INTERNOTIZIE: INDICE PRIMA PAGINA |
E la politica del dire senza fare o far finta di fare o non fare un cazzo. I due sono specialisti nell'arte di contar frottole. Renzie :"Ce la facciamo, la portiamo a casa. E sarà una vera rivoluzione". La legge elettorale sarà fatta solo per la Camera, il Senato è escluso perché, a detta loro, comunque sarà eliminato. Se, quando e come non lo sa nessuno. Per eliminarlo bisogna cambiare la Costituzione, quindi alle calende greche. Dato lo stato di questo governo, in cui un Conduttore Televisivo ha sostituito Letta, le elezioni potrebbero essere più vicine di quanto si pensi. Forse già a novembre, l'economia sta andando a rotoli e la crisi non aspetta. Che sia a novembre o a primavera 2015, andremo alle elezioni con una legge elettorale per la Camera, il PASTROLICUM, e una per il Senato, il Consultellum, la versione modificata del Porcellum dopo le osservazioni della Corte Costituzionale. Il PASTROLICUM di Berlusca&Renzie non tiene conto delle osservazioni della Corte sul Porcellum, la mancanza di preferenze e l'abnorme premio di maggioranza. Berlusca&Renzie non vogliono le preferenze, così possono nominare i servi che vogliono e vogliono mantenere il premio di maggioranza. Visto così il PASTROLICUM è incostituzionale così come lo era il Porcellum. La Corte, con i suoi tempi, lo casserà certamente, magari tra sette anni e due elezioni. Di fronte a questo scempio istituzionale in cui la legge elettorale è diventata solo marketing per gonzi non si ode alto e forte il monito del Colle che ha sempre osteggiato il premio di maggioranza del Porcellum, ma quello del PASTROLICUM invece è ottimo e abbondante. Renzie è stato messo lì per fare campagna elettorale permanente per le europee. Dice cose, vede gente e rompe i coglioni alle scolaresche in mondovisione. La scena del Venditore di Pentole che incontra i bambini delle elementari Raiti di Siracusa
Francesca Barracciu, sottosegretaria indagata si difende: "Il mio partito è garantista"
"Il Pd è un partito garantista, il suo codice etico non esclude che ci si possa candidare in caso di avviso di garanzia. Neppure per rinvio a giudizio". Così Francesca Barracciu, in un'intervista al Corriere della Sera, interviene sulle polemiche per la sua nomina a sottosegretario alla Cultura.
La Barracciu si sofferma sul ritiro dalle elezioni sarde perchè indagata per peculato per il caso delle 'spese pazze' dei fondi ai gruppi regionali: "Renzi non mi ha mai chiesto di rinunciare alla candidatura, quindi non c'è stata alcuna trattativa su una contropartita. L'ho fatto - spiega il sottosegretario - perchè metà del Pd sardo mi diceva che ero indebolita politicamente e che questo avrebbe potuto causare una sconfitta". "Matteo Renzi - continua - mi ha riconosciuto responsabilità e generosità per questo".
Alla domanda se la sua nomina alla Cultura sia servita a bypassare la sua richiesta dell'assessorato alla Sanità sarda risponde: "Non ho mai chiesto alcun assessorato. Non credo neppure che sarebbe opportuno un mio ingresso in Giunta, sarei potuta essere una presenza ingombrante". Infine, annuncia che il primo obiettivo concreto del suo lavoro sarà "Cagliari capitale della cultura: per il bene della Sardegna e di tutto il Paese".
L'assemblea dei gruppi parlamentari deciderà l'espulsione del senatore e di altri tre colleghi, che hanno criticato il comportamento di Grillo durante l'incontro con Renzi. "Decidano gli iscritti"
Btp giù al 3,6%, spread in calo a quota 190.
Milano poco mossa prima della fiducia a Renzi:169 SI E 139 NO AL
SENATO,PASSA CON 4 VOTI IN MENO RISPETTO A BURLETTA
Il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni è ai minimi dal gennaio 2006, mentre la differenza con i Bund tedeschi è in contrazione. Deboli le Borse in attesa del voto del Parlamento e dei dati macroeconomici in arrivo da Germania e Ue. In rosso Tokyo
Ilva, chiesto il giudizio per Vendola
L'accusa della procura di Taranto è di concussione aggravata nell'inchiesta per disastro ambientale. Il governatore: "Ho denunciato l'inquinamento, se difendere lavoratori è reato allora sono colpevole
Berlusconi si mette in tasca la Giustizia
E già attacca Consulta e pm: "R
Salva-Roma, Marino al governo:
"Da domenica fermo la città"
Ultimatum del sindaco per varo decreto
"Bloccherò i bus, fortunato chi ha l'auto blu"
Dl ritirato, il ministro
accusa M5S e Lega
Consulta boccia la Fini-Giovanardi
Ilaria Cucchi: "Senza quella legge
mio fratello sarebbe ancora vivo"
Per la Corte, il testo sulle tossicodipendenze è incostituzionale. Si
torna alla Craxi-Jervolino-Vassalli. Esultano gli antiproibizionisti. Gasparri:
"Giudici organi di demolizione" (leggi).
Parla la sorella di Stefano, morto dopo l'arresto per 20 grammi di
hashish: "Ora politica agisca su carceri"
di Silvia D'Onghia
Il Consiglio di Stato boccia Cota
Il Piemonte torna alle elezioni. Prima del Piemonte erano saltate
Sicilia ,sotto il vicerè Lombardo inquisito per mafia nel 2012,Lazio,sotto
la disastrosa Polverini incenerita dallo scandalo rimborsi,Lombardia,sotto
il "celeste" Forminchini inquisito per concussione e l'ex giunta
disintegrata dallo scandalo rimborsi e Molise, sotto Iorio inquisito per
schede elettorali falsificate...Tutti consigli regionali finiti nel 2010
sotto il centro-destra....
Impeachment:tutto archiviato !!!
CLAMOROSO: GRASSO DECIDE DI FARE DEL SENATO PARTE CIVILE PER IL PROCESSO A BERLUSCONI SULLA COMPRAVENDITA DI SENATORI
Presidente Senato: "Dovere
essere parte civile"
Casini a Radio Capital: "Decisione
un po' strana"
Il processo per
compravendita dei senatori
Oscar, trionfo Italia: vince "La grande bellezza"
Sorrentino ringrazia Fellini e Maradona video
Video "Un film
innamorato del mio paese"
IL FILM
L'applauso di Scorsese
alla "bellezza" italiana
Sorrentino: "Le parole del regista americano sul mio film per me sono il vero premio"
Oscar 2014, La Grande Bellezza trionfa. Sorrentino come Fellini 50 anni dopo
Non è un caso che l’Italia guidi la classifica degli Academy Awards per il film in lingua straniera: con il regista napoletano siamo a quota 14, subito dietro di noi la Francia con 12 mentre lontano dalle vette al terzo posto Spagna e Giappone, con “solo” 4 Statuette. Scandagliando gli archivi di un riconoscimento che l’Academy ha introdotto nel 1948, è stato proprio il tricolore a inaugurare la categoria: Vittorio De Sica e il suo Sciuscià. Una Grande Bellezza che restituisce la dorata Statuetta al tricolore dopo 15 anni, quando nel 1999 fu appunto Roberto Benigni a portarsene a casa ben tre: miglior film straniero, miglior attore protagonista, miglior colonna sonora. L’ultima nomination italiana invece è vecchia di otto anni e porta il titolo de La bestia nel cuore per la regia di Cristina Comencini. Diciamolo a gran voce: è tempo da Oscar per un Paese che nel suo essere “misteriosamente buffo” e malandato, ha rimesso la chiesa al centro del villaggio per ripartire con ciò che meglio gli riesce: creare Bellezza. Idea che il cineasta napoletano ha confermato in una dichiarazione rilasciata alla vigilia della magica Notte: “L’Italia è pazza ma bella e vorrei che la sua pazzia fosse indirizzata verso la Bellezza, che è la suagrande risorsa”. Parole sante, parole da Oscar.
Non è un caso che l’Italia guidi la classifica degli Academy Awards per il film in lingua straniera: con Sorrentino siamo a quota 14, subito dietro di noi la Francia con 12 mentre lontano dalle vette al terzo posto Spagna e Giappone, con “solo” 4 Statuette. Scandagliando gli archivi di un riconoscimento che l’Academy ha introdotto nel 1948, è stato proprio il tricolore a inaugurare la categoria: Vittorio De Sica e il suo Sciuscià trionfarono a Hollywood con un bis del grande regista e attore due anni dopo con Ladri di biciclette. Sette anni dopo fu Federico Fellini a commuovere la Mecca del cinema con La strada, facendo proprio anche l’Oscar del 1958 con Le notti di Cabiria. E il genio di Maestro da Rimini tornò a sbaragliare tutti gli avversari nel 1964, trionfando con uno dei suoi capolavori assoluti, 8 e 1/2. De Sica lo imitò l’anno seguente con Ieri, oggi, domani.
Gli anni Settanta videro la vittoria di Elio Petri con Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1971), ancora di Vittorio De Sica con Il giardino dei Finzi-Contini (1972) e dell’inossidabile Fellini con Amarcord (1975). Se gli anni Ottanta lasciarono il Belpaese a secco, i ’90 iniziarono subito nel segno del tricolore grazie a Giuseppe Tornatore e al suo omaggio alla Settima Arte Nuovo cinema Paradiso a cui fece seguito due anni più tardi Gabriele Salvatorescon Mediterraneo. A parte l’eccezionalità dei nove Oscar a Bernardo Bertolucci per L’ultimo imperatore (1988) che ad oggi rende il cineasta parmigiano l’unico italiano ad aver vinto anche nella categoria del Miglior film, il cerchio si chiude con il già citato Benigni nel 1999.
Nella sua strada verso l’Oscar, La Grande Bellezza ha vinto ogni premio internazionale di rilievo ad esclusione di quelli di nazionalità francese: sarà per la tradizionale rivalità coi cugini Oltralpe, resta comunque un mistero l’assenza di premi al Festival di Cannes mentre il mancato César poteva anche essere previsto. Ma, soprattutto, la malinconica e beffarda vicenda di Jep Gambardella/Toni Servillo ha già fatto propri i favori del pubblico statunitense, che dal 15 novembre l’ha “premiata” nelle sale con oltre 2 milioni di dollari d’incasso.
Da "Sciuscià" ai Ferretti
le statuette all'italiana
De Sica e Anna Magnani, Fellini e Sophia Loren: il ricordo per immagini dei grandi del nostro cinema che hanno conquistato l'Academy
Cate Blanchett fa il bis
e ringrazia Woody - foto
La crisi uccide imprenditori e disoccupati: lo scorso anno si sono tolte la vita 149 persone
Un suicidio ogni 2 giorni e mezzo. E' il drammatico bilancio dello scorso anno resi noti da Link Lab, il Laboratorio di ricerca socio-economica dell'Università degli Studi Link Campus University, che da oltre due anni studia il fenomeno
MILANO- Un suicidio ogni 2 giorni e mezzo. E' il drammatico
bilancio dello scorso anno, quando 149 persone si sono tolte la vita per
motivazioni economiche. Nel 2012 erano state 89, il 40% nel solo ultimo
quadrimestre a testimonianza di una situazione diventata sempre più
difficile. I terribili dati sono stati resi noti da Link Lab, il
Laboratorio di ricerca socio-economica dell'Università degli Studi Link
Campus University, che da oltre due anni studia il fenomeno e che adesso
pubblica i dati complessivi di un'attività di monitoraggio avviata nel
2012.
Circa un suicida su due (45,6%) è imprenditore (68 i casi nel 2013, 49 nel
2012) ma, rispetto al 2012, cresce il numero delle vittime tra i
disoccupati: sono 58, contro i 28 dell'anno prima. Dopo i mesi estivi, il
numero dei suicidi per ragioni economiche è tornato a salire
vertiginosamente a settembre, con 13 episodi registrati; ottobre ha
contato 16 vittime, novembre ha registrato 12 casi mentre nell'ultimo mese
dell'anno in cui le vittime sono state 18. In 19 casi si è arrivati al
gesto estremo per stipendi non percepiti.
Il fenomeno non conosce differenze geografiche: al Sud come al Nord. Nel
2012 il numero più elevato dei suicidi per motivi economici si registrava
nelle regioni del Nord-Est (27 casi con un'incidenza percentuale pari al
30,3%), un'area geografica a maggior frequenza di suicidio tra gli
imprenditori a causa della maggiore densità industriale. L'analisi
complessiva dell'anno 2013 sottolinea come il fenomeno
sia andato uniformandosi a livello territoriale interessando con la stessa
forza tutte le aree geografiche. Persino nel Mezzogiorno dove il tasso dei
suicidi per crisi economica è sempre stato storicamente più basso rispetto
alla media nazionale, vi è stato un allarmante aumento del numero dei
suicidi: 13 i casi complessivi dell'anno 2012 a fronte dei 29 del 2013.
Lo scorso anno, così come nel 2012, la crisi economica, intesa come
mancanza di denaro o come situazione debitoria insanabile, rappresenta la
motivazione principale del tragico gesto, all'origine dei 108 suicidi
(72,5%) nel 2013, a fronte dei 44 del 2012. La perdita del posto di lavoro
continua a rappresentare la seconda causa di suicidio: 26 gli episodi
registrati, in lieve aumento rispetto al 2012 quando i casi sono stati 25.
Ad incidere inoltre sul tragico epilogo, i debiti verso l'erario: 13 le
persone che nel 2013 si son tolte la vita a causa dell'impossibilità di
saldare i propri debiti nei confronti dello Stato.
MENTRE LA GENTE SI UCCIDE, BURLETTA SE NE VA
L'imprenditore, 74 anni, ha lasciato sul suo tavolo nello stabilimento di Padova alcuni biglietti in cui spiega il suo gesto con ragioni economiche e di salute. Dopo aver ridotto il personale, era stato costretto a mettere in cassa integrazione anche la moglie e due figlie
PADOVA -
Ennesimo suicidio a causa della crisi economica. Giorgio Zanardi, 74 anni,
a capo dell'omonimo gruppo editoriale, si è suicidato stamattina,
impiccandosi nella sua azienda nella zona industriale a Padova. Sul tavolo
del suo ufficio ha lasciato alcuni biglietti in cui ha spiegato il suo
tragico gesto parlando di ragioni economiche e di salute. I reperti sono
stati raccolti dai carabinieri di Padova.
L'azienda ha "una montagna di debiti", ha confermato Mario Grillo,
amministratore unico della Zanardi Editoriale. Il gruppo versava da tempo
in cattive acque a causa dei debiti sempre più elevati e della chiusura
delle linee di credito da parte delle banche.
