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Scuola, l'impegno della Giannini. Dal precariato, all'inglese, al merito, alla lotta all'obesità

Prima uscita in Parlamento del ministro. Gli impegni programmatici del governo. Mentre le commissioni Bilancio e Lavoro chiedono una soluzione per gli insegnanti "quota 96"

 

ROMA - Riassorbire il precariato, valorizzare il merito degli insegnanti e valutare le performance delle scuole. Ma non solo: insegnare una materia in lingua inglese sin dalla scuola elementare e potenziare l'educazione motoria per scongiurare l'obesità sin dalla più tenera età. Ma anche, avviare una nuova tornata di Tirocini formativi attivi per dare l'abilitazione all'insegnamento ai laureati e rimettere in sesto gli edifici scolastici sgarrupati. La ministra dell'Istruzione, Stefania Giannini, nel corso della sua discussione sulle Linee programmatiche del suo dicastero in commissione Cultura al Senato, è stata come un fiume in piena. Ha toccato mille tasti, anche sensibili ma ha rivendicato la centralità della scuola per questo governo. 

"Questo è il primo governo dal dopoguerra che mette la scuola al centro della discussione politica", ha detto in apertura. Il tutto, mentre, il Parlamento impegna il governo a risolvere la questione degli insegnanti "quota 96" e la Corte di giustizia europea prende tempo per esprimersi sulla legittimità di trattamento da parte del nostro paese dei 140mila precari  -  di cui 125mila nella scuola  -  di lungo corso che chiedono, appellandosi proprio alla normativa comunitaria, di essere stabilizzati.
 
Ed è proprio di precari che parla a lungo la Giannini oggi al Senato. Per il ministro i circa 500mila precari che, avario titolo, gravitano nel mondo della scuola sono troppi.
 

E' "un problema rilevante, drammatico per le vite di molte persone. Non si può ignorarlo sperando che scompaia da solo", spiega in commissione. E snocciola i numeri di un purgatorio formato da 170mila precari storici inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, più di 460mila inseriti nelle graduatorie d'istituto  -  che comprendono anche i primi  -  10mila abilitati secondo le nuove regole dettate dall'ex ministro Gelmini  -  70mila abilitati con i Percorsi abilitanti speciali, 55mila diplomati magistrali e 40mila idonei dei concorsi "storici". Tutte persone che sono alla ricerca di una sistemazione.
 

"Affrontare questo tema  -  ha detto il ministro  -  significa darsi un obiettivo politico preciso e definito: i precari vanno riassorbiti, in un'ottica di medio-lungo periodo che si abbini a concorsi a cattedra. Ma nel frattempo per dare risposte immediate l'idea è inserire precari all'interno di organici funzionali". Ma assorbire il precariato non significa aprire le porte a tutti e basta. Nella scuola occorre valorizzare il merito. "Se nel secolo scorso l'obiettivo  -  chiosa la Giannini  -  è stato la scolarizzazione di massa, oggi l'obiettivo deve essere necessariamente una scuola di qualità per tutti: la valutazione che controlla, misura e certifica questa qualità diventa lo strumento decisivo per fondare la scuola del nuovo secolo".
 

"Ho intenzione di promuovere un ciclo di autovalutazione per il miglioramento e la verifica dei risultati. I risultati relativi al miglioramento delle attività didattiche e formative devono essere comparabili tra scuola e scuola e traducibili tra Italia e Europa". E rifiuta l'idea che la retribuzione per gli insegnanti debba basarsi "solo sugli scatti di anzianità". Presto sarà avviata la discussione sul rinnovo del contratto e si partirà "dalla valorizzazione" della professione. Poi, il ministro ha intenzione di attivare una nuova sessione di Tirocini formativi attivi e di riformare il percorso di formazione  -  attualmente di sei anni  -  per accedere all'insegnamento, inserendo il tirocinio nel corso dell'ultimo anno.

