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Milan-Parma 2-4: rossoneri a picco, Cassano in formato mondiale
Clarence Seedorf è sulla graticola. Il presidente Silvio Berlusconi, in accordo con la figlia Barbara ed Adriano Galliani ha deciso di aspettare le gare con Lazio e Fiorentina per decidere sulla conferma del tecnico olandese. Non sono solo i risultati a non essere piaciuti alla dirigenza, ma anche l'atteggiamento in pubblico del tecnico olandese, ultimo episodio la rivelazione di Giancarlo Capelli (leader storico della curva milanista) su un summit di Seedorf con gli ultras. Per questo motivo si stanno addirittura studiando tutte le opzioni per ottenere una risoluzione anticipata del contratto che lega Seedorf al Milan fino al 2016. Il tecnico si è presentato per ultimo all'allenamento. Milanello è una polveriera, musi lunghi da parte dei giocatori, da Balotelli fino al mite Kakà, che aspettano un faccia a faccia nello spogliatoio dopo le rivelazioni del capo ultra


 

MILANO - Una provocazione? Forse. Ieri Clarence Seedorf si è presentato per ultimo per l'allenamento. Clima pesantissimo a Milanello, una vera e propria polveriera, dopo le rivelazioni del capo ultrà Giancarlo Capelli che ha reso pubblico il pensiero del tecnico olandese («Tre quarti dei giocatori che ci sono non li ha scelti lui e non li vuole più»). Parole che pesano come macigni dentro lo spogliatoio. E' atteso tra oggi e domani un incontro chiarificatore tra Seedorf e la squadra. Il morale è a terra. Balotelli e Kakà si sono fermati per firmare autografi senza sorrisi, Montolivo ha tirato dritto, la fascia da capitano pesa. Il Milan sembra allo sbando e senza futuro. Berlusconi sta seguendo la situazione, sembra pronto a prendersi la colpa. Decisive le partite contro Lazio e Fiorentina, soprattutto se avranno esiti negativi. 

AVVIO NERO, CASSANO NON PERDONA - La partita si mette subito male per gli uomini di Seedorf: dopo soli cinque minuti di gioco, Cassano inventa per Schelotto che, solo contro Abbiati, viene travolto dal portiere. Celi non può fare a meno di assegnare il rigore al Parma ed espellere l'estremo rossonero; tra i pali va Amelia (gli fa spazio Essien) e il barese gli dà il benvenuto spiazzandolo dal dischetto. Cassano è ispiratore di una squadra che crea continui pericoli, forte di un assetto consolidato e di una miglior forma fisica, ma non riesce a chiudere il match. La reazione del Milan è volenterosa quanto confusa ma quasi mai pericolosa, eccezion fatta per il palo colpito da Balotelli su azione da calcio d'angolo.RAMI E BALOTELLI RIAPRONO IL MATCH - In avvio di ripresa, il Parma sembra già in grado di chiudere il conto: Cassano, ancora lui, riceve da Acquah, mette a sedere De Jong con una finta e batte Amelia col destro. Sembra il gol che decide la gara, invece è solo la prima emozione di una ripresa pazza. Sei minuti dopo, infatti, il neo-entrato Rami insacca di testa su corner, con uno stacco imperioso che lascia impietriti Molinaro e Marchionni. I crociati, tutto sommato, non sembrano credere alla rimonta rossonera che, invece, si realizza alla mezz'ora: Celi concede un rigore a dir poco generoso a Montolivo, dopo uno scambio di trattenute con Obi, e Balotelli (l'ultimo a mollare dei suoi) trasforma battendo Mirante.IL 2-2 DURA POCO - Arrivato al pari, il Milan tira un attimo il fiato, anche perché la stanchezza delle ultime settimane si fa sentire. Lo spauracchio Cassano è seduto in panchina, sostituito da Amauri, e i rossoneri sentono di poter portare a casa il pari. Il 2-2, però, dura solo due giri di lancette: proprio l'italo-brasiliano zittisce San Siro con un delizioso colpo di tacco, che batte Amelia e riporta avanti gli emiliani. Seedorf si affida a Pazzini, affiancandolo a Balotelli, ma la buona volontà del bomber toscano non basta, perché il resto della squadra è in riserva. Il Parma può permettersi il lusso di far girare palla nella metà campo rossonera e colpire ancora, quasi suo malgrado, allo scadere del quinto minuto di recupero, quando Biabiany spedisce in rete un pallone rimpallato dallo sfortunato Poli. Finisce com'era iniziata, tra i fischi di San Siro e le facce scure dei rossoneri, incapaci di uscire dal momento no.MILAN-PARMA 2-4 (0-1)
MILAN (4-2-3-1):
 Abbiati 5; Abate 6, Mexes 5.5, Bonera 5 (21′ st Pazzini 6), Emanuelson 4.5 (7′ st Rami 6); Essien sv (8′ pt Amelia 6), De Jong 4.5; Poli 6, Montolivo 5.5, Kakà 5; Balotelli 6. (81 Zaccardo, 17 Zapata, 26 Silvestre, 21 Constant, 4 Muntari, 23 Taarabt, 10 Honda, 8 Saponara, 7 Robinho). All.: Seedorf
PARMA (4-3-3): Mirante 6; Cassani 7, Felipe 6.5, Lucarelli 7, Molinaro 6.5; Acquah 6.5 (35′ st Munari 6), Marchionni 6.5 (27′ st Obi 5.5), Parolo 6.5; Biabiany 7, Cassano 8 (18′ st Amauri 7) 7, Schelotto 7.5. (91 Bajza, 1 Pavarini, 8 Galloppa, 18 Gobbi, 51 Sall, 35 Rossini, 45 Nyantakyi, 17 Palladino, 9 Cerri). All.: Donadoni
ARBITRO: Meli di Parma
RETI: nel pt 9′ Cassano; nel st 6′ Cassano, 12′ Rami, 31′ Balotelli (rig.), 33′ Amauri, 45′+5′ Biabiany
AMMONITI: Bonera, Mexes, Marchionni, Obi, Rami per gioco scorretto
ESPULSO: Abbiati al 5'
ANGOLI: 6-4
RECUPERO: 4′ e 5′
SPETTATORI: 39.249 spettatori per un incasso di 906.302 euro.

