

Giornali e tivù lodano indefessamente Matteo
Renzi. Se fosse tutto vero ci sarebbe da esultare. Ma non è
vero quasi nulla. Qualche esempio.
1) Approvato
il ddl
Delrio taglia-province.
È passato ieri al Senato, con la mannaia ricattatoria della fiducia
per evitare i franchi tiratori: come facevano Berlusconi, Monti e
Letta. È un ddl farlocco, che non cancella le Province, ma casomai
aumenta problemi e storture. Se verrà approvato, garantirà un
risparmio tra i 100 e i 160 milioni di euro: una miseria, a livello
nazionale. Ennesimo specchietto per le allodole, a uso e consumo
meramente mediatico.
2) Renzi
mette all’asta su eBay un centinaio di auto blu (“Venghino
signori venghino”), ma in un modo o nell’altro si appresta ad
acquistarne altre 1300. Con
una mano dà, con l’altra toglie. E con la bocca supercazzola.
3) Questione morale: il
Pd ieri ha salvato l’ex
ministro Brambilla dall’arresto. Grillo eCasaleggio scrivono
nel loro blog che nessun giornale ha riportato la notizia: cazzata.
Il Fatto lo
riporta in prima pagina e ieri ci abbiamo fatto l’apertura nel sito.
Il giorno in cui Grillo e Yoko Casaleggio la smetteranno col
generalizzare, sarà sempre troppo tardi. I giornalisti non sono
tutti uguali, e per la fortuna di tutti – anzitutto di Peter – Gomez
non è uguale a Pigi Battista. Così come Nicola Morra non è uguale a
Speranza. Resta il dato rilevante: il Pd ha salvato anche la
Brambilla, come ennesimo regalo a Berlusconi.
4) Tra le battaglie (immaginarie) di Renzi, la grande assente è
quella contro l’evasione
fiscale. Il motivo è molto semplice e lo spiega anche Visco stamani
al Fatto:
chi combatte seriamente l’evasione si gioca più o meno 10 milioni di
voti in consenso elettorale. Troppo impopolare, come battaglia.
Ancor più con le Europee alle porte. Molto più redditizio essere
furbi che onesti.
5) Dei tagli
agli F35, quelli che secondo Heidegger Boccia servono a spegnere
gli incendi (nel suo cervello, forse) e per il Ministro
Pinotti (ahahahah)
fungono da scudo interstellare “se uno magari decide di lanciare un
missile contro l’Italia”, non si parla più. Tagliare quella spesa
folle e stupida sarebbe un’idea troppo intelligente. Nel
frattempo oggi Barack
Obama incontrerà
Renzi a Roma, e sarà un po’ come vedere JFK che incontra Forrest
Gump. Solo che lì era un film e qui è la realtà. Non è escluso che,
come il suo maestro Silvio, anche Renzi saluti il Presidente degli
Stati Uniti con un teatrale “Mister Obamaaaaaaaaa!”. Magari con
tanto di virile strizzatina di palle, giusto per sembrare ancora più
amici e ricordare uno dei modelli intellettuali e comportamentali di
Renzi: il Bagnino Mario di Panariello.
O meglio ancora il pr della discoteca Chiticaca di Orbetello: “Si
vede il marsupio?”. Sì, e anche la quintalata di bugie giornaliere.
Ma le vede solo chi vuol vederle.
6) Il
magico aumento in busta paga di 80 euro, quello promesso ai
quattro venti e urlato durante la conferenza stampa con le slide
della Lidl, rischia già di sparire, o comunque di diventare un bonus
una-tantum. Olè.
7) Com’era quella storia che Renzi avrebbe abolito o quantomeno
combattuto i rimborsi
elettorali(cioè il finanziamento pubblico) ai partiti?
8) Renzi, politicamente, non esiste. È solo chiacchiere e pancetta,
che lievita peraltro con una velocità si spera un giorno
proporzionale alla ripresa economica. Vi invito piuttosto a prestare
attenzione certosina alle sue parole, ai suoi slogan, ai suoi
discorsi: non dice assolutamente nulla. Un mix tra ilConte
Mascetti, i baci Perugina e il Jovanotti dell’unica grande
Chiesa che parte da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa.
Esempio 1: ”L’Europa non è un insieme di regole: è mio nonno che fa
la guerra, è mia madre che piange perché guarda il Muro cadere, è
mio figlio che farà l’Erasmus“.
