S
<

Roma, Pallotta: "Uno stadio ultramoderno da 300 milioni, la tecnologia vi stupirà"

Il presidente giallorosso ha illustrato il progetto del nuovo impianto, ispirato al Colosseo, che sarà interamente finanziato da privati: "Vogliamo un club di livello mondiale, la burocrazia non ci spaventa". Marino: "Abbiamo voltato pagina, consegna entro il 2016-17". Totti: "Sarà la casa di tutti i i romanisti"

ROMA - "Uno stadio ultramoderno ispirato al Colosseo. Per il nome bisogna accontentarsi di un semplice "Stadio della Roma", in attesa della cessione dei diritti sull'intitolazione, da oggi però l'impianto giallorosso firmato dalla proprietà americana ha un volto. Un grande centro di intrattenimento con un Nike megastore, il Roma Village, e poi ristoranti, negozi, maxi schermi e altri luoghi d'intrattenimento, in cui spiccherà l'impianto da 52.500 posti - ma la capienza potrà facilmente essere ampliata fino a 60 mila grazie a sedili rimovibili - caratterizzato da un muro esterno decorativo di ispirazione classica. Sorgerà sull'area di Tor di Valle, sulle ceneri dell'ippodromo del film Febbre da Cavallo. L'entrata offrirà la vista della Curva Sud, per identificarlo con il cuore del tifo: intorno alla parte superiore, sovrastata da una copertura che ricorda sommariamente quella dell'Olimpico. Lungo la parte superiore corre all'interno uno schermo interattivo, annesso all'esterno anche il nuovo centro di allenamento. "Impossibile a Roma non tenere conto del Colosseo", ammette Meis, l'architetto che ha disegnato il progetto. Che aggiunge: "Il muro esterno sarà fatto dello stesso materiale del Colosseo, con la pietra estratta dalle stesse cave utilizzate per il monumento romano. Sarà rialzato, sotto ci saranno aree dedicate a negozi e all'esterno una scalinata che dovrà diventare emblematica come quella di piazza di Spagna. Le gradinate saranno ripide e a ridosso del campo, la curva ispirata a quella del Dortmund, un muro rumoroso. All'interno 50 suites premium caratterizzate da elementi che evocano la romanità antica".
"STADIO E INFRASTRUTTURE CON FONDI PRIVATI, SARA' DI PROPRIETA' DELLA ROMA" - Il sindaco e Pallotta svelano il plastico, una video presentazione svela colori e spazi. Poi, il presidente romanista entra nel merito del prgetto: "L'Olimpico ha fatto il suo tempo - annuncia - i tifosi e la città hanno bisogno di una nuova casa, che ci consentirà di far valere in modo importante il fattore campo nelle gare in casa e non vorrei essere nei panni delle squadre ospiti. Sarà uno stadio ultramoderno dalla tecnologia stupefacente. E soprattutto creerà tanti posti di lavoro, generando un indotto importantissimo per la crescita di tutta la città. Cercheremo di rendere il processo di costruzione il più veloce possibile". Tante le curiosità a cui Pallotta deve assolvere: "I costi per il solo impianto saranno di circa 300 milioni di euro, mentre il totale si aggirerà intorno al miliardo. Tutta la struttura, comprese le infrastrutture necessarie, sarà finanziata da privati, tramite fondi, private equity, e prestiti bancari. Il partner e advisor in questo senso sarà la banca internazionale Goldman Sachs.  Ma sarà di proprietà diretta della Roma. Stiamo valtando i partner migliori a cui cedere i diritti sul nome dello stadio, che non si chimerà Colosseum perché di Colosseo ce n'è uno solo. La Buricraziona di Roma non mi spaventa, sono cresiuto a Boston. Il luogo in prossimità del Tevere? Abbiamo scelto l'area più opportuna".  

MARINO: "VALUTEREMO IN 90 GIORNI, SFIDO PALLOTTA A REALIZZARLO PER IL 2016-17" - Gli fa eco il sindaco Marino, fianco a fianco con il leader romanista nella presentazione: "La legge stadi - ammette - consente di snellire l'iter burocratico: valuteremo il progetto in 90 giorni, come impone la norma. Ma valuteremo con diligenza, e la stessa diligenza pretendiamo da chi ci presenta il progetto. Vogliamo riqualificare l'area urbana già esistente, non vogliamo nuovo cemento nell'agro romano. E non si aprirà lo stadio se non saranno completate tutte le infrastrutture, realizzate a carico di privati: abbiamo voltato pagina. Vigileremo e dimostreremo che questo impianto si può realizzare in tempi brevi. Inoltre servirà a migliorare i collegamenti tra aree come l'Eur e Fiumicino, e avverrà in un'area già urbanizzata, per non occupare altro terreno agricolo, un impegno che ha preso la nostra Giunta. E sfido Pallotta a consegnarlo entro il 2016-'17". 