 

L'impegno interno con il Parma sarebbe dovuto essere l'occasione per cancellare i quattro gol presi a Madrid e la conseguente eliminazione europea: il Milan, invece, incassa un altro poker che getta benzina sul fuoco della contestazione del tifo. Quattro sono anche le sconfitte consecutive, tra campionato e Champions, degli uomini di Seedorf, dato che stride con i sedici risultati utili di un Parma la cui candidatura all'Europa si fa sempre più solida (con tanto di sorpasso momentaneo alla Fiorentina, impegnata in serata contro il Chievo). Trascinatore dei crociati è il solito Antonio Cassano in formato Mondiale, autore dei primi due gol ducali, ma la squadra di Donadoni si mostra matura anche quando il Milan pareggia (in gol Rami e Balotelli su rigore) e il barese è già stato sostituito; sono Amauri e Biabiany a fissare il punteggio finale. Menzione d'onore per Schelotto, anch'egli apparso quello dei giorni migliori.

 

Lazio-Hellas Verona 3-3, pari inutile per entrambe. E scaligeri furiosi:solito rigore allucinante in favore della squadra di quel pezzo di merda di Lotito, qualcuno vuole dirci quale e' il potere di questo "signore" che non paga mai un cazzo??!

La squadra di Mandorlini va sotto due volte ma gioca meglio e con Romulo riesce a trovare la rete del 2-3, dopo le firme di Keita, Marquinho, Lulic (poi espulso) e Iturbe. In pieno recupero, penalty alquanto generoso per contatto Albertazzi-Klose: Mauri impatta, lite Mandorlini-Reja al fischio finale. Arbitraggio alla Moreno favorisce in maniera spudorata la merdosa Lazio: qualcuno ci vuole gentilmente dire chi c'è dietro la potenza di questo "Escobar de noantri"?? Klose andava espulso per una merdosissima simulazione!!!

ROMA – L'Olimpico si trasforma in un cinema. Lo stesso spettacolo va in scena anche a due settimane di distanza: cambia l'avversario, non la sostanza. Lazio-Verona è la replica di Lazio-Torino, il pari non serve a nessuno e fa infuriare gli ospiti, stavolta non con se stessi ma con l'arbitro. L'Hellas lascia il terreno capitolino imprecando nei confronti di Mazzoleni, per il penalty che ha fissato il punteggio sul 3-3: contatto leggerissimo Albertazzi-Klose, il fischietto indica il dischetto e i biancocelesti bissano il pareggio di due turni fa. Il successo lo avrebbero ampiamente meritato gli ospiti, che per una volta devono prendersela anche col loro bomber. Luca Toni grazia la Lazio a più riprese, errori non da lui: gentili omaggi per Torino, Parma, Milan e a questo punto anche Inter, che dovrà difendere il quinto posto dall'assalto delle inseguitrici.