E quindi? Esempio 2: ”Per rilanciare la competitività delle nostre
industrie, occorre che l’Europa ritorni a fare l’Europa”. E
quindi? Esempio 3 (e capolavoro autentico). Testuale: ”Il futuro non
è uno spazio da aspettare. Il futuro è un luogo da conquistare”.
Eeeehhh? E quindi? Concretamente e al netto di ottimismi da
discount, che vuol dire? Come se fosse antani anche per lei soltanto
in due, oppure in quattro anche scribài con cofandina? (cit).
Piccolo consiglio: ogni volta che Renzi parla, sbobinate i suoi
interventi e raccogliete le sue perle in una pagina apposita.
Proprio come faceva la Gialappa’s Band con Trapattoni: un giorno
potremo raccontarlo ai nipotini. Benvenuti nell’era della Politica
Antani. Senza il talento di Tognazzi, però.( Andrea Scanzi de Il
Fatto Quotidiano)
Marine Le Pen adieu.
Contrariamente al povero segretario della Lega Salvini (ex
appartenemte ai comunisti padani), scavalcato dal suo stesso
territorio come dimostrato dal referendum sull'indipendenza in
Veneto,che subito è corso ai piedi della signora di ferro,i
capi-megafono del M5S rispondono picche.
Marine Le Pen è una bella signora di grande
successo. Nessuno la odia. Ha però un'appartenza politica diversa
dal M5S e per questo non sono possibili accordi. Rien d'autre.
Adieu.
Lazio-Hellas Verona 3-3, pari inutile per entrambe. E scaligeri
furiosi:solito rigore allucinante in favore della squadra di
quel pezzo di merda di Lotito, qualcuno vuole dirci quale e' il
potere di questo "signore" che non paga mai un cazzo??!
La squadra di Mandorlini va sotto due volte ma gioca meglio e con
Romulo riesce a trovare la rete del 2-3, dopo le firme di Keita,
Marquinho, Lulic (poi espulso) e Iturbe. In pieno recupero, penalty
alquanto generoso per contatto Albertazzi-Klose: Mauri impatta, lite
Mandorlini-Reja al fischio finale. Arbitraggio alla Moreno favorisce
in maniera spudorata la merdosa Lazio: qualcuno ci vuole gentilmente
dire chi c'è dietro la potenza di questo "Escobar de noantri"??
Klose andava espulso per una merdosissima simulazione!!!
ROMA –
L'Olimpico si trasforma in un cinema. Lo stesso spettacolo va in
scena anche a due settimane di distanza: cambia l'avversario, non la
sostanza. Lazio-Verona è la replica di Lazio-Torino, il pari non
serve a nessuno e fa infuriare gli ospiti, stavolta non con se
stessi ma con l'arbitro. L'Hellas lascia il terreno capitolino
imprecando nei confronti di Mazzoleni, per il penalty che ha fissato
il punteggio sul 3-3: contatto leggerissimo Albertazzi-Klose, il
fischietto indica il dischetto e i biancocelesti bissano il pareggio
di due turni fa. Il successo lo avrebbero ampiamente meritato gli
ospiti, che per una volta devono prendersela anche col loro bomber.
Luca Toni grazia la Lazio a più riprese, errori non da lui: gentili
omaggi per Torino, Parma, Milan e a questo punto anche Inter, che
dovrà difendere il quinto posto dall'assalto delle inseguitrici.
ITURBE C'E', KLOSE VA IN PANCA - Nella
settimana del rinnovo contrattuale, Miro Klose recupera soltanto per
la panchina, a differenza di Iturbe, che riesce ad essere della
contesa e risulterà il migliore in campo. Reja con Mauri centravanti
tattico, Mandorlini con Marquinho confermato nel tridente d'attacco.
La Lazio parte facendo la partita ma rischia di trovarsi sotto già
prima del quarto d'ora: incomprensione Biava-Biglia, i due si
scontrano e confezionano la palla gol più grande dei primi 45 minuti
scaligeri. Hallfredsson raccoglie e scappa centralmente, servendo
Toni a tu per tu con Berisha: scavetto del centravanti, sfera fuori
di un'inezia. Il match non si infiamma fino alla mezz'ora.
Contropiede Lazio, lo guida Mauri: il numero 6 pesca Candreva sulla
sinistra, l'esterno biancoceleste alza la testa e vede Keita solo
sul fronte opposto. Assist obbligato e preciso, lo spagnolo stoppa,
ringrazia e batte in diagonale l'incolpevole Rafael. Il Verona
sembra accusare il colpo, Mandorlini si sbraccia ma i suoi trovano
il gol nel momento più difficile. Hallfredsson brucia Biglia in
pressing, tocco per Marquinho, destro mortifero dell'ex romanista,
che dal limite dell'area va a spolverare l'angolo basso.