Per i più piccoli della scuola dell'infanzia e della primaria è in cantiere l'idea di insegnare l'inglese fin dalle prime classi. "Non fare l'ora di inglese, ma insegnare in inglese un'altra materia", ha spiegato l'inquilino di viale Trastevere. E, per i più piccoli, è prevista anche "l'alfabetizzazione motoria e sportiva". "C'è un dato di partenza che è drammatico: il 10 per cento dei bambini italiani della scuola primaria è obeso. Il 32 per cento dagli otto ai nove anni è sovrappeso, vuol dire che c'è una deviazione alimentare ma anche che c'è una mancanza della cultura dello sport". E, in conclusione, ha ribadito
 
 
Ma oggi, per i quasi-pensionati della scuola bloccati dalla Fornero si intravede la luce in fondo al tunnel. La commissione Bilancio della camera ha approvato una risoluzione della vicepresidente, Barbara Saltamartini, e Nunzia De Girolamo, presidente dei deputati del Nuovo Centrodestra che impegna il governo a reperire, prima della presentazione del Documento di economia e finanza 2014, le risorse finanziarie volte per sanare la situazione degli insegnanti incappati nella tagliola della riforma Fornero a pochi mesi dalla pensione. In trepidazione, circa 4mila docenti con almeno 60 anni di età e 36 di contribuzione  -  o 61 di età e 35 di anzianità di servizio  -  bloccati per il semplice fatto che la riforma delle pensioni non ha tenuto in debito conto che nella scuola l'anno si conclude il 31 agosto e non il 31 dicembre.
 

Ad incappare nella trappola sono stati soprattutto maestri e professori della classe '52, che nel 2012 avevano già compiuto 60 anni e secondo la norma precedente avevano già maturato i requisiti per lasciare la cattedra, ma che adesso dovranno  attendere di compiere 67 anni di età. E, nell'ipotesi di fuoriuscita dalla scuola dei "quota 96", si aprirebbero le porte a 4mila nuovi giovani in ingresso. Dovranno ancora aspettare alcuni mesi invece i 125mila supplenti di lungo corso che attendono la sentenza della Corte di giustizia europea per essere stabilizzati. La sentenza verrà La giornata di oggi, si apre con una buna notizia. "I giudici europei  -  dice l'Anief di Marcello Pacifico  -  prendono tempo: il governo ne approfitti e non attenda le motivazioni della sentenza".

"Ciò eviterà  -  continua Pacifico  -  cause giudiziarie che porterebbero lo Stato italiano ad essere condannato a risarcire danni superiori ai 4 miliardi di euro". Mentre gli studenti insorgono di fronte all'intenzione del ministro Giannini di equiparare le paritarie alle scuole statali. "Siamo sbalorditi  -  dichiara Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell'Unione degli studenti  -  di fronte all'ennesima dichiarazione in favore delle scuole private e della loro equiparazione a quelle pubbliche: uno schiaffo ai milioni di studenti che ogni giorno varcano le soglie delle pubbliche sempre più dequalificate e sottofinanziate. Rivendichiamo lo stop ai finanziamenti alle scuole paritarie private".

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L'UDC TRA CASINI E LADROCINI

L'ex tesoriere Naro condannato a un anno nell'inchiesta appalti Enav: "Tangente da 200mila euro"
Il segretario Cesa indagato per finanziamento illecito: 21 anni fa l'arresto per mazzette Un partito dichiarato sciolto nell'aprile 2012 dallo stesso Casini (ma poi sopravvissuto) finisce sotto la lente di pm e tribunali. Da una parte l'ex segretario amministrativo Naro è stato condannato per 200mila euro versati, secondo l'accusa, dall'imprenditore Di Lernia, che dice: "Li lasciai a lui perché Casini non c'era" (leggi). Dall'altra il segretario politico inquisito per un presunto pagamento di 200mila euro da un imprenditore nella vicenda del Sistri. E non nuovo a disavventure giudiziarie (leggi

Roma, l'ira di Fuksas sulla sua Nuvola
Spesi 180 milioni: "E resterà incompiuta"

