Inter, Thohir: "Mancare la Champions non sarebbe un problema"
Inter: buco di 103 milioni, sanzione Uefa in arrivo. Thohir: "2-3 anni per risanare"
Bilancio consolidato in rosso, il club rischia per aver sforato i parametri del fair play finanziario. E il presidente avverte: "I club non sono più giocattoli nelle mani dei proprietari"
MORATTI RASSEGNA DEFINITIVAMENTE LE DIMISSIONI PER RIPICCA.
Con il Napoli a +10 anche Thohir ufficialmente getta la spugna. Nella sua malinconica settimana a Milano si è reso conto che non c'è più niente da fare. Trenta milioni di euro in pagherò per rafforzare una squadra che ha ben 6 punti in meno rispetto all'epoca mazzariana ed addirittura una media punti peggiore sotto la gestione Mancini Bis: 1,1 contro 1,5. Il terzo posto è impossibile ed è diventato difficilissimo addirittura cogliere il quinto posto. Tre rinforzi a gennaio con altresì altri nuovi arrivi resisi necessari dalla spirale di infortuni a catane che continua a centrare il club dalla gestione Benitez, non riescono a tamponare uno sfascio che non si arresta così come non si arresta il gorgo dei debiti. I tifosi loggionisti hanno rotto il cazzo sotto Mazzarri che, numeri freddi alla mano, faceva andare l'Inter meglio !!! Con Empoli e Torino nonostante Podolsky-Palacio-Icardi-Shaqiri - mentre mazzarri fino al febbraio 2014 schierava il solo Palacio - non ha mai tirato in porta!!Tre rinforzi ed altri due in arrivo, contro due, una situazione debitoria migliore rispetto al collasso attuale, un posto in Medopa acquisito contro il decimo posto odierno, già a -23 dalla Merdentus dopo 20 giornate
Diakité-Cassano, tutto aperto. Lavezzi, promessa all'Inter. Su Yaya e Guaro...calciomercato gennaio 2015
Alla fine il botto di fine calciomercato non è arrivato in casa Inter. I nerazzurri hanno inseguito fino all’ultimo un difensore centrale e un regista, considerati prioritari dall’allenatore, ma nessuno alla fine è stato preso. Come scrive oggi La Gazzetta dello Sport, Roberto Mancini avrebbe voluto subito Jeison Murillo, che ieri assieme al suo agente Rocco Dozzini è stato in sede per firmare il contratto che lo legherà ai nerazzurri da luglio. In attesa di capire se il tecnico nerazzurro sia davvero soddisfatto della campagna acquisti, la rosea spiega che comunque il club ha provato ad accontentarlo: “L’Atalanta non ha mollato Benalouane (anche per la formula del trasferimento), il Porto ha rifiutato Rolando secondo un prestito di 700mila euro con riscatto a 4 milioni a luglio e l’ha mandato all’Anderlecht con la stessa formula: un dispetto. Ledesma non s’è fatto perché Lotito voleva un milione e mezzo e Cigarini è sfumato. Per Diarra invece non si è trovato il guizzo di puntare sulle carte. Morale: c’è Diakité libero e qualche discorso è stato riavviato nella notte”.
L’Inter, come scrive La Gazzetta, ha lavorato per il futuro perché oltre a Jeison Murillo ha messo sotto contratto Italo Santos (difensore centrale classe ‘96 dal Vasco de Gama), e José Correia, detto Zé Turbo, 18enne dello Sporting Lisbona. Ma la giornata è stata anche caratterizzata dall’affare Bonazzoli (cessione a 7 milioni con diritto di riacquisto a 14 valida per tre anni): in sede si sono visti il presidente Ferrero, il ds Osti oltre alla famiglia del ragazzo. Si è parlato anche di Samuel Eto’o, all’esterno sono fioccate smentite di rito sul fatto che possa essere stato fatto un sondaggio per Okaka.
Per il momento Pablo Daniel Osvaldo resta, anche se in Argentina il mercato è aperto fino al 15. Il possibile arrivo di Antonio Cassano resta in stand-by anche se per lui c’è il Bari e tempo fino al 27 febbraio per un tesseramento. Ed è normale che il mirino vada all’anno prossimo: Yaya Touré è nel mirino di Mancini e l’affare è possibilissimo perché l’ivoriano tornerebbe subito dal Mancio; su Ezequiel Lavezzi c’è una mezza promessa di matrimonio con l’Inter per luglio. Con o senza Fredy Guarin di mezzo: Inter e Psg ne hanno parlato.