MANDORLINI MEGLIO DI REJA - I
padroni di casa non ci stanno e si gettano in avanti a testa bassa
nel finale di frazione: Biglia inventa un gran gol a gioco
ampiamente fermo, Keita semina il panico sulle corsie ma i suoi
cross non vengono finalizzati dai compagni di squadra. Copione
simile in avvio di ripresa, Keita per la testa di Mauri, la spizzata
è sporca e Moras salva sulla linea. Il greco, fra i migliori in
campo, si fa pericoloso sul fronte opposto: angolo da sinistra,
incornata quasi perfetta. Il quasi tiene in vita la Lazio - pallone
a lato - dandogli la forza per il raddoppio. Serie di rimpalli al
limite dell'area, Lulic di testa scavalca la difesa e si presenta da
solo davanti a Rafael: gran destro di controbalzo, 2-1. Mandorlini
indovina i cambi - Romulo e Cirigliano per Marquinho e Donadel - e
rimette i suoi in carreggiata: Toni manca il pari su corner,
Hallfredsson scalda i guanti di Berisha da fuori, Iturbe fa 2-2.
Proprio Cirigliano riceve ai 35 metri, Biava sale per provare
l'anticipo e lo sbaglia, Konko non stringe e l'argentino innesca
l'esterno fra il terzino e Cana: l'ex Porto si inserisce a velocità
doppia e incrocia col mancino. Reja, a differenza del collega,
sbaglia le scelte: Klose per Biglia, Lazio lunghissima e spaccata in
due tronconi, Iturbe fa quel che vuole fra le linee e regala a Toni
un pallone da non sbagliare. Per il centravanti non è serata, destro
respinto benissimo da Berisha. Il Verona insiste, la Lazio non sa
difendere su palla inattiva e Albertazzi, di testa, colpisce il
palo. Candreva non ne ha più, Cana deve uscire per un colpo alla
fronte: Reja non capisce il pericolo e inserisce Felipe Anderson e
Gonzalez, portando Lulic terzino con Radu centrale. Il gol del 2-3 è
il manifesto della confusione.
VELENO IN CODA - Hallfredsson
al cross da sinistra, Radu segue il taglio di Toni, alle sue spalle
non ha compagni: a Romulo non pare vero, il brasiliano insacca da
due metri quello che sembra il gol vittoria. Impressione amplificata
dall'espulsione rimediata da Lulic, che ferma Iturbe nell'unico modo
possibile: stendendolo. Il bosniaco va dritto sulle gambe, rosso
diretto, già si intravedono i titoli di coda. Toni potrebbe
accelerare la pratica, pescato da Romulo, ma il centravanti calcia
nuovamente su Berisha, a conti fatti il migliore dei suoi. Quattro
di recupero, il secondo è quello decisivo. Cross da sinistra, il
pallone è lungo per Klose, toccato sulla schiena da Albertazzi: il
tedesco non fa nulla per rimanere in piedi, il penalty oscilla tra
il generoso e l'inesistente. Non c'è il rigorista Candreva, sul
dischetto si presenta Mauri. Sinistro incrociato, Rafael respinge,
il numero 6 insacca in tap-in e firma il 3-3 che fa infuriare il
Verona, con tanto di scambio accesissimo tra Reja e Mandorlini al
triplice fischio finale. L'Europa, a questo punto, dipende dagli
altri.