L'ARCHITETTO: "SARA' UN PARADISO"  - Sul progetto è intervenuto anche Dan Meis, l'architetto che ha progettato il nuovo stadio della Roma. "Il nuovo stadio della Roma sarà amato dai tifosi giallorossi, sarà un paradiso rispetto all'Olimpico. Abbiamo pensato ad uno stadio tecnologicamente avanzato ma con uno sguardo alla storia di questa città. Abbiamo cercato di trasformare la storia in qualcosa di moderno. L'ispirazione è stata il Colosseo e la curva Sud è il punto simbolo dello stadio, sarà molto ripida e attaccata al campo, l'obiettivo è incutere timore agli avversari. I giocatori faranno il loro ingresso in campo per il riscaldamento su una piattaforma idraulica, sul modello dell'anfiteatro Flavio. Sarà costruito su un piano rialzato, sarà imponente e si potrà vedere anche da lontano, inoltre nella realizzazione useremo tutti materiali locali".

GARCIA: "SU QUEL GIARDINO SCRIVEREMO LA STORIA"
 - Se avrà modo di viverlo da protagonista non è affatto scontato, ma Garcia già sogna di veder giocare nel nuovo stadio la sua Roma: "DI questa struttura quello che mi piace di più è il giardino verde che vedo in mezzo - scherza - e su quel giardino noi dovremo continuare a scrivere la storia della Roma". Emozionato De Rossi: "Ora spero che i lavori siano veloci e che potremo arrivare in questo impianto con trofei importanti". Cauto Totti, che già si era dovuto esporre per il progetto presentato nel 2009 da Rosella Sensi: "Progetto bellissimo, una casa per tutti noi romanisti". Se lo augurano davvero tutti.

 

 

Lazio-Hellas Verona 3-3, pari inutile per entrambe. E scaligeri furiosi:solito rigore allucinante in favore della squadra di quel pezzo di merda di Lotito, qualcuno vuole dirci quale e' il potere di questo "signore" che non paga mai un cazzo??!

La squadra di Mandorlini va sotto due volte ma gioca meglio e con Romulo riesce a trovare la rete del 2-3, dopo le firme di Keita, Marquinho, Lulic (poi espulso) e Iturbe. In pieno recupero, penalty alquanto generoso per contatto Albertazzi-Klose: Mauri impatta, lite Mandorlini-Reja al fischio finale. Arbitraggio alla Moreno favorisce in maniera spudorata la merdosa Lazio: qualcuno ci vuole gentilmente dire chi c'è dietro la potenza di questo "Escobar de noantri"?? Klose andava espulso per una merdosissima simulazione!!!

ROMA – L'Olimpico si trasforma in un cinema. Lo stesso spettacolo va in scena anche a due settimane di distanza: cambia l'avversario, non la sostanza. Lazio-Verona è la replica di Lazio-Torino, il pari non serve a nessuno e fa infuriare gli ospiti, stavolta non con se stessi ma con l'arbitro. L'Hellas lascia il terreno capitolino imprecando nei confronti di Mazzoleni, per il penalty che ha fissato il punteggio sul 3-3: contatto leggerissimo Albertazzi-Klose, il fischietto indica il dischetto e i biancocelesti bissano il pareggio di due turni fa. Il successo lo avrebbero ampiamente meritato gli ospiti, che per una volta devono prendersela anche col loro bomber. Luca Toni grazia la Lazio a più riprese, errori non da lui: gentili omaggi per Torino, Parma, Milan e a questo punto anche Inter, che dovrà difendere il quinto posto dall'assalto delle inseguitrici.