La crisi economica ha colpito duramente il mercato principale di Zanardi e
tutta la filiera collegata all'azienda. I due fratelli Zanardi hanno
cercato di tamponare la situazione prima riducendo i dipendenti da 300 a
110, poi facendo ricorso agli ammoritizzatori sociali. Come avvenuto in
molte piccole e medie imprese del Nord-est, di stampo familiare e
'comunitario', anche Giorgio Zanardi era stato costretto a
mettere in cassa integrazione anche la moglie e le due figlie, dipendenti
dell'azienda di famiglia.
Pochi giorni fa, il gruppo avrebbe presentato in tribunale la domanda di
ammissione al concordato preventivo.
La Zanardi Editoriale, fondata negli anni Sessanta come stamperia e
legatoria da Giorgio e Rodolfo Zanardi, era cresciuta negli anni
specializzandosi infine nelle produzioni di qualità, collaborando con
grandi case editrici, in libri fotografici, cataloghi di mostre, editoria
scolastica, ma conservando l'attività di tipografia industriale.
Suicidio assistito in Svizzera: morto il fondatore de il Manifesto Lucio Magri
Nato a Ferrara 79 anni fa, è stato una delle anime più controverse e critiche della storia della sinistra del nostro Paese. Nel 2009 è stato pubblicato "Il sarto di Ulm", la 'sua' possibile storia del Partito Comunista italiano
Secondo la Banca mondiale, quanto alla facilità con cui si avvia un'attività imprenditoriale, il nostro Paese si piazza 90esimo su 189. Partita Iva, ditta individuale o srl semplificata? Qualunque sia la formula della start-up, le difficoltà non finiscono mai. Fino alla mazzata finale: i pagamenti previdenziali iniziali dovuti all'Inps annientano le agevolazioni
Crisi, cercasi Tsipras disperatamente
Live alle 13.30 con Landini e Casarini
Mentre il Pd dà il benservito a Letta, la sinistra radicale cerca il suo papa straniero e lo trova nel leader greco. Intervengono Maurizio Landini, segretario della Fiom e Luca Casarini, ex leader No Global, oggi Lista Tsipras
Monte dei Paschi di Siena, il mistero
Il governo impedisce a Bruxelles di rendere nota la decisione con cui la
Commissione Ue ha imposto alla banca di restituire tre dei quattro
miliardi di aiuti
dei bilanci è un segreto di Stato
Dopo
Berlusconi,12-11-11,Monti,24-12-12,e Letta,13-2-14,la sfiducia arriva via
Quirinale. Totalmente esautorato il Parlamento. Per il resto della nazione
è tutto normale...in Sardegna il 48% degli aventi diritto non è andato a
votare!!!
L'economista candidato del centrosinistra batte il presidente uscente, che
ha telefonato all'avversario per complimentarsi. La scrittrice Michela
Murgia si ferma al 10%. Un voto contraddistinto dall'astensionismo: solo
un sardo su due è andato alle urne (52,2%). I complimenti di Renzi al
vincitore della Persepoli
Molti emigrano, alcuni si impiccano,
altri gettano la spugna e tirano a campare.
"Me l'aspettavo, ma sereno"
L'ex governatore della Sicilia colpevole di concorso esterno
Appalti Palazzo Chigi,
arresti domiciliari
per Bisignani e Ragusa
Il reato ipotizzato è frode fiscale
"Rai responsabile della rovina del paese"TOPO
GIGIO:"Non sei credibile, non ho tempo per te e non sono venuto qui per
sentire il tuo programma di merda !!!". Videoblob Quando Beppe
era ospite al Festival
I veri conti di Sanremo: il
Festival perde un milione
Elezioni regionali Sardegna, vince il centrosinistra. Pigliaru nuovo
presidente. Cade la prima campagna di Forza Italonia
La pazzia si è impossessata dell'Italia che si muove come un giocattolo
rotto, a scatti, senza una direzione. Sono saltati tutti i meccanismi. Il
presidente della Repubblica è diventato un monarca medioevale che nomina
chi pare a lui. Il
Parlamento non ha più significato,
le leggi sono fatte con i decreti del Governo o da Berlusconi e Renzi in
una stanza e la sfiducia al presidente del Consiglio è una fatwa dei
segretari di partito, i parlamentari non hanno neppure diritto di parola.
La Costituzione è una parola vuota, un pezzo di carta letto e mai
applicato e quando lo è è sempre troppo tardi, gli effetti velenosi della
legge, che sia la Fini-Giovanardi o
il Porcellum si sono già manifestati, hanno impregnato il Paese con i loro
miasmi. Sembra una fiaba gotica, con gli abitanti di una remota contea
preda di un incantesimo che fa scomparire la democrazia sotto i loro occhi
senza che se ne accorgano. La democrazia sostituita dai pizzini dei
telegiornali.Chi
protesta è messo alla berlina,
alla gogna in piazza. E' un sovversivo, uno che si vede troppo film, che
soffre di allucinazioni. La democrazia esiste ed è in buona salute, chi
dice il contrario è un malato di mente. Da curare. Oggi, un
condannato in via definitiva per frode
fiscale sale dal
presidente della Repubblica per
discutere il nuovo governo, lo chiamano Cavaliere, come nei tempi antichi.
Incontrerà un signore novantenne e insieme, tra un caffè e un biscotto,
parleranno del futuro. Il TUO futuro.
“Il
tempo è fuori di sesto. Oh quale dannata sorte essere nato per
riconnetterlo!...” Amleto.
Forza Italia e Grillo contro Napolitano
"Monti sondato per sostituire Berlusconi nel luglio 2011"
I 5Stelle: "Fatti nuovi, ora integreremo la procedura"
Impeachment, il comitato archivia le accuse
No alla richiesta dei Cinque Stelle: tesi infondate
Toti: "Napolitano venga a chiarire in Parlamento"
Nel settembre 2007 venivano raccolte 350.000 firme per una proposta di legge popolare per l'espulsione dal Parlamento di tutti i condannati,proposta mai discussa e lasciata decadere col sorgere dell'ultima legislatura. Nell'aprile del 2008 venivano raccolte firme per tre referendum sull'abolizione del finanziamento pubblico ai giornali e per l'abolizione dell'ordine fascista dei giornalisti, firme cassate dall'eterno giudice ammazzasentenze Carnevale. Oggi in 20 minuti viene maciullata la richiesta d'accusa verso il Presidente Faraone napolitano...La scorsa settimana è andata in onda una sceneggiata per costringere Napolitano a dimettersi e a nominare Renzie. I protagonisti sono tre persone alle quali si può imputare tutto, ma non l'ingenuità. Prodi, Monti e De Benedetti rilasciano a suo tempo dichiarazioni (filmate!) al giornalista Friedman ben sapendo che sono delle vere e proprie bombe. Attestano infatti che il presidente della Repubblica si mosse, prima della crisi economica del 2011 e non dopo, per sostituire un presidente del Consiglio eletto in regolari elezioni, oltrepassando i suoi poteri. Quei filmati sono una lettera di licenziamentopreparata con cura e tenuta in un cassetto, i cui contenuti, guarda caso, sono pubblicati un giorno prima che sia discusso l'impeachment in contemporanea sul Corriere della Sera, con due pagine, e dal Financial Times, con il titolo "The italian job" in copertina. Edmond Napolitano non ci sta e grida al fumo "Fumo, solo fumo!", ma oltre al fumo c'è anche, ineludibile, l'arrosto e un impeachment alle porte. Molla quindi Letta e riceve Renzie, che poco dopo diventa il candidato unico alla presidenza del Consiglio. L'impeachment non viene neppure discusso, ma letto e liquidato dalla commissione in venti minuti netti. Un record mondiale. Un nuovo mistero per il romanzo d'appendice del Quirinale. Però, nonostante Napolitano abbia evitato un pubblico dibattito parlamentare sull'impeachment, cominciano a circolare voci insistenti sulle sue dimissioni a breve, dopo l'insediamento del nuovo governo. Ora, a pensar male si fa peccato, disse Andreotti, ma spesso ci si azzecca. Dei tre protagonisti del feuiletton, Prodi è candidato a succedere a Napolitano, De Benedetti è il primo sponsor di Renzie e Rigor Montis, che ha ritirato ad horas la fiducia del suo partitino a Letta è un possibile candidato per la presidenza di una Commissione Europea. Napolitano andrà in esilio nell'isola di Capri, incontrerà in piazzetta Scalfari sotto le spoglie dell'abate Faria, che gli spiegherà tutto del complotto, e preparerà la sua vendetta. Tornerà tra vent'anni, con maggiore esperienza e ultracentenario per la sua terza nomina a presidente della Repubblica.
Alfano si ribella al padrone pregiudicato
"Rancoroso e violento, alleanza a rischio"
Berlusconi al Quirinale, pomodori contro l'auto dal Popolo Viola
Silvio Berlusconi è arrivato intorno alle 18.15 al Quirinale per essere ricevuto da Giorgio Napolitano per le consultazioni. Ad attenderlo una contestazione organizzata dal Popolo Viola.
Mastrapasqua, le accuse
sui rimborsi sanitari gonfiati
"Il governo bocciò quell'accordo"
Il ministero della Sanità
condannato per lo scandalo
dei vaccini ai militari
"C'è nesso tra insorgere del cancro
e la somministrazione errata"
Abu Omar, Pollari e Mancini salvati
La Cassazione: "C'è il segreto di Stato"
II sostituto procuratore generale Aurelio Galasso aveva chiesto un nuovo esame della vicenda. Il processo si sarebbe comunque prescritto il prossimo 6 aprile
Arrestati 17 attivisti dei movimenti
per la casa per gli scontri del 31 ottobre
Le misure si riferiscono ai tafferugli con le forze dell'ordine durante la manifestazione contro la Conferenza Stato-Regioni a Roma
Consulta boccia la Fini-Giovanardi
Ilaria Cucchi: "Senza quella legge
mio fratello sarebbe ancora vivo"
Per la Corte, il testo sulle tossicodipendenze è incostituzionale. Si
torna alla Craxi-Jervolino-Vassalli. Esultano gli antiproibizionisti. Gasparri:
"Giudici organi di demolizione" (leggi).
Parla la sorella di Stefano, morto dopo l'arresto per 20 grammi di
hashish: "Ora politica agisca su carceri"
di Silvia D'Onghia
Il Consiglio di Stato boccia Cota
Il Piemonte torna alle elezioni. Prima del Piemonte erano saltate
Sicilia ,sotto il vicerè Lombardo inquisito per mafia nel 2012,Lazio,sotto
la disastrosa Polverini incenerita dallo scandalo rimborsi,Lombardia,sotto
il "celeste" Forminchini inquisito per concussione e l'ex giunta
disintegrata dallo scandalo rimborsi e Molise, sotto Iorio inquisito per
schede elettorali falsificate...Tutti consigli regionali finiti nel 2010
sotto il centro-destra....
CLAMOROSO: GRASSO DECIDE DI FARE DEL SENATO PARTE CIVILE PER IL PROCESSO A BERLUSCONI SULLA COMPRAVENDITA DI SENATORI
Presidente Senato: "Dovere
essere parte civile"
Casini a Radio Capital: "Decisione
un po' strana"
Il processo per
compravendita dei senatori
Berlusconi si mette in tasca la Giustizia
E già attacca Consulta e pm: "Riforma"Dopo
la nomina di Andrea Orlando, figura "non belligerante", arriva
il viceministro Costa, relatore di leggi ad personam. E come
sottosegretario c'è il pm Ferri, in quota ForzaItalia (leggi). L'ex
premier non perde tempo e prova a dettare la linea contro i giudici (leggi)
Mettete Renzie al posto del burattino Pinocchio e Berlusconi e De
Benedetti nei ruoli del Gatto e della Volpe. Ora, invece delle monete
d'oro da seppellire nel Campo dei Miracoli e finite nelle tasche dei due "impresari",
ci sono 350 nomine per le Società di Partecipazione pubblica da farsi
entro aprile. Società che contano più dei ministeri, come ENI, Enel e
Poste Italiane. Le nomine dipendono da Renzie. Letta è stato defenestrato
in tutta fretta per questo motivo? Aveva altri fili rispetto alla
marionetta toscana che non garbavano a qualcuno? E il suo viaggio nei
Paesi arabi per i quali partì presidente del Consiglio per ritrovarsi al
ritorno deputato semplice ha qualcosa a che fare con le nomine? Di certo
c'è che le cariche distribuite da Renzie influenzeranno il futuro
economico del Paese per i prossimi anni. Uno messo lì, non nominato dai
cittadini, con la stessa maggioranza di Letta, lo stesso Parlamento che
sosteneva Letta, e con buona parte dei ministri di Letta. Per fare che?
Di seguito l'elenco delle società a partecipazione pubblica. Dopo le
nomine di aprile il blog pubblicherà i nomi delle cariche più importanti e
le loro presenze nei consigli di amministrazione di altre società quotate
per segnalare eventuali conflitti di interessi.
In campo il Parlamento: «Campionato sia regolare»
«Sembra di essere di fronte ad una nuova Calciopoli, con errori e favoritismi a raffica». Sono le parole di Marco Miccoli, deputato del Pd, che poi aggiunge: «Chiedo al nuovo presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi di verificare e garantire la trasparenza del massimo campionato italiano»
ROMA - "Quello che sta succedendo nel campionato di calcio di serie A è davvero preoccupante. Sembra di essere di fronte ad una nuova Calciopoli, con errori e favoritismi a raffica, da ultimo quelli verificatisi ieri nel derby di Torino. Per questo chiedo al nuovo presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi di verificare e garantire la trasparenza del massimo campionato italiano. Anche in presenza di tanti
problemi
in Italia, ritengo che assicurare la correttezza del gioco più amato non
possa che dare il segno di un Paese che cambia verso, dove viene premiato
il merito e non le vecchie consorterie che speravamo aver scacciato e
allontanato".
Lo dichiara in una nota il deputato del Pd, Marco Miccoli.
«TOSEL PUNISCA LA JUVE» - "Al
di là della squisita polemica calcistica sugli episodi a favore della
Juventus nel derby di ieri sera, di cui ci sarebbe da discutere a lungo,
mi auguro che il giudice sportivo Gianpaolo Tosel, sempre attento alle
vicende romane, intervenga in maniera esemplare per punire le gesta
vergognose di qualche sedicente tifoso juventino". Lo dichiara
in una nota, Marco Palumbo, Consigliere del Partito Democratico di Roma
Capitale. "Quello che è accaduto ieri sera allo Juventus Stadium -
continua Palumbo - offende
la memoria delle vittime della strage di Superga e, allo stesso tempo,
infanga la storia di tutti i tifosi del Torino e della Nazionale. Mi
auguro che vengano identificati al più presto i singoli responsabili degli
striscioni della vergogna e che vengano presi dei provvedimenti immediati.
