ARCHIVIO 2004-2011

ARCHIVIO 2012

Auto, vertice su aiuti a Palazzo Chigi Marcegaglia: a rischio 300mila posti
 
 
 
 
ARCHIVIO 2012 CALCIO E GIUSTIZIA    
           
           

Sisma di magnitudo 8,2 in Cile   video   poi tsunami con onde oltre i 2 metri   foto

Sisma di magnitudo 8,2 in Cile video 
poi tsunami con onde oltre i 2 metri 
foto

5 morti, gente sui piani alti dei palazzi - Le mappe 
Video Migliaia in fuga / Allerta anche alle Hawaii

 

Catalogna indipendente, la Corte Costituzionale boccia il Referendum

Texas, sparatoria nella base militare
più grande al mondo: 4 morti e 16 feriti

Texas, sparatoria nella base militare  più grande al mondo: 4 morti e 16 feriti

Un militare di 35 anni ha sparato uccidendo 3 persone per poi suicidarsi. Si sarebbe trattato di una lite tra soldati poi degenerata. Già nel 2009 il sito fu teatro di una strage finita con 13 morti

 

 

 

Ucraina, in arrivo
14-18 miliardi di aiuti
dal Fondo monetario

 
Ucraina, in arrivo 14-18 miliardi di aiuti dal Fondo monetario

In cambio l'organizzazione internazionale chiede a Kiev di attuare riforme su politiche monetarie e i conti pubblici. In tutto saranno 27 i miliardi stanziati dai paesi occidentali 

Spending review, ministro Mogherini
"Rivedremo

Il titolare degli Esteri annuncia una sforbiciata complessiva alle voci di spesa: in tre anni verranno risparmiati 108 milioni. "Farnesina tra le amministrazioni meno costose"

 

 

IN PRIMO PIANO

Germania nera

Davide Diotti

In copertina: elaborazione grafica di Davide Diotti

Genere: Saggistica

| € 13,00 | 978-88-97995-08-1 | pp. 200 | 14 × 21 cm | settembre 2012

 

 

 
ersonal Inter
 
 
 
 
 
 
 
 
LA SUPER CAMORRA dei Belforte!!!

Scampia, arrestato Antonio Mennetta uno dei cinque superboss latitanti -   foto

GUERRA DIScampia, arrestato Antonio Mennetta
uno dei cinque superboss latitanti - 
foto

 

Il blitz a Scafati (Salerno). Il camorrista, 28 anni, non ha opposto resistenza: "Sono Antonio Mennetta", ha detto agli agenti. Considerato il capo del clan dei Girati, era ricercato da settembre. Con lui nella villa altre due persone. LA GUERRA DI SCAMPIA SCO     PPICONTIL CLAN DI LAURO RO . ALL'INDOMANI DELLA LIQUIDAZIONE DELLA NCO DI RAFFAELE CUTOLO, IL VUOTO DI POTERE VIENE RIEMPITO, A NAPOLI, DAI DI LAURO, NEMICI DI CUTOLO, CHE TUTTAVIA SI RITROVANO A COMBATTERE UNA NUOVA GUERRA PER IL CONTROLLO DEL TERRITORIO DA PARTE DI FAMIGLIE A LORO AVVERSE CHE INDUCONO ALTRESI' A CLAN AFFILIATI DI RIVOLTARSI CONTRO IL POTERE DEI DI LAURO.

 

 

Casalesi, colpo al cuore di Gomorra
presi il fratello e il nipote di Zagaria

 

Nove arresti eseguiti dalla squadra mobile di Caserta. Le estorsioni con metodo mafioso ai danni degli imprenditori della zona tra i reati contestati

Arrestato Massimo Di Caterino
ultimo latitante dei Casalesi /
foto bunker/IL SOPRAVVISSUTO ALL'ARRESTO DEI FRATELLI SCHIAVONE, I MASSACRATORI DI CASTEL VOLTURNO DEL 2008,E DI ZAGARIA, LA BELVA DELL'ENTROTERRA CASERTANO. SALGONO IN AUGE I BELFORTE

 

Arrestato Massimo Di Caterino ultimo latitante dei Casalesi /  foto bunker

 

 

Trattativa, l'anonimo è un carabiniere
"Le carte di Riina tenute in caserma"

 

Trattativa, l'anonimo è un carabiniere "Le carte di Riina tenute in caserma"Si indaga sulla lettera di 12 pagine fatta arrivare a uno dei pm dell'inchiesta. L'autore probabilmente un sottufficiale o un membro dei Ros. Avvisa che i pm venivano spiati e rivela particolari inediti sulla perquisizione della villa del boss. La procura chiede i nomi di chi partecipò alla cattura  di SALVO PALAZZOLO / DOSSIER

Trattativa STATO-MAFIA, i pm: “Berlusconi e Dell’Utri approdo” del patto con la mafia

 

TRATTATIVA MAFIA-N'DRANGHETA

 

TRATTATIVA STATO-MAFIA BIS

 

Il vicepresidente del Csm sulle parole dell'ex procuratore aggiunto di Palermo che ha parlato di "sentenza politica": "Il conflitto non fa riferimento a un contrasto, ma solo a un'azione per regolare i confini tra poteri dello Stato". Anche il sindacato dei magistrati critico. Ierila sentenza della Corte che dà ragione al Colle 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uranio impoverito,

 marò contro lo Stato
"Io e i miei

 compagni

 malati moriremo"

 

DIAZ

,LA SENTENZA:11 ANNI DI PROCESSI PER CONDANNARE SOLO 26 POLIZIOTTI SU 300!! UNA FOGNA DA REGIME MEDIOEVALE

 

 

 

"Stragi,  E' lo Stato ad avviare la

 

 

 trattativa con la mafia.

 

 

Forza Italia non fu il mandante....per ora..."

 

Caso Garraffa, la Cassazione conferma
mancanza prove su senatore Dell'Utri

 

 

 
"Trovato il tesoro di Ciancimino"
Nella discarica più grande d'Europa
Sanità Puglia, Vendola assolto
La Procura aveva chiesto 20 mesi

IL PIEMONTE ED ALESSANDRIA SONO FALLITE: 10 MILIARDI DI EURO DI DEBITI IL PRIMO,250 MILIONI DI EURO IL SECONDO

SICILIA,5 MILIARDI DI EURO DI ROSSO!!!

 

FINISCE IL VENTENNIO DEL CELESTE NEL VICEREGNO DI LOMBARDIA

Lombardia, dimissioni  Consiglio regionale 
E Penati dice  addio alla politica:l'uomo delle mega tangenti di Sesto San Giovanni e delle mega sturate alle elezioni si leva dai coglioni speriamo per sempre 

 

Il governatore: "Resto PER SEMPRE

 

 

 

 

Tangenti, un altro caso al Pirellone
Pm: "Un milione di euro alla Lega"

 

 
 
 
 
 
 

4 MILIONI DI STRONZI ALLE PRIMARIE DEL NULLA

 

Berlusconi affossa la legge elettorale:gli schiavetti li nomino io,stronzi,perche' comando SOLO IO, AVETE CAPITO SCHIAVI DI MERDA !!e

ultima legge ad personam
per bloccare sentenza Mondadori

Sequestro lampo per il ragioniere di B.
Pm ipotizza: 'Pagati OLTRE 8 milioni di riscatto'

 

TENTATIVI DI SCISSIONE NELL'IDV E NEL M5S da parte della Federazione dei Partiti Omologati

 

 

elezioni in sicilia: astensione al 53% !!! RECORD STORICO ASSOLUTO!!!

Salta per aria anche IL MOLISE !!!

CLAMOROSA AFFERMAZIONE DEL M5S:PRIMO PARTITO DI SICILIA COL 15% !!! IL PARTITO DELLE LIBERTA' CIRCONDARIALI CROLLA AL 13%(- 20% RISPETTO AL 2008!!! ERA IL SERBATOIO DEL 61 A 0 NEL 2001 !!!)

 

 

 

IL PADRONE D'ITALONIA QUATER

 

vedi:STORIA DI LIBIALIA

DOPO IL MEZZO MILIARDO INCASSATO PER  VILLA CERTOSA E' IL TURNO DI METTERE LE MANI SUL TESORO DI AN:BEN 65 MILIONI DI EURO DA SPOLPARE PER RIPIANARE I DEBITI

 

 

PER BERLUSCHITLER IL BUNKER E' SEMPRE PIU' PROFONDO. LA SICILIA E' ANDATA PER SEMPRE. E' UNA ROTTA DI COLLO SENZA PRECEDENTI. Dopo la Caporetto delle amministrative di Maggio, salta per aria la sua Super Corazzata Inaffondabile, la sua Yamato del 61 a 0.

 

Pdl, l'ira di Berlusconi su Alfano
"Io in minoranza? Non pago I TRE MILIONI DI EURO PER le primarie DEL CAZZO, SGANCIO GIA' BEN 6 MILIONI DI EURO PER TUTTI I LECCACULO CHE MI TENGONO IN PIEDI DAL 2010 !!!"

LA CLAMOROSA CONDANNA FA IMPAZZIRE TESTA D'ASFALTO:FACCIO CROLLARE TUTTA STA NAZIONE DI MERDA!!! SUBITO ACCONTENTATO: SPREAD A 350 !!!

ULTIME DAL SUPER BUNKER DELLA CANCELLERIA DI PALAZZO GRAZIOLI

 

Cassiere di Berlusconi rapito per una notte
6 arresti ED ALTRI  10 MILIONI DI EURO DI RISCATTO  PAGATI DALLA TESTA D'ASFALTO PER METTERE LE MANI SU PRESUNTI DOCUMENTI SOPRA IL "LODO MONDADORI"
, UNA MASSA DI DANARI SCOMPOSTA CHE DANNEGGIA IL MERDAN.

Galliani chiarisce la nuova politica del MERDAN:IL MIO PADRONE ASSOLUTO HA CHIUSO I RUBINETTI, SOLDI IN CASSA NON CE NE SONO...: 2550 EURO PER FORAGGIARE LA MASSA DI TROIETTE ALLE CENE ELEGANTI,

ALTRI 177 MILIONI DI ROSSO DA COPRIRE per Forza Italonia,140 milioni di euro per coprire Forza Merdan, 51 milioni di europer coprire l'amico "Don",568 milioni di euro per coprire il furto Mondadori...

SE LA CINA SI FERMA

SI CHIUDE IL XVIII CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE:2012-2022

OBAMA RIELETTO PRESIDENTE

SI DIMETTE IL SEGRETARIO DI STATO HILARY CLINTON ED IL DIRETTORE DELLA CIA PAETREUS. L'OBAMA BIS PARTE IN SALITA CON IL PARLAMENTO SPACCATO IN DUE E LA PROBLEMATICA DEL CUNEO FISCALE PER SCONGIURARE IL DEFICIT MOSTRUOSO STELLE E STRISCE. IL BIS DEL PRESIDENTE NERO TUTTO APPOGGIATO SUI VOTI DELLA FILIERA OPERAIA DEL MICHIGAN ED OHIO. ALLA FINE ANCHE LA FLORIDA COL VOTO LATINOS PORTA I SUOI DELEGATI AD OBAMA. E per favore Signor Presidente, faccia pagare le banche e Wall Street. Sei tu il capo, non loro. Guida la lotta per cacciare i soldi fuori dalla politica: la spesa per queste elezioni è stata vergognosa e pericolosa. Non aspettare fino al 2014 per riportare a casa le truppe: portali a casa ora. Ferma gli attacchi dei droni sui civili. Ferma la guerra insensata alla droga. Fai quello che farebbe una madre quando si parla di cambiamento climatico: ignora le sciocchezze e risolvi il problema subito. Fai tuo il motto che ogni paese civile adotterebbe: "questo è per il bene comune." Rendi l'istruzione piùaccessibile a tutti e non permettere che ragazzi di 22 anni abbiano già un debito. Ordina una moratoria sui pignoramenti delle case e sugli sfratti. Ci sono tanti modi per creare lavori ben retribuiti (ho alcune idee, se hai un minuto). Devi fare del tuo secondo mandato un evento storico!

Sandy fa 14 morti, blackout a NY foto - webcam 
 

Diretta Twitter / Mappa real time / Video Esplode centrale 
Foto NY al buio / Ospedale evacuato / Facciata crollata - vd

Paralizzate New York e tutto il nord-est. Tredici vittime negli States, tra cui uno dei due dispersi del Bounty (video - foto), e una in Canada. Oltre 3 milioni senza luce. Nella Grande Mela esplode un trasformatore. Grattacieli a rischio per una gru (video), metropolitana allagata. Allarme in centrale nucleare nel New Jersey.

 

Cia, si dimette direttore Petraeus
Il flirt, la lettera al Nyt e la crisi in Libia

 
 

BERLUSCONI CONDANNATO A 4 ANNI
"Sentenza politica, così non si va avanti"

Formigoni, la Lega cala le braghe
Il governatore: "Resto PER SEMPRE,IL PDL SONO IO;SILVIO LO COMANDO IO !!!"

Regioni, la metà dei governatori è indagata.

 

SPREAD A 315 CON DEBITO AL 126%, CROLLO DEL CREDITO , DISOCCUPAZIONE FUORI SCALA, DOMINIO DEL FALLIMENTO: COME E' POSSIBILE?? 17-10

Il disastro del Presidente in Pectore di Napolitano, i fossili non sono nemmeno responsabili della discesa dello Spread !!!

 

10 SETTEMBRE 2012: DRAGHI, COMANDANTE IN CAPO DELLA BCE, FA PASSARE LA LINEA DEL COMPRA TUTTO A TRE ANNI

 

Legge di stabilità ALTRI  12 miliardi!!

 

Come può il Giappone convivere con un debito al 229%?

Crisi: quelli che la crescita è una questione di spesa pubblica

La crisi è per sempre

 

DEBITI TROPPO ELEVATI, QUALSIASI MODELLO ALTERNATIVO COMPORTERA' UGUALMENTE DEI COSTI ELEVATI

 

L'EURO  E  LA BCE COME PRESTATORE DI ULTIMA ISTANZA

 

SCACCIAVILLANI NON CI DA BUONE NOTIZIE...:E' RITORNATO TREMORTI

IN TOTALE DISTRUZIONE,UNA TEMPESTA DI MERDA

Pirellone, arrestato l'assessore Zambetti
"Pagò i voti alla 'ndrangheta"

Mafia, sciolto il Comune
di
 Reggio Calabria
In manette direttoremunicipalizzata per i rifiuti

Campania, province 'decadute' col trucco
Milano, la farsa delle dimissioni-Podestà

 

 

8 OTTOBRE 2012,Esm, al via il Fondo Salvastati
con battesimo di Fitch: tripla A

 

Studenti in piazza, scontri e feriti 
"Ecco perché
 siamo arrabbiati"

25 settembre:dopo il crollo della Sicilia (5 miliardi di debito) di Lombardo, crolla un altro feudo "azzurro",IL LAZIO.

LE POLITICHE MONETARIENON FUNZIONANO

 

SI PIAZZANO MILIARDI DI TITOLI DI DEBITO AD UN ANNO PER AGGIRARE IL DECENNALE BTP-BUND CHE NON SCENDE SOTTO I 400 PUNTI,29/08/12

 

30 anni di privatizzazioni bruciati in un anno !!!

 

DALLA DEREGULATION DEL 1992 ALLA SUPER DEREGULATION DEL 2012, MA FACCIAMO IL CONCORSONE...

 

LO SPREAD REALE A 1200 GRAZIE A NANOLEONE

 

LA GELATA D'AGOSTO

 

.LA TRAPPOLA DELLA LIQUIDITA'

 

La Spagna toglie le 13esime

 agli statali:

Spagna, alta tensione dopo i tagli
 

 

LA TERZA VIA:

L'ANNIENTAMENTO

 

09-07-2012 NON DIMINUISCE L'ATTACCO AL VENTRE MOLLE D'EUROPA.

 

FINISCE LA RIVOLUZIONE ARANCIONE DI NAPOLI COME QUELLA IN UCRAINA: TUTTI FUORI !!!

 

 

 

Imu, incassati 10 MILIARDI DI EURO “Aliquote invariate a dicembre”, A CUI SI AGGIUNGONO I 26 MILIARDI DI EURO DELLA QUARTA MANOVRA TAGLIA TUTTO IN UN ANNO, L'ULTIMA PER EVITARE L'AUMENTO IVA NEL 2012...

 
 

DIAZ BISV3!!!

Su Berlusconi: "Al G20 fu umiliato come un coglionazzo".

Paura recessione frena le Borse,ed ecco che Testa

 

 di Merda esce con l'ideona:"Mi ricandido, i sondaggi commissionati dal Mulino Bianco mi danno ragione."

 
 

MERDA

NAZI non finisce

L'INCHIESTA SULLA CRESCITA ESPONENZIALE DEL NAZIONAL-SOCIALISMO DEL III MILLENNIO.

A
 

Razzismo, antisemitismo, nazionalismo ecco l'Europa nera che fa paura

 

 

 

44 province in fila per 6 col resto di 2???CON TUTTE LE MERDATE DELLA CASTA(L'ULTIMA E' LA LEGGE SULL'ANNIENTAMENTO DEL LAVORO)

LA SPAGNA E' NELLA MERDA, L'EUROPA SGANCIA TONNELLATE DI SOLDI PER TENERLI A GALLA E LORO COSA FANNO?? PAGANO MESSI E MOURINHO DI MERDA!!!!

 

 

 

Secondo Swg il M5S è al 21%.

 

ALTRO ERRORE DI BEPPE GRILLO:DOPO IL FIASCO DELLE AMMINISTRATIVE A MILANO, DOVE PRONOSTICO' LA FACILE VITTORIA DELLA MORATTI,IL BEPPONE NAZIONALE SBAGLIA I PRONOSTICI SU LUSI. IL PD NON VIENE SCALFITO DALL'ARRESTO DELL'EX AMMINISTRATORE DELLA CASSA DE "LA MARGHERITA". A SALVARLO IL DISASTRO DELLE DUE MANOVRE FINANZIARIE DI MONTI, QUELLA DEL NOVEMBRE 20111 CHE INTRODUCE L'ICI ED ABOLISCE LA PENSIONE E LA SPENDING REVIEV TAGLIA TUTTO, 7 MILIONI DI NENE E 2000 MILIARDI DI EURO DI DEBITI.

 

 

 

 

 

 confermata riforma sanitaria Obama,"clamoroso" successo Demo in vista delle presidenziali di novembre...

 

ITALIA-

GERMANIA

2-1 solo

 nel

calcio

80 miliardi di STRONZATE

 

IL COLPO DI

 CODA DELLA CASTA: RESPONSABILITA' CIVILE DEI GIUDICI, LEGGE

BAVAGLIO,

 RIFORMA DELLA CONCUSSIONE,

SENATO FEDERALE PSEUDO LEGHISTA, LE ULTIME MERDATE DI UN CONTAINER DI MERDA LIQUIDA...

 
 
Istat: disoccupati al 11 per cento!!! E' record dal 1999.Crisi: differenziale Btp-Bund sfiora quota 480

DOPO LA RIFORMA ,BICAMERALE DEL DALEMONE DI MERDA, DEL GIUSTO PROCESSO DEL 1999,che mise in naftalina TANGENTOPOLI,

autogol

col caso Fassino-Consorte del 2005, autogol col decreto milleproroghe

del gennaio 2010,autogol con l'appoggio al nucleare poi sconfessato con i referendum,autogol con Walterloo nel 2008,autogol con Penati, autogol con Tedeschi,dopo l'assenza colpevole SULLO SCUDO FISCALE DEL 2009ECCO CHE IL PDIMERDA SI SPARTISCE CON GLI ASFALTATI LE AUTORITY

 

Borse europee negative ma è lo spread a preoccupare. Sfondati i 470 punti,situazione molto grave,30 maggio 2012

JPMorgan Chase annuncia all'improvviso un buco di $2 miliardi

 

Avvertita anche a Milano.Sciame per tutta la notte ,20 maggio 2012
Nuovo sisma in Calabria, l'ottavo negli ultimi due giorni

IL NORD TREMA, EMILIA DEVASTATA
Nel modenese 15 morti. Seimila sfollati

 

Le Amministrative 2012 di Genova e Palermo

certificano la scomparsa "dell'impero", crollano Lega e Pdl.7 MAGGIO 2012: L'ALTRA SPONDA DI LIBIALIA SPROFONDA DI SCHIANTO

 
 

fantasy,con accento tremontiano,impastato con Gengis Khan e Gurdijef dei miei coglioni,col nasino molto fino verso gli affari alla genovese. Un po' di informazioni sulla CASALEGGIO ASSOCIATI e sulla gestione milionaria dei siti di Grillo e di Di Pietro(fino al 2009)

Movimento 5 Stelle: una telefonata a Casaleggio e scoppia il caos,DOPO LA LEGA, ANCHE IL NEO MOVIMENTO ALLA RIBALTA CON UN CERCHIO MAGICO...

 

 

LEGGI ANCHE: Casaleggio & Grillo, la Premiata Ditta


 

 

Disastro della Cdu al voto in Vestfalia 
Minimi storici per il partito della Merkel

 

SULL'ORLO DI UNA GUERRA CIVILE???

 

 

GOMORRA PAGA GOMORRA

 

LA GRECIA E' FALLITA E NON SOLO TECNICAMENTE,GLI SCENARI EUROPEI POST EURO...

 

 

Crisi, Passera lancia l'allarme
"A rischio la tenuta sociale del Paese,7 MILIONI DI PERSONE A SPASSO,OLTRE 3000 IMPRESE CHIUSE IN SOLI 4 MESI!!!!"

 

Movimento 5 Stelle terzo partito d'Italia

 

UNA CARNEFICINA: 33 SUICIDATI DALL'INIZIO DEL 2012, tutti legati alle cartelle Equitalia, ma MONTI SE NE FOTTE !!!Lavoro: 5 milioni di inattivi
Mai così tanti dal 2004 ad oggi
. 
LA LIQUEFAZIONE DI TUTTO E TUTTI. UN PAESE MARMELLATA DOVE SCOMPAIONO I RIFERIMENTI, A COMINCIARE DAL 25 APRILE,E SI IMPASTA SU TUTTO:DAI PARTITI AZIENDA AI LOCALISMI SFRENATI.

Maxi iniezione liquidità Bce: non funziona ed è tossica per le banche.SPREAD VERSO I 400 PUNTI!! FINITO L'EFFETTO RIGOR MONTIIS

 

Milano, il martedì nero: persi17 miliardi , -5% !! SPREAD OLTRE I 400 PUNTI, INTERESSI SUL DEBITO SCHIZZANO ALLE STELLE

Lo schianto nella merda

 

LA LEGA LOMBARDA CONTRO I TERRONI MA FINANZIATA DALL' N'DRANGHETA!!!

 

LA SPAGNA E' NEI GUAI SERI

 

SIC TRANSIT GLORIA MUNDI BIS

LA PRIMA TESTA A CADERE E' QUELLA DEL LECCACULO STORICO: EMILIO FEDE !!!

AVANZA LA DEMOCRAZIA LIQUIDA

Gas e petrolio, così il Nord America diventerà il nuovo Medio Oriente

 

 

 

L'AGENDA DEL PIU' COGLIONE,MONTI SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITA'

 

MISTER MERDA,VADA PURE AFFANCULO DA DOVE E' VENUTO !!!

 

IL P(D)IMERDA

 

 

BANCHE PLANETARIE

 

 

LA FEROCIA DELLA CINA CAPITALCOMUNISTA

 

 

Nel frattempo Italia: $3,4 miliardi a banca americana per cancellare i derivati

 

I TRE STRONZONI al collasso diarreico

 

REFLUSSO

 

....PERCHE' TESTA D'ASFALTO NON C'ENTRA CON LA CORRUZIONE...

 

IN DIRITTURA D'ARRIVO IL MERDELLUM!!!

 

GRAZIE AGLI INTERESSI AL 7,5%

 

Disoccupazione al 9,2%, record STORICO ASSOLUTO. Un giovane su tre è senza lavoro

 

I CDS NON ASSICURANO PIU' NIENTE: SONO MERO MERCATO DERIVATO E BASTA

 

L'AGENDA DEL PIU' COGLIONE

"È il momento del dialogo" DI MASSIMO fINI

 

Spread a 308, l’Italia scende sotto il livello della Spagna per la prima volta da agosto

1/3 di Nazione è in mano ALLE MAFIE, ed i politicanti itaglioti decidono di occupare militarmente una vallata... PREVISTA UNA NUOVA TEMPESTA DI LIQUIDITA'

 

Asta dei Bot, rendimento minore del 2% 
Draghi da Davos: evitata enorme crisi liquidità. TUTTAVIA A FITCH NON BASTA TUTTO QUESTO CIARLARE: ITALONIA DECLASSATA AD A- PER "MERITO " DELLE "LADRONIZZAZIONI" DI MONTI, 28-01-2012

 

In B !!

Il 13 gennaio 2012 l'Italia finisce in serie B.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
STORIA DI LIBIALIA
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ULTIM'ORA, 15.05 20:30 - "Thohir ha intenzione di dare un taglio al passato: vuole costruire un'Inter che sia proprio sua e quella che verrà sarà un'Inter costruita quindi anche senza i giocatori che sono stati importantissimi per la storia del club. Per ora di suo ci sono solo Hernanes e..

FOTO - Nuova maglia. Una rivoluzione in vista?

Avrebbe del clamoroso se le indiscrezioni che circolano sul web fossero confermate: la prima maglia dell'Inter...

 

 

 

 

 

 

 

~~Erick Thohir sembra avere le idee chiare sul come rilanciare l’Inter e non solo sotto il profilo tecnico. Secondo il tycoon, il brand Inter è troppo sottosviluppato, non solo rispetto alle altre società europee ma anche nei confronti di quelle italiane. Del...

THOHIR VUOLE RIVALUTARE IL BRAND INTER. GRAZIE A INFRONT LA SCALATA PUò INIZIARE

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SKY - THOHIR DÀ UN TAGLIO AL PASSATO: VUOLE COSTRUIRE UN'INTER CHE SIA SUA

ULTIM'ORA, 15.05 20:30 - "Thohir ha intenzione di dare un taglio al passato: vuole costruire un'Inter che sia proprio sua e quella che verrà sarà un'Inter costruita quindi anche senza i giocatori che sono stati importantissimi per la storia del club. Per ora di suo ci sono solo Hernanes e...

SKY - RIVOLUZIONE THOHIR: ANCHE COMBI VERSO L'ADDIO A FINE STAGIONE

ULTIM'ORA, 15.05 20:18 - Thohir e le svolte. La partita con il Chievo potrebbe essere anche l'ultima per il dottor Combi. "Era arrivato su suggerimento di Lippi nel 2000 ed ha sempre resistito ai vari screzi con i diversi allenatori che sono passati dalla Pinetina. Potrebbe salutare l'Inter questa volta,..
WM è USCITO DAL GRUPPO?
La partita contro la Lazio è stata una partita particolare. Non solo grazie all'atmosfera carica di emozioni per i saluti al Capitano, al Principe, a Samuel e forse al Cuchu. Non solo per il risultato, un 4 a 1 rifilato alla Lazio che in tempi di vacche...

CdS - Ultima gara in nerazzurro per Alvarez e Guarin? Speriamo....

RASSEGNA STAMPA, 14.05 08:14 - Ultima partita in maglia nerazzurra per Ricky Alvarez e Fredy Guarin? Sì secondo Il Corriere dello Sport, che nella propria edizione odierna spiega come i due calciatori nelle gerarchie di Walter Mazzarri siano ormai stati scavalcati da Mateo Kovacic, autore di un grande finale di stagione...

Ciao Livaja: l'attaccante va al Rubin Kazan, trovato l'accordo. L'incasso è 3 milioni...

"Marko Livaja al Rubin Kazan, ci siamo. Ieri vi abbiamo svelato l’interesse concreto del club russo nei...

TS - FUTURO DI MAZZARRI NEBULOSO. FEELING CON I TIFOSI E RINNOVO...

Archiviata la partita con la Lazio e in attesa dell’ultima di campionato, si apriranno le riflessioni sul futuro...

FCIN1908 - SAMUEL: "ANNI ALL'INTER UN ORGOGLIO". MILITO: "NON VI DIMENTICO". CAMBIASSO: "SOLDI NON CONTANO SE HAI CUORE INTER"

Hanno dovuto attendere la fine della partita per abbracciare i ragazzi, ma alla fine può iniziare la festa della Curva Nord. Sono insieme a Zanetti anche Cambiasso, Milito e Samuel, i primi cori partiti riguardano il Cuchu: "Resta con noi, Cambiasso resta con...

PAGELLE: KOVACIC MOSTRUOSO, DA IMPAZZIRE L'ASSIST PER ICARDI. RANOCCHIA MERITA IL BRASILE

Handanovic 7: Anche in una serata finita trionfalmente, il numero uno si "guadagna la pagnotta" con almeno 3-4 interventi decisivi Ranocchia 6,5: Ancora una volta il migliore nel pacchetto arretrato. Ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per...

ADESSO È' UFFICIALE: L'INTER FINIRÀ DAVANTI AL MILAN. A PARITÀ DI PUNTI...

Piccola soddisfazione tra i tifosi dell'Inter in questo problematica stagione. Con il successo per 4-1 sulla Lazio...
THOHIR VUOLE RIVALUTARE IL BRAND INTER. GRAZIE A INFRONT LA SCALATA PUò INIZIARE
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STANCHEZZE

Un anno difficile, una stagione provante. E' questo il pensiero che Walter Mazzarri si è lasciato scappare tra i denti nel post partita contro il Napoli. "Non vedo l'ora che finisca questa stagione." Una stanchezza che poco ha a che vedere con il cal...

Thohir arrivato in Lega Serie A: nessuna dichiarazione

NEWS, 28.04 14:01 - Qualche istante fa, Erick Thohir, accompagnato da Marco Fassone e Angelomario Moratti, è arrivato nella sede della Lega Serie A in Via Rosellini a Milano. Nessuna dichiarazione da parte del presidente dell'Inter al momento dell'ingresso negli uffici, dove incontrerà, tra gli al...

10 MAGGIO: PRONTE LE MAGLIE PER IL SALUTO A ZANETTI. MA SENZA CURVA?

C’è grande attesa in casa Inter per le decisioni del giudice sportivo che saranno rese note domani. In cas...

FOTO - IL GESTO DI JAVIER ZANETTI: FASCIA PER IL GRANDE TORINO CONTRO IL NAPOLI

ULTIM'ORA, 28.04 10:59 - Gesto di grande sensibilità di Javier Zanetti, che in occasione della gara contro il Napoli aveva preparato una fascia speciale dedicata al Grande Torino. Il capitano nerazzurro non ha avuto la possibilità di indossarla ma resta comunque l'omaggio per la squadra scomparsa a Superga...

CDS - INTER-HAMSIK, SI PARTE DA 30-35 MLN. TROPPI: A MENO CHE...

PRIMO PIANO, 28.04 10:45 - Quello che sembrava fantamercato sino all’anno scorso, ora potrebbe diventare realtà. Stiamo parlando del futuro di Marek Hamsik, che potrebbe essere in nerazzurro. Sono tanti i fattori, secondo il Corriere dello Sport, che potrebbero facilitare questa trattativa. In primis sicuramente...

CORSPORT - MAZZARRI E L'INTER, RINNOVO GIÀ FATTO: ECCO QUANDO L'ANNUNCIO

Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, non appena l'Inter avrà la matematica certezza di par...

L'INTER RICORDA IL 28 APRILE 2010: REMUNTADA SCHIVATA, SI VA A MADRID!

ULTIM'ORA, 28.04 13:31 - Oggi è il 28 aprile e proprio quattro anni fa l'Inter resisteva al tentativo di remuntada del Barcellona, qualificandosi per la finale di Madrid. L'Inter ricorda quella data: "A Barcellona si compie l'impresa: Inter in finale di Champions League dopo 38 anni dall'ultima v...

GDS - BARDI GOFFO E INADEGUATO, BELFODIL CORPO ESTRANEO

ULTIM'ORA, 28.04 14:00 - Nonostante il rigore generoso concesso alla Lazio, il Livorno ha messo in campo una prestazione fragile che non è piaciuta. Ecco nelle pagelle della Rosea i giudizi relativi ai nerazzurri in prestito. Nel complesso tutti insufficienti. Di Bardi (voto 5) la Gazzetta dello Sport scrive "go...

GDS - IL RACING, PER PRENDERE MILITO, BATTERÀ CASSA CON DUE CLUB ITALIANI

MERCATO DEGLI ALTRI, 28.04 14:15 - Il presidente del Racing ha incontrato Milito. Il giocatore è disposto a tornare in Argentina e a tagliarsi lo stipendio, ma a patto che il club rinforzi l'intera squadra. E per questo - spiega La Gazzetta dello Sport - Victor Blanco, durante il suo viaggio in Italia, andrà prima a...
Nell'assemblea di oggi il presidente nerazzurro Erick Thohir dovrebbe aver illustrato agli azionisti il piano d...

SIENA-INTER 1-2, 22/04/2007 - AL 'FRANCHI' È SHOW MAN MATRIX! L'INTER È ANCORA CAMPIONE D'ITALIA

Ancora Scudetto, nel segno di Matrix. L'Inter dei record vince, vince, vince, stravince il tricolore che rimane a Milano

SEMPRE MENO PARTITE GIOCATE LA DOMENICA POMERIGGIO. STADI SEMPRE PIÙ...

Si sta per avverare la profezia lanciata da Alfredo Provenzali, durante una delle ultime puntate di «Tutto il calcio minuto per minuto» da lui condotte: «Anticipa di qua, posticipa e spezzetta anche le briciole, di partite ne sono rimaste quattro, ma andando avanti così arriveremo a giocare il primo tempo di una partita alla domenica e il secondo al lunedì». Il mondo cambia e non è il caso di rimpiangere il passato, quando alla domenica pomeriggio si giocava in contemporanea tutta la serie A e tutta la B. Che il pomeriggio domenicale non godesse di buona salute lo si sa da anni e non è nemmeno una novità il fatto che oggi alle 15 si giochino solo quattro gare. Era già successo, ma mai era capitato che il calendario della Lega escludesse le prime cinque della classifica. Confermati anticipo delle 12.30 (Verona-Catania) e posticipo delle 20.45 (Atalanta-Genoa), la partita con il maggior numero di punti è Torino-Udinese (88), poi Cagliari-Parma (87), Livorno-Lazio (74) e Samp- Chievo (71). 

Tutte con una somma di punti inferiore a quelli raccolti dalla sola Juve (90). Le spiegazioni sono tante: le tv
assicurano la sopravvivenza dei club; la Juve deve giocare al lunedì, causa Europa League; la santificazione dei due Papi ha portato ad anticipare Roma-Milan a venerdì e per chi non va al mare, c’è sempre l’estero in tv. «Tutto il calcio» ha fatto la storia della radio, dell’informazione e del pallone italiano; continua ad essere un programma molto seguito, anche per la bravura dei suoi radiocronisti e meriterebbe più rispetto anche da parte della Lega. Quella che svuota gli stadi e distrugge la tradizione. Non per soldi, ma per denaro.

L'ex presidente nerazzurro Massimo Moratti, presente questa mattina al Cda della società, ha rilasciato alcun...

MEDIASET - PRONTA OFFERTA ATLETICO PER ICARDI: L'INTER VUOLE ALMENO...

Icardi piace all'Atletico, è un'indiscrezione che vi avevamo riportato qualche giorno fa. Ma secondo quan...

THOHIR: "MILAN-INTER A SINGAPORE O GIACARTA: PERCHÉ NO? DOBBIAMO..."

Erick Thohir lancia la sua idea per cercare di rendere appetibile il campionato italiano anche all'estero: "L&#...

CORSERA - VOCI SEMPRE PIù INSISTENTI: NUOVO SOCIO PER ERICK THOHIR. SI TRATTA...

Le stravaganze amorose di Mauro Icardi tengono banco sui quotidiani sportivi, ma la domanda vera è un’altra e se la pone Fabio Monti dalle pagine del Corriere della Sera: «L’Inter società esiste ancora oppure la ristrutturazione in corso nel club p...

SABATO SERA LA CURVA NORD VUOLE STUPIRE IL MEAZZA. VERRÀ ESPOSTO...

Sabato sera, in occasione di Inter-Napoli, chi andrà allo stadio assiterà ad un doppio spettacolo: da una ...

VIDEO - Thohir: "Inter è 15esima al mondo, deve tornare in top 10: ecco il piano"

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L'indagine della Figc: dal 2011 al 2014 solo il 34% dei trasferimenti nel campionato italiano è stato a titolo oneroso. Il calciomercato muove più giocatori che soldi

RIECCO THOHIR: GOLDMAN SACHS, LEGA, NAPOLI E CONFERENZA PER...

Dopo avere fatto tappa a Madrid, Erick Thohir arriverà a Milano nella giornata di venerdì. Come al solito, il suo soggiorno nel capoluogo lombardo sarà molto intenso. In primis ci saranno riunioni sul fronte finanziario, posto che il presidente nerazzurro ...
Thohir ha riunito i suoi collaboratori all'Armani Hotel questa mattina per un'analisi sul momento che sta vivendo l'Inter. Il presidente nerazzurro ha confermato che si trattava di un incontro programmato e di questo ha parlato, in un intervento in studio a Sky, Matteo Barzaghi. Il giornalista ha spiegato: "Nell'incontro ET ha spiegato che l'Europa è fondamentale per la società, il quinto posto è sicuramente più importante del sesto per non dover modificare tutti i programmi dell'estate, con la tourneé estiva che ha date già fissate. E' stato anche fatto il punto sul mercato. Le priorità sono un centrocampista centrale, un attaccante ed un esterno (che potrebbe essere preso a parametro zero o tra i giovani quindi occhio a Mbaye). Confronto Mazzarri-Strama? Il tecnico toscano ha fatto 14 pareggi e 6 sconfitte contro le 12 dell'allenatore della scorsa stagione. Non è riuscito a vincere, ma non ha perso tanto e allora si può parlare di tante occasioni sprecate. Nelle 9 partite con le cosiddette squadre piccole sono state fatte 4 vittorie: il 44%. Mister Mazzarri non dorme la notte e si vede dalla grinta quando si trova in panchina, dai labiali, ha tanta voglia che la squadra lo segua. E' un momento frustrante: le partite vengono preparate, lui ci mette il 200% e non riesce ad ottere risultati. Sicuramente il presidente lo ha riconfermato, ma ci sono da fare due considerazioni: potrebbe non farlo adesso? Necessariamente se si deve raggiungere un obiettivo deve mostrare fiducia. Lui ha fatto capire al tecnico che non è uno dall'esonero facile, ma vedremo a fine stagione. Thohir si è dimostrato comunque molto sereno, ha parlato di sei partite eccitanti che aspettano la squadra, saranno sei gare complicate. Ieri non andando nello spogliatoio ha dato il suo messaggio chiaro, è necessario trovare la forza di arrivare all'obiettivo che il club ha prefissato". 

Erick Thohir ha confermato la fiducia a Walter Mazzarri nell'incontro durato un'ora e quaranta minuti in centro a Milano. Ma lo stesso Thohir ha spiegato allo staff tecnico che la mancata qualificazione alle coppe rappresenterebbe un fallimento e un danno a 360 gradi per la società.

Con Mazzarri si è parlato anche di mercato: gli obiettivi sono sempre un centrocampista, una punta e un esterno, che potrebbe essere Mbaye.

Non c'è Mazzarri che tenga, questa squadra è in profonda crisi e la confusione è tanta. Questo il pensiero riassunto espresso su Repubblica in edicola questa mattina. 

"Mazzarri è avviato a seguire il destino dei predecessori che non sono riusciti a rianimare una squadra stracotta. Otto dei quattordici pareggi sono avvenuti in casa, molti dei quali in presenza di Thohir. L'Inter è una squadra instabile, senza equilibri. Schizofrenica." Conclude Repubblica.Ieri,  il presidente ha lasciato lo stadio senza passare negli spogliatoi e facendo filtrare il suo pensiero: "Handanovic ci ha salvati". Oggi nella riunione con il tecnico, Fassone e Ausilio ha ribadito gli stessi concetti.Un'ora abbondante per analizzare nel complesso il momento e ricordare che l'obiettivo resta l'Europa, il quinto posto. Al termine il tycoon spiega: "Era un incontro già in programma prima del mio arrivo, ne avremo un altro a fine aprile, uno a metà maggio, sono importanti per preparare la prossima stagione. La finestra di mercato è piuttosto corta. Ci sono i Mondiali, abbiamo la tournée negli Stati Uniti. Sono incontri che abbiamo sempre, magari in Italia non siete abituati, ma io sì". Thohir poi prosegue commentando con delicatezza le affermazioni dell'allenatore nel post gara contro il Bologna ('Non so più cosa inventarmi'): "Credo che le prossime sei partite saranno emozionanti, abbiamo parlato stamattina, di come prepararle, vedremo i risultati. Saranno partite dure, con la Sampdoria, col Parma, con la Lazio, col Napoli, e poi ci sarà il derby. Mercato? Certo, naturalmente abbiamo parlato anche di quello", un esterno, un centrocampista e una punta gli obiettivi.

Il presidente nerazzurro ribadisce la fiducia nel tecnico nonostante gli ultimi risultati non proprio felici: ''Non abbiamo nessun problema, il rapporto professionale continuerà la prossima stagione, ma è molto importante prepararla". Campionato finito per Juan Jesus"Io e Mazzarri non abbiamo problemi, il nostro rapporto continuerà anche la prossima stagione", a dirlo è Erick Thohir al termine di un vertice con l'allenatore, il direttore generale Marco Fassone e il direttore tecnico Piero Ausilio. A volte le parole lasciano il tempo che trovano. E spesso nel calcio il verbo vola via veloce. Basta poco. Così come all'Inter sono stati sufficienti poche amnesie per trasformare la squadra in un arrendevole gattone incapace di graffiare gli avversari. Di far male a se stessa, invece, sì. E le ultime 4 giornate ne sono la conferma: 3 soli punti raccolti. Un ruolino di marcia che non soddisfa la società ed Erick Thohir. Che nonostante parole di conferma rimugina sulla delicata situazione di cui è vittima la squadra.

RIGORE? RIDO PER NON PIANGERE - Dalle parole del numero uno interista trapela quasi rassegnazione nel commentare il rigore sbagliato da Milito: "Lo dicevo già in un'altra situazione, ci sono volte in cui non sai se ridere o se piangere, e mi devo ripetere. La serie A comporta molta drammaticità, è una competizione dura, ma io sono certo che se andiamo avanti a lavorare, a concentrarci, a riesaminare e limare le situazioni, otterremo dei buoni risultati".

LUNGO STOP PER JUAN JESUS - Per Mazzarri arriva un'altra tegola. Juan Jesus uscito ieri sera con stampelle e tutore dal Meazza ha riportato una lesione prossimale completa del legamento collaterale mediale del ginocchio destro. Per lui la stagione può dirsi finita.

THOHIR: "NUOVO STADIO? TRA I 20 E I 50 MLN IN PIÙ. CON LA LAZIO PROVEREMO..."

Erick Thohir ammette che lo stadio di proprietà farebbe fare un balzo in avanti al fatturato dell'Inter ma pe...

THOHIR: "MAZZARRI? TUTTO OK MA A FINE ANNO VALUTERÒ TUTTI. COME AL SOLITO RIBADISCO CHE LE LOGICHE FAMILISTICHE SONO UN LONTANO RICORDO:O SI CENTRA LA MERDOPA OPPURE TUTTI A CALCI IN CULO FORTE..."

"Non ho problemi con lui e la dirigenza, ma e' normale che a fine stagione faremo delle valutazioni. Vale lo st...

RIFINANZIAMENTO INTER: LE BANCHE DECIDONO I TASSI. ECCO IL PIANO DI THOHIR:VASTO PIANO DI RILANCIO CON POTENZIAMENTO DELLA LIQUIDITA' VIA BANCHE...

Importante gironata, quella di domani, in casa Inter. Il presidente Thohir, infatti, presenterà agli istituti ban...

CLAMOROSO: L'UDIMERDA MANDA

 

AFFANCULO ANCHE IL MERDAN

 

MILANO – Arriva la prima amarezza per Clarence Seedorf. Al primo vero esame viene subito bocciato, uscendo a sorpresa dalla Coppa Italia, ultimo obiettivo rimasto al Milan per cercare di raggiungere l’Europa. L’Udinese vola in semifinale passando in rimonta al Meazza e, con un solo colpo di spugna, cancella le amarezze di un campionato che l’ha vista scivolare in piena lotta retrocessione dopo le ultime 3 sconfitte consecutive.

SEEDORF, 4-2-3-1 DA RIVEDERE – All’olandese non si poteva certo chiedere di compiere subito miracoli. Ma sicuramente qualcosa di meglio avrebbe potuto imbastire, considerate soprattutto le condizioni non brillantissime dell’intera squadra. L’Udinese ha dominato il Milan sul piano fisico. E’ venuta fuori alla distanza e, in ripartenza, ha trovato varchi e praterie a volontà senza subire l’opposizione del centrocampo rossonero, a lungo apparso troppo sbilanciato. In parole povere, in questo momento la formula dei tre fantasisti alle spalle di Balotelli non è davvero sostenibile. Tanto più in una serata in cui la squadra, dopo Bonera, ha dovuto rinunciare per infortunio anche a Zapata.

LA RIVINCITA DI GUIDOLIN – Per Guidolin, alle prese con una stagione davvero difficile, arriva la consolazione di aver fatto fuori in coppa, dopo l’Inter, anche il Milan. E stasera ha davvero azzeccato tutto. Da Widmer, preferito a Basta sulla destra, autore dell’azione del pari, ai cambi, vedi quello di 

 

Lopez, autore del gol decisivo. Adesso sotto a Fiorentina o Siena. Con la consapevolezza che i friulani potranno tranquillamente giocarsi le loro carte.

MONTOLIVO E HONDA A RIPOSO – Consapevole dell’importanza della gara, Seedorf ha schierato praticamente la formazione migliore preferendo solo Nocerino e Birsa a Montolivo e Honda, con Rami al posto dell’indisponibile Bonera al centro della difesa. Guidolin ha risposto per le rime dando un turno di riposo solo a Pinzi e Di Natale, lasciati in panchina per dar spazio a Widmer e Fernandes.