LAZIO-HELLAS VERONA 3-3 (1-1)
Lazio (4-3-3): Berisha
7; Konko 5, Biava 5, Cana 6 (37′ st Gonzalez sv), Radu 5; Biglia 5.5
(28′ st Klose 5.5), Ledesma 5.5, Lulic 5.5; Candreva 6.5 (36′ st
Anderson sv), Mauri 6, Keita 6.5. (Guerrieri, Strakosha, Ciani, Dias,
Kakuta, Onazi, Pereirinha, Perea). All.: Reja
Verona (4-3-3): Rafael
6; Pillud 5.5, Moras 7, Marques 6, Albertazzi 5.5; Sala 6.5 (36′ st
Gomez sv), Donadel 5.5 (21′ st Cirigliano 6), Hallfredsson 7; Iturbe
7.5, Toni 5, Marquinho 6.5 (21′ st Romulo 6.5). (Borra, Nicolas,
Agostini, Cacciatore, Donsah, Gonzalez, Cacia, Rabusic). All.:
Mandorlini
Arbitro:
Mazzoleni
Reti:
30′ pt Keita, 37′ pt Marquinho, 15′ st Lulic, 24′ st Iturbe, 38′ st
Romulo, 48′ st Mauri
Ammoniti:
Radu, Donadel, Hallfredsson, Iturbe e Marquinho per gioco falloso,
Rafael per perdita di tempo
Espulsi:
Lulic e Albertazzi
Note:
Mauri ha sbagliato un rigore al 48′ st
Premier League 36' giornata
CAMPIONATO RIAPERTO
Weekend emozionante in premier, si
poteva chiudere oggi ad Anfield Road, ma gli uomini di Mourinho
hanno riaperto il campionato più bello ed imprevedibile del mondo
andando a fermare la corsa al titolo della capolista Liverpool dopo
11 vittorie consecutive, imponendosi per 2-0. I Reds sono stati
traditi proprio dal loro capitano Gerard, scivolato all'ultimo
minuto del primo tempo regalando la palla al cinico Demba Ba che
ammutolisce lo stadio. Che fosse una giornata particolare lo si
doveva capire dalle parole dello Special One che prima della partita
dichiarava che per loro la partita più importante non era oggi ma
mercoledì (semifinale di Champions), girando tutta la tensione sugli
uomini di Rodgers, ma anche da un particolare insolito per Mourinho.
Non lo si era mai visto seguire il riscaldamento dei suoi uomini in
campo, questa volta era li a dare consigli e suggerimenti a tutti
gli 11 che sarebbero scesi in campo da li a pochi minuti. Nella
ripresa Mou rinforzava la linea difensiva e il Liverpool andava a
sbattere contro il muro Blues andando completamente in tilt. Non
riuscendo più a verticalizzare, i nervi salivano di minuto in
minuto, Gerrard e compagni non riuscivano a superare l'attenta
difesa del Chelsea, la partita si chiudeva al terzo minuto di
recupero con un contropiede di Torres che non se la sentiva di
segnare appoggiando la palla a Willian che realizzava il 2-0. Il
Chelsea è una squadra cinica, che ti punisce al primo errore che
commetti.
Chi ne approfitta subito è il Citizens, imponendosi con un secco 2-0
sul campo di un ormai salvo Crystal Palace, trascinati da un
gigantesco Yaya Touré e da un Bomber di razza come Dzeko. Il City è,
di nuovo, artefice del proprio destino, si riporta a -3 dal
Liverpool con una partita da recuperare e, con una differenza reti
migliore , anche a parità di punti sarebbe campione d'Inghilterra.
Per la corsa al quarto posto l'Arsenal risolve la pratica dei 3
punti asfaltando in casa il Newcastle per 3 a 0 con le reti di
Koscielny, Ozil e Giroud, portandosi, così, a 4 punti di distanza
dall'Everton che si suicida sul campo del Southampton, perdendo 2-0
rendendo ormai improbabile l'acceso alla prossima Champions League.
Ai Gunners basterà, infatti, fare 3 punti sui 6 disponibili nelle
prossime due gare.
Per la corsa all'Europa League fa bene il Tottenham che passa a
Stoke-on-Trent per 1-0 ai danni dello Stoke City mettendo una seria
ipoteca sul sesto posto con 6 punti di vantaggio sul Manchester
United, tornato alla vittoria con il nuovo tecnico Ryan Giggs sulla
panchina dei Reds Devils. Il suo esordio è stato trionfale, i suoi
uomini si sono imposti per 4-0 all'Old Trafford contro il Norwich.
In zona Relegation da registrare le pesanti vittorie del West Brom
sul West Ham per 1-0 e dello Swansea che travolge per 4-1 l'Aston
Villa. Il Fulham, invece, si suicidia e spreca il doppio vantaggio
in casa contro l'Hull City. Nelle retrovie zittto zitto sta
risalendo il Sunderland che, vincendo ieri contro il Cardiff, con
ancora una partita da recuperare, si ritrova da fanalino di coda ad
essere quartultima, insomma si sa, i "The Black Cats" hanno nove
vite e dopo aver fermato le prime della classe si stanno attaccando
con tutte le loro unghie alla salvezza. Lo spettacolo della premier
continua nel prossimo weekend.