Nel calcio che vogliamo noi -
conclude Palumbo - non
c'è spazio per gli imbecilli".

ROMA* (-1 gara) | 63 | +6 |
JUVENTUS | 60 | -6 |
FIORENTINA | 52 | +7 |
NAPOLI | 45 | -6 |
INTER | 43 | +3 |
MILAN | 40 | +5 |
TORINO | 37 | +1 |
PARMA* (-1 gara) | 37 | 0 |
VERONA | 36 | -3 |
LAZIO | 32 | -3 |
ATALANTA | 29 | +1 |
UDINESE | 29 | +1 |
SAMPDORIA | 27 | -1 |
GENOA | 26 | -6 |
CAGLIARI | 21 | -4 |
LIVORNO | 21 | +1 |
CHIEVO | 21 | 0 |
SASSUOLO | 19 | +2 |
BOLOGNA | 19 | -2 |
CATANIA | 17 | -2 |
|
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7,5 miliardi alle banche, 130 denunce alla Procura
Il colpettino di merda di una maledetta
Casini, ecco l'ultimo voltafaccia per fare
vincere Berlusconi con la legge di Renzi
Diceva che il Cavaliere vuole "alleati servili" e che pensa "solo ai
suoi affari". Dopo il flop delle urne
l'ex Dc ci ripensa. Un passo in più verso il 37% che porterebbe Forza
Italia alla vittoria al primo turno
Renzi: "Non ne ho bisogno, il centrodestra si batte con le idee".
Sondaggio Ipsos: Fi più Udc al 37,9%Pier
si alza sulle punte, compie qualche passetto verso destra e si prepara
all’esercizio preferito: la piroetta. Il Pd ha voluto l’innalzamento
della soglia per il premio di maggioranza al 37% e il Cavaliere sta
facendo la collezione di alleati per battere sul filo Matteo Renzi. L'ultimo
sondaggio Ipsos lo conferma: Forza Italia e Udc insieme porterebbero il
centrodestra al 37,9 % dei consensi (leggi) con
il risultato di vincere al primo turno
IL PACCHETTINO DELLA DEMOCRAZIA FIRMATO PEDERASTA CONDANNATO MASSONE E CARTONE ANIMATO MENTRE UNA STRONZONA POST COMUNISTA ADOTTA LA "GHIGLIOTTINA"
"Cosa sarebbe successo se un Alessandro Di
Battista, un Riccardo Nuti, un Fraccaro, un Di
Maio, un Roberto Fico o chiunque altro del
Movimento 5 Stelle avesse caricato una deputata
del Pd, di Forza Italia, di Sel, di NCD o di
qualunque altro schieramento politico
diversamente parlamentare? Repubblica avrebbe
titolato: "La
violenza inaudita dei grillini nel tempio della
democrazia".
Il Corriere avrebbe fatto un editoriale al
vetriolo di Pierluigi Battista o di Cazzullo o
di Aldo Grasso. L'Unità avrebbe gridato al
baratro medioevale in cui i barbari populisti
stavano gettando un Paese una volta civile,
mentre Libero e Il Giornale avrebbero pubblicato
una foto di Grillo deformata da una smorfia che
al confronto Mel Gibson in Brave Heart, con
mezza faccia blu, sarebbe sembrato una fanciullo
nel giorno della sua prima comunione. Tutti i
telegiornali avrebbero aperto con le immagini
oscene di un deputato della Repubblica che mette
le mani addosso a una giovane donna, per di più
madre di un bimbo piccolo. I sondaggisti
avrebbero fatto a gara per misurare le
percentuali di consenso vertiginosamente
bruciate da un gesto inqualificabile e destinato
a ricordare, ad imperitura memoria, i pericoli
cui un voto scellerato dato a un movimento di
fascisti, nazisti, picchiatori, vicini
all'estrema destra di Le Pen e di Alba Dorata,
esponeva una nazione che vanta una tradizione
millenaria di pensiero, di arte e di cultura
come l'Italia. Il Presidente della Repubblica
avrebbe monitato severamente e, con viva e
vibrante soddisfazione, avrebbe finalmente
potuto urlare che i Cinque Stelle "se
ne fregano dei problemi della gente",
e avrebbe allargato e consolidato le ormai
striminzite intese. Laura Boldrini l'avrebbe
menata per mesi sul maschilismo primigeno dei
grillini, retaggio di una cultura dell'odio nei
confronti delle donne, e il responsabile sarebbe
stato immediatamente sospeso dall'aula fino a
fine legislatura, insieme al suo capogruppo e a
tutti coloro che non avessero immediatamente
preso le distanze da un gesto tanto degradante,
umiliante, mortificante e squalificante.
L'Italia sarebbe precipitata nel caos e per mesi
non si sarebbe parlato d'altro."Siamo
nella metafisica. C'è una legge
elettorale fatta da un pregiudicato insieme
a una specie di cartone animato e Verdini. Come
si fa a pensare di fare una legge elettorale
fatta da Verdini e da Berlusconi? Verdini ha
incriminazioni e processi in corso.
Non so se sarà condannato o meno, ma non si
affida una roba così a uno che ha questi
processi, che è un massone. Essere massoni non è
reato, però se vogliono governare con la
massoneria formino un nuovo partito, il Partito
dei massoni, si fanno eleggere, prendono i voti
e vanno dentro.
Ho visto l'incompetenza della Boldrini, non
riesce a gestire l'Aula. Ho visto quelli che cantavano
“O Bella Ciao” mentre
davano sette miliardi e mezzo alle banche. Se
avessi fatto la Resistenza non so come la
prenderei: sentire questo inno lì dentro, in
quel momento lì! Fanno i giochini da bambini
scemi. Cambiano le parole. Fanno
i pacchettini di democrazia,
come il pacchetto con dentro l'Imu insieme alla
Banca di Italia, o voti tutti e due o sennò sei
un rivoluzionario. Noi abbiamo chiesto di
separare le cose e non possiamo che essere
d’accordo con la abolizione Imu, ma non potevamo
permettere che fosse svenduta la Banca d'Italia
sotto i nostri occhi. Si sono già svenduti le
Poste, si svendono l’Eni, l’Acqua, il gas, la
luce... Svendono
la nostra vita!
La violenza è brutta, e io dico che ha fatto
malissimo la nostra Loredana Lupo a
scagliarsi con il viso contro
il dorso della mano del questore Dambruoso. Avrà
avuto dei danni alla mano, mi dispiace,
poverino! Ci dica che danni ha avuto che lo
risarciremo nella mano. La stampa gli
dice bravo,
"hai
fatto bene".
E Napolitano cosa dovrebbe fare? Monitare? Oggi
abbiamo chiesto ufficialmente l’impeachment perché
un uomo così non può continuare a essere il
Presidente degli italiani, perché lui fa il
Presidente del consiglio, non il Presidente
della Repubblica. Deve dimettersi, come consigliò
di fare a Cossiga.
Noi rispettiamo quello che abbiamo detto: devono
andare a casa tutti, a iniziare da lui, che
studiava all’università in tempo di guerra. Uno
che diceva
che il fascismo bisognerebbe esportarlo in
Unione Sovietica! È
un uomo che dovrebbe essere a casa e
invece sta spalleggiando questa legge elettorale
incostituzionale. Non è possibile che sia senza
il voto di preferenza, con un premio di
maggioranza abnorme, con il doppio voto che chi
vince va al ballottaggio e prende tutto. E' una
legge fatta
per tagliare fuori il MoVimento 5 Stelle,
l’ha detto anche il Ministro Mauro, se
l’è fatto scappare a Porta a Porta,
poi se n'è accorto, si è fermato, tutti gli
altri hanno cambiato subito argomento. Una legge
elettorale così non l’ha fatta neanche Acerbo
al tempo del fascismo,
che c’era un premio di maggioranza inferiore a
questo.
Il M5S occupa la commissione giustizia
Renzi: "Grillini bloccano la democrazia"
La presidente della Camera usa la 'tagliola' contro ostruzionismo 5
Stelle su dl Imu-Bankitalia (leggi)
Scoppia la bagarre dei pentastellati e FdI. Il segretario Pd: "Scambiano
il Parlamento per un ring" che cos'è il decreto IMU-Bankitalia??
E' un importante decreto voluto il 27 novembre 2013 da Saccomanni nell'ignoranza assoluta degli italioti ipnotizzati dall'espulsione del delinquente di Arcore dal Senato. L'opposizione pentastellata non è riferita ovviamente all'abolizione della seconda rata IMU 2013, ma alla SELVAGGIA PRIVATIZZAZIONE IMPOSTA DAL GOVERNO alla Banca d'Italia. Come già ampiamente descritto nel nostro articolo
Banche, così il governo anticipa di un anno il regalo da 4 miliardi di euro, il Governicchio Burletta ha proceduto ad una spaventosa rivalutazione del capitale sociale della Banca d'Italia (7,5 miliardi di euro contro i precedenti 156.000 !!!) allo scopo di rivalutare a sua volta le partecipazioni azionarie delle varie banchette italiote (Unicredit ed Intesa su tutti...)per fare in modo che rastrellassero 4 miliardini di crediti in relazione alla vendita delle loro partecipazioni che deve essere ridotta al 3%, contemporaneamente aprendo l'intero capitale alle partecipazione privata anche estera in quanto i soggeti devono semplicemente essere membri UE. Da questa colossale vendita il Governo rastrellerà 1,5 miliardi di euro contro la perdita totale della funzione pubblica della Banca d'Italia nonchè di garante a tutela dl risparmiatore. Altresì i giganti bancari europei potranno attingere ad una quota rivalutatissima, spuntare ottime cedole e mettere il becco negli affari italioti. Di fronte a questa porcata allucinante cha fa il paio con la cessione del 40% di Poste Italiote e con la messa in vendita di quote di FinMeccanica e di Enav - la rete di gestione dei controllori di volo - al peggior Italonia del secondo dopoguerra sta svendendo gli ultimissimi rimasugli di patrimonio pubblico dopo aver disintegrato telefonia (Sip-Telecom), industria metal-meccanica (Alfa, ferriere,Italsider), autostrade (date in gestione a Bemetton), credito al risparmio italiano (il fu Credito Italiano), chimica. Uno strapuntino suggellato altresì dal comportamento diarroico dell'ex comunista Boldrini che ormai si è ampiamente scordata di cosa significhi stare all'opposizione
De Girolamo tra gli indagati
pm di Benevento accelerano
La Pascale contro rientro in Fi
"Ha voltato le spalle a Silvio"
Dossier video / Il ministro in aula Videoblob / Protagonisti / Inchiesta
La prescrizione salva Anemone - foto
L'ex ministro: "Un processo mediatico"
Quando disse: "Pagata a
mia insaputa" - video
L'intervista: "Mai detta quella frase" / Rep
Tv
ha causato danni per 3,6 miliardi"
Per la prima volta una perizia quantifica l'impatto su ambiente e salute
dell'impianto dal '98 al 2009
Il documento, depositato nel processo bis, potrebbe diventare
precedente: da Vado Ligure a Brindisi
Ecco le indagini che mostrano il nesso tra aumento di mortalità, tumori,
ricoveri e l'impianto (leggi)Un
impatto da 3,6 miliardi: 2,6 per i danni sanitari, uno per la mancata
ambientalizzazione. Questa la stima che i periti dell’Istituto superiore
per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) hanno ipotizzato per
la prima volta, rispetto al peso economico per lo Stato della centrale
di Porto Tolle (Rovigo). Una cifra che se verrà considerata congrua dai
magistrati del processo Enel bis, stabilirà nero su bianco che chi
inquina paga. E non poco
Golden Globe a Sorrentino Foto
Trionfa 'La Grande Bellezza' Foto
"Non ci credevo, ora a tutte le feste" video
"Grazie Italia, pazza ma bellissima" video 

Il Tar annulla le elezioni
Ruby, Olgettine senza paga
Berlusconi taglia gli stipendi
per paura dei domiciliari
Via il mensile da 2500 euro video
per le testi al processo-ter foto
RUBY-TER, BERLUSCONI INDAGATO PER CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI
Silvio Berlusconi è "gravemente" indiziato del reato di
"corruzione in atti giudiziari" per aver pagato il silenzio non solo delle
ragazze chiamate a testimoniare sulle serate ad Arcore, ma anche e
soprattutto di Ruby. Alla quale - questa è l'ipotesi - avrebbe promesso
"un ingente compenso se avesse taciuto o 'fatto la pazza'". E Ruby, come
del resto le altre ragazze, "ha mentito con modalità che non lasciano
dubbi" sulle feste a luci rosse a casa del Cavaliere, sui "suoi rapporti
con lui" e sul fatto che l'allora presidente del consiglio "conosceva la
sua minore età".
Le elargizioni nel mirino. Lo
scrivono i giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Milano
nelle motivazioni della sentenza con cui lo
scorso 19 luglio hanno condannato Emilio
Fede e Lele Mora a sette anni di carcere e l'ex consigliere regionale
Nicole Minetti a cinque anni per le feste a Villa San Martino, spiegando
le ragioni per cui chiedono alla Procura di indagare su colui che
"elargiva (e tuttora elargisce)" denaro, sui suoi difensori storici, gli
avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo - i due legali respingono le accuse
e, certi di una archiviazione, bollano le motivazioni come "totalmente
sconnesse dalla realtà" dei fatti - sulla bella 'Rubacuori' e il suo
avvocato di un tempo, Luca Giuliante.
L'interrogatorio delle Olgettine. La
richiesta prende spunto, in particolare, dalla convocazione delle
Olgettine ad Arcore datata 15 gennaio 2011 (all'indomani delle
perquisizioni) in vista delle loro deposizioni al processo "a favore"
dell'ex premier e da un "anomalo interrogatorio" di Karima avvenuto nella
notte tra il 6 e il 7 ottobre del 2010 alla presenza, come emerge da
un'intercettazione, di Mora, di Giuliante, di "un emissario di Lui" e di
una persona che verbalizzava. Interrogatorio per cui il collegio
presieduto da Annamaria Gatto, affiancata dalle colleghe Paola Pendino e
Manuela Cannavale, ha ipotizzato nei confronti dell'avvocato e della
marocchina, fra l'altro, il reato di rivelazione di segreti inerenti a un
procedimento penale in quanto aveva lo scopo di conoscere non solo notizie
coperte dal segreto istruttorio (quello che aveva raccontato la minorenne
agli inquirenti nel corso dell'inchiesta), ma anche di "farne uso
diffondendole e rivelandole" a Berlusconi.