E’ SUBITO BALOTELLI – Il Milan è partito a razzo e dopo appena 6’ è passato: Birsa è andato via sulla destra e ha centrato per Robinho che ha lisciato la girata a rete col destro: alle sue spalle, però, è piombato Balotelli che di destro da due passi ha comodamente insaccato.Solo che l'Udinese, spronata da Totò Di Natale "allenatore in seconda" in panchina, si è svegliata dopo 15 minuti e ha messo sotto un Milan troppo spento e poco combattivo. Al 40' la sofferenza del Milan è rappresentata da Emanuelson, che stende in area Widmer. Dal dischetto Muriel non sbaglia anche se Abbiati intuisce. Nella ripresa i rossoneri non si scuotono dal torpore. L'Udinese capisce che può fare il colpaccio e prende fiducia. Il pubblico a San Siro si spazientisce e comincia a fischiare la squadra. È la prima contestazione per Seedorf. Guidolin capisce che è il momento giusto per affondare il colpo e al 74' inserisce Nico Lopez al posto di Muriel. Scelta che si rivela azzeccata perché la freschezza e la velocità dell'ex Roma fa male al Milan. Dopo soli tre minuti l'uruguayano batte Abbiati con un sinistro preciso che si infila all'angolino dopo una percussione centrale. 

SEEDORF, PRIMO KO - Seedorf pietrificato in panchina prova a giocarsi la carta Honda, ma la mossa non produce grandi effetti. Al 91' Balotelli, l'unico del Milan a provare a fare qualcosa, impegna Brkic con un destro a giro dal limite. È l'ultima occasione per i rossoneri. L'Udinese va in semifinale, dove affronterà la vincente tra Fiorentina e Siena. Seedorf fallisce il primo appuntamento importante della sua nuova avventura. Rimane il campionato, e la Champions. Ma per cercare la scalata in classifica e battere l'Atletico servirà un altro Milan.
WIDMER INVENTA, MURIEL TRASFORMA – L’Udinese ha accusato il colpo ma non ha tremato: ha lasciato la sterile iniziativa ai rossoneri e, appena ha potuto, è ripartita con più uomini in velocità. Così, dopo aver mandato qualche timida avvisaglia ad Abbiati con tre conclusioni da fuori di Badu, Fernandes e Muriel, ha trovato lo spunto giusto per pareggiare. Tutto merito di Widmer che è andato via in velocità in area ad Emanuelson che lo ha ingenuamente atterrato: rigore netto che Muriel ha trasformato con freddezza.
SOLO UDINESE NELLA RIPRESA – Chi si aspettava una reazione del Milan nella ripresa è rimasto presto deluso. I rossoneri hanno iniziato a perdere le distanze tra i reparti e ad approfittarne è stata l’Udinese che, di rimessa, si è fatta via via sempre più pericolosa. Prima con Lazzari, che non ha sfruttato un bell’assist smarcante di Muriel, poi col subentrato Pereyra e con Heurtaux che non hanno sfruttato nel migliore dei modi due bei cross dalla sinistra di Gabriel Silva, indiscutibilmente tra i migliori in campo.
LOPEZ, GIOIELLO D’AUTORE – Dai e dai il gol, inevitabilmente, è arrivato. E lo ha segnato al 78’ l’ex romanista Lopez, entrato da appena 3’ al posto di Muriel: è andato via tra le linee e ha dimostrato tutto il suo talento scagliando un sinistro al fulmicotone nell’angolino da 25 mt.
HONDA REGISTA NON BASTA – Il Milan, capace di rendersi pericoloso fino a quel momento solo con un calcio piazzato di Balotelli, ha perso lucidità e a nulla sono valsi i tentativi disperati di Seedorf per rianimarlo. Honda, lanciato nel finale nella mischia a fare il regista di un improbabile 4-3-3, è parso un pesce fuor d’acqua così come De Sciglio, spostato a sinistra per fare tardivamente spazio, all’86’, ad Abate. Segnali che in casa Milan continua a regnare la confusione. Sarà bene fare chiarezza al più presto visto che l’appuntamento con l’Atletico Madrid, dopotutto, è praticamente alle porte.
MILAN-UDINESE 1-2 (1-1)
Milan (4-2-3-1): Abbiati 5.5; De Sciglio 5.5, Zapata 6 (36′ pt Mexes 5), Rami 5.5, Emanuelson 5 (43′ st Abate sv); Nocerino 5 (37′ st Honda sv), De Jong 6, Birsa 6, Kakà 5.5, Robinho 5; Balotelli 6.5. (35 Coppola, 59 Gabriel, 36 Iotti, 21 Constant, 26 Silvestre, 41 Mastalli, 38 Pinato, 42 Modic, 39 Di Molfetta). All.: Seedorf.
Udinese (3-5-1-1): Brkic 6.5; Heurtaux 6.5, Danilo 6, Domizzi 7; Widmer 7, Badu 6.5, Allan 6.5, Lazzari 5.5 (48′ st Pinzi sv), Gabriel Silva 7; Fernandes 6 (24′ st Pereyra 5.5); Muriel 6.5 (29′ st Nico Lopez 7.5). (30 Kelava, 4 Naldo, 6 Bubnjic, 8 Basta, 19 Douglas, 18 Jadson, 94 Zielinski, 70 Maicosuel, 10 Di Natale). All.: Guidolin.
Arbitro: Guida 6.5.
Reti: nel pt 6′ Balotelli, 41′ Muriel (r); nel st 33′ Nico Lopez.
Angoli: 7-1 per l’Udinese.
Recupero: 1′ e 3′.
Ammoniti: Lazzari, Heurtaux, Emanuelson, Birsa, De Sciglio, Danilo, Honda, Mexes per gioco scorretto
Spettatori: 10.227 per un incasso di 126.029,50 euro.

 

Il  Sassuolo manda affanculo ste merde qua

 

Berardi poker, il Milan crolla con il Sassuolo: 3-4 !!! ,12-01-2014

 

 L'allenatore che rideva sempre, in continuazione, cacciato a calci nel culo dalla presidentessa !!

 

 
UN TIZIO ENTRA IN UN CAFFE': SPLASH! (18-04-2006)

Malattie, mutui da pagare, solitudine, lavoro precario: sempre a lamentarvi voialtri, senza pensare alla gente che soffre sul serio. Più infelice di Sonia Braga in certe puntate di Dancing Days, AdrianoLeite Ribeiro vive un'esistenza disacrifici e lo rinfaccia a tutti: "Sono infelice: se non rido, non segno". Un solo gol nel girone di ritorno eppure alla fine del mese il campionesfortunato trova sempre il coraggioper ritirare lo stipendio (un qualchemilione di Euro), soldi con cui cerca di curare la terribile insonnia che loflagella. E in più l'acquisto di una Ferrari nel momento in cui ilbrent al barile vola. Dall'alto dei microfono, il brasiliano-coraggiorecupera la forza per fare la morale a tutti ("è proprio nei momenti difficili che vedi le persone che ti sono vicine". Può dirlo forte). Il presidente Facchetti prova saggiamente a ridimensionarne ildramma: "Non parliamo di sacrifici". Ma noi tifosi dell'uomo Adriano capiamo il problema e cerchiamo di abbandonare le piccole difficoltà con cui annoiamo i cari per restituirgli un sorriso.Racconta la tua barzelletta per farlo ridere e farlo tornare al gol. Nella foto, due persone che non hanno dignità ma che, grazie a Dio, ridono.
POVERO LUI, BEATI NOI (08-11-2004)

Nell'impareggiabile Inter di Roberto Mancini, il temibile squadrone che in questo inizio di campionato si è coperto di gloria annientando avversari del calibro di Atalanta eUdinese, c'è qualcuno che soffre. E'Francesco Coco, terzino da montapassato in pochi mesi dalle stelle alle stalle: "Ho trascorso un anno da incubo. Non lo auguro a nessuno. [...] Ho cercato di distrarmi in tutte le maniere, [perché] è tremendo avere il sospetto di dover cambiare mestiere. [...] Il mio male? Dolori alla schiena a non finire, un ernia del disco, l'operazione. Sbagliata. Un vero disastro. Pensavo di partire di testa. [Ma] tutti si sono limitati a giudicare guardando alcune mie foto in discoteca". Un storia tristissima: lui, milionariocircondato da decine di esemplari di gnocca assortita, obbligato da una fortissima sciatalgia a rinunciare al paso doble mentre inbalera tutti i suoi amici si dimenano sguaiatamente. Che sfiga. Nella foto, una scena che non auguriamo a nessuno di vivere: ilpiccolo fiammiferaio si scalda al sole dei Caraibi accanto ad unaorfanella in perizoma.
CAMPO SAN(TO) SIRO (12-11-2003)

Un alone di mistero circonda il prato diSan Siro. Secondo alcune clamoroserivelazioni di un giardiniere bresciano, due anni fa venne impedito ad una società specializzata di operare alcunitest sul manto erboso dell'impianto milanese. In particolare, una zona del campo destinata alla sperimentazionevenne deliberatamente danneggiatasmuovendo il terreno sottostante. Sulcaso è stata aperta un'inchiesta dallaProcura della Repubblica. Gli inquirentiescludono tuttavia ogni responsabilità da parte del Milan: Ferdinando Redondosi troverebbe infatti ancora ricoveratopresso l'infermeria rossonera. Nella foto: il ritratto di UgoFoscolo, autore de I Sepolcri.
RONALDO INNAMORATO (27-02-2004)

Calciatore e gentiluomo. Da raffinatissimo poeta qual è, il fuNomenoha offerto ai lettori dell'edizione spagnola di GQ un delicato madrigale sul tema dell'amor sensuale. Intervistato dal periodico madrileno in merito ai propri rapporti con il gentil sesso, il centravanti carioca ha infattidichiarato: "Ho soddisfatto tutte le miefantasie, compresa quella di andare con due donne contemporaneamente. Il mio ideale femminile è quello di una ragazza che sia un santa e puttana al tempo stesso, e con un seno prosperoso". Curiosamente non trattatii temi del farting e del pissing.
COM'E' UMANO LEI (06-11-2003)

Si è riunita questa mattina l'assemblea dei soci nerazzurri, quel mitico ritrovo di azionisti plaudenti in cui l'opposizione non esiste. Presso laPro Loco di Appiano, la combriccolaha disputato diverse partite di boccein cui Massimo Moratti,applauditissimo, ha trionfato umiliando diversi inferiori. Prima del trionfo (cui hanno presenziato sorridenti anche diversi VIP di recente convertitisi alla fede interista) all'ingresso della sala i partecipanti si sono umilmente inchinati di fronte al busto della nonna del Presidente. Nella foto, il mega direttore Conte Catellani sbertuccia Fantozzidurante un incontro di biliardo.
E QUI COMANDO IO 2 (22-11-2003)

La rivoluzione stampa all'Inter fa parlare più dell'abbandono di Carolinea Beatiful. Continuano le email sul primo editoriale di Paolo Viganò.Ale84: "Con rispetto parlando non se ne sentiva assolutamente lamancanza...". Simp El Bag: "Siamo stufi del buonismo vogliamo un altra societa'. Basta Moratti e i suoi cortigiani". Eleo: "Voto per il . L'idea è buona ma ci deve lavorare". Ale: "Secondo me Viganò sente la mancanza degli articoli che scriveva suTuttosport e allora per colmare questo vuoto ha tirato fuori dal cilindro l'editoriale... il prossimo passo sarà la pubblicazione della probabile formazione e le pagelle del lunedì". Demonio: "L'editoriale può non piacere e il paragone esistenziale è ardito, però così si umanizza un po' il sito"
QUESTIONE DI FEELING (16-12-2003)

Il sospetto che Pirlo non si sentissemilanista dalla testa ai piedi si era già materializzato durante la finale diCoppa Intercontinentale, quando il centrocampista rossonero aveva raggiunto il dischetto del rigore su gambe tremule quanto quelle di un infante che sperimenti per la prima volta la stazione eretta. Ma a fugarequalsiasi dubbio ci ha pensato lui stesso, con una noiosissima intervistaa SportWeek: "Il mio primo amore? L'Inter". Apprezziamo l'intenzione di manifestare a parole il suo affetto per i colori nerazzurri, ma preferiremmo che continuasse a farlo con i fatti. Nella foto, i fatti.
GALLIANNO BIS(ESTO), ANNO FUNESTO (07-01-2004)

Per il calcio italiano, il 2003 è stato decisamente un anno di merda. E non serve ricorrere agli oroscopi per pronosticare un 2004 anche peggiore. Purtroppo, il destino del football nostrano non dipende soltanto dairisultati sportivi, ma soprattutto da quelli amministrativi e finanziari: dopo aver rivoluzionato i calendari di Serie A, B e C, salvato dal fallimento società con bilanci drammatici, regalato promozioni ed elargito contributi senza adeguate coperture, in Lega Calcio c'è però ancora chi giudica positivo l'operato di Adriano Galliani. Addirittura, qualcuno ne auspica persino una conferma nel ruolo di presidente. Nella foto, Nanni Moretti nel film in cui esprimeva il proprio dissenso circa il basso livello del cinema italiano: "Ve lomeritate, Alberto Sordi".
E NOI CHE PENSAVAMO FOSSE FIGLIO DI... (15-01-2004)

Inter regina dei giornali inglesi. Mauri ci segnala l'articolo del Sun sul Bobo-gate. Iltabloid inglese ironizza: "Vieri è statomultato di £80,000, una settimana di stipendio". Ma il colpo a sensazione sono le presunte sparate di Branca al Guardian. L'uomo che ha reso possibile l'arrivo diKarargounis, parla di Ronaldo: "E' un figlio dell'Inter, siamo molto interessati a lui". Noi francamente siamo più interessati aNikkala, la topina di Page 3.
TOKYO MON AMOUR (14-12-2003)

Nel giorno in cui il terrorismo mediorientale subisce un durissimo colpo da parte delle forze di coalizione occidentali, agli uomini dell'intelligence rossonera - il lettore perdoni l'ossimoro, ndI.org - sfugge l'opera di sabotaggioperpetrata ai danni del Milan da dueinfiltrati nerazzurri. Con il successo inCoppa Intercontinentale da decidere ai calci di rigore, gli interisti Andrea Pirlo e Clarence Seedorf falliscono infatti i rispettivi tiri dal dischetto, mandando acarte quarantotto i geniali schemiberlusconiani che tanto avevano contribuito alla vittoria in Champions League della passata stagione. Ai tifosi milanisti rimane laconsolazione di non aver messo in bacheca un trofeodisconosciuto dalla FIFA. Nella foto, gli ultimi Campioni del Mondo ufficiali di nazionalità italiana.
FETICCIO DI UN FETENTE (04-11-2003)

Un vero amore non tramonta mai. A dispetto di un atteggiamento non proprio irreprensibile del marito, il sentimento che lega Milene Dominguez a Ronaldo sembra non affievolirsi.Affranta dal vuoto in cui è sprofondata per via dei rapporti non facili con il giocatore, infatti, Ronaldinha ha lungamente cercato consolazione in qualcosa che glielo ricordasse. Dopo affannose ricerche, la ragazza ha trovato ciò di cui aveva bisogno: ilpelouche di un asino. Nella foto,amarcord.
QUELLI NATI IL 5 MAGGIO 2002 (04-03-2004)

E' Benfica, parte il revival e il "ricordosi fa storia" scrive inter.it. Duederelitte del calcio europeo come ilBenfica e l'Inter si incontreranno [testuale] "per gli ottavi di Uefa Cup" (ma cazzo, chiamatela Coppa Uefa!), dopo aver eliminato con il fiatone ilRosenborg e il Sochaux. La nostra società, invece di tenere un basso profilo, celebra l'avvenimento in ricordo di quando le due vecchie zitelle erano buoni partiti: "Sono passati quasi 39 anni da quel giovedì 27 maggio 1965". Qualcuno li informiche gran parte di noi non era ancora nata. Il sito scrive anche che "per molti è come tanti altri sorteggi. Non lo è per noi. Non può esserlo". Già, per noi è molto più deprimente. Nella foto, Iole: in gioventù era stupenda, oggi ha l'Alzhaimer e non parla d'altro che di ricordi.
ERAVAMO IN MONDOVISIONE (25-11-2003)

Ci voleva l'Inter formato Coppa per sfatare il cliche che vuole le inglesi nulle fuori casa: ma con questa gestione, ogni tradizione è in pericolo. Finalmente tutto il pubblico inneggia alla squadra e il calore della folla, in effetti, fortifica i ragazzi. L'Arsenal passa in vantaggio, ma Vieri pareggia con un cercato triplo filotto reale con rinterzo e pallino ritornato. Inizia il secondo tempo, e i londinesi segnano ancora. Ed ecco che il miracolo della Pinetina si effettua: scioltosi il sangue di Karagounis, Zaccheroni si Cuperizza e decide di ribaltare il risultato con 5difensori e 2 incontristi, come se i leoniaffidassero la propria sopravvivenza agli gnu deceduti di morte naturale. Dopo mesi di scantinato e una partita così così con la Reggina, Zac gioca la carta Pasquale: a riconoscerlo in panchina sono i genitori grazie alle protesi dentarie. Materazzi si infortuna e la squadra si sfalda ricordando l'Ascoli di Cantarutti nel 1985, stesso stadio. A fine gara ci si domanda il perché alcuni nostri giocatori abbiano tanta protervia dopo le figuracce che con regolarità ci fanno fare. Nella foto, una maglia senza sponsor ecanzonette sceme.
VINCERE NON E' TUTTO (01-12-2003)

Agli occhi degli interisti oltranzisti eultraortodossi la vittoria di sabato, purapprezzabile, ha lasciato un poco di amaro in bocca. La ragione è nelleinterviste dopo-partita degli juventini, tra cui quella al simpatico, abbastanza, Marcello Lippi: "Complimenti all'Inter". Per i fondamentalisti interisti vincere con l'apprezzamento dei bianconeri non è bello. Nella foto, l'allenatore toscano imita Thomas Milian in 'Delitto al ristorante cinese'.
"FASCISTI, SONO DISPOSTO A TUTTO" (07-01-2005)

Non era un invasato: era uninnamorato. L'uomo che ha interrottoLivorno-Inter, correndo vestito per il campo, non scorazzava con intenzioni bellicose ma sentimentali. FrancescoToldo ha bloccato il tifosofraintendendo la frase "Fascisti, sono disposto a tutto" interpretandola come l'annuncio di un emotivo chiarimento con l'arbitro Rosetti, reo al 9' di aver fermato per fuorigioco inesistente Van Der Meyde involatosi verso la porta. Secondo nostre fonti il ragazzo stavain realtà dirigendosi verso il rocciosodifensore toscano Alessandro Doga per chiederne la mano. "Fascisti" era dunque una denuncia contro le repressive leggi dello Stato suimatrimoni gay, e "sono disposto a tutto" era una dichiarazione d'amore non un sinistro richiamo all'imminente omicidio. Il bel Doga, pur lusingato, negli spogliatoi avrebbe poi rifiutato la profferta. Nella foto: duebarbe, un solo cuore.
NIENTE VISINI INNOCENTI: VOGLIAMO IL PUGNO DI FERRO (14-06-2005)

E se cominciamo cos?, dove andremo a finire. Nella partita diandata della finale Juniores-Berretti, i nerazzurrini over 16 sono statibattuti dalla Juventus per 1-0 in trasferta. Senza farsi intenerire dalla giovane et? dei virgulti, in caso di sconfitta nella gara di ritorno, ipiccini andranno subito allontanati dalle famiglie e trasferiti in centri di prima accoglienza che si occuperanno di loro. All'iniziopiangeranno un poco, ma solo attraverso un duro regime carcerario intraprenderanno la comprensione e l'espiazione delle loro colpe per diventare, un domani, giocatorimigliori. Nella foto, "Tvu, ciofane molto kativo, defe capire ke SPAGLIA".

EVIDENDEMENDE (18-09-2004)

Luciano Moggi, l'uomo che fa scompisciareospiti e conduttori alle trasmissioni televisive, ha stabilito un nuovo primato di arroganza. Dopo la qualificazione in Champions contro ilDjungoldrake, il dirigente juventino ha trovato il tempo per aggredire verbalmente in diretta tv lo sventurato Ilario Castagner, reo di aver insinuato che alla Juve servisse unritocco in difesa: "Questa non è una Juve daritoccare, da ritoccare sono quelli che criticano (...) evidendemende il signorCastagner è legato a una vecchia idea del calcio". Cinque giorni dopo, il folleinvestimento su Cannavaro. Nella foto, un buon ritocco.

AMARCORD 9 (10-06-2004)

Febbraio 2003: nel firmamento di Interisti.org nasce una stella: la cantante russa Alla Pougaciova...
PASQUALLA - Grande vittoria e nessuna polemica per un altro sabato serarovente alla Pinetina: protagonista il giovane Pasquale. Come sempre piovono ormoni nelle stanze del giovane terzino, catturato dalle seduzioni dell'eroina della steppa, Alla Pougaciova. La star dell'Est, esibitasi con Pupo alla festa del Lokomotiv, è arrivata in Italia e si è esibita a Milano in un noto ristorante russo accompagnata da Pasquale alla chitarra. I due hanno poi ballato diverse mamutchke, tra cui una sensualissima Kalinka, prima di eclissarsiverso una lunga notte milanese.

LEGGE DEL TAGLIONE (25-05-2005)

Vigilia di Champions League concitata per la comitiva milanista in Turchia. All'arrivo all'hotel di Istanbul scelto come sede del ritiro, infatti, un componente dello staff sanitariorossonero è incappato in un disguidodalle conseguenze pittusto spiacevoli. Dopo aver richiesto alla reception un servizio di massaggi, il medico ha accolto in camera il pranoterapeuta presentandosi, come d'abitudine, con il poparuolo a penzoloni. Ma invece di una avvenente donna ottomana, si è trovato di fronte Aziz Barak, un gigantesco quadrumane di origini asiatiche con una sessualità incerta, noto alle cronache per unafedina penale lunga centoquattordici pagine. Alla vista delcliente in abiti adamitici, il professionista ha manifestato chiari intendimenti goderecci, suscitando però il disappunto del dottoredel Milan. Che, per sfuggire alle grinfie del massaggiatore, ha pensato di rivolgersi alla Polizia ottenendo di essere arrestato peratti osceni. Nella foto: meglio dentro, se fuori è un brutto mondo.

IL MILAN PERDE, MA MILANO E' SALVA (17-03-2005)

Milan fuori dalla Coppa dell'Italia in modo rovinoso: un bel grattacapoper la nostra città e per la suaamministrazione, già costretta adibattersi tra i grossi problemi relativi alla scarsità degli affitti acanone concordato e il vertiginosoaumento dei cocktail nella zonaBrera. Per fortuna della nostracomunità cittadina gli organi di stampa gettano fumo sull'umiliante sconfitta rossonera nella Coppa Nazionale che altrimentiinfangherebbe nel mondo l'appeal di Milano: nessuna domanda al presidente di Lega, siti che glisovrappongono altre notizie ("Il Milan ritrova i baluardi in difesa"), e una valanga di 'appuntamenti one to one' per sbianchettare l'onta. Nella foto, un coltivatore d'oppio.

LA LEGGE E' UGUALE GROSSOMODO PER TUTTI (05-02-2004)

Pubblicati i risultati di una ricerca diaccademici americani. Al centro dei loro studi una straordinaria incisionerupestre (nella foto) risalente a diverse migliaia di anni fa che comproverebbe l'esistenza diammonizioni prese da giocatorijuventini. Secondo la teoria degliscienziati di Houston i bianconeri in passato avrebbero ricevuto dei cartellini gialli da arbitri in seguitoestintisi quasi per cause naturali.

MEMORIAL SHALAH DUDEK, 25 MAGGIO 2006: A KEMHEL KELHAMI (19-05-2006)

Dopo aver onorato a testa alta il 5 maggio con il tradizionale birraledell'orgoglio, giovedì 25 maggiocelebreremo il primo anniversariodella finale di Istanbul con una meravigliosa esibizione, il "Memorial Dudek", una emozionante partita 11 contro 11tra la rappresentativa diinteristi.org City A e la rappresentativa di interisti.org City A. I ranghi non sono ancora completi, quindi se siete interessati a bagnare la ricorrenza con una sgambata vi invitiamo a chiedercitutti i dettagli per partecipare. Ritrovo alle ore 20.15 presso ilcentro sportivo calcio Cimiano, Milano, Via Don Calabria 16. Partita e poi birrale. Per non dimenticare: Allah, Allah, Gerrard Allah Gerrard, Helhua, Helhua e una straordinaria ricostruzione del match Liverpool-Milan riassunto in soli 21 secondi. E per la par condicio la versione dance del gol di Magath. E poi perchévogliamo inutilmente infierire Madre Mia Que Guaparia, la rete diLuque in Depo-Milan. Nella foto, un Moggi in versione a kemhel kelhami.

UNA DECINA DI EX VANNO IN B, MA BENOIT CAUET E'CAMPIONE DI BULGARIA (16-05-2005)

Cessioni di qualit?, rinforzi importanti per chi vuole imbrocchirsi: scordati Cannavaro e Roberto Carlos, ed esclusoLamouchi gi? in B, nessuno come l'Interrifila s?le plateali in giro per il mondo. Una veloce lista: Sorondo e Ventola,retrocessi in B col Crystal Palace, con il colpo di genio dell'uruguaiano fattosiespellere alla penultima di campionato. Antonio Armagedon Pacheco finisce in B pure lui con l'Albacete. Un bravo a Jeremie Brechet che guida la Real Sociedad al 13esimo posto della Liga.Adani si ? licenziato dal Brescia come pure Almeyda. Pasquale ? in odore di cadetto col Siena. Farinos, diretto da Cuper, segna ma il Mallorcaper restare in A abbisogna di San Gennaro. In seconda divisionepure Thomas Helveg con il suo Norwich. Per? il meglio ? in fondo: Benoit Cauet e il CKSA sono quasi sicuri campioni di Bulgaria. E allora bravi ai nostri dirigenti che hanno saputo piazzare la suburra. Nella foto il cruccio: ma chi li avevacomprati questi?

 

 

 
 
 

               

 

 

CHI NON MUORE NON SEMPRE SI RIVEDE (16-02-2006)

E' arrivato in mattinata a Riace, scortato dai convogli dei trasportieccezionali, il corpo di AlvaroRecoba, che verrà conservato nel museo locale accanto ad altri pezzipregiati ripescati dal mare. Con unaprocedura ricalcata dalla task forceche condusse il sommergibile Totinell'abitato milanese, l'ex calciatore ha viaggiato protetto dai colpi e riparato dalle intemperie. Nonostante le cautele, nel tragitto l'uruguayano ha rimediato: unrisentimento alla coscia, unasofferenza al bicipite femorale, unleggero fastidio al muscolo, una frattura composta malleolo-tibiale, dell'ansia da prestazione, un eccesso di abbronzatura, le doppie punte e frequente forfora. Il giocatore verrà definitavamente impagliato. Nella foto, il carico con l'attaccante esce dalla Pinetina su una piattaforma dei genieri della brigataAosta.

MILAN LAB: IERI E' GIA' DOMANI (03-11-2005)

C'è emozione a Milanello per l'arrivo della superscienza. Un Milan Lab non pago di aver portato la squadra al suo zenit nel finale della scorsa stagione, è finalmente riuscito a mettere le mani su un tecno-elaboratore futuristico che non solo è in grado di computare con facilità irrisoria, ma che in più traccia il nuovo cammino della struttura rossonera nell'esplorazione dei limiti estremi delle cognizioni umane. Nella foto, uno dei piani segreti del laboratorio milanista: realizzare entro il 2007 una macchina in metallo che, riempita a metà di acqua, attraverso il surriscaldamentogenerato da fuoco vivo, scagiona un processo di filtrazione di una particolare polvere sudamericana legale, in grado di generare una prelibata bevanda.

FRANCO PALEARI: INCHINIAMOCI ALLA STORIA (29-01-2006)

Bando alle rimonte quando la storia bussa prepotentemente alla porta: il Leccepresenta infatti in panchina il nuovo allenatore Franco Paleari, al secolo "il mago degli undici metri", estremo difensore di quella Cavese che fu corsara aSan Siro quando il Milan dominava nelle partite rustiche della seconda serie. L'esordio in panca della Paletta di Nerviano viene trasmessa solo sul digitale terrestre: persino il sito del canale di Stato cinese, che abitualmente manda le gare del campionato italiano in diretta streaming, èterrorizzato dalle azioni legali di Sky e preferisce programmare il match del Real. Franco Paleari schiera una squadra armata di cazzuola, betoniera e calcestruzzo per erigere un muro di malta sulla linea di porta, e fino al 70' l'Inter riesce solo a scalfire l'intonaco della barra diarmatura filettata sui pali. Poi tocca a Luis Figo accoltellarePaletta e a Stankovic seppellirlo ingiustamente. Nella foto, FrancoPaleari e i suoi due storici baffetti da sparviero.

FACCIO LA MIA COSA NELLA CASA (08-03-2006)

Adriano è triste e necessita di conforto. Cominciano ad emergere i contenutidella conversazione tra il malinconicocentravanti nerazzurro e Massimo Moratti, tenutasi nei giorni scorsi presso gli uffici della Saras. Secondo quanto trapelato, in occasione del confronto il brasiliano avrebbe confidato al patron interista il proprio malessere per il lungodigiuno da gol, attribuendone la responsabilità ad un clima non idilliaconei rapporti all'interno della Pinetina. Invitato ad avanzare proposte utili per ritrovare il morale, l'attaccante avrebbe così stilato un programma in sei puntida realizzare quanto prima: 1) adozione del brano "The Fotta Maker" di dj Kuno come inno ufficiale del club; 2) nuovo designdella divisa sociale a cura di "Doctor Style - Abbigliamento per beatmakers"; 3) utilizzo del Brooklyn-slang per ricevereindicazioni dalla panchina durante le partite; 4) più sessioni dibreakdancing negli allenamenti di rifinitura; 5) graffittaggiocompleto dei muri del ritiro di Appiano con iscrizioni inneggianti al tema del black power; 6) assunzione degli Afrika Bambaataacome consiglieri del Presidente, perché fanno tanta simpatiaanche se non capiscono un cazzo di calcio. Qualche perplessitàda parte dell'azdimag, che al termine del colloquio avrebbe confidato ad alcuni collaboratori: "E' assurdo. Come si fa a preferire il dj Kuno a Mondo Marcio?". Nella foto: Adriano alle prese con lo stretching prepartita.

SOFFRIRE ENORMI PENE (13-05-2004)

Con una conferenza stampa shock, Cristiano Zanetti vuota il sacco suisegreti dello spogliatoio dell'Inter e fachiarezza in merito alle cause della stagione deludente di Emre Belozoglu. Dal racconto del centrocampistanerazzurro emerge come il compagno soffra di un grosso problema al pube: in conformità all'antica diceria popolare che vuole " donna nana tutta tana e uomo basso grande casso ", il piccolo turcosconterebbe infatti le conseguenze di unapparato genitale di eccezionali proporzioni. Sembra che il mediano di Istanbul sia dotato di un babao asinino, che ne intralcia la corsa ed il tiro in porta.Per rimediare in vista del prossimo campionato, la società avrebbe tuttavia giàprogrammato un intervento di riduzione chirurgica: il materiale di recupero dell'operazione verrebbe inoltre utilizzato come astadi una bandierina del calcio d'angolo del campo di San Siro.

IMPARI INOPPORTUNITA' (18-10-2005)

Continuasi a notare unaimpercettibile differenza ditrattamento tra le questionicontrattuali nerazzurre e quellealtrui. Ecco come Tuttosport raccontaquanto accade intorno aIbrahimovic:

"E' il mio manager a trattare l'affare ma so che sul mio rinnovo ci sono problemi di soldi". Al momento, dunque, le parti sono ancora distanti ma tutto si risolvera' con una stretta di mano. Specie dopo che Ibra ha ribadito: "A Torino sto bene, e' ovvio che vorrei continuare in questo club".

Ecco come altri giornali avrebbero trattato Adriano in caso di identiche dichiarazioni: 

"Adri ha ribadito: "A Milano sto bene, e' ovvio che vorrei continuare in questo club" ma, suvvia, non ci crede un cazzo di nessuno. Le parti sono ancora distanti e difficilmente tutto si risolverà con unastretta di mano dato che si sono dette interessate al giocatore ilReal, il Chelsea, il Manchester, il Milan, il Real, il Chelsea e il Milan e il Real. Il giocatore getta alcool sul fuoco: "Se ne occupa il mio procuratore, ma io sono un avido strozzino e voglio soldi, soldi, soldi".

Nella foto, l'unico modo conosciuto per mettere un giocatore della Juventus alla berlina.

THE PLAYER GETS HOT = IL GIOCATORE SI RISCALDA (01-12-2003)

C'era una volta la Coppa Italia, ci scrive il lettore Hytok. In barba alle abiure della destra nazionale, un rigurgito di inattesonazionalismo si riversa nelle coscienze dei tifosi di ogni credo politico. La Coppa Italia (già in disarmo dopo l'insignificante ultima vittoria del Milan) viene quest'anno chiamata 'Tim Cup'. Non si capisce perché non chiamarla almeno Coppa Tim, tanto non gliene frega un ca**o a nessuno uguale. Nella foto Tom assieme al fratello Tim, prima che quest'ultimo diventasse molto più famoso abbandonando le avventure nel Borneo per fondare una compagnia di telefonini.

LA SOLUZIONE E' LA SVIZZERA (13-02-2004)

Il Festival dell'orrore di Coppa Italia intacca l'abituale nostra pacificarassegnazione. CarSal: "E' la goccia che fa traboccare il vaso, le * oggi hanno davvero esagerato...credevo di aver già visto tutto ma il pellegrino ha di gran lunga superato Ceccarini. Questo calcio fa davvero schifo". Sergio: "E' ora che si metta a posto il calcio Italiano, a 38 anni mi sono rotto i co**ioni (che non sono Pairetto e Bergamo) di vedere certi spettacoli arbitrali. Iscriviamoci al campionato Svizzero". Aleksandr: "Sono ancora sotto choc... L'arbitraggio di Pellegrino era a livelli di quello storico diCeccarini. Oramai qua nessuno ha più vergogna di niente".GiuArt: "Fossi in Moratti ritirerei la squadra, tanto che si gioca a fare? (...) E meno male che Zac l'aveva detto: "Speriamo di finirein 11". Infatti. Almeno è chiaro che non l'ha detto a caso". Nella foto, l'ispettore Derrick si ritira dalle indagini intimorito.

ANNUNCIAZIO' ANNUNCIAZIO' (23-11-2003)

La settimana che precede Juventus-Internon può che partire con unapolemicuccia. La vittoria dei bianconeri a Modena è figlia di un curioso episodio: i giocatori bianconeri si sono ritrovati ilvenerdì pomeriggio allo Stadio Braglia per siglare il gol del vantaggio. L'assenza dei modenesi nel corso dell'azione è stataavallata dall'arbitro Gabriele. Nella foto,Gabriele annuncia a Moggi la rete della vittoria.

GEA UNA VOLTA L'AMERICA (26-02-2004)

Potrebbero essere finiti i tempi belliper GEA World, società di procuratori sportivi che gestisce la gran parte del mercato calcistico italiano. Dopo i notiproblemi giuridici che hanno investito nelle ultime settimane Andrea Cragnotti e Francesca Tanzi, due dei principali azionisti, si è ora aperta unainchiesta parallela su dubbie attività economiche e finanziare compiute dal gruppo nell'ambito del crack Cirio. Sarebbe infatti in esame una possibiledistrazione dalle casse di SS Lazio di circa 190 miliardi di vecchie lire, finite chissà dove. Curioso il silenzio stampache aleggia sulla vicenda, sulla quale persino Berlusconi ha finora rinunciato a dire la sua in diretta tv. Nella foto, ilpapà del presidente di GEA World controlla di non aver perso il portafoglio.

UMORISMO SVIZZERO (14-05-2004)

Il Corriere del Ticino avvisa che anche l'Inter parteciperà ai festeggiamenti per i 100 anni del Bellinzona Calcio. Sul sitocreato per il centenario della squadra, siede un sondaggio cui vi invitiamo a rispondere per divertirvi molto come conferma la puntualizzazione editoriale: "In questa pagina trovere sondaggi ai quali vi divertirete a rispondere". Il sondaggio è davvero geniale anche se piuttosto secco: "Giocatore più simpatico". Al momento sta vincendo Bizzozzero; noi, pur lasciandovi libertà di coscienza, vi segnaliamo che c'è uno Zanettiche meriterebbe migliore riconoscimento. Adesso guardate la foto di Cuperòn e ridete: questo è un ordine.

MEDICINA GERIATRICA (17-12-2004)

Outing spinto per Antonio Conte. In occasione di un intervento telefonico in diretta durante una trasmissione diRadio Radio, nel commentare la recente sentenza di condanna perRiccardo Agricola nel processo perdoping alla Juventus, l'ex centrocampista bianconero ha dichiarato: "Se vuoi fare sport agonistico ad alti livelli, non puoi nonprendere farmaci. Noi calciatori siamo soggetti a stress fisici continui: se mi facessero una lastra oggi, mi troverebbero con le ginocchia rovinatee una brutta ernia cervicale". Quello del mediano di origini leccesi non intende tuttavia essere un atto di denuncia, ma una accorata richiesta d'aiuto: oltre a gambe e capocciarovinate, Conte accuserebbe infatti gli acciacchi tipici di un uomo avanti con l'età: allopecia, tachicardia, ipertensione, prostatite,meteorismo e alitosi. Per questo, starebbe cercando un postoadatto ad un calciatore ultratrentenne e malandato, dopo essere stato scaricato brutalmente dal club di Corso Ferraris. Voci dimercato lo darebbero tuttavia vicino ad una soluzione dei propriproblemi: sulla sue tracce ci sarebbe la squadra di calcetto dellaCasa di Riposo per Pazienti Non Autosufficienti di Botrugno. Buona notizia. Nella foto, la dinamica dell'infortunio che avrebbe procurato al giocatore i citati disturbi cervicali.

IL DISASTRO DELLO SPREAD

Italiano qualunque: "Ma il debito può solo salire o anche scendere? Siamo arrivati a 2.000 miliardi di debito pubblico, qual è il limite, cosa c'è oltre lo spread?"
Spread: "Vedo che lei comincia a seguirmi. Oltre lo spread, quando il fosso diventa una voragine, c'è il default. Se voi vivete di debito e continuate a crearlo, a causa della vostra irresponsabilità politica, gli interessi aumentano in modo progressivo perché dovrete vendere nuovi titoli di Stato per pagare gli interessi che via via si accumulano. Il debito è una spirale. Voi siete nella spirale".
Italiano qualunque: "Come si esce dalla spirale?"
Spread: "Si tagliano le spese non necessarie o si rinegoziano ("ristrutturano" è più dolce) gli interessi sul debito. In caso contrario gli interessi erodono nel tempo lo Stato sociale. Si chiudono scuole, ospedali, servizi pubblici, si spengono i lampioni delle strade, mentre il debito aumenta, implacabile."
Italiano qualunque: "Si, d'accordo. Ma come è possibile che Rigor Montis ci abbia ammazzato di tasse e il debito sia aumentato?"
Spread: "Il debito è aumentato perché si è intervenuti sui ricavi, sulla tassazione diretta e indiretta, facendo fallire migliaia di imprese, distruggendo il settore immobiliare e diminuendo i consumi, e non sulle spese e sull'efficienza. Il risultato è che la vostra economia è peggiorata, basta vedere il rapporto PIL/debito pubblico che si sta avvicinando a quello della Grecia di due anni fa"
Italiano qualunque: "Senta, non capisco, ma se l'economia italiana va a rotoli, perché lei è migliorato?"
Spread: "Lei non solo non capisce di economia e non parla inglese, ma crede ancora nelle favole. Il mio valore attuale non ha nulla a che fare con la vostra economia. Lo capisce anche un bambino. Tutti gli indici economici dell'Italia sono negativi, i peggiori dal dopoguerra e io sono sotto i 300 punti. Che c'entro io allora con la vostra economia. Mi permetta, lei è uno che legge solo i giornali, per questo mi fa queste domande".
Italiano qualunque: "Qual è allora il motivo della sua discesa?"
Spread: "Vuolsi colà dove si puote, nelle agenzie di rating, direbbe il vostro Dante. Però le do qualche indizio. Rigor Montis ha riportato a casa centinaia di miliardi di vostro debito dalle banche francesi e tedesche e quindi il problema del debito sta diventando solo vostro e io c'entro sempre di meno. Quando il vostro debito pubblico ve lo sarete ricomprati al l'80/90% a nessuno interesserà più lo spread. Questa è la missione di Rigor Montis, far ritornare il debito in patria, impoverendo il Paese."
Italiano qualunque: "Quindi, nel tempo, lei sparirà di scena e ci rimarrà un debito pubblico enorme, tutto sulle nostre spalle, che nessuno all'estero ci comprerà più e per metterlo sotto controllo ci vorranno decenni attingendo ai risparmi degli italiani".
Spread: "Chi vive di debito, muore di debito. Auf wiedersehen, mio caro amico"

Il Movimento 5 Stelle è in calo. Lo dicono i sondaggi. Piepoli, da sempre il più timido nell’ammettere i boom degli attivisti 5 stelle, parla di una ripartizione simile: Pd 33%, Pdl 17% (altri centrodestra 7), Coalizione Monti 12%, M5S 11%, Lega 6, Sel 6 (altri centrosinistra 3), Ingroia 5. 

La sensazione è che Ingroia sia sovrastimato e che Monti e Pdl cresceranno ancora (siamo in Italia,baby). Bersani un mese fa aveva già vinto e da allora non ne becca una (la sua sottovalutazione di Monti ha del leggendario). Perdere sembra impossibile, ma il centrosinistra può farcela. C’mon.

Gli altri istituti danno il movimento di Beppe Grillo tra il 13 e il 16-17. Il più attendibile, sinora, si è rivelato Swg, costantemente rilanciato dalla trasmissione Agorà su RaiTre. E’ stato il primo a rivelarne la crescita e continua ad accreditargli un 17 percento circa. Il calo, rispetto alla cifre che venivano sparate tra la vittoria a Parma e quella (come lista) in Sicilia, è comunque innegabile. E ha spiegazioni chiare.
Anzitutto occorre intendersi su quale sia il potenziale reale del Movimento 5 Stelle. Fino a un anno fa, quasi tutti ritenevano sufficiente lo sbarramento del 4 percento per disinnescare il M5S. Neanche sarebbe entrato alla Camera e al Senato. Nel giro di sei mesi, una forza data genericamente al 3% (sotto la voce “altri”) era divenuta “sicuramente” la seconda realtà politica italiana, poco distante dal Pd. Dal tutto al niente. Un po’ di misura, no?

Il Movimento 5 Stelle è realtà anomala in un paese per nulla aduso alle novità. Politicamente l’Italia è il paese più reazionario d’Europa, nato e morto democristiano (se va bene): gli elogi orgiastici della stampa “riformista” alla Rifondazione Cristiana di Mario Monti ne sono prova. In un paese simile, suonerebbe quasi rivoluzionario se Grillo raggiungesse a febbraio un risultato a due cifre. In qualità di virus benefico da inoculare nella casta infettatissima della politica italiana, non cambia poi molto se il risultato sarà 9, 11 o 14%. Il Movimento 5 Stelle deve entrare in Parlamento non per governare, ma per fare (con Ingroia) seria opposizione. Esattamente ciò che mai è accaduto con i Violante e i Crisafulli (che continueranno a vivere e lottare in mezzo a loro: wow). 
Sì, ma perché il M5S sta calando?

1) Nelle ultime settimane non ci sono stati scandali come quelli di Lusi e Fiorito. L’effetto Primarie (belle le prime, con più ombre che luci le seconde) ha ridato un po’ di verginità al centrosinistra. Se la casta non lo “aiuta”, la capacità grillista di sfondamento scema.

2) Grillo è rimasto sullo sfondo. Di lui si è parlato poco. E qualcuno si è allontanato.

3) Dopo le elezioni siciliane, Grillo ha sbagliato molto. L’allontanamento di Favia e Salsi, in sé, è irrilevante: martiri di professione erano, sono e saranno. Gne gne. Entrambi in scadenza di secondo mandato, quindi con bisogno legittimamente ambizioso di ricollocazione (azzardiamo: il primo con gli Arancioni, la seconda nel centrosinistra come Serracchiani 2.0). Espellendoli, senza peraltro chiarirne troppo i motivi, Grillo ha dato loro – e a chi li ha sfruttati, dai giornali potenti a quelli nati solo per tratteggiarlo come novello Stalin (questi ultimi son durati poco) – un assist mirabile. Il “fuori dalle palle” resta un autogol monumentale. Con queste mosse, e con delle Parlamentarie rabberciate, qualcuno se n’è andato. Non molti (il tema della “democrazia interna” attrae poco l’attivista 5 stelle). Ma qualcuno sì. Che è tornato da mamma Pd. Oppure a Sel. O si è avvicinato agli Arancioni.

4) Appunto, gli Arancioni. Grillo non ha nulla da temere da Bersani, Vendola o Monti: gli drenano pochissimi voti. Ingroia (e chi lo segue, forse sfruttandolo come foglia di fico e forse no) pesca invece nello stesso bacino elettorale. E’ buffo che gli attivisti 5 stelle, forse per esorcizzarne il rischio, lo neghino, sostenendo che la Rivoluzione Civile tolga voti unicamente a Vendola. Macché. Ne toglie eccome a Grillo. Non parlo tanto dei venti-trentenni cibernauti, quanto dei quaranta-sessantenni di sinistra (e delusi dalla sinistra) che in mancanza d’altro si erano lentamente avvicinati a Grillo. Penso, per esempio, al normotipo santoriano (nel senso di Michele Santoro) o floresiano (nel senso di Paolo Flores D’Arcais). Per loro Ingroia (e De Magistris, e Di Pietro, volendo pure Ferrero e Diliberto) rappresentano ora una prospettiva maggiormente gradita. Su Ingroia politico ho qualche perplessità (sull’uomo e sul magistrato no), ma è del tutto auspicabile che una forza che raccoglie anche le Agende Rosse di Borsellino e il Popolo Viola entri, o torni, in Parlamento. La prospettiva massima, a febbraio, sembra coincidere per molti con un 20 percento complessivo di attivisti 5 stelle e arancioni, che condurranno quasi sempre le stesse battaglie. Il timore è un effetto Sinistra Arcobaleno 2: se si fermeranno poco sotto il 4 percento, gli Arancioni saranno serviti unicamente a togliere eletti alla cosiddetta “antipolitica”.

5) Berlusconi. Sembra impossibile (ad alcuni: a me no) che ci siano ancora tanti disposti a rivotare un figuro sempre più impresentabile, nonché sinapticamente devastatissimo, ma questa è l’Italia. Berlusconi non è morto politicamente: ogni volta che stava per accadere, qualcuno lo ha salvato (D’Alema, Veltroni, Napolitano). A febbraio ne ripagheremo le conseguenze. Il Pdl, senza Lega, si attesterà – temo – poco sotto il 25: cifra inaudita, tenendo conto dei disastri compiuti. Se poi Berlusconi si alleerà con Maroni, al Senato avrà luogo un pareggio e l’inciucione Bersani-Monti (con Vendola a girarsi i pollici) sarà cosa certissima (certa lo è già). Questo conato di berlusconismo riguarda anche il M5S: non pochi delusi da destra, dopo aver flirtato con Grillo, si faranno nuovamente rincitrullire dal Bollito. Vamos.