ITURBE C'E', KLOSE VA IN PANCA - Nella settimana del rinnovo contrattuale, Miro Klose recupera soltanto per la panchina, a differenza di Iturbe, che riesce ad essere della contesa e risulterà il migliore in campo. Reja con Mauri centravanti tattico, Mandorlini con Marquinho confermato nel tridente d'attacco. La Lazio parte facendo la partita ma rischia di trovarsi sotto già prima del quarto d'ora: incomprensione Biava-Biglia, i due si scontrano e confezionano la palla gol più grande dei primi 45 minuti scaligeri. Hallfredsson raccoglie e scappa centralmente, servendo Toni a tu per tu con Berisha: scavetto del centravanti, sfera fuori di un'inezia. Il match non si infiamma fino alla mezz'ora. Contropiede Lazio, lo guida Mauri: il numero 6 pesca Candreva sulla sinistra, l'esterno biancoceleste alza la testa e vede Keita solo sul fronte opposto. Assist obbligato e preciso, lo spagnolo stoppa, ringrazia e batte in diagonale l'incolpevole Rafael. Il Verona sembra accusare il colpo, Mandorlini si sbraccia ma i suoi trovano il gol nel momento più difficile. Hallfredsson brucia Biglia in pressing, tocco per Marquinho, destro mortifero dell'ex romanista, che dal limite dell'area va a spolverare l'angolo basso. MANDORLINI MEGLIO DI REJA - I padroni di casa non ci stanno e si gettano in avanti a testa bassa nel finale di frazione: Biglia inventa un gran gol a gioco ampiamente fermo, Keita semina il panico sulle corsie ma i suoi cross non vengono finalizzati dai compagni di squadra. Copione simile in avvio di ripresa, Keita per la testa di Mauri, la spizzata è sporca e Moras salva sulla linea. Il greco, fra i migliori in campo, si fa pericoloso sul fronte opposto: angolo da sinistra, incornata quasi perfetta. Il quasi tiene in vita la Lazio - pallone a lato - dandogli la forza per il raddoppio. Serie di rimpalli al limite dell'area, Lulic di testa scavalca la difesa e si presenta da solo davanti a Rafael: gran destro di controbalzo, 2-1. Mandorlini indovina i cambi - Romulo e Cirigliano per Marquinho e Donadel - e rimette i suoi in carreggiata: Toni manca il pari su corner, Hallfredsson scalda i guanti di Berisha da fuori, Iturbe fa 2-2. Proprio Cirigliano riceve ai 35 metri, Biava sale per provare l'anticipo e lo sbaglia, Konko non stringe e l'argentino innesca l'esterno fra il terzino e Cana: l'ex Porto si inserisce a velocità doppia e incrocia col mancino. Reja, a differenza del collega, sbaglia le scelte: Klose per Biglia, Lazio lunghissima e spaccata in due tronconi, Iturbe fa quel che vuole fra le linee e regala a Toni un pallone da non sbagliare. Per il centravanti non è serata, destro respinto benissimo da Berisha. Il Verona insiste, la Lazio non sa difendere su palla inattiva e Albertazzi, di testa, colpisce il palo. Candreva non ne ha più, Cana deve uscire per un colpo alla fronte: Reja non capisce il pericolo e inserisce Felipe Anderson e Gonzalez, portando Lulic terzino con Radu centrale. Il gol del 2-3 è il manifesto della confusione.

VELENO IN CODA - Hallfredsson al cross da sinistra, Radu segue il taglio di Toni, alle sue spalle non ha compagni: a Romulo non pare vero, il brasiliano insacca da due metri quello che sembra il gol vittoria. Impressione amplificata dall'espulsione rimediata da Lulic, che ferma Iturbe nell'unico modo possibile: stendendolo. Il bosniaco va dritto sulle gambe, rosso diretto, già si intravedono i titoli di coda. Toni potrebbe accelerare la pratica, pescato da Romulo, ma il centravanti calcia nuovamente su Berisha, a conti fatti il migliore dei suoi. Quattro di recupero, il secondo è quello decisivo. Cross da sinistra, il pallone è lungo per Klose, toccato sulla schiena da Albertazzi: il tedesco non fa nulla per rimanere in piedi, il penalty oscilla tra il generoso e l'inesistente. Non c'è il rigorista Candreva, sul dischetto si presenta Mauri. Sinistro incrociato, Rafael respinge, il numero 6 insacca in tap-in e firma il 3-3 che fa infuriare il Verona, con tanto di scambio accesissimo tra Reja e Mandorlini al triplice fischio finale. L'Europa, a questo punto, dipende dagli altri.