Il "circuito prostitutivo di Arcore". Il
tutto sarebbe avvenuto per coprire - anche grazie al versamento di 2mila
500 euro al mese a parecchie delle ospiti - quel "circuito prostitutivo"
nella villa dell'ex capo del governo nel quale le giovani ospiti, Ruby
compresa, erano inserite. Un circuito in cui il Cavaliere era
"l'utilizzatore finale delle prostitute", Minetti "il tramite, per il
pagamento di una parte del corrispettivo corrisposto per il meretricio" e
Fede e Mora "compari": avrebbero "agito in tandem (...) in totale sinergia
per procurare al 'produttore' i 'programmi' che gli piacevano". Con l'ex
direttore del TG4, ricostruiscono le motivazioni, che "trattava con l'ex
premier la dazione di denaro a Mora" per i suoi "servigi" salvo poi
pretendere dal talent scout "un rilevante compenso per la mediazione".
Trenta nomi nel mirino. Se
il quadro emerso dall'analisi delle intercettazioni e delle testimonianze
fotocopia, ma pur con molte contraddizioni, rese in aula dalle ragazze, da
un lato ha portato i giudici a fare dei distinguo del ruolo avuto da Fede,
Mora e Minetti, dall'altro ha offerto ai pm nuovo materiale peraprire un'ulteriore
inchiesta probabilmente
affidata ai procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Piero Forno, già
titolari del fascicolo da cui sono nati i due processi sul Rubygate. Gli
inquirenti dovranno mettere a fuoco una serie elementi indicati dal
tribunale per aprire una sorta di maxi inchiesta a carico di oltre una
trentina di persone, tra cui anche Luca Risso, l'attuale compagno di Ruby,
per i giudici "posto a 'guardia' di Karima" per trarne poi "vantaggi
economici" (tre anni fa "aveva già fiutato l'affare") e il padre di lei,
nella quale i reati contestati a vario titolo vanno dalla corruzione in
atti giudiziari alla rivelazione di segreti inerenti a un procedimento
penale fino alla falsa testimonianza.
Le intercettazioni di Ruby. Sarà
un inchiesta che punterà anche ad accertare, in quel contesto di
"contaminazione probatoria", se il Cavaliere abbia o meno versato a Karima
quei "5 milioni" di euro, come lei stessa aveva detto al telefono. A
questo proposito le motivazioni si sono soffermate su una intercettazione
del 23 dicembre 2010. Ruby al telefono con Moussavi Algharavi, una delle
persone coinvolte nel giro di prostituzione negli alberghi milanesi che la
minorenne avrebbe frequentato, chiedeva: "Io ricevo 20mila euro ogni
martedì... e questi 20mila euro ogni martedì lui (Luca
Risso) pretende
di tenermeli perché dice che sono una spendacciona. Tu riesci a trovare
(...) una donna che sappia bene l'italiano
e che capisce qualcosa di banche? E parlare con lui dicendogli 'Sono la
segretaria di Spinelli... guardi le volevamo dire che comunque i 60mila
euro che spettano, che sono di Ruby... dovrebbe trovare una banca 'tipo a
Montecarlo' (...). Ci deve preparare un conto in una banca estera' perché
lui sa che non posso versare qui in Italia, perché appena metto il minimo
centesimo, vengono, mi controllano tutto perché (...) è collegato al
discorso ... sai di chi"
"Pretendeva sesso dalla moglie di un arrestato"
Finisce nei guai il pm della lotta all'ecomafia
Finisce nei guai il pm della lotta all'ecomafia
"Farai sesso con me una volta a settimana". Il contratto shock tra assessore e segretari
L'ennesima
puttanata di Bur
Pastrolicum
firmato anche da Ncd
Ecco il
testo della legge
elettorale
Niente salva-Lega. Nelle liste 50% di donne
No a candidature multiple e apparentamenti
L'inutile
Referendum on line -solo per gli iscritti "certificati" al 30 giugno
2013 ( tutti gli altri possono andare a fare in culo - Grillo docet -
M5s,
vince proporzionale foto
I giuristi contro la legge di Renzi e B.Mentre Cuperlo lascia la presidenza Pd - ci si attende la scissione della scissione per scorporazione per poi incorporarsi per poi scorporarsi -
Giovanni Sartori, che già battezzò il "Porcellum", boccia
il sistema elettorale: "E' un Pastrocchium"
De Siervo: "Mettere preferenze". Dopo la polemica col segretario, l'ex
sfidante alle primarie molla.
Scanzi vs Nardella (Pd): “Renzi? Ha la struttura ideologica di Peppa Pig”
Grillo:"Dal Porcellum al Pregiudicatellum"
Il leader a 5 stelle se la prende anche con il presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, e il presidente del Consiglio Enrico
Letta: "È grave il loro mutismo sulla legge elettorale. Il pericolo
siamo noi, non solo per loro, ma anche per la Bce, la Troika, l'Ue". Il
ricorso al doppio turno tra le due coalizioni che hanno raccolto più
voti è uno dei punti più contrastati: "Noi saremo tagliati fuori.
Immaginate il ballottaggio tra noi e il Pd: a chi indirizzerà il voto
Berlusconi con le sue tv e i giornali? Lo sappiamo che non abbiamo
possibilità di andare al governo".
Sulla proposta interna al M5s, Grillo rivendica la
discussione in corso sul proprio blog in merito alla legge elettorale:
"Adesso i cittadini discutono in rete una legge e poi la si applica", ha
aggiunto, definendo preistorici i metodi usati finora per varare i nuovi
provvedimenti politici. Un progetto che però non arriverà prima della
fine di febbraio, mentre
la discussione in Aula partirà il 29 gennaio:
"Chi l'ha detto che dobbiamo fare in fretta? A me non importa" risponde
Grillo. Per l'ex comico si può andare a votare con la legge elettorale
che è adesso in vigore, il Porcellum senza premio di maggioranza,
bocciato dalla Consulta perchè considerato incostituzionale: "Questa è
la prassi che ho in testa io", solo dopo il voto "qualunque sia il
governo e il Parlamento che ne scaturirà sarà legittimato a rifare la
legge elettorale.
"Renzi ci ha scopiazzato il programma". Grillo
non risparmia critiche a Renzi: "Dietro l'ebetino c'è il condannato" ha
detto il leader del M5s, poi aggiunge, "Renzi è andato da Berlusconi ad
Arcore e il condannato gli ha dettato la linea, si è messo la camicina
bianca ed è salito sul camper, scopiazzando il nostro programma". Il
segretario del Pd, continua Grillo, "dovrebbe fare fare il sindaco"
perchè "se una persona viene eletta per fare il sindaco, deve fare quel
lavoro lì. Rispetti i cittadini che lo hanno votato".
"O vinciamo noi o ce ne andiamo". Su
un possibile dialogo del Movimento con i partiti, ribadisce il secco no:
"Non abbiamo idee nè di destra nè di sinistra, siamo ecumenici. Noi gli
accordi con questi non li facciamo, o vinciamo o ce ne andiamo. Se gli
italiani voteranno questi cialtroni, se li dovranno tenere". Poi passa
all'attacco: "Da parte dei partiti c'è ipocrisia, nei salotti e in tv
dicono una cosa, poi fanno il contrario. A questi non gliene frega
niente del Paese, è un sistema di lobby. Si sono spartiti il Paese, il
sistema non funziona". Anche il Parlamento "non esiste e non delibera".
Napolitano e le larghe intese. Per
la formazione del governo di larghe intese, torna a mettere sotto accusa
Napolitano: "Noi abbiamo preso il 25 per cento. Poi c'è stato il
colpettino di stato di Napolitano che si è riunito in una notte con due
persone e ha fatto le larghe intese". Proprio sul governo e le riforme,
l'ex comico è stato chiaro: "Noi vogliamo introdurre delle cose nella
Costituzione, ma a questo governo non si può neanche avvicinare".
Papa Francesco. "Noi
siamo in completa sintonia con Papa Francesco, lui è visto come un
pericolo per la finanza mondiale, come noi del resto siamo visti come un
pericolo. Il nostro è movimento ecumenico, può entrare chiunque, ed è
nato lo stesso giorno di San Francesco", ha detto Grillo.
La riforma fiscale M5s. Il
leader pentastellato lancia l'idea di una riforma fiscale per rilanciare
l'occupazione e attacca il
piano di riforma del lavoro "Jobs act"annunciato
dal segretario del Pd: "Non ce la faranno mai. Il lavoro deve essere per
tutti" e per farlo si comincia "tassando i consumi e togliendo tutto il
resto. Questo lo dicono professori svizzeri e austriaci, non un ex
comico".
Beppe Grillo ha poi rilanciato la proposta del Movimento
5 stelle per l'istituzione del reddito di cittadinanza: "Continuo a
conoscere gente convinta che non ha un posto di lavoro, ha un posto di
reddito perché è il reddito che ti mantiene dentro la società. E la
gente si deve arrangiare a fare quello che capita: allora è più
importante il reddito o il lavoro? Ce lo dobbiamo reinventare". Per
finanziarlo "per tutti", ha aggiunto, si possono usare "le pensioni e
questa riforma fiscale".
L'attacco a Speranza. Il
leader del M5s attacca anche un altro esponente del Partito democratico,
Roberto Speranza: "Si dimetta per il caso del lobbista
Tivelli".
Secondo il leader a cinque stelle "Speranza ha fatto un emendamento
sulle pensioni d'oro: bellissimo, lo avremmo votato. Ma dopo una
telefonata l'emendamento scompare. Abbiamo intercettato la telefonata e
fatto espellere il lobbista. Ora dopo il lobbista dobbiamo cacciare il
lobbizzato".
Speranza ha risposto alle accuse dell'ex comico smentendo
ogni accusa: "Da Grillo ancora solo urla e accuse deliranti. Non
conosco, nè ho mai parlato con la persona a cui si riferisce Grillo e ho
già dato mandato ai miei legali di querelarlo per le accuse infondate e
del tutto strumentali a me rivolte".
Europa ed elezioni. I
temi europei sono al centro dell'intervento di Grillo: Fiscal
compact,
fondo Salva-stati e le prossime elezioni in programma a maggio. Sul
Fiscal compact "il M5S è stato il primo a chiedere di rinegoziarlo con
una mozione. Il Pd ha votato 'no' e se ne vanta" critica il leader a
Cinque stelle. "Dobbiamo fare come il presidente dell'Ecuador Correa,
che ha detto 'il debito che abbiamo contratto non lo paghiamo perché è
immorale'. Il Brasile gli ha detto 'non ti lascio solo', lo stesso hanno
fatto Venezuela, Argentina, Bolivia. Si sono aiutati. E ora Correa
scrive un articolo nel quale spiega che l'Ue è nella situazione in cui
erano i Paesi sudamericani" dichiara Grillo.
Intanto chiarisce che il M5s "vincerà le Europee" e si
presenterà da solo: "Noi per adesso andiamo da soli. Poi vedremo se ci
sara' qualche gruppo tedesco, finlandese con cui fare massa" ma, ha
precisato, a patto che abbia lo stesso programma. Sulla scelta dei
candidati, le regole saranno quelle dettate dallo statuto: incensurati,
che non abbiano più di due lesgislature alle spalle e saranno votati
online. "Noi non siamo antieuropei" e anche in merito al rimanere o no
nell'Eurozona, il leader a Cinque stelle ha precisato che "tutto sarà
discusso e affidato ad un referendum".
"Mi date del nazista". La
conferenza stampa di oggi ha sancito la prima rottura tra Grillo e la
stampa estera, da sempre presa come esempio dal leader del Movimento 5
stelle rispetto ai giornalisti italiani. "Mi avete dipinto sui vostri
giornali tedeschi e francesi come un razzista, un nazista. Ma se in
Italia non ci sono albe dorate è solo grazie a noi" ha detto Grillo,
ribadendo il ruolo della formazione pentastellata a tutela
dell'emersione di formazioni estremiste nel nostro paese.
Sulla profonda sintonia sul tema della legge elettorale tra il segretario del Pd e il leader di Forza Italia ecco che interviene Beppe Grillo. “La legge elettorale Renzie – Berlusconi, il “Pregiudicatellum”, prevede che i partiti si scelgano i propri parlamentari. I cittadini devono stare a guardare. Liste bloccate con nominati da pregiudicati e condannati in primo grado e nessuna preferenza. Cosa ha raccontato Renzie sulla legge elettorale fino all’altro giorno?” scrive nel suo blog il leader del Movimento 5 Stelle.
“Nel luglio 2012 dichiara: “Non sono innamorato di una legge elettorale piuttosto che di un’altra, sono innamorato di alcuni concetti: il primo è che bisogna scegliere il proprio candidato leader, ma anche il proprio parlamentare. 10 luglio 2012 sottolinea: “Con @alinomilan Radio24 Solo una legge elettorale funziona, quella dei sindaci. Sai chi vince, chi vince governa, 2mandati, preferenze #anchesì”. 20 maggio 2013, conferma: “c’è una legge elettorale che funziona, quella dei sindaci (che ha le preferenze, ndr): il giorno dopo le elezioni si sa chi ha vinto e chi no #oltrelarottamazione”. 27 ottobre 2013, ribadisce: “Porcellum o Porcellinum? Diciamo le cose semplici: la legge elettorale che funziona è quella dei Sindaci (che ha le preferenze, ndr)” #Oltrelarottamazione c’è la riesumazione del condannato e la sepoltura del volere degli elettori“.
Alitalia, ecco dove Poste Italiane ha trovato i soldi per il salvataggio
Arrestata Lorenzetti, ex presidente Umbria DEL PARTITO
DELLA DIOSSINA DI MERDA TARGATO LETTA E COMPANY
accusata di corruzione per Tav in Toscana
I pm: "Accelerò pagamenti a ditte per favorire il marito"
Ordine
di custodia ai domiciliari per l'ex governatrice (Pd) e attuale presidente
di Italferr. Il provvedimento per altri 5 indagati nell'ambito di
un'inchiesta della Procura di Firenze su appalti per l'alta velocità. La
difesa: già chiarito, nessun vantaggio
M5S, referendum lampo
sul reato di clandestinità
Grillo: "Decidono iscritti" - foto
Dissidenti attaccano Casaleggio
"Avvisati con il voto già in corso"
Berlusconi indagato con i suoi legali:
"Testimoni corrotti al processo Ruby"
L'ex premier nel mirino della Procura di Milano con gli avvocati Ghedini e Longo: 45 in tutto i nomi iscritti nel registro degli indagati per l'inchiesta 'Ruby ter'. L'ipotesi di reato: corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza
Comincia con una scenetta surreale il 'Ruby ter', nuovo capitolo della
saga giudiziaria sulla giovane marocchina: stavolta l'ex premier Silvio
Berlusconi è accusato di avere corrotto i suoi testimoni, a cominciare
dalle 'olgettine'. Alle 10.59, davanti ai giornalisti convocati per
l'annuncio, trilla la sveglia dello smartphone del procuratore capo di
Milano, Edmondo Bruti Liberati. "Se deve essere giustizia a
orologeria...", ride il magistrato, che prova con un battuta a spegnere
le polemiche sulla nuova inchiesta svelata proprio nei giorni
dell'accordo per la legge elettorale fra il Cavaliere e Matteo Renzi.