6) Se Renzi avesse vinto le Primarie, il centrosinistra avrebbe stravinto, Berlusconi non avrebbe più appeal e il Movimento 5 Stelle sarebbe sceso molto di più. Il vero anti-Grillo non è Bersani (ahahah) e neanche Ingroia (che casomai è un Grillo 2), ma il sindaco di Firenze. Da non renziano, trovo inattaccabile la coerenza del Renzi post-primarie. Complimenti.

Nelle prossime settimane, facendo comizi ovunque (le piazze dei Firma Day e Massacro Tour erano piene: questa crisi M5S c’è davvero?), Beppe Grillo si giocherà tutto. Se resta in panchina si ammoscia, se sgomita nella mischia si esalta. Dopo le epurazioni è diventato più “conciliante”. Ha ammesso qualche sbaglio (che per lui, disabituato alla critica, è tantissimo). Ha recitato (per strategia e non solo) la parte del martire sulla vicenda-firme. E’ sembrato perfino più istituzionale (il discorso crepuscolare di Capodanno).

Prima di Parma, Pizzarotti era dato al 3 percento; prima delle regionali siciliane, Cancelleri al 7. I sondaggi sono anch’essi strumenti di propaganda elettorale e il M5S è realtà liquida. Se sarà calo o slavina, dipenderà da Grillo, dagli attivisti e dalla casta (per meglio dire: dal suo livello di masochismo inconsapevole).

Saranno settimane di guerriglia. Copritevi bene, che per la democrazia italiana sarà un inverno rigidissimo

 

Spread sotto 290, risparmi per 50 miliardi,MA LA RIPRESA PASSA PER UN AVANZO PRIMARIO DAL 2014 AL 2030 DEL 5% !!! QUESTO PER ABBATTERE IL RAPPORTO DEBITO / PIL DAL 120% AL 60% !!!

 

Chissà se Pier Luigi Bersani ha avuto tempo di leggere il Rapporto sulla sostenibilità fiscale 2012 presentato ieri dalla Commissione europea. Quelle 212 pagine sono molto più determinanti per i destini della prossima legislatura che le scelte tanto attese in questi giorni di Mario Monti.

Il tono ottimistico sulle prospettive dell’Italia non deve ingannare. Nel rapporto si legge infatti che “l’Italia non pare a rischio di stress di bilancio nel breve periodo”. Questo significa che nei prossimi 3-5 anni non ci dovremmo trovare di nuovo sull’orlo del default, come nel 2011, schiacciati tra un deficit difficile da finanziare e un debito insostenibile. Nel lungo periodo i rischi di insostenibilità diventeranno addirittura bassi, come dire che non dovremo più preoccuparci dello spread. Ma a quali condizioni?

Qui arriviamo al punto sensibile. Le previsioni di sostenibilità della Commissione si fondano sull’ipotesi che l’Italia riesca a raggiungere nel 2014 un avanzo primario pari al 5 per cento e poi lo mantenga. L’avanzo primario è la misura di quanto è efficiente e parco lo Stato: è la differenza tra entrate e uscite prima di aggiungere al conto gli interessi sul debito.Avere un avanzo strutturale (cioè depurato dagli effetti della recessione) del 5 per cento significa, a spanne, che ogni anno lo Stato deve incassare 75 miliardi in più di quanti ne spende, soldi da destinare ad abbattere il debito pregresso. I tecnici della commissione sono un po’ scettici: l’avanzo primario nel 2010 era lo 0,9 per cento, nel 2011 e 2012, nonostante tutte le manovre, è stato rispettivamente dell’1,2 e del 4,1. Se dal 2014 al 2030 sarà al 5 per cento, nel 2030 il rapporto tra debito e Pil potrebbe arrivare a quel 60 per cento previsto dal trattato di Maastricht e ribadito dal fiscal compact. Si tratta di “un avanzo primario strutturale superiore di 2 punti percentuali di Pil rispetto a quello osservato in media in Italia, Polonia, Ungheria, Malta, Slovacchia, Romania e Lettonia nel periodo 1988-2011”.

Tradotto: non ci sono precedenti nella storia recente di una simile austerità estesa negli anni, senza cedimenti a tentazioni di spesa pre-elettorali o a cambi di colore politico dei governi. E quindi non c’è alcuna garanzia che sia davvero percorribile un simile percorso di rigore. Se per caso si decidesse di sgarrare, come piacerebbe a molti a sinistra e a destra, “i rischi sarebbero molto più elevati”, avverte il rapporto europeo. Bersani è avvisato.

 

Borse europee, passato l'effetto fiscal cliff

Il crollo del differenziale Btp-Bund è ossigeno per le tasche dello Stato. Ma gli effetti per famiglie e imprese ancora non si vedono. I mercati mondiali riaprono cauti dopo il rally di ieri (la giornata) dovuto all'accordo contro il "baratro fiscale" di ETTORE LIVINI

 
GLI USA PER EVITARE IL TRACOLLO FINANZIARIO DAL PESO DI 17.000 MILIARDI DI DOLLARI!!!27-12-12

Scoppia una nuova grana economica per gli Stati Uniti. Il tetto del debito sarà raggiunto il 31 dicembre e non nel corso del 2013 come inizialmente previsto. Lo ha reso noto il Tesoro Usa aggiungendo che adotterà "misure straordinarie" per rinviare il default delm Paese. Il tutto mentre a meno di 5 giorni dalla fine dell'anno non si intravede un'intesa sul 'Fiscal Cliff'. 

Il tetto, 16.400 miliardi di dollari, fissato alla fine del 2011 al termine di un lungo braccio di ferro tra Democratici e Repubblicani, sarà raggiunto, ha spiegato il ministro del Tesoro, Timothy Geithner, il 31 dicembre. Tre decenni fa, il debito pubblico degli Stati Uniti era di appena 908 miliardi di dollari. Ma il livello è salito costantemente, superando i 1.000 miliardi nel 1982, i 5.000 miliardi nel 1996 e i 10.000 miliardi nel 2008. 

In una lettera ai leader del Congresso, Geithner ha spiegato che il Tesoro adotterà "misure straordinarie" per "posporre temporaneamente la data in cui gli Stati Uniti si troverebbero altrimenti in default". L'obiettivo, spiega il Wall Street Journal, è prendere tempo creando una nuova zona cuscinetto di almeno 200 miliardi per allontanare il totale del debito dal tetto di 16.400. Duecento miliardi che equivalgono esattamente alla cifra generalmente presa in prestito dal governo Usa in 60 giorni.

Non è chiaro per quanto tempo le "misure straordinarie" resteranno in vigore, anche perchè le politiche fiscali e di spesa per il 2013 sono ancora oggetto di negoziato come parte dei colloqui per scongiurare il Fiscal Cliff (i 600 miliardi tra tasse e nuove imposte che entreranno in vigore il 1 gennaio se non sarà trovata un'intesa entro la fine dell'anno).Il partito repubblicano ha fatto sapere intanto in un comunicato che "le linee di comunicazione rimangono aperte, e continueremo a lavorare con i nostri colleghi per scongiurare il balzo del prelievo fiscale più grande nella storia americana e per affrontare il problema sottostante, che è la spesa". 

 

Lo sfascio di un Testa di Cazzo millantato come salvatore d'Italonia

I posti sono sempre di meno e gli aspiranti sempre di più. Al cessare della musica, a fine febbraio, chi può si getterà sulla sedia più vicina. Le danze sono state avviate da Napolitano con lo scioglimento anticipato delle Camere. Il Presidente è dispiaciuto di dover essere ancora lui a nominare il prossimo presidente del Consiglio. Il suo dispiacere è ampiamente condiviso dagli italiani. Senza le elezioni anticipate, in primavera il M5S avrebbe partecipato all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Sarebbe stato il successore di Napolitano a scegliere il nuovo presidente del Consiglio e la musica sarebbe subito cambiata. Sperimentati pallonari girano come forsennati intorno alle sedie disposte in circolo. Ognuno si sacrifica per salvare gli italiani. Qualcuno canta insieme all'ex assistente di Pomicino, in arte Rigor Mortis, "Insieme abbiamo salvato l'Italia dal disastro. Ora va rinnovata la politica". Nessuno ride di queste bestialità tra i rinnovatori. Si prendono sul serio persino Casini e Fini che, come è noto, sono in politica dalla nascita. Gli scambisti pullulano, saltano da una parte all'altra per avvicinarsi alle sedie. Ichino, il giuslavorista protettore dei precari, si butta al centro. E' fuggito con il programma confindustriale di Bersani che ormai sembra Gargamella con i puffi ex democristiani in fuga verso Monti. Importa la sedia. Il partito non ha importanza. C'è chi va in gruppo sotto una enorme Foglia di di Fico per non farsi riconoscere e strappare il biglietto del 5%. Chi, invece, si vende senza pregiudizi e cambia casacca all'improvviso, illuminato dal senso di responsabilità. La politica, del resto, è l'arte del possibile .ll girotondo attrae nuove, ma sperimentate, comparse, come la luce le falene, i tremontini, i giannini, i montezemolini si affollano alle sedie. Un 20% delle sedie era prenotato, una su cinque, dal M5S. Era necessario anticipare il ballo per conservare lo stesso numero di sedie, e così è stato. Il Gran Cerimoniere, che non voleva (ad ogni costo!) che la danza si svolgesse con lo spartito del Porcellum, e lo ripeteva da mesi, ha deciso che si ballerà in inverno per la prima volta nella storia della Repubblica, con il Porcellum e senza che il capo sedia Rigor Montis chiedesse la fiducia alle Camere. La danza delle sedie musicali potrebbe però trasformarsi per la Casta in qualcosa di inaspettato. In un ballo degli scheletri, in unadanza macabra con la sepoltura definitiva di coloro che hanno portato il Paese allo sfascio e ora dicono di volerlo salvare senza il minimo pudore.

 

Wall Street dice "sì" all'Ice 
Nasce la prima Borsa mondiale

Offerta da 8,2 miliardi di dollari, in contanti e azioni, per creare il più grande operatore globale, dal mercato delle materie prime a future e derivati. Ai soci del Nyse il 36% del nuova società. Nel 2011 erano stati offerti 11 miliardi

 

MILANO - Intercontinental Exchange ha acquistato Nyse Euronext, il gestore di Wall Street, la Borsa di New York,  per 8,2 miliardi di dollari, tra contanti e titoli: gli azionisti del Nyse avranno il 36% delle azioni della società. Dall'operazione Ice-Nyse Euronext nasce così il primo operatore mondiale nel campo della finanza e Ice, leader nelle transazioni sulle materie prime e il petrolio, si aggiudica la gestione dei mercati azionari di Parigi, Bruxelles, Amsterdam e Lisbona e il mercato europeo dei derivati Liffe.  

L'operazione, approvata dai consigli di amministrazione delle due società, dovrebbe chiudersi - si legge in una nota - nella seconda parte del 2013 ed è soggetta all'approvazione delle autorità di regolamentazione in Europa e negli Stati Uniti e al via libera degli azionisti delle due società: "Ice è impegnata a preservare il marchio Nyse Euronext. Ice manterrà un doppio quartier generale ad Atlanta e New York. Il quartier generale di New York sarà nell'edificio di Wall Street e saranno aperti nuovi uffici a Midtown nel giugno 2013. Ice intende valutare l'initial public offering di Euronext dopo la chiusura dell'acquisizione se le condizioni di mercato e le autorità europee la sosterranno. Jeffrey C. Sprecher continuerà a essere l'amministratore delegato" della società che nascerà dall'unione. Scott Hill sarà il chief financial officer. Duncan Niederauer sarà il presidente della società nascente e l'amministratore delegato del gruppo Nyse. Quattro membri del consiglio di amministrazione di Nyse Euronext entreranno nel cda di Ice che sarà ampliato a 15 membri.

Il via libera all'operazione mette quindi fine a quasi due secoli di indipendenza del 'Big Board', uno dei simboli del capitalismo americano, ma - soprattutto - potrebbe riaprire il risiko delle Borse, sulla scia della battaglia che si era verificata nel 2011. Ice specializzata nel trading di energia e commodity si rafforzerebbe con Nyse mettendo le mani sul mercato dei future di Londra, Liffe. Fondata nel 2000, Ice ha una capitalizzazione di mercato di 9,3 miliardi di dollari, superiore ai 5,8 miliardi di dollari di Nyse Euronext.

La proposta di fusione è arrivata a poco più di un anno di distanza dal precedente tentativo di Ice che, nel 2011, si era alleata con Nasdaq e aveva presentato un'offerta per rilevare Nyse per 11 miliardi di dollari. Un tentativo naufragato anche per le autorità di regolamentazione, con il Dipartimento di Giustizia americano che aveva espresso i propri dubbi sull'effetto che il matrimonio avrebbe avuto sulla concorrenza, "sostanzialmente eliminandola" in diverse aree.

L'affondo di Ice e Nasdaq prendeva le mosse dall'ipotesi di unione fra Nyse e Deutsche Boerse, che avrebbe creato un colosso con quattro volte i ricavi del London Stock Exchange. Un matrimonio al quale l'Unione europea aveva detto no perché avrebbe creato un "quasi-monopolio" sul mercato dei derivati del Vecchio continente.

 

Legge stabilità, il Pdl e gli schiavi di B: “Serve più tempo”. Bersani: “Non la usino per i loro problemi”

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Il centrodestra rallenta il governo. Braccio di ferro sui tempi di approvazione con il Pd. Cicchitto: "Il Senato ha arricchito il provvedimento con molti elementi, dobbiamo analizzarli". La Finocchiaro: "C'è un problema politico"

Lo scioglimento delle Camere si fa dopo Natale, forse dopo Capodanno, probabilmente nella notte della Befana. Si vota a metà febbraio, si dice anche a fine febbraio, ma può essere anche a marzo, il giorno del compleanno di Rigor Montis, per rispetto all'uomo più amato dalla BCE e meno amato dagli italiani. Per le elezioni politiche c'è il caos più completo, il tutto sotto l'attenta guida di Napolitano, 87 anni e non li dimostra. Sembra la ritirata della Beresina.
I motivi ufficiali di questa farsa, degna di Totòtruffa sono due, entrambi falsi, la sfiduciae lo spread. La sfiducia al governo Monti è inesistente. Questo tizio ha annunciato le sue dimissioni (come se fosse un impiegato e non il presidente del Consiglio) con il beneplacito di Napolitano. Entrambi non devono aver letto con attenzione la Costituzione che IMPONE la sfiducia parlamentare per lo scioglimento delle Camere.ART. 94 "Ciascuna Camera... revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione". Se Monti vuole dare le dimissioni ha l'obbligo di recarsi di fronte al Parlamento e porre la fiducia (e sa che la otterrebbe). Non può sfiduciarsi da solo. Ma chi si crede di essere? Napolitano non può sciogliere le Camere perché Monti tiene il broncio. Qui siamo all'asilo Mariuccia. La fretta nell'andare alle elezioni dopo le dimissioni personali di Rigor Montis è dovuta alla grande preoccupazione del Capo dello Stato sullo spread. Ma lo spread non ha mai goduto di miglior salute da quando Monti ha annunciato la sua dipartita. E' Monti lo spread!

 

Beppe Grillo e le Parlamentarie: i votanti sono solo 20mila. Gli iscritti al movimento 255mila. Avrebbe votato, per i futuri parlamentari, soltanto il 12% della base,meglio di niente!!

Solo il 12% degli iscritti 5 stelle ha potuto eleggere i suoi futuri parlamentari (eletti con una media di 40 voti ciascuno). Numeri onesti, numeri bassi, che fanno riflettere. Nel post di oggi, l'ennesimo "contro", Grillo attacca nuovamente il Pd e chiama le "parlamentarie" copiate dal "Pdmenoelle" le "buffonarie".

Ma fa di più, probabilmente ora del tutto certificati, elenca i numeri delle elezioni on line 5 stelle: spiega che in Italia gli iscritti al Movimento sono 255.339 mila (questa, dunque, la base). Sono tanti, sono pochi? Difficile tracciare un bilancio per un MoVimento nato dalla rete, e non da assemblee politiche o da volontà di segretari di partito.

Ma c'è un dato che impressiona: Grillo spiega infatti che gli aventi diritto al voto (ovvero quelli iscritti al M5s prima del 30 settembre 2012) erano 31.612 su una base totale di 255mila iscritti. Questo significa due cose: la prima è che alle parlamentarie, soltanto il 12,5% degli attuali iscritti (totali) al MoVimento ha potuto esprimere il suo voto e scegliere i futuri candidati al Parlamento. Il restante 87,5% è rimasto fuori. Chiaro è, però, che buona parte degli iscritti al Movimento, evidentemente, si è registrata soltanto negli ultimi mesi (o non aveva inviato documentazione). Dunque il MoVimento sarebbe in crescita.

 

 

 

 

 

 

 

 

Cinquanta sfumature di grigio

In Italia ci sono 2,9 milioni di disoccupati, tanti quanti gli elettori delle primarie dicentrosinistra, all’incirca. Eppure non sono protagonisti della campagna elettorale. Non c’è nessuno, per ora, che si lanci in promesse come quella di Silvio Berlusconi nel 2001 (“un milione di posti di lavoro, dimezzare tasso di disoccupazione”, non ci è riuscito). Eppure tutta la campagna elettorale americana è stata sui “jobs”, i posti di lavoro creati da Barack Obama e quelli che MittRomney prometteva di far apparire. In Italia no. 

Pier Luigi Bersani ha vinto le primarie promettendo due priorità: “Lavoro e moralità”. Ma non sono noti dettagli su come pensi di raggiungere il primo obiettivo. A destra la confusione politica ha oscurato il vuoto di idee.   

L’approccio dei tecnici  meno tutele, più flessibilità in cambio di un dinamismo che dovrebbe incentivare gli investimenti – non sta funzionando. Lavoce.info ha notato come la riforma Forneroha determinato un crollo del ricorso al lavoro intermittente, quello più precario, ma l’apprendistato, modello contrattuale su cui si regge la riforma, non decolla.

Nella crisi 2008-2011, ha scoperto il centro di ricerche Isfol, il tasso di trasformazione da lavoratore precario a stabile è sceso di nove punti (dal 43 al 37 per cento). L’unica ricetta che sembra mettere d’accordo tutti, dal sottosegretario Gianfranco Polillo che la teorizza a Bersani che avalla l’accordo separato governo-sindacati, è che per essere più produttivi bisogna lavorare più ore. Un approccio ottocentesco, che lega la produttività al tempo lavorato e non agli investimenti in capitale (fisico o umano, essendo quest’ultimo quello cruciale, come ricorda sempre il governatore di Bankitalia Ignazio Visco). Dietro c’è l’idea, o l’ideologia, che certe tutele e certi diritti non ce li possiamo più permettere. E quindi bisogna rassegnarsi a perderli. Ma nel frattempo la disoccupazione aumenta. Chissà se nel prossimo mese almeno il Pd elaborerà una strategia coerente (e misurabile nei suoi effetti) su quello che dovrebbe essere il suo tema principale, il lavoro.

Lo spettro dell'offerta politica è molto ampio. Va dal sostegno senza condizioni a un nuovo governo di Rigor Mortis di Gargamella (è Monti il vero vincitore delle primarie del pdmenoelle), al rispetto dell'Agenda Monti da parte di Azzurro Caltagirone e Montezemolo Libero e Bello, all'appoggio esterno di Monti da parte del Coniglio Mannaro 2 che c'entra in un gabinetto (il primo coniglione fu Forlani, detto anche bavetta), all'invocazione di Monti alla guida del Pdl da parte dello psiconano giallo itterizia che si è offerto di fare un passo indietro dopo essere stato sfanculato dalla UE.
Rigor Montis è come Figaro, tutti lo cercano, tutti lo vogliono per fare barba e capelli al Paese. La Merkel e Hollande lo hanno accolto con manifestazioni di giubilo. Solo lui può infatti continuare la pulizia delle centinaia di miliardi di euro dei nostri titoli di Stato dalle loro banche. E' un curatore fallimentare di fiducia. Gli unici che non vorrebbero Rigor Montis all'uscio (è sempre meglio un morto in casa) sono gli italiani. Per fargli ingoiare il rospo hanno fondato il Partito Unico con cinquanta sfumature di grigio. Puoi votare chi vuoi, in piena libertà, ma il vincitore è sempre quello. Gli elettori sono trattati come i "cari inferiori" del capoufficio di Fantozzi "Votate cari inferiori. E' la democrazia. E' la libertà di continuare a farci i cazzi nostri".
Dopo le dimissioni extraparlamentari di Monti che non si è presentato in Parlamento dove NON sarebbe stato sfiduciato, si è diffuso il terrore sulla tenuta dello spread, ma lo spread è rimasto più o meno sugli stessi valori e ci ha svelato una verità inconfutabile: lo spread è Rigor Montis. Se uno per tutti (Monti) e tutti per uno (sempre Monti) perché Napolitano anticipa le elezioni? Non c'è alcun motivo. In Parlamento ci sarebbe infatti un'ovazione per l'uomo dell'Agenda Grigia, incondizionata, plebiscitaria dei suoi Grandi Elettori di oggi e di domani. E allora, caro Capo dello Stato perché andare ai seggi di fretta sotto la neve? Interrompere la legislatura, con tutte le possibili conseguenze, se è nelle mani di un uomo così probo e giusto e osservante e benvoluto da ogni partito come Monti, artefice del record italiano del debito pubblico di tutti i tempi con 2.000 miliardi di euro? Alle elezioni ci saranno solo due scelte: Rigor Montis con tutti i partiti nelle diverse sfumature di grigio e il M5S. 
Il problema dell'Italia siamo noi, noi cittadini italiani. La colpa è nostra se il debito pubblico ha superato i 2.000 miliardi, nostra se non riusciamo a mantenere la famiglia e ci impicchiamo o ci diamo fuoco nel silenzio di un capannone per la vergogna, nostra se dobbiamo emigrare dopo una laurea conquistata a fatica perché rifiutiamo "i lavori che gli italiani non vogliono più fare", nostra se facciamo la fila a migliaia alle mense della Caritas per un piatto di minestra perché non abbiamo voglia di impegnarci nella vita, nostra se abbiamo perso la casa a causa dell'IMU, nostra se abbiamo sbagliato il capoverso B del riquadro F della dichiarazione dei redditi e non riusciamo a onorare le sanzioni, nostra se paghiamo le tasse più alte del mondo e in cambio abbiamo i servizi più scadenti o nessun servizio e ci dobbiamo arrangiare da soli, nostra se non avremo nessuna pensione perché moriremo prima e tra qualche anno non varrà quasi nulla mentre paghiamo all'INPS le pensioni d'oro degli ex parlamentari, nostra se la sicurezza nelle città è un optional e ti puoi prendere una coltellata o essere stuprata da uno sconosciuto con precedenti penali a cui è stato dato il foglio di via, ma da qui non se ne è mai andato, nostra se veniamo travolti in bicicletta perché ci ostiniamo a non usare la macchina in assenza di piste ciclabili sicure, nostra se respiriamo l'aria tossica degli inceneritori in mancanza di una raccolta differenziata, nostra se se non abbiamo movimentato il conto corrente per più di dieci anni e lo Stato si prende tutto, nostra se abbiamo un parente malato di alzheimer, nostra se dobbiamo fare un'operazione e moriamo in lista di attesa, nostra se le aziende lasciano l'Italia per non morire di tasse, disservizi, gabelle, controlli e adempimenti inutili, nostra se conviviamo con la mafia spesso per non morire, nostra per la corruzione, le tangenti, il pizzo. Nostra se non esiste alcun futuro per i nostri figli, se le banche incassano profitti mostruosi e non concedono un prestito, un mutuo, un fido, un cazzo di niente alle piccole imprese e alle famiglie. Nostra se protestiamo e siamo manganellati, nostra se scendiamo in piazza e veniamo incarcerati per mesi senza processo come neppure sotto Pol Pot. Nostra se esiste il M5S, la vera origine di tutti i mali della Nazione, vaso di Pandora, antidemocratico, puzzolente, fascista, leninista, schifoso, massone, mussoliniano, occulto, colpevole di non aver mai rubato, ma anzi di aver restituito milioni di euro di contributi elettorali. Nostra se il M5S è il secondo movimento politico, un MoVimento che il Paese, che affonda le sue radici nella vera e illuminata democrazia dei partiti e nell'informazione di giornalisti con la schiena dritta a 90 gradi, non si merita.

 

Monti: "Così Silvio butta un anno di sacrifici ed io non avevo proprio voglia di farmi fare il verso da quel Testa di Cazzo con le sue Televisioni Medioevali di merda"

Casa, crollano gli acquisti
Mutui in caduta libera,-41%

Grillo 'MANDA AFFANCULO' Favia IL FIGETTINO TUTTO SA LUI e la Salsi SUPERFASHION DEI MIEI COGLIONI
"Vietato l'uso del nome del M5S, ora sono liberi di andare a fare in culo dove cazzo DI MERDA vogliono. Soprattutto la Salsi, che sembra una bella fichetta tipo Forza Italiota,adesso può andare a fare la sapientona della democrazia dove minchia di merda cazzo vuole e vaffanculo !!!""

Il leader ai dissidenti: "Via dalle palle,ANDATE A ROMPERE I COGLIONI IN FORZA ITALIOTA O NEL PARTITO DELLA DIOSSINA" / VideoI SUOI SCHIAVI IN GALERA E LUI ALLEGRAMENTE AI CESSI DI MILANELLO A FARE IL RE TAUMATURGO DELLA MEGA MERDA: MORALE DELLA FAVOLA DUE PARTITE LADRATE IN PURO STILE RUBENTUS E TUTTI A LECCARGLI IL CULO FLACCIDO PER GLI STRAPUNTINI ELETTORALI RIMASTIGLI: LE SECONDARIE FINISCONO NEI CESSI DEL MEDIASET, COSI' COME IL SUO SCHIAVETTO NOMINATO SEGRETARIO.

DALL'EDITTO BULGARO DEL 2005 ALL'EDITTO DAI CESSI DI MILANELLO DEL 2012

Diceva Karl Marx che le tragedie della storia si ripetono sempre, ma in forma di farsa. Ma in che forma si ripetono le farse, in un paese dove nulla è mai serio? Vent’anni fa il cinquantaseienneSilvio B. inaugurava un supermercato Standa a Casalecchio di Reno e lanciava il suo primo proclama politico per salvare la Fininvest dal tracollo finanziario e se stesso dalla galera: “Come sindaco di Roma, tra Fini e Rutelli, voterei Fini”. Era l’annuncio dell’alleanza a geometrie variabili, con An nel Centro-Sud e con la Lega al Nord, che di lì a quattro mesi avrebbe regalato la vittoria al suo partito chiamato come un coro da stadio: Forza Italia. Ora il settantaseienne Silvio B. ha gli stessi due problemi di allora: Mediaset rischia il tracollo finanziario e lui la galera. Così ha scelto un altro luogo simbolico per una certa Italia, per annunciare la ridiscesa in campo: il prato di Milanello.

L’arma segreta non è un mirabolante programma di riforme, tanto non ci crederebbe nessuno e comunque interesserebbe a pochi intimi: ma l’acquisto di Balotelli, che si aggiunge al colpaccio Briatore. Il resto sarà una campagna elettorale tutta in tv, con qualche ritocco sui bersagli: al posto dei comunisti, la Merkel e l’euro; al posto delle toghe rosse (quelle le combattono già Napolitano e Violante), Monti e le sue tasse. Il fatto che l’euro sia entrato in vigore nel 2002, sotto il governo Berlusconi-2, se lo sono scordato tutti. Il fatto che il Pdl stia nel Ppe con la Cdu della Merkel, è un dettaglio per amatori. Il fatto che il Pdl abbia votato tutti i decreti di Monti, chi se ne ricorda? Ciò che conta è smarcarsi dal governo tecnico, facendo finta che sia caduto per merito di B. e lasciando Bersani e Casini col cerino in mano. La gente, la sua gente, abboccherà: anche i berlusconiani più critici e delusi, quelli non ancora fuggiti verso Grillo o l’astensione, di fronte all’alternativa “volete ancora più tasse con Bersani e Vendola o il nemico pubblico numero uno delle tasse tant’è che s’è beccato 4 anni in primo grado per evasione fiscale?”, torneranno all’ovile rassegnati: aridatece er puzzone.

E saranno senz’altro più numerosi di quelli che avrebbero preferito Alfano (diciamo la verità: non esiste in natura un solo fan di Alfano, nemmeno tra i parenti stretti, se si escludono decine di giornalisti servi che per mesi hanno eretto monumenti equestri ad Angelino Jolie, scolpito nel marmo come Giovanni dalle Bande Nere). Sono gente di bocca buona e stomaco forte, oltreché di memoria corta: gente che, con questi chiari di luna, bada al sodo e al soldo e se ne infischia del conflitto d’interessi, delle leggi vergogna e del Porcellum. Anche perché l’Allegro Squadrone di Bersani & C. ha ripetuto fino alla noia che bisogna risolvere il conflitto d’interessi, abolire le leggi vergogna e cancellare il Porcellum, e non ci ha mai neppure provato. L’unica differenza rispetto a vent’anni fa è che il Cavaliere Dimezzato sa benissimo che non tornerà mai più a Palazzo Chigi, né andrà al Quirinale (che rabbia: proprio adesso che il Presidente, grazie alla Consulta, è più intoccabile del Re Sole). Ma, se tutto va male, cioè bene per lui, le elezioni non le vincerà nessuno. Non perché il Pd non abbia tutti i numeri per essere il primo partito: forse il distacco di 15 punti nei sondaggi è talmente incolmabile che anche dei perditori professionisti come quelli della sinistra italiana faticheranno a mangiarselo in tre mesi. Ma perché, proprio grazie al Porcellum, Bersani e Vendola potrebbero non avere la maggioranza in Senato nemmeno se prendessero il 40% dei voti. A quel punto, per fare un governo, dovrebbero chiedere aiuto a Grillo o a B. E Grillo ha già detto che non appoggerà nessuno: dunque non resterebbe che B. Che ancora una volta sarebbe decisivo. In cambio di cosa, ci pare quasi di intuirlo.

 

Monti: 'Dimissioni subito dopo leggi di bilancio'
Voto a febbraio. Il premier pensa a candidatura,NEL FRATTEMPO SPREAD A 360 DA 297 IN 5 GIORNI!!!

IL FALLIMENTO DI FABBRICA ITALIOTA E DELLE STRONZATE DI MINCHIONNE,IL RE MAGIO ALLA ROVESCIA

"Chi crede che Marchionne e il gruppo Fiat vogliano restare a Pomigliano, racconta bugie a se stesso e agli altri. Un pò alla volta hanno smantellato lo stabilimento e hanno licenziato tutti gli operai. Negli anni '90, lo stabilimento "Giambattista Vico" di Pomigliano aveva oltre 30.000 operai, oggi ne ha circa 2.000 "assunti" collocati continuamente in cassa integrazione "perchè la Nuova Panda non vende". Altri 2.400 sono da tre anni in cassa integrazione (che scadrà a luglio). L'8 dicembre le mogli degli operai hanno fatto la festa a Marchionne, gli hanno portato le ricevute dei "regali" che il gruppo Fiat ha ricevuto in tutti questi anni, incluse le mazzette. Più che una società, la Fiat è una onlus che riceve donazioni dallo Stato da sempre. Siamo giunti all'epilogo, lo stabilimento è fermo. Nessuna classe politica di questa Regione ha mai pensato ad un piano di sviluppo alternativo per questi territori. Abbiamo stabilmenti pronti per fabbricare i prodotti della green economy, per lanciarsi sul mercato della mobilità sostenibile con veicoli alternativi. Eppure non è mai stata varata una sola legge nazionale o regionale che permettesse la vera conversione energetica e trasportistica nelle nostre città. Ignoranza o mala fede?" Antonio Malfi, M5S Pomigliano

 

A 13 mesi dal crollo politico,scatta l'Operazione Nerone

CAOS A PALAZZO MADAMA. E LO SPREAD RICOMINCIA A SALIRE (06-12-12) LA MUMMIETTA DI ARCORE NON VUOLE ASPETTARE OLTRE:DOPO LA CONDANNA A 4 ANNI DI CARCERE, DOPO IL DISASTRO DI SICILIA ED IL MACELLO DELLE SECONDARIE,IL TOTALE FALLIMENTO DELLE AMMINISTRATIVE A LATERE DEL MAGGIO SCORSO,IL RE EGIZIO SENTE LA TERRA SCOTTARE SOTTO I PIEDI.

VINCE CROZZA,ma il 40% sta col pupazzo. sE AL PUPAZZO GIRANO I COGLIONI....

CROZZA DOVRA' ALLARGARE MOLTO I CORDONI PERCHE' IL CORRUTTORE

E' DIETRO L'ANGOLO.

DEMOCRATICI VOLANO AL 34,6% NEI SONDAGGI. PDL GIU' al 15%. M5S AL 16,3%. UDC SOTTO IL 4% fuori dal pappamento...

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Effetto Grecia, spread sotto quota 295. Monti: “L’obiettivo è 287″(03-12-12)

La partenza del piano di riacquisto del debito ellenico in mano ai privati a condizioni più favorevoli del previsto porta il sereno sul mercato dei ti

 del tesoro che cala al 4,37%. Un andamento che non si vedeva dalla primavera scorsa. Il riacquisto del debito greco allenta ulteriormente, insomma, la tensione sui titoli di Stato dei sorvegliati speciali della zona euro. In testa Spagna e Italia, con i Bonos di Madrid che a metà giornata cedono 13 punti base di rendimento, per un differenziale con il Bund decennale tedesco che scende a 374 punti. 

Il differenziale tra titoli italiani e tedeschi continua a scendere e si avvicina alla “meta” fissata dal presidente del Consiglio Mario Monti: “E’ una giornata positiva – ha detto – siamo scesi sotto quota 300”. Ma “desidero confessare che per me c’è un livello spread a 287 punti base che rappresenta un obiettivo e che spero sia toccato”: il livello che rappresenta la “metà di quella quota 574 con cui abbiamo iniziato il nostro percorso”.

A togliere pressione, il lancio ufficiale da parte dell’Agenzia del debito greco del piano di riacquisto dei bond governativi in mano ai creditori privati. In dettaglio Atene ha detto di essere pronta a ricomprarsi fino a 10 miliardi di euro di propri titoli. L’operazione, necessaria per sbloccare gli aiuti internazionali comporta così il riacquisto di circa 40 miliardi del debito in mano ai privati sul totale di 63 miliardi. Il governo ellenico ha fissato il prezzo massimo per azione per i titoli con scadenza 2023 a 40,1 centesimi e per i titoli con scadenza 2042 un prezzo massimo di 32,2 centesimi. L’offerta media è più alta rispetto a quanto annunciato in precedenza. E quindi, sottolinea l’agenzia Bloomberg, “gli investitori esteri dovrebbero essere incentivati a partecipare all’operazione”. I detentori di titoli di Stato ellenici hanno tempo fino alle 17, orario di Londra, del 7 dicembre per decidere l’ammontare dei bond da vendere e il loro prezzo di vendita.

 

 

 

 

Dopo il decreto Salva Liste del 2010,il 18 Brumaio di Napolitano del 2011,il Colpo di Stato all'Italiota del 2012

Alfano si E' MESSO A GAMBE DIVARICATE a Berlusconi. DAI CESSI DI MILANELLO, BROMURO D'ASFALTO SCARICA NELLA SCIACQUATURA LE SECONDARIE LANCIATE,DALLA FINESTRA,DAL SUO SCHIAVO ALFANO, ORA RIDOTTO A MIGNOTTA D'ALTO BORDO IN MUTA SUB

Taranto, l'Ilva chiude per ritorsione
Operai in sit-in, occupata la direzione
 

 

Da questa mattina le tute blu del siderurgico di Taranto protestano contro la decisione del 
gruppo Riva. Forzati i varchi all'ingresso dello stabilimento. Manifestazione anche a Genova. In 5000 a casa dall'oggi al domani. Il giorno prima la magistratura aveva apposto i sigilli di piombo ad una delle industrie piu' inquinanti del mondo. 27/11/2012

 

IL MASSACRO DI LAMPEDUSA

vedi:STORIA DI LIBIALIA

I cadaveri che arrivano quotidianamente sulle spiagge di Lampedusa sono diventati un banale fatto di cronaca, abituali come una mareggiata. L’Italia è il punto di approdo dei barconi della speranza. Tutti sanno da dove partono i migranti, e perché sono costretti a lasciare le loro patrie, ma nessuno interviene. L’Italia è lasciata sola a fronteggiare la disperazione dell’Africa, mentre l’Europa resta a guardare, come se la tragedia non la riguardasse, come se non ne fosse in parte responsabile con il saccheggio delle risorse africane da parte delle multinazionali, con la vendita di armi e l’appoggio a governi dittatoriali, con il non intervento, il “lassez faire”, di fronte a immani tragedie come quella del Darfur,della Nigeria, del Niger, della Mauritaria, del Sud Sudan o con guerre neocoloniali, in Libia ,in Siria e altrove. Chi fugge dall’inferno finisce, sempre più spesso, nel cimitero di Lampedusa che ormai non ha più posti liberi.

"Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa. Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepolturaalle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili.In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l'unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche. Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all'accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all'Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca,come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza".

 

Schifani: “Via Porcellum o Grillo va all’80%”. Il leader M5S: “Colpo di Stato”

Beppe Grillo La seconda carica dello Stato è convinta che i partiti "con grande responsabilità" si stiano impegnando per una "riforma condivisa" che "interessi i cittadini". Il timore, condiviso anche da Francesco Rutelli, è che il Movimento 5 Stelle ottenga troppi seggi in Parlamento

La Commissione Europea per la Democrazia attraverso il Diritto ha sancito nel 2003 che "gli elementi fondamentali del diritto elettorale, e in particolare del sistema elettorale, la composizione delle commissioni elettorali e la suddivisione delle circoscrizioni non devono poter essere modificati nell’anno che precede l'elezione, o dovrebbero essere legittimati a livello costituzionale o ad un livello superiore a quello della legge ordinaria".I partiti italiani usano la UE come un alibi, alla bisogna, quando serve, come per la Tav in Val di Susa, che in realtà non vuole più nessuno in Europa, oppure la ignorano completamente, come avviene per il falso in bilancio, la legge anti corruzione (che civiene chiesta dal 1999), il conflitto di interessi, l'elezione di condannati in Parlamento e per tutte le immani porcate per le quali siamo "calpesti e derisi". Il potere della UE è sanzionatorio: se non applichi le sue direttive paghi la multa. Se, ad esempio, non si ottempera alle direttive in materia di ambiente, il cittadino italiano (incolpevole) paga multe salatissime. L'Italia è sanzionata ogni anno per centinaia di milioni di euro per truffe ai danni della UE. Primatista assoluta. Multare il cittadino incolpevole (le tasse alla fine le paga lui) a causa dell'inefficienza e della corruzione della politica è come bastonare un asino sfinito dalla mola. Il "Dio lo vuole" delle Crociate è stato sostituito dai partiti con "L'Europa lo vuole", anche quando quest'ultima non vuole proprio nulla, come nel caso degli inceneritori nati come i funghi (specie amanita falloide) in Italia, ribattezzati "termovalorizzatori" dai pdimenoellini, che alla forma ci tengono. I soldi dell'Europa, mitici e inesistenti. I fondi europei, grande presa per i fondelli. Ogni anno destiniamo alla UE circa 12 miliardi di euro, ne ritornano, quando va bene, nove che, in prevalenza, finiscono alle Regioni dove le mafie sono più presenti: Campania, Calabria e Sicilia. I tre miliardi di differenza vanno altrove. E' l'Italia a finanziare la UE, non il contrario. E ora, di fronte al colpo di Stato del cambiamento della legge elettorale in corsa e al tetto del 42,5% per il premio di maggioranza per impedire a tavolino la possibile vittoria del M5S e replicare il Monti bis, la UE tace. Chissà forse ci farà una multa per divieto di sosta a Montecitorio.

 

 

 

 

elezioni in sicilia: astensione al 53% !!! RECORD STORICO ASSOLUTO!!!

Salta per aria anche IL MOLISE !!!

CLAMOROSA AFFERMAZIONE DEL M5S:PRIMO PARTITO DI SICILIA COL 15% !!! IL PARTITO DELLE LIBERTA' CIRCONDARIALI CROLLA AL 13%(- 20% RISPETTO AL 2008!!! ERA IL SERBATOIO DEL 61 A 0 NEL 2001 !!!), IL PARTITO DELLA DIOSSINA AL 13,5%(-5% RISPETTO AL 2008). SPAZZATA VIA TUTTA LA SINISTRA ESTREMA:IDV-SEL-FDC NON PRENDONO SEGGI. DIFFICILE GOVERNABILITA':IL NUOVO GOVERNATORE CROCETTA APPOGGIATO DA PD E PARTITO DEL CENTRO IN UN GABINETTO VINCE MA NON HA MAGGIORANZA: SOLO 39 SEGGI. UNICA ALLEANZA CON L'EX MPA DI LOMBARDO PER ARRIVARE A 46

 

PER BERLUSCHITLER IL BUNKER E' SEMPRE PIU' PROFONDO. LA SICILIA E' ANDATA PER SEMPRE. E' UNA ROTTA DI COLLO SENZA PRECEDENTI. Dopo la Caporetto delle amministrative di Maggio, salta per aria la sua Super Corazzata Inaffondabile, la sua Yamato del 61 a 0.

Notte dei lunghi coltelli per le Secondarie di Dicembre:il Dittatore non vuole pagare le sue fantomatiche "divisioni"

 

BERLUSCONI CONDANNATO A 4 ANNI
"Sentenza politica, così non si va avanti"

 

Frode fiscale sui diritti Mediaset, i giudici: l'ex premier ha "una naturale capacità a delinquere"
Interdizione dai pubblici uffici per 3 anni. Assolto Confalonieri. Twitter: #4annipersilvio
Alfano: 'Accanimento giudiziario'. Pdl: 'Ergastolo ai giudici'. Di Pietro: 'La verità è venuta a galla'Tuttavia 3 anni vengono condonati dall'indulto, solo 10 milioni di "multa" a fronte di una cresta di 50 milioni, ed infine se il secondo grado non arriva ad una sentenza entro due anni tutto finirà nel cesso della prescrizione

Tonfo di Mediaset in Borsa in concomitanza con la notizia della condanna per frode fiscale di Silvio Berlusconi sull’acquisizione diritti Tv. Il titolo del gruppo televisivo di Cologno Monzese, che viaggiava in semiparità, è infatti crollato in un attimo del 3,26%in una giornata moderatamente positiva per Piazza Affari.

Le vendite a piene mani di pacchetti azionari, superiori alla media, sono proseguite fino alla chiusura dei mercati, quando sono drasticamente peggiorate sotto il peso di un ordine di vendita per 1,83 milioni di titoli e il saldo della giornata è di un crollo del 3,11% a 1,33 euro. Più contenute le reazioni di Mondadori che ha viaggiato comunque in rosso ma ha oscilla tra -0,54 e -0,76 per cento, livello sul quale ha chiuso, mentre Piazza Affari dopo aver viaggiato sul filo della parità ha archiviato la giornata con un progresso dello 0,36 per cento.

“Un’evasione fiscale notevolissima”. I giudici di Milano, ed è la prima volta che accade per il reato di frode fiscale, hanno condannato Silvio Berlusconi a quattro anni. Per quella catena di intermediari e società schermo che avrebbero permesso di gonfiare i costi d’acquisto dei diritti dei film da trasmettere in tv per creare fondi neri. E’ tutto qui il processo sui diritti Mediaset che, con mastodontiche consulenze e una infinita lista di testimoni, ha impiegato quasi sei anni di dibattimento. I giudici, presieduti da Edoardo D’Avossa, hanno inflitto tre anni al produttore cinematografico Frank Agrama, considerato dalla Procura di Milano il “socio occulto” e dai giudici “vero mandatario” del Cavaliere in questa colossale truffa al Fisco: quantificata  in 17,5 miliardi di lire nel 2000; in 6,6 milioni di euro nel 2001, in circa 4 milioni nel 2002, e in circa 2 milioni nel 2003. “Non è sostenibile che la società abbia subito truffe per oltre un ventennio senza neanche accorgersene”; per i giudici Berlusconi era il “dominus indiscusso” e c’è stato “un preciso progetto di evasione esplicato in un arco temporale ampio e con modalità sofisticate”. La riflessione dei magistrati si argomenta così: “Il sistema” dei diritti tv aveva un “duplice fine”: una “imponente evasione fiscale” e la “fuoriuscita” di denaro “a favore di Silvio Berlusconi” che ”rimane al verticedella gestione dei diritti” e del meccanismo fraudolento anche “dopo la discesa in campo”, perché “non c’era un altro soggetto” a gestire il sistema di frode. I giudici nelle motivazioni contestuali richiamano anche verdetto della Cassazione sul caso Mills, che prosciolse l’avvocato inglese per prescrizione dall’accusa di corruzione giudiziaria, ma attribuì al Cavaliere la paternità dei versamenti sui suoi conti: “Il giro dei diritti si inserisce in un ricorso più generale a società off-shore create da Berlusconi affidandosi a fidatissimi collaboratori”. Ma non solo perle toghe il comportamento di Berlusconi, nell’ambito del processo Mediaset sui diritti tv, dimostra una “naturale capacità a delinquere” per perseguire “il disegno criminoso”. L’ex premier viene ritenuto l’”ideatore” del sistema fraudolento e “non si può ignorare la produzione di un’immensa disponibilità economica all’estero ai danni dello Stato e di Mediaset che ha consentito la concorrenza sleale ai danni delle altre società del settore”.

Condanna più alta della richiesta del pm. I magistrati giudicanti hanno superato di quattro mesi la richiesta dell’accusa nei confronti del leader del Pdl. Il pm Fabio De Pasquale aveva chiesto 3 anni e 8 mesi e in requisitoria aveva detto che Silvio Berlusconi “aveva lasciato le sue impronte digitali“ sul sistema “truffaldino” di ”maggiorazione dei costi” dei diritti tv acquistati da Mediaset, tra il 1994 e il 1998. C’era lui secondo la pubblica accusa “all’apice della catena di comando del settore’‘ ed era lui ad avere “il controllo su Fininvest, che ha organizzato la frode”. E sempre all’ex presidente del Consiglio poi ”sono riconducibili i conti bancari dove sono stati versati i fondi neri”, che sarebbero stati realizzati con le compravendite ‘gonfiate’. Quello sulle presunte irregolaritànella compravendita dei diritti tv da parte di Mediaset, davanti ai giudici della prima sezione penale è uno dei tre processi milanesi in corso a carico dell’ex premier, oltre a quello sul caso Ruby e all’altro con al centro la fuga di notizie sull’intercettazione Fassino-Consorte ai tempi della scalata alla Bnl. Per la vicenda ‘Mills’, invece, a febbraio era stata decretata la prescrizione (le parti hanno tempo fino ai primi di luglio per ricorrere in appello), mentre per il caso Mediatrade la Cassazione ha confermato nei giorni scorsi il proscioglimento di Berlusconi. Un’assoluzione questa, in un procedimento ‘parallelo’ sempre sui diritti tv, di cui i giudici della prima sezione, secondo gli avvocati Ghedini e Longo, avrebbero dovuto tenere conto. 