L'archistar denuncia manovre: "Non completeranno, finirà in tribunale. Pronto a togliere la firma"
Eur spa: "Perché lo abbiamo licenziato? Problemi di budget. E' ricco, sia magnanimo e lavori gratis"Il centro congressi da 276 milioni (180 già spesi) deve essere inaugurato nel 2015. "Se faranno pasticci tolgo la firma", dice il progettista dell'opera che apre le porte del suo studio a ilfattoquotidiano.it per denunciare i rallentamenti imposti dall'amministrazione di Roma (video). Il presidente dell'Eur Borghini: "Sarà pronta". Intanto il M5S chiede: "Marino spieghi le parcelle da 20 milioni di euro all'architetto" (articolo e video)  

 

Che fine hanno fatto le leggi di Renzi???Ddl Delrio: finta abolizione province e rischio caos.Legge

 elettorale impaludata al

 Senato (che vogliono abolire

 ma non si sa come...)VIETNAM

 PARLAMENTARE SULLE PROVINCE, TENTAZIONI DI RINVIO DELL'ITALICUM La riforma parla di eliminazione degli enti, ma porterà a conflitti amministrativi e altri costi
Maggioranza due volte sotto in commissione, no a pregiudiziale di costituzionalità M5s per 4 voti. Madia: "Prepensionamenti tra statali
per favorire l'ingresso dei giovani"
Il ministro: mobilità obbligatoria."Firmato tetto stipendi e vitalizi". Lavoro, sì della Camera alla legge contro le dimissioni in bianco

 

Scuola, il ministro Giannini batte cassa per stabilizzare i docenti precari

Non solo il piano sull’edilizia scolastica: il governo ha intenzione di tirar dritto sui test Invalsi, e di fare marcia indietro sul Tirocinio Formativo Attivo

Più soldi e più autonomia per riassorbire i precari della scuola. Che sono sempre di più, quasi 500mila. E per la cui stabilizzazione servirà “un significativo impegno finanziario”. Il nuovo ministro,Stefania Giannini, ha esposto ieri pomeriggio in Commissione al Senato le linee programmatiche del governo Renzi in tema di istruzione. Non solo il piano sull’edilizia scolastica: il Ministero ha intenzione di tirar dritto sui test Invalsi, e di fare marcia indietro sul Tirocinio Formativo Attivo, il canale di formazione dei docenti istituito dal ministro Francesco Profumo solo nel 2012, e già in previsione di superamento (verrà inglobato nelle lauree). Ma la vera novità riguarda ancora una volta le assunzioni: confermati i concorsi come canale principale di reclutamento, Giannini punta sugli organici funzionali e sull’autonomia dei singoli enti per implementare l’offerta formativa e sistemare le migliaia di docenti in attesa di una cattedra.

CONCORSI E ORGANICI FUNZIONALI
Quello del precariato è un “problema rilevante e drammatico, che riguarda la vita di molte persone”, ha detto il ministro in Commissione. Lo confermano anche i numeri: i docenti iscritti nellegraduatorie d’istituto (quelle che assegnano le supplenze) sono 460mila in tutta Italia. E fra questi, ci sono i 170mila iscritti nelle Graduatorie ad esaurimento (da cui viene pescato, per legge, il 50% delle assunzioni), per la cui dismissione ci vorranno almeno dieci anni. Senza dimenticare i 10mila abilitati Tfa, i 70mila che arriveranno dai Pas (noti anche come Tfa speciali) e i 40mila idonei di vecchi concorsi. Un vero e proprio rebus che Giannini spera di risolvere, almeno in parte, con gliorganici funzionali: un corpo docente messo su da singole scuole (o da reti di scuole) per gestire al meglio le supplenze e aumentare l’offerta formativa, affrontando anche il tema del sostegno e dell’integrazione.

