, Ozil e Giroud, portandosi, così, a 4 punti di distanza dall'Everton che si suicida sul campo del Southampton, perdendo 2-0 rendendo ormai improbabile l'acceso alla prossima Champions League. Ai Gunners basterà, infatti, fare 3 punti sui 6 disponibili nelle prossime due gare.
Per la corsa all'Europa League fa bene il Tottenham che passa a Stoke-on-Trent per 1-0 ai danni dello Stoke City mettendo una seria ipoteca sul sesto posto con 6 punti di vantaggio sul Manchester United, tornato alla vittoria con il nuovo tecnico Ryan Giggs sulla panchina dei Reds Devils. Il suo esordio è stato trionfale, i suoi uomini si sono imposti per 4-0 all'Old Trafford contro il Norwich.
In zona Relegation da registrare le pesanti vittorie del West Brom sul West Ham per 1-0 e dello Swansea che travolge per 4-1 l'Aston Villa. Il Fulham, invece, si suicidia e spreca il doppio vantaggio in casa contro l'Hull City. Nelle retrovie zittto zitto sta risalendo il Sunderland che, vincendo ieri contro il Cardiff, con ancora una partita da recuperare, si ritrova da fanalino di coda ad essere quartultima, insomma si sa, i "The Black Cats" hanno nove vite e dopo aver fermato le prime della classe si stanno attaccando con tutte le loro unghie alla salvezza. Lo spettacolo della premier continua nel prossimo weekend.

 
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