Il sistema per creare fondi neri. Nello schema delineato dall’accusa, i dirigenti Fininvest/Mediaset, avvalendosi di intermediari e società compiacenti, avrebbero, infatti, gonfiato i costi d’acquisto dei diritti dei film da trasmettere in tv (“3 mila titoli in 4 anni, comprati con 12 mila passaggi contrattuali”) per creare fondi neri. E così, stando all’imputazione, nei bilanci Mediaset degli anni 2001-2002-2003 sarebbero finiti “circa 40 milioni di euro di costi gonfiati”. E i soldi ottenuti dalla presunta frode? Secondo il pm,”circa 250 milioni di dollari sono rimasti nel ‘comparto riservato’ (il cosiddetto ‘gruppo B’, ndr) di Fininvest”. E queste”società nascoste”’ – alcune delle quali, “quelle maltesi” in particolare, avrebbero avuto un ruolo nelle “vendite fittizie e ‘spezzettate”’ – erano, ha affermato De Pasquale, “proprio di Berlusconi come persona fisica”. Allo stesso ex premier poi,”che era anche, da tempo immemorabile, in stretti rapporti col produttore americanoFrank Agrama (per lui chiesti 3 anni e 8 mesi di condanna, ndr)”, sarebbero riconducibili anche “i conti bancari” da cui sarebbe transitata ”la cresta”: quei presunti fondi neri passati per “conti svizzeri e delle Bahamas o in quelli del fiduciario Del Bue di Arner Bank” e poi “usciti con prelievi in contanti”. Una ricostruzione che oggi i giudici sembrano aver accolto. Un anno fa circa i giudici, su richiesta della Procura, aveva riconosciuto la prescrizione del reato a un imputato eccellente: l’avvocato David Mills, già condannato per essere stato corrotto da Berlusconi per mentire in due processi. La Cassazione, confermando il quadro accusatorio, aveva dichiarato la prescrizione.Stesso destino per il Cavaliere, la cui posizione era stata stralciata per l’incostituzionale Lodo Alfano. Secondo quei giudici Berlusconi, ormai fuori dalla gestione del gruppo, sarebbe stato estraneo agli illeciti. In un procedimento stralcio il deputato Pdl, Massimo Maria Berruti, avvocato di Fininvest ma prima ufficiale della Guardia di Finanza (condannato definitivamente a otto mesi per favoreggiamento, ndr), si era visto infliggere una condanna a 2 anni e 10 mesi per riciclaggio. Anche in questo caso, però, la Cassazione aveva riconosciuto la prescrizione. 

I legali: “Sentenza incredibile”. Una sentenza assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali. Addirittura non si è tenuto conto delle decisioni della Corte di Cassazione edel giudice di Roma, che per gli stessi fatti hanno ampiamente assolto il Presidente Berlusconi” affermano in una nota congiunta i legali di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo. Uno dei legali di Confalonieri, l’avvocato Alessio Lanzi, ha invece dichiarato: ”Giustizia è fatta. Tecnicamente non ha mai commesso nessun reato. Nessuno dei testi lo ha mai indicato come partecipante all’acquisto dei diritti. Bisogna capire perché per altre persone non c’è stata l’assoluzione”. Insieme a Confalonieri, sono stati invece assolti Marco Colombo e Giorgio Dal Negro perché “il fatto non costituisce reato”; i giudici hanno stabilito infine “di non doversi procedere” nei confronti di Manuela De Socio e Carlo Scribani Rossi, Erminio Giraudi.

 

Sisma Pollino- CALABRIA DEL NORD - , un morto e sfollati Vd 
Grandi rischi: "Pronti a intervenire"

Weekend di maltempo
Genova, 200 evacuati

Freddo e tanta pioggia meteo

Interattivo Lo sciame sismico in tempo reale 
Foto Mormanno: l'ospedale / I danni nelle case,26 OTTOBRE 2012 
 

Il sisma di magnitudo 5 all'1.05, poi oltre 100 repliche (intensità tra 2 e 3.3). La vittima a Scalea (MAPPA). Gli esperti dimissionari dopo la sentenza dell'Aquila: "Se convocati da Protezione civile, risponderemo". Il cdm: "Tornino"

L'Aquila, Grandi rischi: 6 anni agli imputati
Maiani: "Nella sentenza profondo errore"

Il verdetto, compresa l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, colpisce i sette membri della Commissione all'epoca in carica, che avrebbe fornito false informazioni circa l'improbabilità della forte scossa che la notte del 6 aprile 2009 causò la morte di 309 persone.  L'accusa aveva chiesto quattro anni di reclusione

 

"Andate e tranquillizzate gli aquilani"
L'ordine politico che inguaia i sismologi

 

 
"Andate e tranquillizzate gli aquilani" L'ordine politico che inguaia i sismologi

I membri della Grandi Rischi condannati lunedì gridano allo scandalo: "Come potevamo prevedere un terremoto?". Ma le carte dimostrano che furono mandati in Abruzzo per minimizzare l'allarme. Dopo la sentenza si dimettono i nuovi vertici della commissione. La Protezione civile: "E' paralisi" (leggi)

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 

Pubblico chiude, redattori contro Telese: “Noi lasciati allo sbaraglio”

 

 

Conferenza stampa di chiusura del giornale diretto da Luca Telese: un’esperienza che l’assemblea dei redattori definisce senza mezzi termini un “giornalicidio“. ”Adesso scopriamo che i collaboratori di alcuni inserti non sono stati pagati dal loro primo numero, che i collaboratori sono stati pagati soltanto per una manciata di articoli e non abbiamo garanzia sulla tempestività di questi compensi”, afferma Paola Natalicchio, giornalista e membro del cdr di ‘Pubblico’. “L’azienda ci chiude perché ritiene insufficiente il numero di 4mila copie vendute, rispetto alle loro idee iniziali, ma la verità è che ha investito poco più di 700mila euro per fondare questo giornale e non vuole ricapitalizzare”. Rapporti con il direttore? “Con Telese rapporto ottimo fino all’inizio di questo mese. Ricordiamo che il direttore è anche uno dei soci principali di ‘Pubblico’ e quindi fa parte del gruppo di imprenditori che stanno abbassando la saracinesca e questo noi, non ce l’aspettavamo”. Duro anche Boris Sollazzo giornalista ‘precario’ : “Questa azienda ha giocato con le vite e le carriere dei propri dipendenti, ho avuto varie esperienze di precarietà, alcune – racconta – particolarmente assurde e grottesche, ma mai come questa” . Oggi è prevista l’assemblea dei soci di Pubblico: o si ricapitalizza oppure ci sarà la messa in liquidazione e la fine delle pubblicazioni. Come sembra scontato  di Manolo Lanaro

 

Ligresti, la magistratura stringe la presa sul crac e il salvataggio di Mediobanca

Da Milano a Torino, la magistratura stringe la presa sulle inchieste che stanno riannodando i fili delle molteplici cause che hanno portato al tracollo del gruppo Ligresti, ma anche degli eventuali illeciti commessi durante il cosiddetto salvataggio che, con la regia del creditore Mediobanca, ha traghettato i resti dell’impero del costruttore siciliano nelle braccia del gruppo assicurativo delle Coop, Unipol.  Un’operazione, quest’ultima, che da sola ai risparmiatori è costata l’azzeramento di oltre 300 milioni di euro di investimenti.

Nel capoluogo lombardo, questa mattina il pm Luigi Orsi ha interrogato per oltre due oreSalvatore Ligresti. Qui l’inchiesta è incentrata sul presunto patto occulto tra l’ex proprietario diFondiaria Sai e il suo principale creditore, Mediobanca, a sua volta creditore anche di Unipol. Senza contare il fatto che l’istituto di Piazzetta Cuccia ha come primo azionista Unicredit, che è la banca più esposta nei confronti di Imco e Sinergia, le due holding che erano a capo della galassia Ligresti che il Tribunale di Milano ha dichiarato fallite a giugno di quest’anno su richiesta dello stesso Orsi.

Da Torino, invece, continua la caccia ai documenti sui presunti magheggi contabili di Fondiaria Sai. La Procura del capoluogo piemontese sede legale della compagnia, ha aperto il fascicolo la scorsa primavera in seguito a esposti presentati da soci di minoranza del gruppo assicurativo. Nel mirino le irregolarità della gestione del gruppo nel periodo 2008-2011, anche se le ipotesi di indagine nelle ultime settimane si sono estese anche agli anni precedenti. Anche in questo filone non mancato gli indagati eccellenti: oltre agli otto amministratori ed ex amministratori della società che il 3 agosto scorso si sono visti notificare un avviso di garanzia per falso in bilancio, c’è ancheGiancarlo Giannini, l’ormai ex presidente dell’Isvap. Cioè l’organismo pubblico che avrebbe dovuto vigilare sulla gestione di Fondiaria Sai come su tutte le altre assicurazioni.  

IL PAPELLO, IL CRAC E IL SALVATAGGIO. Nel dettaglio l’indagine milanese di Orsi, che a fine luglio ha iscritto nel registro degli indagati anche l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, con l’accusa di ostacolo agli organi di vigilanza, verte sulla vicenda del “papello” con le richieste dei Ligresti per uscire di scena e dare il via libera all’ultimo passaggio necessario per la fusione Premafin-FonSai-Unipol. Sul piatto, al numero uno della banca – cui doveva oltre 1 miliardo di euro soltanto in prestiti subordinati, cioè in caso di fallimento rimborsabili solo dopo il pagamento degli altri creditori - la famiglia del costruttore a sua volta indagato  per aggiotaggio eostacolo agli organi di vigilanza, aveva messo circa 45 milioni di euro. Oltre a un ufficio, un autista, una segretaria e una cascina per Salvatore, una liquidazione per la figlia Jonella, il mantenimento delle posizioni in Francia e Svizzera per gli altri figli Giulia e Paolo e le vacanze gratis per tutta la famiglia al Tanka Village in Sardegna.

Un elenco che su indicazione di Jonella Ligresti, era stato rinvenuto nella cassaforte dell’avvocatoCristina Rossello, segretaria del patto di Mediobanca e che lo stesso Nagel, dopo averne negato l’esistenza per una settimana, aveva alla fine ammesso di aver siglato “per presa di conoscenza”. Oltre che alla Procura, il banchiere aveva esposto la sua versione dei fatti al cda di Piazzetta Cuccia subito dopo l’estate ottenendo una gelida presa d’atto in attesa dell’esito delle indagini della magistratura. L’interrogatorio di oggi è servito per affrontare più temi legati alle inchieste in corso che, oltre al papello, riguardano anche le responsabilità a 360 gradi del tracollo, venuto ufficialmente alla luce quando ormai era troppo tardi. 

In particolare Ligresti starebbe collaborando con Orsi nella ricostruzione delle tappe che hanno portato all’acquisizione di FonSai e Premafin da parte di Unipol, incluso il ruolo non secondario rivestito dalle autorità di vigilanza coinvolte, l’Isvap e la Consob. Fermo restando il tema della ricostruzione degli storici rapporti tra Mediobanca e il costruttore siciliano. L’interrogatorio di oggi è solo l’ultimo di una serie che si è succeduta a ritmo serrato nelle ultime settimane in luoghi top secret, lontano dal Palazzo di Giustizia. Al centro dell’interesse del magistrato anche il fatto che l’operazione di fusione sarebbe stata viziata all’origine da un ammanco in Unipol, certificato da una relazione di Ernst & Young.

PERQUISIZIONI AD AMPIO RAGGIO. Intanto una nuova tornata di perquisizioni è stata effettuata dalla Guardia di Finanza di Torino su incarico della Procura nelle sedi di FonSai società in diverse città italiane, tra cui Torino, Milano, Bari e Napoli. Obiettivo della ricerca, che ha portato al sequestro di computer, hard disk e altro materiale informatico, i riscontri sulla gestione delle riserve dei sinistri. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Vittorio Nessi e dal sostitutoMarco Gianoglio e il materiale raccolto dovrebbe servire per capire se in FonSai è stata effettuata la pratica fraudolenta della chiusura apparente di sinistri, in realtà ancora aperti, allo scopo di abbassare la riserva – ovvero la somma destinata ai potenziali pagamenti – prevista in bilancio.

Secondo l’ipotesi degli investigatori, tenere bassa la riserva destinata al pagamento dei sinistri – cosa che, tra l’altro, permette la distribuzione di maggiori utili - configura il reato di falso in bilancio per cui sono indagati i manager della compagnia assicurativa. Le sedi perquisite sono quelle a cui fanno capo le aree territoriali in cui sarebbero state riscontrate le maggiori criticità nella determinazione della riserva. 

Il 23 ottobre scorso sempre su input dei magistrati torinesi, le Fiamme gialle avevano perquisito la sede dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni e, in particolare, l’ufficio del presidente Giannini, al quale era stato notificato un avviso di garanzia per l’ipotesi di reato di concorso in falso in bilancio. Le verifiche riguardavano presunti inadempimenti o ritardi dell’Autorithy di controllo sulle assicurazioni negli anni 2009-2011 nell’esercizio dell’attività di vigilanza sul gruppo assicurativo. In pratica anche a Torino, ma su un altro fronte, i pm vogliono capire se chi avrebbe dovuto controllare non solo non avesse controllato, ma addirittura non fosse anche a conoscenza della reale situazione dei conti di FonSai.

IL BUCO DI UNIPOL. A proposito di conti, a complicare l’intricata vicenda che riguarda il passato, ci si è aggiunto anche il presente. Quello di Unipol che in Borsa ormai vale poco più di 900 milioni di euro, nonostante la ricapitalizzazione da 1,1 miliardi che si è conclusa all’inizio di settembre. Senza contare che secondo quanto riportato da Repubblica la settimana scorsa, la Consob ha avviato delle verifiche sul portafoglio di titoli strutturati della compagnia delle Coop sul quale sono stati commessi errori di contabilizzazione per un importo compreso tra 200 e 300 milioni di euro. Una situazione peraltro sulla quale lo stesso pm di Milano, Orsi, aveva acceso un faro a luglio invitando la Vigilanza dei mercati finanziari di Giuseppe Vegas a fare delle verifiche sui dati di Unipol. Inoltre la compagnia deve ancora risolvere il nodo della contestazione dell’Isvap che le aveva chiesto di rafforzare le riserve per oltre 200 milioni. Per un totale di 400-500 milioni di euro che potrebbero azzerare l’utile 2012 di Unipol. 

Tutto questo mentre la società bolognese si appresta a varare la fusione con Premafin e FonSai, che nei desiderata degli architetti dovrebbe dar vita alla “grande Unipol”. La maratona delle apposite riunioni dei cda è in calendario per domani. Le tappe dell’operazione prevedono che l’istanza di fusione, a seguito dell’approvazione dei consigli, venga inviata all’Isvap, che a breve passerà sotto la Banca d’Italia con il nome di Ivass. Le assemblee per la fusione di Unipol Assicurazioni, Premafin e Milano nella FonSai non sono previste prima del prossimo mese di maggio e l’operazione dovrebbe perfezionarsi a luglio. Gli obiettivi indicati il 22 giugno scorso davano un utile di Unipol-Fonsai a 821 milioni con premi nel ramo danni a 9,5 miliardi e in quello vita a 6,5 miliardi. Ma saranno rivisti. 

Alitalia sul baratro, il salvataggio è da rifare

Le ipotesi: vendita scontata ad Air France o ritorno nelle mani dello Stato. La compagnia perde 630mila euro al giorno. Nei 4 anni di gestione privata "rosso" di 735 milioni. Rivalutazione Mille Miglia per tamponare le falle
di ETTORE LIVINI

 

MILANO - La telenovela Alitalia a quattro anni dal salvataggio targato Silvio Berlusconi e puntellato da 3 miliardi di soldi pubblici  -  torna al punto di partenza. I conti, malgrado il lavoro della cordata dei patrioti, non quadrano ancora: la compagnia perde 630mila euro al giorno, i 735 milioni di rosso accumulati nei quattro anni di gestione privata hanno bruciato quasi tutto il capitale, la liquidità in cassa si è assottigliata a 300 milioni. E i soci - divisi tra di loro e a corto di quattrini - si preparano a giocare il jolly della finanza creativa (lo spin-off con maxi-rivalutazione delle Mille Miglia) per evitare di dover metter mano al portafoglio e ricapitalizzare l'azienda. Il redde rationem comunque è vicino. Il prossimo 12 gennaio scatterà la campanella del "liberi tutti". Gli azionisti, scaduto il vincolo del lock-up, potranno vendere le loro partecipazioni. E nell'arco di pochissimi mesi si deciderà per l'ennesima volta il futuro dell'aerolinea tricolore, sospesa tra la tentazione di una rinazionalizzazione strisciante (la politica, in allarme, ha già iniziato a muovere le sue pedine) e una cessione a prezzi d'affezione a quella stessa Air France che nel 2008 aveva messo sul piatto 2,4 miliardi per farsi carico della società. Senza lasciare, piccolo particolare, un euro di spesa a carico dei contribuenti tricolori.

 

Debiti Pirelli, Tronchetti Provera trova nuovi soci e capitali per 40 milioni

Marco Tronchetti Provera trova nuovi soci e 40 milioni di euro. La girandola di trattative da mesi in corso in casa Pirelli per la sostituzione del socio Malacalza dopo lo strappo della scorsa estate, invece che a una semplificazione, sta portando a un sovraffollamento nella catena di controllo del gruppo degli pneumatici. E’ di oggi, infatti, la notizia dell’ingresso di nuovi azionisti e nuova liquidità nella cassaforte di famiglia dei Tronchetti Provera, mentre proseguono le trattative con la famiglia genovese e i fondi Investindustrial e Clessidra.

I nuovi compagni di avventure dell’ex presidente di Telecom, arrivati all’indomani della scadenza dell’esclusiva con i fondi, sono la multinazionale farmaceutica Rottapharm di Lucio e Luca Rovati e la famiglia Sigieri Diaz della Vittoria Pallavicini  che, previa la trasformazione della cassaforteMtp Sapa in una società per azioni, attraverso un aumento di capitale riservato rileveranno il 28% di quest’ultima per un corrispettivo appunto di 40 milioni di euro. Sarà quindi sottoscritto un accordo parasociale triennale su specifici aspetti concernenti la partecipazione in Mtp, che darà si nuovi soci “diritti volti a tutelare e proteggere la relativa posizione quali azionisti di minoranza in Mtp spa”.

Questo però “non pregiudicando, limitando, o incidendo sul controllo solitario attualmente esercitato da Marco Tronchetti Provera” sulla finanziaria e sulle società “dalla stessa direttamente e indirettamente controllate né sulla gestione ordinaria di tali società”. Che sono poi, a cascata, Gpi, Camfin, Pirelli e la ex Pirelli Real Estate, Prelios, con la prima in procinto di chiudere una ricapitalizzazione che a Mtp costerà circa 25 milioni di euro. L’accordo prevederà “procedure di consultazione rafforzate per l’adozione di determinate decisioni di competenza degli organi sociali su materie attinenti alla gestione industriale e finanziaria” nonché “maggioranze qualificate per il compimento di operazioni straordinarie della società”.

L’accordo, secondo quanto sostiene una nota di Mtp, sarà operativo da gennaio ed è finalizzato ad una partnership nel settore del “trading di commodities e di materie prime e nel settore immobiliare”. Tanto che la nota precisa che l’importo di 40 milioni “tiene conto della valorizzazione del progetto avviato attraverso Donizetti trading, controllata da Mtp, nel settore della gomma naturale con la cinese Jihua Group, che opera nelle materie prime”. La nuova liquidità per la Mtp sarà comunque utile anche per affrontare la delega per l’aumento di capitale da 45 milioni di euro della controllata Gpi, che è poi la società al centro del contenzioso con Malacalza, ma anche delle trattative con Investindustrial e Clessidra.

Giornali, a meno di tre mesi dalla nascita Pubblico vicino alla chiusura

Il quotidiano diretto da Luca Telese potrebbe essere messo in liquidazione. I giornalisti della redazione, attraverso una comunicazione ufficiale, chiedono un confronto con le rappresentanze sindacali e hanno già annunciato uno sciopero per il 17 dicembre

Il prossimo 18 dicembre compirà tre mesi, eppure il quotidiano Pubblico sembra essere già avviato sulla strada della chiusura. La notizia compare sul sito del giornale fondato e diretto da Luca Telese. Qui oggi è stato pubblicato un comunicato dell’assemblea dei redattori che annuncia lagrave situazione in cui si trova la testata: “L’azienda – si legge – con una tempistica inaccettabile, ci ha comunicato che la tenuta economica è grave al punto da palesare già nei prossimi giorni uno scenario di messa in liquidazione della Pubblico edizioni srl. E tutt’ora non abbiamo nessuna certezza né garanzia su cosa verrà dopo”.

Ma i redattori non ci stanno: “Non accettiamo di essere liquidati in modo così brutale. Qualsiasi decisione dovrà avvenire nel confronto con la redazione e le rappresentanze sindacali, facciamo appello al senso di responsabilità di tutti. Dell’amministratore delegato di questo giornale Tommaso Tessarolo, del direttore Luca Telese. Davanti abbiamo mesi cruciali e una campagna elettorale decisiva per il futuro del Paese – concludono – . Ai lettori chiediamo disostenerci scegliendo questo giornale ogni giorno”. E annunciano uno sciopero per cui il sito diPubblico il 16 dicembre non viene aggiornato e il 17 non si troverà in edicola. “Scioperiamo in difesa del nostro lavoro, di queste pagine e della possibilità di continuare a scriverle, senza perdere diritti e dignità”.

 

CORSER SULL'ORLO DEL FALLIMENTO

Nonostante la drammatica situazione aziendale e i paventati 600 tagli al personale, fino alle elezioni al Corriere della Sera regnerà la pace assoluta. Almeno, sul fronte giornalistico. L’unica certezza sul piano di salvataggio della società che controlla il quotidiano, Rcs Mediagroup, che è atteso per il 19 dicembre, è infatti che ogni decisione sui tagli all’interno della redazione di via Solferino non sarà presa prima di maggio.

Lo prevede un accordo sindacale tra i rappresentanti dei giornalisti del Corriere e l’azienda che è stato siglato il 6 dicembre scorso e secondo il quale le prospettive economiche della testata saranno valutate “con attenzione” alla luce della prima trimestrale del 2013 e delle “prime evidenze di bilancio 2012″. E, “con i conti sostanzialmente in ordine non è ipotizzabile alcuna riduzione delcosto del lavoro“.

Intanto, però, l’intero gruppo che ha sulle spalle un debito di quasi 900 milioni in scadenza tra un anno, in attesa della ricapitalizzazione resa necessaria dalle perdite superiori a un terzo del capitale, ha chiuso i primi nove mesi del 2012 con un rosso di 380 milioni. Non a caso il piano di salvataggio di cui si discute ormai da settimane, dovrà appunto prevedere corposi tagli che le indiscrezioni stimano in 5-600 persone, la cessione o la chiusura di almeno 5 riviste e un aumento di capitale tra i 400 e i 700 milioni di euro.

Un punto, quest’ultimo, sul quale buona parte degli azionisti del Corriere che spaziano da Mediobanca alla Fiat, via Banca Intesa, Generali, Pirelli, Italcementi, Edison, Diego Della Valle e Giuseppe Rotelli, sono particolarmente sul chi va là per ovvie ragioni. Eppure tra le pieghe dell’accordo sindacale riservato al solo Corsera si legge che nel prossimo triennio i giornalisti del quotidiano riceveranno un premio annuo denominato appunto “incentivo Corriere”, che va da un minimo di 500 euro lordi fino a un massimo di 2mila euro lordi. In base a quale criterio? Quello del godimento delle ferie maturate nell’anno in corso più un giorno di quelle arretrate, dove però è solo quest’ultima categoria che pesa sui bilanci delle aziende al punto da averle rese, soprattutto in tempi di vacche grasse, disponibili a pagare per il loro smaltimento.

Ma Rcs fa un passo in più: se l’incentivo economico non fosse sufficiente, l’editore si è impegnato anche ad “attivare i contratti a termine che verranno richiesti dalla Direzione di Testata e funzionali ai piani di smaltimento ferie”. L’incentivo, poi, potrà salire di altri 500 euro per ciascun giornalista nel caso in cui la redazione nei tre anni riuscirà a risparmiare 2 milioni di euro l’anno sulle collaborazioni giornalistiche che attualmente hanno un costo annuo di 12 milioni l’anno.

Dal canto suo l’azienda ha incassato il via libera alla chiusura della questione dei giorni di riposo che, come previsto dal Contratto nazionale, andranno a scadenza se non verranno smaltiti antro il mese successivo. L’incentivo ferie, in ogni caso, non si sostituisce al premio di risultato di 2.100 euro legato al raggiungimento di quattro obiettivi sui risultati editoriali, il fatturato pubblicitario, le vendite degli allegati e l’incremento degli utenti del sito Corriere.it.

Il primo risultato certo, però, lo ha portato a casa l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, che potrà portare l’accordo con tutto quel che ne consegue sul tavolo degli azionisti a loro volta in comprensibile tensione non solo per l’aumento di capitale, ma anche per la sovrapposizione della ristrutturazione con il delicato periodo elettorale cui ciascuno di loro per i propri affari guarda con apprensione.

La prima occasione ufficiale per parlarne sarà il 19 dicembre, data, quando il patto di sindacatoche controlla il 58,1% di Rcs si riunirà in vista dell’approvazione del piano industriale e dell’aumento di capitale della società. Al centro della riunione la presentazione nel dettaglio del progetto di rilancio che venerdì sarà ulteriormente aggiornato nel corso di una nuova riunione del consiglio di amministrazione focalizzata sul nodo del fabbisogno del gruppo e, quindi, della ricapitalizzazione.  La stessa, cioè, che i rappresentanti sindacali dei giornalisti del Corriere avevano chiesto a gran voce in ottobre in un duro attacco agli editori riuniti nel patto che controlla il 58,1% dell’azienda, invitati a ricapitalizzare la società per evitare tagli ai costi che incidano sul “patrimonio giornalistico”. Gli azionisti del patto “hanno percepito copiosi dividendi. Anche negli ultimi esercizi (2007-2011) il monte dividendi ha raggiunto quota 108 milioni di euro, contro risorse provenienti da aumenti di capitale pari a zero”, scrivevano i giornalisti in un comunicato del 16 ottobre, “è venuto il momento di onorare l’impegno che è implicito” per chi compra azioni “del più grande quotidiano di informazione italiano”.

 

La7, attenzione alla vendita: non è solo un “affare privato”

Attenzione alla vendita de La7. Ho un legittimo (conflitto di) interesse a parlare di questo tema e chi mi legge ne tenga conto: sono un giornalista del Tg La7.

Ma questa vicenda, per questo scrivo, non riguarda solo e tanto chi lavora nel tg La7 o in uno dei talk della testata, ma riguarda tutti i cittadini italiani, tutti quelli che almeno una volta all’anno, stufi dicensure o clamorose omissioni tv e in cerca di notizie, hanno pigiato il tasto 7 del telecomando. Trovando, anche solo una volta, una notizia, un’inchiesta o un approfondimento che gli altri non avevano mandato in onda o avevano mandato in onda per esclusivo “interesse privato”.

La vendita di una tv nazionale, non è una questione che riguarda solo o tanto i giornalisti, né solo gli azionisti e gli analisti di Borsa e neppure – in questo particolare caso – riguarda solo i manager diTelecom. Riguarda tutti.

Anche questa Tv, come la Rai pubblica, è infatti “bene comune e pubblico”. L’informazione non ha proprietà, non ne dovrebbe avere. E’ un diritto costituzionale e come tale è di tutti. E’ vero che spesso nel nostro Paese i giornalisti ne hanno fatto un “cattivo uso”, cioè un uso privato o per conto terzi. Ma la vendita de La7 riguarda tutti (anche se ne parlano pochi e i soliti) se non altro perché le frequenze (le autostrade dell’informazione Tv) sono un patrimonio pubblico concesso a un privato che poi è tenuto a far scorrere su quelle autostrade informazioni e notizie di interesse pubblico. Anche le autostrade dell’informazione rimangono proprietà di tutti.

L’informazione Tv – sia quella a proprietà pubblica che quella a capitale privato – appartiene a tutti quelli che pigiano e scelgono un tasto. Dunque, quando uno di questi luoghi dell’informazione viene messo in vendita, la storia riguarda la cittadinanza, la comunità, il Paese. Perché entra in gioco la libertà (di tutti) di pigiare anche quel tasto e di trovare quello che si cerca.

Credo che di questa “libertà e pluralità di tasti” ci sia estremo bisogno, in Italia. Non ce n’è mai abbastanza e in Italia non ce n’è abbastanza.

L’informazione a La7 ha provato ad essere, in questi ultimi anni, libera. Ci ha provato. Ognuno può e deve criticare il modo, le scelte, il taglio delle notizie. Ma è indubbio che l’emittente che mi dà lavoro ha almeno coperto buchi che gli altri – un rigidissimo duopolio dei cui limiti non devo certo parlare ai lettori de Il Fatto Quotidiano – lasciavano aperti, spesso voragini più che buchi.

Se questa vendita di questo “bene comune” è interesse di tutti, posso suggerire pochi dubbi e problemi di interesse pubblico legato a questa vendita?

1) Attenzione, perché quando un bene comune va in vendita, c’è sempre qualcuno pronto a “privatizzarlo” (nel caso dell’informazione – diverso da ferrovie, energia o poste – può significare “spegnerlo”).

2) L’esito di questa vendita dipende da chi compra questo “bene pubblico”. Certo Telecom vuole disfarsene perché costa e costa (per lei) troppo. Ma in Italia, parlare di “mercato Tv” è veramente difficile, come insegnano perfino le reprimende dell’Unione Europea. E dunque cosa accadrebbe se questo bene comune lo comprasse – anche per conto terzi – uno degli “attori” già presenti sul mercato?

3) Fortunatamente, il governo Monti ha stoppato l’assegnazione gratuita delle frequenze tv, come progettava di fare il governo Berlusconi. Cioè ha detto no al regalo ai soliti noti di un “bene pubblico e comune” (le frequenze oggi non assegnate) che vale 16 miliardi di euro. Se le frequenze de La7 saranno “privatizzate per essere spente” o comunque marginalizzate, il panorama dell’informazione sarà ancora meno plurale di prima. Un deserto.

Per queste ragioni e per questi legittimi dubbi, attenzione a non considerare la vendita de La7 un “affare privato”.

4) E’ strana questa vendita. Una a una, sono svanite le offerte di due grandi network internazionali che, al di là di quel che ne avrebbero fatto, avrebbero “fatto mercato”. Sarebbe stata la prima volta, dal 1954 (data di nascita della tv in Italia), che grandi imprese (e per di più non italiane) del settore investivano nella tv in Italia. Perché quelle due imprese che avevano espresso interesse se ne sarebbero scappate? Solo perché i conti non tornavano, oppure per quale altra stagione?

Odio le frasi fatte, ma stavolta, per le ragioni e i dubbi espressi qui, spero che il detto “tanto rumore per nulla” valga nel complicato caso della vendita di TiMedia e de La7. Io lavoro qui, e spero che Telecom resti l’editore, perché, anche se la tv non sarà il suo business ma essendolo stato – suo malgrado – per anni, questa azienda ha permesso (anche solo per caso o per distrazione) a chi ha lavorato a La7 di avere margini accettabili (sic!) di libertà.

E, a chi l’ha seguita da casa, ha almeno garantito il diritto di poter cambiare canale.

Scalata Unipol-Bnl, pg Cassazione: “Annullare assoluzione di Antonio Fazio e Company”

Secondo la pubblica accusa di Piazza Cavour la sentenza d’appello che, ribaltando la decisione di primo grado, aveva accordato 11 assoluzioni dall’accusa di aggiotaggio “perché il fatto non sussiste” è una sentenza “strabica perché racconta come si sono svolti i fatti e poi dice che manca la prova del patto parasociale”

Annullare le assoluzioni del processo Unipol-Bnl. Il sostituto pg della Cassazione ha chiesto di annullare – con rinvio alla Corte d’Appello di Milano per un nuovo giudizio – il verdetto di assoluzione dall’accusa di aggiotaggio per l’ex governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, e di altri dieci imputati.

Per il sostituto procuratore generale Vito D’Ambrosio devono essere annullate le undici assoluzioni decise nell’ambito del processo per la scalata del colosso assicurativo sulla banca romana dai giudici di secondo grado il 30 maggio 2012. Il pg ha inoltre chiesto di convalidare le uniche due condanne inflitte in appello a Giovanni Consorte, ex numero uno di Unipol (un anno e sette mesi per ostacolo all’autorità di vigilanza e insider trading) e a Ivano Sacchetti, il suo ex braccio destro condannato in appello a un anno e sei mesi. Secondo la pubblica accusa di Piazza Cavour la sentenza d’appello che, ribaltando la decisione di primo grado, aveva accordato 11 assoluzioni dall’accusa di aggiotaggio “perché il fatto non sussiste” è una ”sentenza strabicaperché racconta come si sono svolti i fatti e poi dice che manca la prova del patto parasociale”.

In questa vicenda, a modo di vedere della pubblica accusa, “è del tutto simile a quella diAntonveneta (in questo caso la Cassazione ha confermato la condanna per i “furbetti”), c’è lapresenza del mondo bancario che sotto la divisa dell’arbitro indossa la maglietta di squadra”. Un paragone preso dal mondo del calcio che a D’Ambrosio serve per sostenere che nella vicenda “non ci sono dubbi sulla sussistenza del concorso di tutti nel reato. Che esista o non esista il patto parasociale”. Qualora la V sezione penale dovesse accogliere le richieste della pubblica accusa, non si farebbe in tempo a ricelebrare il processo visto che la prescrizione per tutti è dietro l’angolo e, in base ai calcoli fatti dalla Suprema Corte, dovrebbe maturare il prossimo 19 dicembre. Resterebbero però in piedi i risarcimenti alle parti civili.

Il pg della Cassazione ha criticato nella sua requisitoria la sentenza della Corte d’Appello di Milano aveva sostenuto che nella vicenda Bnl-Unipol non ci fu manipolazione del mercato, né un accordo occulto tra i vari soggetti, compagnia, banche e ‘contropattisti’, per fare in modo che Bnl finisse nelle mani di Unipol. La Corte d’Appello di Milano, in questo modo aveva scardinato le accuse che la Procura milanese aveva mosso per quella tentata scalata, assolvendo 11 dei 13 imputati. In pratica, era caduta la contestazione principale del processo, quella di aggiotaggio, ossia l’ipotesi di avere inquinato con false informazioni e patti segreti i valori dei titoli in borsa in modo che Unipol riuscisse ad acquisire la Bnl. In questo modo erano stati assolti l’ex governatore Fazio (in primo grado aveva avuto 3 anni e 6 mesi), con lui Carlo Cimbri, ad di Unipol, l’editore Francesco Gaetano Caltagirone, l’eurodeputato del Pdl, Vito Bonsignore, e ancora gli immobiliaristi Danilo Coppola,Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto.

Assoluzioni in appello erano state disposte anche per il finanziere Emilio Gnutti, per i fratelli Ettore e Tiberio Lonati e per il banchiere Bruno Leoni. In primo grado erano stati tutti condannati a pene fino a 3 anni e 7 mesi. Da qui il ricorso in Cassazione della Procura di Milano. Considerata la complessità della vicenda e i tanti avvocati che dovranno parlare, è molto probabile che il verdetto sulla vicenda Bnl-Unipol arriverà nella giornata di domani.

 

Unicredit, sospetta evasione fiscale, miliardaria, anche in Germania

La Guardia di Finanza tedesca perquisisce la controllata Hvb. Nel mirino una triangolazione dei profitti con soggetti esteri per poter usufruire di aliquote più basse nel 2006-2008, quando alla guida del gruppo che in Italia è sotto processo per il caso Brontos, era guidato da Alessandro Profumo

Unicredit non ha fatto a tempo a tirare un sospiro di sollievo per il trasferimento a Bologna del cosiddetto processo Brontos che una nuova tegola giudiziaria è caduta sull’istituto guidato da Federico Ghizzoni. L’accusa è nuovamente di evasione fiscale, come nel caso italiano, solo che questa volta a indagare è la procura di Francoforte che ha ordinato una perquisizione in 13 sedi di Hypovereinsbank, la controllata tedesca di Unicredit rilevata nel 2005 dall’allora amministratore delegato Alessandro Profumo.

Ed è proprio sul periodo della gestione Profumo, oggi presidente del Monte dei Paschi di Siena, che i magistrati tedeschi vogliono fare chiarezza: le indagini riguardano operazioni svolte nel periodo 2006-2008 (Profumo ha lasciato Unicredit nel settembre del 2010) che avrebbero consentito all’istituto di credito di non versare tasse per 124 milioni di euro. Secondo i dettagli finora emersi, lo schema utilizzato da Hypovereinsbank per frodare il fisco tedesco sarebbe per certi versi simile a quello denominato Brontos: una triangolazione dei profitti con soggetti esteri per poter usufruire di aliquote più basse di quelle in vigore nel Paese dove è stato realmente realizzato il profitto, in questo caso la Germania (nel caso Brontos in Italia).

Secondo la Sueddeutsche Zeitung, che per prima ha riportato la notizia poi confermata dall’ufficio del procuratore di Francoforte, la frode potrebbe essere in corso da diversi anni, portando l’ammanco per l’Erario a qualche miliardo di euro. Oltre ai finanzieri, alle perquisizioni hanno partecipato anche uomini del Bundeskriminalamt, la polizia criminale federale. In totale sono state ben 60 le persone che si sono mosse su ordine della procura di Francoforte per raccogliere prove del reato. Le indagini sono iniziate dopo la denuncia di un imprenditore tedesco che si era affidato a Hypovereinsbank per eludere il fisco ma la documentazione che gli era stata fornita a tal scopo dalla banca non era stata accettata dal ministero delle Finanze. In termini finanziari la tecnica è conosciuta come “dividend stripping”, pratica oggi non più consentita. Secondo quanto riportato dalla Sueddeutsche Zeitung l’indagine potrebbe costare cara alla Hypovereinsbank, ma non rischia di mandarla gambe all’aria.

E pensare che proprio le attività tedesche di Unicredit erano uno dei nodi cruciali dell’ipotetico progetto di fusione fra Unicredit e Intesa Sanpaolo, che ha tenuto banco sulla stampa italiana nelle scorse settimane. L’ipotesi era stata immediatamente e seccamente smentita sia da Ghizzoni che dal suo parigrado in Intesa Sanpaolo, Enrico Chucchiani, che viene dalle fila del colosso assicurativo Allianz che, al tempo dell’acquisizione di Hypovereinsbank da parte di Unicredit, era l’azionista di maggioranza di Munich Re, a sua volta primo azionista proprio di Hypovereinsbank. E dalle fila di Allianz viene anche il presidente di Unicredit Giuseppe Vita. Dall’Italia, intanto, Unicredit, ha fatto sapere che “per giungere a una completa trasparenza riguardo alle transazioni sui dividendi effettuate, il consiglio di sorveglianza della banca ha avviato nel 2011 una riesamina completa delle procedure con l’aiuto di consulenti esterni”, garantendo “un atteggiamento proattivo nei confronti delle autorità finanziarie e fiscali, per sostenerle” nelle indagini.


 

4 MILIARDI DI EURO PER SALVARE MPS

Gli sceriffi del fisco tedesco, che raddoppiano le inchieste per evasione fiscale a carico della gestione di Unicredit da parte del banchiere genovese, arrivano sulla scena proprio mentre Mario Monti sta trattando a Bruxelles gli aiuti pubblici da affidargli per il Monte dei Paschi di Siena

L’arrivo sulla scena degli sceriffi del fisco tedesco, che ha di fatto raddoppiato, portandole anche oltre confine, le inchieste per evasione fiscale a carico della gestione di Unicredit da parte di Alessandro Profumo, capita in un momento piuttosto delicato per il banchiere genovese. E non solo perché proprio nei giorni scorsi si è aperto il processo per il caso Brontos, quello per cui Unicreditla scorsa estate ha raggiunto un accordo transattivo da 246 milioni di euro. La vicenda, infatti, è venuta alla luce proprio mentre il ministro del Tesoro, Vittorio Grilli e il premier Mario Monti, aBruxelles stanno trattando sul filo del tempo per avere entro fine anno il via libera agli aiuti di Stato da dare al Monte Paschi di Siena, banca sull’orlo del collasso di cui Profumo è diventato presidente la scorsa primavera

E la vicenda è in continua evoluzione, non propriamente positiva. Proprio ieri, infatti, mentre la Guardia di Finanza della Merkel perquisiva la controllata tedesca di Unicredit per operazioni sospette risalenti agli anni nei quali alla guida del gruppo c’era il banchiere genovese, da Siena è arrivata la richiesta di altri 500 milioni di euro di aiuti da aggiungere ai previsti 3,4 miliardi. L’incremento di mezzo miliardo che porta il totale della richiesta a 3,9 miliardi di euro è stato motivato “dai possibili impatti patrimoniali derivanti dagli esiti dell’analisi in corso di talune operazioni strutturate poste in essere in esercizi precedenti”. Il riferimento è ai 25 miliardi di Btp che la banca ha comprato a debito tra il 2009 e il 2010, gestione Giuseppe Mussari in questo caso,  ma sui quali sta guadagnando molto meno del previsto per un errore nella scelta della copertura dal rischio del rialzo dei tassi.

Errore che si è aggiunto all’infelice acquisizione di Banca Antonveneta  per la ragguardevole somma di 10,3 miliardi di euro decisa nel 2007 sempre dalla gestione dell’attuale presidente della Confindustria delle banche, l’Abi. E così la posta in gioco a Bruxelles sale ancora. “Non faccio commenti sulla decisione. Un reazione arriverà solo quando avrò l’opportunità di analizzarla”, ha detto ieri  il commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia, sul cui tavolo si sta svolgendo la trattativa con il governo italiano che deve arrivare a un punto entro il 28 dicembre. Ma trovare il punto d’incontro non sembra facile.

I tecnici di Bruxelles, infatti, contestano al Governo Monti le clausole del decreto estivo con era stato dato il via libera agli aiuti a Siena sotto forma di Monti bond, cioè emissioni obbligazionarie della banca totalmente a carico del Tesoro. Se la banca non avrà utili per pagare gli interessi, come sembra probabile visto l’andamento dei conti di Mps, lo Stato verrà rimborsato in titoli dell’istituto. Ma le modalità di calcolo del valore delle azioni prevista da Monti e Grilli, secondo le regole comunitarie si prefigurerebbe come una violazione della concorrenza perché implicherebbe il pagamento da parte del Tesoro di una specie di “premio” per salvare la banca in contrasto con le più recenti regole europee sugli aiuti di Stato alle banche indicate dalla Commissione, che chiede ai Paesi membri di limitare gli interventi “al minimo necessario” e di evitare appunto “indebite distorsioni della concorrenza”.

Non aiuta certo l’ingresso sulla scena della Germania, che ha già i suoi problemi con le banche popolari tedesche. Nel mezzo, appunto, Profumo, i cui difensori al processo per l’affaire Brontos la scorsa settimana hanno ottenuto un passo indietro con il ritorno nella fase di chiusura delle indagini, perché il giudice della II sezione di Milano Maria Antonietta Monfredi ha dichiarato incompetente il tribunale di Milano nel procedimento che vede il presidente del Monte dei Paschi tra i 20 imputati per frode fiscale. Sarà quindi la Procura di Bologna a chiedere nuovamente il giudizio.

Il banchiere – che si trova così nella speciale posizione di imputato che ridiventa “indagato” e con l’inchiesta tedesca di nuovo protagonista, oltre che analizzato al lentino da Bruxelles – da ad ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento in quelle complicate operazioni che avrebbero permesso alla banca di piazza Cordusio di “evadere” 245 milioni di euro. Fatto sta che l’istituto di credito ha chiuso, lo scorso agosto, le pendenze con le Agenzie delle Entrate proprio in relazione alle operazioni di finanza strutturata relative proprio agli esercizi 2007, 2008, 2009, tra cui appunto l’operazione Brontos.

Profumo, secondo quella che era stata la ricostruzione degli inquirenti milanesi, prese parte alla presunta frode fiscale, per arricchire l’istituto di credito e nell’interesse esclusivo della stessa banca: approvando la realizzazione dell’operazione ”apponendo la propria sigla sulle richieste di approvazione dell’investimento”, il 1 marzo del 2007, il 9 aprile del 2008 e il 7 novembre del 2008. Anni sovrapponibili a quelle contestate nell’indagine della Procura di Francoforte. Nel caso Brontos il partner dell’operazione fu Barclays: “Le operazioni più complesse, che prevedono l’utilizzo di derivati, vengono registrate direttamente da Londra – raccontò il 26 maggio del 2009 agli inquirenti la responsabile operativa della Barclays di Milano - Il progetto Brontos da questo punto di vista è stato un’eccezione, in quanto, pur essendo complesso, e prevedendo operazioni diverse è stata registrata utilizzando la filiale di Milano. Tale decisione è stata motivata per garantire una prestazione più performante dal punto di vista fiscale per la controparte. Preciso che la gestione ottimale dell’onere tributario della controparte è stata illustrata come caratteristica importante del progetto” .

E “per ottenere le efficienze fiscali era necessario che l’operazione fosse gestita a livello di filiale italiana”, aveva poi anche confermato un’altra dirigente. A conferma che fosse “ottimizzazione fiscale” il vero “obbiettivo” dell’operazione fu trovato all’allora manager Unicredit, Stefano Porro – durante una perquisizione del 12 giugno 2009 – uno schema con “gli aspetti specifici” dell’operazione che provavano, secondo gli inquirenti milanesi, “la conoscenza sostanziale dei meccanismi e dei vantaggi”. Un documento che il gip milanese nel decreto di sequestro, poi annullato dalla Cassazione, definiva “una vera confessione stragiudiziale”.