Quarantacinque indagati. 'Ruby
ter' nasce
con 45 indagati -
tra cui spiccano Berlusconi, appunto, e i suoi avvocato storici, Niccolò
Ghedini e Piero Longo - e diverse
carte già scoperte in
mano all'accusa. Il breve comunicato del procuratore contiene un
generico riferimento alla "dovuta iscrizione nel registro delle notizie
di reato per i soggetti e i reati rispettivamente segnalati" nelle sentenza
'Ruby' e
inquella
'Ruby bis'.
Boccassini stavolta non c'è. Non
sarà però Ilda Boccassini a coordinare la nuova inchiesta. Il magistrato
che rappresentò l'accusa contro il Cavaliere già nei processi Sme e
Imi-Sir "ha altri impegni più pressanti in questo momento", ha spiegato
lo stesso Bruti Liberati chiarendo di aver affidato l'indagine al
procuratore aggiunto Pietro Forno e al pm Luca Gaglio. Boccassini, a
capo della Direzione distrettuale antimafia (Dda) dal 2009 , aveva preso
in mano l'inchiesta sul caso Ruby a carico dell'allora premier, dopo che
i primi atti di indagine, tra cui le audizioni della minorenne
marocchina dell'estate 2010, erano stati effettuati dall'aggiunto Forno,
a capo del pool di contrasto ai reati sessuali, e dal pm Antonio
Sangermano. Sangermano era poi passato alla Dda e Boccassini era entrata
nelle indagini tirando le fila, assieme alla sezione di polizia
giudiziaria, di quanto era accaduto nei presunti festini a luci rosse di
Arcore e nell'ormai famosa notte in questura, quando Ruby venne
rilasciata dopo una telefonata dell'ex premier.
Il pm con le carte della P2. "Boccassini
mi ha segnalato che ha altri impegni più pressanti in questo momento",
ha spiegato Bruti Liberati, lasciando intendere che si occuperà, come ha
fatto finora, di grandi inchieste sulla criminalità organizzata, dopo i
colpi già inferti alla 'ndrangheta. E l'inchiesta 'Ruby ter' sarà
seguita da Forno, che ha ottenuto le condanne di Lele Mora, Emilio Fede
e Nicole Minetti nel processo gemello. Piemontese, 67 anni, oltre a
essere il magistrato a cui Gherardo Colombo e Giuliano Turone decisero
di affidare, da custodire in cassaforte, una copia della lista della P2,
Forno nella sua carriera si è occupato prima di contrasto al terrorismo
e poi di reati sessuali, prima a Milano e poi a Torino. Rientrato nel
capoluogo lombardo nel 2009 come procuratore aggiunto, di recente ha
presentato anche domanda per concorrere al posto di procuratore capo del
capoluogo piemontese.
Il magistrato che riarrestò Mario Chiesa. Il
pm che si è messo al lavoro sulle carte, invece, è Luca Gaglio:
quarant'anni, nato a Trieste, con una precedente esperienza alla Procura
di Busto Arsizio (Varese), dove ha chiesto e ottenuto l'arresto, per la
seconda volta dopo Tangentopoli, di Mario Chiesa per un traffico di
rifiuti. A Milano da quasi quattro anni, ha già portato avanti molte
indagini contro la pedofilia e sulle violenze sessuali.
I testimoni sul libro paga. Tornando
alle carte dell'inchiesta, Berlusconi risponde di corruzione in atti
giudiziari perchè, secondo quanto ipotizzato dal tribunale che lo ha
condannato, "il pagamento mensile regolare di 2mila 500 euro al mese"
alle ospiti ad Arcore, che poi hanno testimoniato in aula, costituisce
"un inquinamento probatorio" e un "fatto illecito". Tra loro figura
anche la stessa Ruby, che vanta il record di reati: corruzione in atti
giudiziari (Berlusconi le avrebbe promesso 5 milioni di euro "se avesse
taciuto o fatto la pazza"), falsa testimonianza e rivelazione di segreto
per avere raccontato al suo avvocato Luca Giuliante (indagato a propria
volta) i contenuti dei primi interrogatori. Si tratta di versamenti
che Berlusconi ha sospeso giusto
qualche settimana fa. L'ex premier, inoltre, avrebbe corrotto anche una
giornalista di Mediaset, Silvia Trevaini, che oltre al compenso mensile
per la sua professione ha ricevuto il "regolare stipendio" e nel corso
degli anni una serie di extra - la cifra è intorno agli 800mila euro -
che le sono serviti per acquistare tre appartamenti, due dei quali nel
centro di Milano. In più, per lei l'ex premier avrebbe comprato varie
"autovetture".
Le convocazioni ad Arcore. Le
ragazze convocate a Villa San Martino. Marysthelle Polanco, le gemelle
Concetta ed Eleonora De Vivo, Roberta Bonasia e le altre 'a stipendio
fisso' sono indagate per corruzione in atti giudiziari e falsa
testimonianza. In aula avevano parlato di "cene eleganti e normali" con
un padrone di casa "impeccabile", certamente non quell'uomo lascivo
descritto da altri testimoni che i giudici hanno poi ritenuto
attendibili. Dall'accusa di corruzione in atti giudiziari dovranno
difendersi anche gli avvocati Longo e Ghedini, ai quali viene contestato
di avere partecipato alla riunione del 15 gennaio 2011, quando a Villa
San Martino vennero convocate 18 ragazze, poi gratificate economicamente
da Berlusconi, perché - sono parole sue - per colpa dell'inchiesta
"hanno perduto possibilità di lavoro e anche fidanzati". I due legali si
sono già detti convinti che dagli atti "non potrà che derivare una
richiesta di archiviazione".
I nomi eccellenti. Nell'elenco
degli indagati per falsa
testimonianza c'è un po' di tutto: giornalisti (Carlo Rossella e Silvia Trevaini), musicisti (Mariano Apicella e Danilo Mariani), politici (l'ex viceministro Bruno Archi e l'ex sottosegretario Valentino Valentini) e anche la funzionaria di polizia Giorgia Iafrate, che la sera del 27 maggio 2010 affidò Ruby a Nicole Minetti dopo la telefonata del Cavaliere in questura). 'Ruby ter' riporterà in scena tutti i protagonisti delle prime due puntate, insomma, tranne Boccassini.
C'è una coppia che scoppia dalla voglia di elezioni. I nomi della coppia
in fregola li sanno tutti, ma per correttezza di informazione è bene
ripeterli, sono Renzie
e Berlusconi.
Ogni discussione sulle emergenze del Paese, ormai travolto dal debito
pubblico e dalla disoccupazione, è passata in cavalleria. Tagli
alla spesa non si vedono all'orizzonte, dal
finanziamento ai partiti, a quello dei giornali, all'eliminazione delle
Province, tutte spese di cui il M5S ha chiesto l'abolizione in Parlamento
senza alcuna risposta. Interventi a favore della piccola e media impresa,
come l'eliminazione
dell'IRAP e
la defiscalizzazione degli investimenti, sono assenti dalla discussione
politica. Elezioni! Elezioni!
Non si parla d'altro,
come sempre per non parlar di nulla. Alla spagnola, alla tedesca mista
all'inglese, con premio alla finlandese con il triplo turno carpiato. La
coppia Berlusconi&Renzie, che sembrano sempre di più padre e figlio,
vuole, a parole, fortissimamente vuole le elezioni. Ora si può! Vanno
accontentati. Infatti anche il M5S vuole le elezioni al più presto.
Prima delle motivazioni della Consulta c'era, come unica opzione, il
ritorno immediato al Mattarellum,
la legge elettorale precedente. Ora, la Corte Costituzionale, con i suoi
emendamenti al Porcellum, ha confezionato una
legge elettorale proporzionale pronta all'uso che
può essere applicata con decorrenza immediata. Alle
elezioni quindi, con questa legge,
per dare una rappresentanza parlamentare costituzionale al Paese. Un
Parlamento in cui il voto dell'elettore non sia viziato da un mostruoso
premio di maggioranza, bocciato dalla Consulta. Il Parlamento attuale non
rappresenta la volontà popolare espressa dal voto. Solo un nuovo
Parlamento può avere la legittimità per definire la prossima legge
elettorale. Gli iscritti al M5S, nel frattempo, definiranno on line, entro
febbraio, la
legge elettorale del MoVimento 5 Stelle da
proporre nella prossima legislatura. Berlusconi&Renzie,
Chiacchiere&Distintivo,
avete la vostra grande occasione. Non perdetela. Potrebbe essere l'ultima
chiamata per entrambi.
Prima delle motivazioni della Consulta c'era, come unica opzione, il ritorno immediato al Mattarellum, la legge elettorale precedente. Ora, la Corte Costituzionale, con i suoi emendamenti al Porcellum, ha confezionato una legge elettorale proporzionale pronta all'uso che può essere applicata con decorrenza immediata. Alle elezioni quindi, con questa legge, per dare una rappresentanza parlamentare costituzionale al Paese. Un Parlamento in cui il voto dell'elettore non sia viziato da un mostruoso premio di maggioranza, bocciato dalla Consulta. Il Parlamento attuale non rappresenta la volontà popolare espressa dal voto. Solo un nuovo Parlamento può avere la legittimità per definire la prossima legge elettorale. Gli iscritti al M5S, nel frattempo, definiranno on line, entro febbraio, la legge elettorale del MoVimento 5 Stelle da proporre nella prossima legislatura. Berlusconi&Renzie, Chiacchiere&Distintivo, avete la vostra grande occasione. Non perdetela. Potrebbe essere l'ultima chiamata per entrambi.
Liguria, trasporti-caos dopo le frane ft vd
Il procuratore sul treno deragliato foto
"Non fato, colpa dell'uomo" videodossier
E per Genoa-Inter possibile
il rinvio


Video Il treno in
bilico visto dall'alto
Mappe La regione è
satura d'acqua
L'ITALIA RIFIUTA DI RITRATTARE IL FISCAL COMPACT
"Ieri mattina, alla Camera dei Deputati, i rappresentanti politici dei
partiti che sono stati eletti dai cittadini lo scorso 25 febbraio, hanno
avuto la possibilità di dare avvio a un cambio di passo, inoltrandosi su
una strada europea diversa da quella consueta, ovvero: non più servi
compiacenti, non più esecutori passivi, ma negoziatori alla pari con il
resto delle 26 nazioni che compongono l'Unione Europea.
Era, soprattutto, un banco di prova per avere una prova "oggettiva"
deldoppiopesismo
del PD,
dell'ipocrisia di ruolo interpretata dai loro esponenti, e avere una
inoppugnabile documentazione - basata su atti parlamentari legali - che
consentisse di uscire fuori dalla griglia delle interpretazioni
soggettive, delle manipolazioni, delle mistificazioni, e avere finalmente
un quadro chiaro del progetto strategico di politica economica del PD. E
così capire dove vogliono portare il paese.
Alle ore undici del 15 gennaio 2014, è arrivata la prova decisiva. Era
l'ultima possibilità per l'Italia.
Gli eletti del M5S, infatti, presentavano una mozione al governo sulla
quale hanno preteso un voto dell'aula. La richiesta dei parlamentari
pentastellati non aveva niente di pretestuoso, nè - in verità - nulla di
rivoluzionario, nè tantomeno poteva rappresentare un ostacolo per la
stabilità dell'attuale governo in carica, e men che meno rappresentare un
pericolo per la nazione.
Anzi. Ciò che i deputati M5S hanno chiesto al governo è stato di "rimodulare
la propria posizione nazionale come Stato sovrano e avviare una immediata
consultazione per rinegoziare le condizioni imposte dal Fiscal Compact e
dal Mes":
tutto qui.
E' bene che sia molto chiaro a ogni cittadino ciò che si è verificato,
perchè il
futuro dei 60 milioni di italiani dipendeva da questo voto.
Non si trattava di prendere alcuna decisione unilaterale, non si trattava
di protestare alcun Trattato in vigore, non si trattava di venir meno a
nessun tipo di accordo inter-governativo e inter-statale firmato da questo
governo e da quelli precedenti.
Si trattava soltanto di approvare la "pretesa
da parte della cittadinanza italiana di andare a rinegoziare i meccanismi
del Fiscal Compact",
tradotto in parole semplici e povere: far passare alla Camera un
provvedimento che consentisse ai nostri governanti di poter telefonare
alle specifiche commissioni europee e al Presidente della Banca Centrale
Europea e dir loro: "salve
signori, dobbiamo vederci subito perchè il Parlamento e la Legge della
Repubblica Italiana ce lo impongono: dobbiamo aprire una trattativa per
fuoriuscire dal limite imposto del 3%, dobbiamo rivedere il nostro ruolo e
negoziarne i tempi di applicazione perchè non siamo più in grado di
sostenere economicamente i punti sottoscritti, pena il varo -al massimo
entro due mesi- di suppletive manovre finanziarie di ulteriore grave
tassazione e pesanti tagli ai servizi sociali nazionali che la
cittadinanza italiana non è in grado a nessun livello di poter più
sopportare, pena il crollo definitivo della nazione".
Si trattava, detto in parole ancora più semplici, di offrire su un piatto
d'argento ai nostri governanti l'opportunità di rendere reale la loro
ambizione: sostenere la stabilità del paese. Si trattava di consentire "l'apertura
di un negoziato".
Soltanto di questo. La votazione alla mozione M5S ha dato i seguenti
risultati: il
72% dei deputati l'ha rigettata votando contro (Forza
Italia, Nuovo Centro Destra, PD, Lista Civica Monti, Udc, tutti compatti).
Il che vuol dire che la cosiddetta sinistra italiana -ovvero il PD- non
vuole "ufficialmente"
andare a negoziare a Bruxelles, a Francoforte, a Strasburgo. Lo ripeto a
scanso di equivoci perchè non esistano ambiguità di sorta: neppure una
trattativa. Questa posizione passiva di totale svendita della nazione ha
chiarito - al di là di ogni ragionevole dubbio - la politica economica del
PD: "non
c'è niente su cui trattare, noi eseguiamo gli ordini della Troika in
maniera piatta e passiva e basta".
Da oggi, 15 Gennaio 2014, il
PD è diventato ufficialmente il curatore fallimentare dell'Italia.
La possibilità e l'opportunità di poter dimostrare che non è così l'hanno
avuta. Questa, per come appare, è la loro piattaforma elettorale per
l'Europa: evitare ogni negoziato, evitare ogni discussione in merito ai
trattati, evitare che il Ministero del dell'Economia e delle Finanze della
Repubblica Italiana possa dire alla cittadinanza: "ecco
qui i 100 miliardi di euro di cui siamo debitori nei confronti della
piccola e media impresa, ce li abbiamo in cassa perchè abbiamo rimandato
la data di scadenza del pagamento degli interessi, grazie alla trattativa
vincente con l'Europa".