Sin dal momento del suo insediamento il ministro ha insistito sul tema dell’autonomia scolastica. Per far questo, però, è la stessa Giannini a sottolineare che ci vorrà un “significativo impegno finanziario”. L’organico dell’autonomia, del resto, è stato già istituito nel 2012, ma fino ad oggi non è stato pienamente attuato per problemi di budget. Giannini, dunque, batte cassa: serviranno soldi non soltanto per rimettere in sesto i disastrati edifici della scuola italiana, ma anche per sistemarne il personale. Una soluzione, aggiunge, potrebbe arrivare dalla revisione dei costi attuali per le supplenze brevi e l’integrazione degli alunni disabili. Parole che potrebbero presagire una piccola rivoluzione nell’assegnazione delle cattedre temporanee, e anche sul sostegno. Bisognerà aspettare per capire quanto il governo vorrà spingere sull’autonomia, e come verranno attuate queste linee programmatiche. Intanto, il ministro chiede di reintegrare i Fondi per l’offerta formativa ai livelli del 2011, quando ammontavano a 1,5 miliardi di euro, prima di essere falcidiati dai tagli. Sul lungo periodo, invece, confermata la linea dettata da Carrozza: le assunzioni dovranno avvenire solo per concorso.

TFA: NUOVO BANDO, POI SI CAMBIA
Marcia indietro, invece, sul Tirocinio Formativo Attivo. Il sistema di abilitazione dei docenti non ha neppure due anni di vita, ma per il ministro Giannini è già desueto: il prossimo ciclo che era stato annunciato dall’ex ministro Maria Chiara Carrozza verrà confermato. Ma pur condividendo il principio sotteso al Tfa, per il futuro Giannini prefigura l’introduzione di “un modello più snello”, basato sull’inserimento di un periodo di tirocinio direttamente nel percorso della laurea magistraleuniversitaria.

INVALSI E BONUS AI DOCENTI
Da quando sono stati introdotti, i test Invalsi hanno suscitato solo polemiche. Ma per il ministro Giannini il momento della valutazione è decisivo per il passaggio da “una scuola per tutti” ad “una scuola di qualità per tutti”. Per questo Invalsi non sarà dismesso, ma anzi rilanciato, promuovendo un “maggior coinvolgimento delle scuole” (che fin qui hanno più che altro subito i test). Alla valutazione, del resto, si ricollega anche la novità dei bonus nei contratti dei docenti: un altro dei temi forti del ministro, che ha ribadito l’intenzione di voler superare l’attuale sistema, in cui gli scatti di anzianità sono l’unico meccanismo premiale per gli insegnanti. Questione su cui già si profila lo scontro con i sindacati.

CONFERME SULL’EDILIZIA SCOLASTICA
Nulla di nuovo, invece, sul fronte dell’edilizia scolastica, dove il ministro ha confermato gli annunci già fatti dal premier Renzi. Giannini ha sottolineato che il governo sta predisponendo un piano pluriennale che porterà a fare interventi in 10mila edifici su tutto il territorio nazionale. Per farlo, ribadito l’impegno economico e anche organizzativo, con uno snellimento delle procedure e il completamento dell’Anagrafe che manca da quasi 20 anni.

QUOTA 96: CAMERA PROMETTE SOLUZIONE
Prima dell’intervento del ministro Giannini in Senato, le Commissioni Bilancio e Lavoro della Camera hanno approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna il governo a sciogliere il nodo dei Quota 96, i 4mila docenti bloccati in servizio da una “svista” della riforma Fornero. In realtà, una soluzione sembrava molto vicina già lo scorso mese, con un testo unificato a firma Pd-M5s. Ma poi è arrivata la doccia fredda della Ragioneria dello Stato, che ha bocciato le coperture. Presto il Parlamento proverà a trovare una nuova soluzione. Sperando – si augurano gli insegnanti coinvolti – che sia la volta buona.