 

MODIFICHE NELLA Distribuzione Organizzata DEL NORD-OVEST

DESPAR ITALIA PERDE SADAS SEVESO ACQUISITA DA UNES,ESCONO DI SCENA GLI ORSENIGO DI SEVESO. SADAS SEVESO SERVIVA TUTTO IL PIEMONTE,LOMBARDIA E VALLE D'AOSTA

 

Sadas passa da

 Despar a Unes

 

LA MESSA IN CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA DEI 109 LAVORATORI DELLA PIATTAFORMA DI SEVESO

 

A  DAL 1 LUGLIO 2012  rappresentare Despar Italia nel nord-ovest non sarà piùSadas, storica impresa distributiva con sede a Seveso, guidata dalla famiglia Orsenigo, che con 29 punti di vendita diretti e 68 associati, era uno dei fiori all'occhiello del consorzio. 
Il Nord-Ovest non rimarrà però sguarnito: la bresciana Alco, entrata in Despar quest'anno, sta completando la riconversione dei Dimeglio in Despar ed Eurospar. 
Il gruppo della famiglia Conter realizza un giro d'affari di 250 milioni di euro, che lo pone al quarto posto fra le imprese Despar dopo Aspiag, Tuo, Gam e Cadla. L'integrazione della rete Sadas, che ha registrato nel 2011 un giro d'affari di oltre 152 milioni di euro, nella rete Unes rafforza il presidio della catena guidata da Mario Gasbarrino (in foto), Ad di Unes (Gruppo Finiper) che con l'acquisizione della piemontese Luigi Viale, sempre quest'anno, ha consolidato la rete in Piemonte.

  • SADAS operante in Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta. DAL 1 LUGLIO 2012 il Gruppo Sadas fondato da Giancarlo Orsenigo è stato assorbito dalla DO UNES di Milano. Il tutto a pochi mesi dalla scomparsa del fondatore storico di Seveso. I 109 dipendenti facenti parte della piattaforma di smistamento di Seveso-Baruccana di Via Socrate, dopo accordi con Regione e Proprietà sono stati messi in Cassa Integrazione straordinaria fino al 31 agosto 2013, poi probabile mobilità. In Brianza i Punti Vendita Diretti di Meda, San Pietro di Seveso ed Altopiano di Seveso,sono stati assorbiti dalla catena UNES. Cash di Varedo in liquidazione, DeSaronno, DeArosio sotto ALCO di Brescia, così come tutta la vendita in Piemonte e Valle d'Aosta.

 

il coinvolgimento di despar-italia nella condanna di Scuto, il re della DO catanese in odor di mafia. La testimonianza di Adalberto Orsenigo nel processo di primo grado. (2007-2010)

Catania, “RE dei supermercati”: domani comincia il processo d’appello per Sebastiano Scuto

Davanti ai giudici torna l’imprenditore della grande distribuzione. Con lui anche l’ex maresciallo dei carabinieri Orazio Castro.
di Iena Giudiziaria, Marco Benanti, 26 marzo 2012

Domattina prende avvio, davanti ai giudici della prima sezione penale della Corte d’Appello di Catania (Presidente Ignazio Santangelo, a latere Carrubba e Muscarella), il processo di secondo grado contro il “re dei supermercati” Sebastiano Scuto e all’ex maresciallo dei carabinieri, oggi in pensione, Orazio Castro. Dopo il rinvio del dicembre scorso, da domani si comincia: da un lato, a reggere l’Accusa, la Procura Generale con il Pg Gaetano Siscaro, dall’altro Sebastiano Scuto difeso dai suoi legali, i prof. Giovanni Grasso e Guido Ziccone, mentre Orazio Castro è assistito dall’avv. Tommaso Tamburino. Secondo indiscrezioni, sarebbero già programmate cinque udienze prima della prossima estate: in questo modo, si ipotizza che l’appello potrebbe arrivare a sentenza entro un anno.

In primo grado, Scuto è stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione per associazione mafiosa, mentre Castro, accusato di concorso esterno, è stato assolto.In primo grado, i giudici hanno disposto la confisca del 15% delle quote societarie dell’imprenditore, che, sotto l’insegna “Despar”, ha costruito un impero commerciale. Secondo l’Accusa della Procura Generale, come sostenuto in primo grado, Scuto avrebbe “finanziato in modo continuativo” la ‘famiglia Laudani “in cambio di una duratura protezione” e “riciclato in attività economica legale ingenti proventi delle attività illecite della cosca”. Sempre in primo grado, Scuto è stato assolto dall’ipotesi di reato di estorsione aggravata nei confronti di un imprenditore e dall’accusa di avere gestito a Palermo centri commerciali in comune con i boss Bernardo Provenzano e Salvatore e Alessandro Lo Piccolo e il capomafia catanese Benedetto Santapaola.

Il Tribunale, presieduto da Antonino Maiorana, ha disposto “il dissequestro e la restituzione agli aventi diritto” dei beni sequestrati e sottoposti a custodia giudiziale mentre della “quota ideale del 15%” ha ordinato la confisca. Scuto è stato inoltre interdetto per cinque anni dai pubblici uffici, dichiarato incapace di contrattare con la Pubblica amministrazione per un anno e, una volta scontata la pena, sottoposto alla libertà vigilata per un anno.

Accusa e Difesa hanno proposto appello: in particolare, la prima contro le assoluzioni (per i presunti collegamenti mafiosi palermitani, per la presunta estorsione) e per la confisca dell’intero compendio sequestrato al momento della sentenza impugnata, contro l’assoluzione per Castro; invece, la seconda, in particolare, contro la condanna per associazione mafiosa e la confisca del 15% delle quote sociali.

Nella sua requisitoria, in primo grado, il Pg Gaetano Siscaro aveva chiesto la condanna di Scuto a 12 anni e sei mesi di reclusione e del maresciallo Castro a quattro anni e sei mesi. La difesa ha sempre respinto le ricostruzioni della Procura sostenendo invece che Scuto è stato “vittima di estorsione da parte della mafia” e che “pagava il clan per evitare ritorsioni personali”. Quello di Scuto è uno dei capitoli del “Caso Catania”, quell’intreccio di vicende giudiziarie, politiche, mediatiche, sociali e culturali che hanno al centro il sistema di Potere del capoluogo etneo.

IL PROCESSO DI PRIMO GRADO:LA TESTIMONIANZA DI ADALBERTO ORSENIGO, EX AMMINISTRATORE DELEGATO SADAS SPA DI SEVESO FINO AL 2004.

 

http://www.radioradicale.it/scheda/253210/processo-a-sebastiano-scuto-e-orazio-castro-per-associazione-mafiosa-ed-estorsione

 
 

 

 

 

 
 
 
 
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    ADDIO ALLA FRANCIA:

     

    Moody's declassa la Francia,NON HA PIU' LA TRIPLA A !!! 20/11/12
    "Riforme del governo insufficienti"

     

     
    Moody's declassa la Francia "Riforme del governo insufficienti"

    L'agenzia di rating, che declassa Parigi da 'aaa' ad 'aa1', punta il dito sulla graduale perdita di competitività dell’economia e sulla rigidità del mercato del lavoro e dei servizi. Il ministro Moscovici scarica la responsabilità sul precedente esecutivo guidato da Sarkozy

    Congo, appello di Natale su Le Monde
    "L'Onu intervenga sul massacro in Kivu"

     

     
    Congo, appello di Natale su Le Monde "L'Onu intervenga sul massacro in Kivu"

    "Milioni di morti", Jacques Chirac, Mohamed Ali e Valerie Trierweiler, nobel per la pace, attori, scrittori e registi di diverse nazionalità invitano le Nazioni Unite ad adottare una risoluzione che permetta ai 17mila caschi blu nella regione della Repubblica democratica del Congo di agire

    Maltempo, allerta in Maremma: un uomo trovato morto in auto a Capalbio

    Situazione critica in Toscana e Umbria. L'area più colpita è la provincia di Grosseto. A Capalbio un uomo muore all'interno della sua auto, travolta dalla furia dell'acqua. Dinamica simile a Orbetello: grave una donna di 73 anni. Chiusa la A1 nel tratto compreso tra gli svincoli di Valdichiana e Fabro in direzione Roma e in direzione nord a partire da Orte

    Maltempo, deroga patto stabilità
    "Piena Tevere senza rischi" Vd - Ft

    Venezuela, trionfo chiavista alle elezioni e il presidente potrebbe giurare all’Avana

    Trionfo chavista in Venezuela, mentre il presidente lotta tra la vita e la morte in una clinica dell’Avana. Venti dei ventitré stati del Paese hanno da oggi governatori chavisti, compreso il ricchissimo stato di Zulia che galleggia sulle riserve di petrolio più grandi d’America. Nelle delicate elezioni regionali di domenica il governo ha rafforzato il suo già notevole controllo del territorio prendendo il potere in altri cinque Stati (il Venezuela ha una struttura federale) tradizionalmente in mano all’opposizione: Zulia, Carabobo, Táchira, Nueva Esparta e Monagas. Bassa l’affluenza, poco più del 52%.

    Gli avversari di Hugo Chávez non hanno perso tutto. Henrique Capriles, il giovane sfidante di Chávez alle presidenziali, personaggio di destra estrema e governatore dello stato di Miranda, di cui fa parte un popolosissimo distretto di Caracas, è stato confermato al suo posto. E’ un grande sospiro di sollievo per gli avversari del presidente. Se Capriles avesse perso Miranda, considerando la rovinosa sconfitta dell’antichavismo nel resto del Paese, Chávez e i suoi avrebbero avuto buon gioco a perseguire l’obiettivo massimo contro gli avversari: riuscire a spaccare l’opposizione, far disperdere agli antichavisti la recentemente ritrovata unità politica, unica preziosa conquista arrivata dopo 14 anni di tentativi ogni volta naufragati. Mantenendo invece Miranda come roccaforte, Caprìles potrà proporsi come leader dell’opposizione e, già lo dice, prepararsi alle presidenziali. Secondo il calendario le elezioni per il governo del Paese non dovrebbero svolgersi prima del 2019, ma a Caracas tutti ne parlano come se si dovesse votare dopodomani. La malattia del presidente – tornato a Cuba per operarsi d’urgenza (è la quarta volta) per un tumore in zona pelvica – è la vera unica variabile della politica venezuelana. Più dell’enorme deficit che equivale al 15% del prodotto interno lordo. Più dell’imminente nuova svalutazione del bolìvar, la moneta nazionale, che il governo per ragioni elettorali ha fatto slittare finora, ma che è diventata ormai inevitabile. In Venezuela c’è un regime di cambio fisso. Il dollaro al mercato nero vale quattro volte e mezzo il suo valore ufficiale.

    Chávez prima di partire per la nuova operazione all’Avana ha indicato il suo vice Nicolas Madurocome successore nel caso in cui le sue condizioni di salute non gli consentissero di governare. Oggi Maduro, livido in volto e teso come una corda di violino, ha annunciato che il decorso post operatorio del presidente “è positivo”. Rafael Correa, presidente dell’Ecudaor e ultimamente molto presente a Caracas, aveva detto l’altro ieri che la situazione clinica di Chávez  ”è seria, molto seria”. L’assunzione del nuovo mandato presidenziale è prevista per il 10 gennaio. Pare che il presidente non sia in grado di tornare a Caracas per quella data.

    La vittoria schiacciante alle elezioni offre però a Chávez la possibilità di una mossa ardita, costituzionalmente discutibilissima, ma politicamente praticabile: giurare all’Avana senza tornare a Caracas e consentire nel frattempo al suo fedele Maduro di prendere il suo posto aggirando così l’obbligo di indire nuove elezioni. L’ostacolo, enorme, non è l’opposizione ma un temibile avversario interno: il potente e furbissimo Diosdado Cabello, anche lui chavista della prima ora come Maduro, ma diversamente da Maduro profondamente ostile alla famiglia Castro e deciso ad essere il nuovo leader del chavismo senza Chávez. È il capo della “boliborguesia”, il referente politico dei nuovi ricchi venezuelani che hanno fatto soldi a palate all’ombra del chavismo. Il suo obiettivo è evitare che il presidente riesca a terminare l’operazione politica di nominare Maduro suo erede attraverso “il dedazo”, la designazione del successore alla vecchia maniera dei “caudillos” latinoamericani. Chávez, per toglierselo di torno, aveva tentato di proporgli la candidatura a governatore dello stato di Monagas nella speranza che perdesse (lì il chavismo infatti ha perso) e che si bruciasse politicamente. Diosdado Cabello non c’è cascato, ha rifiutato: un atto di insubordinazione che ha un solo significato politico in Venezuela, vuol dire dichiarare guerra al comandante-presidente. Cabello ha dalla sua un enorme potere personale, il sostegno dei suoi ricchissimi amici in grado di ricattare con scottanti dossier buona parte del chavismo che conta e il ruolo formale di presidente del parlamento. Spetterebbe a lui, in teoria, sciogliere l’assemblea e indire le nuove elezioni. E’ lui, molto più dell’opposizione, il vero sconfitto di oggi. La partita, però, è appena cominciata. E si annuncia avvelenata.

    GRAVISSIMA CRISI POLITICA IN EGITTO ALL'INDOMANI DEL DECRETO MORSI. LO SCACCHIERE MEDIO ORIENTALE IN ATTESA DEGLI EVENTI

    Al palazzo presidenziale del Cairo è scoppiata la guerriglia urbana. Gli scontri sono cominciati nel pomeriggio di mercoledì quando il corteo pro fratelli musulmani è arrivato di fronte alla residenza di Mohammed Morsi dove già martedì continuava il sit in dei partiti liberali contro la dichiarazione costituzionale e l’approvazione lampo della costituzione fatte nelle ultime settimane dal presidente egiziano. I piccoli tafferugli iniziali sono sfociati in scontri durissimi. La dinamica resta incerta e nebulosa, le proteste sono state infiltrate da teppisti (in arabo “baltagheyya”) muniti di gas lacrimogeni e molotov. La polizia è arrivata solo dopo un’ora e ha blindato il perimetro vicino al palazzo.

    Il bilancio secondo la Procura è di sette morti, più alcune decine di feriti. Mentre sempre secondo la magistratura sono 305 le persone arrestate. Così, nelle larghe strade che portano a qasr ittihadeyasi sono ripetute le stesse scene delle guerriglie urbane di piazza Tahrir. Sono tornate le motociclette che portavano i feriti alle ambulanze o all’interno dei palazzi diventati inizialmente dei piccoli ambulatori di fortuna mentre venivano allestiti i primi ospedali da campo. Tante le persone e i giovani intossicati e svenuti a causa dei gas o feriti dal lancio di pietre. “Sapevamo che oggi era pericoloso – spiega Mohammed, attivista in sit in – quando il corteo pro Morsi è arrivato erano tantissimi e noi pochi, i tafferugli sono iniziati quasi subito, siamo stati attaccati”.

    In serata moltissime persone sono arrivate per dare sostegno al sit in liberale rendendo le strade di Heliopolis un via vai continuo tra chi scappava dai gas e chi tentava di avvicinarsi al palazzo. La situazione politica è ora calda più che mai e gli scontri sono arrivati nonostante nelle stesse ore il vice presidente egiziano Mohammed Mekki avesse aperto un dialogo con l’opposizione. “Siamo disposti a trattare su alcuni punti della costituzione con l’ala liberale dopo l’approvazione al referendum e dopo le parlamentari” – ha affermato Mekki, in una conferenza stampa questo pomeriggio, dichiarazioni che non bastano ai manifestanti che vogliono un immediato ritiro del documento.

    Intanto l’opposizione cerca di organizzarsi. Questo pomeriggio il Fronte di Salvezza Nazionale, l’organizzazione che fa da ombrello ai più grandi partiti liberali egiziani, si è incontrata per far fronte alla situazione e ha deciso che l’ex capo dell’agenzia atomica internazionale Mohammed El Baradei coordinerà l’opposizione che chiede il ritiro del decreto presidenziale e il ritiro della costituzione che andrà a referendum il 15 dicembre. “Morsi è responsabile di queste violenze – ha dichiarato El Baradei, sottolineando che “deve dire al popolo di voler accettare le regole del dialogo”.

    Nel frattempo cominciano a circolare voci di ripensamenti da parte di Morsi, che anche ieri aveva lasciato il palazzo presidenziale circondato da migliaia di manifestanti, che negli scontri con la polizia (40 agenti feriti) avevano sfondato il cordone disposto a protezione dell’edificio. Il presidente starebbe valutando di congelare il controverso decreto costituzionale o di eliminare due articoli che accrescono i suoi poteri e che hanno scatenato le proteste. Il referendum costituzionale egiziano “andrà avanti, come previsto”, ha assicurato il vice presidente della Repubblica, Mahmud Mekki. Il voto è previsto per il 15 dicembre, ha detto Mekki ai giornalisti mentre si trovava nel palazzo presidenziale, Mekki, ex procuratore generale della Cassazione, ha anche invitato l‘opposizione a mettere per iscritto le obiezioni alla carta costituzionale, per poterle discutere. “Si tratta”, ha specificato, “di una mia idea personale e non di una iniziativa formale”, gli articoli potrebbero essere modificati. 

    Nessun negoziato con il governo e annullamento del decreto costituzionale. Queste le richieste del principale movimento di opposizione dell’Egitto del dopo-Mubarak, il Fronte per la salvezza nazionale, di cui fanno parte anche l’ex capo della Lega Araba Amr Moussa e Mohamed El Baradei. Il Fronte, stando a quanto riporta ‘al-Arabiyà, ha quindi annunciato che sta valutando se organizzare una marcia verso il palazzo presidenziale. L’opposizione ritiene Morsi, “pienamente responsabile” delle violenze. “La Costituzione elaborata dall’Assemblea costituente – ha detto El Baradei –  non ha alcuna legittimità e così anche la Costituente. Siamo disponibili al dialogo solo se ritirerà il decreto e pronti a lottare con un eventuale sciopero generale. Morsi dica in un messaggio al popolo di voler accettare le regole del dialogo. Ogni giorno che passa, questo regime perde legittimità”.  ”L’attuale regime è oppressivo come il vecchio regime. Il nostro movimento è pacifico e andrà avanti”, ha precisato El Baradei. Nel corso della conferenza stampa è intervenuto anche un altro dei leader del Fronte, Hamdeen Sabbahi, secondo cui Morsi “sta rapidamente perdendo la sua legittimità. Il sangue versato questa sera a Ittahadeya annulla la legittimità del presidente”. Uno dei consiglieri dimissionari del presidente egiziano Morsi, Ayman el Sayat, ha annunciato alla stampa che tutti i consiglieri hanno rassegnato le dimissioni. Quattro avevano già deciso di lasciare dopo il contestato decreto presidenziale. In tutto i consiglieri sono 17.

    Intanto lo sceicco dell’università islamica di al-Azhar, l’istituzione più prestigiosa del mondo islamico sunnita, Ahmed el Tayyeb ha invitato alla calma e chiesto alle parti di dialogare. Le sue parole sono state divulgate dalla tv di Stato, mentre la polizia in assetto anti-sommossa si schierava nel tentativo di separare i due fronti.

    Egitto, assedio al palazzo presidenziale
    Morsi rientra, possibile rinvio del decreto

     

    Le immagini dell'assedio - Il video 
     

    Egitto, assedio al palazzo presidenziale Morsi rientra, possibile rinvio del decretoProtesta in Piazza Tahrir, centinaia di persone accampate davanti alla residenza del presidente dove i Fratelli musulmani chiamano alla mobilitazione per sostenerlo. Si ipotizza la cancellazione della contestata norma sui poteri dittatoriali / Commenta

     

    Vaticano, la circolare di Bertone e il travestimento dell’uniformità

    E’ passata in sordina una lettera circolare esilarante dell’esimio cardinale vuoto per pieno,Tarcisio Bertone, inviata a tutta la curia romana. Conoscendo il pollo, però, il metodo è il solito clericale: parlare a suocera perché nuora intenda.

    La lettera, datata 15 ottobre 2012, è, sì, indirizzata alla curia, ma tutti i preti devono sapere e “capire” che si cambia marcia perché il cardinale avverte, en passant, che “per venerato incarico, vengo a chiedere a Vostra Eminenza/ Eccellenza”. Santo Iddio del monte Sinai, dell’Oreb e del Cervino, possibile che ancora oggi si debba sentire un cotale italiano? Vi rendete conto? Dice proprio così“per venerato incarico”!

    Ormai si contorcono anche la lingua italiana, la semantica e la dissenteria cronica. Avrebbe potuto dire: «Cari, sapete tutti che il papa è fissato con il ritorno al passato e non si accontenta più della messa in latino e dei lefebvriani in livrea. Ora vuole anche che tutti i preti, di norma, si travestano da donna, con abito lungo; nelle serate di gala, nei ricevimenti e nelle riunioni importanti, il travestimento deve essere di lusso. Scrive, infatti sor eminenza che “per evitare incertezze ed assicurare la dovuta uniformità, si ricorda che l’uso dell’abito piano è richiesto per la partecipazione a qualsiasi atto nel quale sia presente il Santo Padre, come pure per le Assemblee Plenarie ed Ordinarie, le Riunioni Interdicasteriali”.
    Ascoltate! Le maiuscole rimbombano nelle felpate stanze vaticane. Tutto lì è Maiuscolo, anche il Ridicolo, anche la Scemenza!

    Chi non lo sapeva ora sa, per sua cultura e sapere, che esiste l’abito ‘piano’ e chissà forse anche l’abito a scale, d’ascensore, l’abito a pois bianchi e viola, l’abito ridens, quello a sbalzi e … a quando l’abito da manicomio? Si apprende poi dalla lettera cardinalizia che tutto è fatto per “assicurare la dovuta uniformità“. Ecco svelato il mistero trinitario. In Vaticano, non perseguono l’unità che è la sintesi armonica delle diversità e delle differenze, ma solo “l’uniformità”, cioè l’apparenza dell’unitàperché privilegia l’aspetto esteriore (essere vestiti tutti allo stesso modo).

    Il sor eminenza poi, conclude e si congeda “con sensi di distinto e cordiale ossequio”. Non ho mai saputo, nonostante le mie riservate ricerche, quali siano i “sensi” dell’”ossequio” e rinuncio ad andare oltre perché mi verrebbe voglia di fare una strage clericalcardinaliziapapalina.

    Nota. La data di questo foglio da pescivendoli è la conclusione del Sino sulla “nuova evangelizzazione”. Ecco il “nuovo” che avanza baldanzoso e tracontante, vestito da donna, color cardinale. Se il primo frutto del sinodo è questa buffonata, cari miei, l’Europa e il Mondo possono stare tranquilli: l’evangelizzazione è al sicuro. In cassaforte.

     

    ALL'INDOMANI DELL'ENTRATA DELLA PALESTINA COME STATO OSSERVATORE NON MEMBRO DELL'ONU.Colonie in Cisgiordania, Clinton critica Israele
    Anp: "La Palestina uno stato occupato"

     

     

    Il governo Netanyahu annuncia la costruzione di altri 3000 alloggi negli insediamenti. Il segretario di Stato Usa: "Un passo indietro nel cammino verso la pace". Abu Mazen: voto Onu "sfida la tesi secondo cui si tratta di un territorio conteso"  

     

    Argentina di nuovo verso il default. “Risarcire un miliardo a due hedge funds”

    Fitch ha ridotto di cinque livelli il voto sull’affidabilità di Buenos Aires (da ‘B’ a ‘CC’) ritenendo probabile una nuova insolvenza. Inoltre un giudice di New York ha condannato il Paese a rimborsare integralmente due fondi speculativi che hanno preteso la cifra integrale corrispondente al valore dei titoli in loro possesso nel 2001 al momento del crack

    Undici anni dopo il default del dicembre 2001, l’Argentina viaggia nuovamente spedita verso il disastro con i suoi titoli di Stato che rischiano di tramutarsi un’altra volta in carta straccia. Fitch ha ridotto di cinque livelli il suo voto sull’affidabilità di Buenos Aires (da ‘B’ a ‘CC’) e giudica probabile una nuova insolvenza. Il fatto che inizino a svegliarsi persino le agenzie di rating, che nel 2001 non brillarono certo per tempismo, dà il senso dell’effettiva gravità della situazione.

    L’ultima cannonata contro una nave che già imbarcava acqua l’ha sparata un giudice di New York condannando Buenos Aires a risarcire 1 miliardo e 300 milioni di dollari agli hedge funds Elliot Management e Aurelio Capital Management. Questi fondi speculativi sono in possesso di titoli di Stato argentini coinvolti nel default del 2001 e acquistati a prezzi da saldo ai tempi del crack ma, a differenza del 93% dei detentori, non hanno aderito alle ristrutturazioni del 2005 e 2010 che tra allungamenti delle scadenze e sforbiciate agli interessi offrivano un rimborso pari a circa il 35% del valore originario dei titoli. Hanno invece preteso nei tribunali statunitensi il rimborso integrale dei loro titoli più gli interessi maturati dal 2001 e i giudici hanno dato loro ragione. La scadenza per il versamento era stata fissata al prossimo 15 dicembre, quando l’Argentina dovrà pagare anche 3,3 miliardi ai possessori di bond che hanno accettato la ristrutturazione. Ieri la Corte d’Appello ha però prorogato la scadenza al 27 febbraio 2013 dando così un po’ di respiro alle casse di Buenos Aires.

    Al di là della tempistica, giuridicamente la sentenza ha suo peso e rischia di diventare un pericoloso precedente per tutti quei governi che al di qua e al di là dell’oceano sono alle prese con debiti pubblici fuori controllo, Grecia in primis. Non a caso fondi e banche d’affari gongolano. Subito dopo la condanna il direttore esecutivo di Jp Morgan Vladimir Werning ha ad esempio affermato che la decisione rappresenta “un punto di svolta che sposta l’equilibrio di poteri tra stati e creditori privati a favore dei secondi”.

    Nella pratica la sentenza è però aggirabile piuttosto facilmente. In soldoni i giudici statunitensi affermano che Buenos Aires deve rimborsare i gli hedge funds che hanno vinto la causa oppure i suoi conti verranno bloccati e si fermeranno anche i rimborsi a favore degli altri creditori. Come spiega Vincenzo Somma, responsabile economico-finanziario di Altroconsumo, l’eventuale blocco riguarderebbe però solo le banche che operano in territorio statunitense e l’Argentina avrebbe dunque gioco facile nel superare questi vincoli facendo transitare i fondi a favore dei possessori di titoli ristrutturati attraverso banche di altri paesi, Venezuela in primis. “Tuttavia, aggiunge Somma, il nostro consiglio per i risparmiatori che hanno ancora in mano titoli argentini è uno solo: vendere comunque il prima possibile”.

    Un “si salvi chi può” che ha ben ragion d’essere se si considera la storia di “insolvente seriale”dell’Argentina e che la sentenza in realtà non fa altro che accelerare della resa dei conti. La verità, ben più amara, è infatti che l’Argentina la fossa se la sta scavando da sola già da qualche anno. Superato lo choc del default di fine 2001 il paese ha conosciuto una stagione di crescita economica tumultuosa. Tra il 2003 e il 2007 il prodotto interno lordo è aumentato a ritmi dell’8/9 per cento l’anno, una perfomance seconda soltanto a quella della Cina. Da molti osservatori l’Argentina è stata indicata un po’ frettolosamente come il modello virtuoso da seguire per gestire e superare una crisi del debito.

    In realtà Buenos Aires ha potuto sfruttare una serie di condizioni favorevoli che sono venute meno con la crisi del 2008. In particolare una crescita globale sostenuta con alti prezzi delle materie prime agricole e un cambio del peso particolarmente competitivo hanno fatto volare le esportazioni e garantito all’Argentina costanti surplus di bilancio. Già a fine 2005 Buenos Aires aveva accumulato riserve in valuta estera per circa 28 miliardi di dollari. Nonostante l’abbondanza di fieno in cascina e il periodo di vacche grasse il paese ha però mancato l’occasione per mettere mano a riforme strutturali, al rafforzamento del sistema bancario e per costruirsi una affidabilità che le permettesse di ritornare a offrire titoli sui mercati. La crisi internazionale del 2008 ha così riportato tutti i nodi al pettine.

    Il governo di Cristina Kirchner , in carica da fine 2007, non sembra aver fatto altro che peggiorare le cose. In particolare le mosse di politica monetaria stanno avendo effetti disastrosi. A fine marzo 2012 il governo ha ridotto l’indipendenza della banca centrale argentina forzandola a stampare moneta a più non posso per metterla a disposizione del governo e finanziare così nuova spesa pubblica. Di pari passo, secondo molti osservatori. si sono iniziati a manipolare i dati sull’inflazione che oggi viene ufficialmente indicata al 25% ma che in realtà potrebbe essere almeno doppia. Il tutto condito con misure restrittive sull’acquisto di valuta straniera e in particolare di dollari.

    Il paese risulta così sempre più isolato nel contesto internazionale e questo costringe Buenos Aires a contare solo sulle proprie forze per il rimborso dei suoi debiti. Il più delle volte infatti i paesi reperiscono i soldi per ripagare i titoli in scadenza emettendo nuovi titoli di Stato ma nessuno in questo momento è comprensibilmente disposto a comprare bond argentini. Il tutto mentre il gettito fiscale rallenta a un ritmo superiore rispetto a quello della spesa pubblica. La situazione appare insomma ormai fuori controllo e i famigerati CDS, strumenti finanziari che permettono di assicurarsi contro il fallimento di uno stato ma che vengono spesso utilizzati anche a scopi speculativi, hanno superato i 6500 punti,il livello più alto del mondo.

    Israele, spiragli di INVASIONE TOTALE CONTRO  Hamas 
    Bombe sul media center: 4 morti
    . IL NOBEL ALLA MEMORIA OBAMA TELEFONA CON CALMA AI CONTENDENTI,CON MOLTA CALMA,TANTO MICA PIOVONO SUL SUO CULO LE BOMBE

     

    I morti palestinesi dall'inizio dell'attacco superano quota 100 (leggi). Il governo israeliano: "Senza accordo entro 48-72 ore pronti a intervento terrestre". Hamas: "Tregua alle nostre condizioni". Intanto al Cairo si lavora per un negoziato e Netanyahu è intenzionato a chiedere una sospensione delle ostilità

     

    Israele, lanciati razzi da Gaza: tre morti
    Ieri tredici vittime palestinesi

     

    Dopo l’uccisione del capo militare di Hamas, Ajmed Jabari, le Brigate al-Khassam hanno lanciato almeno 100 missili. Obama difende il diritto di Israele all'auto-difesa. Il Consiglio di Sicurezza Onu, riunitosi nella notte, ha chiesto lo 'stop' delle violenze

    GAZA, RAID ISRAELIANO: UCCISO CAPO DI HAMAS

         IL DISASTRO DELL'OPERAZIONE ISRAELIANA "PIOMBO FUSO":DIC          2008-2009

         IL BLOCCO ECONOMICO CONTRO GAZA DA PARTE DI ISRAELE

    Libano, manifestanti in piazza contro il governo filo Assad: scontri e feriti

    Dopo i funerali del capo dell'intelligence Al Hasan, assassinato venerdì, è scattato l'assalto alla sede dell'esecutivo chiedendo le dimissioni del presidente accusato di essere vicino al regime di Damasco. L'ex premier Saad Hariri lancia un appello in tv per calmare le proteste

    “Saad, Saad!” urlano migliaia i giovani del movimento Futuro, Mustakbal, inneggiando all’ex premier libanese, anti Assad, Saad Hariri. Sono riuniti per presenziare i funerali del capo dell’Intelligence, Wasim al Hasan, assassinato con un’autobomba venerdì scorso. Ma ben presto la pacifica celebrazione si trasforma nella giornata della collera invocata ieri contro “Bashar al Assad il macellaio”. I manifestanti lasciano così la moschea di piazza dei Martiri, dove si sono tenuti i funerali, e raggiungono la sede del governo, a circa un chilometro di distanza, per tentarne l’assalto. Ad aizzarli un popolarissimo presentatore televisivo, Nadim Koteich, che grida tra la folla: “Mikati se ne deve andare oggi!”.

    Così centinaia di ragazzi si avvicinano al lussuoso stabilimento forzandone le transenne, per pretendere le dimissioni dell’attuale primo ministro Najib Mikati, alleato di Hezbollah e quindi troppo vicino a quel regime di Damasco che da oltre quarant’anni esercita la sua egemonia nel Paese confinante. Tra le decine di migliaia di sunniti ci sono anche quelli venuti dalla città settentrionale di Tripoli, nota per le lotte tra comunità alawita (pro Assad) e quella salafita. Da Sidone invece è venuto il popolarissimo leader salafita anti hezbollah Ahmed al Asir. Il blocco anti Assad sembra essere al completo.

    Dall’iconografia della piazza si percepisce immediatamente che Hasan era un uomo diHariri, per questo ha ricevuto l’onore di riposare accanto alla sua salma. “Era uno che stanava i terroristi” dicono i manifestanti. Sapeva di essere un obiettivo e scherzava su questo con i suoi più stretti amici e collaboratori. A capo dei servizi d’informazione della polizia libanese, ad agosto aveva ordinato il fermo dell’ex ministro dell’InformazioneMichel Samaha, che stava mettendo su una rete terroristica al servizio del regime di Bashar al Assad. Infangato e insultato, il nome di Samaha durante le proteste è passato di bocca in bocca, in molti lo ritengono il diretto mandante dell’esecuzione. Ad ammettere un legame tra i due eventi è stato anche lo stesso premier Mikati.

    Ma il capo dell’esecutivo per il momento resta al suo posto: ieri il presidente Michel Suleiman ha respinto le sue dimissioni. Se lascia ora, il Paese dei Cedri cadrà nel caos. Il caos però c’è già. Alle quattro del pomeriggio parte la sassaiola, l’esercito spara in aria e lancia lacrimogeni per disperdere la folla. Dopo pochi minuti di scontri, a terra ci sono due feriti, tra cui una donna. Il bilancio è destinato a crescere nell’arco della giornata, le ambulanze fanno fatica a penetrare la folla e i feriti vengono trasportati a braccio. Intanto in lontananza si vedono due colonne nere di fumo levarsi da dietro il porto di Beirut: sono pneumatici dati alle fiamme. Dal lungo mare arrivano poi i carri armati per presidiare la sede del governo. La calma si ristabilisce solo dopo le sei del pomeriggio con un appello dello stesso Saad Hariri in tv: “Tornate a casa – dice dal suo esilio volontario parigino – il governo deve cadere ma in modo pacifico”. I suoi seguaci obbediscono, ma resta un grande scollamento tra il leader del movimento Futuro (in Francia per motivi di sicurezza) e la sua base. I suoi sostenitori vogliono infatti schiacciare la supremazia militare di Hezbollah, che con il suo sostegno ad Assad sta facendo precipitare il Libano nella guerra siriana.

    Il vero capo sunnita in questo momento appare quindi l’ex premier Fouad Siniora, che si è detto contrario a un’ipotesi di governo di unità nazionale paventata ieri da Mikati. A fine giornata Beirut sembra essere ripiombata agli anni bui della guerra, anche se dietro la militarizzazione della città si nasconde un grande desiderio di stabilità. “Finché non cade il regime di Assad non ci sarà pace nel nostro Paese” dice una donna. Tra la folla sventolano bandiere del partito di Hariri, della Siria Libera, nonché di diversi movimenti cristiani e salafiti. Islamisti barbuti accanto a suore, sembra strano ma non lo è per chi vive qui. “This is Beirut” esclama una ragazza con unghie laccatissime. Cala la notte e i ragazzi vanno a bere come se nulla fosse. Perché stupirsi? “Questa è Beirut”.

     

    British Petroleum, multa record per il disastro nel Golfo del Messico: 4,5 miliardi di dollari

    L’incidente causato dall’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico del 2010 provocò danni ambientali che si sconteranno per un bel pezzo ancora: la perdita di petrolio che conseguì al danneggiamento della piattaforma, di proprietà della British Petroleum, causò danni per centinaia di milioni di dollari, cui le amministrazioni pubbliche dei paesi colpiti (in particolare Stati Uniti e Messico) dovettero immediatamente far fronte.

    A poco più di due anni da quel brutto incidente è arrivata la prima sentenza (seppur ancora non ufficiale) del Dipartimento di Giustizia americano, che riconosce le responsabilità dell’azienda multinazionale British Petroleum Ltd, alla quale impone il pagamento di 4.5 miliardi di dollari (circa 3.7 miliardi di euro) da aggiungere alle decine che l’azienda sta già versando.

    La stessa Bp ha spiegato, per bocca dell’amministratore delegato Bob Dudley, che

    Questo mostra che abbiamo accettato la responsabilità delle nostre azioni. Siamo spiacenti del nostro ruolo nell’incidente

    precisando inoltre che l’accordo (termine più appropriato, visto che nell’ambito del procedimento penale è stata prevista una dichiarazione di colpevolezza da parte del colosso petrolifero) riguarda sia le 11 singole accuse per le vittime dell’incidente, sia quelle che riguardano i danni ambientali e le menzogne pronunciate dai dirigenti e dai responsabili della Deepwater al Congresso Usa.

    Proprio le bugie dell’azienda, volte a minimizzare l’incidente fornendo cifre sulle perdite di petrolio in mare anche 12 volte inferiori alla realtà, sono state fondamentali per valutare la penale da infliggere alla Bp (la più alta mai pagata negli Usa), congiuntamente all’imputazione per omicidio colposo di due dirigenti della Bp, responsabili della morte di 11 operai a seguito dell’esplosione.

    La sentenza è stata emessa dal Dipartimento di Giustizia proprio perchè il danno maggiore fu subito all’interno delle acque territoriali statunitensi e le coste maggiormente colpite dalla marea nera furono quelle nei dintorni della martoriata New Orleans: per 87 giorni vennero sversati in mare milioni di barili di greggio; successivamente emerse anche che l’allarme anti-fuga di petrolio era stato disattivato mesi prima dell’incidente.

    Restano aperte ancora numerose posizioni nella controversia tra la Bp e i vari paesi del Golfo del Messico colpiti dalla marea nera, così come i contenziosi aperti dai soccorritori che in seguito accusarono malori (forse legati all’esposizione a sostanze tossiche) e numerose richieste di risarcimento danni (case, barche, allevamenti di pesce colpiti); in aggiunta a questo, il governo Usa ha chiesto anche un risarcimento a Transocean (proprietaria della piattaforma, affittata a Bp): la sentenza è attesa in gennaio.

     

    Le Amministrative certificano la scomparsa "dell'impero", crollano Lega e Pdl
     

       SOLO NEL 2009 LA REPUBBLICA CERTIFICAVA IL TERRITORIO CHE ANDAVA DAL SESIA ALL'ISONZO "AREA NO LEFT" !!!

     

     

    Lo schianto è memorabile. E così tanto fragoroso da non poter essere mistificato in alcun modo. Da ieri il Pdl èpolvere di stelle. Solo sette mesi fa governavano il Paese e oggi sono ridotti in percentuali imbarazzanti. Sgretolati dalle lotte intestine interne, dagli scandali giudiziari, ma anche dall’assenza di una proposta politica concreta, capace almeno di tenerli insieme nel momento più basso del consenso. E invece no. Il partito di plastica si è liquefatto nelle urne delle amministrative, mentre Berlusconi, scappato in Russia per non dover mettere la faccia sulla fine del suo impero politico, applaudiva in prima fila il proseguimento anacronistico di quello dell’amico “zar” Putin a Mosca (ormai unico rappresentante in grande stile di quel leaderismo carismatico che in Europa si vede sconfitto), dopo aver tentato, a Parigi, di vendere il Milan sconfitto al principe Al Waleed ed essersi raccomandato con Tarak Ben Ammar di rendere la vita difficile a De Benedetti in caso di assalto reale di quest’ultimo a La7.

    L’umiliazione più grande è stata la constatazione che a ridurre in atomi i numeri del consenso pidiellino in regioni e comuni che solo un anno fa sembravano fortilizi inespugnabili, sarebbe statoGrillo che ha convogliato su di sé il voto della destra schifata dal ventennio a colori. Peggio, insomma, non poteva andare. Scappando in Russia, Berlusconi ha lasciato il cerino in mano ad Alfano, mollandolo da solo davanti alle telecamere a dire che sì, si è trattato “di una sconfitta , ma non di una catastrofe”, che “combatteremo per i ballottaggi”: il PDL è al ballottaggio solo nei comuni di Trani, Como, Piacenza, Monza, Catanzaro, Agrigento Asti ed Alessandria, NON HA ELETTO NESSUN SINDACO AL PRIMO TURNO  ed E' TOTALMENTE SCOMPARSO A GENOVA, PALERMO, VERONA, PARMA, CUNEO, L'AQUILA, TARANTO, LECCE, BRINDISI, GORIZIA; nei fortilizi destrorsi come La Spezia, Lucca, Belluno addirittura è incalzato dal MOVIMENTO 5 STELLE DI BEPPE GRILLO che ha espresso un sindaco nel vicentino ED E' AL BALLOTTAGGIO A PARMA ex altra roccaforte del berlusconismo impastato col tanzismo alla crack Parmalat.IL MOVIMENTO 5 STELLE DI BEPPE GRILLO va al ballottaggio a Parma ed è TERZO PARTITO NEI COMUNI DI GENOVA (14%), VERONA(10%), ALESSANDRIA(12%), ASTI(8,21%), BELLUNO(10%), GORIZIA(10%), LASPEZIA (10%), LUCCA(8%),MONZA, PIACENZA E PISTOIA (10%),una crescita clamorosa per una forza semi sconosciuta fino ad un anno fa. Gli ex alleati della Lega del si e del no (nel senso che sono alleati a seconda di come butta il vento) riescono ad eleggere due sindaci al primo turno a Verona e Gorizia ma letteralmente scompaiono dalla scena a Genova,Parma, Cuneo, Alessandria, Asti, Belluno(!!), Como (!!!), Lucca, La Spezia, Piacenza(!!!!), Pistoia, come sindaci di Monza non raggiungono nemmeno il ballottaggio !!!!!. Il Pastone di Sinistra, ALLEATO OCCULTO DEL PEDERASTA, evita la slavina in quanto impastato ad una miriade di rivoli localistici che tuttavia gli portano in dote solo tre comuni: Brindisi, La Spezia e Pistoia. A Palermo il suo candidato ufficiale si scontra con quello dei Post Comunisti-IDV come a Napoli un anno fa, a Genova va al ballottaggio con una lista Civica, a Parma se la deve vedere con gli agguerriti 5 Stelle, di nuovo al ballottaggio ad Asti, Alessandria, Taranto, L'Aquila, Cuneo, Belluno, Catanzaro, Monza, Frosinone, Lucca, Piacenza,Trani e persino nella super roccaforte SESTO SAN GIOVANNI !!! Dalla Russia post sovietica, l'uomo di Plastica cerca di deformare come al suo solito la realtà mentre prepara nuove corruzioni, nuovo miasma asfissiante fatto di formalina aldeide televisiva mentre nel frattempo i topi iniziano ad abbandonare la Super Portaerei Mediaset costretta ad elargire comunicati stampa ANCHE PER TRASCINARE I TIFOSI AL DERBY - STRAPERSO- PER L'ULTIMO ASSALTO ALLO SCUDETTO MEDIATICO DA SFRUTTARE - SE ANDAVA BENE - PER FARE LA TIRATA ALMENO NEI BALLOTTAGGI RIMASTI

     

    DAL SETTEMBRE 2011 TRAMONTA L'ALTRA SPONDA DI  LIBIALIA:

     

     IL GIGANTESCO HAREM SHOW TARGATO BERLUSCONI-GHEDDAFI(con a latere BEN ALI' in Tunisia), CON ANNESSA PAGLIACCIATA MAMELUCCA IN QUEL DI ROMA PER DUE ESTATI CONSECUTIVE (2009 E 2010 DEL COSTO COMPLESSIVO DI 5 MILIARDI DI DOLLARI IN  CAMBIO DELLA PARTECIPAZIONE STRATEGICA DEI FONDI SOVRANI LIBICI IN AZIENDE E BANCHE CHIAVE COME UNICREDIT, ENEL(Partecipata dalla Cassa Deposito e Titoli), TELECOM, MEDIOBANCA, FIAT, FINMECCANICA (Partecipata della Cassa Depositi e Titoli),JUVENTUS FOOTBALL CLUB, E PER REALIZZARE NEL DESERTO CAMPI DI CONCENTRAMENTO PER RINCHIUDERE TUTTA LA MASSA DI PROFUGHI PROVENIENTE DALL'AFRICA NERA E SUB SAHARIANA....)), E' STATO SPAZZATO VIA DALLA NATO CONDOTTA DAL TRIO OBAMA-SARKOZY-CAMERON, QUEST'ULTIMI GIA' A TRIPOLI E BENGASI,una volta fuggito Gheddafi,A FAR VALERE " IL COSTO " DI TUTTA L'OPERAZIONE RELEGANDO GLI ITALIOTI IN FONDO ALLA MANGIATOIA, CON GHEDDAFI ANCORA ITINERANTE PER LA LIBIA COL SUO CODAZZO DI MAMELUCCHI AGGRAPPATI AI SUOI SOLDI. RIMANE L'APPENDICE ITALIOTA CON I SUOI 2000 MILIARDI DI EURO DI BUCO NERO CHE PIANO PIANO STA INGHIOTTENDO TUTTA L'EUROPA PRIMA ANCORA DELLA PUTREFAZIONE GRECA. A GUIDARE LO SPROFONDO RIMANE MISTER BUNGA BUNGA: LA MUMMIA PRESIDENZIALE DEL QUIRINALE VUOLE IMBALSAMARSI CON LUI ALLE SORTI DI QUESTA FOGNA ITALICA MALEODORANTE E QUINDI LO AIUTA IL 14 DICEMBRE 2010 DANDOGLI IL TEMPO  PER COMPRARSI TUTTI GLI SCHIAVI NECESSARI PER EVITARE LA SFIDUCIA, SCHIAVI CHE RISPONDERANNO PRESENTE IL 22 SETTEMBRE 2011 PER SALVARE L'EX BRACCIO DESTRO DI TREMONTI - IL MINISTRO DELLE PIRAMIDI CHE CONTINUA A SPERGIURARE SOPRA LA FANTOMATICA TENUTA DEI CONTI PUBBLICI ITALIOTI - , TAL MILANESE, CHE DOVREBBE ESSERE ARRESTATO PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA ALLA COSTITUZIONE DI UN ORGANO PARALLELO ANTI-STATALE; SE MANCA LA MUMMIA E' L' "OPPOSIZIONE" COMPLICE A CORRERE IN SUO AIUTO FACENDO MANCARE SUOI PARLAMENTARI "AD HOC", LA DOVE VENGONO MENO GLI SCHIAVI, COME NEL CASO DELLO SCUDO FISCALE DEL NOVEMBRE 2009, OPPURE NEL CASO DEL DECRETO MILLEPROROGHE DEL GENNAIO 2011, OPPURE ANCORA NEL CASO DELL'ACCORPAMENTO DI REFERENDUM ED ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL MARZO 2011. SE ANCHE L'OPPOSIZIONE LATITA, PER IMPOSSIBILITA' FISICA AD ESSERE ANCORA PIU' GENUFLESSA, ALLORA E' IL TURNO DELLA LEGA "ROMANA" DI BOSSI,CHE STABILISCE DI VOLTA IN VOLTA CHI SALVARE, COME NEL CASO DELLO SCHIAVO PAPA LASCIATO AL SUO DESTINO E QUINDI ARRESTATO SEMPRE NELL'AMBITO DELLA COSTITUZIONE DI UN ORGANO PARALLELO ANTI STATALE (P4), IN CAMBIO DI DANARI E PREBENDE COME NEL PIU' CRISTALLINO E CLASSICO MODUS OPERANDI LIMACCIOSO STILE BASSO IMPERO ROMANO ( SOLDI PER LE SEDI DISTACCATE MINISTERIALI A MONZA, SOLDI PER LE PENSIONI AL NORD, INSERIMENTO DI PERSONAGGI SINISTRATI COME "IL TROTA" NELLA MACCHINA MANGIASOLDI AMMINISTRATIVA ITALIOTA, FAMILISMO DEL PIU' BASSO LIVELLO IN TUTTE LE AMMINISTRAZIONI LOCALI LEGHISTE CON DEVASTANTI MIX CON LA MALAVITA ORGANIZZATA COME NEI COMUNI DI DESIO, GIUNTA DIMESSASI PER LE PESANTI INTROMISSIONI DELLA 'NDRANGHETA CALABRESE, E DI LECCO). NEL FRATTEMPO IL DIFFERENZIALE DEGLI INTERESSI CON I TITOLI SOLVENTI TEDESCHI PASSA DA 254 DEL 1 LUGLIO 2011 A 412 IL 21 SETTEMBRE 2011 E TUTTO CIO' NONOSTANTE DUE MANOVRE FINANZIARIE QUANTIFICATE SULLA CARTA IN 100 MILIARDI DI EURO, CHE EFFETTIVAMENTE NON HANNO ILLUSO I MERCATI SOPRA LA REALE FATTEZZA DELLA CLASSE DIRIGENTE ITALIOTA: FUMOSE DELEGHE FISCALI DA 20 MILIARDI A BOTTA, IMPROBABILI RECUPERI DELL'AMMORBANTE EVASIONE FISCALE DAI NUMERI SCONOSCIUTI, RIMANDO A LEGGI COSTITUZIONALI DALL'ITER BIBLICO PER TAGLIARE RADICALMENTE I COSTI ABNORMI DELLA POLITCA D'HAREM SHOW ITALIOTA A FRONTE DI PODEROSI TAGLI LINEARI SOPRA TUTTO IL CORPUS SOCIALE CHE CONTRADDISTINGUE UNA NAZIONE "OCCIDENTALE": TRASPORTI, INFRASTRUTTURE, SCUOLA, SANITA', PENSIONI NON VERRANNO PIU' FINANZIATE DALLO STATO CHE RINUNCIA ANCHE ALLA TUTELA DELLA SICUREZZA DELLA VITA DEL CITTADINO CHE NON AVRA' PIU' NE LAVORO, NE DIRITTI, MA SOLO IL DOVERE DI ESSERE SCHIAVO ALLA MERCE' DI CHIUNQUE POSSA PERMETTERSI DI COMPRARSI LA LEGGE: DELOCALIZZAZIONE VERSO I PAESI IN VIA DI CONTRO SVILUPPO, CANCELLAZIONE DELLO STATUTO DEI LAVORATORI, IMPOSSIBILITA' DI RIVOLGERSI ALLA GIUSTIZIA 