Il PD, ieri, in Parlamento, scientemente, ha suicidato la nazione.
E' un atto parlamentare. E' un dato oggettivo. E' una votazione valida. E'
una indicazione politica. E' la parola d'ordine da eseguire. Non c'è
niente da interpretare, non esistono punti di vista diversi. Si può
soltanto commentare e sostenere: "mi
piace/non mi piace".
Dobbiamo cominciare ad abituarci a parlare su dati oggettivi,
inoppugnabili. E' l'unica - e ultima - possibilità di poter riagguantare
il Senso: far decidere ai fatti e ai documenti. Tutto
il resto è fuffache
serve ad alimentare inutili chiacchiere fuorvianti della cupola mediatica,
per portare acqua al mulino di chi ha scelto di mettersi al servizio di
coloro che considerano l'Italia una nazione di livello talmente basso ma
talmente basso, da non poter avere neppure l'ardire (e l'ardore) di
aspirare a sedersi a un tavolo di trattative internazionali.
Non dico vincere, ma almeno discuterne. E poi ci stupiamo se il governo
dell'India o del Kazakistan ci prendono a schiaffi in faccia?"
BERLUSCONI
DEVE ANDARE IN GALERA
La disoccupazione di massa è una scelta politica?
M5S, referendum lampo
sul reato di clandestinità
Grillo: "Decidono iscritti" - foto
Dissidenti attaccano Casaleggio
"Avvisati con il voto già in corso"
"La centrale Enel a olio di Porto Tolle
ha causato danni per 3,6 miliardi"
Per la prima volta una perizia quantifica l'impatto su ambiente e salute
dell'impianto dal '98 al 2009
Il documento, depositato nel processo bis, potrebbe diventare
precedente: da Vado Ligure a Brindisi
Ecco le indagini che mostrano il nesso tra aumento di mortalità, tumori,
ricoveri e l'impianto (leggi)Un
impatto da 3,6 miliardi: 2,6 per i danni sanitari, uno per la mancata
ambientalizzazione. Questa la stima che i periti dell’Istituto superiore
per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) hanno ipotizzato per
la prima volta, rispetto al peso economico per lo Stato della centrale
di Porto Tolle (Rovigo). Una cifra che se verrà considerata congrua dai
magistrati del processo Enel bis, stabilirà nero su bianco che chi
inquina paga. E non poco
Golden Globe a Sorrentino Foto
Trionfa 'La Grande Bellezza' Foto
"Non ci credevo, ora a tutte le feste" video
"Grazie Italia, pazza ma bellissima" video 

L'Aquila, sisma e tangenti. M5S e Sel
"Far partire commissione d'inchiesta"
Ad aprile depositato un disegno di legge per istituire l'organismo parlamentare d'indagine sulla ricostruzione post terremoto. Ma da allora la richiesta è rimasta nei cassetti
Demolizione Concordia: guerra tra porti
italiani, ma Costa si gioca la carta turca
A due anni dal naufragio Piombino non è pronto. Potentati locali spingono per Palermo, Genova e Civitavecchia. Ma la proprietà punta su Aliağa
Scuola, il governo chiede indietro i soldi agli insegnanti. “Ridate 150 euro al mese”
Il ministero dell'Economia e Finanze ha diramato una nota per la restituzione degli scatti d'anzianità (sbloccati nel 2013 con tre anni di ritardo) “con recupero a decorrere dalla mensilità di gennaio 2014". Dopo la protesta dei 5 Stelle insorge anche il Pd. E il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza chiede la sospensione dell'applicazione. Ma il dicastero di Saccomanni chiude: "Atto dovuto"
Il linguaggio come al solito è asciutto e burocratico, la richiesta però è brutale: gli insegnanti italiani devono restituire 150 euro al mese allo Stato. Soldi avuti indebitamente? Neanche per sogno, soldi dovuti e attesi da almeno tre anni. Parliamo di quelle persone che guadagnano tra i 1300 e i 1700 euro dopo almeno venti anni di anzianità. E che, nel 2013, pensavano di essere finalmente usciti dal tunnel del congelamento degli scatti di anzianità deciso nel 2010 dal governo Berlusconi. Nei due mesi tradizionali per gli insegnanti, aprile e settembre, i docenti interessati si sono visti così accreditare gli scatti dovuti e a cui erano stati costretti a rinunciare per tre anni.
Lo scorso settembre, però, il governo Letta ha deciso, con il Decreto 122, di prorogare il blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti. Nessuno, allora, ha pensato che tale misura potesse avere effetti sull’anno appena trascorso. E invece, lo scorso 27 dicembre, il Ministero dell’Economia e Finanze ha diramato una nota interna in cui precisa che l’applicazione della norma impone la restituzione degli aumenti già percepiti “con recupero a decorrere dalla mensilità di gennaio 2014 con rate mensili di € 150,00 lorde fino a concorrenza del debito”. Come spiega la Flc-Cgil, chi ha avuto scatti a gennaio 2013 e si è visto attribuire gli arretrati ad aprile, “dovrà restituire i soldi percepiti in più nell’anno 2013”. Chi invece ha avuto lo scatto da settembre 2013 dovrà restituire i soldi avuti in più da settembre ma si vedrà retrocesso come posizione e dovrà attendere settembre 2014 per rivedere lo scatto. Beffa doppia per chi aveva programmato il pensionamento da settembre 2014, cioè una volta maturato lo scatto. “Questi lavoratori – nota la Cgil – qualora rientrino nel secondo caso dovranno rimanere un altro anno per poter vantare, sia sul trattamento pensionistico che sulla buonuscita, lo scatto tanto agognato”. Alla protesta della Cgil si aggiunge quella dei Cobas che hanno indetto un presidio al ministero per venerdì 17 gennaio.
La situazione, dopo la protesta del Movimento 5 Stelle che, per primo, aveva denunciato questa misura con il parlamentare Luigi Gallo, si muove anche sul fronte politico. Il responsabile Scuola del Pd, il renziano Davide Faraone, infatti, si augura che si tratti “solo di un equivoco”. “Il danno, cioè il taglio di quei fondi sacrosanti – dice Faraone – si somma adesso alla beffa: una volta percepite e spese queste somme i docenti le dovranno restituire. Siamo dunque all’assurdo”. Ma è lo stesso ministro, Maria Grazia Carrozza, a ergersi a paladina dei docenti con una lettera inviata al ministro Saccomanni in cui chiede di sospendere la procedura di recupero degli “scatti” stipendiali per il 2013. Niente da fare. Il ministero dell’Economia e delle finanze replica con una nota: “Atto dovuto da parte della Pubblica amministrazione. Il Dpr n.122 entrato in vigore il 9 novembre ha esteso il blocco degli scatti a tutto il 2013 e dunque queste somme già erogate – per un vuoto legislativo durato alcuni mesi – vanno recuperate”. E la polemica interna all’esecutivo viene rilanciata così: “Se poi il ministro Carrozza – spiegano al ministero dell’Economia – all’interno del suo dicastero riesce a individuare economie, razionalizzazioni di spesa che consentono di recuperare una cifra sufficiente da utilizzare per il pagamento dello scatto in questione ovviamente questo si farà”. Già per il 2010 e il 2011 a viale Trastevere si é riusciti ad affrontare la questione in questo modo, dirottando cioè, per il pagamento degli scatti, somme risparmiate in altri capitoli di spesa.
Adesso tutti gli statali si ribellano: "Un aumento ad hoc anche per noi"
Dopo il caso degli scatti di anzianità degli insegnanti, protestano le altre categorie di dipendenti pubblici. Poliziotti in prima fila: forziamo il blocco dei contratti. La Funzione pubblica Cgil: "Il blocco delle retribuzioni è insostenibile"
"Loro sì e noi no": trovata una soluzione
per uscire dal pasticcio sulla scuola, il governo Letta rischia di
dover fare i conti con lo scontento di tutto il settore pubblico, comparto
sicurezza in primis. La legge di Stabilità ha infatti esteso fino al 2014
il blocco dei contratti del pubblico impiego già in atto per il 2010-2012,
prevedendo anche un taglio del 10 per cento sulla spesa degli
straordinari. Al blocco non è sfuggito il settore della scuola, molto
sensibile alla questione "scatto" perché - vista l'impossibilità per la
gran parte degli insegnanti di ottenere progressioni in carriera -
l'anzianità resta l'unica possibilità praticabile per ottenere un aumento
dello stipendio. E di fatto tale automatismo - scomparso nel pubblico
impiego fin dai tempi di Tremonti e Brunetta - è stato mantenuto in vita
solo per la scuola e la sicurezza, comparto cui è riconosciuta una
specificità per via degli impegni richiesti (polizia o corpo militare, per
esempio, non possono interrompere il servizio di sicurezza per il blocco
degli straordinari).
Nella scuola, per mantenere lo scatto, si era ricorso ad una copertura
"pescando" il necessario dalle risorse recuperate dal contenimento degli
organici integrate con fondi destinati agli istituti. Strada messa in
pericolo appunto da quel "pasticcio"che
ora sembrerebbe scongiurato, ma la soluzione trovata lascia comunque
l'amaro in bocca agli esclusi.
Ben attenti a non scatenare quella che per primi definiscono "una guerra
fra poveri", i sindacati si limitano a condannare la legge di Stabilità -
"Il blocco delle retribuzioni è insostenibile" denuncia Michele Gentile,
responsabile della funzione pubblica per la Cgil - ma le sigle della
sicurezza sono molto più polemiche. "Sono contento per gli insegnati, ma
sono arrabbiatissimo per noi e considero quello della scuola un risultato
apripista" commenta Felice Romano, segretario generale del Siulp
(sindacato unico di polizia). "La funzione specifica che ci è stata
riconosciuta è del tutto disattesa. Anche noi abbiamo subito il blocco
degli scatti, nel biennio 2011-2012 siamo riusciti a recuperarli in parte
grazie ad uno stanziamento del governo e usando fondi destinati alla
riforma delle carriere. Ora c'è l'impegno del ministro Alfano a liberare
100 milioni previsti nella legge di Stabilità e mi auguro che il governo
mantenga le promesse, ma la realtà è che un agente che ottiene un
avanzamento raddoppia le responsabilità, ma percepisce il vecchio
stipendio. E' scandaloso perché le risorse ci sarebbero: basterebbe
tagliare gli sprechi, a partire dalle auto blu ridotte nei fatti solo per
la Presidenza del Consiglio".
Sulla stessa linea Daniele Tissone, segretario generale Silp-Cgil: "La
vicenda scuola apre dei problemi per tutti i lavoratori della polizia e
delle forze armate che hanno subito i blocchi introdotti dal governo
Berlusconi. Ci aspettiamo delle risposte analoghe da parte del governo".
Rivendicazioni destinate a trovare sponda in Parlamento: "Se per pagare
gli scatti agli insegnanti non si utilizzeranno risorse proprie del
ministero dell'Istruzione si aprirà un caso di sperequazione - commenta il
generale Domenico Rossi, ex presidente del Cocer, oggi deputato dei
"gruppi per l'Italia" (scissi da Scelta Civica) - altrimenti si tratterà
di autocompensazioni". Soldi che dovevano servire per riformare la scuola
e la sicurezza utilizzati per la loro sopravvivenza.
Bersani.... e la ritirata di Sardegna
del M5S (dopo i rovesci in Trentino ed in Molise ed il fiato corto a
Parma...)
Forconi, solo tremila in piazza a Roma. Cori e slogan contro Letta e Napolitano. Dal Veneto il forfait a causa delle troppe infiltrazioni fasciste
"Pretendeva sesso dalla moglie di un arrestato"
Finisce nei guai il pm della lotta all'ecomafia
Napoli, il magistrato Donato Ceglie accusato di concussione e calunnia. La difesa: "Incontri con lei limitati nel tempo"
ROMA —
Chiedeva sesso, il magistrato Donato Ceglie. Lo pretendeva, e lo otteneva,
dalla moglie di uno che aveva fatto arrestare. Rapporti frettolosi e
nascosti, consumati a volte nel suo ufficio della procura di Santa Maria
Capua Vetere, a volte nelle stanze della procura generale a Napoli.
Proprio lui, il pm simbolo della lotta all’ecomafia del casertano, proprio
lui che indaga da anni sui veleni nascosti sotto terra. Ora se la deve
vedere con altri veleni.
Sulla carriera di Donato Ceglie, 56 anni, pende infatti
dal dicembre scorso, una richiesta di rinvio a giudizio formulata dal
pubblico ministero Barbara Sargenti di Roma. Le accuse
sono di concussione e violenza sessuale, perché «induceva — si legge
nell’atto — Maria Rosaria Granata, 46 anni, moglie di Gaetano Ferrentino,
a instaurare e proseguire una relazione sentimentale che gli procurava
indebitamente rapporti sessuali». Abuso che sarebbe iniziato a Santa Maria
Capua Vetere e proseguito anche dopo che Donato Ceglie, era il 2011, viene
trasferito alla procura generale di Napoli.
Una storiaccia ancora poco chiara, con un esito
giudiziario ancora tutto da definire (la richiesta è ferma davanti al gip)
e che però ha un prologo certo nel 2007. In quel periodo il pm napoletano
sta seguendo personalmente l’inchiesta “Chernobyl”:
scopre tonnellate di rifiuti interrati tra Napoli,
Caserta e Vallo della Lucania, sequestra l’impianto di compostaggio nel
salernitano gestito dalla So.Rie.Co., dove venivano smaltiti illegalmente
quelli di quattro depuratori, e di cui Ferrentino è amministratore unico.
Ceglie lo spedisce agli arresti domiciliari. Seguono un paio di anni di
indagini, altri sequestri, il fallimento della So.Rie.Co. nel 2009. Poi,
sempre secondo la procura romana, cominciano i «rapporti sentimentali e
sessuali» tra Ceglie
e la Granata. Una relazione che, a prescindere dalla sua
natura, forse consenziente forse no, avrebbe dovuto indurre il pm
napoletano a abbandonare per ragioni di opportunità il procedimento contro
Ferrentino, nel frattempo rinviato a giudizio. Cosa che non accade.
Accade invece che Ceglie si adoperi per trovare un
lavoro alla Granata. Prima ordina il dissequestro dell’impianto di
smaltimento, poi lo affida in gestione alla Compost Campania a cui nel
2011 rilascia «indebitamente — scrive la Sargenti — il nulla osta per
riassumere Maria Rosaria Granata». La donna, infatti, era stata licenziata
dal curatore fallimentare perché la Compost non poteva per contratto
impiegare persone collegabili alla So.Rie.Co. di Ferrentino. Ma Ceglie,
per la sua “fiamma”, riesce a ottenere una deroga. E continua a
interessarsi del rinnovo del contratto di gestione anche dopo essere stato
trasferito a Napoli.