 

Debito pubblico, ascoltate i banchieri centrali: o crescita o morte

L’Italia, anche con Matteo Renzi, continua a rimandare i problemi, ragiona con la “veduta corta” dei politici. Intorno a noi ci sono molti segnali di ottimismo (spread in calo, un po’ di ripresa, l’incoraggiamento che si riserva ai sopravvissuti), ma anche tanti che invitano alla prudenza. Se si mettono insieme le dichiarazioni di ieri di tre banchieri centrali, Ignazio Visco, Mario Draghi e Jens Weidmann, il messaggio arriva chiaro: i Paesi ad alto debito devono crescere, tanto e subito, oppure saranno stritolati dal combinato tra prezzi bassi (una quasi-deflazione) e vincoli di bilancio.

Dice Mario Draghi: “La politica fiscale può supportare la crescita assicurando una migliore composizione del consolidamento, meno focalizzata sull’aumento delle tasse e più sulle priorità di spesa”. Tradotto: chi – come Renzi – vuole tagliare le tasse per spingere i consumi fa benissimo, ma al contempo bisogna ridurre la spesa e togliere un po’ di ruggine dagli ingranaggi.

Ignazio Visco è ancora più chiaro: entro il 2016 l’Italia deve essere in regola col Fiscal Compact (e le altre regole), riducendo il debito pubblico di un ventesimo della parte che eccede il 60 per cento. Non servono “manovre correttive da 40-50 miliardi all’anno” o “un orientamento permanentemente restrittivo delle politiche di bilancio”, sarebbe sufficiente (e non è poco) una crescita del Pil al 3 per cento annuo per avere il pareggio strutturale di bilancio. Sintesi: o crescita o morte, causata da manovre draconiane o da procedure d’infrazione europee per violazione degli impegni di bilancio (con immediata perdita di credibilità, balzo degli spread, aumenti degli interessi sul debito ecc..).

Il terzo banchiere centrale Jens Weidmann, dell’inflessibile Bundesbank tedesca, sorprende il mondo evocando qualcosa a cui i tedeschi si sono sempre opposti: un quantitative easing fatto dalla Bce sul modello americano, cioè l’acquisto diretto di titoli dalle banche che li detengono in portafoglio (la Bce di solito usa i pronti contro termine, cioè prestiti in cambio di titoli in garanzia): “Non è fuori questione”. Weidmann è impazzito? Difficile, semplicemente forse il pericolo deflazione per la zona euro è maggiore del previsto. Oppure anche la Germania si è convinta che questo è il momento di stimolare la crescita, violando anche qualche tabù come quello degli acquisti diretti dalle banche. Sarebbe troppo malizioso pensare che Weidmann voglia solo aiutare le banche tedesche durante l’esame europeo dei bilanci condotto proprio dalla Bce.

L’Italia renziana, oltre ad agitarsi molto, deve scegliere con decisione tra le due sole opzioni rimaste a disposizione: o crescita o morte.

 

Bpm e la banca parallela per i politici
"Quasi 3 milioni solo alla Santanchè"
Dalla P2 di Gelli,dalla

 

 P3 di Verdini,dalla P4 di

 

 Bisignani, ecco la P5 di Ponzellini

 

Indagini chiuse sulla Banca Popolare di Milano: "Struttura deviata creata da ex presidente Ponzellini"
Video - Quando la deputata di Forza Italia si scagliò contro il cronista del Fatto: "Lei è uno stronzo"
La Procura di Milano ha chiuso l'inchiesta sulla presunta struttura parallela all'interno di Bpm creata dall'ex presidente Massimo Ponzellini. Coinvolte in tutto 17 persone. Secondo i pm la struttura deviata agevolava gli ambienti politici. Tra i presunti finanziamenti illeciti anche 2 milioni e 800mila euro a Daniela Santanchè, amministratore di due società prive di affidabilità bancaria (la deputata non è indagata). Nelle carte dell'inchiesta finirono anche Romani, Brancher e La Russa

 

Ferrovie: "24 miliardi di investimenti"
Ma ben 15 sono a spese dei contribuenti
Moretti: "Regioni ci mollano? Investano"

Ferrovie: "24 miliardi di investimenti" Ma ben 15 sono a spese dei contribuenti Moretti: "Regioni ci mollano? Investano"

Altri soldi pubblici per mantenere la rete. L'ad punta ad aumentare i ricavi di 1300 milioni di euro e polemizza con gli enti locali (video di F. Baraggino) Della Valle lo attacca ancora: "Per il servizio che offre dovrebbe lavorare gratis"

 

 

Lazio-Hellas Verona 3-3, pari inutile per entrambe. E scaligeri furiosi:solito rigore allucinante in favore della squadra di quel pezzo di merda di Lotito, qualcuno vuole dirci quale e' il potere di questo "signore" che non paga mai un cazzo??!