Juve batte Roma 3-2, rigori e veleni,campionato concluso,05-10-2014 - foto
Totti: "Vincono
così da anni". Marotta: "Ma
quale furto"
Video Garcia
sviolina: espulso - Fotofilm - I
migliori tweet
Juve-Roma, Travaglio: “Andrea Agnelli? Ha superato anche il ‘maestro’ Moggi”
È il 12 marzo 1972, la lotta per lo scudetto è apertissima: la Juventus, che pure ha perso per una grave malattia il suo alfiere Bettega da qualche settimana, resiste in testa alla classifica, con due punti di vantaggio sulla coppia Milan-Torino. La giornata è cruciale: mentre la Juve gioca in casa col Bologna, sest’ultimo in classifica, i rossoneri sono impegnati sul campo del Cagliari, una grande dell’epoca, che li segue in classifica a un solo punto. I locali vanno in vantaggio con Gori in avvio del primo tempo, il Milan pareggia con Bigon a inizio ripresa. A tre minuti dalla fine, quando la partita sembra ormai avviata a chiudersi sul pareggio, Riva prende palla in area e cerca di liberarsi di Anquilletti con una mezza rovesciata, non riuscendovi perché la sfera colpisce l’avversario al braccio sinistro, stretto vicino al fianco. Il “mani” appare chiaramente involontario, ma l’arbitro Michelotti, un principe del fischietto, concede il rigore. Gigi Riva va sul dischetto e non perdona, il Milan perde e scivola a quattro punti dalla Juve, vittoriosa sul Bologna. Il guaio è che c’è un fresco precedente: due giornate prima, nel big match di Torino con la Juventus, il Milan ha lamentato un colossale rigore a favore, non concesso da Lo Bello, che poi ha candidamente ammesso alla Domenica Sportiva, di fronte alla moviola (che muoveva allora i primi passi), il proprio errore. Invece c’è anche un terzo caso, quello più scontato: il 14 aprile 1972, la Commissione disciplinare presieduta dall’avvocato Fuhrmann condanna Rivera, in seguito alla denuncia della Lega del 14 marzo 1972, per le dichiarazioni rilasciate a caldo dal giocatore, nonostante nei giorni seguenti lo stesso Rivera abbia cercato di attenuare le proprie dichiarazioni, spiegando che non aveva inteso accusare Campanati o altri di disonestà, ma di aver parlato soltanto di incapacità, di non aver mai avuto l’idea di assurgere a ruolo di giudice né tanto meno di accusatore e di aver riferito soltanto alcuni fatti come, secondo lui, veramente accaduti.
Insomma, ha sostenuto di non aver mai mosso accuse agli arbitri di disonestà, corruzione o malafede, ma soltanto di aver accusato Campanati di incapacità a designare gli arbitri per le partite del Milan: che se la disonestà esiste lo deve provare la Federcalcio, non lui, perché non ne ha le prove. Nelle dichiarazioni rilasciate alla commissione, come si ricava dalla sentenza, Rivera ha ribadito di avere detto ai giornalisti che il Milan subisce da tempi errori arbitrali, frutto dell’incapacità degli arbitri stessi oppure di chi li ha designati, escludendo però di avere parlato di disonestà e precisando che le dichiarazioni successive sono state rese quando si è accorto che le prime erano state male interpretate o distorte. La squalifica al termine del giudizio è di quelle pesanti: Rivera viene appiedato a tutto il 30 giugno 1972, cioè fino al termine della stagione, perdendo così il finale di campionato e di Coppa Italia, del Milan e pure la Nazionale.