Nel 2012 però qualcosa si rompe. Nelle caselle di posta
elettronica di alcuni magistrati della Procura generale e alla redazione
del Mattino iniziano ad arrivare decine di e-mail e fax del genere: «Il
dott. Ceglie non è altro che un pagliaccio con la toga », «Dottore Ceglie,
rientra nelle sue inchieste portarsi a letto le mogli degli indagati? E
poi sparire distruggendo i numeri di telefonici? Aspetto una sua risposta
», «da tre anni chiama ripetutamente e si porta a letto con ricatto la
moglie di Gaetano Ferrentino».
Ma a
quali ricatti si riferisce l’autore delle missive? Che cosa sa veramente?
Fatto è che Ceglie decide di denunciare la Granata, sostenendo sì di
averla incontrata, ma solo «limitatamente» e «sempre per motivi
istituzionali ». I pm romani non gli credono, e così hanno indagato il
magistrato che lotta contro la mafia dei rifiuti anche per calunnia, per
aver incolpato la donna «pur sapendola innocente».
L'ennesima
puttanata di Bur
Forconi, Landini: “Fa sorridere vedere Forza Italia dire che adesso li rappresenta”
Dalla ridotta dell'EUR,l'uomo merda vuole fare il "mamma santissi
ma" dei forconi
Porcellum bocciato dalla Consulta, accolto il ricorso dei cittadini. ALTRO SILURO DEL POTERE GIUDIZIARIO ALLA POLITICA ITAGLIOTA. Solo una settimana prima era stato affondato il finanziamento pubblico ai partiti...
La Corte Costituzionale ha bocciato la norma ideata dal leghista Roberto Calderoli in tutti e due i punti sottoposti al vaglio di legittimità rispetto alla legge fondamentale dello Stato: ovvero il premio di maggioranza e la mancanza delle preferenze. Berlusconi: "Organo politico della sinistra"
Il Porcellum è incostituzionale. E’ quanto ha deciso la Consulta, che aveva respinto i quesiti referendari nel gennaio 2012 e che, dopo un ricorso presentato dai cittadini, era stata chiamata a pronunciarsi sulla legittimità della norma con cui sono eletti gli ultimi tre parlamenti (2006, 2008 e 2013). Incostituzionali, secondo gli ermellini, sia il premio di maggioranza che la mancanza delle preferenze (cioè le liste bloccate), ovvero i punti sottoposti al vaglio della Corte. Tradotto: gli italiani non andranno più a votare con la ‘porcata’ (copyright del suo ideatore, il leghista Roberto Calderoli), o almeno non con le caratteristiche con cui era nata. A spiegarlo alcuni costituzionalisti. Tra questi Valerio Onida, secondo cui con la pronuncia di oggi sono ‘morti’ premio di maggioranza e liste bloccate, ma non il Porcellum. Onida (uno dei saggi di Napolitano), del resto, ha praticamente tradotto quanto fatto sapere dai giudici costituzionali, i quali dopo la sentenza avevano fatto sapere che “resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali”.
I TEMPI DELLA SENTENZA E GLI EFFETTI NON IMMEDIATI
Sembrava che la legge, dopo
il rinvio della discussione nel Senato,
dovesse resistere ancora e invece di fatto i giudici impongono ai
parlamentari quella riforma che
è stata a lungo chiesta dal presidente Giorgio
Napolitano. L’efficacia
del verdetto, comunque, decorrerà dal momento in cui le motivazioni
saranno pubblicate. “Nelle prossime settimane” fa sapere la Consulta. E
comunque, fino a nuova legge, non c’è un ritorno di fatto al Mattarellum. L’approdo
in Consulta della legge elettorale ha alle spalle una vicenda giudiziaria
di ricorsi e bocciature, alla
cui base c’è la testardaggine di un avvocato 79enne, Aldo
Bozzi. Nel
novembre 2009, in qualità di cittadino elettore, il legale aveva citato in
giudizio la Presidenza
del Consiglio e
il ministero dell’Interno davanti al Tribunale
di Milano, sostenendo
che nelle elezioni politiche svoltesi dopo l’entrata in vigore della legge
270/2005, il cosiddetto Porcellum, e nello specifico nelle elezioni del
2006 e del 2008, il suo diritto di voto era stato leso, perché non si era
svolto secondo le modalità fissate allaCostituzione –
ossia voto “personale ed eguale, libero e segreto (art. 48)” e “a
suffragio universale e diretto”. Il tenace avvocato è riuscito ad arrivare
fino in Cassazione. Che poi con
un’ordinanza del 17 maggio scorso aveva rimesso la questione ai giudici
costituzionalisti.
BERLUSCONI: “CONSULTA E’ DI SINISTRA”. BOZZI: “E’ TORNATO
MATTARELLUM”
La Corte costituzionale “è un organismo politico della sinistra” ha detto Silvio
Berlusconi, secondo cui ”la nostra
architettura istituzionale è fatta non per decidere, ma per vietare. Il
presidente del Consiglio italiano ha solo il potere di stendere l’odg del
Consiglio dei ministri. Non ho ancora un’informazione precisa, non posso
fare commenti. Bisogna vedere cosa hanno dichiarato incostituzionale” ha
aggiunto il Cavaliere. Entusiasta, invece, l’avvocato Aldo Bozzi: “Quattro
anni di battaglie andate a buon fine – ha detto all’Adnkronos – E adesso
bisogna sottolineare che non si crea nessun
vuoto giuridico: a mio parere, con la
pronuncia della Consulta, di fatto si torna alla legge elettorale
precedente, il Mattarellum.
Molto probabilmente torneremo a votare in estate. Ma intanto oggi ci
godiamo la vittoria, da domani penseremo a riassumere la pronuncia in Cassazione,
dove è pendente un altro procedimento”.
ONIDA: “NON C’E’ RITORNO AUTOMATICO AL MATTARELLUM”
Dopo la pronuncia della Consulta, i
costituzionalisti sono sostanzialmente d’accordo nel ritenere che uno
degli effetti sarebbe il ritorno al proporzionale,
ma le valutazioni “politiche” sul pronunciamento della Corte sono diverse.
“Non si torna alla legge precedente”, ossia ilMattarellum,
“ma si ha una conferma del proporzionale senza premio di maggioranza.
Questo sembrerebbe l’effetto della prima parte della sentenza” ha spiegato
il presidente emerito della Consulta Valeria
Onida, aggiungendo che “solo col
deposito della sentenza si produrrà l’effetto di far cessare l’efficacia
delle norme dichiarate incostituzionali. Quindi, per ora – ha precisato –
formalmente non è ancora cambiato nulla”. Uno dei saggi di Napolitano,
però, è andato anche oltre. “La Corte –
ha continuato il costituzionalista – ha fatto venir meno la previsione del premio
di maggioranza. Quindi, si dovrebbe
immaginare che, se non intervenisse nessun altra misura
legislativa, si applica il proporzionale
senza premio di maggioranza. Per l’altro aspetto”, ossia leliste
bloccate, “è stata dichiarata
incostituzionale la parte in cui non consente di esprimere preferenze. Ma
qui è più difficile capire l’effetto pratico se non ci fosse un intervento
legislativo: si può immaginare non solo che l’elettore possa dare
preferenze, ma che poi l’ordine di elezione sia determinato dalle
preferenze e non dall’ordine di lista? Su questo punto credo dovremo
attendere le motivazioni, per capirne bene la portata” della sentenza.
PELLEGRINO: “PARLAMENTO DELEGITTIMATO, 150 DEPUTATI DA
SOSTITUIRE”
Più drastico il giurista Gianluigi
Pellegrino, secondo cui “dopo il
pronunciamento della Consulta, il Parlamento è delegittimato; dal punto di
vista istituzionale è una decisione clamorosa. Nelle motivazioni della
sentenza, la Corte si sforzerà di dire il contrario. Ma l’effetto reale è
quello di una potente delegittimazione delle Camere”. Non solo. A sentire
Pellegrino le due camere andrebbero sciolte immediatamente. “Il Parlamento
e il governo – ha osservato il giurista – non sono intervenuti con una
riforma. Ora la sanzione costituzionale, priva le due Camere di ogni
minima legittimazione costituzionale e politica. A questo punto vi è un
dovere civico di procedere allo scioglimento, potendosi solo procedere
come indica la Consulta ad
una riforma elettorale che sia ampiamente condivisa, perché certo non si
possono usare le maggioranze
incostituzionali per
approvare la legge elettorale”.
Per Pellegrino si pone, inoltre, un altro problema: quello dei parlamentari eletti con il premio senza soglia bocciato dalla Corte: “Sono stati eletti sulle base di una norma illegittima e ora devono essere sostituiti. Alla Camera, dove non si sono concluse le operazioni di convalida, la giunta deve espellere circa 150 deputati e sostituirli con altri: dovrebbero uscire esponenti Pd, ed entrare esponenti Pdl-Fi, Movimento 5 Stelle e Lista civica”. Proprio Pellegrino, all’indomani delle ultime elezioni, a nome di un’associazione di cittadini presentò ricorso alla giunta delle elezioni di Camera e Senato contestando l’elezione dei parlamentari entrati grazie al premio. “Ora presenteremo una nuova memoria alle giunte, che dovranno accogliere i nostri ricorsi” ha annunciato. “A mio parere – ha sostenuto il giurista -, il governo deve fare un decreto legge per introdurre un sistema per l’elezione di collegio al primo turno con premio su base nazionale al secondo turno. Il decreto deve essere convertito in 60 giorni: se lo sarà prima di eventuali elezioni, si voterà con questo sistema. Altrimenti con la legge di stampo proporzionale con sbarramento in entrata, che si configura dopo la sentenza della Consulta”.
Consulta e Porcellum, ritorno agli anni '80
Una manciata di righe. Non di più. La nota della Corte Costituzionale che ammette il ricorso anti-Porcellum è stringata, rimanda alle motivazioni della sentenza che verranno diffuse tra qualche settimana. Ma il testo è sufficiente per capire che oggi dalla Consulta è stata partorita quella che può ben definirsi una svolta storica per gli scenari politici e istituzionali presenti e futuri. Un colpo secco, tre risultati: la Suprema Corte ha 'asfaltato' il sistema maggioritario, affossato le pretese del futuro segretario del Pd Matteo Renzi e azzoppato la credibilità di questo Parlamento con tutti gli atti che ha prodotto, compresa l'elezione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Questo terzo punto non è vero, ma è già vero per i social network: il che è un fatto.
1. La Corte ha dichiarato incostituzionale il premio di maggioranza del Porcellum. Non solo. Incostituzionale è anche la mancanza delle preferenze, prevista dal sistema di liste bloccate. Che significa? Di fatto, la sentenza di oggi indica i binari lungo i quali il Parlamento potrà legiferare per approvare un nuovo sistema elettorale. Se non lo farà, se non riuscirà a trovare un accordo su una nuova formula, quando si tornerà alle urne, si voterà con quello che rimane del Porcellum al netto dell'intervento della Consulta. E cioè con un sistema proporzionale, cioè il Calderolum spogliato del premio di maggioranza. Quanto alle preferenze, per reinserirle sarà necessario un intervento legislativo, che però comunque è molto più semplice della reistituzione dei collegi, che andrebbero ridisegnati.
2. Se questa è la prospettiva, si riducono i margini di manovra di Matteo Renzi. Il sindaco avrebbe voluto un sistema maggioritario a doppio turno, che di fatto coronerebbe la sua leadership, premierebbe lo sforzo fatto per arrivare a fare il segretario del Pd, santificherebbe la sua visione politica bipolarista. Ora se lo può scordare. La sentenza della Consulta non porta buon vento per Renzi. Anzi. Di fatto, lo annulla. Annulla il suo potere contrattuale verso Angelino Alfano, interessato ad un impianto proporzionale e comunque assolutamente interessato a restare al governo il più a lungo possibile, ad allontanare lo spettro delle elezioni anticipate, per avere tempo di organizzare il suo neonato Ncd. Ora, nell'era del post Consulta, nell'era del post Porcellum, se Renzi non scende a compromessi con Alfano e la truppa governista sulla legge elettorale, finisce in minoranza e non ha nemmeno armi da agitare. La sentenza della Consulta lo ha infatti privato dell'arma più preziosa: quella del ritorno al voto. Ora non gli converrebbe più, visto che si voterebbe con quel che resta del Porcellum.
3. Però la sentenza della Consulta ha prodotto anche un terzo effetto. Uno di quegli effetti perniciosi che non corrispondono alla realtà ma diventano realtà sui media. Subito dopo la notizia sulla bocciatura del Porcellum, i social si sono riempiti di commenti arrabbiati sull'illegittimità di questo Parlamento, eletto a febbraio con una legge elettorale evidentemente incostituzionale. Non è vero, la Corte Costituzionale è chiara al proposito: gli effetti della sentenza di oggi riguarderanno le prossime elezioni e non quelle passate. Però, anche se non è vero, non ci si può nascondere che la riflessione sull'illegittimità di questo Parlamento contiene suggestioni che troveranno spazio nel clima attuale dell'anti-politica. Tant'è vero che Berlusconi e Forza Italia la stanno già cavalcando alla grande. Un pasticcio. Che rischia di riportarci al proporzionale anni '80. In nome della stabilità e delle larghe intese forever.
nell'esercito per verificare fedeltà a Stato' SCATTANO "GLI AFFARI
INTERNI" ITALIOTI PER SCONGIURARE FRONDE INTERNE ALLE FORZE DELL'ORDINE
SIMPATIZZANTI DELLE VASTE PROTESTE DELLA POPOLAZIONE DEL MESE DI
DICEMBRE 2013
Domenico Leggiero, ex maresciallo, oggi responsabile di Osservatorio militare: "Segnalazioni dopo il caso dei caschi a Torino". "Difesa vuole capire se il malcontento può minare la fedeltà"
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PER QUESTO POPOLO DI MERDA NON NE VALE LA PENA
E' qualche anno ormai che viene pubblicato questo calendario che onora le vittime di uno Stato assente e cialtrone. Mi chiedo sempre più spesso chi "glielo ha fatto fare" a Borsellino di farsi saltare in aria in via D'Amelio. Lui sapeva del tritolo arrivato dal continente. Tritolo uscito dagli arsenali militari. Sapeva della trattativa Stato-mafia. Era impallidito quando nell'ufficio dell'allora ministro degli interni Mancino aveva incontrato Contrada. E chi "glielo ha fatto fare" ad Ambrosoli di farsi ammazzare davanti a casa da un mafioso americano inviato da Sindona? Il banchiere preferito da Andreotti, protetto dalla P2 e dal Vaticano? Ambrosoli sapeva di dover morire. Scrisse una lettera testamento alla moglie. Ai suoi funerali, le esequie di uno dei pochi uomini con la schiena dritta nell'Italia del dopoguerra, non partecipò nessuna carica dello Stato. Mattei è esploso con il suo aeroplano. Anche lui era a conoscenza della morte che lo attendeva ogni giorno. Gli successe Cefis, il fondatore della P2. Livatino, il giudice ragazzino, aveva ricevuto minacce e girava senza scorta, non se ne curava. Fu massacrato da quattro sicari. Cosa si prova a sapere di dover morire con i colpevoli che ti sopravvivono e spesso fanno carriera grazie al tuo assassinio? Chi "te lo fa fare" di lasciare la tua famiglia senza un sostegno, privata per sempre di un marito e di un padre, e vedere glorificati politici come lo "statista" Andreotti pluri presidente del Consiglio, di cui Enrico Letta è un ammiratore, che di Ambrosoli disse "che se l'era cercata"? Gli eroi non piacciono agli italiani, gli ricordano la loro indifferenza, la loro frequente vigliaccheria nei confronti del Potere. Vivi e lascia vivere, mio nonno è morto a cent'anni perché si faceva i cazzi suoi. I nostri eroi, troppi, sono per ora morti invano, celebrati nelle ricorrenze. In prima fila sempre i collusi, gli omertosi e i politici. Alla domanda "chi glielo ha fatto fare?" io non trovo risposte, ammiro il loro coraggio, la loro indipendenza, la loro determinazione, lo spirito civico, ma forse per questo popolo non ne valeva la pena.