La squadra di Mandorlini va sotto due volte ma gioca meglio e con Romulo riesce a trovare la rete del 2-3, dopo le firme di Keita, Marquinho, Lulic (poi espulso) e Iturbe. In pieno recupero, penalty alquanto generoso per contatto Albertazzi-Klose: Mauri impatta, lite Mandorlini-Reja al fischio finale. Arbitraggio alla Moreno favorisce in maniera spudorata la merdosa Lazio: qualcuno ci vuole gentilmente dire chi c'è dietro la potenza di questo "Escobar de noantri"?? Klose andava espulso per una merdosissima simulazione!!!

ROMA – L'Olimpico si trasforma in un cinema. Lo stesso spettacolo va in scena anche a due settimane di distanza: cambia l'avversario, non la sostanza. Lazio-Verona è la replica di Lazio-Torino, il pari non serve a nessuno e fa infuriare gli ospiti, stavolta non con se stessi ma con l'arbitro. L'Hellas lascia il terreno capitolino imprecando nei confronti di Mazzoleni, per il penalty che ha fissato il punteggio sul 3-3: contatto leggerissimo Albertazzi-Klose, il fischietto indica il dischetto e i biancocelesti bissano il pareggio di due turni fa. Il successo lo avrebbero ampiamente meritato gli ospiti, che per una volta devono prendersela anche col loro bomber. Luca Toni grazia la Lazio a più riprese, errori non da lui: gentili omaggi per Torino, Parma, Milan e a questo punto anche Inter, che dovrà difendere il quinto posto dall'assalto delle inseguitrici.

ITURBE C'E', KLOSE VA IN PANCA - Nella settimana del rinnovo contrattuale, Miro Klose recupera soltanto per la panchina, a differenza di Iturbe, che riesce ad essere della contesa e risulterà il migliore in campo. Reja con Mauri centravanti tattico, Mandorlini con Marquinho confermato nel tridente d'attacco. La Lazio parte facendo la partita ma rischia di trovarsi sotto già prima del quarto d'ora: incomprensione Biava-Biglia, i due si scontrano e confezionano la palla gol più grande dei primi 45 minuti scaligeri. Hallfredsson raccoglie e scappa centralmente, servendo Toni a tu per tu con Berisha: scavetto del centravanti, sfera fuori di un'inezia. Il match non si infiamma fino alla mezz'ora. Contropiede Lazio, lo guida Mauri: il numero 6 pesca Candreva sulla sinistra, l'esterno biancoceleste alza la testa e vede Keita solo sul fronte opposto. Assist obbligato e preciso, lo spagnolo stoppa, ringrazia e batte in diagonale l'incolpevole Rafael. Il Verona sembra accusare il colpo, Mandorlini si sbraccia ma i suoi trovano il gol nel momento più difficile. Hallfredsson brucia Biglia in pressing, tocco per Marquinho, destro mortifero dell'ex romanista, che dal limite dell'area va a spolverare l'angolo basso. MANDORLINI MEGLIO DI REJA - I padroni di casa non ci stanno e si gettano in avanti a testa bassa nel finale di frazione: Biglia inventa un gran gol a gioco ampiamente fermo, Keita semina il panico sulle corsie ma i suoi cross non vengono finalizzati dai compagni di squadra. Copione simile in avvio di ripresa, Keita per la testa di Mauri, la spizzata è sporca e Moras salva sulla linea. Il greco, fra i migliori in campo, si fa pericoloso sul fronte opposto: angolo da sinistra, incornata quasi perfetta. Il quasi tiene in vita la Lazio - pallone a lato - dandogli la forza per il raddoppio. Serie di rimpalli al limite dell'area, Lulic di testa scavalca la difesa e si presenta da solo davanti a Rafael: gran destro di controbalzo, 2-1. Mandorlini indovina i cambi - Romulo e Cirigliano per Marquinho e Donadel - e rimette i suoi in carreggiata: Toni manca il pari su corner, Hallfredsson scalda i guanti di Berisha da fuori, Iturbe fa 2-2. Proprio Cirigliano riceve ai 35 metri, Biava sale per provare l'anticipo e lo sbaglia, Konko non stringe e l'argentino innesca l'esterno fra il terzino e Cana: l'ex Porto si inserisce a velocità doppia e incrocia col mancino. Reja, a differenza del collega, sbaglia le scelte: Klose per Biglia, Lazio lunghissima e spaccata in due tronconi, Iturbe fa quel che vuole fra le linee e regala a Toni un pallone da non sbagliare. Per il centravanti non è serata, destro respinto benissimo da Berisha. Il Verona insiste, la Lazio non sa difendere su palla inattiva e Albertazzi, di testa, colpisce il palo. Candreva non ne ha più, Cana deve uscire per un colpo alla fronte: Reja non capisce il pericolo e inserisce Felipe Anderson e Gonzalez, portando Lulic terzino con Radu centrale. Il gol del 2-3 è il manifesto della confusione.