LAZIO-HELLAS VERONA 3-3 (1-1)
Lazio (4-3-3):
 Berisha 7; Konko 5, Biava 5, Cana 6 (37′ st Gonzalez sv), Radu 5; Biglia 5.5 (28′ st Klose 5.5), Ledesma 5.5, Lulic 5.5; Candreva 6.5 (36′ st Anderson sv), Mauri 6, Keita 6.5. (Guerrieri, Strakosha, Ciani, Dias, Kakuta, Onazi, Pereirinha, Perea). All.: Reja
Verona (4-3-3): Rafael 6; Pillud 5.5, Moras 7, Marques 6, Albertazzi 5.5; Sala 6.5 (36′ st Gomez sv), Donadel 5.5 (21′ st Cirigliano 6), Hallfredsson 7; Iturbe 7.5, Toni 5, Marquinho 6.5 (21′ st Romulo 6.5). (Borra, Nicolas, Agostini, Cacciatore, Donsah, Gonzalez, Cacia, Rabusic). All.: Mandorlini
Arbitro: Mazzoleni
Reti: 30′ pt Keita, 37′ pt Marquinho, 15′ st Lulic, 24′ st Iturbe, 38′ st Romulo, 48′ st Mauri
Ammoniti: Radu, Donadel, Hallfredsson, Iturbe e Marquinho per gioco falloso, Rafael per perdita di tempo
Espulsi: Lulic e Albertazzi
Note: Mauri ha sbagliato un rigore al 48′ st

 

Premier League 36' giornata
CAMPIONATO RIAPERTO 
by David Z.©

Weekend emozionante in premier, si poteva chiudere oggi ad Anfield Road, ma gli uomini di Mourinho hanno riaperto il campionato più bello ed imprevedibile del mondo andando a fermare la corsa al titolo della capolista Liverpool dopo 11 vittorie consecutive, imponendosi per 2-0. I Reds sono stati traditi proprio dal loro capitano Gerard, scivolato all'ultimo minuto del primo tempo regalando la palla al cinico Demba Ba che ammutolisce lo stadio. Che fosse una giornata particolare lo si doveva capire dalle parole dello Special One che prima della partita dichiarava che per loro la partita più importante non era oggi ma mercoledì (semifinale di Champions), girando tutta la tensione sugli uomini di Rodgers, ma anche da un particolare insolito per Mourinho. Non lo si era mai visto seguire il riscaldamento dei suoi uomini in campo, questa volta era li a dare consigli e suggerimenti a tutti gli 11 che sarebbero scesi in campo da li a pochi minuti. Nella ripresa Mou rinforzava la linea difensiva e il Liverpool andava a sbattere contro il muro Blues andando completamente in tilt. Non riuscendo più a verticalizzare, i nervi salivano di minuto in minuto, Gerrard e compagni non riuscivano a superare l'attenta difesa del Chelsea, la partita si chiudeva al terzo minuto di recupero con un contropiede di Torres che non se la sentiva di segnare appoggiando la palla a Willian che realizzava il 2-0. Il Chelsea è una squadra cinica, che ti punisce al primo errore che commetti.
Chi ne approfitta subito è il Citizens, imponendosi con un secco 2-0 sul campo di un ormai salvo Crystal Palace, trascinati da un gigantesco Yaya Touré e da un Bomber di razza come Dzeko. Il City è, di nuovo, artefice del proprio destino, si riporta a -3 dal Liverpool con una partita da recuperare e, con una differenza reti migliore , anche a parità di punti sarebbe campione d'Inghilterra.
Per la corsa al quarto posto l'Arsenal risolve la pratica dei 3 punti asfaltando in casa il Newcastle per 3 a 0 con le reti di Koscielny, Ozil e Giroud, portandosi, così, a 4 punti di distanza dall'Everton che si suicida sul campo del Southampton, perdendo 2-0 rendendo ormai improbabile l'acceso alla prossima Champions League. Ai Gunners basterà, infatti, fare 3 punti sui 6 disponibili nelle prossime due gare.
Per la corsa all'Europa League fa bene il Tottenham che passa a Stoke-on-Trent per 1-0 ai danni dello Stoke City mettendo una seria ipoteca sul sesto posto con 6 punti di vantaggio sul Manchester United, tornato alla vittoria con il nuovo tecnico Ryan Giggs sulla panchina dei Reds Devils. Il suo esordio è stato trionfale, i suoi uomini si sono imposti per 4-0 all'Old Trafford contro il Norwich.
In zona Relegation da registrare le pesanti vittorie del West Brom sul West Ham per 1-0 e dello Swansea che travolge per 4-1 l'Aston Villa. Il Fulham, invece, si suicidia e spreca il doppio vantaggio in casa contro l'Hull City. Nelle retrovie zittto zitto sta risalendo il Sunderland che, vincendo ieri contro il Cardiff, con ancora una partita da recuperare, si ritrova da fanalino di coda ad essere quartultima, insomma si sa, i "The Black Cats" hanno nove vite e dopo aver fermato le prime della classe si stanno attaccando con tutte le loro unghie alla salvezza. Lo spettacolo della premier continua nel prossimo weekend.

 
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