    A FRONTE DI ARBITRATI NOBILIARI COME NEL PIU' GREVE PERIODO MEDIOEVALE, OBBLIGO COSTANTE A PAGARE DECIME E BALZELLI DI OGNI TIPO: AUMENTO DELL'IVA, DELL'IRPEF, PROBABILE REINTRODUZIONE DELL'ICI, CANCELLAZIONE DELLE PARTITE IVA LEGGERE, BLOCCO DELLE RIVALUTAZIONI PENSIONISTICHE IN RELAZIONE AL COSTO DELLA VITA,CONTRIBUTO SOCIALE PER I REDDITI "RICCHI", CANCELLAZIONE DELLE FESTE PATRONALI, CANCELLAZIONE DELLE DETRAZIONI FISCALI LA DOVE NON SI RAGGIUNGERANNO GLI OBIETTIVI DI PAREGGIO DEL BILANCIO, BLOCCO DELLE TREDICESIME PER I MEDESIMI MOTIVI, SPOSTAMENTO ALL'ETERNITA' DELL'ENTRATA IN PENSIONE, INTRODUZIONE DEI TICKET SANITARI, AUMENTO DELLA CONTRIBUZIONE INPS DA PARTE DI CHI NON ANDRA' MAI IN PENSIONE. UN BOMBARDAMENTO CHE NON SMUOVE DI UN MILLIMETRO UNA POPOLAZIONE CHE APPLAUDE AD UN FIGURO CHE COMPARE IMPUTATO E RIMANDATO A GIUDIZIO IN 5 PROCESSI CONTEMPORANEAMENTE: PER CONCUSSIONE E PROSTITUZIONE MINORILE, PER CORRUZIONE DI TESTIMONI ( CASO MILLS-GUARDIA DI FINANZA/ALL IBERIAN 2), PER FRODE FISCALE DUPLICE (MEDIATRADE E MEDIASET), PER VIOLAZIONE DI SEGRETO D'UFFICIO E SFRUTTAMENTO PER PROPRI FINI PERSONALI (CASO FASSINO-UNIPOL); CHE RISULTA ALTRESI' INDAGATO PER CORRUZIONE NEL CASO TARANTINI/LAVITOLA: IL VORTICOSO GIRO DI COCA-PROSTITUTE IN CAMBIO DI FAVORI DANAROSI AI PIU' ALTI LIVELLI, CON VIAGGI DI STATO PAGATI DALLA COLLETTIVITA' A VANTAGGIO DI SINISTRI FIGURI OGGI LATITANTI - LAVITOLA - O CARCERATI - TARANTINI E SOCI - . APPLAUDE PERCHE' SA GIA' CHE BEN 3 PROCESSI (MILLS, MEDIATRADE E MEDIASET) SI CHIUDERANNO CON LA SOLITA PRESCRIZIONE ( GIA' INTERVENUTA DOPO CONDANNA IN PRIMO GRADO PER I CASI LODO MONDADORI ( CORRUZIONE DEL GIUDICE METTA), ALL IBERIAN 1 (TANGENTI A BETTINO CRAXI E QUINDI FINANZIAMENTO ILLECITO)E SME (CORRUZIONE DEL GIUDICE SQUILLANTE);MENTRE PER I RESTANTI E' GIA' PRONTA UNA BELLA LEGGINA COMPRATA CHE VERRA' IMMEDIATAMENTE RATIFICATA DA UN PARLAMENTO RIDOTTO AD APPENDICE SFINTERALE DI TUTTE LE VARIE DEFECAZIONI DEL PADRONE D'ITALONIA. IN TUTTI I CONSESSI INTERNAZIONALI L'ITALONIA VIENE BOLLATA COME UN BRUTTISSIMO PROBLEMA, UNA PUSTOLA PURULENTA CHE APPESTA, EPPURE L'URGENZA STA NELLA CINQUANTESIMA FIDUCIA DELLA MASSA DI SCHIAVI PARLAMENTARI ATTA A RIPULIRE LO STRONZO DEL LORO PADRONE
     

    DI MASSIMO FINI

    Da quando è crollato il contraltare sovietico le democrazie occidentali,Stati Uniti in testa, hanno inanellato otto guerre in venti anni, otto guerre di cui forse solo la prima aveva una qualche giustificazione, il primo conflitto del Golfo perché Saddam Hussein aveva aggredito il Kuwait, le altre sette sono tutte guerre di aggressione.
    La guerra democratica ha questa caratteristica, che si fa ma non si dichiara, la si fa con cattiva coscienza chiamandola con altri nomi, operazioni di 
    peacekeeping, operazione umanitaria, difesa dei diritti umani, ma sono guerre. Questo equivoco porta a tutta una serie di conseguenze, la prima è che il nemico è sempre un criminale o un terrorista. E quindi di lui si può fare carne di porco, non valgono le leggi di guerra, non valgono per i prigionieri e Guantanamo ne è un esempio clamoroso. Nella guerra democratica le democrazie possono colpire ma non possono subire, sia materialmente che concettualmente. È legittimo uccidere i soldati del nemico, ma se il nemico uccide i nostri allora è una vigliaccata, una porcata, qualcosa di indecente e di intollerabile. Questa cosa fa sì che porta una sperequazione che non è solo materiale, perché effettivamente la guerra democratica si fa solo con le macchine, con gli aerei, con i droni, con i robot perché i droni sono aerei che non hanno equipaggio teleguidati da 10 chilometri di distanza, per cui uno solo può colpire e l’altro solo subire. Ma anche concettualmente questo vale nel senso che se tu, non democratico, colpisci un soldato sei un criminale e vai giudicato come tale.
    Un’altra caratteristica delle guerre democratiche è che manca l’essenza della guerra e cioè il combattimento. Gli occidentali non sono più in grado di affrontare il combattimento, la vista del corpo a corpo gli fa orrore, ritengono questo immorale, ritengono invece morale colpire con un missile da 300 chilometri di distanza e uccidere duemila persone. 
    Le democrazie in questa loro aggressività nei confronti di tutti i mondi altri che hanno altre concezioni della vita, della morte e altre tradizioni è una sorta di totalitarismo perché noi non siamo più in grado di accettare il diverso, l’altro. La concezione è che siamo una cultura superiore, che è la moderna declinazione del razzismo essendo quella classica dopo Hitler diventata improponibile, e quindi abbiamo il diritto e il dovere di portare le buone maniere agli altri popoli. Questo è un totalitarismo tanto più pericoloso perché inconscio, il pericolo non è Bush o chi per lui, ma è Emma Bonino, chi ci crede a queste cose, che noi si sia possessori di diritti assoluti validi per tutti. Ed è particolarmente doloroso perché noi non veniamo solo come si dice dalla cultura giudaico – cristiana, ma alle nostre spalle c’è un’altra cultura messa in disparte che è la cultura greca, la prima a riconoscere il diritto di esistenza e di dignità dell’altro. Quando Erodoto parla dei persiani li descrive come crudeli, barbari, ma non si sognerebbe mai di applicare i costumi greci ai persiani, i persiani sono persiani, i greci sono i greci. Invece noi abbiamo la pretesa di omologare l’intero esistente alla nostra way of life. Ripeto, questo quando si è in buona fede, in malafede queste guerre hanno ragioni economiche. Abbiamo bisogno di conquistare, essendo i nostri mercati saturi, sempre nuovi mercati per quanto poveri.
    Dopo il crollo dell’Unione Sovietica le democrazie hanno avuto le mani libere e hanno fatto tutte le guerre che hanno voluto con i più vari pretesti, in Serbia c’era la questione del Kossovo, in Afghanistan c’era Bin Laden,sono passati 11 anni e Bin Laden non c’è più da tempo. In Libia c’era il dittatore, peraltro corteggiato fino al giorno prima. Hanno potuto esprimere nel modo più violento la propria aggressività e i propri interessi che sono interessi imperiali. Una volta le potenze quando volevano una cosa mandavano le cannoniere e se le prendevano. Adesso pretendiamo di fare la guerra e di farla per il bene di coloro che bombardiamo, uccidiamo, assassiniamo o devastiamo, è una specie di Santa Inquisizione planetaria ed è questo che è intollerabile, l’ipocrisia di queste guerre. Le guerre si sono sempre fatte, ma una volta avevano almeno quasi una loro etica. 
    La Siria non la attacchiamo perché è protetta in qualche modo dalla Russia e dalla Cina e questo dice che i nostri interventi umanitari in realtà non sono tali, noi interveniamo laddove non ci sono rischi, dividiamo il mondo in figli e figliastri. Alcuni devono essere puniti e altri che ne fanno di peggio invece la passano liscia. Chi attaccherebbe la Russia per il genocidio ceceno, 250 mila morti e cioè un quarto della popolazione? Qui viene dimostrata tutta l’ipocrisia di questa storia dei diritti umani. I diritti umani sono solo un grimaldello per intervenire nei Paesi in cui ci interessa intervenire.
    Potrebbe essere che il prossimo bersaglio, ci sono tamburi di guerra da tempo, sia l’Iran, anche qui con giustificazioni che non hanno alcun senso. L’Iran ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare, accetta le ispezioni dell’
    IAEA che sono le ispezioni O.N.U., l’agenzia che regola le produzioni atomiche, e non ha mai superato il 20 per cento di arricchimento dell’uranio, per fare la bomba ci vuole il 90 per cento. Però è sotto scacco in continuazione. Israele che ha la bomba atomica invece viene lasciato assolutamente tranquillo. E’ una politica di due pesi e due misure che incita anche paesi musulmani, anche gente che non è radicale a radicalizzarsi perché è talmente evidente la politica dei due pesi e delle due misure, la violenza che noi continuamente esercitiamo che alla fine uno diventa terrorista.
    Sì se si attaccherà l’Iran sarà la Terza guerra mondiale, è molto rischioso per le democrazie attaccare l’Iran perché saltano anche tutte le alleanze più o meno forzate che hanno con i paesi cosiddetti moderati, che poi moderati spessissimo non sono. Salterebbe l’alleanza con la Giordania, l’Arabia Saudita, l’Egitto e quindi sarebbe veramente la Terza guerra mondiale ma una guerra particolare sperequata, perché dalla nostra parte c’è questo armamento straordinario e dall’altra ci sono popolazioni da questo punto di vista molto più deboli, ma anche molto più numerose. E’ abbastanza grottesco da fuori Paesi seduti su arsenali atomici incredibili facciano la voce grossa con l’Iran perché ipoteticamente può fare l’atomica.
    In realtà noi, inseguendo un pericolo immaginario, cioè l’Afghanistan che non è mai uscito dai suoi confini, che ha una tradizione di non aggressività nei confronti dei Paesi vicini, abbiamo creato un pericolo reale che è il Pakistan perché questo radicalismo religioso si è trasferito al Pakistan, solo che il Pakistan, a differenza dell’Afghanistan che è armato in modo antidiluviano, ha la bomba atomica e non solo ma proprio per la sua posizione di potenza regionale ha una concezione politica molto meno localizzata di quanto abbia l’Afghanistan. Quindi inseguendo un pericolo immaginario, l’Afghanistan, ne abbiamo creato uno reale, il Pakistan e se gli integralisti prendessero potere in Pakistan sì allora sarebbero cazzi acidi per tutti perché questi hanno l’atomica, gli altri hanno il loro corpo e qualche granata.

     

     

     

     

    Carichi di sabbia per aiutare i genitori nelle cave del sud, oppure di legna da portare per chilometri alle case o ai mercati. Lavorano a denti stretti, senza una paga, senza un lamento, senza tregua e sorridono sempre ai “pumui”, i bianchi, gli stranieri.

    Guardando i bambini della Sierra Leone è difficile pensare che pochi anni fa – fra il 1991 e il 2001 – sia stato un esercito di ragazzini, dai 10 ai 15 anni, a devastare questo paese, lasciandosi dietro 50.000 cadaveri e un labirinto di rovine che inizia a Freetown, la capitale e finisce a Kaylahun, al confine con laLiberia.

    Ed è a Kaylahun, che vediamo dei bambini giocare fra i muri di una casa bruciata. Sembra un relitto come altri, ma quando entriamo verrebbe voglia di scappare dopo pochi secondi. La chiamano “The slaughter house”. Dieci anni dopo, i graffiti di sangue lasciati dal machete sono ancora sui muri, assieme ai fantasmi di chi veniva condotto fra queste pareti per morire sgozzato. “Eravamo nella giungla e quando ti ordinavano di fare queste cose dovevi obbedire o ti avrebbero ucciso! Non mi nascondo anche io ho fatto queste cose. Abbiamo ucciso un sacco di gente: soldati, civili, anche donne, anche bambini. Con il ‘coutelas’, il machete, e il sangue schizzava fino al soffitto”.

    Foday Amara, l’uomo che racconta senza reticenze, senza pudore, quello che ha fatto è un “ex-combattant”, che uccideva per conto del Ruf , il Fronte Unito Rivoluzionario, armata di adolescenti che per 10 anni ha devastato la Sierra Leone per impadronirsi delle sue miniere di diamanti. Il più grande giacimento del mondo. “Ricordo un ragazzo che si chiamava Sherif Kangei – dice Foday – L’ho ucciso proprio qui. Aveva rifiutato di trasportare dei carichi. Di obbedire agli ordini della rivoluzione… ”.

    Cinque ore di auto più a sud, nel villaggio di “Mattru on the rail”, le uniche figure intere sono quelle dei bambini e dei loro pupazzi. Gli adulti sono stati tutti amputati. “Quando mi hanno catturato”, racconta Mamie Lebbie, una donna di 35 anni che stringe al petto un bimbo con l’unica mano che le hanno lasciato “mi dissero che mi avrebbero amputato e che avrebbero ucciso mio marito… Ed è quello che fecero. Lui fu picchiato a morte e a me hanno tagliato la mano destra. Erano dei ragazzini dai 10 ai 13 anni…” .

    Mc Luhan scrive che il mezzo è il messaggio. In Sierra Leone il mezzo era il machete e il messaggio ai civili era il potere della guerriglia sul territorio. “Dissero che lo avrebbero fatto anche se non gli avevamo fatto nulla – continua Mamie Lebbie – era un esempio, per mostrare che avevano preso la città e che era sotto il loro controllo”.

    “Mi catturarono nel 1996 – racconta a Sallay Goba – mi tagliarono la mano destra e poi la sinistra. Mi dissero ‘quando andrai all’ospedale di’ a tutti che dio ti ha fatto questo!’. Li pregai di uccidermi. Risposero: ‘Se avessimo voluto ucciderti avremmo fatto in un altro modo ’ e mi spinsero via dandomi un calcio nel sedere”.

    “Tagliare le braccia – spiega Hassan Kamara un altro ex-ribelle – era un modo per mandare un messaggio: ‘Siamo ovunque. Possiamo arrivare in qualsiasi momento!’”.

    La ferocia del Fronte Rivoluzionario Unito è stata paragonata a quella di Pol Pot, ma la strategia del machete era un’operazione economica: tagliando le braccia di alcuni si riducevano in schiavitù quelle di tutti gli altri, costringendoli a lavorare sino allo sfinimento nelle miniere dei diamanti, “la più maneggevole di tutte le ricchezze” ha scritto Greg Campbel nel libroDiamanti di sangue “perché consentiva di riciclare il denaro sporco dei narcos, ma anche quello di Hezbollah e al Qaeda”.

    Quando i ribelli hanno conquistato Kono e la regione delle miniere, la storia della Sierra Leone è tornata indietro di secoli. Nella terra degli schiavi liberati che diede il nome a Freetown, la schiavitù venne ripristinata di fatto, costringendo migliaia di persone a scavare nel fango dall’alba al tramonto. Chi sgarrava, chi cercava di nascondere una pietra per sé veniva bruciato vivo.

    Il traffico di diamanti, controllato da signori della guerra liberiani comeCharles Taylor, a tutto vantaggio di multinazionali come la De Beers, consentiva ai ribelli di comprare armi a volontà prolungando la guerra. Solo dopo anni di massacri sarebbe emerso anche in occidente che i diamanti che adornavano bellissime mani bianche, erano cristalli di sangue, ottenuti amputando poverissime mani nere, al punto che allo slogan “un diamante è per sempre”, qualcuno replicò che anche un’amputazione è “per sempre”.

    Quando il problema venne sollevato dai giornalisti con Naomi Campbell, che aveva accettato diamanti da Charles Taylor, la venere nera reagì travolgendo le telecamere. I civili che rifiutavano di arruolarsi o di collaborare con la guerriglia venivano uccisi o esposti al sole. Le donne venivano violentate. “Stupravamo ogni ragazza carina che trovavamo – racconta Foday Amara – se rifiutavano di arruolarsi, di farci da cuoche, le stupravamo e poi le mettevamo al sole. Venivano punite. Non gli davamo nulla da mangiare, e alcune sono morte”.

    Fodai Sankoh, l’ex-caporale che, appoggiato da Gheddafi, aveva addestrato i ribelli a commettere qualsiasi crimine, meriterebbe di essere impiccato 100 volte, ma il diavolo se lo è portato via prima che finisse il suo processo. Prima di far iniettare cocaina nel cranio dei bambini-soldato, li drogava promettendo libertà e riforme radicali: “Mai più gli abitanti delle zone rurali faranno i taglialegna e i portatori di acqua per la zona urbana di Freetown” diceva “mai più schiavi e mai più padroni!”.

    Uno dei paradossi del Sierra Leone è che una guerra che usava metodi medievali come le amputazioni, si nutriva di rap e di miti guerrieri americani. I film di Rambo e di Van Damme sono stati per anni l’unico “supporto didattico”, di migliaia di adolescenti analfabeti che nel kalashnikov cercavano un’identità, un futuro o forse semplicemente un’occasione per esercitare un potere e un possesso. Si diventava soldati, cioè si ‘consumavano’ vite umane, per diventare finalmente consumatori. “Quando occupammo Freetown ho chiesto a un tizio di darmi il suo orologio – dice Foday Amara – ma ha rifiutato di consegnarmelo e allora gli ho tagliato il braccio. Ero un selvaggio, un combattente della giungla”.

    Se il mito di Rambo drogava il coraggio dei bambini-soldato, la fame e la paura della morte facevano riemergere riti di sangue che sconfinavano nel cannibalismo. “Alcuni si coprivano di sangue umano per proteggersi dalle pallottole” spiega Mohammed Jusu che si occupa dei reinserimento degli ex-combattenti, “altri mangiavano carne umana. Non solo i ribelli, anche i ‘Kamajor’, cioè i membri delle società di caccia organizzati come difesa civile contro la guerriglia. Se uccidevano qualcuno ne usavano il sangue per fare dei riti magici”.

    Sedato l’incendio della guerra civile con un dispiegamento colossale di caschi blu (17.000) è iniziata la cosiddetta “politica di riconciliazione nazionale”. Per domare i ribelli e convincerli a deporre le armi gli è stata donata una moto per ogni kalashnikov e oggi – in un paese in cui una bici è un lusso – li vedi sfrecciare accanto alle loro vittime costrette ad arrancare su protesi e stampelle senza nessun aiuto.

     

     

     

     

     
     
     

    Resti Hitler in Antartide, ultima follia

     

    I TEDESCHI MASSACRARONO IN ITALIA, IN DUE ANNI DI OCCUPAZIONE, 25.000 PERSONE: HANNO AVUTO RAGIONE !!!

    Portuali contro Nazisti. 1960 o 2001?

    LA GUERRA SULLA LINEA GOTICA

    IL MONDO NERO: L'UNIVERSO NAZI DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE AL 2000

     

    La Sacca di Falaise è stata un'area compresa tra le quattro città di Trun, Argentan, Vimoutiers e Chambois nei pressi diFalaise, dove nell'agosto 1944 gli Alleati cercarono di circondare e distruggere la 7ª Armata e la 5ª Armata corazzata (Panzerarmee) tedesche, durante la fase finale della dura battaglia terrestre seguita allo sbarco in Normandia durante laseconda guerra mondiale.

    Hitler, sconcertato della triplice avanzata alleata (truppe americane, britanniche, francesi, polacche e canadesi) da nord, da ovest e da sud, che minacciava di provocare il crollo definitivo dell'Invasionfront (denominazione tedesca del fronte di Normandia) decise di sferrare un ultimo disperato contrattacco per fermare e respingere gli Alleati.

    L'avanzata americana a sud di Avranches con le truppe meccanizzate della 3ª Armata americana agli ordini del generaleGeorge S. Patton era un pericolo mortale per le difese tedesche; così il Führer pianificò frettolosamente una operazione improvvisata per interrompere le linee di comunicazione dell'armata di Patton, accerchiarla e distruggerla; secondo i piani iniziali nell'operazione dovevano essere coinvolte 5 divisioni di fanteria e 3 divisioni corazzate. Tale decisione fu aspramente criticata da tutti i generali tedeschi, ma Hitler insistette ostinatamente e l'operazione venne sferrata, nonostante la situazione delle armate tedesche fosse sempre più difficile.

    L'attacco iniziò alle 5 di mattina del 7 agosto 1944 con l'attacco di sorpresa di tre Panzerdivision contro le truppe americane schierate nella regione di Mortain per proteggere il fianco delle colonne di Patton. I Comandi alleati, senza lasciarsi sconcertare dall'inatteso contrattacco tedesco, decisero di non interrompere l'avanzata di Patton, ma, invece, di cogliere l'opportunità per organizzare una manovra a tenaglia ed accerchiare l'insieme delle forze nemiche. Il generale Montgomery(comandante generale alleato sul campo) decise quindi di avanzare da nord con le truppe britanniche e canadesi verso la zona di Falaise e di Chambois, costituendo in questo modo il braccio settentrionale della tenaglia; di attaccare frontalmente con truppe inglesi e polacche; di dirigere le colonne mobili americane da sud verso nord per costituire il braccio meridionale della tenaglia e chiudere la sacca[1].

    Dopo una settimana di intensi combattimenti, si ricorda la durezza dei combattimenti tra americani, polacchi e tedeschi a Chambois, la sacca venne chiusa (nonostante alcune incertezze e errori tattici alleati) il 17 agosto, intrappolando cospicue forze tedesche.

    Dopo giorni di attacchi, di disperati tentativi tedeschi di sfuggire e di scontri sanguinosi e particolarmente accaniti, una parte delle forze più efficienti della Wehrmacht e delle Waffen-SS riuscirono a sfuggire, pur abbandonando tutto il materiale pesante e molte armi. Altri reparti tedeschi invece si disgregarono e furono distrutti o catturati; complessivamente gli alleati catturarono circa 50.000 prigionieri e le due armate e le circa 20 divisioni tedesche accerchiate vennero fortemente indebolite; ormai quasi prive di armamenti pesanti e incapaci di opporre ulteriore resistenza, furono quindi costrette a cercare scampo oltre la Senna[1].

    Il 24 agosto 1944 i soldati americani della 4ª Divisione fanteria e le truppe francesi della 2ª Divisione blindata raggiunsero la capitale francese, Parigi, concludendo vittoriosamente la campagna di Normandia.

    I soldati statunitensi festeggiano con una bandiera tedesca catturata di fronte ad un carro Panther distrutto.

    Falaise Pocket map.jpg

     

    Preludio [modifica]

    Mentre le truppe Alleate stavano progredendo lentamente in Normandia durante giugno e luglio, la 1ª Armata statunitense, al comando di Omar Bradley iniziò a fare progressi rapidi nei primi giorni di agosto, grazie al successo dell'Operazione Cobra. Il 4 agosto il fronte tedesco che stava fronteggiando la 1ª Armata cominciò a franare.
    Il 7 agosto un raggruppamento corazzato affrettatamente organizzato dal feldmaresciallo Günther von Kluge (secondo le tassative direttive di Hitler) sferrò un improvviso contrattacco a Mortain (Operazione Lüttich), ottenendo qualche successo iniziale ma senza poter ristabilire la situazione
    de l'Invasionfront ormai in procinto di crollare. L'Operazione Lüttich rappresentò l'ultimo tentativo della Wehrmacht di bloccare l'avanzata alleata, tentando di tagliare fuori la 3ª Armata americana guidata dal generale Patton che si era spericolatamente avventurata verso sud dopo essere sboccata dal varco di Avranches.

    Grazie al potente supporto aereo a sostegno degli Alleati e alla loro tempestiva reazione, i tedeschi furono respinti e Bradley poté riprendere il controllo di Mortain[2]. Il contrattacco tedesco si rivelò una grave errore poiché spostò il peso delle loro forze ad ovest proprio quando era necessario ritirarsi verso est. Questa manovra indebolì l'esercito e i comandanti Bradley e Montgomery ne approfittarono pianificando un accerchiamento delle forze tedesche.

    Inizialmente venne progettato di tagliare fuori i tedeschi inviando la 1ª Armata canadese al comando del generale Harry Crerar a sud attraverso Falaise[2] per incontrare degli elementi della 3ª Armata statunitense che stava attaccando verso Nord presso Argentan. Accorgendosi che i tedeschi avrebbero potuto sfuggire a tale manovra, Montgomery modificò i piani per chiudere il passaggio tra Trun e Chambois a 18 km più a est.

    Battaglia [modifica]

    Sud [modifica]

    La 2ª divisione francese, guidata dal generale Leclerc, che aveva conquistato Le Mans il 9 agosto, il XV Corpsstatunitense della terza armata ricevette il 10 agosto gli ordini di muoversi rapidamente a nord. Il 12 agosto entrarono aAlençon, si mossero a Ecouché ed infine giunsero ad Argentan il 14 agosto, a 22 km sud di Falaise. Gli ordini di Bradley indicavano di fermarsi, poiché era necessario il permesso di Montgomery di attraversare le linee dell'armata e per non incrociare i canadesi a nord - i rapidi cambiamenti nella posizione delle truppe stava infatti causando confusione nelle linee di comunicazione alleate. L'arresto nell'avanzata verso nord potrebbe aver permesso a diverse migliaia di truppe tedesche di fuggire.

    Montgomery modificò il confine nord il 15 agosto dopo che Bradley attese per 24 ore cruciali, permettendo agli americani di avanzare ulteriormente a nord. Il 19 agosto la 90ª divisione fanteria statunitense raggiunse Chambois, a 10 km nordest di Argentan, dove si incontrarono con i canadesi che stavano dirigendosi a sud attraverso la città.

    Nel frattempo, il fulcro dell'attacco statunitense si spostò ad est e il 20 agosto la 3ª armata di Patton attraversò la Senna a Mantes, e i carri armati di Leclerc raggiunsero il centro diParigi il 24 agosto.

    Nord [modifica]

    A nord, contemporaneamente, Montgomery lanciò una nuova offensiva a sud di Caen. Nella loro prima operazione, la 1ª armata canadese lanciò l'Operazione Totalize il 9 agosto. Dopo uno sfondamento iniziale, i progressi rallentarono. Anche se sotto attacco aereo durante il giorno, le forze tedesche (che comprendevano la 12ª SS-Panzerdivision "Hitlerjugend") furono ancora in grado di provocare ingenti danni. I tedeschi inoltre fecero una forte resistenza contro la 2ª divisione fanteria canadese nei boschi a nord di Falaise il16 agosto. Falaise venne conquistata il 17 agosto[2].

    La 4ª divisione corazzata canadese occupò Trun il 18 agosto e il giorno successivo presero il villaggio Saint-Lambert-sur-Dives occupato dai tedeschi, unendosi alle forze statunitensi a Chambois, scavando una linea da Falaise attraverso Trun verso Chambois e combattendo duramente contro i tedeschi in ritirata. Il reggimento South Alberta, predecessore della cavalleria leggera South Alberta, assieme agli elementi del The Argyll and Sutherland Highlanders of Canada e il reggimento Lincoln and Welland, combatté una battaglia cruenta presso Saint-Lambert-sur-Dives. Questa piccola forza, costituita da meno di 200 soldati canadesi uccise, catturò e ferì circa 3 000 tedeschi durante la battaglia. Il maggiore David Vivan Currie del reggimento South Alberta venne decorato con la Victoria Cross per il suo comando della battaglia.

    Il 18 agosto la 1ª Dywizja Pancerna (1ª divisione corazzata polacca) del generale Stanisław Maczek prese posizione con 87 carri armati M4 Sherman sulla Collina 262 (chiamata dai francesi Mont-Ormel e dai polacchi La mazza) ad est dei canadesi, per prevenire i contrattacchi dal versante est per tentare di recuperare i tedeschi intrappolati. Dalla collina inoltre possedevano una postazione di comando che sovrastava la strada da Chambois a Vimoutiers ed iniziarono ad attaccare i tedeschi in ritirata. In risposta, i polacchi isolati vennero attaccati ferocemente e ripetutamente, specialmente il 20 agosto quando il II. SS-Panzerkorps costituito dalla 9ª Divisione Panzer SS "Hohenstaufen" e dalla 10ª Divisione Panzer SS "Frundsberg", che era fuggito dalla sacca, attaccò e irruppe dalle retrovie nella sacca da Vimoutiers. I polacchi persero 325 soldati, con 1002 feriti e 114 dispersi prima di ricevere i rinforzi del 22º reggimento canadese alle prime luci del 21 agosto. I tedeschi persero circa 2 000 soldati, con 5 000 soldati catturati e 359 veicoli distrutti.

    All'interno della sacca [modifica]

    Il generale Dwight D. Eisenhower aChambois, con a fianco un carro tedescoTiger II ribaltato

    Sotto la pressione combinata degli americani e i francesi a sud, gli inglesi a ovest e i canadesi e i polacchi a nord, il 10 agosto i tedeschi si accorsero del pericolo di essere circondati e decisero, anche se Hitler stava ordinando un altro contrattacco, di ritirarsi.

    Il 15 agosto Hitler sostituì il Feldmaresciallo Günther von Kluge con Walther Model. Quel giorno Kluge fu assente per gran parte del tempo, e Hitler, già sospettoso per le implicazioni di von Kluge nelle confessioni forzate dei membri dell'attentato di luglio, in seguito accusò von Kluge di aver tentato di ordinare la resa alle proprie truppe, tentativo fallito per un mancato contatto con i plenipotenziaridegli Alleati. La versione di Kluge (appoggiata da altri ufficiali tedeschi) fu che la sua macchina venne danneggiata dai velivoli alleati e rimase immobilizzato fino all'arrivo della notte dall'artiglieria. Da parte degli Alleati non venne mai fatto riferimento ad una resa ad un contatto con von Kluge. Kluge si suicidò pochi giorni dopo.

    Il giorno successivo, con i 150 000 uomini della 7ª armata tedesca e la 5ª armata Panzer tedesca quasi circondati, Hitler ordinò infine una ritirata generale delle truppe verso la Senna. La ritirata era effettivamente iniziata il 14 agosto e pianificata da Rudolf Christoph Freiherr von Gersdorff per tentare di salvare il resto delle divisioni corazzate tedesche. La fanteria tedesca, sparpagliata nei boschi e priva di supporto, tentò disordinatamente di raggiungere Falaise e la salvezza.

    Per la maggior parte della campagna di Normandia, i cieli furono controllati dalla 2nd Tactical Air Force inglese e la 9th Air Force statunitense, ma i tedeschi non subirono molte perdite poiché mantennero posizioni difensive sparse e mimetizzate, muovendosi solo durante la notte. Dalla controffensiva a Mortain il 7 agosto vennero costretti a muoversi di giorno, con conseguente aumento della vulnerabilità. Ora erano compressi in una stretta sacca e tentarono la fuga durante il giorno. Gli aerei alleati e l'artiglieria furono devastanti per i tedeschi; alla fine, il fumo dei veicoli in fiamme impedirono agli aerei alleati di attaccare altri bersagli.

    La ritirata divenne una lotta disperata contro quella che venne chiamata dai tedeschi "la strada della morte" ("Todesgang") tra i villaggi di Chambois, Saint-Lambert, Trun e Tournai-sur-Dives. Il 21 agosto, alle restanti truppe tedesche venne ordinato di arrendersi.

    Dopo la battaglia [modifica]

    Veicoli distrutti e corpi di soldati tedeschi giacciono sulla strada nei pressi di Chambois. Il loro convoglio venne distrutto da un attacco aereo e dall'artiglieria alleata

    Anche se forse 100 000 soldati tedeschi riuscirono a sfuggire agli alleati a causa dei ritardi nella manovra di chiusura della sacca, l'esercito tedesco si lasciò dietro da 40 000 a 50 000 prigionieri, più di 10 000 morti e la strada fu impraticabile a causa dei veicoli distrutti (tra cui 730 carri su un numero totale di 880). Nessuna delle divisioni Panzer in Normandia riuscì a fuggire con più di 15 carri sopravvissuti. Delle 56 divisioni di fanteria che combatterono ad ovest della Senna, 18 furono completamente distrutte.

    Anche i canadesi subirono ingenti perdite, con 5 500 morti, feriti, dispersi. I polacchi persero 1 441 soldati.

    Il fallimento nella cattura di un maggior numero di truppe tedesche fu discussa da alcuni comandanti e analisti postbellici. La formazione e la chiusura della sacca fu un grande successo degli alleati; tuttavia ci fu la sensazione che i tedeschi intrappolati sarebbero potuti essere di più. Venne anche ipotizzato che molti prigionieri tedeschi furono giustiziati dalle truppe polacche per vendetta nei confronti della brutale occupazione tedesca (come ad esempio, la rivolta di Varsavia).

    Le forze statunitensi che si spingevano verso nord vennero fermate da una linea di confine interna alle armate alleate. Bradley non chiese lo spostamento del confine (che non è una procedura insolita) e Montgomery non la suggerì. Anche se c'era la necessità legittima di evitare gli incidenti di fuoco amico, che potevano avvenire se le unità si spostavano velocemente senza coordinazione, una modifica dei confini non avrebbe costituito necessariamente un pericolo.

     

     

     

    IDEOLOGIA

    DALLE TESI SUL SIGNORAGGIO ALLA CONTROECONOMIA: L'EVOLUZIONE DELLE IDEE ANTI-MERCATO POST-COMUNISTE

     

     

    DALLE MACERIE DEL COMUNISMO AL DOMINIO ASSOLUTO DEL SIGNORAGGIO BANCARIO....

     

    LA GRANDE FAME ALLA BASE DELLO SMOTTAMENTO MEDIO-ORIENTALE/NORD AFRICANO; IL RUOLO DELLA CINA

    GENERAZIONE E SOCIETA'

    NEVERMIND O SOLO NEVER ??

    FINANZA CONTEMPORANEA E DEVASTAZIONE SOCIALE

     

    COME CANCELLARE 1/4

    DI DEBITO PUBBLICO ITALIOTA?

     

    Manovra DI LUGLIO 2011 (PARTE A)

     Manovra DI LUGLIO 2011 (PARTE B)

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Chelsea, flop in coppa di Lega,0-2 in casa con lo Swansea. Benitez sempre più a rischio dopo il fallimento del Mondiale per Club e la disastrosa sconfitta casalinga col fanalino di coda QPR(0-1). La squadra piu' ricca di Londra ha già fallito Charity Shield e Supercoppa,oltre ad essere retrocessa in Europa League da detentrice del torfeo.

La domanda più ripetuta in questi giorni a Stamford Bridge non è se il Chelsea quest'anno vincerà qualcosa, bensì se l'interim di Rafa Benitez durerà almeno sino a fine stagione. Due sconfitte casalinghe in una settimana hanno ulteriormente aggravato la crisi del club londinese: dopo avere perso 1-0 il derby contro il modestissimo Queen Park Rangers il 2 gennaio in Premier League, ieri i Blues sono caduti di nuovo, battuti 2-0 sul proprio terreno di gioco dallo Swansea nella semifinale di andata della Coppa di Lega. Così un altro trofeo in teoria "facile" rischia di sfuggire alla squadra milionaria di Roman Abramovich, e la posizione in panchina dell'allenatore spagnolo diventa sempre più precaria.

Fischi e cori all'indirizzo di Benitez, alcuni irripetibili, altri irrisori, "Ridateci Di Matteo" oppure "Josè Mourinho", hanno accompagnato la sua uscita dal campo dopo la sconfitta con lo Swansea. Altri slogan del pubblico hanno richiesto a lungo l'ingresso di Frank Lampard, segnalando chiaramente che i fans non sono d'accordo con la decisione della società di cedere il centrocampista 34enne. Il coach ha fatto finta di niente: "Il risultato è quello che è, ma sono soddisfatto della prestazione dei miei, abbiamo giocato bene, dominato la partita, tirato in porta 23 volte, se rigiocassimo contro lo Swansea dieci volte vinceremmo noi nove, ma stavolta abbiamo commesso due errori e siamo stati puniti". Eliminato in Champions nella fase a gironi, un'umiliazione da record per la squadra detentrice del titolo, sconfitto nella finale del mondiale per club, quarto in campionato dietro le due di Manchester e il Tottenham, il Chelsea si vedeva già in finale a Wembley nella Coppa di Lega, per di più contro un avversario non preoccupante, o il Bradford, formazione semi-dilettante di quarta divisione che ha vinto a sorpresa la semifinale d'andata, o un Aston Villa poco convincente, dunque con la prospettiva di mettere in bacheca almeno un trofeo di consolazione. Ma adesso la strada per Wembley è tutta in salita per il team di Benitez, che dovrebbe vincere 3-0 in Galles, a casa dello Swansea per arrivarci. "Rafa, non ti vogliamo", gli gridavano ieri sera i tifosi, accompagnando il coro con insulti di vario genere. Chissà se l'ineffabile spagnolo che ha sostituito due mesi fa Roberto Di Matteo resterà ancora a lungo in panchina, o diventerà l'ennesimo allenatore licenziato da Abramovich.
 
 
 
 
 
 
 
 

NEL 69% DEI CASI IL TITOLO D'INVERNO EQUIVALE A CAMPIONE D'ITALIA. Nei gironi a 20 squadre solo 3 cambi della guardia:nel 1946-47,1950-51,2005-06

 

La Juventus, con due turni di anticipo, si è laureata per la 26/a volta nella sua storia campione d'inverno nel campionato di serie A su girone unico. Nei 25 precedenti casi, 17 volte la squadra torinese si è poi confermata campione d'Italia al termine della stagione, e precisamente nelle annate 1930/31, 1932/33, 1949/50, 1951/52, 1957/58, 1959/60, 1971/72, 1972/73 (seppur ex-aequo con il Milan), 1974/75, 1976/77 (seppur ex-aequo con il Torino), 1977/78, 1983/84, 1985/86, 1994/95, 1996/97, 1997/98 e 2011/12; in 7 occasioni ha fallito il traguardo finale, nelle stagioni 1935/36(a favore del Bologna), 1946/47( a favore del Torino), 1953/54( a favore dell'Inter) (titolo d'inverno ex-aequo con Inter e Fiorentina), 1962/63( a favore dell'Inter), 1975/76( a favore del Torino), 1999/00( a favore della Lazio), 2005-06 (a favore dell'Inter).  Allo stato dei fatti la Juventus si è laureata campione d'Italia nel 68% dei casi in cui ha vinto il titolo d'inverno, ha fallito il bis nel 24% dei casi, si è vista annullare i titoli nell'8% dei casi. 

Su 79 campionati di serie A su girone unico finora disputati, dal 1929/30 ad oggi, in cui lo scudetto è stato assegnato , 53 volte chi ha vinto il titolo d'inverno - in alcuni casi anche ex-aequo con altre squadre - ha poi bissato il successo a primavera (67,1%): 18 volte ha vinto lo scudetto chi ha chiuso il girone d'andata al secondo posto (22,7%), 4 volte ha vinto il titolo chi ha chiuso al terzo posto la prima metà del torneo (5,1%), infine in 4 circostanze ha vinto il campionato chi era quarto a metà stagione (5,1%). Quello attuale è il quattordicesimo campionato italiano di serie A su girone unico che si gioca a 20 squadre e su 38 giornate totali. Nei 13 precedenti tornei in cui è stato assegnato il titolo a fine stagione (1946/47, 1948/49, 1949/50, 1950/51, 1951/52, e dal 2004/05 ad oggi), nel 69,2% dei casi - 9 volte - chi ha vinto il titolo d'inverno si è poi confermato campione d'Italia a fine torneo: è successo al Torino 1948/49, alla Juventus 1949/50, 1951/52 e 2011/12, all'Inter 2006/07, 2007/08, 2008/09 e 2009/10 ed al Milan 2010/11. Cambio della guardia in 3 casi (23,1%), ovvero nelle stagioni 1946/47 (Juventus campione d'inverno con +1 sul Torino, a fine stagione granata campioni con +10 sui bianconeri, secondi), 1950/51 (Inter vincitrice a fine andata con +1 sul Milan, rossoneri campioni a fine campionato con +1 sui cugini nerazzurri) e 2005/06 - seppur a tavolino - con la Juventus che aveva vinto il titolo d'inverno, ma lo scudetto è stato poi attribuito all'Inter, a seguito delle sentenze di "Calciopoli". Il torneo 2004/05 vide lo scudetto non assegnato, sempre per i verdetti di "Calciopoli", pari al 7,7% dei casi.

 

2012, la fuga dei tifosi
la "fede" è finita

La mappa del tifo in Italia sta cambiando in fretta e in modo profondo. Dal punto di vista dell'estensione e dei confini. Lo mostra, con chiarezza, il sondaggio di Demos-Coop presentato oggi nelle pagine di Repubblica. 
L'area dei tifosi, in primo luogo, si è ridotta in misura rilevante. Oggi è circa 3 punti meno del 2011 ma oltre 9 rispetto a due anni fa e addirittura 13 rispetto a tre anni fa. Nel 2010, comunque, oltre un italiano su due si diceva tifoso di calcio. Oggi poco più di quattro su dieci. Peraltro, l'unica componente del tifo cresciuta, seppur di poco, è quella più "tiepida". La "passione italiana" per il calcio, dunque, sembra si stia raffreddando sensibilmente. Ormai da alcuni anni. E oggi non coinvolge più la maggioranza delle persone. Le partite di pallone attraggono ancora un'ampia fetta di persone. Una larga minoranza. Ma, appunto, una "minoranza". Questo mutamento è stato prodotto e accelerato, in gran parte, dagli scandali che, da anni, corrodono l'ambiente. In modo ripetuto. Senza soluzione di continuità. Ieri Calciopoli, oggi le Scommesse. Domani chissà. Gli scandali, in Italia, non finiscono mai. E non si chiudono mai. Da ciò il clima di incredulità diffusa. In altri termini: gli italiani e gli stessi tifosi, in gran parte, non credono al calcio. Troppo condizionato da interessi (per l'84%). Lo scandalo scommesse: quasi un tifoso su due ritiene si tratti di un caso di giustizia sportiva che non si è risolto in modo giusto. Gli errori 

 

arbitrali: al 53% dei tifosi (circa 8 punti più di un anno fa) capita di pensare che avvengano in malafede. 

LE TABELLE


E si pensa, per questo, a introdurre novità tecnologiche, come la moviola in campo. Tuttavia, dubitiamo che basterebbe. Anche l'introduzione degli arbitri di porta non ha risolto il problema. Il fatto è che il calcio soffre di una crisi di fiducia  -  o di sfiducia. Agli occhi degli italiani e degli stessi tifosi. E se ieri nonostante tutto, nonostante i sospetti e le polemiche, il "tifo" resisteva, oggi non è più così. La sfiducia ha cominciato a erodere
alla base l'edificio della passione per il calcio. Reso più fragile anche dalla crisi economica, che ha ridimensionato la "capacità di spesa" delle società. Comprese quelle tradizionalmente più importanti. L'appeal del nostro campionato si è, così, ridotto. Per oltre 6 tifosi su 10 è divenuto meno interessante di altri.