Cosi nel dopo partita Gianni Rivera si presenta davanti ai microfoni e detta, con la sua aria cantilenante e la inconfondibile “erre” moscia, una serie di anatemi da far rabbrividire:
«Fino a quando a capo degli arbitri ci sarà il signor Campanati, per noi del Milan le cose andranno sempre in questo modo: saremo costantemente presi in giro. Questo non è più calcio. A parte la nostra comprensibile e incontenibile amarezza, mi spiace per gli sportivi… credono che il calcio sia ancora una cosa seria. Quello che abbiamo subito oggi è una vera vergogna. Credevo che ci avessero fregato già a Torino contro la Juventus, invece ci presero in giro a metà con l’autocritica di Lo Bello in televisione. Purtroppo per il Milan avere certi arbitri è diventata ormai una tradizione. La logica è che dovevamo perdere il campionato. D’altronde, finche dura Campanati non c’è niente da fare: scudetti non ne vinciamo. Io sono disposto ad andare davanti alla magistratura ordinaria, perché ciò che dico è vero: sino alla Corte Costituzionale. Mi hanno rotto le palle. Ha cominciato anni fa un certo Sbardella; sono cose che tutti sanno: è dunque ora che si dicano. Per vincere lo scudetto dovremmo avere almeno nove punti di vantaggio nel girone di andata. In caso contrario davvero non ce lo lasciano vincere, e se lo avessimo saputo non avremmo giocato. È il terzo campionato che ci fregano in questo modo. Sta scritto da qualche parte che il Milan non debba assolutamente raggiungere la Juventus. Fino a questo momento abbiamo trovato tre arbitri che hanno fatto tutto perché restasse sola in testa alla classifica. Se ho raccontato delle storie mi dovrebbero squalificare a vita, ma devono dimostrare che sono state storie. Così non si può più andare avanti; io ho parlato chiaro, non mi sono inventato nulla, ho detto solo cosa si verifica in campo… I casi sono due: o io mi sono inventato tutto e allora mi squalificano a vita, oppure riconoscono di avere sbagliato e bisogna cambiare, sostituire chi non è all’altezza del compito».
I gialloneri di Klopp perdono 2-0 con l'Eintracht e si ritrovano da soli in fondo alla classifica di Bundesliga. Volano i Lupi: 1-0 al Gladbach nello scontro diretto e secondo posto a sette punti dagli imprendibili bavaresi di Guardiola
BERLINO -
Protagonista in Champions, dove si è qualificato agevolmente per
gli ottavi, ultimo in Germania: incredibile la metamorfosi in
negativo del Borussia Dortmund, che con l'ennesimo ko (l'ottavo in
13 di giornate di Bundesliga) si ritrova clamorosamente ultimo da
solo in campionato, una posizione che neanche il tifoso più
pessimista avrebbe mai potuto immaginare. A Francoforte la squadra
di Klopp rimedia un 2-0 che non ammette discussioni: l'Eintracht
vince con pieno merito con le reti - una per tempo - di Meier dopo
appena 5' e di Seferovic al 78'.
Se a Dortmund piangono, solo sorrisi a Wolfsburg: un gol di Knoche
al 12' basta ai Lupi per vincere lo scontro diretto col
Moenchengladbach e rimanere da soli al secondo posto. La squadra
di Hecking sale a quota 26, a sette lunghezze dal Bayern di
Guardiola.
I giocatori del Wolfsburg festeggiano
|
La chiusura del passaggio di consegne tra Moratti e Thohir è datato 5 giugno 2014. Il 15 novembre 2013 veniva ufficializzata la nuova presidenza col versamento di 75 milioni liquidi da Thohir a Moratti per il 70% della società. Una cifra ridicola a fronte del reale valore della società, una società tuttavia appesantita da 413 milioni di euro di debiti accumulati in 18 anni di gestione morattiana, tutti rifinanziati attraverso le FIDEJUSSIONI PERSONALI DI MASSIMO MORATTI. Questo fino al 5 giugno 2014: col passaggio di consegne questa montagna spaventosa di debiti viene "girata" da Thohir all'INTER STESSA. Come detto il 5 giugno 2014 nasce INTER MEDIA COMMUNICATION, una new co. che ha al suo interno i contratti televisivi, contratti commerciali e valore del marchio, tutti crediti a copertura del prestito da 230 milioni di euro concesso da UNICREDIT E GOLDMAN SACS. Questo prestito ponte ha svincolato le fidejussioni di Moratti, ha coperto parte dei debiti accumulati, ha coperto le spese correnti ma ha creato un PROGRAMMA DI RIMBORSO QUINQUENNALE così ideato: UN MILIONE DI EURO ENTRO IL 30 GIUGNO 2015, 15 RATE DA 3 MILIONI DI EURO DAL 30 SETTEMBRE 2015 AL 30 MARZO 2019. IL 30 GIUGNO 2019 MAXI RATA MOSTRUOSA DA 184 MILIONI DI EURO. Come detto sarà l'FC INTERNAZIONALE STESSA AD ACCANTONARE 58 MILIONI DI EURO L'ANNO PER SALDARE RATE E CUMULO PER LA SUPER RATA FINALE con i ricavi di INTER MEDIA COMMUNICATION. Rimangono le passività rimaste in vita che verranno coperte anche dal 30% di Massimo Moratti, vincolato dal passaggio di consegne firmato il 15 novembre 2013 fino al 15 novembre 2015. Quindi negli OTTO MESI DI TRATTATIVA DALL'APRILE 2013, gli uomini di Thohir hanno partorito solo un maxi prestito dalle banche NON GARANTITO DALLE PROPRIETA' DELL'INDONESIANO che tra l'altro non ha azzerato i debiti costringendo fino al novembre 2015 Moratti a sganciare ulteriormente danari per il ripianamento. In mezzo Thohir si è preso il 70% del club sganciando solo 75 milioni di euro, a fronte del TRILIARDO DI VECCHIE LIRE SGANCIATO DA MORATTI, procedendo altresì al poderoso repulisti di tutti gli uomini di Moratti: Branca, Combi,Cordoba. Non solo: i 20 milioni di euro sganciati per l'acquisto di Hernanes dalla Lazio sono stati messi sul piatto da Thohir A MO' DI PRESTITO VERSO L'INTER CHE DOVRA' RESTITUIRE CON L'8% DI INTERESSI !!!!