ITURBE C'E', KLOSE VA IN PANCA - Nella settimana del rinnovo contrattuale, Miro Klose recupera soltanto per la panchina, a differenza di Iturbe, che riesce ad essere della contesa e risulterà il migliore in campo. Reja con Mauri centravanti tattico, Mandorlini con Marquinho confermato nel tridente d'attacco. La Lazio parte facendo la partita ma rischia di trovarsi sotto già prima del quarto d'ora: incomprensione Biava-Biglia, i due si scontrano e confezionano la palla gol più grande dei primi 45 minuti scaligeri. Hallfredsson raccoglie e scappa centralmente, servendo Toni a tu per tu con Berisha: scavetto del centravanti, sfera fuori di un'inezia. Il match non si infiamma fino alla mezz'ora. Contropiede Lazio, lo guida Mauri: il numero 6 pesca Candreva sulla sinistra, l'esterno biancoceleste alza la testa e vede Keita solo sul fronte opposto. Assist obbligato e preciso, lo spagnolo stoppa, ringrazia e batte in diagonale l'incolpevole Rafael. Il Verona sembra accusare il colpo, Mandorlini si sbraccia ma i suoi trovano il gol nel momento più difficile. Hallfredsson brucia Biglia in pressing, tocco per Marquinho, destro mortifero dell'ex romanista, che dal limite dell'area va a spolverare l'angolo basso. MANDORLINI MEGLIO DI REJA - I padroni di casa non ci stanno e si gettano in avanti a testa bassa nel finale di frazione: Biglia inventa un gran gol a gioco ampiamente fermo, Keita semina il panico sulle corsie ma i suoi cross non vengono finalizzati dai compagni di squadra. Copione simile in avvio di ripresa, Keita per la testa di Mauri, la spizzata è sporca e Moras salva sulla linea. Il greco, fra i migliori in campo, si fa pericoloso sul fronte opposto: angolo da sinistra, incornata quasi perfetta. Il quasi tiene in vita la Lazio - pallone a lato - dandogli la forza per il raddoppio. Serie di rimpalli al limite dell'area, Lulic di testa scavalca la difesa e si presenta da solo davanti a Rafael: gran destro di controbalzo, 2-1. Mandorlini indovina i cambi - Romulo e Cirigliano per Marquinho e Donadel - e rimette i suoi in carreggiata: Toni manca il pari su corner, Hallfredsson scalda i guanti di Berisha da fuori, Iturbe fa 2-2. Proprio Cirigliano riceve ai 35 metri, Biava sale per provare l'anticipo e lo sbaglia, Konko non stringe e l'argentino innesca l'esterno fra il terzino e Cana: l'ex Porto si inserisce a velocità doppia e incrocia col mancino. Reja, a differenza del collega, sbaglia le scelte: Klose per Biglia, Lazio lunghissima e spaccata in due tronconi, Iturbe fa quel che vuole fra le linee e regala a Toni un pallone da non sbagliare. Per il centravanti non è serata, destro respinto benissimo da Berisha. Il Verona insiste, la Lazio non sa difendere su palla inattiva e Albertazzi, di testa, colpisce il palo. Candreva non ne ha più, Cana deve uscire per un colpo alla fronte: Reja non capisce il pericolo e inserisce Felipe Anderson e Gonzalez, portando Lulic terzino con Radu centrale. Il gol del 2-3 è il manifesto della confusione.

VELENO IN CODA - Hallfredsson al cross da sinistra, Radu segue il taglio di Toni, alle sue spalle non ha compagni: a Romulo non pare vero, il brasiliano insacca da due metri quello che sembra il gol vittoria. Impressione amplificata dall'espulsione rimediata da Lulic, che ferma Iturbe nell'unico modo possibile: stendendolo. Il bosniaco va dritto sulle gambe, rosso diretto, già si intravedono i titoli di coda. Toni potrebbe accelerare la pratica, pescato da Romulo, ma il centravanti calcia nuovamente su Berisha, a conti fatti il migliore dei suoi. Quattro di recupero, il secondo è quello decisivo. Cross da sinistra, il pallone è lungo per Klose, toccato sulla schiena da Albertazzi: il tedesco non fa nulla per rimanere in piedi, il penalty oscilla tra il generoso e l'inesistente. Non c'è il rigorista Candreva, sul dischetto si presenta Mauri. Sinistro incrociato, Rafael respinge, il numero 6 insacca in tap-in e firma il 3-3 che fa infuriare il Verona, con tanto di scambio accesissimo tra Reja e Mandorlini al triplice fischio finale. L'Europa, a questo punto, dipende dagli altri.