Non è un caso che, mentre l'ampiezza del tifo "per" una squadra si è ridotto sensibilmente, quella del tifo "contro" si sia, invece, allargata. Tocca quasi il 56% dei tifosi: 5 punti più di un anno fa e 14 rispetto a due anni fa. 

Quest'anno è cambiata anche la mappa del tifo, tracciata dall'Osservatorio Demos-Coop, in base alla squadra preferita. In questo caso, però, contano motivi soprattutto "sportivi". Legati ai risultati e alla competitività delle squadre. 

La Juventus resta saldamente e largamente in testa alle preferenze. La sua incidenza, però, è scesa, anche se in misura molto limitata. Meno di un punto percentuale. Oggi i suoi tifosi corrispondono a circa il 28 e mezzo per cento. La retrocessione e le difficoltà degli anni di Calciopoli non ne avevano eroso la base. Al contrario. I successi e la vittoria nell'ultimo campionato ne hanno confermato, ma non rafforzato, la posizione. Probabilmente risente, più delle altre squadre, del clima generale di sfiducia. Trattandosi della squadra più "popolare". Con una base ampia di tifosi "tiepidi". I più disturbati dal ripetersi degli scandali e dalle polemiche. La novità, semmai, è che torna a essere la più odiata. Bersaglio convergente delle tifoserie delle squadre avversarie, che le contendono il primato nel campionato. In un anno, infatti, la quota di tifosi ostili alla Juve è raddoppiata: dal 14 al 27%.

L'altra novità è offerta dall'affermarsi, su base nazionale, di nuovi "attori" del tifo. Che stanno modificando le tradizionali gerarchie. Il Milan conferma la sua quota di tifosi, intorno al 16%. L'Inter ha, invece, perduto una parte rilevante dei suoi sostenitori. Ora si è attestata al 14 e mezzo per cento: 4 punti meno di un anno fa. Mentre è cresciuta molto l'area del tifo per il Napoli, che ha superato il 13% e incalza l'Inter. Anche la Roma appare in crescita: ha superato il 7%. 

Il mutamento degli orientamenti del tifo dipende, in gran parte, dai risultati delle stagioni recenti, che hanno visto il Napoli conseguire importanti successi. In tal senso, però, ha pesato molto anche il calciomercato. Milan e Inter hanno infatti ceduto molti dei giocatori più pregiati - talora, le bandiere della squadra e dei tifosi. Si spiega in questo modo anche la crescita del tifo giallorosso. Animato da una campagna acquisti che ha soddisfatto i sostenitori. Ma, soprattutto, dall'arrivo di un allenatore, Zeman, che al di là dei risutlati, gode di grande carisma.

E' mutata, di conseguenza, anche la geografia del tifo. Fino a un anno fa la Juventus era la squadra "più amata" in tutte le aree del Paese. Ora non più. Superata dalla Roma nelle regioni del centro e dal Napoli nel Mezzogiorno.

E' difficile, in conclusione, non evocare un parallelo con la politica. D'altronde, il rapporto fra calcio e politica si è rafforzato, negli ultimi anni. Basti pensare a come Berlusconi lo abbia utilizzato come modello e come veicolo del proprio soggetto politico. Fin dalla "discesa in campo". Il nome del suo partito, Forza Italia: il grido di sostegno alla Nazionale. I suoi sostenitori, di conseguenza: Azzurri. Le sezioni: "club", come quelle dei tifosi. In generale, il tifo ha surrogato la crisi delle appartenenze e delle bandiere, in tempi di perdita delle identità. D'altronde, il grado di interesse politico dei tifosi è perfino, di poco, superiore a quello della popolazione. Le stesse tifoserie, al di là delle posizioni estreme degli ultrà, mostrano orientamenti politici precisi. Sinistra: i tifosi della Fiorentina. Centrosinistra: la bandiera del Napoli. Centro: quella bianconera. Centrodestra: le suqadre milanesi.

A differenza di quanto è avvenuto in politica, però. scandali e polemiche non avevano compromesso la "fede" dei tifosi, fino a pochi anni fa. Oggi non è più così. La fiducia nel "sistema" appare, infatti, seriamente in declino. Verso i protagonisti del calcio, i giudici e i giudizi dela giustizia sportiva. Difficile "credere" se i risultati e le classifiche degli ultimi dieci anni sono stati rimessi in discussione. A vole rovesciati. Alla fine anche i "fedeli" più convinti cominciano a dubitare. A frequentare i riti con meno passione e regolarità. Mentre i più tiepidi e occasionali, ormai, hanno smesso di andare a messa. Se non raramente. In alcune, poche, festività. 
 

UEFA. Diramata la consueta classifica dei coefficienti divisi per paese europeo, aggiornata in tempo reale sul sito della Uefa. L'Italia è fuori dal podio da un paio di stagioni e il distacco dalla Germania, attualmente terza, si fa sempre più abissale. Con l'eliminazione dell'Udinese ai preliminari, tra l'altro in favore di una squadra portoghese, diretta concorrente dell'Italia, la situazione si è ulteriormente complicata. Perdendo la quarta posizione nel ranking a favore di Portogallo oppure Francia, che sono incollate a noi con pochissimo distacco, non si tradurrebbe subito in una squadra in meno in Europa ma lo spazio verso la posizione spartiacque (7°) sarebbe ad un passo. Nel dettaglio attualmente l'Italia ha squadre: 2 in Champions, 1 ai preliminari di Champions, 3 in Europa League. La Russia attualmente settima ha invece club: 1 in Champions, 1 ai preliminari di Champions, 4 in Europa League. Insomma tradotto, se le italiane in gara questa stagione non si danno da fare sarebbe un disastro per tutti i club italiani.


L'ITALONIA PALLONARA SPROFONDA

 

5CLASSIFICA. Attualmente la classifica dei paesi è guidata dall'Inghilterra che ha 4 squadre in Champions e 3 in Europa League. Al secondo posto troviamo la Spagna che deve partecipare con una squadra ai preliminari di Champions anziché averne 4 dirette. Come già detto la Germania è terza e ha preso il posto Champions che era dell'Italia fino a due stagioni fa. Italia, Portogallo e Francia sono racchiuse in poco più di cinque punti e hanno tutti lo stesso numero di club in Europa. Chiude la classifica San Marino con appena 3 squadre e con il massimo dei turni preliminari da disputare. Per quanto riguarda i club è il Barcellona ad avere il ranking migliore, davanti a Manchester Utd e Chelsea. Settima le prima delle italiane, l'Inter mentre per il Milan bisogna scorrere fino al 12esimo posto, chiude il podio delle italiane la Roma in 26esima posizione ma fuori dalle competizioni in questa stagione.
 

 

PROSSIMA STAGIONE. Per farvi un'idea di quello che potrebbe accadere nella prossima stagione basti pensare che per ogni vittoria vengono aggiunti 2 punti al coefficiente (1 per i preliminari) e per ogni pareggio 1 punto (0,5 nei preliminari). Inoltre vengono sommati 4 punti per la partecipazione ai gironi eliminatori di Champions, 5 punti per il raggiungimento degli ottavi di Champions, e un punto ulteriore per ogni turno raggiunto dai quarti in poi sia in Champions che in Europa League. Ne viene fuori che solo un miracolo ci potrebbe restituire la squadra in più ora in possesso ai tedeschi.

 

 
 

 

 
 
 
 
 
CALCIO E DELINQUERE

Vieri e Brocchi, i gemelli del crac
"Bancarotta da 14 milioni di euro"

 

Vieri e Brocchi, i gemelli del crac "Bancarotta da 14 milioni di euro" I due ex calciatori sono sotto inchiesta a Milano per il fallimento della loro società di arredi di lusso. Le loro abitazioni sono state perquisite dai militari della guardia di finanza. Coinvolte anche le madri

 

SCOMMESSOPOLI  2011-2013

 

Bari, la squadra che vendeva le partite
Conte nega: "Non ne sapevo niente"

 

Bari, la squadra che vendeva le partite Conte nega: "Non ne sapevo niente" I verbali dei 37 indagati per i quattro incontri "taroccati" tra il 2008 e il 2009. In molti erano d'accordo e, poi, ci si spartiva il denaro. L'allenatore, oggi alla testa della Juve, nega di aver visto qualcosa di GIULIANO FOSCHINI e MARCO MENSURATI

 
 
 
 
 
 

SCOMMESSOPOLI TER FILONE BIS DI BARI

Nemmeno un mese dopo il ritorno in panchina, avvenuto il 9 dicembre dopo avere scontato quattro mesi di squalifica per omessa denuncia, nuove nubi si profilano all’orizzonte per Antonio Conte. Il nome del tecnico bianconero compari infatti diverse volte negli atti del secondo filone d’inchiestadella Procura della Repubblica di Bari per quanto riguarda le partite di serie B Bari-Treviso 0-1, del 10 maggio 2008, e Salernitana-Bari 3-2, del 23 maggio 2009. Un’inchiesta in dirittura d’arrivo. Non appena il pm Ciro Angelillis notificherà agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini, partiranno le richieste di rinvio a giudizio. Poi gli atti saranno trasmessi alla Procura Federale che valuterà l’esistenza di reati sportivi e chiederà gli eventuali deferimenti. Conte, che non è in alcun modo indagato, ma è un semplice testimone, dovrà però probabilmente rispondere davanti alla Procura della Figc di omessa denuncia: il medesimo reato che gli è costato la precedente squalifica. 

Come in quel caso. Dove tra diversi testimoni a suo favore c’era però il grande accusatore, l’ex giocatore del Siena Carobbio, così sembra che anche per quanto riguarda il risultato aggiustato di Salernitana-Bari ci sia almeno un giocatore biancorosso che abbia riferito agli inquirenti che Conte, all’epoca tecnico del Bari, fosse a conoscenza della combine. E a gettare nuove ombre sul modus operandi del tecnico bianconero, se anche l’avere allenato due squadre nel centro del mirino dell’inchiesta sul calcioscommesse come Bari e Siena fosse stata pura sfortuna, rimane il fatto che per la partita con la Salernitana rischia grosso Cristian Stellini. Il difensore biancorosso che Conte ha poi voluto con sé come assistente a Siena e poi alla Juve: fino allo scorso agosto quando, dopo avere patteggiato due anni per frode sportiva e omessa denuncia si è dimesso dallo staff bianconero.

Simile alla situazione di Conte è quella dell’ex difensore del Bari Ranocchia, ora all’Inter. Per lui la Procura di Bari ha chiesto l’archiviazione, ma non è detto che la giustizia sportiva non pretenda da lui le prove – a carico dell’indagato – che non abbia commesso il reato di omessa denuncia. Oltre a quella di Stellini è invece più delicata la posizione di una ventina di persone, tutte indagate per frode sportiva, tra cui alcuni giocatori di Salernitana e Treviso e molti ex del Bari. Il nome più noto è quello di Jean Gillet: attuale portiere del Torino. A breve saranno poi concluse anche le indagini sulle presunte combine di Bari-Sampdoria (0-1) e Palermo-Bari (2-1), del campionato di Serie A 2010-11. Non c’è pace per il calcio italiano, che inizia l’anno nuovo con il botto meno atteso: non di gol, né di spettacolo. Ma l’ennesima inchiesta volta a scoperchiare quanto di marcio ancora resiste nel segreto dello spogliatoio. E quante partite siano state combinate ancor prima dell’inizio. Per qualche euro in più.

 

SCOMMESSOPOLI QUATER

DUE PUNTI DI PENALIZZAZIONE A NAPOLI E PORTOGRUARO (FALLITO)

 

Nessuna sopresa, la scure della disciplinare si è abbattuta duramente sul Napoli, comminando agli azzurri due punti di penalizzazione immediata e squalificando per sei mesi il capitano Paolo Cannavaro. Stessa sorte per l’altro difensore partenopeo, Gianluca Grava. A queste sanzioni la Commissione disciplinare ha aggiunto un’ammenda per la società di 70mila euro. E ora si trema per le possibili decisioni della Uefa: il codice etico voluto da Platini imporrebbe l’esclusione dalle coppe europee delle squadre coinvolte – direttamente o indirettamente – in casi di illecito.  Nei mesi scorsi, quando il caso calcioscommesse era agli albori e non erano ancora stati emessi verdetti, i vertici della Figc sembravano aver ottenuto da Platini la garanzia che le squadre coinvolte nei procedimenti non sarebbero state punite con l’esclusione. Ora che la sentenza è arrivata, però, la paura di una sanzione esemplare dell’Uefa è tornata, sulla scorta di quanto avvenuto alla squadra turca del Fenerbahçe, esclusa un anno fa dalla Champions per un caso di illecito in patria.

Cannavaro e Grava, per i quali il procuratore federale aveva chiesto una sanzione di 9 mesi, sono stati puniti per non aver denunciato la proposta di combine della partita Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010 ricevuta dall’ex compagno di squadra Matteo Gianello. E anche il club di De Laurentiis, che con questa squalifica ha ora 31 punti scivolando al quinto posto, è stata punita per l’illecito sportivo commesso dall’ex portiere Gianello. Per il tentato illecito l’ex portiere partenopeo è stato squalificato per 3 anni e 3 mesi. Le decisioni della Disciplinare ora possono essere impugnate davanti alla Corte di Giustizia Federale. Il procuratore Stefano Palazzi aveva chiesto un solo punto per responsabilità oggettiva alla società partenopea anche per il ruolo “marginale” ricoperto da Gianello, allora terzo portiere della squadra.

La sentenza, secondo l’avvocato del club Mattia Grassani, è sta accolta “con grande disappunto, disagio e protesta: è una sentenza ingiusta e assolutamente inadeguata ai tempi rispetto all’istituto della responsabilità oggettiva. Il Napoli – spiega il legale – ha subito danni patrimoniali, d’immagine e anche tecnico-sportivi e sono tutte ragioni di risarcimento che potranno essere prese in considerazione una volta esauriti i gradi di giustizia”. Per quanto accertato dalla commissione disciplinare “non c’è alcuna responsabilità né di culpa in vigilando né di omesso controllo da parte della società che paga il comportamento di un ex-tesserato come Matteo Gianello, in scadenza di contratto, che nella stagione 2009-2010 non giocò nemmeno un minuto”. 

Nell’ambito del processo sul calcioscommesse, la Commissione Disciplinare Nazionale ha inflitto inoltre due punti di penalizzazione e 10 mila euro d’ammenda al Portogruaro. Il club veneto paga l’illecito contestato al tesserato Claudio Furlan in relazione alla partita Portogruaro-Crotone del 29 maggio 2011. Prosciolto invece il Crotone, per cui il procuratore Stefano Palazzi aveva chiesto un punto di penalizzazione, mentre la Spal ha ricevuto un’ammenda di 5 mila euro. Agli altri tesserati invece sono stati inflitti tre anni e nove mesi a Silvio Giusti, un anno e 7 mesi per Marco Zambonie un mese per Andrea Agostinelli David Dei.

Nel corso dell’udienza del processo che si è tenuta lunedì 10 dicembre a Roma, la Commissione aveva accettato sei istanze di patteggiamento avallate dal Procuratore Federale: 20 mesi e 20 giorni per Claudio Furlan, 9 mesi per Federico Cossato (già fermato per 3 anni e 6 mesi dalla Corte di Giustizia Federale), 4 mesi a Dario Passoni (da aggiungere ai 20 mesi e 15 giorni frutto di precedenti patteggiamenti), 2 mesi per Gianfranco Parlato (già squalificato per 3 anni), 5 mila euro d’ammenda per l’Albinoleffe e 100 euro per l’Avesa, club di seconda categoria che per il centenario ha ingaggiato Cossato, in seguito squalificato.

 

Calcioscommesse, Ferrario conferma: "Mi proposero combine su Lecce-Lazio"

Il giocatore dei salentini ha ripetuto davanti alla procura federale quanto già dichiarato ai magistrati di Cremona. In quell'occasione disse di essere stato contattato dall'ex giocatore Zamperini al quale rispose di non essere interessato

 
 
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ROMA - Un'ora esatta per confermare quanto già dichiarato lo scorso 22 marzo. Tanto è durato il secondo interrogatorio del difensore del Lecce Stefano Ferrario davanti agli investigatori della Procura federale, al lavoro sull'inchiesta legata al calcioscommesse. Il 27enne calciatore è stato convocato per precisare quanto accaduto nei giorni precedenti la partita Lecce-Lazio, finita 2-4, ultima giornata della serie A 2010-11.

Su questa partita l'ex calciatore Alessandro Zamperini aveva dichiarato ai magistrati di Cremona di aver incontrato l'amico Ferrario per riferire l'interesse manifestato dal macedone Ilievsky alla combine: "Il Ferrario - si legge nel verbale di Zamperini - si è rifiutato tuttavia di incontrare l'Ilievsky, rappresentando che lui non avrebbe disputato quell'incontro e comunque non era disposto a fare quel genere di cose". Una versione confermata da Ferrario lo scorso 22 marzo davanti ai collaboratori del procuratore federale Stefano Palazzi: "In una sola occasione ho avuto sentore dell'esistenza di un sistema che si attivava per combinare partite di calcio - aveva spiegato il difensore del Lecce - e ciò allorquando il mio amico Alessandro Zamperini, due giorni prima della gara Lecce-Lazio del 22-05-2011, soggiornando in quel di Lecce nell'Hotel Tiziano mi chiamò per un aperitivo. In tale occasione mi disse che c'erano degli amici che volevano mettere dei soldi sulla gara. Al che, comprendendo immediatamente le sue intenzioni, interruppi subito il discorso dicendogli che non 
 

mi interessavano le sue proposte".

Dichiarazione spontanea confermata oggi pomeriggio da Ferrario negli uffici di via Po: "Non ci sono novità rispetto all'ultima convocazione - ha spiegato Davide Giudici, avvocato del calciatore - abbiamo solo confermato quanto già dichiarato". Gli interrogatori della Procura riprenderanno martedì prossimo, quando gli investigatori federali ascolteranno il calciatore della Lazio Stefano Mauri, il preparatore del club biancoceleste Massimo Romano Papola, l'ex giocatore del Genoa Omar Milanetto e Giuseppe Sculli. L'obiettivo della Procura è chiudere presto questo filone d'indagine, ma il processo si svolgerà con ogni probabilità nel 2013.

 

SCOMMESSOPOLI: DAGLI ARRESTI DEL GIUGNO 2011, AL TERZO PROCESSO DELL'AGOSTO 2012

APPELLO AL TERZO PROCESSO SCOMMESSOPOLI: ACCOLTO IL RICORSO DEL GROSSETO E ,PARZIALMENTE,DEL NOVARA

GROSSETO RIMANE IN SERIE B CON 6 PUNTI DI PENALIZZAZIONE, NOVARA CON 1 PUNTO DI PENALIZZAZIONE AGGIUNTI AI 3 DEL SECONDO PROCESSO. RESPINTI TUTTI GLI ALTRI RICORSI

Salernitana-Bari del 2009, truccata da tanti

C'è un segreto che le varie indagini sul calcioscommesse non sono ancora riuscite a raccontare. Un segreto osceno e antico come un peccato originale che torna oggi minaccioso, attraversa la penisola e unisce in una sorta di patto silenzioso tutti i suoi protagonisti, da Bari a Milano, da Genova a Treviso, da Torino a Udine, negli stadi più importanti d'Italia: è il segreto di Gillet, portiere del Torino, Ranocchia, difensore dell'Inter, Barreto, centravanti dell'Udinese, e di loro altri venti colleghi professionisti. È il segreto di Salernitana-Bari 3-2. La partita che potrebbe far saltare il banco del calcio italiano. "Sta per venire fuori altro e porterà a ulteriori risposte, se possibile ancora più clamorose" ha detto ieri il capo della Polizia, Antonio Manganelli.

Il fax dimenticato
Di quella partita, probabilmente, nessuno si ricordava più da molto tempo. Fino a quando qualche mese fa Repubblica scova, tra le carte depositate e ignorate dal procuratore della Figc Palazzi, un fax. È un documento nel quale Micolucci, ex calciatore dell'Ascoli, già testimone chiave del processo di Cremona, denuncia una serie di partite "fatte" dal Bari della stagione 2009-2010. Letto quel fax sulle pagine del giornale, il procuratore di Bari, Antonio Laudati, decide di indagare. Chiama tutti i giocatori e 

 

li interroga, chiama i loro referenti in città, gli uomini dell'entourage, i loro amici, analizza telefonate e flussi economici. Insieme ai carabinieri del nucleo operativo ascolta tutti e alla fine, nei giorni scorsi, tira una riga. Ecco, se si potesse immaginare il punto esatto in cui il pallone in Italia ha smesso di essere un sport, bene, il punto esatto è su quella riga.

La partita
La ricostruzione dei fatti ("documentatissima", spiega un investigatore) sembra una sceneggiatura. "Quel Bari" era una squadra super. In campo. E in ricevitoria. Salernitana-Bari fu il capolavoro. Il Bari era promosso. La Salernitana si doveva salvare. Due giocatori della Salernitana, Fusco e Ganci contattano alcuni loro amici all'interno dello spogliatoio del Bari. Vogliono, anzi, devono comprare quella partita. Due tra i giocatori del Bari sono particolarmente recettivi, Stellini e Gillet. L'offerta non è chiara: sul tavolo balla una cifra tra i 200 e i 300mila euro per perdere. I senatori ne parlano all'interno dello spogliatoio. Si discute. Alla fine si accetta. Il primo incontro con quelli di Salerno avviene in uno spiazzo autostradale, a conferma del "perfetto stile malavitoso tenuto dai calciatori" dicono gli investigatori, che è uno dei tratti distintivi di questa inchiesta. 

La valigetta
Tratti distintivi che si individuano anche nella modalità con cui avviene il pagamento. In quella piazzola viene deciso che emissari della Salernitana avrebbero visto la partita insieme con la compagna di uno dei calciatori del Bari. E, a risultato conseguito, avrebbero lasciato la valigetta con i soldi. "E il risultato conseguito - riflettono gli investigatori - fu un 3-2, un over... ". Come dire: hanno venduto la partita e hanno passato l'imbeccata agli scommettitori, per arrotondare. La voce passa per le ricevitorie di Bari. La intercetta persino un carabiniere. Che non indaga. Ma scommette pure lui (ora è nei guai). Si gioca. La Salernitana vince 3-2. E all'indomani del match, non resta che dividere il bottino. L'inchiesta di Laudati e dei carabinieri, per la prima volta, è riuscita a violare in blocco il segreto di uno spogliatoio. E a scoprire come vennero divisi quei soldi. I senatori, su tutti Gillet, Stellini ed Esposito, prendono le fette più grosse. Agli altri vanno quelle più piccole. Tanto più piccole quanto minore era stato il ruolo nella combine. 

Ranocchia
Tutti i giocatori sono indagati, adesso. Sono stati interrogati e molti hanno rifiutato di rispondere. Dubbi ci sono soltanto su due di loro: Ranocchia e Gazzi. Il centrocampista del Torino, secondo alcuni testimoni, inizialmente rifiutò la propria parte e poi fu costretto ad accettare un computer "in omaggio" (una forma di vincolo imposta dal gruppo). Quanto a Ranocchia le voci dei testimoni si contraddicono: secondo qualcuno prese la busta. Secondo altri rifiutò. La procura di Bari è ormai pronta a chiudere l'inchiesta. Ma a terrorizzare i calciatori sono i processi sportivi. Ranocchia, ad esempio, rischia un'omessa denuncia.

La posizione di Conte
Il fax dimenticato da Palazzi questa estate è destinato a tornare sulla scrivania dello 007 federale (nel frattempo riconfermato nel suo ruolo da un Abete in scadenza di mandato) sotto forma di inchiesta fatta e finita: illecito sportivo aggravato. Per i giocatori si profila una condanna memorabile. La posizione più incerta rischia però di essere di nuovo quella di Antonio Conte, sul quale incombe un altro possibile deferimento ("solo") per omessa denuncia. Conte era l'allenatore di quel Bari. Oggi è l'unico a non essere indagato. "Quando uno spogliatoio decide di tenere nascosto qualcosa al proprio allenatore, allora non c'è modo di sapere nulla", è stata la difesa del tecnico. La sua versione è stata confermata dai giocatori: "Non ne sapeva niente", hanno detto tutti. Tutti, tranne uno: ha raccontato di aver avuto l'impressione che Conte avesse capito perfettamente come quella partita fosse stata "ceduta", tanto che si raccomandò, prendendo a uno a uno i suoi, di non fare sciocchezze, di giocare al massimo. È sufficiente per un deferimento? Molto dipende dalla risposta che si vuole dare a due domande che girano nella testa degli investigatori: possibile che un allenatore noto per la sua attenzione maniacale ai dettagli, non si sia accorto - per due volte, a Bari e a Siena - che i suoi spogliatoi erano diventati un suk? E perché scegliere sempre Stellini come vice?

 

Respinti i ricorsi di PAGLIAZZI Per Pepe e Bonucci per Udinese-Bari del 2010.

Antonio Conte non ha nulla di cui sorridere: niente sconto di pena, la Corte di Giustizia Federale ha respinto l'impugnazione presentata dai legali del tecnico Giulia Bongiorno e Antonio De Rensis, confermando lo stop di 10 mesi già deciso dalla commissione Disciplinare. Niente sconto, neanche quello - minimo - di cui si era iniziato a parlare nella tarda serata di ieri, quando intorno alle 22.20 i giudici presieduti da Gerardo Mastrandrea avevano interrotto la camera di consiglio per aggiornarsi a stamattina: evidentemente, sono bastate poche ore per emettere il dispositivo, il segno che già nella notte fossero stati dissolti i dubbi maggiori.

ASSOLTO PER NOVARA-SIENA, MA RESTANO I DIECI MESI -
 Confermati i dieci mesi per Antonio Conte, confermata l'assoluzione per Bonucci e Pepe: la Juventus può sorridere soltanto a metà. Perché dopo le arringhe difensive esposte in aula lunedì, i legali del tecnico campione d'Italia erano certi di ottenere uno sconto. Arrivato soltanto sotto forma di proscioglimento da una delle due omissioni di denuncia: Conte non sapeva della combine di Novara-Siena, questo sostiene il verdetto della Corte, cancellando dunque una buona parte della credibilità di Carobbio. Non della pena prevista, però: per i giudici, che hanno rideterminato la sanzione inflitta dalla Disciplinare, 10 mesi sono pena congrua anche per una sola "colpa". Quasi superfluo aggiungere che i legali dell'allenatore della Juventus sono pronti a ricorrere al Tnas per 

 

ottenere una riduzione di pena a questo punto "sostanziale".

SALVI BONUCCI E PEPE -
 Non ne avranno invece bisogno Pepe e Bonucci: anche la Corte di Giustizia ha ritenuto non credibili le accuse di Masiello nei confronti dei due giocatori in merito a Udinese-Bari del 2010. Troppe le contraddizioni, inevitabile il rigetto dell'impugnazione presentata dal procuratore federale Palazzi per le posizioni legate a questa partita.

SEI MESI A PORTANOVA -
 Discorso identico per quanto riguarda Di Vaio e Portanova: l'assoluzione del primo in primo grado e la derubricazione dell'illecito del difensore in omessa denuncia, sono state confermate anche dal secondo grado di giudizio. Non è bastato alla procura federale il tabulato telefonico che dimostra la telefonata tra i due giocatori del Bologna 2011, a sostenere la tesi del tentativo di combine: la difesa di Portanova aveva provato a dimostrare che il contatto telefonico con Di Vaio è successivo all'ultimo con il gruppo dei baresi "emissari" di Masiello, Giacobbe, Carella e De Benedictis. Tentativo evidentemente andato a buon fine, e che ha convinto la Corte a pesare in modo diverso anche il nuovo elemento introdotto da Palazzi. Si salva così anche il Bologna, che oltre all'ammenda comminata, rischiava una penalizzazione di 2 punti, oltre alla squalifica del suo giocatore. Tra i prosciolti, anche Vives: non prese parte alla combine di Bari-Lecce 2-2.

LEGGE IN LEGA PRO -
 Ma il derby salvezza del 2011 costa carissimo al Lecce. La corte di giustizia non ha accolto il ricorso dell'ex presidente dei salentini, Pierandrea Semeraro. Illecito confermato e squadra esclusa dal campionato di serie B che inizierà venerdì. Inevitabile lo slittamento (almeno) delle prime due gare del Lecce, che a questo punto dovrebbe essere destinato al campionato di prima divisione di Lega Pro. Si salva e resta in serie B invece l'altro club condannato in primo grado per responsabilità diretta: i giudici presieduti da Mastrandrea hanno accolto il ricorso del presidente del Grosseto Camilli, prosciogliendolo dall'accusa di aver alterato la gara Ancona-Grosseto. Parzialmente accolti anche i ricorsi del Novara (da 2 punti di penalizzazione a 1 punto e 20 mila euro di ammenda) e del vice di Conte al Siena, Angelo Alessio: per lui, uno sconto da 8 a 6 mesi di squalifica.

 

Lecce in C(Terzo Processo), Grosseto in B a -6(Terzo Processo, patteggiamento secondo processo), Pescara 0 (Secondo Processo), Udinese 0 (Terzo Processo), Piacenza -11(Fallito, Secondo processo), Avesa -1, Ancona -8(Fallito,Secondo Processo), Albinoleffe -10 (Terzo Processo -1,Secondo Processo -9), Atalanta -2 (secondo processo, -8 al Primo Processo),Modena -2 (secondo processo), Portogruaro 0 (Terzo Processo), Cremonese -1(Secondo processo), Sampdoria -1(Terzo Processo), Torino -1(Terzo Processo), Varese -1(Terzo Processo), Novara -4 (Terzo processo -1, secondo processo -3), Reggina -3(Secondo processo), Monza -4(secondo processo), Ascoli -1(secondo processo), Frosinone -1 (secondo processo), Cremonese -1(penalizzata al Primo Processo, -1 al secondo processo), Bari -5 (Terzo processo), Siena -6 (Terzo processo), Benevento (penalizzato nel Primo Processo), Bologna 0 (Terzo Processo), Ravenna Fallito (Secondo Processo)

 

I RESPONSI DEL TERZO PROCESSO SCOMMESSOPOLI:

LECCE E GROSSETO IN SERIE C, SIENA -6, TORINO E SAMPDORIA -1, BARI -5, NOVARA -2(CUMULATI AL -3 DEL SECONDO PROCESSO), VARESE E ALBINOLEFFE -1(QUEST'ULTIMI CUMULABILI AI -9 DEL SECONDO PROCESSO), PROSCIOLTI UDINESE,BOLOGNA, PEPE E BONUCCI. CONTE 10 MESI DI SQUALIFICA.

9.40 PROSCIOLTA L'UDINESE E 7 TESSERATI
Prosciolti l’Udinese e 7 tesserati: Leonardo Bonucci, Simone Pepe, Marco Di Vaio, Salvatore Masiello, Daniele Padelli, Giuseppe Vives, Nicola Belmonte (limitatamente ai fatti di Udinese – Bari, squalifica di 6 mesi invece in relazione alla gara Cesena - Bari)
Per consultare i dispositivi integrali clicca qui (CU n. 11 e 12).


9.38 IL COMUNICATO DELLA FIGC: LECCE E GROSSETTO RETROCESSE IN LEGA PRO, SOLO AMMENDA PER IL BOLOGNA
Lecce e Grosseto escluse dal campionato di competenza di Serie B 2012/2013, con assegnazione da parte del Consiglio federale a uno dei campionati di categoria inferiore (e ammenda di € 30.000 al Lecce), penalizzazione per Novara (-2), ammende per Bologna (30.000 euro) e Ancona (10.000) e un totale di 19 tesserati condannati (oltre ai patteggiamenti già definiti in aula): è la sintesi delle sentenze emesse oggi dalla Commissione Disciplinare Nazionale, presieduta da Sergio Artico, in relazione ai due procedimenti sul calcio scommesse relativi alle inchieste condotte dalle Procure della Repubblica di Cremona e Bari. 

9.37 OTTO MESI PER IL VICE DI CONTE, ALESSIO 
Tra i tesserati, le pene più severe sono quelle nei confronti del presidente del Grosseto Camilli e dell’ex presidente del Lecce Semeraro (per entrambi 5 anni di squalifica); squalifica di 10 mesi per Antonio Conte, attualmente allenatore della Juventus, 8 mesi al suo vice Angelo Alessio.
i patteggianti del secondo processo
Il procedimento ha riguardato in tutto 45 tesserati e 13 club: numerosi erano stati i patteggiamenti nel corso dei dibattimenti della scorsa settimana: tra i club Siena (-6 punti e 100.000 euro), Bari (-5 e 80 mila euro), Albinoleffe, Sampdoria, Torino e Varese (-1 e 30.000 euro di ammenda), Portogruaro (5.000 euro); tra i tesserati: Angelozzi (4 mesi), Bentivoglio (1 anno e 1 mese), Carobbio (6 mesi in continuazione ai precedenti 20 mesi), Da Costa (3 mesi e 30.000 euro di ammenda), D’Urbano (5 mesi e 10 giorni), Esposito (3 mesi e 10 giorni), Faggiano (4 mesi), Garlini (9 mesi in continuazione ai precedenti 3 anni), Gervasoni (4 mesi in continuazione ai precedenti 6 anni e 8 mesi e proposta di radiazione), Larrondo (3 mesi, 20 giorni e 30.000 euro), A. Masiello (2 anni, 2 mesi e 30.000 euro), Mutti (4 mesi), Parisi (2 anni e 10.000 euro), Passoni (6 mesi e 15 giorni in continuazione ai precedenti 14 mesi), Poloni (6 mesi in continuazione ai precedenti 12 mesi), M. Rossi (1 anno, 8 mesi e 20.000 euro), Sala (2 anni), Sanfelice (4 mesi), Savorani (5 mesi e 10 giorni), Stellini (2 anni, 6 mesi e 50.000 euro di ammenda).I PATTEGGIANTI DEL PRIMO PROCESSO:ATALANTA -2, MODENA -2, GROSSETO -6 (BEN 8 COMBINE), ASCOLI -1, FROSINONE -1, CREMONESE -1, DONI 2 ANNI DI SQUALIFICA,5 MESI A DE LUCIA ,4 MESI A CELLINI, 1 ANNO A POLONI, 16 MESI A PEDERSOLI, 15 MESI A TAMBURINI E NARCISO ( I PENTITI), DE FALCO 6 MESI, 2 MESI PASSONI, 20 MESI A CAROBBIO IL SUPER PENTITO,  16 MESI A RUOPOLO , 20 MESI A GERVASONI ALTRO SUPER PENTITO. 

+++9.37 ASSOLTI PEPE E BONUCCI+++
Leonardo Bonucci e Simone Pepe sono stati assolti dalla Commissione Disciplinare nell'ambito del processo sul Calcioscommesse. Per i due giocatori della Juventus, all'epoca dei fatti rispettivamente al Bari e all'Udinese, la Procura Federale aveva chiesto 3 anni e 6 mesi e un anno. 

+++9.35 CONTE, 10 MESI DI STOP+++
Uscite le prime sentenze, dieci mesi al tecnico bianconero per doppia omessa denuncia. Il Procuratore Palazzi aveva chiesto 15 mesi di squalifici

9.10 SEI CLUB E VENTICINQUE TESSERATI IN ATTESA -
 In ballo c'è il futuro di sei club e 25 tesserati. Presterà attenzione alle notizie provenienti da Roma il tecnico della Juventus, Antonio Conte, impegnato sabato a Pechino per la sfida di Supercoppa Italiana con il Napoli. Una partita che - stando a quanto è trapelato dalla camera di consiglio - l'allenatore salentino però salterà, così come l'intera stagione: sarebbe di 10 mesi, infatti, lo stop decretato dalla Disciplinare. Cinque in meno della richiesta del Procuratore federale, Stefano Palazzi (dopo il rifiuto di un nuovo patteggiamento seguito al no dei giudici ai 3 mesi di sospensione e 200mila euro di ammenda proposti dai legali dei bianconeri), ma abbastanza per condizionare l'annata dei campioni d'Italia, che dovranno fare a meno anche del vice allenatore, Angelo Alessio (chiesta squalifica di nove mesi) e del collaboratore tecnico Cristian Stellini, che ha già lasciato il club dopo il patteggiamento di due anni e mezzo. 

APPELLO AL SECONDO PROCESSO SCOMMESSOPOLI

: IL FARLOCCO DEL FARLOCCO

Il Pescara parte da zero. L'Albinoleffe respira. Sconti minimi per Novara, Reggina e Monza. La Corte di Giustizia Federale ha parzialmente accolto 7 ricorsi di club e tesserati contro le sentenze di primo grado emesse dalla Commissione Disciplinare Nazionale in relazione al primo filone del calcio scommesse, relativo all'inchiesta condotta dalla Procura di Cremona.

In virtù della decisione odierna, al 
Pescara è stata annullata la penalizzazione di 2 punti, convertita in un'ammenda di 30.000 euro; ridotte anche le penalizzazioni di Novara (da -4 a -3), Albinoleffe (da -15 a -9,la richiesta di Palazzi era stata -27!!!!), Reggina (da -4 a -3) e Monza (da -5 a -4); Piacenza, Ancona,Ravenna (tutte fallite) ed Avesa hanno mantenuto la penalizzazione, a cui si devono aggiungere tutti i club che hanno patteggiato (vedere sotto).  Tra i tesserati, ridotte le squalifiche di Franco De

 

Falco (da 3 anni e 9 mesi a 1 anno e ammenda di 30.000 euro) e Gianluca Nicco (da 3 anni a 1 anno e ammenda di 30.000 euro). Respinti invece i reclami di Siena, Spezia, Empoli, Sampdoria e Padova e tutti gli altri dei singoli tesserati. Inammissibili i ricorsi della Nocerina, del Vicenza, del Barletta, in parte inammissibili e in parte respinti quelli del Cesena e del Gubbio.

Al procedimento di appello, le cui udienze si sono svolte tra lunedì e martedì scorsi, hanno preso parte 10 dei 14 club 
(non hanno presentato ricorso la dilettante Avesa e le fallite Ancona, Piacenza e Ravenna) e 30 dei 33 tesserati (tutti tranne Cossato, Paoloni e Santoruvo) condannati in primo grado. Sono stati 47 i ricorsi presentati (comprese le parti terze e le associazioni di consumatori e tifosi), 51 le parti intervenute comprendendo anche Atalanta, Cremonese,

 

Grosseto, Modena, 110 gli interventi.

SENTENZE DEL SECONDO PROCESSO SCOMMESSOPOLI

:PESCARA-2,NOVARA-4,PIACENZA(fallito)-11,ALBINOLEFFE-15,REGGINA -4, AC ANCONA(fallito)-8,AVESA(csi)-1...

Le decisioni della disciplinare in merito al processo di primo grado. Confermata la penalità di due punti al club abruzzese da scontare nel prossimo campionato di serie A, -4 ai piemontesi (Palazzi aveva chiesto il -6). Sconto anche all'Albinoleffe (da -27 a -15) e al Piacenza (da -19 a -11). Tra i tesserati cinque anni di squalifica a Cassano, Sartor, Santoni e Zamperini. Prosciolti Consonni, Coser, Sarri e Shala.

La Commissione disciplinare nazionale, presieduta da Sergio Artico, in merito al processo di primo grado sul calcio scommesse ha emesso una serie di sanzioni nei confronti di 21 società e 52 tesserati, disponendo invece il proscioglimento nei confronti di 4 tesserati.

Tra le società il Pescara dovrà scontare 2 punti di penalizzazione nel prossimo campionato di serie A. In serie B 4 punti di penalità al Novara e multa di 35 mila euro. 4 punti di penalizzazione anche per la Reggina. La Procura aveva chiesto -6 per Novara (con esclusione dalla coppa Italia) e Reggina e -2 al Pescara. Ammenda di 50.000 euro alla Sampdoria e al Siena (confermata la richiesta della procura federale).

L'Albinoleffe dovrà scontare 15 punti di penalizzazione nel campionato di Lega Pro per la stagione 2012/13. Al club bergamasco è stata inflitta anche una ammenda di 90.000 euro. Accolta la richiesta di Palazzi sul fronte pecuniario, non della penalizzazione (-27) che verrà comunque scontata nella prossima stagione. Situazione simile per il Piacenza: sì alla multa da 70 mila euro chiesta dalla Procura, la penalizzazione inflitta è invece di 11 punti contro i 19 richiesti dall'accusa.

Tra i tesserati la Commissione disciplinare ha inflitto una squalifica per cinque anni, "con preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc", a Mario Cassano, Luigi Sartor, Nicola Santoni e Alessandro Zamperini, accogliendo in pieno le richieste di Palazzi.

Prosciolti

 

dagli addebiti contestati: Luigi Consonni, Achille Coser, Maurizio Sarri e Rjiat Shala. La commissione ha altresì deciso il proscioglimento per mentre Thomas Herve Job Iyock limitatamente ai fatti di cui alle gare Grosseto-Reggina del 23/5/2010 e Empoli-Grosseto del 30/5/2010; Salvatore Mastronunzio limitatamente ai fatti di cui alla gara Ancona-Albinoleffe del 17/1/2009; e Maurizio Nassi, limitatamente ai fatti di cui alla gara Ancona-Albinoleffe del 17/1/2009.L'impianto accusatorio del Procuratore Palazzi nel suo complesso ha retto. Le richieste dell'accusa sono state sostanzialmente confermate: ok alle quattro richieste di "radiazione", quindi 5 anni di squalifica e preclusione a Mario Cassano, Zamperini, Santoni e Sartor. Ma nella sentenza della Disciplinare non mancano le sorprese.

TESSERATI - Consonni, Coser, Shala e l'ex tecnico del Grosseto Sarri sono stati prosciolti del tutto. Mastronunzio e Nassi sono stati prosciolti per Ancona-Mantova (per la stessa partita, però, c'è chi aveva patteggiato…) ma hanno visto solo ridursi la squalifica: 3 anni e 9 mesi per Mastronunzio (9 mesi in meno della richiesta) e 3 anni (invece di 4) Nassi. 
Santoruvo può esultare: invece di 3 anni di stop, dovrà saltare solo 6 gare di campionato, perché la Disciplinare ha accolto la richiesta dell'avv. Rodella di derubricare il suo illecito a violazione dell'art. 1 (principi di lealtà). E sorride anche Catinali (difeso dall'avv. Chiacchio) che alla fine dovrà scontare 9 mesi e non 3 anni e 9 mesi, pagando così solo un'omessa denuncia e violazione del divieto di scommettere.

CLUB - Tra le società può comunque sorridere l'Albinoleffe: Palazzi aveva chiesto un -27, la Disciplinare ha inflitto 15 punti di penalizzazione che potranno essere ridotti in Corte di Giustizia Federale. Stesso discorso per il Piacenza (-11 e non -19) e la Reggina, che partirà da -4 e non da -6. Continua a far sorridere il punto di penalizzazione all'Avesa (una squadra parrocchiale che tesserò Cossato per una festa…) e il -8 ad una società, AC Ancona, che non è iscritta ad alcun campionato.

RICORSI - Le parti avranno ora due giorni per preannunciare ricorso e altri due per formalizzare il ricorso dopo aver acquisito gli atti. L'iter, dunque, si concluderà venerdì. Dopo 5 giorni potrà iniziare il processo d'appello in Corte di Giustizia Federale.Ecco le sentenze-bis di uno scandalo che ha proporzioni enormi e che ha inquinato il tessuto del calcio, dalla serie A alla Lega Pro. C'è stato qualche sconto, non molto però. La procura Figc aveva chiesto 27 punti di penalizzazione per l'AlbinoLeffe, la Disciplinare ne ha inflitti "solo" 15. Taglio anche al Novara, 4 punti anziché sei (da scontare un B), 11 al Piacenza (fallito) anziché 19, 4 invece di 6 alla Reggina. Ha tenuto la linea del procuratore federale: consistenti sconti (secondo alcuni eccessivi) per chi collabora e mano dura per gli altri. Secondo noi bisognava evitare questo processo, e farne uno unico: perché ad esempio giudidicare due volte Siena e Grosseto? Ma ora lo staff di Stefano Palazzi dovrà volare perché c'è da sentire ancora un centinaio di persone e mettere a punto il processo-ter (poi ci sarà un quater, eccetera eccetera). Le audizioni sono già iniziate ma il materiale arrivato dalle procure di Cremona, Napoli e Bari è più che consistente e i tempi della giustizia sportiva lasciano a desiderare. Di fronte ad una situazione del genere ci vorrebbe una struttura imponente, una Superprocura che possa lavorare a tempo pieno: invece ci si affida ancora a investigatori che lo fanno per passione, quasi gratis (40 euro a missione) quando i funzionari della Covisoc, per fare un esempio, ne prendono 200. Ma non è meno delicato il lavoro che devono svolgere Palazzi e c. Non è affatto semplice interrogare calciatori o ex che si affidano a stuoli di avvocati e che hanno poca voglia di farsi interrogare e cercare di sfuggire, rimandando gli appuntamenti (ora poi molti calciatori sono in vacanza a Formentera,,,). Ma bisogna fare in fretta perché qui potrebbero entrare in ballo-anche se non è ancora certo-molte società di serie A (Genoa, Torino, Lazio, Sampdoria, Napoli, Siena, ecc.) e di serie B (Bari, Lecce, Grosseto, ecc.), oltre a calciatori e tecnici illustri. La giustizia ordinaria ha i suoi tempi lunghi, lunghissimi, si sa. Basta pensare che l'inchiesta di Cremona non è ancora chiusa. Ma è giusto che Carobbio il 29 febbraio abbia lanciato, davanti a Palazzi, delle accuse nei confronti del suo ex tecnico (quando erano al Siena) Antonio Conte e che l'allenatore campione d'Italia non abbia avuto ancora la possibilità di difendersi? Che aspettano a chiamarlo? Non si può tenere la gente "appesa" per mesi e mesi, siano essi illustri o meno illustri: la presunzione d'innocenza vale per tutti ma bisognerebbe procedere con maggiore celerità ad interrogatori, confronti, eccetera. Per il rispetto delle persone e per consentire a chi non c'entra nulla di poter uscire da questa palude. Ci sono inoltre problemi di urgenza: il 2 agosto l'Inter deve scendere in campo per i preliminari di Europa League. Intorno al 10 agosto vanno fatti i calendari, perché il 26 inizia il campionato e la Figc, giustamente, non ha alcuna intenzione di farlo slittare (tra l'altro c'è ancora da risolvere la grana del contratto dei calciatori....). Palazzi quindi dovrà correre: gli interrogatori potrebbero finire intorno a metà luglio, subito dopo i processi-lampo che si concluderebbero intorno alla prima decina di agosto. L'Uefa può anche sanzionare i club a stagione in corso.