Juventus-Inter 1-1
Icardi fa un favore alla Roma. L'Inter,
dodicesima in classifica, ferma i bianconeri...
L'argentino risponde nella ripresa a Tevez e
consente ai giallorossi di riportarsi a -1 dalla
capolista. I bianconeri recriminano per aver
mancato nel primo tempo il colpo del ko
. Nerazzurri rianimati dall'ingresso di Podolski
JUVENTUS-INTER 1-1 (1-0)
Juventus (3-4-1-2): Buffon 6.5, Lichtsteiner 6, Bonucci 6, Chiellini 6.5, Evra 6.5, Pirlo 6, Marchisio 6.5, Pogba 6.5, Vidal 7 (33' st Pereyra sv), Tevez 7, Llorente 6 (18' st Morata 5.5). (30 Storari 34 Rubinho 4 Caceres 5 Ogbonna 7 Pepe 11 Coman 12 Giovinco 20 Padoin 38 Mattiello 39 Marrone). All.: Allegri.
Inter (4-3-2-1): Handanovic 7.5, Campagnaro 6, Ranocchia 6.5, Juan Jesus 6, D'Ambrosio 7; Guarin 6.5, Medel 6, Kuzmanovic 6 (8' st Podolski 6.5), Kovacic 6, Hernanes 6.5 (40' st Osvaldo sv), Icardi 7 (45' st M'Vila sv). (30 Carrizo 6 Andreolli 15 Vidic 20 Obi 22 Dodò 28 Puscas 44 Khrin 54 Donkor 97 Bonazzoli). All. Mancini.
Arbitro: Banti 6.
Reti: 5' Tevez; st 19' Icardi.
Angoli: 11-2 per la Juventus.
Recupero: 0 e 3'.
Espulso: 42' st Kovacic per gioco scorretto (rosso diretto).
Ammoniti: Icardi, Ranocchia, D'Ambrosio, Juan Jesus e Medel per gioco scorretto, Morata per comportamento non regolamentare.
Spettatori: 40.015 (26.688 abbonati), incasso 1.870.015.
Inter, Podolski: ''Mancini decisivo
, possiamo arrivare in Champions''
L'attaccante tedesco: ''Il rapporto con l'allenatore ha svolto un ruolo importante per il mio arrivo. E' stata una trattativa piacevole e divertente. Il terzo posto? La situazione non è delle migliori, ma uniti possiamo farcela''. Osvaldo si allena a parte, ormai è praticamente un ex
Colonia, Bayern Monaco, ancora Colonia, Arsenal e... Inter. Lukas Podolski, tedesco tutto d'un pezzo, è arrivato dopo una serrata corte di Roberto Mancini. "Il rapporto con l'allenatore ha svolto un ruolo importante per il mio arrivo. Lui è stato decisivo. È stata una trattativa piacevole e divertente", spiega l'ala interista, che glissa sull'occhio di falco in campo "Questione che non mi interessa" e sulla lite Osvaldo-Icardi. Non tralascia invece di parlare di uno degli obiettivi stagionali: "Possiamo arrivare in Champions, la situazione non è ideale ma uniti possiamo farcela. Ora devo concentrarmi".
Cosa hai provato trovando tanti tifosi al tuo arrivo a Milano?
"Mi sono reso conto che è stata un'accoglienza di classe mondiale; non me lo aspettavo, è stata una cosa unica e ne sono fiero. Poi, quando ho visto la mia maglia con il logo leggendario dell'Inter sono diventato ancora più orgoglioso. Con la Juventus abbiamo avuto un ottimo risultato, vediamo come andrà col Genoa".