LAZIO-HELLAS VERONA 3-3 (1-1)
Lazio (4-3-3):
 Berisha 7; Konko 5, Biava 5, Cana 6 (37′ st Gonzalez sv), Radu 5; Biglia 5.5 (28′ st Klose 5.5), Ledesma 5.5, Lulic 5.5; Candreva 6.5 (36′ st Anderson sv), Mauri 6, Keita 6.5. (Guerrieri, Strakosha, Ciani, Dias, Kakuta, Onazi, Pereirinha, Perea). All.: Reja
Verona (4-3-3): Rafael 6; Pillud 5.5, Moras 7, Marques 6, Albertazzi 5.5; Sala 6.5 (36′ st Gomez sv), Donadel 5.5 (21′ st Cirigliano 6), Hallfredsson 7; Iturbe 7.5, Toni 5, Marquinho 6.5 (21′ st Romulo 6.5). (Borra, Nicolas, Agostini, Cacciatore, Donsah, Gonzalez, Cacia, Rabusic). All.: Mandorlini
Arbitro: Mazzoleni
Reti: 30′ pt Keita, 37′ pt Marquinho, 15′ st Lulic, 24′ st Iturbe, 38′ st Romulo, 48′ st Mauri
Ammoniti: Radu, Donadel, Hallfredsson, Iturbe e Marquinho per gioco falloso, Rafael per perdita di tempo
Espulsi: Lulic e Albertazzi
Note: Mauri ha sbagliato un rigore al 48′ st

 

Premier League 36' giornata
CAMPIONATO RIAPERTO 
by David Z.©

Weekend emozionante in premier, si poteva chiudere oggi ad Anfield Road, ma gli uomini di Mourinho hanno riaperto il campionato più bello ed imprevedibile del mondo andando a fermare la corsa al titolo della capolista Liverpool dopo 11 vittorie consecutive, imponendosi per 2-0. I Reds sono stati traditi proprio dal loro capitano Gerard, scivolato all'ultimo minuto del primo tempo regalando la palla al cinico Demba Ba che ammutolisce lo stadio. Che fosse una giornata particolare lo si doveva capire dalle parole dello Special One che prima della partita dichiarava che per loro la partita più importante non era oggi ma mercoledì (semifinale di Champions), girando tutta la tensione sugli uomini di Rodgers, ma anche da un particolare insolito per Mourinho. Non lo si era mai visto seguire il riscaldamento dei suoi uomini in campo, questa volta era li a dare consigli e suggerimenti a tutti gli 11 che sarebbero scesi in campo da li a pochi minuti. Nella ripresa Mou rinforzava la linea difensiva e il Liverpool andava a sbattere contro il muro Blues andando completamente in tilt. Non riuscendo più a verticalizzare, i nervi salivano di minuto in minuto, Gerrard e compagni non riuscivano a superare l'attenta difesa del Chelsea, la partita si chiudeva al terzo minuto di recupero con un contropiede di Torres che non se la sentiva di segnare appoggiando la palla a Willian che realizzava il 2-0. Il Chelsea è una squadra cinica, che ti punisce al primo errore che commetti.
Chi ne approfitta subito è il Citizens, imponendosi con un secco 2-0 sul campo di un ormai salvo Crystal Palace, trascinati da un gigantesco Yaya Touré e da un Bomber di razza come Dzeko. Il City è, di nuovo, artefice del proprio destino, si riporta a -3 dal Liverpool con una partita da recuperare e, con una differenza reti migliore , anche a parità di punti sarebbe campione d'Inghilterra.
Per la corsa al quarto posto l'Arsenal risolve la pratica dei 3 punti asfaltando in casa il Newcastle per 3 a 0 con le reti di Koscielny, Ozil e Giroud, portandosi, così, a 4 punti di distanza dall'Everton che si suicida sul campo del Southampton, perdendo 2-0 rendendo ormai improbabile l'acceso alla prossima Champions League. Ai Gunners basterà, infatti, fare 3 punti sui 6 disponibili nelle prossime due gare.
Per la corsa all'Europa League fa bene il Tottenham che passa a Stoke-on-Trent per 1-0 ai danni dello Stoke City mettendo una seria ipoteca sul sesto posto con 6 punti di vantaggio sul Manchester United, tornato alla vittoria con il nuovo tecnico Ryan Giggs sulla panchina dei Reds Devils. Il suo esordio è stato trionfale, i suoi uomini si sono imposti per 4-0 all'Old Trafford contro il Norwich.
In zona Relegation da registrare le pesanti vittorie del West Brom sul West Ham per 1-0 e dello Swansea che travolge per 4-1 l'Aston Villa. Il Fulham, invece, si suicidia e spreca il doppio vantaggio in casa contro l'Hull City. Nelle retrovie zittto zitto sta risalendo il Sunderland che, vincendo ieri contro il Cardiff, con ancora una partita da recuperare, si ritrova da fanalino di coda ad essere quartultima, insomma si sa, i "The Black Cats" hanno nove vite e dopo aver fermato le prime della classe si stanno attaccando con tutte le loro unghie alla salvezza. Lo spettacolo della premier continua nel prossimo weekend.

 
>