VELENO IN CODA - Hallfredsson al cross da sinistra, Radu segue il taglio di Toni, alle sue spalle non ha compagni: a Romulo non pare vero, il brasiliano insacca da due metri quello che sembra il gol vittoria. Impressione amplificata dall'espulsione rimediata da Lulic, che ferma Iturbe nell'unico modo possibile: stendendolo. Il bosniaco va dritto sulle gambe, rosso diretto, già si intravedono i titoli di coda. Toni potrebbe accelerare la pratica, pescato da Romulo, ma il centravanti calcia nuovamente su Berisha, a conti fatti il migliore dei suoi. Quattro di recupero, il secondo è quello decisivo. Cross da sinistra, il pallone è lungo per Klose, toccato sulla schiena da Albertazzi: il tedesco non fa nulla per rimanere in piedi, il penalty oscilla tra il generoso e l'inesistente. Non c'è il rigorista Candreva, sul dischetto si presenta Mauri. Sinistro incrociato, Rafael respinge, il numero 6 insacca in tap-in e firma il 3-3 che fa infuriare il Verona, con tanto di scambio accesissimo tra Reja e Mandorlini al triplice fischio finale. L'Europa, a questo punto, dipende dagli altri.

LAZIO-HELLAS VERONA 3-3 (1-1)
Lazio (4-3-3):
 Berisha 7; Konko 5, Biava 5, Cana 6 (37′ st Gonzalez sv), Radu 5; Biglia 5.5 (28′ st Klose 5.5), Ledesma 5.5, Lulic 5.5; Candreva 6.5 (36′ st Anderson sv), Mauri 6, Keita 6.5. (Guerrieri, Strakosha, Ciani, Dias, Kakuta, Onazi, Pereirinha, Perea). All.: Reja
Verona (4-3-3): Rafael 6; Pillud 5.5, Moras 7, Marques 6, Albertazzi 5.5; Sala 6.5 (36′ st Gomez sv), Donadel 5.5 (21′ st Cirigliano 6), Hallfredsson 7; Iturbe 7.5, Toni 5, Marquinho 6.5 (21′ st Romulo 6.5). (Borra, Nicolas, Agostini, Cacciatore, Donsah, Gonzalez, Cacia, Rabusic). All.: Mandorlini
Arbitro: Mazzoleni
Reti: 30′ pt Keita, 37′ pt Marquinho, 15′ st Lulic, 24′ st Iturbe, 38′ st Romulo, 48′ st Mauri
Ammoniti: Radu, Donadel, Hallfredsson, Iturbe e Marquinho per gioco falloso, Rafael per perdita di tempo
Espulsi: Lulic e Albertazzi
Note: Mauri ha sbagliato un rigore al 48′ st