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Delusione Cuperlo: è al 18%. Civati al 14. Letta: fare squadra DI MERDA CON IL TRIONFO DI RENZHIE VOTATO DA 3 MILIONI DI STRONZONI
Sciopero
tir, Garante 'richiama' i forconi
"Pronti a sanzioni, no a blocchi stradali"
Da stasera a venerdì la protesta. Timori governo
Primarie Pd, code ai seggi foto
I tre candidati: Renzi, Cuperlo e Civati
Liveblog Urne aperte fino
alle 20 Speciale
Programmi / Dove
si vota: trova il tuo seggio
Lega, Salvini segretario delle macerie post
bossiane del circolo magico travolto dalle ruberie di soldi pubblici del
2012
"Battaglia a Ue, è un gulag"
Video "Non sarò 'alla
Renzi'"
Al vincitore l'80%, a Bossi il 18%
III
V day, Grillo: "Napolitano se ne vada a fare in culo !!!
Referendum per dire sì o no all'Eur e la Germania può andare a fare in
culo!!!"
Genova, terza adunata del Movimento 5 stelle del 1 dicembre 2013 dopo
quelle del 8 settembre 2007 e 25 aprile 2008, la prima dall'ingresso
nelle istituzioni. Il leader
in piazza: "Abbiamo eliminato finta sacralità del Parlamento". Dario Fo
chiude la giornata . Più di 100.000 persone in piazza, si spera in una
svolta in un paese allo SFASCIO TOTALE.
Vauro scrive a Dario Fo: “Compagno che cosa ci facevi sul palco di Beppe Grillo?”
Il vignettista scrive al premio Nobel per chiedere spiegazioni sulla sua partecipazione al 3° V Day del Movimento 5 Stelle. In particolare non gli sono piaciute alcune espressioni pronunciate da Beppe Grillo: "Brutte parole 'vincere e vinceremo'"
“Che cosa ci facevi su quel palco?”. Il vignettista Vauro ha deciso di scrivere una lettera aperta alpremio Nobel Dario Fo per chiedere spiegazioni sulla sua partecipazione al 3° V Day del Movimento 5 Stelle. A far discutere, secondo l’autore, sarebbero le frasi pronunciate da Beppe Grillo che ricordano le parole di Mussolini. “‘Dobbiamo vincere e vinceremo‘. Che brutte parole. Sì, certo, c’era anche la parola ‘rivoluzione’ che ti piace e piace anche a me. Però non è rivoluzione strillare che tutti sono morti, cadaveri. E se lo è non mi piace”.
Vauro commenta la giornata di Genova, quando sul palco si è esibito anche Dario Fo per un lungo monologo, ed esprime le sue perplessità. “Non mi piacciono i portatori di verità assolute ed indiscutibili”, continua nella lettera, “non mi piace chi non ha dubbi e non mi piacciono nemmeno le piazze quando non sanno che ripetere le parole del capo. Ecco sì, le parole del capo. Condivido rabbia e sdegno ma non posso condividere parole macabre e di macabra memoria. Tu credo mi possa comprendere perché sai meglio di me quanto le parole siano anche contenuto. Allora scusami Dario per quello che ti chiedo. Ti chiedo di scendere da quel palco Compagno Dario. Scendi per favore. Con l’affetto e la stima di sempre”. L'ALTERNATIVA E' QUESTA MERDA QUA:15 persone decidono del destino di un'intera regione contro la sua volontà espressa tramite referendum. Sono i giudici costituzionali: Gaetano Silvestri, Luigi Mazzella, Giuseppe Tesauro, Sabino Cassese, Giuseppe Frigo, Alessandro Criscuolo, Paolo Grossi, Giorgio Lattanzi, Mario Morelli, Aldo Carosi, Sergio Mattarella, Marta Cartabia, Giancarlo Coraggio, Giuliano Amato e Paolo Maria Napolitano. Il popolo valdostano ha deciso di non inquinare la propria valle con il pirogassificatore, ma la sua volontà non vale nulla. In Italia neppure le regioni autonome a statuto speciale hanno un minimo di democrazia. Il popolo conta più di 15 persone dell'età media di 75 anni.
"Sono le 15.30 del 1° dicembre 2013 quando un lancio di Agenzia, mentre siamo impegnati nell'aula del Consiglio regionale, ci comunica che la Corte Costituzionale ha cancellato, con la sentenza n. 285 del 20 novembre scorso,l'esito del Referendum popolare propositivo tenutosi il 18 novembre 2012. Per la prima volta in Italia qui, in VdA, La maggioranza dei cittadini valdostani aveva deciso di dire no agli inceneritori. Noi ci siamo battuti con tutte le nostre forze durante la campagna referendaria culminata con il comizio di Beppe in piazza Chanoux ad Aosta durante il quale i cittadini valdostani si sono uniti per votare tutti assieme contro questo inceneritore. Ma la volontà popolare vale zero in questo Paese dove la democrazia partecipativa, obiettivo primario del Movimento 5 stelle, viene calpestata sistematicamente. Una tremenda ferita per la democrazia ma anche per la nostra autonomia valdostana inferta, prima di tutto, dalla maggioranza dell'Union Valdotaine e dei suoi alleati, Stella Alpina in primis che, sollecitando ripetutamente certi "ambienti" romani, ha propiziato questa sentenza irricevibile.
Guarda l'appello di Nicola Morra, capogruppo M5S SenatoLE MERDATE ITALIOTE:IL TANGENTOCRATE AMATO AL TENNIS CLUB
DI ORBETELLO
LE MERDATE ITALIOTE BIS:LA QUARTA INDUSTRIA DEL PAESE DOPO MAFIA,ENI,ENEL...
LE MERDATE ITALIOTE TRIS:TAV=MAFIA
Il Senato vota sì alla decadenza. Berlusconi è fuori dal Parlamento
Corruzione, indagato il viceministro De Luca
Sotto accusa anche il figlio, capolista di Renzi.
In Piemonte la giunta LEGHISTA di Cota sotto inchiesta per l'uso scomposto
di TONNELLATE DI DANARI PUBBLICI PER FACCENDE DOMESTICHE PERSONALI
Altri guai giudiziari per il sindaco di Salerno, già incompatibile per l'incarico di governo e già indagato per il caso Crescent. Secondo i pm le spese di un suo comizio elettorale per le Regionali del 2010 sono state pagate da un imprenditore che aveva un affare immobiliare con il Comune. Sullo sfondo il crac del pastificio Amato
Genova, terzo giorno di sciopero
Consiglio comunale a porte chiuse
Nuove ombre sulla Cancellieri
all'indomani della mancata sfiducia chiesta dal M5S. Il pseudo
governicchio delle larghe merde continua a sopravvivere per volontà altrui
in mezzo a bugie scomposte ed inconsistenza per favorire i creditori
esteri. Letta un disastro peggiore del nano di Arcor.Ligresti:
"Chiesi a Berlusconi aiuto per lei". Il Guardasigilli: "E' falso"
Camera, no a sfiducia vd / Scontro
Pd-5S ft
Vd Renzi: "Con me
segretario, sì a sfiducia" Il
legittimo sospetto che i partiti si stiano spaccando per fornire deputati
e soprattutto senatori a sostegno di Capitan Findus Letta è più che
legittimo. Alfano non è uno che il coraggio se lo può dare senza che
qualcuno lo protegga. La scissione del pdl con un gruppo di residuati
tossici è stata ispirata con tutta probabilità dal Colle a protezione del
cocco di mamma Letta. Il
nuovo che avanza ha l'odore dei cibi avariati.
Solo pronunciare i loro nomi fa una certa impressione: Formigoni, Schifani,
Lupi, Quagliarello, Giovanardi. La squadra vincente del Quirinale che fa
il governo più compatto e più bello. A dar man forte ci sono anche i
diversamente Montiani ispirati da Cicciobello Casini e i
fuoriusciti, in realtà mai entrati, del M5S che,
secondo voci di corridoio, potrebbero aumentare sempre in nome e gloria di
Napolitano e Letta. I voti al Senato sono infatti come l'oro di Napoli,
sono utili a chi li chiede, ma soprattutto a chi li dà. E come dimenticare
i senatori a vita eletti da Napolitano, quattro voti sicuri per il Nipote?
Questo governo spudorato che non caccia la Cancellieri in nome della
stabilità, la stabilità dei morti e dei decrepiti, deve durare a qualunque
costo, con qualunque mezzo. Lo ha deciso Napolitano. Vuolsi colà dove si
puote.Letta
è solo un pupazzo,
come Alfano e le mosche cocchiere che formano una maggioranza che sembra
un collage psichedelico in salsa europea. Questo
governo non ha la legittimità popolare per
governare. Il pdl e Scelta civica, che si sono presentati alle elezioni,
si sono sciolti, le coalizioni che hanno avuto i voti per governare, e
senza le quali Lega e Sel non sarebbero in Parlamento, si sono dissolte
immediatamente dopo il voto, pdl e pdmenoelle hanno fatto una campagna
elettorale un contro l'altro armati per poi fottere gli elettori e
governare insieme. Alfano e la Cancellieri in qualunque altro governo
occidentale si sarebbero eclissati il giorno dopo il rapimento della
Shalabayeva e delle telefonate di famiglia ai Ligresti. Napolitano
è il collante di questa situazione.
Lui è responsabile dell'aborto delle Large Intese che oggi sono un
colabrodo, lui è responsabile della sua rielezione che avrebbe dovuto
rifiutare.
Inps, Mastrapasqua scrive ai ministri
"Occhio, sui conti non siamo tranquilli"
Cancellieri smentita dai tabulati
fu lei a chiamare Antonino Ligresti
Pd diviso sulla sfiducia al ministro
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Nel luglio del 2010 il leader di Sel viene intercettato con Girolamo
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chi chiedeva spiegazioni sui morti
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SI SCRIVE FIDUCIA, SI LEGGE FARSA COMICA MERDOSA
B: "Votiamo a favore del governo Letta"
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MENTRE CIARLANO SUI GOLPE IL PAESE E' UNA DISTESA SCONFINATA DI POVERI
DALLA CADUTA DELL'IMPERO MEDIATICO AL NUOVO ALTO MEDIOEVO DI UNA NAZIONE
UNA COLONIA DOPPIAMENTE OCCUPATA VERSO IL SOTTOSVILUPPO A LORO INSAPUTA
Di nuovo un 8 settembre a 70 anni dall'armistizio:la Germania ha di nuovo occupato l'Italia!! Il totale disastro dei "badogliani" Letta e Monti successori del dittatorello di Arcore
L'esercito degli under 35 senza lavoro
in 3 anni un milione di occupati in meno
I dati nelle tabelle Istat riferite al secondo trimestre 2013. Dal 2010 il numero di persone di quella fascia d'età che aveva un posto è passato da 6,3 a 5,3 milioni. Pesantissima la situazione di coloro che hanno tra 25 e 34 anni: calo di 750mila unità
Cgil: da inizio crisi 5 miliardi di ore di cassa integrazione
Ilva, nuovo ricatto dei Riva: “Dopo ultimo sequestro, stop aziende e 1500 esuberi”
PEZZI D'ITALIA OCCUPATA
Ocse, Pil Italia giù del 1,8% in 2013.
E' l'unico negativo tra paesi del G7
Lavoro, il dramma dei disoccupati. I nostri lettori raccontano la crisi
La ‘Quasi moneta’ può salvare l’economia italiana
La Siria non esiste,esistono solo gli USA del Premio Nobel alla memoria della Pace Obama
PURTROPPO LA SOLA LIRETTA NON BASTA
LA RESISTENZA DELLA VAL DI SUSA
IL CONTO ALLA ROVESCIA DI CHI DEVE ANDARE IN FERIE
Tangenti sanità, Del Turco condannato
Nove anni e sei mesi all'ex governatore
Il processo a Pescara per la "Sanitopoli" abruzzese. L'ex presidente della regione era stato arrestato il 14 luglio del 2008. Il pm aveva chiesto 12 anni. La reazione: "Faro' appello. Un brutto colpo, mi hanno condannato senza prove"
Fusione Fonsai-Unipol, arriva
l'autorizzazione da parte dell'Ivass
L'istituto di vigilanza dà l'ok all’operazione di fusione in FonSai di Unipol, Premafin “ed eventualmente Milano Assicurazioni, ove l’assemblea di tale società lo deliberi”. E auspica che "il percorso di rafforzamento prosegua con vigore"
Fonsai, arrestati i Ligresti
Cade il titolo in Borsa, rialzo Unipol
La Finanza esegue ordinanze di custodia cautelare per tutta la famiglia e per gli ex amministratori delegati Fausto Marchionni, Emanuele Erbetta e l'ex vicepresidente pro tempore Antonio Talarico. I reati ipotizzati sono falso in bilancio e manipolazione di mercato
TERREMOTO 5.2 IN TOSCANA
Scossa avvertita in tutto il
Nord Italia
Non sono segnalate vittime o feriti, ma ci sono crolli e danni alle case nella zona della Lunigianamappa). Quello dell'Aquila fu 6.3, quello in Emilia 5.9