 

I PATTEGGIANTI:ATALANTA -2, MODENA -2, GROSSETO -6 (BEN 8 COMBINE), ASCOLI -1, FROSINONE -1, CREMONESE -1, DONI 2 ANNI DI SQUALIFICA,5 MESI A DE LUCIA ,4 MESI A CELLINI, 1 ANNO A POLONI, 16 MESI A PEDERSOLI, 15 MESI A TAMBURINI E NARCISO ( I PENTITI), DE FALCO 6 MESI, 2 MESI PASSONI, 20 MESI A CAROBBIO IL SUPER PENTITO,  16 MESI A RUOPOLO , 20 MESI A GERVASONI ALTRO SUPER PENTITO.

 

BREVE STORIA DELLA PRIMA FASE DELL'INCHIESTA "LAST BET": ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA ALLA FRODE SPORTIVA

Lo scandalo venne alla luce il 1° giugno 2011 quando, a seguito di indagini condotte dalla Procura di Cremona nell'ambito dell'inchiesta denominata Last bet[1], furono eseguiti numerosi provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di varie persone legate al mondo del calcio e a quello delle scommesse sportive. La Procura di Cremona si avvalse sin dall'inizio delle informazioni fornite ai media, e denunciate alle autorità competenti, dall'operatore austriaco SKS365 Group. Fra i nomi più noti, spiccavano quelli del capitano dell'Atalanta Cristiano Doni e degli ex calciatori Stefano Bettarini e Giuseppe Signori. Nell'indagine sportiva, condotta dal Procuratore Federale Stefano Palazzi, furono deferiti alla Commissione Disciplinare della Federcalcio 26 tesserati e 18 società, con accuse che spaziavano dall'illecito sportivo alla semplice violazione del divieto di scommettere per i tesserati. I processi sportivi svoltisi nell'agosto 2011 videro gli organi giudicanti della FIGC accogliere sostanzialmente l'impianto accusatorio di Palazzi: furono irrogate pesanti squalifiche nei confronti di molti tesserati, ritenuti colpevoli di illecito sportivo, e diversi punti di penalizzazione nei confronti delle società coinvolte per responsabilità oggettiva o presunta. Due società (Alessandria e Ravenna) furono ritenute direttamente responsabili e pertanto furono retrocesse di categoria.

Il 19 dicembre 2011 furono eseguiti nuovi arresti nell'ambito della seconda tranche dell'inchiesta della procura di Cremona. Fra gli altri furono arrestati l'ex calciatore Luigi Sartor e l'ex capitano dell'Atalanta Doni, già squalificato per tre anni e mezzo dalla giustizia sportiva. Doni, che cercò di sottrarsi all'arresto con un tentativo di fuga, fu accusato di tentato inquinamento delle prove. Finirono sotto inchiesta diverse partite (anche di Serie A e di Coppa Italia) non solo della stagione 2010-2011, ma anche di quella precedente (2009-2010) e di quella in corso (2011-2012). Il 4 febbraio 2012 fu arrestato il portiere del Piacenza Mario Cassano, mentre il 2 aprile 2012 finì agli arresti, nell'ambito di un'inchiesta parallela condotta dalla Procura di Bari, l'ex difensore barese Andrea Masiello (nel frattempo trasferitosi all'Atalanta). Le inchieste della magistratura penale (a Cremona, Bari e Napoli) sono tuttora in corso e quindi non ci sono ancora rinvii a giudizio a carico degli indagati.

Durante la seconda fase la Procura di Cremona ha rivelato che si è giunti all'arresto dei nuovi indagati in seguito ad una inchiesta transnazionale sul calcio scommesse che parte da Singapore, in particolare grazie alle dichiarazioni di Wilson Raj Perumal, cittadino di Singapore arrestato in Finlandia. L'organizzazione sarebbe stata gestita da Eng See Tan detto "Dan". L'organizzazione aveva poi delle diramazioni in tutto il mondo e in particolare in Italia tramite il gruppo dei "bolognesi", riconducibile a Signori, e quello degli "zingari" riconducibile a Gegic e Gervasoni. La forza economica e corruttiva del "Dan" sarebbe stata tale da arrivare a ipotizzare l'acquisto dell'Albinoleffe al fine di truccare le partite [2].

 
 
CALCIOPOLI  2006-2013
 
 
 
 

Il pm Narducci: "Giraudo, avevamo ragione noi..."

Pochi minuti dopo la lettura della sentenza arrivano a caldo i commenti di Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice, i due pm che nel 2006 avevano condotto insieme con i carabinieri le contestatissime indagini su Calciopoli. "Prendo atto che il giudice di appello ha confermato che in Italia, nel periodo oggetto delle nostre indagini è esistita un'associazione per delinquere che ha deformato il campionato di calcio. E che il dottor Antonio Giuraudo ne è stato sicuramente partecipe. 

"Prendendo atto di questo - che è il dato saliente - spero che nel mese di dicembre dell'anno di grazia 2012, si ponga fine ad ogni ulteriore tentativo - simili a quelli in corso da svariati anni - di sostenere che qualcuno ha cercato di costruire prove, di occultarle, o di perseguitare qualcuno con indagini a senso unico. Perché, come dire, ora c'è un dato incontestabile: passano gli anni, cambiano i gradi di giudizio e i magistrati chiamati a decidere, eppure continua ad essere affermata sempre la stessa verità: c'era un' associazione per delinquere. Mi auguro che, da oggi, tutti vogliano fare i conti con questo dato. E così come a volte capita ai pm di dover fare i conti con decisioni che rovesciano il proprio impianto accusatorio, ora mi auguro che altrettanto facciano quanti sostenevano tesi opposte alle nostre. Spero proprio che si cominci ad analizzare quanto accaduto, con serietà, serenità e senza invocare il complotto della spectre mondiale. Lo dico da cittadino: è arrivato il momento di superare calciopoli". 

Laconico il commento di Beatrice. "Prendo atto della sentenza, aspetto di leggerne le motivazioni. Dovendo spiegare la decisione di condannare il dottor Giraudo per associazione a delinquere, i giudici potrebbero produrre elementi utili per l'altro processo di appello". Il secondo grado di quello celebrato nel novembre scorso con rito ordinario. Imputati, Moggi, Pairetto, Bergamo e gli altri della cupola.

Calciopoli, un anno e otto mesi a Giraudo. Assolti Lanese, Pieri e Dondarini

La sentenza d'appello riduce ma non cancella la condanna per associazione a delinquere e frode sportiva dell'ex amministratore delegato della Juventus, che in primo grado era stato condannato a tre anni, l'accusa ne aveva chiesti quattro

L’ex amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo è stato condannato perassociazione a delinquere e frode sportiva a un anno e otto mesi con la condizionale. Lo hanno stabilito i giudici della corte d’appello del tribunale di Napoli in merito al processo su calciopoli. Assolti, invece, gli ex arbitri Lanese, Pieri e Dondarini.

Il tribunale d’appello ha deciso per una riduzione della pena: in primo grado, svolto con rito abbreviato, Giraudo era stato condannato a tre anni, Lanese (allora presidente dell’Aia) eDondarini (ex arbitro) a due anni, mentre Pieri (anche lui ex direttore di gara) a due anni e quattro mesi. Per Giraudo l’accusa aveva chiesto una pena ancora più dura (quattro anni) ritenendolo il promotore dell’associazione finalizzata alla frode sportiva insieme al direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, condannato in primo grado a cinque anni e quattro mesi.

Lo stesso Moggi è stato rinviato a giudizio per diffamazione nei confronti dell’ufficiale dei carabinieri Attilio Auricchio, che nel 2006 era responsabile delle indagini condotte dal nucleo operativo di via Inselci su calciopoli. Il gup del tribunale di Roma Cinzia Parastoro ha accolto la richiesta del pubblico ministero e ha rinviato il processo al 17 luglio prossimo, davanti al giudice monocratico Aurora Cantillo del tribunale di Roma. 

Secondo la procura capitolina, Moggi avrebbe diffamato il tenente colonnello Auricchio nel corso della registrazione del programma Porta a porta di Raiuno del 14 gennaio 2009, discutendo dell’inchiesta su calciopoli che lo ha visto coinvolto. In particolare, Moggi indicò Auricchio come “un ufficiale dei carabinieri che ha mentito sapendo di mentire“. Auricchio, assistito dall’avvocato Diego Perugini, si è costituito parte civile ed ha chiesto un risarcimento di 100mila euro.

 

CALCIOPOLI TER: LA RADIAZIONE

DEL MAFIOSO

 

calciopoli, il TAR CONFERMA LA RADIAZIONE DI MOGGI

 

La radiazione dell'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi ha "natura disciplinare" e in quanto tale "rientra nei casi che il giudice delle leggi ha ritenuto sindacabile solo ed esclusivamente dinanzi al giudice sportivo". È la motivazione con la quale la III sezione del Tar del Lazio ha respinto le richieste con cui Moggi sollecitava la sospensione del provvedimento dell'Alta Corte di Giustizia del Coni, che ne ha confermato la radiazione nel quadro delle vicende di Calciopoli. 

RICORSO - Con il ricorso al Tar, Luciano Moggi, chiedeva la sospensione della sentenza con la quale il 4 aprile scorso l'Alta Corte di Giustizia del Coni ha confermato la sua radiazione. Tanti i motivi di doglianza, l'ultimo dei quali reca una richiesta risarcitoria per danno all'immagine. La sentenza dell'Alta Corte è stata definita dal ricorrente "illogica, contraddittoria e contraria alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo", "perchè è fin troppo evidente - si legge nel ricorso - che il trattamento riservato al ricorrente ha avuto, anche sotto il profilo processuale, carenze gravissime rispetto ai parametri europei, oltrechè della giustizia nazionale". 

MOTIVAZIONI  - Il Tar ha considerato "che il ricorso - si legge nell'ordinanza - esula dalla giurisdizione del giudice amministrativo, avendo ad oggetto l'espulsione-radiazione del signor Moggi in ambito sportivo della Figc", sostenendo inoltre che, agli effetti della dichiarazione di difetto assoluto di giurisdizione "non rileva la circostanza che Moggi si sia dimesso dall'ordinamento sportivo atteso che la giurisdizione deve radicarsi avendo riguardo alla sola natura ("disciplinare") del provvedimento in contestazione e non tenendo conto dello status del ricorrente e della sua appartenenza o meno all'ordinamento sportivo". Sulla richiesta di risarcimento per danno all'immagine, il Tar ha tenuto conto di quanto stabilito dalla Corte costituzionale. La Consulta ha ritenuto che, laddove in provvedimento adottato dalle Federazioni sportive o dal Coni "abbia incidenza di situazioni giuridiche soggettive", la domanda volta ad ottenere "il conseguente risarcimento del danno" debba essere proposta davanti al giudice amministrativo"; ma ha ritenuto "di rinviare alla fase di merito" l'esame della domanda risarcitoria "trattandosi di pretesa economica in relazione alla quale il danno paventato non ha il carattere dell'irreparabilità". 

GIRAUDO - Sarà deciso direttamente nel merito, in un'udienza che sarà prossimamente fissata, il ricorso con il quale l'ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, contesta la radiazione decisa ad aprile dall'Alta Corte di Giustizia sportiva nel quadro delle vicende di Calciopoli. È l'esito dell'udienza di oggi davanti alla III sezione del Tar del Lazio, i cui giudici hanno accolto le richieste di posticipazione dell'udienza avanzate dai legali di Giraudo. Non è escluso che la discussione del ricorso nel merito possa essere fissata entro la fine dell'anno.

 

Luciano Moggi non molla. L'ex dg della Juventus ha presentato un ricorso al Tar del Lazio per ottenere la sospensione del provvedimento con il quale l'Alta Corte di Giustizia del Coni, il 4 aprile scorso, ha confermato la sua radiazione per la vicenda Calciopoli. Con il ricorso (l'udienza di discussione deve essere ancora fissata) Moggi chiede anche il risarcimento dei danni subiti. 

I motivi del ricorso al Tar sono tanti e raccolti in 47 pagine: si chiede di sospendere l'efficacia della sentenza, di consentire a Moggi di non ricoprire lo status di radiato fino alla decisione di merito, oltre alla richiesta risarcitoria per danno all'immagine. Secondo quanto reso noto dall'avvocato Federico Tedeschini, sarà proposta al Tar un'istanza istruttoria per nominare un perito per quantificare il danno; se non accolta, la quantificazione sarà fatta con una perizia giurata. Per il resto, la sentenza dell'Alta Corte viene definita illogica, contraddittoria e contraria alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo "perché è fin troppo evidente - si legge nel ricorso - che il trattamento riservato al ricorrente ha avuto, anche sotto il profilo processuale, carenze gravissime rispetto ai parametri europei, oltreché della giustizia nazionale".

Secondo i legali di Moggi la radiazione è prescritta. Nel ricorso sostengono infatti che, secondo quanto previsto dal Codice di Giustizia Sportiva vigente al momento dell'irrogazione della prima sanzione disciplinare, il termine "spirava al concludersi

 

della quarta stagione successiva alla commissione dell'ultimo atto diretto a compiere l'illecito", ovvero il deferimento intervenuto nella stagione sportiva 2005/2006. Tra gli altri motivi alla base del ricorso amministrativo c'è il fatto che "il Procuratore federale ha automaticamente e senza alcuna attività istruttoria esercitato l'azione disciplinare 'sulla base delle sentenze rese'". Per i legali invece il procedimento sanzionatorio avrebbe dovuto "esplicitamente menzionare quali fatti e circostanze, certe e provate" fossero alla base dello stesso, pena il considerare l'atto "viziato, quindi nullo e comunque privo di efficacia".

CALCIOPOLI SESTIES

 

LUGLIO 2012 -

LO SCUDETTO DI CALCIOPOLI - JUVE FUORI GIOCO 
La Figc non può essere ritenuta responsabile di alcun danno erariale per la decisione, adottata il 18 luglio 2011, di dichiararsi "non competente a decidere" sulla richiesta della Juventus di revocare lo "scudetto di carta" 2006, il titolo vinto sul campo dai bianconeri e poi assegnato all'Inter per la vicenda Calciopoli. È la conclusione a cui sarebbe arrivato il viceprocuratore generale della Corte dei conti del Lazio, Ugo Montella, che nei prossimi giorni depositerà l'atto di conclusione dell'inchiesta.

moggimoggi

Gli accertamenti erano partiti dopo un esposto in cui la società guidata da Andrea Agnelli chiedeva di verificare se a causa della Federcalcio, che agiva per conto di un organo pubblico come il Coni, fosse derivato un danno allo Stato. Secondo la Corte dei Conti nessun danno può essere imputato alla Figc in quanto, sebbene assoggettata al controllo del Coni, resta comunque un organismo privato. D. L

 

LA JUVENTUS ricorre al TAR per un risarcimento danni da 444 milioni di euro ed alla Corte d'Appello di Roma per impugnare il LODO TNAS che chiudeva CALCIOPOLI QUATER

'JUVENTUS FOOTBALL CLUB S.p.A. ha depositato in data odierna presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ricorso ai sensi dell’art. 30 del codice del processo amministrativo contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e nei confronti della F.C. INTERNAZIONALE s.p.a. chiedendo la condanna al risarcimento del danno ingiusto subito dall’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa e dal mancato esercizio di quella obbligatoria in relazione ai provvedimenti adottati dalla FIGC nell’estate del 2006 e del 2011. 

Con tale atto JUVENTUS intende far accertare la mancanza di parità di trattamento e le illecite condotte che l’hanno generata ottenendo il risarcimento agli ingenti danni che sono prudenzialmente stimati in diverse centinaia di milioni di euro per minori introiti, svalutazione del marchio, perdita di chances e di opportunità, costi e spese. 

Il ricorso dà seguito alla pronuncia del Presidente Tribunale Nazionale di Arbitrato dello Sport (TNAS) del 9 settembre 2011 che ha rimesso la Società innanzi al TAR limitatamente ai danni e rientra nella più ampia strategia di tutela della Juventus in ogni sede, già preannunciata nella conferenza stampa del 10 agosto 2011.' E così: Lo prevede la legge 380 del 2003, in questo caso la Juventus non rompe la clausola compromissoria in quanto ultima ratio a fronte di tutti i ricorsi presentati in sede giuridica sportiva.

 

Il 10 febbraio 2012 la Juventus ha impugnato davanti alla Corte d'Appello di Roma il lodo arbitrale TNAS del 15 novembre 2011, portando così davanti alla giustizia ordinaria anche la mancata revoca dello scudetto 2005-2006.
 

( CALCIOPOLI IL PROCESSO SPORTIVO 1,2,3 GRADO LUGLIO-OTTOBRE 2006)

( CALCIOPOLI BIS, IL CASO INTER E L'INTERVENUTA PRESCRIZIONE PER UN RIMANDO A GIUDIZIO DELL'INTER STESSA, LUGLIO 2011)

(CALCIOPOLI TER, LA RADIAZIONE DI MOGGI-GIRAUDO-MAZZINI DEFINITIVA, FEBBRAIO 2012)

(CALCIOPOLI QUATER: LA JUVENTUS RICORRE ALLA FIGC PER LA REVOCA DELLO SCUDETTO 2006, RICORSO RESPINTO NEL LUGLIO 2011 ribadito con sentenza TNAS del novembre 2011)

(CALCIOPOLI QUINTIES, LA JUVENTUS RICORRE ALL'UEFA PER L'ESCLUSIONE DELL'INTER DALLA COPPE EUROPEE, RICORSO RESPINTO)

 

FINITA PER SEMPRE:

Niente sconti per Moggi e Giraudo
Corte Coni conferma la radiazione

Ribadita la sentenza che era stata decisiva dalla corte di giustizia sportiva della Figc nell'ambito del procedimento sportivo su Calciopoli. Respinto anche il ricorso di Mazzini

 

ROMA - L'Alta Corte di Giustizia presso il Coni ha respinto i ricorsi presentati da Antonio Giraudo, Innocenzo Mazzini e Luciano Moggi, confermando la radiazione che era stata decisa dalla corte di giustizia della Figc nell'ambito del procedimento sportivo su Calciopoli.

"Moggi era il capo
decisive schede sim"

Depositate le motivazioni del processo di Napoli che ha condannato l'ex direttore generale della Juventus. "Chiari gli elementi di prova"

di DARIO DEL PORTO

Ecco tutte le 558 pagine delle motivazioni su Calciopolidepositate dal giudice Teresa Casoria della nona sezione del tribunale di Napoli che ha condannato Moggi, Bergamo e altri coimputati e ha portato alla forte penalizzazione della Juventus.

"Moggi era il capo decisive schede sim"

Luciano Moggi

NAPOLI - Depositate le motivazioni della sentenza Calciopoli. ''Sussiste la prova della responsabilità di Luciano Moggi a carico del quale si ravvisano elementi utili per ravvisare la condizione di capo'', dell'associazione a delinquere ipotizzata dalla Procura di Napoli, scrive in 561 pagine il collegio presieduto da Teresa Casoria. Moggi è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione.
Secondo i giudici va ''sgomberato il campo da inutili esagerazioni'' come le ''vane parole'' di alcuni testi come Manfredi Martino e l'ex arbitro Nucini. Ma fatta questa premessa, restano ''gli elementi di prova per ravvisare l'esistenza di una struttura organizzata per raggiungere il fine della frode sportiva. Struttura avente quale capo Moggi''. Nella interpretazione dei giudixi appare come «ben più pregnante e decisivo l'elemento dell'uso delle schede straniere delle quali e' risultata la disponibilità procurata da Moggi a designatori e arbitri''. 
Dato che per il tribunale ''ha resistito alla critica di difese e consulenti''.

Nella interpretazione dei giudici il processo non "ha in verità dato conferma del procurato effetto di alterazione del risultato finale del campionato di calcio 2004-2005 a beneficio di questo o quel contendente". Ciò nonostante, il tribunale ritiene "sufficienti le parole pronunciate nelle conversazioni intercettate, nel cumulo con il contatto telefonico ammantato di clandestinità rappresentato dall'uso di schede straniere, per integrare gli estremi

 

del reato" di frode sportiva che, ricordano i giudici, è un reato di tentativo. 
Nella sentenza non mancano stoccate al lavoro degli investigatori.
 il collegio sottolinea che la difesa è stata "almeno in fatto molto ostacolata dall'abnorme numero di telefonate intercettate, oltre 170 mila, e dal metodo adoperato per il loro uso, indissolubilmente legato a un modo di avvio e sviluppo delle indagini per congettura". Il tribunale però ritiene che il processo, "confezionato con il ricorso a dosi massiccie di intercettazioni, non abbia patito totale disfatta nell'urto con il dibattimento" da cui non sono emersi, "contrariamente a quanto sostenuto dal coro delle difese, fatti di totale annullamento della portata probatoria del discorso telefonico".
I magistrati escludono invece che il sorteggio arbitrale sia stato truccato. E su questo punto viene assestata una nuova bacchettata alla procura che, sostiene il collegio,"incomprensibilmente si è ostinato a domandare di sfere che si aprivano, sfere scolorite e altri particolari "

 
 

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    Calciopoli, Tavaroli accusa ancora: “L’Inter mi chiese di spiare Moggi”

     

    L'ex capo della security di Telecom, testimone-imputato nel procedimento connesso al processo sui dossier illegali, ha raccontato di avere organizzato un'operazione per conto della società nerazzurra per spiare i dirigenti bianconeri

    Continua a parlare l’ex capo della security di Telecom Giuliano Tavaroli, testimone-imputato nel procedimento connesso al processo sui dossier illegali di Telecom. E dall’aula bunker di San Vittore le sue parole, sebbene non più utilizzabili dalla giustizia sportiva per riscrivere la storia recente del calcio italiano, aiutano a illuminare le troppe zone d’ombra dimenticate. Durante il processo, Tavaroli – che ha patteggiato 4 anni -racconta di avere organizzato un’operazione per conto dell’Inter per far spiare il dirigente bianconero Luciano Moggi – e magari anche Antonio Giraudo, detto “non ricordo” – e di avere poi consegnato il dossier nelle mani di Facchetti per farlo arrivare, forse “non so”, in quelle di Moratti.

    “Non io direttamente, ma Bove (ex responsabile sicurezza Telecom, morto suicida, ndr) svolse analisi di traffico telefonico su Moggi oltre che su quello di Massimo De Santis. Non ricordo se anche su quello di Antonio Giraudo“, dice Tavaroli durante la sua deposizione, continuando a tirare dentro con entrambi i piedi nel fango del decaduto Dio pallone la società nerazzurra. Fino ad arrivare forse alla testa, al suo ‘massimo’ dirigente. Già la settimana scorsa, interrogato dall’avvocato difensore dell’ex arbitro De Santis, Tavaroli ammise di aver commissionato l’incarico di redigere il ‘dossier Ladroni’ a un investigatore per conto dell’Inter. E aggiunse poi di aver organizzato l’attività direttamente con Facchetti su ordine del presidente Moratti.

    Ieri Tavaroli ha confermato quanto detto settimana scorsa: “Ricevetti in un incontro a tre Massimo Moratti e Giacinto Facchetti. Il report (il famigerato dossier Ladroni, ndr) era teso a confermare le rivelazioni di un arbitro (Nucini, ndr) in merito a possibili frodi sportive del 2002. Consegnai integralmente il rapporto a Facchetti. Poi ne discutemmo assieme, ma non so se Moratti fu messo al corrente dell’esito delle indagini”. Tavaroli ha nuovamente ammesso anche l’attività di spionaggio su Vieri e Jugovic, ex giocatori dell’Inter. “Quello fu il primo incarico per cui l’Inter si rivolse aTronchetti Provera e quindi a me per un supporto professionale – ha detto Tavaroli – Le attività vennero poi condotte dall’agenzia Polis d’Istinto. Chi pagò? L’Inter. Mentre per il dossier Ladroni pagò Pirelli per un errore amministrativo”. Grazie a quell’errore di fatturazione, l’Inter uscì pulita da un’inchiesta sul medesimo dossier della Procura di Milano nel 2006.

    Questa vicenda e Calciopoli si sfiorarono solo marginalmente. Ma ieri l’avvocato Gallinelli, rappresentante dell’ex arbitro De Santis, ha chiesto spiegazioni su un atto della Procura di Milano del giugno 2005 trovato tra le carte del processo. Da questo si viene a sapere che il computer sequestrato a Tavaroli a maggio, fu poi controllato dai carabinieri della seconda sezione del nucleo operativo di via in Selci a Roma, guidata dal colonnello Auricchio. “E’ una coincidenza strana che il computer di Tavaroli sia stato ispezionato, nell’ambito delle indagini su Telecom – dice l’avvocato Gallinelli -, dallo stesso ufficio dell’arma che si occupava di Calciopoli, sul finire della stagione sportiva 2004-05, quando le indagini su Calciopoli non erano state chiuse e le informative sulle schede svizzere dovevano ancora essere realizzate”.

    Dagli sviluppi dell’affaire Telecom concernenti il calcio, emergono quindi ancora troppe domande cui non si è potuto, o voluto, dare risposta in ambito di giustizia sportiva. Quello che rimane, al di là dei risvolti penali della faccenda, è lo sconcerto per un procedimento sportivo concluso in fretta e furia dopo aver individuato degli ottimi capri espiatori (non per questo innocenti, anzi) solo in alcuni faccendieri del pallone nostrano. E invece, come il finale a sorpresa (o mica tanto) di un thriller, se la storia non assolve quelli che da subito per gli spettatori erano sembrati essere i ‘cattivi’, di sicuro macchia indelebilmente quelli che fino ad ora avevano recitato la parte dei ‘buoni’. E il film non è ancora finito.

     

    Tavaroli: ''L'Inter mi chiese di spiare Moggi''

     

     

     

    MILANO - Giuliano Tavaroli, l'ex capo della security di Telecom e Pirelli, sentito al processo sui dossier illegali, ha confermato di aver ricevuto da parte dell'Inter incarico di 'spiare' non solo l'ex arbitro Massimo De Santis ma anche l'ex dg Luciano Moggi. Tavaroli, che ha aggiunto che "i report furono consegnati integralmente a Giacinto Facchetti, allora vicepresidente nerazzurro", ha affermato di non ricordare se ci fosse stata attività su Antonio Giraudo, ex ad della Juventus.

    Tavaroli, sentito come testimone - imputato di reato connesso, ha spiegato che su Moggi fu Adamo Bove, l'ex dirigente Telecom morto suicida, a fare "l'analisi del traffico telefonico". L'ex capo della security ha inoltre spiegato che questa attività "era finalizzata a confermare dichiarazioni che l'Inter aveva ricevuto da un arbitro su possibili frodi fiscali". Inoltre ha aggiunto che sull'esito del dossieraggio "ebbi un incontro col dottor Facchetti. Non so se Facchetti poi riferì a Moratti".
    Giuliano Tavaroli, l'ex capo della security di Telecom e Pirelli, sentito al processo sui dossier illegali, ha confermato oggi a Milano di aver ricevuto da parte dell'Inter incarico di "spiare" non solo l'ex arbitro Massimo De Santis ma anche l'ex dg juventino, Luciano Moggi. Tavaroli, che ha aggiunto che ''i report furono consegnati integralmente a Giacinto Facchetti, allora vicepresidente nerazzurro'', ha affermato di non ricordare se ci fosse stata attività su Antonio Giraudo, ex a. d. della Juventus. Tavaroli, sentito come testimone - imputato di reato connesso, ha spiegato che su Moggi fu Adamo Bove, l'ex dirigente Telecom morto suicida, a fare ''l'analisi del traffico telefonico''. L'ex capo della security ha inoltre spiegato che questa attività ''era finalizzata a confermare dichiarazioni che l'Inter aveva ricevuto da un arbitro su possibili frodi fiscali''. Inoltre ha aggiunto che sull'esito del dossieraggio ''ebbi un incontro col dottor Facchetti. Non so se Facchetti poi riferì a Moratti''. In futuro sarà sentito anche Cipriani.Bobo Vieri e De Santis, difeso dall'avvocato Paolo Gallinelli, hanno intentato una causa per danni all'Inter, chiedendo circa 20 milioni di euro ciascuno. Ora potrebbe aggiungersi anche Moggi. Dal punto di vista sportivo è tutto prescritto.

    "Moratti ci chiese di spiare De Santis".

     PROCESSO INTERCETTOPOLI, A LATERE DI CALCIOPOLI

     

    MILANO - Massimo Moratti commissionò a Giuliano Tavaroli, l'ex capo della security di Telecom e Pirelli la pratica 'Ladroni', quella che riguarda in particolare l'ex arbitro De Santis. Lo ha detto oggi lo stesso Tavaroli convocato come testimone al processo sul caso dei dossier illegali, rispondendo a una domanda di Irma Conti legale di De Santis.

    Tavaroli, testimone-imputato di reato connesso, all' avvocato di De Santis, parte civile nel processo, che gli ha domandato da chi fosse stato contattato per il dossier intitolato 'Ladroni', ha risposto "da Moratti" aggiungendo che era "per l'Inter". Inoltre ha precisato di aver preso contatti con l'allora dirigente neroazzurro Giacinto Facchetti per i termini organizzativi dell'operazione. E quando il legale ha chiesto se dunque l'input provenisse da Moratti, Tavaroli ha confermato con un "sì". Come risulta agli atti dell'inchiesta, il dossier che riguardava De Santis e altre quattro persone, tra cui l'ex direttore sportivo di Messina e Genoa Mariano Fabiani e il guardalinee Enrico Cennicola, è stato confezionato tra il gennaio e il luglio del 2003. Dell'operazione aveva anche parlato l'investigatore privato Emanuele Cipriani, ora imputato al processo milanese con una decina di persone.
    Cipriani, il 13 ottobre 2006, aveva messo a verbale: "Tavaroli si limitò a dirmi che De santis era un arbitro che probabilmente prendeva i soldi e che occorreva controllare società sportive in Calabria per verificare un possibile collegamento con

     

    De Santis. L'incarico - aveva sottolineato l'investigatore privato - mi venne conferito da Tavaroli in Pirelli ed io fatturai alla Pirelli su richiesta espressa di Tavaroli".

     

    Dossieraggio Telecom, Tronchetti Provera rinviato a giudizio

    Processo al via il 18 febbraio. Accolta la richiesta di citazione diretta a giudizio formulata il 22 ottobre dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, con l’accusa di ricettazione per il caso Kroll nell’ambito della guerra per il controllo di Tim Brasil

    Marco Tronchetti Provera sarà processato a partire dal 18 febbraio davanti ai giudici della settima sezione penale del tribunale di Milano con l’accusa di ricettazione nell’ambito dell’inchiesta suidossier illeciti Telecom. E’ stata infatti accolta la richiesta di rinvio a giudizio formulata lo scorso 12 ottobre dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, alla chiusura delle indagini a carico dell’ex presidente di Telecom Italia con l’accusa di ricettazione per il caso cosiddetto Kroll nell’ambito della vicenda dei dati copiati dal computer di un dipendente dell’agenzia investigativa.

    L’episodio si inquadra nella più ampia vicenda dei dossier illegali confezionati dalla security di Telecom Italia all’epoca della gestione Tronchetti che controllava il gruppo di telecomunicazioni attraverso Pirelli. Altre accuse che erano state contestate a Tronchetti Provera per questa vicenda sono già state archiviate, mentre altre 2 imputazioni, tra cui l’associazione per delinquere, sono state stralciate per probabile richiesta di archiviazione. Resta dunque il reato di ricettazione per cui la Procura dovrebbe poi chiedere il rinvio a giudizio.

    I dati prelevati dal computer, stando alla ricostruzione dell’accusa, furono sottratti all’epoca dellabattaglia per il controllo di Brasil Telecom, con un’operazione di hackeraggio dagli uomini della security di Telecom nel 2004 in Brasile. I file e i dati, “sarebbero stati illegalmente intercettati e poi sottratti alla Kroll” e Tronchetti sarebbe stato informato della natura di tali dati da Giuliano Tavaroli, ai tempi a capo della sicurezza della società di telecomunicazioni. Da quanto ricostruito dall’accusa, l’allora numero uno del gruppo di telecomunicazioni “al fine di trarne profitto, riceveva consapevolmente i file intercettati illegalmente” dal sistema informatico della Kroll. Dell’operazione, il manager era stato informato dal capo della secutity Giuliano Tavaroli e in virtù di un accordo specifico con lui, alla presenza degli avvocati Francesco Chiappetta e Francesco Mucciarelli, ne è stata mandata una copia alla segreteria dello stesso Tronchetti Provera e alla Security “per legittimarne l’utilizzo”.

    La contestazione di ricettazione mossa a Tronchetti Provera dai magistrati milanesi porterebbe a escludere la complicità e soprattutto il ruolo di mandante dello stesso Tronchetti Provera nell’ambito di altri reati contestati, la corruzione e il concorso in violazioni informatiche. Per questi ‘filoni’ ancora aperti la procura di Milano potrebbe chiedere l’archiviazione. Il legale del manager, Roberto Rampioni, già in ottobre aveva espresso “soddisfazione” perché “pare favorevolmente concluso anche il supplemento delle indagini concernenti ipotesi di reato che andavano dall’associazione a delinquere all’hackeraggio nonché alla corruzione internazionale”. 

    Quanto all’accusa “di ricettazione in merito al dvd contenente elementi comprovanti lo spionaggio eseguito dall’agenzia Kroll ai danni di Telecom Italia”, secondo il legale, “siamo convinti di poter dimostrare che anche in questo caso nessun comportamento illegale è stato posto in essere. Non si può non ricordare ad ogni modo che la portata lesiva delle azioni Kroll è stata confermata più volte anche dalla società Marsh&McLellan, allora controllante di Kroll. Marsh&Mclellan comunicò anche, al termine del 2004, la fine di azioni contro il dottor Tronchetti Provera e l’azienda, scusandosi ufficialmente per l’accaduto”.

    Intanto Telecom Italia si costituirà parte civile in linea con la decisione presa dal cda della società che si è tenuto la scorsa settimana

    Dossier illegali Telecom, Tronchetti Provera indagato per ricettazione

    La Procura di Milano ha chiuso le indagini a carico del patron di Pirelli per il caso cosiddetto Kroll. Altre accuse che erano state contestate all'imprenditore per questa vicenda sono già state archiviate, mentre altre 2 imputazioni, tra cui l'associazione per delinquere, sono state stralciate per probabile richiesta di archiviazione

    Il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo ha chiuso le indagini a carico di  Marco Tronchetti Provera con l’accusa di ricettazione per il caso cosiddetto Kroll nell’ambito della vicenda dei dati copiati dal computer di un dipendente dell’agenzia investigativa.  L’episodio si inquadra nella più ampia vicenda dei dossier illegali confezionati dalla security di Telecom Italia all’epoca della gestione Tronchetti che controllava il gruppo di telecomunicazioni con Pirelli. Altre accuse che erano state contestate a Tronchetti Provera per questa vicenda sono già state archiviate, mentre altre 2 imputazioni, tra cui l’associazione per delinquere, sono state stralciate per probabile richiesta di archiviazione. Resta dunque il reato di ricettazione per cui la Procura dovrebbe poi chiedere il rinvio a giudizio.

    I dati prelevati dal computer, stando alla ricostruzione dell’accusa, furono sottratti all’epoca della battaglia per il controllo di Brasil Telecom, con un’operazione di hackeraggio dagli uomini della security di Telecom nel 2004 in Brasile. I file e i dati, “sarebbero stati illegalmente intercettati e poi sottratti alla Kroll” e Tronchetti sarebbe stato informato della natura di tali dati da Giuliano Tavaroli, ai tempi a capo della sicurezza della società di telecomunicazioni.

    La contestazione di ricettazione mossa a Tronchetti Provera dai magistrati milanesi porterebbe a escludere la complicità e soprattutto il ruolo di mandante dello stesso Tronchetti Provera nell’ambito di altri reati contestati, la corruzione e il concorso in violazioni informatiche. Per questi ‘filoni’ ancora aperti la procura di Milano potrebbe chiedere l’archiviazione. Il legale del manager, Roberto Rampioni, esprime “soddisfazione” perché “pare favorevolmente concluso anche il supplemento delle indagini concernenti ipotesi di reato che andavano dall’associazione a delinquere all’hackeraggio nonché alla corruzione internazionale”.

    Quanto all’accusa “di ricettazione in merito al dvd contenente elementi comprovanti lo spionaggio eseguito dall’agenzia Kroll ai danni di Telecom Italia”, continua il legale, “siamo convinti di poter dimostrare che anche in questo caso nessun comportamento illegale è stato posto in essere. Non si può non ricordare ad ogni modo che la portata lesiva delle azioni Kroll è stata confermata più volte anche dalla società Marsh&McLellan, allora controllante di Kroll. Marsh&Mclellan comunicò anche, al termine del 2004, la fine di azioni contro il dottor Tronchetti Provera e l’azienda, scusandosi ufficialmente per l’accaduto”.

     

    Calciopoli-2: il processo Telecom di Milano entra ufficialmente nel maxi-filone di Napoli. I pm Narducci e Cipriani infatti hanno acquisito l'intervista esclusiva di Giuliano Tavaroli a Repubblica dell'altro giorno. Marco Tronchetti Provera, oggi al Giornale, ha spiegato inoltre che "è vero ciò che dice (Tavaroli a Repubblica). Moratti si era rivolto a lui, su mio consiglio, perché aveva delle questioni delicate da affrontare su vicende arbitrali che poi portarono a Calciopoli. Quello che è successo è un po' diverso: Moratti è andato direttamente dalla Boccassini a denunciare ciò che aveva saputo. Ma alla fine il giovane arbitro che poteva svelare tutta la vicenda (Nucini, ndr) non se la sentì di testimoniare e tutto è saltato". La stessa security teneva sotto controllo Bobo Vieri e altri calciatori: "C'era il timore che Vieri conducesse una vita non da sportivo - ha continuato Tronchetti Provera - e Moratti si chiedeva cosa facessero le altre squadre in tema di sicurezza. È stato normale chiedere al responsabile della sicurezza Pirelli cosa si potesse fare. Si trattava solo di una consulenza". Vieri ha chiesto i danni (milionari) e in un esposto alla Figc che venga anche revocato lo scudetto 2006 dell'Inter. Tavaroli a Repubblica parla del 2002: perché l'Inter non ha denunciato all'allora Ufficio Indagini della Figc se aveva sospetti su Moggi, De Santis, Bergamo e altri? Non si fidava della Federcalcio? Calciopoli-1 sarebbe esplosa molto prima. Sull'arbitro De Santis fu fatta un'attività

     

    di spionaggio piuttosto consistente: il dossier "Op. Ladroni prima parte" (della seconda non si sa ancora nulla). Controlli patrimoniali su di lui e sulla moglie. Fu indagato anche su questioni molto private (che non riportiamo). Non fu trovato nulla di speciale. De Santis, così come Moggi e Bergamo, è stato ammesso parte civile. Del dossier Como, che dovrebbe riguardare Moggi, al momento non si sa nulla. Tavaroli e lo stesso Moratti saranno chiamati presto a deporre a Napoli mentre questo nuovo filone Telecom ora potrebbe interessare anche alla procura federale della Figc, che prima o poi dovrà pure partire con le sue indagini (nel frattempo perché Palazzi non sente Vieri, Bergamo, Moggi, De Santis, Mazzini, eccetera?). Martedì intanto si torna in aula, a Napoli: è stato convocato Adriano Galliani, come teste della difesa, mentre non si sa ancora se potrà essere presente Pierluigi Collina.
     


     

    I soldi per comprare i giocatori dell’Inter Massimo Moratti li prende da qui, da questo piccolo paese sulle coste sarde. Ma non sentitevi esclusi: anche voi contribuite a investire sulla squadra. Ogni volta che pagate la bolletta della luce. Sarroch è in provincia di Cagliari. Vi sorge lo stabilimento di raffinazione della Saras, la società di famiglia dei petrolieri Moratti, fondata nel 1962 da papà Angelo (già presidente dell’Inter). Dal satellite si vede che l’impianto è di gran lunga più vasto dell’agglomerato urbano. È sulla costa, per permettere l’attracco delle petroliere: un quarto del petrolio trasportato via nave nel mondo passa di qua, dal mare della Sardegna. È la più grande raffineria di petrolio del Mediterraneo per capacità produttiva: 15 milioni di tonnellate l’anno di petrolio grezzo trattato, che per la maggior parte viene da Libia e Mare del Nord. Tra i clienti Shell, Repsol, Total, Eni, Q8, Tamoil. I conti di Saras sono ottimi: 5,5 miliardi di euro di ricavi nel 2005, un bel più 48% rispetto al 2004, e utili per 332 milioni (ancora: più 47% sul 2004). E nei primi mesi del 2006 le cose marciano anche meglio, con risultati netti che raddoppiano rispetto allo stesso periodo del 2005. Saras dà lavoro a 1.600 persone. Ma il vero gioiello dell’azienda sta nell’angolo sudorientale dell’impianto: è la centrale elettrica Sarlux. La Sarlux è una società posseduta al 100% da Saras. La centrale produce energia elettrica bruciando gli scarti di lavorazione che la Saras produce raffinando il petrolio. Questo scarto si chiama TAR, detto anche “olio combustibile pesante”, una pece semi solida che potrebbe essere utilizzata per fare bitume, e che per essere bruciata viene gassificata e irrorata di ossigeno. È un combustibile altamente inquinante, molto più del metano di solito utilizzato nelle centrali elettriche. L’impianto brucia 150 tonnellate di tar l’ora. Oltre a CO2, ossidi di azoto ed emissioni varie, a fine anno la combustione lascia in dote 1.400 tonnellate di scarti tra zolfo e concentrati di metalli, come il vanadio e il nichel. L’energia prodotta dalla centrale Sarlux viene tutta comprata da un ente pubblico, il Gestore del sistema elettrico (Grtn), che la paga il doppio di quanto varrebbe sul mercato. Questo accade perché per la legge italiana l’impianto Sarlux è un impianto “assimilato” alle fonti rinnovabili, e per tanto va incentivato come queste ultime. Come sia possibile che una centrale che brucia scarti della lavorazione del petrolio sia pagata come fosse un impianto a energia solare lo dobbiamo al famigerato provvedimento Cip6 (comitato interministeriale prezzi) del 1992. All’epoca il governo decise di agevolare la costruzione di impianti rinnovabili garantendo di comperare (all’epoca attraverso Enel) elettricità a un prezzo più alto, il doppio e in alcuni casi il triplo, e destinando alla collettività, attraverso le bollette, l’onere del sostentamento dell’energia pulita. Ma poi allargò questa opportunità anche a un numero limitato di altre centrali che utilizzavano fonti che definì “assimilate”, e che di rinnovabile non avevano nulla: per la precisione gas, carbone, tar, rifiuti. Da allora gli italiani pagano anche il 10% in più in bolletta pensando di contribuire alla diffusione di energia pulita. Invece l’80% di quei contributi finisce a impianti come quello dei Moratti. Per il 2005 parliamo di un totale di oltre 3,1 miliardi di euro (erano 2,3 miliardi nel 2004). Oggi il meccanismo Cip6 è stato superato da quello dei certificati verdi nato nel 1999, che non prevede fonti “assimilate”, ma le convenzioni stipulate nel passato sono ancora per la maggior parte attive. Sarlux non è l’unica a trarre vantaggio da questa situazione. L’elenco dei beneficiari non è pubblico, ma sappiamo che metà della torta Cip6 finisce a Edison, che appartiene ai francesi della Edf. Anche altri petrolieri, come i Garrone di Erg o i Brachetti Peretti di Api godono delle incentivazioni con impianti simili, che producono cioè elettricità bruciando scarti della lavorazione del petrolio. Ma l’impianto dei Moratti ha qualche particolarità interessante: la prima, è che è uno dei più grandi, con i suoi 575 megawatt di potenza e 4 miliardi di kilowattora prodotti l’anno. La seconda particolarità è che è tra gli ultimi ad aver avuto accesso agli incentivi, visto che la convenzione è partita l’8 gennaio 2001. Tra l’altro la convenzione di Sarlux dura 20 anni, cinque in più rispetto a quanto stabilito dal provvedimento Cip6. Stando alle analisi della società, il prestito di oltre un miliardo di euro stipulato nel 1996 con Banca Intesa e Banca europea per gli investimenti per costruire l’impianto dovrebbe essere ammortizzato entro il 2011. Poi saranno dieci anni di guadagno netto. Un paradosso ulteriore è che più cresce il prezzo del petrolio, lo stesso che i Moratti vendono pochi metri più in là, maggiore è il contributo che lo Stato riconosce all’impianto Sarlux in quanto fonte “assimilata” alle rinnovabili. Sarlux è strategica per i Moratti, tanto che anche nella fase di approvvigionamento del petrolio grezzo si tiene conto delle esigenze della centrale. È vero, rispetto al fatturato del gruppo i ricavi equivalgono solo a un decimo, ma gli utili di Saras sono per oltre il 36% riconducibili alla centrale elettrica (122 milioni di euro su 332). Senza gli incentivi produrre elettricità costerebbe moltissimo, molto più di quanto si guadagnerebbe vendendola (solo per l’ossigeno impiegato per la combustione Sarlux spende 50 milioni di euro l’anno). E se non vengono bruciati, gli scarti di lavorazione si tramutano, da fonte di guadagno, in un costo, perché sono rifiuti speciali e vanno smaltiti adeguatamente. A maggio Massimo e Gian Marco Moratti, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Saras, hanno messo in vendita le azioni della società che detenevano a titolo personale, facendo sbarcare l’azienda in Borsa. Oggi il 40% di Saras è in mano al mercato. I fratelli avranno comunque il controllo dell’azienda attraverso la finanziaria di famiglia Angelo Moratti s.a.p.a., che mantiene il 60% delle azioni. La vendita di azioni ha fruttato ai fratelli poco meno di un miliardo di euro ciascuno. Immaginiamo che parte di questi soldi verranno investiti su qualche buon giocatore. Le azioni, vendute a 6 euro l’una, per lotti minimi di 600 azioni, sono andate a ruba. Il giorno dopo il debutto a piazza Affari, però, il titolo è crollato del 10%. A fine luglio chi ha investito in Saras perdeva il 20% (un’azione era quotata 4,8 euro). Per gli 80 mila investitori che hanno creduto in Saras non resta che sperare nel campionato.

    La vita elettrica di Sarlux
    1992: il Comitato interministeriale deiprezzi vara il provvedimento numero 6 per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e “assimilate”. 1995: Sarlux nasce da una joint venture tra Saras ed Enron. 1996: Sarlux ottiene dalle banche i finanziamenti (un miliardo di euro) necessari per la costruzione dell’impianto di Sarroch. 1999/2000: la centrale elettrica entra in funzione. 8 gennaio 2001: inizia la convenzione tra Sarlux ed Enel (cui subentrerà nel ‘99 il Grtn) per l’acquisto di energia incentivata Cip6. La convenzione durerà fino al 2021. 18 aprile 2006: Saras vince un procedimento arbitrale con Enron e conferma il controllo del 100% di Sarlux. 18 maggio 2006: Saras (che controlla il 100% di Sarlux) viene quotata in Borsa.

     
     
     
     

     

     

       
       
       
       
     

    BARI, PARTITE IN VENDITA

     

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