 

Premier League 36' giornata
CAMPIONATO RIAPERTO 
by David Z.©

Weekend emozionante in premier, si poteva chiudere oggi ad Anfield Road, ma gli uomini di Mourinho hanno riaperto il campionato più bello ed imprevedibile del mondo andando a fermare la corsa al titolo della capolista Liverpool dopo 11 vittorie consecutive, imponendosi per 2-0. I Reds sono stati traditi proprio dal loro capitano Gerard, scivolato all'ultimo minuto del primo tempo regalando la palla al cinico Demba Ba che ammutolisce lo stadio. Che fosse una giornata particolare lo si doveva capire dalle parole dello Special One che prima della partita dichiarava che per loro la partita più importante non era oggi ma mercoledì (semifinale di Champions), girando tutta la tensione sugli uomini di Rodgers, ma anche da un particolare insolito per Mourinho. Non lo si era mai visto seguire il riscaldamento dei suoi uomini in campo, questa volta era li a dare consigli e suggerimenti a tutti gli 11 che sarebbero scesi in campo da li a pochi minuti. Nella ripresa Mou rinforzava la linea difensiva e il Liverpool andava a sbattere contro il muro Blues andando completamente in tilt. Non riuscendo più a verticalizzare, i nervi salivano di minuto in minuto, Gerrard e compagni non riuscivano a superare l'attenta difesa del Chelsea, la partita si chiudeva al terzo minuto di recupero con un contropiede di Torres che non se la sentiva di segnare appoggiando la palla a Willian che realizzava il 2-0. Il Chelsea è una squadra cinica, che ti punisce al primo errore che commetti.
Chi ne approfitta subito è il Citizens, imponendosi con un secco 2-0 sul campo di un ormai salvo Crystal Palace, trascinati da un gigantesco Yaya Touré e da un Bomber di razza come Dzeko. Il City è, di nuovo, artefice del proprio destino, si riporta a -3 dal Liverpool con una partita da recuperare e, con una differenza reti migliore , anche a parità di punti sarebbe campione d'Inghilterra.
Per la corsa al quarto posto l'Arsenal risolve la pratica dei 3 punti asfaltando in casa il Newcastle per 3 a 0 con le reti di Koscielny, Ozil e Giroud, portandosi, così, a 4 punti di distanza dall'Everton che si suicida sul campo del Southampton, perdendo 2-0 rendendo ormai improbabile l'acceso alla prossima Champions League. Ai Gunners basterà, infatti, fare 3 punti sui 6 disponibili nelle prossime due gare.
Per la corsa all'Europa League fa bene il Tottenham che passa a Stoke-on-Trent per 1-0 ai danni dello Stoke City mettendo una seria ipoteca sul sesto posto con 6 punti di vantaggio sul Manchester United, tornato alla vittoria con il nuovo tecnico Ryan Giggs sulla panchina dei Reds Devils. Il suo esordio è stato trionfale, i suoi uomini si sono imposti per 4-0 all'Old Trafford contro il Norwich.
In zona Relegation da registrare le pesanti vittorie del West Brom sul West Ham per 1-0 e dello Swansea che travolge per 4-1 l'Aston Villa. Il Fulham, invece, si suicidia e spreca il doppio vantaggio in casa contro l'Hull City. Nelle retrovie zittto zitto sta risalendo il Sunderland che, vincendo ieri contro il Cardiff, con ancora una partita da recuperare, si ritrova da fanalino di coda ad essere quartultima, insomma si sa, i "The Black Cats" hanno nove vite e dopo aver fermato le prime della classe si stanno attaccando con tutte le loro unghie alla salvezza. Lo spettacolo della premier continua nel prossimo weekend.

 
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